se mai mi sentirai alla radionell'ipotesi remota che tu abbia imparato a guidarevorrei che sapessi un po' di coseche sono cambiatoe non ho più la stessa frettae ho perso un poco di paureun po' mi sono rassegnato al tempo che vae ho qualche amico in menoe non fotto più il doloree non vado più a letto con la pancia ribaltatae la stanza che gira, ogni nottee in una maniera che non capirestiora credo nell'amorecome credevo nell'odio primacon la stessa ironiaho un amico che ha perso tuttoe non gli so parlare di nientee tutti questi concertivalgono la metàsenza neanche una foto da far vedere a nonnae tanta adrenalina e tanto sonnocome nato stanco e cresciuto travoltoin un traffico di chilometri e aspettativee biglietti e vendite e facce a cui parlare con sicurezzaauguri da fare e foto in cui sorriderenel trafficoche ti tiene inchiodata all'autoradio adessocon la pioggia sui vetri che ti toglie un alibiper fuggire con lo sguardo ancora una volta lontanoe massi si è ammazzato ricordi?ricordi quella sua poesia?che diceva che il paradiso se lo immaginavacome un posto vuoto ma pieno di musicain cui si entra pianovestiti solo di nientezza"dove il corpo è lasciato al guardaroba", dicevasette parole e un giornome le scriverò sul collocome gli inglesi che cantano le rivolte e il cracksul collo dove ti promettevo"io e te non cresceremoio e te non cresceremo più"mentivo come sempreero ambiguo come un sorriso in una foto di famigliaero falso come un buon nataleed è l'unica bugial'unica bugial'unica veritàa cui ancora non so smettere di credereamore mio