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#biblioteca einaudi
garadinervi · 10 months
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From: Roland Barthes, (1975), Barthes di Roland Barthes, Translation by Gianni Celati, «Piccola Biblioteca Einaudi» (Nuova serie) 364, Einaudi, Torino, 2007
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marcogiovenale · 7 months
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poesia italiana 2017-18. una rassegna / vincenzo ostuni. 2018
Passati in rassegna i libri di poesia e prosa breve italiana usciti fra il settembre ’17 e l’agosto ’18, occorre intensificare quel che scrive Gianluigi Simonetti nel suo recente La letteratura circostante: non solo pubblicare per la «Bianca» Einaudi o lo «Specchio» Mondadori «non significa più nulla di per sé»: pubblicarvi si avvicina ad essere un chiaro predittore negativo, per lo meno di certe…
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Lunedì 22 Gennaio 2024 alle ore 20.30 il GdL "Chiave di Lettura", presso i locali della Biblioteca San Valentino, si incontrerà per discutere insieme del libro di Carmelo Samonà “Fratelli”.
"Fratelli" venne pubblicato nel 1978 e diventò subito un caso editoriale. L'autore, noto ispanista, era alla sua prima prova narrativa e le 30.000 copie della tiratura andarono immediatamente esaurite mentre critici come Giorgio Manganelli, Natalia Ginzburg, Alfredo Giuliani lo accolsero come un capolavoro.
"Vivo, ormai sono anni, in un vecchio appartamento nel cuore della città, con un fratello ammalato". In una vasta casa di una città imprecisata vivono due fratelli. È il più grande a raccontare, l'altro è affetto da disturbi che riguardano "l'attività del pensiero" che non vengono comunque mai precisati, il ricovero in ospedale, predisposto da anni, "sembra di là da venire". Il rapporto tra i due è tormentato, la comunicazione è difficile, fatta di poche parole, di molti sguardi, silenzi, contatti fisici - il fratello maggiore accudisce l'infermo, lo lava, lo veste, lo segue da una stanza all'altra del grande appartamento, semivuoto di mobili, colmo comunque di ricordi, "arnesi dall'uso incerto" che "interrompono, di tanto in tanto, la sequenza dei vuoti", residui di una intimità familiare ormai perduta.
Carmelo Samonà (1926 – 1990) è stato un ispanista e scrittore italiano. Proveniente dalla famiglia aristocratica siciliana Samonà, era figlio dell'architetto Giuseppe Samonà. Si stabilì a Roma nel 1936 e si laureò in lettere, alla Sapienza, nel 1948. Dal 1961 insegnò letteratura spagnola all'Università "La Sapienza" di Roma al Magistero, e dal 1978 a Lettere, dedicandosi in particolare a quella del Seicento. Come ispanista, si ricorda, fra le altre, l'opera La letteratura spagnola dal Cid ai Re Cattolici (con Alberto Varvaro, 1972). Nel 1973 promosse la costituzione dell’Associazione ispanisti italiani. Dal 1976 collaborò con il quotidiano la Repubblica con articoli sulla letteratura moderna spagnola e ispanoamericana. Accademico dei Lincei dal 1987, ottenne il premio Juan Carlos dell'Accademia spagnola (1984).
Viene ricordato anche come scrittore (il suo esordio nel 1978), in particolare per due romanzi di successo, pubblicati da Einaudi: “Fratelli” (prima opera, parzialmente autobiografica) e “Il custode” (1983). “Fratelli” racconta il rapporto della voce narrante con il fratello affetto da una malattia mentale (nella realtà, si tratta del rapporto di Samonà con il figlio); è stato vincitore del Premio Mondello e finalista del Premio Strega nel 1978, finalista nel 1985 al Premio Bergamo e vincitore nel 2002 del Premio Pozzale Luigi Russo. Oltre ai due romanzi, Samonà scrisse il racconto Casa Landau (Garzanti, 1990) e il testo teatrale “Ultimo seminario”.
Contattateci all'indirizzo mail: [email protected] oppure all'indirizzo, sempre mail, [email protected] e riceverete, in prossimità dell’incontro, il link di riferimento. Vi aspettiamo per confrontarci insieme su questa lettura e scoprire un romanzo basato su una storia vera che non lascerà per nulla indifferenti, non mancate!!!
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gregor-samsung · 6 months
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" Come l'Olp, il Hamas si compone di svariati gruppi e correnti. La sua dirigenza, per esempio, è divisa tra i cosiddetti "interni", ossia i rappresentanti dell'organizzazione all'interno dei territori occupati, e gli "esterni", ossia i dirigenti in esilio, per esempio a Damasco. Gli esterni controllano la maggior parte dei fondi esteri del movimento, ossia i finanziamenti che provengono dai regimi simpatizzanti dell'area, e, di fatto, hanno in mano le leve dell'apparato organizzativo. Gli interni, invece, hanno il difficile compito di gestire quotidianamente la vita politica ed economica dei loro sostenitori e parare i colpi dei rivali politici. È interessante notare che alcuni osservatori sostengono che questa divisione del lavoro rende gli interni più pragmatici, e che un numero pressoché uguale di altri osservatori sostiene esattamente il contrario. C'è poi la divisione tra il Hamas di Gaza e quello della Cisgiordania. Secondo un certo numero di commentatori, poiché gli islamici su posizioni radicali furono oggetto di repressione all'epoca in cui l'Egitto controllava Gaza, i militanti del Hamas di Gaza sono sempre stati maggiormente inclini alla segretezza, alla disciplina organizzativa e alle trame cospirative rispetto ai militanti della Cisgiordania, dove non s'è registrata una repressione del genere all'epoca dell'amministrazione giordana. Il Hamas della striscia di Gaza s'è inoltre fatto una reputazione di maggiore inflessibilità ideologica e di zelo puritano rispetto al Hamas di Cisgiordania, dove occorre fare i conti con una cultura più laica che al Sud (in Cisgiordania, studentesse del Hamas reclutano per l'organizzazione, e qualcuno ha riferito che, per promuovere la causa, lascerebbero addirittura scoperto qualche centimetro di gamba). Allo stato, gli esiti politici concreti di queste tensioni interne sono piuttosto prevedibili: movimenti come l'Olp e il Hamas, che premiano l'inclusione e sono poco propensi, o incapaci, a far rispettare la disciplina "di partito" sul piano tattico e strategico, finiscono per essere alla mercé dei loro militanti più intransigenti. Paradossalmente […] potrebbe essere stata proprio questa intransigenza a tenere aperti gli spiragli della creazione di uno Stato palestinese effettivo a fianco di Israele. "
James L. Gelvin, Il conflitto israelo-palestinese. Cent'anni di guerra, traduzione di Piero Arlorio, Einaudi (collana Piccola Biblioteca Einaudi n° 357), 2007¹; pp. 295-296.
[Edizione originale: The Israel-Palestine Conflict, Cambridge University Press, 2005]
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diceriadelluntore · 1 year
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Puntatori
Nel 1891, Sir Arthur Conan Doyle pubblica il primo dei 56 racconti con protagonisti Sherlock Holmes e John H. Watson. Il titolo è Uno scandalo in Boemia ed è, non solo a mio parere, una delle avventure più belle del detective londinese e del suo amico medico reduce di guerra. In particolare, questo racconto ha tre particolarità: la prima è che fu il primo, sulle pagine del The Strand, illustrato dalla matita elegante di Sidney Paget; la seconda, è che uno dei personaggi centrali è Irene Adler, cantante d’opera, avventuriera e amante dell’uomo che si presenta nello studio di Baker Street per chiedere aiuto, Wilhelm Gottsreich Sigismond von Ormstein, erede al trono di Boemia. La Adler finirà per raggirare il nostro eroe, tanto che il Dottor Watson senza malcelare la sua soddisfazione dirà che Holmes è “fallace di fronte all’arguzia di una donna”. Ma il terzo punto è quello che è davvero interessante: Holmes chiede a Watson di prendere notizie su questa Adler dal suo schedario, “un sistema di catalogare ogni trafiletto riguardante nomi e fatti notevoli, cosicché era difficile che venisse nominato qualcosa o qualcuno su cui Holmes non avesse qualcosa da aggiungere. Nel caso specifico trovai la biografia della signora infilata tra quella di un rabbino ebreo e quella di un comandante di stato maggiore, autore di una monografia sui pesci di mari profondi” (Sherlock Holmes, Tutti I Racconti, a cura di Luca Lamberti, Einaudi, 2011).
Holmes aveva uno schedario, che usava come un database, una sorta di indice in versione libera, che è uno dei punti più eccentrici che Dennis Duncan, professore di Inglese all’University College di Londra, racconta in questo splendido saggio, che è stato il mio compagno di viaggio nelle gite della settimana scorsa
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Duncan racconta la storia di una delle più grandi invenzioni della conoscenza: l’indice analitico. Infatti, prima dell’indice a noi più comune, cioè “l’elenco dei titoli che distinguono le varie parti in cui l’opera è suddivisa o dei titoli dei brani, dei componimenti poetici che vi sono raccolti, talora soltanto della numerazione progressiva dei capitoli, disposti nell’ordine di successione con indicata a lato la pagina in cui si trovano; può essere posto prima o dopo il testo” (voce Indice, Enciclopedia Treccani)”, e che sembrerà strano è pratica comune solo da un 150 anni in editoria, l’umanità culturale si è interrogata spesso sulla costruzione di un indice analitico, o sommario, cioè un elenco strutturato di parole o locuzioni, le voci, trattate o citate all'interno di un testo e corredate da uno o più indicatori, i puntatori, che rimandano alle parti di testo dove è menzionata la voce relativa. 
Tutto nasce, tra Storia e Leggenda, ad Alessandria, presso la maestosa Biblioteca del Mouseion, quando Callimaco di Cirene, che erroneamente ne è considerato bibliotecario (la storia è particolare, è probabile che non lo fu mai, si sa che fu Zenodoto di Efeso il bibliotecario storicamente attestato nel III secolo a.C.) si pose una domanda di fronte alla leggendaria ricchezza dei testi di quella biblioteca: tra quelle centinaia di opere, come era possibile trarre velocemente un’informazione? La sua soluzione furono i Pinakes, una sorta di prima opera bibliografica: pinax vuol dire tavola, in senso stretto le tavolette dove si scriveva, e l’opera di Callimaco, di cui non ci sono arrivati che frammenti da altre opere che la citano, doveva essere organizzata per genere di opere (retorica, legge, epica e tra cui il miscellaneo, dove si parla di plaukuntopoiika, che è l'arte di cucinare le focacce), disponendo gli autori in ordine alfabetico, da Alfa a Omega, aggiungendo piccole informazioni: il patronimico, il luogo di nascita, l’epiteto, la professione, dati biografici, spesso un elenco delle opere o un incipit. Questo fu il primo passo di una storia che passa per le corrispondenze medioevali, che aiutavano a cercare nella Bibbia i riferimenti per i sermoni e le prediche, ai numeri di pagina (la cui prima apparizione avviene solo nel 1470), alle dispute sull’uso dell’indice, visto come un’escamotage per non leggere davvero i libri, fino a cose sorprendenti, come l’uso satirico degli indici analitici, nel’700, per attaccare avversari accademici, politici e che fanno scoprire personaggi sconosciuti adesso come William King, che scriverà cose meravigliose attraverso indici satirici di altre opere di suoi contemporanei. E se la cosa può sembrare antica e melanconica, vi scrivo come inizia la pagina di Google che si intitola “In che modo la Ricerca Google organizza le informazioni”: È come l’indice alla fine del libro, con una voce per ogni parola visualizzata su ciascuna pagina web che indicizziamo. Quando indicizziamo una pagina web, la aggiungiamo alle voci per tutte le parole che contiene. Il mega indice del mondo moderno insomma. O di tutto quello che il mondo mette nel web.
Tra romanzi tutti giocati sull’indice (uno su tutti, il magnifico Fuoco Pallido di Nabokov), passando per monasteri innovativi del XIII secolo, fino a politici conservatori, scrittori narcisi e gli ebook, un viaggio straordinario su come, dice Duncan, “abbiamo imparato con fatica e ostinazione a rendere leggibile il grande e vitale caos di conoscenza che ogni giorno produciamo”.
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dk-thrive · 1 year
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For most of us, don’t the great historical dates still evoke the mood of what we read when we were young?
Italo Calvino, from “Einaudi Biblioteca Giovani” in “The Written World and the Unwritten World: Essays. Translated by Ann Goldstein. (Mariner Books Classics, January 17, 2023) 
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donatadonati · 11 months
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Io temo tanto la parola degli uomini
Io temo tanto la parola degli uomini.
Dicono tutto sempre cosí chiaro:
questo si chiama cane e quello casa,
e qui è l’inizio e là è la fine.
E mi spaura il modo, lo schernire per gioco,
che sappian tutto ciò che fu e sarà;
non c’è montagna che li meravigli;
le loro terre e giardini confinano con Dio.
Vorrei ammonirli, fermarli: state lontani.
A me piace sentire le cose cantare.
Voi le toccate: diventano rigide e mute.
Voi mi uccidete le cose.
Rainer Maria Rilke
(Traduzione di Anna Maria Carpi)
da “Le poesie giovanili”, in “R. M. Rilke, Poesie I [1895-1908]”, Biblioteca della Pléiade, Einaudi-Gallimard, Torino, 1994
Piani dell'Avaro
Val Brembana
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lamilanomagazine · 6 months
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San Giorgio: una mostra bibliografica in occasione dei 90 della casa editrice Einaudi
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San Giorgio: una mostra bibliografica in occasione dei 90 della casa editrice Einaudi. In occasione dei 90 anni della casa editrice Einaudi (1933-2023), la Biblioteca San Giorgio propone fino al 31 gennaio una mostra bibliografica nelle teche dell’atrio della sala Dipartimenti e sala Desideri, un piccolo viaggio estetico-sentimentale tra alcune delle collane einaudiane più significative per la cultura italiana del Novecento. La mostra focalizza l’attenzione soprattutto sulle collane letterarie che, a partire dal 1938, con il varo della collana “Narratori Stranieri Tradotti”, fanno il loro ingresso nei programmi editoriali einaudiani. Attingendo dalle collezioni della biblioteca e dai suoi fondi speciali (soprattutto dalla donazione Annapaola Campori Mettel), la mostra ripercorre alcune tappe salienti della storia della casa editrice torinese. Mantenendo sempre una grande coerenza tra rigore formale e qualità dei contenuti, l’estetica della casa editrice Einaudi si è infatti costantemente sviluppata negli anni, riuscendo a far convivere con grande equilibrio – divenuto poi uno stile e un’identità duraturi nel tempo – tradizione, sperimentazione e innovazione.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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inviaggiocondante · 11 months
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Biblioteca Dante
Mi piacerebbe mettere insieme, in una specifica zona della casa, una 'biblioteca di Dante'. Spulciare i miei libri e tirar fuori fonti dirette e indirette.. e metterle tutte insieme..
E certo.. molto comunque andrebbe comprato... ahi...
Virgilio, Omero, ovviamente gli Spiriti Magni... e poi Brunetto Latini, l'Epistolario di Pier della Vigna.. e la Tebaide (che all'epoca si 'frequentava' spesso).. Un posto importante per Aristotele.. la poesia provenzale... Boezio, Terenzio, i Romanzi Cortesi...
Ci lavorerò questa estate... 'fondi' permettendo.. Il volume einaudi del Tresor è una meraviglia.. ahimé mi dissanguerà...
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personal-reporter · 1 year
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Glocal Film Festival 2023
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Dal 15 al 20 marzo 2023, organizzato dall’AssociazionePiemonte Movie, è il momento del 22° Glocal Film Festival, in programma a Torino al Cinema Massimo MNC e in altre sedi della città dei Savoia. La direttrice artistica è la regista piemontese Alice Filippi, che ha cercato di lavorare sulla contaminazione tra le arti, con danza, videoarte, musica, arti visive e molto altro, senza dimenticare l'origine glocal che caratterizza da sempre il festival. Sono in programma 74 film brevi, documentari e lungometraggi, di cui 29 in concorso, 2 omaggi, 3 lungometraggi fuori concorso, 5 mostre e altri 6 eventi speciali. Le opere in competizione sono, 5 per il concorso documentari Panoramica Doc, 5 per il concorso documentari brevi Doc Short, 16 cortometraggi di Spazio Piemonte per il Premio Torét - Miglior Cortometraggio e 3 doc nel progetto Professioni Documentario che ha coinvolto oltre 1000 studentesse e studenti delle provincie di Torino, Cuneo e Biella, invitati anche a partecipare al contest,  ideato da Eugenio Cesaro degli Eugenio In Via Di Gioia,  Cortissimo, che invita i giovani talenti a inviare una o più stories di Instagram della durata massima di 15” su un tema che sarà svelato il 15 marzo. Il festival sarà inaugurato ufficialmente il 15 marzo alle 21 al Cinema Massimo con un documentario che ha avuto il riconoscimento come Miglior film ai Nastri d’Argento, La bella stagione di Marco Ponti, a cui verrà  assegnato il Premio Riserva Carlo Alberto 2023, dedicato a un personaggio del mondo cinematografico capace di esportare l’eccellenza piemontese. Inoltre l’artista Irene Dionisio incontrerà il pubblico, oltre a essere protagonista della mostra, Geologia di un padre, da lei curata, all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, e sarà riservano uno spazio alla regista Adonella Marena e all'attore Andrea Murchio, due figure importanti del cinema glocal, scomparsi negli scorsi mesi. Il fattore territoriale, centrale nella manifestazione, è un aspetto che emerge anche grazie alle serie e con l'evento Salotto Cinema - La serialità in Piemonte dove si parlerà di  Cuori, La legge di Lidia Poët e Il nostro generale, previsto per il 18 marzo alle 19 al Circolo dei lettori con i registi Riccardo Donna, Letizia Lamartire e Lucio Pellegrini. In tema di contaminazioni, l’artista Valerio Berruti sarà  al centro di un focus dedicato all’animazione, con una selezione di corti animati nati dalle sue opere accompagnati da musiche di importanti autori, che vanno da Paolo Conte a Ludovico Einaudi, fino a Ryuichi Sakamoto. In questa nuova edizione ci sarà una volta la storica collaborazione Coorpi,  per un intero pomeriggio dedicato alla danza. Per il 2023 il Focus from Local to Glocal  ospiterà la Francia, con tre cortometraggi in arrivo dalla regione Auvergne Rhône-Alpes grazie al gemellaggio col festival Filmoramax di Lione. Inoltre fuori concorso ci saranno tra documentari: La banda degli asini di Max Chicco e Le mille notti di Stefano Di Polito e Umberto Eco e La biblioteca del mondo di Davide Ferrario che chiude l’edizione, dopo la cerimonia di premiazione che vedrà anche l'assegnazione del Premio Prospettiva all'attore di origine albanese Jozef Gjura. Read the full article
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londranotizie24 · 1 year
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Circolo di Letteratura: L’Arminuta di Donatella Di Pietrantonio all’Iic di Londra
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Di Simone Platania @ItalyinLDN @ICCIUK @ItalyinUk @inigoinLND Circolo di letteratura: L’Arminuta di Donatella Di Pietrantonio all’Iic di Londra per chiudere la serie di incontri di quest’anno Ultima serata del 2022 per il Circolo di Letteratura: L’Arminuta di Donatella di Pietrantonio all’Iic di Londra Giunge al termine la serie di incontri del Circolo di Letteratura per il 2022. Gli incontri dedicati a romanzi che si ispirano e parlano di eventi storici recenti chiudono l’anno con la presentazione di L’Arminuta di Donatella Di Pietrantonio all’Iic di Londra il 5 dicembre. Dalla pura finzione a personaggi fittizi che interagiscono con le proprie controparti storiche; dal reportage di eventi alla storia personale e familiare. Romanzi diversi ma che si prestano ad aprire discussioni sulla letteratura sono stati trattati durante tutto l’anno e quest’ultimo incontro non fa eccezione con l’opera di Donatella Di Pietrantonio. Questo incontro avrà luogo in presenza presso la biblioteca dell’Istituto Italiano di Cultura. I precedenti meeting si sono svolti prevalentemente online causa covid-19. L’Arminuta di Donatella Di Pietrantonio: l’opera e l’autrice Al Circolo di Letteratura verrà presentato L’Arminuta (Einaudi) di Donatella Di Pietrantonio. Il libro della scrittrice abruzzese è uscito nel 2017 riscuotendo un ottimo successo fin da subito. Nello stesso anno infatti ha vinto il Premio Campiello, Premio Napoli e Premio Alassio. Dall’opera sono stati tratti uno spettacolo teatrale e un film, uscito nel 2021 e diretto da Giuseppe Bonito. Il titolo del romanzo deriva dal termine dialettale traducibile come “la ritornata”. La parola si riferisce alla protagonista del libro, una tredicenne che si ritrova costretta ad abbandonare la propria famiglia per tornare a quella d’origine dopo un’infanzia passata interamente con l’altra. Donatella Di Pietrantonio, autrice del libro, vive a Penne, in Abruzzo. Oltre a essere scrittrice, esercita la professione di dentista pediatrico. Per Einaudi ha pubblicato anche Bella mia (prima edizione Elliot 2014), con cui ha partecipato al Premio Strega 2014 e ha vinto il Premio Brancati, Borgo Sud (2020). Ha scritto inoltre Mia madre è un fiume (2022, prima edizione Elliot 2011) vincitore del Premio Tropea. L'Arminuta (tradotto in piú di 25 paesi), una volta pubblicato è divenuto rapidamente un best-seller. ... Continua a leggere su www. Read the full article
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garadinervi · 1 year
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Roland Barthes, (1970), L'impero dei segni, Translation by Marco Vallora, «Piccola Biblioteca Einaudi» (Nuova serie) 164, Einaudi, Torino, 2005, p. 7
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assowebtv · 2 years
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Consigli di lettura con Caterina Grasselli "L'arte di legare le persone"
Consigli di lettura con Caterina Grasselli “L’arte di legare le persone”
In collaborazione con Caterina Grasselli, bibliotecaria presso la Biblioteca Comunale di Castelmarte “L’arte di legare le persone” – di Paolo Milone. 2021, Einaudi Editore.Abstract: «Avendo fuggito ogni altro lavoro per paura, mi ritrovo a fare il lavoro che fa più paura a tutti». Quante volte parliamo dei medici come di eroi, martiri, vittime… In verità, fuor di retorica, uomini e donne esposti…
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gregor-samsung · 1 year
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“ Abbiamo appena subito un’incredibile sconfitta. Chi ha sbagliato? Il sistema parlamentare, la truppa, gli Inglesi, la quinta colonna, rispondono i nostri generali. Tutti, tranne loro. Quant’era più saggio il vecchio Joffre! «Non so - diceva - se sono stato io ad aver vinto la battaglia della Marna, ma di una cosa sono sicuro: se l’avessimo persa, sarebbe stato per causa mia». E forse, con queste parole, intendeva ricordare che un capo è responsabile di tutto quanto accade sotto il suo comando. Poco importa se non tutte le decisioni siano state prese di sua iniziativa, se non era a conoscenza di ogni mossa. Perché è il capo, ha accettato di esserlo e su di lui, nel bene come nel male, ricade la responsabilità dei risultati. Di questa grande verità, che un uomo semplice esprimeva con tanta semplicità, solo oggi ci pare di cogliere sino in fondo il significato. Alla fine della campagna, non conoscevo ufficiale che ne dubitasse: checché si pensi delle cause profonde della disfatta, la causa diretta - che andrà a sua volta indagata - fu l’incapacità degli organi di comando. “
Marc Bloch, La strana disfatta. Testimonianza del 1940, (traduzione di Raffaella Comaschi, a cura di Silvio Lanaro, Collana Biblioteca studio), Einaudi, 1995. (Libro elettronico)
[ Edizione originale postuma: L'Étrange Défaite. Témoignage écrit en 1940, Éditeur Franc-Tireur, 1946 ]
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daniela--anna · 2 years
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FERRAGOSTO deriva dal latino Feriae Augusti e significa "riposo di Augusto".
La festività fu infatti introdotta dall'imperatore romano Augusto nel 18 a.C. a corollario delle altre feste (Vinalia, Nemoralia, Cinsualia) celebrate in occasione della fine dei lavori agricoli.
Inizialmente il Ferragosto ricorreva il primo di agosto ma per volere della Chiesa, venne spostato al 15 in modo da coincidere con l'assunzione di Maria.
A sua volta, il dogma dell'Assunzione di Maria, non ha origini bibliche, ma si basa su testi apocrifi poi accettati definitivamente da Papa Pio XII nel 1950.
E per quanto riguarda l'usanza di fare grigliate, scampagnate e pic nic?
Questa risale al Ventennio fascista.
Dalla seconda metà degli anni venti, infatti, le associazioni del dopolavoro organizzavano per il Ferragosto gite fuori porta popolari così come deciso dal regime. Le mete scelte erano solitamente località montane o marittime ma anche città d’arte o comunque altre città italiane che la popolazione non avrebbe avuto altrimenti modo di conoscere. In particolare, nel 1931 vennero istituiti i “Treni popolari speciali” a tariffe molto agevolate così da permettere alla popolazione di spostarsi durante i giorni di Ferragosto.
📚 Fonti della ricerca:
•I Vangeli apocrifi,di M.Craveri edizioni Einaudi.
•Marilogia post-conciliare
Edizioni Paoline, Roma
•Studio Teologico, Edizioni "Civiltà Cattolica" Roma
•"Maria nella teologia cattolica" fascicolo 8, Brescia, 1983
•"Ferragosto, significato e origini"
La Sesia, Vercelli, 13 agosto 2022
L’Assunzione: Un dogma rivelato da Dio? — BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
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katnisshawkeye · 2 years
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Filosofia del graphic design
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Scheda informativa
Autore: Riccardo Falcinelli
Editore: Piccola Biblioteca Einaudi
Prima edizione: 2022
Pagine: 351
Prezzo: € 26,00
Trama
Da almeno due secoli, nella società industrializzata, il graphic design contribuisce a dare forma agli oggetti e ai discorsi che ci circondano in ogni ambito della produzione e della conoscenza: dal packaging delle merci ai sistemi di segnaletica, dall’editoria alle interfacce digitali. Un potere non soltanto estetico, ma retorico e politico, su cui vale la pena meditare.
Recensione
Filosofia del graphic design è una meravigliosa raccolta di idee, visioni e manifesti di alcuni dei maggiori protagonisti della grafica del Novecento. Si tratta di una raccolta cronologica nel quale artisti, designer e tipografi riflettono in modo critico, dall’interno del proprio mestiere, andando ad anticipare molti degli aspetti del mondo attuale.
Valutazione
★★★★★ 5/5
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