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#io e il mio cane
francesco71blr · 1 year
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Uno ha gli occhiali e l'altro no.
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phjlavtia · 8 months
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why is it Always so obvious when a guy has some latent misogyny he still has to process and identify
#tell me why whatever i say this guy Will Not Care Enough#ceh tipo stavamo nella chiesa#e ha detto sarà questo il coro ligneo indicando un'edicola penso??? comunque Non il presbiterio e c'era scritto che il coro sta sul#presbiterio allora io dico no guarda mi sa che è questo il coro ligneo indicando. un coro fatto di legno sul presbiterio. e lo guardo dritto#negli occhi lui mi guarda dritta negli occhi io continuo dicendo sì perché comunque sono delle sedute ha senso che il coro si sieda qua etc#etc non so manco quanto sia corretto quello che sto dicendo ma comunque il punto è. 10 minuti dopo lo sento dire ah ragazzi ma mi sa che è#questo il coro ligneo#ma dio cane#ceh mo non voglio esagerare né niente ma ho avuto proprio dei Vibes da lui. che sono off#il fatto è che tipo mia mamma se la caga tantissimo ceh parla con lei di qualsiasi cosa#addirittura aveva chiesto una cosa a mamma che in quel momento non lo stava pensando allora gli rispondo io Mi Guarda Negli Occhi poi appena#mamma si riconcentra lui fa ma quindi allora e ripete la domanda per sentire come risponde mamma#anche se abbiamo detto la stessa identica cosa#vabbuo comunque io non lo so sta di fatto che mi da dei vibes strani e il fatto è che sinceramente non penso proprio sia colpa mia#ceh non gli ho fatto niente di mio non inizio nessun tipo di conversazione con lui ma a prescindere tranne per questo tipo di cose le nostre#interazioni sono normalissime pleasant and funny even. ma poi succedono cose tipo chiama il fratello e mio fratello a leggere sta cosa che#faceva ridere e a me non mi caga proprio. non è manco una cosa di età io e lui teniamo letteralmente la stessa età#né una cosa caratteriale perché if u ask me.....io e mamma ci comportiamo allo stesso modo più volte di quante preferirei e letteralmente#quando mamma gli racconta dei suoi viaggi e cose pende dalle sue labbra#quindi non ho capito che cazzo è. but i get v distant misogynistic vibes del genere rivolto specifically alle ragazze e giovani donne#abbuo se wualcuno ci ha capito qualcosa mi faccia sapere
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elenascrive · 11 months
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Il 6 giugno 2013 Il Mondo veniva stravolto accogliendo il Beagle più pazzo che si fosse mai visto sino a quel momento. La Sua vita era stata scelta come Dono per una Bimba cresciuta, bisognosa di coccole, di presenza e di affetto.
Il 13 agosto dello stesso anno, il Cucciolo entra di diritto a far parte di una Famiglia Milanese e da quel momento in avanti non si separano più, condividendo ogni cosa, gioia e dolori in egual maniera. Joker, questo il Nome prescelto per quella Creaturina così candida e pura eppure incredibilmente ribelle e monella. Il Miglior Compagno di viaggio che Elenina, questo il Nome della Bambina Adulta, potesse sperare di avere. Con Lui condivideva ogni cosa, perfino il Numero 13, che per la Prima rappresentava il Suo Giorno di Nascita ma anche il Suo numero porta fortuna. Joker ed Elenina sono stati molto felici insieme, capendosi attraverso i Loro rispettivi occhi. Benché Elenina sia sempre stata una Persona dalle mille e più parole possedendo la Passione per la Scrittura, quando stava in compagnia del Suo pelosetto non ne sentiva la mancanza poiché Joker aveva la capacità straordinaria di farsi capire comunque, attraverso lo sguardo ma anche attraverso quei gesti che ad Elenina emozionavano un sacco, come quando amava poggiare la testa nelle Sue gambe, a mo’ di abbraccio umano. O come quando Joker riusciva ad asciugare ogni lacrima intrisa di dolore attraverso le Sue uniche espressioni buffe, che non si potranno mai dimenticare. Di ricordi infatti ne hanno collezionati di ogni e menomale, perché oggi sono gli stessi che permettono a Joker e ad Elenina di stare ancora vicini, nonostante la morte li abbia separati già da due anni. È un dolore che non passerà più ma al contempo è Gioia, poiché sia Elenina che Joker sanno che il Loro Grande Amore è stato così Potente d’arrivare a sconfiggere una cosa talmente crudele ed eterna come lo è appunto la Morte. Joker continua a vivere nel Cuore della Sua Amata e Lui lo sa molto bene poiché lo sente ogni giorno, soprattutto quando entrambi si rivedono in quelle notti di Luna Piena, nel riflesso magico e potente della Loro Meravigliosa Amica.
Ecco perché a distanza di 10 anni, questo 6 Giugno continua ad essere uno Strepitoso Giorno di Festa, a maggior ragione quest’anno a coronamento del Primo Loro Decennio d’Amore Autentico.
Questa Storia sin qui descritta e raccontata in parte, avrà per sempre un inizio ma mai e poi mai una fine, ed è da questa assoluta certezza che la Mia Vita è ripartita da quel dannato 5 gennaio che Ti ha strappato dalle Mie braccia. Scriverò di Te e del Tuo Amore Speciale su Pagine e Pagine infinite. Questo è il Regalo che ho già iniziato a confezionare per Te!
Buon Compleanno Monello,
Ti amo di più. Sei sempre nei Miei occhi, nel Mio Cuore e nella Mia Anima e negli occhi della Nostra Amata Luna, mentre folle Ti vedo farmi la linguaccia. Questo perché non Ti smentisci mai, continuando ad essere il solito, tenero pazzone! Continua a proteggermi mi raccomando poiché sai quanto ne abbia bisogno. Auguri Jokerino e Auguroni a Noi! 🐾❤️
@elenascrive
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kon-igi · 1 month
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ELEGIA PER L'AMICO DI UN AMICO
Arrivederci, Nero. Oramai la vita ti era troppo faticosa e visto che tu non potevi scegliere, lo hanno fatto per te gli umani che ti sono stati accanto per quasi tutta la tua vita. Quasi tutta. Perché anche se hai avuto l'amore della tua mamma, sei poi stato tradito da 'padroni' che ti accusavano di non capire e che hanno usato il bastone per punirti della tua 'disubbidienza'. E tu sei diventato 'cattivo'. Ma la tua non era veramente cattiveria... era paura. Paura che il tuo non capire ti causasse dolore, abbandono, solitudine. E improvvisamente non è stato più così, con una mano che si allungava per accarezzarti e non più per picchiarti. Ma nonostante tutto quell'amore ricevuto, la paura è rimasta conficcata là, in fondo al cuore. E io ti perdono, Nero, per avermi morso, non con rabbia ma per paura, paura che l'umano che ti aveva accolto con sé non tornasse più dall'ospedale dove stava lottando per la sua vita, paura che io facessi male alla tua umana, che attendeva il suo ritorno. Io non ho provato rabbia per il tuo morso, solo tristezza, perché subito dopo ho visto che tremavi, in attesa di quella punizione che credevi di meritare. E ora è tutto finito. La sofferenza nelle ossa, la fatica di camminare senza una zampa, le scale che sembravano ogni giorno sempre più alte. Rimane solo il calore che eri convinto di non meritare e che invece è rimasto nel cuore di chi si è preso cura di te, fino alla fine. Arrivederci, Nero. Porterò la cicatrice del tuo morso con amore e riconoscenza.
Questo pomeriggio il mio amico @salfadog ha accompagnato il suo cane dal veterinario per l'ultimo viaggio e io gli ho detto, anzi, gli ho assicurato con la più profonda delle certezze che Nero lo avrebbe atteso con calma insieme a tutti gli altri compagni andati, oltre la cortina di pioggia di questo mondo, per correre ancora una volta assieme e non avere mai più paura.
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ma-pi-ma · 10 months
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Io quando parlano di adozione-gay mi sento derubata nel mio ventre di donna. Anche se non sono riuscita a far nascere i miei bambini mi sento usata, sfruttata, come una mucca che partorisce vitelli destinati al mattatoio. E nell'immagine di due uomini o di due donne che col neonato in mezzo recitano la commedia di Maria e Giuseppe vedo qualcosa di mostruosamente sbagliato. Qualcosa che mi offende anzi mi umilia come donna, come mamma mancata, mamma sfortunata, e come cittadina.
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Sicché offesa e umiliata dico: mi indigna il silenzio, l'ipocrisia, la vigliaccheria, che circonda questa faccenda. Mi infuria la gente che tace, che ha paura di parlarne, di dire la verità. E la verità è che le leggi dello Stato non possono ignorare le leggi della Natura. Non possono falsare con l'ambiguità delle parole "genitori" e "coniugi" le leggi della Vita.
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Lo Stato non può consegnare un bambino, cioè una creatura indifesa e ignara, a genitori coi quali egli vivrà credendo che si nasce da due babbi o due mamme non da un babbo e una mamma. E a chi ricatta con la storia dei bambini senza cibo e senza casa (storia che oltretutto non regge in quanto la nostra società abbonda di coppie normali e pronte ad adottarli) rispondo: un bambino non è un cane o un gatto da nutrire e basta, alloggiare e basta. È un essere umano, un cittadino, con diritti inalienabili. Ben più inalienabili dei diritti o presunti diritti di due omosessuali con smanie materne o paterne. E il primo di questi diritti è sapere come si nasce sul nostro pianeta, come funziona la Vita sul nostro pianeta. Cosa più che possibile con una madre senza marito, del tutto impossibile con due "genitori" del medesimo sesso. Punto e basta.
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Oriana Fallaci
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libero-de-mente · 3 months
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Dopo aver postato i miei addii alla chihuahua Minù e al gatto Alvin, scomparsi davvero troppo presto e a distanza di trentasei ore tra di loro, ho potuto constatare quanto la presunzione di superiorità dell'essere umano sia di quanto più lontano dall'essere davvero umani.
Semmai disumani.
Per molti lo strazio che alcuni esseri umani provano per la scomparsa di un animale domestico è una deriva.
Una preoccupante deriva, dove si pongono sullo stesso piano i nostri amici a quattro zampe con la vita di un altro essere umano.
Non credo che una persona psicologicamente equilibrata voglia mai paragonare la perdita di un cane o di un gatto con quella di un genitore, di un amico o un altro parente.
Ma resta sempre un dolore comunque, che può essere molto profondo se per la persona colpita dal lutto, l'animale, era tutta la sua famiglia. Nessun altro.
Un vuoto resta un vuoto.
A prescindere da tutto questo mio preambolo, per esperienza personale, posso dire che il vedere morire un essere umano e vedere morire un animale che ha condiviso la sua vita con te ha dei punti in comune.
Lo sguardo. Ti cercano come per avere la conferma che non saranno soli, in quel momento, che qualcuno a cui hanno voluto bene sia lì con loro.
Ho visto morire mio padre, mi ha guardato e poi con un sorriso ha guardato in alto ed è spirato.
La mattina che Alvin è morto ero uscito per un appuntamento di lavoro, dovevo portarlo al mio rientro dal veterinario eppure prima di uscire, mentre mi ero chinato su di lui per confortarlo, mi ha guardato e con la zampa mi tratteneva il braccio. Usando gli artigli.
Ho interpretato dopo, quando rientrando di corsa l'ho trovato riverso a terra, che probabilmente mi stava chiedendo di non andarmene. Di restare lì con lui.
Ho letto un post recente dove un veterinario affermava che 9 su 10 i proprietari di cani o gatti non vogliono assistere al trapasso dell'animale.
Che questi prima di essere sedati per il trapasso cercano con lo sguardo colui, o colei, per cui è valsa la pena vivere scodinzolando o facendo le fusa.
Molti credono che gli animali non abbiano un'anima, eppure animale è una parola che viene dal latino "animalis" che vuol dire "animato" o qualcosa che crea la vita. Affine al greco "anemos" (vento, soffio) e al sanscrito "atman", di uguale significato.
Anche mio padre cercò qualcuno e c'ero solo io. Altri erano usciti dalla stanza. Qualcuno addirittura se n'era andato, con una scusa.
Eppure l'essenza della riconoscenza verso un'anima sta proprio nello stargli vicino, quando quell'anima lascerà il suo corpo terreno.
Non si dovrebbe privare nessuno di questo riconoscimento, a meno che la morte non giunga inaspettata e all'improvviso sia chiaro.
Nel corso della propria esistenza le persone hanno svariati interessi e priorità. Ma per gli animali, quello che noi definiamo il loro padrone, è la cosa più importante di tutto. Di tutti.
Lo sguardo degli umani, durante l'esistenza, cambia a seconda dei sentimenti. Che sia amore o rabbia, a volte anche odio.
Ma nel momento in cui una persona capisce che è giunta la sua ora cerca il perdono, oppure di perdonare.
Un cane o un gatto non si devono far perdonare nulla da chi li ha amati. Ti guarderanno con lo stesso sguardo del primo giorno che li avrete visti. Con amore incondizionato.
Perché nell'attimo in cui se ne vanno, inizia il ricordo e l'amore si consolida nel cuore. Per alcuni umani invece rimane anche una parte di rabbia e di cose incompiute.
E nell’attimo in cui tutto finisce, niente finisce
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ultimaluna · 2 months
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propongo ad amica che non vedo da un po’ di stare insieme e poi andare al cinema a vedere past lives. lei: sì, lo volevo vedere anche io, anche il mio ragazzo, magari andiamo una volta io e lui e te e il tuo ragazzo. NOOOO BASTAAAAA io non so più come spiegare che anche se abbiamo i ragazzi possiamo fare cose insieme solo noi, ancor di più se non ci vediamo da una vita e dobbiamo stare noi insieme dio cane io sono piena ma piena piena
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ninoelesirene · 4 months
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Mi piace ripercorrere la storia degli oggetti. Ogni 18 dicembre ci penso, perché è il compleanno del mio cane. Quando è morto, l’abbiamo sepolto in mezzo alla campagna romana, avvolgendolo in un asciugamano da mare matrimoniale che io e mia madre comprammo negli anni ‘90 al Mercatone Zeta. Il Mercatone Zeta ha chiuso tanti anni fa ed era descritto bene dal suo nome: un grande mercato, di livello Z; ma, se sapevi cercare, qualcosa tiravi fuori. Ricordo l’episodio perché pensai a che bella idea fosse avere un telo da condividere, di cui non devi tirare ogni due secondi i bordi o spianarli alla perfezione. Il mare è questo per me ed era questo per noi: l’amore condiviso. Sull’asciugamano era disegnata una barca che veleggia in mezzo a una baia circondata dal verde. Quando lo comprammo, Jack ancora nemmeno ce lo avevamo. Quando lo comprammo, mia madre stava benissimo. Chissà come è finito a Roma, forse l’ho preso con me quando ci ho portato Jack, che, in effetti, era il cane di mia madre (e nel libretto delle vaccinazioni portava anche il suo cognome). Insomma, è proprio in quell’abbraccio di ma(d)re e ricordi che il corpicino di Jack giace dal 2012, anno in cui, di fatto, finisce la sua storia, ma anche quella del nostro amato asciugamano familiare, protagonista apparente o reale di questo ricordo.
Ogni 18 dicembre e ogni 6 gennaio, giorno in cui Jack è morto, ci penso e trova risposta una delle domande che mi pongo più spesso: perché, per anni, ricordiamo episodi apparentemente ininfluenti, come l’acquisto di un asciugamano di spugna sottile in un grande magazzino? Li ricordiamo perché quegli episodi hanno il futuro dentro, solo che ancora non lo sappiamo. Un secondo dopo, però, immagino anche che nessuna storia è mai davvero conclusa, e magari, su quella barca, in quella baia circondata dal verde, Jack e mia madre ora stanno veleggiando, liberi.
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angelap3 · 28 days
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Non la leggerà nessuno...è troppo lunga
Noi siamo nel nostro corpo e anche fuori. Non c’è nessuno che raccoglie il sudore con cui abbiamo aperto la portiera di una macchina in un pomeriggio estivo, non c’è nessuno che conserva lo sguardo con cui abbiamo guardato un cane in un’alba invernale. La nostra vita non ha un dio che la segue e neppure un dio che la precede. Si svolge in disordine, nel disordine delle altre creature. Da qualche parte c’è un albero che potrebbe rimproverarci di avergli staccato una foglia in un momento di distrazione. Non ricordiamo il nome di un vecchio che davanti a una fontana riempiva una bottiglia d’acqua. Non c’è un deposito per queste scene.
Ora ho il cuore come un pulcino e la punta si solleva, si apre, come se potessi nutrirlo di qualcosa. Posso solo scrivere, caro mio cuore, non posso darti altro a quest’ora. Sono le due di notte, non posso chiamare nessuno. Qui non ho neppure la connessione, non posso connettermi con qualche nottambulo in rete. Domani mattina, se vuoi, possiamo andare in un paese. Facciamo quello che abbiamo fatto sempre. Io guardo e tu se vuoi mi fai paura, mi fai credere che ti stai spaccando, lo hai fatto tante volte. La morte passa per il cuore. O forse sei tu caro mio cuore a passare per la morte e io ti seguo mentre fingo di fare la mia vita, io sto con te, cerco di proteggerti perché sei tu che mi fai camminare, sei tu che ti gonfi nell’amarezza e ti fai timido nella gioia. Ora io potrei dormire, lasciarti solo in questa stanza. Non so cosa fai di notte quando non ci sono, quando mi giro nel letto per finire un sogno. Io e te insieme non abbiamo risolto niente, non ci siamo dati nessuna felicità, l’abbiamo sempre evitata. Io e te quando stiamo con gli altri siamo a disagio, perché parliamo tra di noi e non con loro. Ora tu sei diventato una ripida salita e vorresti che io salissi fino in cima. A volte ti fai lago con un mulinello in mezzo. E mi ricordo di quando stavi appoggiato al centro di una ragnatela. In macchina, quando prendevo un fosso, temevo che potessi cadere, come se nel corpo ci fosse il vuoto, come se avessi solo te caro mio cuore nel mio corpo. Per farti spazio me ne sono uscito pure io dal mio corpo, non so quando è accaduto. E non ho lasciato entrare niente, è un cinema senza sedie il mio corpo, una chiesa senza banchi. Sei di nuovo deluso questa sera, lo so, tu ti fai sempre deludere. La realtà non è il tuo posto, non so se il tuo disagio dipende da come marcia il mondo, penso che sia per altro, e non lo sappiamo né tu né io cosa sia.
Ora mi fai male o sono io che ti faccio male. Io so che non sei un muscolo ma una bestia. Chi vede in me una bestia è perché sta vedendo te. Io quando scrivo cerco di farti vedere, mi piace esporti ma non ci riesco. Come si fa a dire quello che sento adesso sulla tua punta, un misto di amaro e debolezza, una crepa e un coltello, tu sei una voragine con me dentro. Ma ogni cuore ha un peso, ogni cuore si strofina a un muro, ogni cuore ha un buio alle sue spalle che nessuno illuminerà mai. I cuori sono come i paesi, non ce ne sono due uguali. Comunque dovremmo farcela ad arrivare fino a domani e può darsi anche che ci sia il sole. Lo so che il sole ti piace e ti fa stare tranquillo. Non saremo felici, stanne certo, ci sarà sempre qualcuno che proverà a incentivare la nostra pena, a sminuire la gioia appena accenna a prendere corpo. Non sono paranoico, credimi, è che forse io e te non stiamo bene insieme, sappiamo solo spiarci, siamo troppo gelosi uno dell’altro. Ora non so più che dirti, che dire. Non ti so dare una soluzione, un luogo, una vita che ci possa esaudire. Posso darti la mia impazienza come tu mi dai la tua. So che fino a quando moriremo sarà sempre così, non avremo pace. E va bene, lo abbiamo detto, lo abbiamo ripetuto, chi voleva saperlo lo ha saputo...
Franco Arminio (Lettera al mio cuore)
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volumesilenzioso · 1 year
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sono particolare, si. storta come la torre di Pisa, segnata da rabbia, odio, ansia e depressione.
quell’odio ce l’ho scritto sulla pelle. il mio corpo è da sempre l’unico posto in cui riesco a scaricare rabbia e sofferenza.
ho perso il conto delle volte in cui mi sono sentita giudicata per tutte le cicatrici che porto addosso. d’altronde non mi aspetto che tutti capiscano, ma sono state le mie esperienze a farmi smettere di giudicare gli altri, perché ho capito che non posso capire tutto e tutti, ed è proprio perché non capisco che non mi permetto di giudicare.
un tempo mostrare le mie cicatrici mi spaventava, sapevo che tutti (o quasi) mi avrebbero giudicata, in primis la mia famiglia. l’estate era un inferno, dovevo scegliere tra morire di caldo o andare in giro con le braccia scoperte e le cicatrici bene in vista, odiavo il fatto di non poterle nascondere. ad oggi le mostro volontariamente, non perché ne vado fiera, non c’è niente di cui andar fiera. le mostro senza problemi semplicemente perché mi sono rotta il cazzo, non mi importa del giudizio degli altri, anzi, in fin dei conti io le trovo anche “carine”, o almeno mi piace consolarmi pensando che lo siano. mi sono rotta il cazzo di avere paura dell’intimità, di avere paura dei vestiti estivi, di avere paura di farmi vedere. ci devo convivere con queste cicatrici, fanno parte di me, quindi non me ne frega un cazzo. dopo aver scattato queste foto, riguardandole, mi sono odiata più del solito, ho pensato “le ragazze normali possono fare foto del genere e risultare attraenti, mentre io sono solo qualcosa di rotto, per niente attraente”. però poi ho pensato che non fa niente, nella vita non voglio essere attraente, anzi, non vorrei proprio essere in vita. quindi è già tanto che sto resistendo, sono ancora “viva”, per così dire, a chi importa se ho qualche cicatrice addosso? ai miei nonni brillano gli occhi quando mi vedono sorridere, loro sono felici che io sia ancora qui. i miei amici hanno visto ogni singola cicatrice e mi parlano ancora, tengono ancora a me, hanno sofferto quando ho provato a togliermi la vita, ci sono stati male entrambe le volte, loro sono felici che io sia ancora qui. il mio cane mi fa ancora le feste e vuole ancora le mie coccole quotidiane, lui è felice che io sia ancora qui. sono io a non esserne felice, ma voglio provare ad esserlo, voglio darmi ancora una possibilità. tutti gli altri non contano, tanto la gente avrà sempre tante critiche da fare e poche parole gentili.
#me
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luluemarlene · 5 months
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L'attesa
La tortura peggiore è quando arriva e posa il suo sguardo su di me.
Si abbassa leggermente e mi annusa tra le natiche , senza sfiorarmi.
Resto in attesa, immobile, con le mani giunte dietro la schiena.
La bocca leggermente aperta già piena di saliva , la speranza di un bacio che nn arriva quasi mai.
I battiti del cuore aumentano e gli orifizi si preparano, si infracicano di umori, si allargano e contraggono quasi a respirare...
È un dolore mentale che si propaga nei capezzoli troppo turgidi, nelle ginocchia sul pavimento.
È peggiore di uno ordine schifoso da eseguire.
Peggiore di qualunque schiaffo o corda che segni il corpo.
Non c'è qualcosa che non sarei pronta a  concedere quando sono in attesa .
Ne è così consapevole che trasuda e puzza di presunzione.
Mentre annuso l'aria lui si siede e guarda.
Cerco di capire se c'è un'erezione.
Mi farebbe sentire desiderata e appagata, ma non vedo niente.
Lui accavalla le gambe e aspetta che la mia resa sia completa.
Tira fuori un imbuto e sorride.
Mi chiede di abbassare la testa, di restare col culo in aria, esposto e a disposizione
Lo guardo senza parlare e sa che prima dell'abuso ho bisogno di un cenno di tenerezza
Si avvicina e mi lecca la bocca come farebbe un cane, passa la sua lingua tra le mie labbra, mi accarezza la testa,
Si alza in piedi e mi schiaccia la faccia contro il cazzo ancora al sicuro nei suoi pantaloni
È duro ed io so che quell'erezione è mia. Solo mia.
Sa che sono pronta
Fa pressione sulla mia nuca e mi ritrovo a culo all'aria
Accarezza il mio culo, lo bacia, infila la lingua e lubrifica quel buco che lo accoglie, pronto
Dio vorrei venire o pisciare e liberarmi di quella eccitazione, quasi dolorosa!
Ci sputa sopra e infila piano l'imbuto giallo, lo spinge fino alla base
Sento la cerniera abbassarsi, lentamente
Mi dice che sono sua, solo sua e che deve lavare via le mie insicurezze, cancellare le mie incertezze
Farmi sentire piena di lui.
Inizia a pisciarmi dentro..
Mi scalda lentamente e mi da il permesso di masturbarmi
Non ho il tempo di toccarmi il clitoride che il mio orgasmo esplode e liquido vischioso mi cola tra le cosce
Libera il mio culo dalla plastica e ci affonda il cazzo, che entra senza nessuna resistenza
Entra ed esce a ritmo regolare, poi sempre più forte, mischiando tt i nostri umori, lo sento grugnire e arrivare all'apice.
Quando gode mi sussurra che sono il suo pisciatoio, il suo sborratoio
"Non c'è niente che un uomo potrebbe desiderare di avere a parte questo e io ce l'ho"
Non mi sono mai sentita tanto sua.
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ilpianistasultetto · 7 months
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Ho i miei punti di vista e mi trascino certi ideali da quando andavo alle scuole elementari, quando seguivo con il naso da cane un mio compagno di classe che umiliava una pizza ripiena di mortadella. La mangiava lentamente, con piccoli pizzicotti da topo davanti ai miei occhi anelanti, senza chiedermi mai se volessi assaggiarne un piccolo pezzo. Che carogna!
Lo stesso accadeva quando mia madre portava me e tutta la ciurma di cuginetti alla spiaggia libera di Castelporziano. Almeno in dieci sotto un unico ombrellone, un panino per pranzo e niente gelato, viste le finanze di mia madre. La cosa sembrava possibile solo a chi già teneva i soldi. Era il caso dell'ombrellone della famiglia Falasconi. Il papà, costruttore, che sfoggiava un canotto con i remi, sei posti, giocattoli marini che ancora oggi si ritrovano nelle reti dei pescatori e il gelatone per il figlio ogni due ore. Lui, con quella faccia di caxxo da figlio unico e viziato, con la stazza di quattro gemelli, ingurgitava vergognosamente quella gigantesca “Coppa Olimpia” e io che guardavo con la lingua penzoloni. Ma al nostro gruppo di ragazzini-pirata squattrinati quel malessere durava poco e al grido" l'ultimo puzza" correvamo verso le onde, alzando una tempesta di sabbia che il Falasconi doveva ingerire insieme al suo gelato!
Da allora i miei punti di vista non sono mai cambiati anche se adesso di gelati potrei comprarne 100 al giorno: la solidarietà, la condivisione, il rispetto, l'onesta', il disagio verso le ingiustizie.
@ilpianistasultetto
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tulipanico · 2 months
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Questa mattina ho guidato per un'ora col sole negli occhi; nella luce ho visto immagini che avrei voluto fermare.
Una ragazza, col maglione che portava tutti i colori del creato, camminava; appeso al guinzaglio un cane la trascinava con se. Dietro di loro si apriva la campagna e lontano i primi alberi in fiore. Un uomo se ne stava poggiato contro la parete della posta, l'aria pensosa. Vestito di cielo, forse era solo la sua mente a vagare tra le nuvole. Con gli occhi non smetto un secondo di scattare fotografie.
Al ritorno la voce di De Andrè mi ha detto 'ora viaggi, ridi, vivi o sei perduta; col tuo ordine discreto dentro il cuore. Ma dove, dov'è il tuo amore?'
Me lo sono chiesta anche io: dove è finito il mio amore?
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0ssim0r0 · 3 months
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Sono uscito con una, giorni fa.
Come è andata?
Molto bene.
La rivedrai?
Non lo so. Non l'ho chiamata.
Sei un dilettante.
So quello che faccio.
Ah, sì?
Sì. Non si preoccupi per me, so quello che faccio. Questa ragazza, insomma, è bellissima, intelligente, divertente. È diversa dalle altre con cui sono stato.
E allora chiamala, Romeo.
Così mi rendo conto che non è poi tanto intelligente? Che mi rompe i coglioni? Questa ragazza è perfetta ora; non voglio rovinare questo.
Forse tu sei perfetto ora. Forse è questo che non vuoi rovinare. Questa la chiamerei una "super filosofia", Will, così puoi in effetti passare tutta la vita senza dover conoscere veramente qualcuno… Mia moglie scoreggiava quando era nervosa. Aveva una serie di meravigliose debolezze. Aveva l'abitudine di scoreggiare nel sonno! [ridono] Scusa se ti racconto questa cosa. Una volta fu talmente forte che svegliò il cane! [ridono] Si svegliò anche lei e mi disse: "sei stato tu?"; e io: "sì"… Non ho avuto il coraggio.
Si è svegliata da sola?
Eh, sì! Oh, È morta da 2 anni e questo è quanto mi ricordo. [Will smette di ridere] Momenti stupendi, sai, piccole cose così. Però sono queste le cose che più mi mancano. Le piccole debolezze che conoscevo soltanto io. Questo la rendeva mia moglie. Anche lei ne sapeva delle belle sul mio conto, conosceva tutti i miei peccatucci! Queste cose la gente le chiama imperfezioni, ma non lo sono. Sono la parte essenziale. Poi dobbiamo scegliere chi fare entrare nel nostro piccolo strano mondo. Tu non sei perfetto, campione. E ti tolgo dall'incertezza: la ragazza che hai conosciuto, non è perfetta neanche lei. Ma la domanda è se siete o no perfetti l'uno per l'altra. È questo che conta. È questo che significa intimità. Puoi sapere tutte le cose del mondo, ma il solo modo di scoprire questa qui è darle una possibilità. Certo, non lo imparerai da un rincoglionito come me. E anche se lo sapessi non lo direi a un piscione come te.
(Film Genio ribelle)
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Ossimoro
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odioilvento · 2 months
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Piacere, sembro bergamasca e ho la faccia da stronza.
Torno dal lavoro stasera, parcheggio e un vicino della scala successiva alla mia è fuori con il cane. Mi dice una cosa della macchina e poi mi chiede del mio lavoro. Si ricordava che facevo la geometra, ma gli spiego che lavoravo in un altro tipo di ufficio fino a quattro anni fa, ma adesso sono in ospedale (l'ultima volta che avevamo parlato facevo ancora l'impiegata).
Mi racconta del suo lavoro, facciamo due battute e poi mi dice: ma tu sei di qui? Proprio di qui qui, non di un paese qua intorno? Gli spiego che sono di qui qui, mia mamma abitava in centro e mio papà è sardo ma sa il nostro dialetto meglio di me, e io sono nata e sempre stata qui. Capisco cosa vuole dirmi e lo anticipo: perché pensavi fossi bergamasca o bresciana o cremasca, vero? E lui: sì, bergamasca.
Lo so, non ho l'accento di qui, per fortuna, spesso mi hanno detto che sembro bergamasca e questo mi piace perché amo Bergamo e i bergamaschi, per me è un complimento.
Parliamo ancora un minuto, mi chiede una cosa di mio figlio e poi mi dice: posso dirti un'altra cosa? A parlarti sei diversa da come sembri. E io lo anticipo ancora: perché ho la faccia da stronza? E lui: sì, sembri più cupa, mentre a parlarti sei diversa, sei simpatica, attiva.
E so anche questo, perché me lo hanno già detto. Inizialmente sembro seria, un po' antipatica, ma se parli con me ti accorgi che sono diversa. Gli rispondo che io mi faccio i fatti miei, buongiorno, buonasera, non so neanche tutti i cognomi di chi abita nel mio palazzo. Ma se mi chiedi una cosa, parlo e rido volentieri. Tanti anni fa mi dava un po' fastidio quando mi dicevano che ho la faccia da antipatica, adesso no, meglio, perché credo molto che per sapere chi è una persona devi andare oltre il primo impatto e se mi dicono così è perché non si sono soffermati al fuori.
Comunque sono entrata a casa ridendo e mi sono presentata a mio marito: piacere, bergamasca con la faccia da stronza (e orgogliosa di sembrare entrambi).
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friabile · 3 months
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sono proprio tanto ma tanto deficiente e sono arrabbiata con me stessa. martedì sera ex colleghi miei e colleghi del mio fidanzato ci hanno invitato al bar il mio fidanzato non aveva voglia e siamo restati a casa ed io invece ci sarei andata volentieri ma l'ho assecondato e sono rimasta a casa con lui risultato mi sono ritrovata a piangere nella camera da letto mentre lui in salotto giocava alla play quando invece ci sarei potuta andare ugualmente da sola. io ci voglio andare e ci vado tu non vuoi venire? e non venire ma dio cane perché mi annullo così tanto sono succube semplicemente ma ei respira perché piano piano posso imparare a migliorare questa cosa con calma ce la posso fare
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