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#mappamondo
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Photober good vibes
Autore foto: @wwweirdworld
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lhosgabello · 1 year
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L’eroe dei “Due mondi”. Scegliere dove andare, con molteplici possibilità, moltiplicate per due… Girano… eccome se girano! Proposta UNO: Mappamondo grande con luce, Edizioni nova RICO Firenze. Proposta DUE: Globo terreste piccolo con luce manifattura del Tigullio Carasco (Genova) I segni del tempo ci sono ma si perdono tra montagne ed oceani. Condizioni vintage buone. Spedizione da concordare. Dimensioni: grande diametro 30cm h 45cm piccolo diametro 20cm h 31cm Prezzo: 67euro (grande) 47euro (piccolo) #mappamondo #globoterrestre #ricofirenze #rico #globoluminoso #globe #vintageglobe #vintage #modernariato #homedecor #light #lamp #geografia #cartografia #tigulliocarasco #mappamundi #madeinitaly #lhosgabellointrasferta #lhosgabello (presso L'ho Sgabello) https://www.instagram.com/p/CoCcRqWMF69/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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designmiss · 11 years
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Chalkboard Globe https://www.design-miss.com/chalkboard-globe/ Jamie Young ha realizzato Chalkboard Globe, una lavagna a forma di mappamondo, magari per disegnare con il gesso un mondo migliore, oppure per lasciare dei messaggi al mondo che ci circonda. […]
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pazzoincasamatta · 6 months
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il mondo a 33 giri
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lemandro-vive-qui · 8 months
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Mappamondo di Fra Mauro
[1450 circa - 230 x 230 cm circa - Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia]
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25a · 2 years
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𝑁𝑒𝑤 𝑐𝑜𝑙𝑙𝑒𝑐𝑡𝑖𝑜𝑛 ✔️𝑉𝑒𝑛𝑖𝑡𝑒 𝑎 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎𝑟𝑐𝑖 𝑖𝑛 𝑠𝑡𝑜𝑟𝑒 𝐶𝑖 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎𝑡𝑒 📍𝑉𝑖𝑎 𝑅𝑜𝑚𝑎 25𝐴 𝐹𝑟𝑎𝑛𝑐𝑎𝑣𝑖𝑙𝑙𝑎 𝐹𝑜𝑛𝑡𝑎𝑛𝑎 (𝐵𝑟) 𝑂𝑟𝑎𝑟𝑖 🕓 09:00 - 13:00 17:00 - 20:30 📧 𝑀𝑎𝑖𝑙 : 𝑝ℎ𝑖𝑙𝑖𝑎ℎ𝑜𝑚𝑒.25@𝑔𝑚𝑎𝑖𝑙.𝑐𝑜𝑚 📱 𝑊ℎ𝑎𝑡𝑠𝑎𝑝𝑝: 3773874508 📣 𝐶𝑜𝑛𝑠𝑒𝑔𝑛𝑎 𝑎 𝑑𝑜𝑚𝑖𝑐𝑖𝑙𝑖𝑜 𝑒 𝑠𝑝𝑒𝑑𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑜𝑛𝑙𝑖𝑛𝑒 ◼️ ◼️ ◼️ @philia_home #francavillafontana #philiahome #viaroma #homedecor #homedesign #inspiration #complementidarredo #design #viral #perte #mappamondo #photooftheday #photography #instagood #instagram #likeforfollow #comment #follow4like #followforfollowback (presso 𝑷𝒉𝒊𝒍𝒊𝒂 𝑯𝒐𝒎𝒆) https://www.instagram.com/p/Ci9pYPGM_Hx/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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recherchestetique · 4 days
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La Sala del Mappamondo è una delle sale più belle di tutto il Palazzo Farnese di Caprarola.
Palazzo Farnese è riconosciuto come uno dei più importanti monumenti tardo rinascimentali d'Europa. Opera iniziata da Antonio da Sangallo il Giovane, Baldassare Peruzzi ma, terminata da Jacopo Barozzi, detto il Vignola nel 1573.
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inzaghismo · 2 years
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bella la maglia della lazio...
rip
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kon-igi · 8 days
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IL RAGAZZO E LA MONTAGNA
C'era una volta un giovane esploratore, la cui più grande passione era addentrarsi in tundre, scendere in ghiacciai e percorrere deserti alla ricerca della Gemma Preziosa.
Ogni luogo della terra aveva una propria Gemma Preziosa - scintillante, tenebrosa, rubescente o lattiginosa - e lui aveva viaggiato già mezzo mondo ed esplorato mille lande impervie per trovarle e collezionarle tutte.
Nella sua casa aveva una stanza intera piene di tali meraviglie, tutte racchiuse in teche di cristallo, ma il giovane esploratore non amava tornare nella propria casa, se non per riporvi i suoi tesori.
Intendiamoci, adorava la propria casa e la propria città, voleva bene ai suoi genitori e stava bene con i suoi tanti amici, ma il suo animo inquieto lo portava puntualmente a guardare le nuvole fuori dalla finestra, desiderando di poterle cavalcare e andarsene via col vento.
Un giorno sentì parlare dell'Ultima Montagna e di come al suo interno fosse la celata la pietra più preziosa di tutte: il Cuore di Gea.
L'Ultima Montagna si trovava nel paese di Finisterrae e il suo vecchio mappamondo non aveva ancora finito di girare che lui si era già messo in cammino.
Non fu un viaggio facile, né per le gambe né per il cuore, perché dovette salutare molte persone - Finisterrae era lontana - e parte del suo percorso lo dovette fare a piedi, passo dopo passo, senza mai più incontrare anima viva (tranne i ragni, che gli tennero compagnia nelle lunghe notti insonni ma che però non erano gran conversatori).
Quando arrivò all'Ultima Montagna rimase con la bocca spalancata per qualche minuto (i ragni controllarono preoccupati se ci fossero delle carie ma uscirono soddisfatti): un'enorme montagna scintillante di materiale translucido giallo paglierino svettava fino a quasi bucare la volta del cielo.
Ma il suo stupore si tramutò ben presto in preoccupazione quando, a un esame più attento, il giovane esploratore si rese conto che la montagna era in realtà un enorme conglomerato di Crisoberillo come non se n'erano mai visti in alcun libro di geologia.
Molto bene - pensò con stanca autoironia, guardando il suo piccone - sulla Scala delle Durezza di Mohs il crisoberillo ha un punteggio di 8,5 ma volendo considerare il bicchiere mezzo pieno mi è andata anche bene... la montagna poteva essere fatta di Rubino o di Zaffiro!
E cominciò a scavare una galleria per raggiungere il Cuore di Gea.
Man mano che avanzava a fatica all'interno della montagna, egli si rese conto di una cosa molto strana: per ogni colpo di piccone e di scaglia di crisoberillio che cadeva a terra lui sentiva di perdere qualcosa.
Ma cosa? - si chiese.
Non lo so - si rispose.
E allora pensò di riempire quei vuoti nel cuore immaginando il momento in cui avrebbe finalmente scalzato dalla roccia il Cuore di Gea... la gioia di sentirlo pulsare tra le proprie mani, gli occhi socchiusi per schermarsi dal bagliore di mille soli di puro cristallo, lo stupore delle persone al suo ritorno, la teca gigante già pronta al centro della sua collezione.
Quello di cui in un primo momento il Giovane Esploratore non si rese conto è che ogni picconata stava sottraendo un minuto alla sua vita e le picconate erano tante e il tempo scorreva avanti in una sola direzione, dritto come la galleria che sventrava la montagna.
Le mani che impugnavano il piccone invecchiavano, come invecchiavano le domande che lui si faceva...
Perché? Da dove? Verso cosa?
Quando le domande diventano opprimenti, i colpi del piccone rallentavano, salvo poi riprendere forza al pensiero della gemma che ogni giorno si avvicinava.
E poi, dopo mille eternità l'ultima picconata, la parete che crolla ed ecco il Cuore di Gea, sospeso nel buio luminescente di un antro nel ventre della colossale montagna.
Ma il Giovane Esploratore non poteva più definirsi tale.
Non stava più esplorando nulla e di certo non era più giovane.
Con passo incerto e polverose mani tremanti si avvicinò al Cuore di Gea e fece per prenderlo.
Ma si fermò.
Verso cosa? E perché?
E poi la domanda giusta.
Da dove?
Da dove vengo? Cosa ho lasciato? Chi ho lasciato?
E voltandosi vide che la lunga galleria che portava all'esterno era disseminata di corpi, congelati nell'atto di colpire la roccia.
Erano tutti lui, metro dopo metro sempre più vecchio, bloccati nell'attimo in cui aveva deciso di cancellare un ricordo per fare spazio al pensiero della Gemma Più Preziosa.
Sono morto? - si chiese.
Sì, ogni volta - si rispose.
Il Cuore di Gea lo guardava con occhio pulsante ma la mano, dimagrita e raggrinzita, scese sul fianco.
Non era quello che voleva... quello era ciò che aveva deciso di volere per cancellare i veri desideri, quelli che lo tenevano vivo in attesa del domani.
E il vecchio ragazzo si voltò e tornò indietro, accarezzando con una mano sempre più giovane tutti i sé che aveva lasciato morire per non aver voluto ricordare come vivere.
E li perdonò tutti, uno a uno, finché la luce del sole non gli baciò le palpebre socchiuse e lui non ritrovò la voglia di esplorare, mai perduta ma solo addormentata sotto a una pesante coperta di tristi rimpianti.
E come il mappamondo tornò a girare, il vero Cuore di Gea riprese a battergli nuovamente nel petto, perché Finisterrae è quel luogo che comincia nel punto in cui appoggi il piede per iniziare il viaggio verso il domani.
Questo post è dedicato a @seiseiseitan, per me il più grande esploratore <3
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ah-buh · 8 months
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Ecco questo è un mappamondo.
La popolazione di oggi conta 104,69 miliardi di persone e, a non aver trovato ancora l’amore, la fortuna da qualche parte, un lavoro, la serenità , una stabilità e dove andare in vacanza siamo rimasti io e te.
Buonagiornata
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scorcidipoesia · 4 months
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Un treno corre nella notte. Attraversa un paese, lo unisce, lo compagina. Dalle mura di antichi castelli circondati di uliveti, fonti e scalinate, a una città del nord fredda, con pochi colori e molte persone che camminano su marciapiedi disegnando mondi ed etnie. Il treno attraversa colli, città, profumi nell’aria, venti. Una foglia lotta sulla rotaia e si stacca a metà viaggio finendo al centro, il treno continua a correre perché c’è una stazione che lo aspetta. Una stazione molto bella. Antica. Bianca. I grattacieli della città fredda si affacciano sui passeggeri che scendono, si alzano il bavero del giubbotto e si sistemano la sciarpa. Salgono sui taxi e vanno verso i loro appuntamenti, impegni di lavoro, riunioni. Sono già parte della città appena arrivano.
Una donna in auto cerca di districarsi nella circonvallazione. Nel freddo ha abbondato di rossetto e di profumo, perché attende un uomo che arrivi a portarle il mondo. Nei palmi delle mani , un tripudio di colori. Nella voce, un mappamondo di parole.
Si è alzato un vento di inverno sulla città, ha spazzato le nuvole e un azzurro insolito fa capolino sopra i monumenti che finalmente brillano, svelandosi maestosi anche agli abitanti.
È l’inverno che si annuncia, è l’inizio di una settimana importante in cui le sue sorti cambieranno, le sue radici saranno spazzate via e le occorrerà cercarne altre . Perché ‘il luogo migliore è quello in cui devi ancora andare’.
Ha passato tutta la notte a tremare, con le dita dentro la barba di lui in allucinazioni reali, si è sentita viva e con il cuore impazzito. La mente ha iniziato un viaggio, quell’uomo è sceso dal treno, ci sarà uno sguardo, e da quello sguardo potrà nascere un’opera d’arte. Qualsiasi forma avrà quell’opera, sarà un regalo, sarà una forma di gratitudine che lei terrà nel cuore per molto tempo e lui sorriderà, risalendo sul suo treno, verso la sua città tra gli ulivi, tra le sue opere e i profumi della terra. Tatiana Andena
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kyda · 1 year
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auguratemi buona fortuna perché ho da aggiungere agli scaffali un giradischi, una riproduzione del bacio e un mappamondo e non so più in quale angolo della stanza ammassare montagne di libri 🙃
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designmiss · 11 years
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Chalkboard Globe https://www.design-miss.com/chalkboard-globe/ Jamie Young ha realizzato Chalkboard Globe, una lavagna a forma di mappamondo, magari per disegnare con il gesso un mondo migliore, oppure per lasciare dei messaggi al mondo che ci circonda. […]
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canesenzafissadimora · 9 months
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- L’hai amata, vero? -
Lui sospirò.
- Come posso risponderti? Lei era matta - sorrise, perso in qualche ricordo.
Si passò una mano fra i capelli:
- Dio, se era tutta matta. Ogni giorno mi svegliavo accanto a una donna diversa, una volta intraprendente, l’altra impacciata. Una volta esuberante, l’altra timida. Era mille donne, lei. Ma il profumo era sempre lo stesso, inconfondibile. Era quella la mia unica certezza.
Era il profumo dei viaggi che doveva ancora fare, mi diceva. Le chiedevo cosa volesse dire ma non me lo spiegava mai.
Mi sorrideva e sapeva di fregarmi, con quel sorriso. Perché ti giuro che quando sorrideva io non capivo più nulla, amico. Non capivo più nulla. Non sapevo più parlare né pensare.
Niente, zero. C’era all’improvviso solo lei.
Era matta - rise - tutta matta.
A volte si perdeva a guardare un mappamondo o un quadro, ci volevano ore perché tornasse in sé. E quella sua mania di mettersi sempre i pantaloni. Non l’ho mai vista con una gonna, sai?
A volte di notte piangeva. Dicono che in quel caso le donne vogliono solo un abbraccio.
Lei no. Lei si innervosiva a starmi vicino in quei momenti. Si vestiva e stava in giardino tutta la notte, e guai a raggiungerla. Mi ordinava di lasciarla sola. La sentivo piangere, ancora oggi sono convinto che parlasse con qualcuno, in quelle notti terribili.
C’era qualcosa in lei, amico mio. Non so che cosa, ma non era una ragazza normale.
C’era qualcosa in lei, o c’erano altre ragazze in lei, ancora oggi non te lo so dire.
Non so dove si trova adesso ma scommetto che è ancora alla ricerca di sogni. Era matta tutta matta. Ma l’ho amata da impazzire.
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Charles Bukowski
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europaae · 2 months
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Come ci ricorda Hume nella sua investigazione sulla conoscenza umana, sii un filosofo, ma tra tutta la tua filosofia, sii un uomo.
E magari le sue parole proprio non erano riferite ad una ragazzina di 22 anni che una domenica mattina si è svegliata ed è andata a una manifestazione per Palestina. Però sì, proprio oggi le parole di Hume sono le più adatte.
Tra tutte le tue etiche e tutte le vostre narrazioni post verità, ci siamo dimenticati che significa essere uomini. cioè essere umani, raga. la base. andiamo all'università o ci mandano all'università (questo ancora nessuno l'ha davvero capito), studiamo, molti (me compresa) lavoriamo per mantenerci e dopo ci guardiamo in giro e che?
Oggi in una conversazione normale con la mia famiglia, mia sorella esorda "ma', siamo una generazione giovane e irrequieta (Tânăra și neliniștită ndr.), non puoi farci niente!" e credo che non ha potuto descriverlo meglio e sopratutto descrivermi meglio, che mi sono ritrovata in una manifestazione per Palestina solo un'oretta dopo che quella conversazione si concluse.
E in verità in giro c'è gente con voglia, vedo la forza e sento l'energia. vivo a Barcellona e la vedo la gente. E di persone della mia età ne conosco e ne ho conosciute. ed è vero. È dannatamente vero. siamo giovani. e siamo irrequieti. forse siamo cresciuti troppo coi nonni e quelle storie di guerra, qualcosa ci hanno insegnato. La libertà è fragile ma ti costa una vita. E ti costa vite.
L'Europa si avvicina sempre di più a uno sguardo destro e noi giovani, tremiamo. io sinceramente questa storia l'ho già sentita e, a parte di non piacermi, io non ho nessuna intenzione di stare ferma, o tantomeno zitta.
Gaza, non sei sola.
Gaza, Gaza, non sei sola.
Anche se la notte piangi, e non dormi.
Non sei sola.
Anche quando cerchi i tuoi figli, tra le macerie.
Non sei sola.
C'è una Europa che resiste, che ti è vicina.
C'è una Europa che scende nelle strade e protesta.
C'è una Europa che lo dice alla TV di fermare il fuoco.
C'è una Europa che ha capito che giocare a Risiko con il mappamondo è sbagliato.
E davvero, c'è questa Europa.
E davvero, non sei sola Gaza.
E davvero, stop al genocidio.
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susieporta · 3 months
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Forse tutti avete visto la foto che ritrae l’allineamento della Luna con la Basilica di Superga e il Monviso. È una foto perfetta che racconta di un’attesa lunga sei anni. Io però voglio raccontarvi un’altra storia, quella del fotografo che l’ha scattata. Una storia di pazienza, di tenacia e di coraggio. Coraggio di cambiare radicalmente strada nel momento più difficile della propria vita.
Voglio iniziare però proprio da quello scatto, e da una domanda: si possono aspettare sei anni per scattare una #fotografia? Alla fine del 2017 Valerio aveva segnato sul calendario tutte le date delle fasi lunari, in particolare quelle in cui la luna tramontava in un determinato punto. Ogni sera “giusta” partiva per provare a portare a casa l’immagine che aveva sognato, ma c’era sempre un problema: le nuvole, la pioggia, la nebbia, la foschia… Così per sei volte, all’inizio di ogni anno, ha compilato il calendario e non ha mai sprecato una data possibile, ma senza successo. Alla fine, alle 18:52 del 15 dicembre 2023, la lunga attesa è stata premiata e la sua vita è cambiata.
All’inizio l’idea era quella di allineare la Basilica di #Superga e il #Monviso per fotografarli insieme. Valerio si era fatto aiutare dal mappamondo di Google Earth e aveva individuato quattro possibili punti. Il punto ideale lo aveva trovato a nord-est di Torino, sopra Castagneto Po, a 380 metri d’altezza. La prima volta che c’è salito si è reso conto che in quell’istantanea che aveva immaginato poteva entrare anche un terzo soggetto: la luna. Da quel momento si è messo a studiarne le fasi per scoprire che ci sarebbe stato soltanto un giorno perfetto in tutto l’anno.
E al sesto tentativo, dieci giorni prima di Natale, ha capito che forse ce l’avrebbe fatta: il cielo era limpido e l’aria asciutta. Così si è messo ad aspettare e quando tutto si è allineato e ha visto la sagoma del Monviso disegnata sulla Luna ha scattato. La mattina dopo, soddisfatto del risultato, ha spedito il file alla #Nasa, per partecipare al concorso “Astronomy Picture of the Day”, la risposta non si è fatta attendere: per l’ente spaziale americano la sua è stata la foto del giorno di Natale.
«È come se questa foto avesse sbloccato qualcosa, migliaia di persone hanno condiviso quell’immagine e hanno scoperto le mie foto che sono uscite dal Piemonte e sono andate in giro in tutto il mondo».
Conosco Valerio Minato pH da più di dieci anni, da quando ho notato il suo banco sotto i portici di Piazza Vittorio a Torino. Non vendeva libri, borse di cuoio, gioiellini, ma le sue fotografie, stampate su un supporto rigido e a prezzi accessibili a tutti. Ricordo che mi avevano colpito i soggetti ricorrenti: il Monviso, la Mole Antonelliana, il Po, le vecchie vetture del tram, ritratti però con prospettive originali.
Lo vedevo ogni fine settimana, con qualsiasi tempo, dietro il suo banco dalla mattina alla sera. Ho cominciato a fermarmi a chiacchierare e siamo diventati amici. Valerio è nato nel 1981 a Biella e nella sua vita la fotografia è arrivata dopo i trent’anni. Si era diplomato perito chimico tintore, aveva trovato subito un lavoro in un’industria tessile, poi era passato in una fabbrica chimica del settore gomma: «A 24 anni, dopo cinque passati in fabbrica, ho avuto un bruttissimo incidente sul lavoro: ho quasi perso un braccio, risucchiato da una macchina. Sono stato un mese e mezzo in ospedale, ho subito cinque interventi chirurgici, e tra un’operazione e l’altra ho deciso di cambiare tutto».
Così ha lasciato Biella e si è iscritto all’università a #Torino: Scienze forestali e ambientali. «Volevo una vita nuova, stare in un mondo completamente diverso. Volevo la natura e l’aria aperta».
All’ultimo anno di università compra una macchina fotografica e per gioco inizia a scattare, dopo la laurea trova lavoro in un’azienda, ma la passione per l’immagine occupa sempre più spazio dentro di lui. «Quando mi hanno offerto un contratto a tempo indeterminato ho deciso di dire di no, di fare una scelta ancora più totale di libertà. Ispirato dai banchi sotto i portici di Via Po mi sono iscritto all’albo degli “Operatori del Proprio Ingegno” e ho aperto il punto vendita delle mie foto».
Mario Calabresi
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