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#non ce la farò mai
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Ho comprato una maglia-promemoria che assolutamente farò ciò che ci sta scritto, stai tranquilla e serena e ti ringrazio tanto.
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apropositodime · 1 year
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No vabbè
E io che stamattina convinta di fare una cosa, che almeno non ci penso più, sono andata in lavanderia a portare il piumone?
E fuori l'aria gelida dai Balcani, in questo Aprile posseduto da Gennaio !
Che belle idee del cazzo, considerando che sono pure freddolosa😅
E niente una misera trapunta e il pigiama di pile con i calzini sarà la giusta soluzione🥶, tanto tra poco arriverà Lucifero 🥵
Le vie di mezzo non ci piacciono 😂
Io sempre così comunque 😂
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gaysessuale · 1 year
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avevo dimenticato di essere insonne 🤔
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chiusadentrose · 2 years
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la domanda è: accetto subito che non riuscirò a preparare quest’esame in cinque giorni, o mi ammazzo provandoci e non riuscendoci comunque?
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sofysta · 29 days
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Qualcuno pensa che sia molto semplice per me lavorare e vivere a Parigi, altri dicono anonimamente che mon ce la farò mai e che sto perdendo tempo. Perchè ormai le persone pensano pure al posto tuo, giudicano al posto tuo, si fanno 4 conti al posto tuo e credono che sia corretto ergersi sul podio delle verità assoluta. Ebbene io non dico di stare male o che me la stia cavando male qui, ma ripeto che il primo mese e mezzo ho vissuto sul filo del rasoio e non sto qui a raccontare tutti gli escamotage per mangiare la sera. Cmq sia ci sono riuscita e adesso lo stipendio mi permette di stare quantomeno tranquilla. Ma vi svelo un segreto. Pago affitto degli alloggi, abbonamento Navigo mensile, ricarica cell, mensa disneyland al 50%, ed in 2 mesi e mezzo ormai sono uscita a cena solo due volte. Cosa voglio dire? Che può sembrare facile o no pensate quel che volete ma in questo lavoro, come molti altri lavori all'estero, se non cerchi di far quadrare i conti inizialmente per quanto mi riguarda te ne puoi tornare a casa è vero, ma questo accade se non sei ferma sul tuo obiettivo e se cominci a spendere andando in giro ovunque. Io ne ho 1 di obiettivo ( anche abbastanza grande) e sto camminando, a volte correndo, altre inciampando o sbattendo contro un muro e dovesse dipendere da me non mi fermerò mai, come non mi fermeranno le ipotesi altrui.
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io-sono-la-tua-favola · 2 months
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Soprattutto fa piacere notare che ogni volta penso "non ce la farò mai", invece poi, in qualche modo, ce la faccio sempre...
📖🌹
Susanna Casciani
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Quest'anno ho capito di essere più forte di quanto pensassi, ho cercato nuovi orizzonti, ho lottato, ho amato, ho vissuto. Ogni tanto mi sono persa, per poi ritrovarmi e riprendermi per mano. Ho imparato che non possiamo trattenere chi non vuole restare al nostro fianco, qualcuno bisogna lasciarlo andare, si deve avere il coraggio di chiudere delle porte, anche se fa male. Bisogna avere la forza di voltare pagina perché non tutti possono far parte del nostro viaggio. Quest'anno mi ha insegnato che non bisogna mai arrendersi, perché non importa quanto sia lontano il traguardo, l'importante è continuare a correre. Bisogna essere straordinari, coraggiosi, sognatori. Ho imparato a ballare sotto la pioggia, a danzare nel vento, a tuffarmi nelle emozioni, a sperare nell'impossibile. Ho ascoltato il mare. Ho camminato sotto le stelle. Ho tappezzato la stanza di sogni. Ho riempito gli occhi di sole. Ho messo qualche virgola e molti punti. Ho atteso, sognato, sperato. Mi sono scoperta e riscoperta. E ce l'ho messa tutta per diventare una persona migliore. Non mi piace fare liste di buoni propositi per il nuovo anno, preferisco vivere un passo alla volta. Ma una cosa la so. Continuerò a mettere il cuore in tutto ciò che faccio, mi commuoverò ancora per i piccoli dettagli, darò importanza ai piccoli gesti, costruirò castelli in aria, rincorrendo stelle cadenti, con gli occhi pieni di meraviglia. E non importa se non sarò perfetta, se farò nuovi errori, se qualche volta smarrirò la strada. Ma sarò me stessa, con tutti i miei sbagli, con tutte le mie incertezze, con tutti i miei sogni. Vi auguro di essere sempre coraggiosi e pieni d'amore, di continuare a sorridere e di riempire i vostri cassetti di sogni. Sbagliate, se serve, con la consapevolezza che potrete sempre rimediare e migliorare. Vi auguro di seguire sempre il cuore e di non perdere mai la capacità di stupirvi. Abbracciatevi e lasciatevi abbracciare. E se cadete, rialzatevi. Ogni giorno può essere un nuovo inizio.
Chiara Trabalza
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confusedandwaird · 1 year
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Io quest'anno lo brindo a me. Ai miei sforzi e alla mia forza, ai miei successi e fallimenti, al mio non arrendermi mai, al mio sorriso, e ai limiti che non mi sono mai imposta; brindo ai miei "si ce la farò" e alla mia testardaggine che mi porta sempre un passo avanti; brindo alle mie insicurezze e paure che mi motivano a fare sempre meglio. Brindo a quella che sono. Egoistico? Forse, ma lo devo a me. Quella che sarò non lo so, ma brindo anche al coraggio cambiare, di scoprire, di amarmi, di migliorare, di scegliermi sempre, e di non vedere mai confini.
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klimt7 · 5 months
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La cattiva Educazione
MARGHERITA VICARIO
VINICIO CAPOSSELA
youtube
La cattiva educazione [testo]
Questa mattina non mi son svegliata
E l'invasore ce l'avevo in casa
Inseguita, controllata, minacciata
Nel tossico vestito dell'amore
Una camicia di veleno quel vestito
Che brucia il tempo e tutte le sue ore
Il pentimento e poi le scuse e il farò meglio
Sono le maschere che hanno armato
il coltello
Son stati i padri, è stato il sacrificio
Son stati i rifiuti a cui non si è educati
È stata la cattiva educazione
Che non ha mai insegnato l'emozione
È stato il falso romanticismo
Che non si romanzi più l'orrore e il disonore
Non c'è niente, niente da salvare
Chi ha ucciso, ha ucciso
e questo è criminale.
E l'abbandono, dicono, e la gelosia...
Come se in fondo, fosse un poco colpa mia.
E un'altra volta è lui a prendere la scena
È ancora lui ad invocare pena
Coi chiodi del possesso alza la voce.
La passione che ti porta in croce
Nel silenzio delle porte e poi ti uccide
Con tutto quello che al mondo non si dice
Son state le botte date a mia madre
Son stati i soldi in una mano sola
È stato il domicilio, è stato per mio figlio
Son stati i secoli di fischio al gatto
È stato il corpo esposto e nascosto
Son stati i secoli di cattiva educazione
e di prigione
Del corpo offeso dall'amore
Questa mattina non mi son svegliata
E il carnefice ce l'avevo in casa
Non è stata la sfortuna
è stata la maledizione
che procede di generazione in generazione.
Questa mattina non mi son svegliata.
Compositore: Vinicio Capossela
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raccontiniper18 · 6 months
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Primo racconto erotico
Buon salve,mi presento sono Piergiorgio. Sono alla quarta sega di oggi, ho le palle completamente svuotate,ma ho una gran voglia di risegarmi, ho esaurito por*hub talmente quanti video ho visto,mi sembra di aver visto ogni buco di porn*star,allora sempre con il cazzo in mano scarico quell'app di cui tutti parlano,Tinder.
Mi iscrivo.
Capisco come funziona.
Incomincio a ''tinderare''.
Perfetto, ho qualche match,incomincio a chattare, ma gli argomenti sono gli stessi di dove sei,che università frequenti e io voglio solo segarmi,ma è ovvio che non posso andare subito al dunque,quando invece...Decido di buttarmi con una ragazza senza foto profilo senza foto,visto che non ci ha messo la faccia posso essere sfacciato (penso in testa mia).
Allora le scrivo ''Senti io mi sto segando ti va di farmi sb*rrare?''
Lei mi sorprende, e mi scrive ''Farò di meglio, se vieni in questo hotel mi troverai a tua completa disposizione''
Io non credo molto,però nel mentre mi sego mi piace come idea quindi iniziamo a dirci porcate,sul cosa fare,nel mentre io penso che sia uno scherzo ma lei mi invia la stanza di quell'hotel.
Ci penso,ci ripenso, ho troppo bisogno di venire un ulteriore volta e poi cosa mi costa? Al massimo se è uno scherzo o un ragazzo ci facciamo due risate assieme.
Parto da casa il luogo è a dieci minuti.
Arrivo e le scrivo nuovamente :''Sono davanti la porta.''
Subito la sua risposta scritta sicuramente in precedenza: ''Entra sono qui a pecorina,scopami,usami,non parlarmi voglio solo il tuo cazzo.''
Entro,sempre pensando che sia una candid camera,o qualche ragazzone omosessuale. Ma sorpresa...
I miei occhi vedono un culo aperto. Vedo più giù e si non c'è dubbio è una fica non un cazzo. Mi stupisco mi giro e rigiro per capire se sto sognando e se ci siano telecamere.
Lei muove il bacino per invitarmi a cavalcarla, infilo il condom (portato da me per evitare cattive sorprese,la prevenzione è sempre al primo posto).
Vado dietro di lei e inizio ad infilarlo lei non fa una piega,mi sfogo per 5 minuti ma lei sembra non godore,allora il tocco di genio, lo sfilo e glielo punto nel culo, lei va verso avanti ma la rispingo indietro e glielo infilo,senza lubrificante,tanto che aveva la fica sgocciolante non serviva. Faccio un paio di su e giù e finalmente la sento ansimare e sopprime i suoi urletti sul cuscino. Quando proprio non ce la faccio più s*orro, credo di non aver mai fatto tutto quel nettare in vita mia,talmente ero eccitato.
Mi ricompongo mi rivesto,fregandomene se lei fosse venuta o meno e scappo via da quell'hotel, non conosco tutt'ora il volto di quella donna,ma so per certo che ho avuto uno dei miei più belli orgasmi.
Fine.
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fiorescente · 6 months
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Aggiornamento tesi: il professore vorrebbe che mi concentrassi su migranti provenienti da una specifica zona del mondo (che devo scegliere io) e soprattutto su una categoria precisa di persone (minori non accompagnati, donne, lavoratori di uno specifico settore...)
Io però vorrei solo studiare come ogni categoria migrante impatta sulla città (nel mio caso Bologna) e non riesco a trovare una quadra tra ciò che vorrei io e ciò che vuole il prof
Non ci sono tantissime ricerche su Bologna e basta e questo mi rompe perché il prof non ha saputo indirizzarmi
Vorrei dir che forse non ci siamo spiegati bene e lui mi ha dato autori che si occupano principalmente di educazione e non di assistenza sociale, che a Bologna sono due dipartimenti diversi con quindi domande di ricerca diverse, temi diversi
Nel senso che esco molto dal campo politologico che è il mio
Dovrei riuscire ad abbozzare un indice entro questo fine settimana non ce la farò mai
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donaruz · 8 months
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LA RAGAZZA DEL PIRATA.
L’estate è di gran lunga la stagione che mi piace meno. Gli amici del mio quartiere se ne vanno tutti al mare e i compagni di scuola, anche loro vanno al mare. Io ne farei volentieri a meno, cioè, il mare mi piace, ma fa troppo caldo e poi mi rimane il segno bianco degli occhiali sul viso. Ma la cosa che proprio mi fa vergognare di più sono i miei costumi. Ogni anno la mamma me ne compra un paio nuovi, ma sono troppo colorati, mi si nota da tutta la spiaggia, come l’insegna del bar Marilena quando c’è la festa del quartiere. Io invece vorrei essere guardata il meno possibile, perché ogni volta che qualcuno mi vede o mi parla fa sempre quell’espressione come a dire “poverina”, che alla fine non lo dice mai, ma ce l’ha scritto in faccia e si vede benissimo. Come l’insegna del bar Marilena. La mamma dice che quei colori mi illuminano il viso, io vorrei dirle che così mi si nota di più il segno bianco degli occhiali, ma mi limito a sorridere alla meglio e fare di sì con la testa.
Sono Maria e ho sette anni, ma sembro un po’ più piccola dei ragazzini della mia età. La mamma dice che è questione di tempo, che anche sua sorella, la zia Antonella, era bassina ma ora è una stangona. E io le credo, anche se quando lo dice la sua voce si incrina un po’ e lo sguardo è meno croccante. Faccio visite da quando sono nata, un dottore dopo l’altro, come quando sei sul treno e vedi passare le stazioni dal finestrino e ti fermi giusto il tempo per fare pipì e ripartire subito senza che sia cambiato niente e non vedi l’ora di scendere davvero e goderti la vita oltre la stazione.
Pare che io abbia una malattia che chiamano “sindrome” legata a un cromosoma, roba complicata, però io non mi fido mica tanto di questi dottori, perché non mi sembra di essere malata, io sto benissimo. Sì ok, leggo lentamente e sbaglio spesso le parole, ma lo fa anche nonno Michele che ha ottantasette anni e non mi pare che faccia tutte queste visite. Anche se dicono che lui ha il “morbo” e quando lo dicono allargano tutti le braccia rassegnati. Forse lo hanno fatto scendere a forza dal treno in una stazione che non era la sua e ora si guarda intorno in cerca di un passaggio, che forse non arriverà mai.
Alla fine mi rassegno e parto per la spiaggia, anche perché a Livorno se d’estate non vai al mare finisci per passare le giornate dentro casa e come dice nonno Michele mentre cammina dalla cucina alla sala cercando l’uscita della sua stazione, «a stare in casa ti incattivisci». E appena finisce la frase piscia al termosifone convinto che sia la statua della Libertà. Perché dice sempre che «gli americani non capiscono un cazzo», ma non si ricorda il motivo.
Mi piace venire al mare qui, in mezzo a tutta questa gente con nomi importanti. Sembra di stare a Hollywood. La mamma dice che se fossi nata in America avrei fatto sicuramente l’attrice. Magari quando sarò alta come zia Antonella ci farò un pensierino, per il momento cerco di imparare a parlare bene, perché non si è mai vista un’attrice che inciampa sulle parole, traballa, e alla fine si scapicolla.
Ogni giorno alle sedici in punto vado a fare la fila al bar, per prendere un ghiacciolo alla fragola. La mamma dice che con questo caldo c’è bisogno di qualcosa di rinfrescante, e ogni giorno, sempre, cascasse il mondo, mi viene incontro Samuel, il barista. Lui è alto, la barba disegnata bene e i capelli raccolti in una coda. Sembra un pirata con quegli anelli e gli orecchini. Un pirata che profuma di buono. A lui non interessa se sono bassa, se ho il segno degli occhiali, lui non ha l’insegna del Bar Marilena dentro allo sguardo, o se ce l’ha la tiene spenta. Ogni giorno si avvicina, ha un tatuaggio di Che Guevara sul braccio destro e lo stemma del Livorno Calcio su quello sinistro. Io non lo conosco questo signore Che Guevara, ma pare che qui sia amico di tutti. Mi solleva, bacino sul collo e poi mi dice:
«Te oggi sei la mia ragazza, se ti azzardi a farmi le corna ti stacco le braccine, intesi?». Ogni giorno. Cascasse il mondo.
Io non glielo dico che mi piace Iuri di terza F, non vorrei che ci rimanesse male. Però un po’ mi fa piacere essere la ragazza del pirata.
Magari quando sarò alta come zia Antonella mi farò invitare a cena fuori. Perché certe occasioni vanno prese al volo, alla faccia di tutte le sindromi e di tutti i cromosomi.
Francesco Lollerini 🖋
Immagine Flickr
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