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#umorismo
massimoognibene · 2 days
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Cioè tu mi stai dicendo che non è giusto chiudere la scuola un giorno per la festa di fine Ramadan ma invece va bene chiudere la scuola due settimane a Natale, una a Pasqua, una per il carnevale e se fosse per te magari una anche per le stigmate di padre pio?
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ideeperscrittori · 4 months
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HO CAMBIATO IDEA SU MATTEO SALVINI Quando i tuoi punti fermi vengono spazzati via, va a finire che non hai più certezze. In passato ero convinto che Matteo Salvini fosse una bizzarra amalgama di stupidità e cattiveria. Ma poi ho capito di essermi sbagliato. Il mio giudizio non era affatto corretto. Ora penso che Matteo Salvini sia un bizzarro amalgama di stupidità e cattiveria. Ho scoperto che "amalgama" è un sostantivo maschile.
[L'Ideota]
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"Le persone tornano sempre."
Spero di no, altrimenti non mi bastano i vaffanculo.
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alexandroblogs · 1 month
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Eh già
Umorismo
Ax
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noneun · 2 months
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"Ehi amico, cosa stai cercando sotto quella locomotiva?"
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Lenny ama le grandi locomotive a vapore e così ogni tanto, durante le loro uscite, George lo porta alla ferrovia.
Oggi hanno trovato un anziano dall'aria confusa che sembra aver perso qualcosa.
"Dov'è il cavallo che tira questo arnese?", chiede l'uomo a George.
"Be’, non ha bisogno di cavalli. Vieni, ti faccio vedere come funziona. Lo vedi quello lassù?", dice, "è il forno in cui si brucia il carbone per estrarne energia chimica. Questa qui di fianco, invece, è la caldaia dove il calore fa bollire l'acqua per trasformarla in vapore. La pressione del vapore agisce sul pistone in questa scatola qui, e infine il pistone spinge queste bielle che mettono in movimento le ruote." L'anziano sorride, dà la mano a George e se ne va.
Lenny è rimasto in disparte mentre George illustrava il funzionamento della locomotiva. Ora, con un'espressione di profonda ammirazione, gli si avvicina e dice: "George, è bellissimo il modo in cui hai spiegato tutto a quel tipo.
E anch'io ho capito tutto. La fornace, la caldaia, il pistone.
C'è solo una cosa che non ho capito".
"Quale, Lenny?"
"Be’, mi chiedevo dove fosse il cavallo."
– Il minimo teorico, di Leonard Susskind e George Hrabovsky, pag 87.
(Immagine generata con DALL-E)
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zivotusnovima · 4 months
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Umorna sam.
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alba-soledad · 4 months
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Stamattina camminando per strada difronte a me c'era un giovane veniva verso me ad un tratto dice ti devo dare una bella notizia .. io a me, lui sorridendo no gesticolando mi fa segno dietro..Io mi giro è vedo un altro ragazzo ,mi rigiro lo guardo sorridendo se vuoi puoi dirla anche a me una bella notizia, lui mi guarda scoppia a ridere.😅😅
Che figura 😄😄
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fioredialabastro · 11 months
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Effettivamente con me potrebbe funzionare
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intotheclash · 1 year
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L'umorismo è un modo di scrostare i grandi sentimenti della loro idiozia. (Raymond Queneau)
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aphfroghat · 25 days
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yellogre · 6 months
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Biblically accurate angel
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massimoognibene · 2 days
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... e se l'uovo (orfico, comune o di cioccolato) simboleggia la rinascita, allora, per favore, tu regalami una bottiglia di vino, o di assenzio.
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ideeperscrittori · 7 months
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C'è una cosa che si verifica sempre più spesso.
Un personaggio del mondo dello spettacolo dice un'oggettiva cazzata stratosferica. Molta gente lo insulta. Qualcuno però dice: "Ok, umanamente è quello che è, ma proviamo a separare l'uomo dall'artista". E ti accorgi che fa schifo anche come artista.
[L'Ideota]
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gregor-samsung · 2 months
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L'uomo che decise di fingersi un altro
“ Avevo deciso di fingermi un altro, non nel senso di cambiare nome o connotati. O tutti e due; no, fingermi un altro «dentro». Non pensavo a un suicidio psicologico, non intendevo cancellare la mia identità per sostituirla, pretendevo di mantenerla, ma di nasconderla; inventandomi, per convenienza, una natura diversa. Sì che gli altri, parlandomi, si riferissero a questa e non a me. Avrei potuto fare di tutto, senza sentirne rimorso o vergogna. Chi parla con te non sa mai chi sei: conosce un viso, un nome, anche un carattere, qualche pensiero, ma «chi» sei non lo sa; lo sai soltanto tu che dici «io» e ne hai coscienza perché guardi dalle finestre dei «tuoi» occhi, odori dai buchi del «tuo» naso; ma per gli altri questo «io» è un «lui» e un «lui» può essere chiunque. Perché, allora — mi dicevo — non sfruttare questa impossibilità d'identificazione profonda, per sfuggire, non soltanto al male che gli altri potevano arrecarmi, ma anche a quello stesso che io potevo procurarmi per errore o incapacità? Ecco, dunque, il tema: nascondersi dietro un altro che non esiste, reinventare sé stesso finto, per proteggere quello vero. Mostruoso? non più della vita che ci espone a continui travagli. E, comunque, non si trattava di sembrare un altro agli altri, ma di sembrarlo a me stesso; chè, anzi, per il mondo dovevo continuare come se nessuna sostituzione o, meglio, sovrapposizione fosse mai avvenuta al mio interno. Cominciava un'altra vita.
Avevo rimosso me stesso e sarebbe stato un altro a subire umiliazioni, dolori, delusioni al posto mio. E potevo cambiarlo, a seconda delle circostanze, con un altro ancora, con vari altri, quanti volevo. E diversi tra loro. Condussi un'esistenza che il mondo giudicò scombinata e incoerente. E io, invece, stavo lì coerente ma irraggiungibile, ridacchiando nel mio nascondiglio per tanta invulnerabilità. Continuavo il mio lavoro, conservavo la mia posizione sociale, i miei titoli; ma consentivo all'altro che mi rappresentava, tutte le libertà possibili. Nei primi tempi le cose andarono felicemente. Il discredito che mi circondava non mi riguardava, addirittura mi divertiva. Ma, poco alla volta, presi a mal sopportare questi altri che m'inventavo, con i quali convivevo e che non stimavo. Mi accorsi come non sia vero che la vergogna, la sofferenza, i sentimenti degli altri non ci tocchino. E mi accorsi che questi altri, che m'illudevo di controllare e dirigere, diventavano sempre più autonomi e padroni. Sentivo che, continuando, avrebbero fatto di me il loro burattino. La corazza s'indeboliva, al punto che non mi distinguevo più dai fantasmi che avrebbero dovuto proteggermi. Dovevo liberarmene o non mi sarei più ritrovato. Ma non era quello che avevo voluto? No! avevo preteso di restar vivo, fingendomi morto. E non c'è, invece, finzione che duri così a lungo senza mutarsi in realtà. Decisi di ritornare in me, prima che fosse tardi. Ma era tardi: non sapevo più chi ero. E non in senso universale. Chi siamo non c'è chi lo sappia o, se c'è, tace ostinatamente. No, io mi chiedevo, più semplicemente: sono un immorale, un cinico, un vigliacco, un coraggioso? Sepolto da finzioni diverse, m'ero smarrito. Ricordavo tutte le vite vissute, ma non riuscivo più a distinguere quale fosse la mia, per potermela riprendere. Né avrei risolto nulla a scegliermi la vita che più mi sentivo di vivere. Anche se il caso m'avesse portato a scegliere la mia; non saperlo, mi sarebbe costato vivere dubitando continuamente di me. «Essere sé stessi» non è un dato oggettivo, l'interessato deve esserne informato. So io cosa significa cercarsi e non trovarsi. È come confidare i propri pensieri ad un estraneo. O come non sapere con chi conversare. O, nella migliore delle ipotesi, non sapere con «chi» si sta conversando. È come non avere mai la certezza di essere soli con sé stessi. Nessuno può aiutarmi. E non lo chiedo a nessuno. Aspetto. Chissà che un giorno io non venga a trovarmi! “
Pino Caruso, L'uomo comune, Palermo, Edizioni Novecento (collana Il liocorno), 1986¹, pp. 71-74.
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alliwanttoseeismgg · 3 months
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Bestemmiare è una bella attività
(Da Il mestiere di vivere, di Cesare Pavese)
《 Bestemmiare, per quei tipi all’antica che non sono perfettamente convinti che Dio non esista, ma, pure infischiandosene, se lo tengono ogni tanto tra carne e pelle, è una bella attività. Viene un accesso d’asma e l’uomo comincia a bestemmiare con rabbia e tenacia: con la precisa intenzione di offendere questo Dio eventuale. Pensa che dopotutto, se c’è, ogni bestemmia è un colpo di martello sui chiodi della croce e un dispiacere fatto a colui. Poi Dio si vendicherà – è il suo sistema – farà il diavolo a quattro, manderà altre disgrazie, metterà all’inferno, ma capovolga anche il mondo, nessuno gli toglierà il dispiacere provato, la martellata sofferta. Nessuno! È una bella consolazione. E certo ciò rivela che dopotutto questo Dio non ha pensato a tutto. Pensate: è il padrone assoluto, il tiranno, il tutto; l’uomo è una merda, un nulla, e pure l’uomo ha questa possibilità di farlo irritare e scontentarlo e mandargli a male un attimo della sua beata esistenza. Questo è davvero il «meilleur témoignage que nous puissons donner de notre dignité.» Come mai Baudelaire non ci ha fatto sopra una poesia? 》
[Questa figura del bestemmiatore-tipo rappresenta un tale chiassoso e sfacciato accumulo di errori logici, teologici, cognitivi, da mettermi di buonumore. Orgoglioso disamore di sé potrebbe chiamarsi il suo atteggiamento - e il peccato; negazione della relazione, negazione del sé, negazione dell'amore. Forse è vero che la felicità non esiste, ma percorrere la via più naturale, della partecipazione all'ente originario generante, potrebbe portare almeno ad uno stato di quiete, di serenità.]
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kseenefrega · 1 year
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Buona giornata 🤦🏻🤦🏻🤦🏻🤦🏻
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To be continued... 👍😉😂
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