Ogni risveglio dura pochi istanti, una manciata di attimi che sembrano eterni. Ti guardi intorno e realizzi che quello che stavi vivendo era un sogno talmente bello da sembrare quasi vero, poi, socchiudi gli occhi ed isoli la mente al fine di fuggire da tutti quei pensieri che contengono tracce di sentimento ed umanità da dimenticare; zittisci il cuore sperando di non provare più nulla e fingi di essere invincibile anche quando i ricordi hanno il potere di renderti fragile come la cartapesta.
“Il mare se ne frega.
Al mare non importa nulla di te.
Succede a chi è così grande.
Non ha tempo per curarsi delle cose insignificanti.
Come me.
Il mare se frega perché sa che lui ci sarà anche domani.
E’ un lusso che a te non è concesso.
Hai meno tempo del mare.
Per questo dovresti dare valore al tempo che ti rimane.
Perché non ne hai.
Finché non arriva il giorno in cui fai il punto e di momenti importanti te ne vengono in mente quattro o cinque.
Gli altri?
Gli altri se li è portati via il mare.”
“ […] è strano e buffo, scalpitiamo sempre per la voglia di andare, allontanarci e trovare chissà cosa, ma quello che più cerchiamo è ciò che era nostro, e che abbiamo lasciato all’inizio del viaggio. Forse la vita è questo, una corsa senza respiro, sperando di arrivare un giorno dove siamo partiti.”
Vincent van Gogh, “Café Terrace at Night” on the Place du Forum, Arles (1888).
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“Anche nel cuore più ferito c’è sempre la speranza che un’ora felice superi tutte le ore vissute, facendoci dimenticare ogni dolore. Nessuno può trovare quest’ora, e forse per questo gli uomini la collocano fuori della vita, in un paradiso o in un indicibile altrove.”
“I look at the world and I notice it's turning
While my guitar gently weeps
With every mistake we must surely be learning
Still my guitar gently weeps”.
“Non amava svegliarsi e dover sbattere contro l’evidenza che qualsiasi relazione umana è, per la maggior parte del tempo, un improponibile baratto tra il terrore di restare soli e la gioia della condivisione, uno scambio iniquo tra il proprio tempo, che è il proprio modo di essere, e la natura umana, che è dividerlo con gli altri.”
“Vorrei poterti dire di seguire sempre il tuo cuore, ma non penso sia un buon consiglio. Tu ce l'hai, un cuore, è vero, ma hai anche un cervello e un'anima. E sono arrivato a credere che si ami tanto col cervello quanto col cuore. Il vero amore non è solo istinto, ma anche volontà.”
“Se l'amore senza fine era un sogno, allora tutti noi lo condividevamo, ancor più di quanto potessimo condividere il sogno di essere immortali o di riuscire a viaggiare nel tempo, e se qualcosa mi differenziava da tutti gli altri non erano i miei impulsi bensì la mia testardaggine, la mia disponibilità a portare il sogno oltre quei limiti che erano stati concordati come ragionevoli, a dichiarare che quel sogno non era un delirio della mente ma una realtà altrettanto tangibile dell'altra più tenue, più infelice illusione che chiamiamo vita quotidiana.”
“E’ colpa delle canzoni
Se non mi stacco da te
Anche se in punta di piedi
Rimani dentro di me
Perché lo sai
Le canzoni ricordano sempre
Le storie sbagliate
E forse sbaglio canzoni
Se tutte sanno di te.”
“[…] Guardo fuori dalla finestra
vedo la sera tramutarsi in mattino
vedo l’aurora boreale tramutarsi in alba
guardo fuori
e spero di essere esaudito
da chi
attraversa attento la strada con
il futuro sulle gracili spalle”.
― Jón Kalman Stefánsson, “Quando i diavoli si svegliano dèi”
“Il problema dei cosiddetti momenti supremi è che non ricordiamo di aver provato nulla in particolare, vivendoli, o perchè avevamo già provato abbastanza prima, o perchè il presente, a volerci piantare i piedi, è più scivoloso di una lastra di ghiaccio. Quando diciamo che viviamo solo nel presente, ci convinciamo di qualcosa di apparentemente logico e dotato di una certa nobilità, ma la realtà è più mesta e difficile da accettare, perchè le nostre radici non attecchiscono mai lì effettivamente, e a parte qualche asceta e illuminato, la vita delle persone comuni trascorre, almeno da che è finita l'infanzia, nell'anticipazione o nel rimpianto. Per questo motivo l'esperienza, che dovrebbe essere il bagaglio più sicuro e affidabile che ci portiamo dietro, è piuttosto una cosa ambigua e scoraggiante; da un lato, l'immaginazione erode i fatti ben prima che si verifichino; dall'altro, possiamo ipotizzare il significato di quei fatti solo quando ormai appartengono al passato, proprio come quegli idioti che capiscono una barzelletta qualche giorno dopo averla ascoltata e ridono tra loro”.
“Molti anni fa mi resi conto che un libro, un romanzo, è un sogno che chiede di essere scritto nello stesso modo in cui ci s'innamora di qualcuno: il sogno diventa irresistibile, non c'è niente che tu possa fare, e infine cedi e soccombi anche se il tuo istinto ti dice di battertela a gambe perché potrebbe trattarsi, dopotutto, di un gioco pericoloso – in cui qualcuno probabilmente si farà male.”