noooooo.....il mio Apple iPhone manco pel cacchio!
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Non fummo liberati. Fummo privati. Della nostra continuità culturale romano-cristiana sostituita da Hollywood e da Marx, sempre a braccetto. Poi della sovranità e dei nostri confini che più naturali non si può immaginare, e della nostra moneta, e del nostro decidere con essa.
Catena Aurea
comunque fummo ANCHE liberati...a noi ci hanno sempre liberato tutti...:-)
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ai compagni innamorati di parole trite e ritrite, consiglio "asfodelo", bello eh?
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Ciò da cui proviene la generazione delle cose che sono, peraltro, è ciò verso cui si sviluppa anche la rovina, secondo necessità.
-Anassimandro
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Il Paese si vende all'asta: " Chi offre di più?" Ecco, la democrazia ci ha portato fino a quest'ultimo traffico vergognoso.
-Corneliu Z. Codreanu (Per i legionari)
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la coerenza paga, sàllo...
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prova a negare, se hai coraggio...;-)
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io di quelli che fan di tutta l'erba un fascio mi sarei anche stufata.
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Scurati! fàcce Tarzan!
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mumble mumble....può essere che Barbero stia perdendo colpi?
può essere...;-)
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graduidamente...;-)
Nacque
Piacque
Nocque
Spiacque
Tacque
Giacque.
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Gino Patroni
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amiciui grazie per l'invito...
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volentieri festeggio....:-)
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penza come zventolano oggi....:-)
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così vi voglio...
incazzati e mascolini! 😍
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DIRITTI D'AUTORE ante litteram
Da dove ci risulta che il libro a Cirno sia opera di Teognide? Il suo nome e quindi il suo diritto a tale attribuzione, sarebbe scomparso senza traccia in questa o in qualsiasi altra raccolta generale di canti, al pari del nome di tanti altri poeti famosi che vi sono compresi, se Teognide non fosse ricorso a uno speciale artificio per sfuggire a tale sorte che minacciava con grande probabilità un autore di carmi simposiali. Egli scolpì nel proemio il proprio nome, non solo mettendosi così al riparo dall'oblio, ma imprimendo anche alla sua proprietà intellettuale il proprio marchio. Ascoltiamo le sue parole:
"Cirno, secondo una saggia idea, che io ho, a questi versi dev'essere impresso il mio sigillo; allora non saranno mai rubati di nascosto, e nessuno sostituirà qualche cosa di peggiore al buono, se ve n'è, ma ognuno dirà: questi sono i versi di Teognide di Megara, egli è famoso fra tutti gli uomini. Solo agli abitanti, qui, della nostra città non posso ancora piacere a tutti. Non fa meraviglia, o figlio di Polipao, ché nemmeno Zeus può accontentar tutti, sia che mandi la pioggia, sia la siccità".
Werner Jaeger (Paideia)
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