Cresciamo con la costante pressione di dover programmare; con la necessità di avere piani di riserva perché devi calcolarle tutte, le possibilità a tua disposizione.
Così, programmando l’impossibile (perché il futuro è imprevedibile) arrivi ad un punto in cui ti accorgi che la strada più giusta da percorrere è quella su cui ti trovi adesso, qui ed ora: non era quella che ti aspettavi di percorrere forse, eppure ti ha consentito di crescere e superare quelli che credevi fossero i tuoi limiti.
E chissà, domani forse imboccherai una direzione ulteriormente diversa ed imprevista: ma non è forse nei cambiamenti che risiede il coraggio?
“Fortuna che di tutte le abitudini spirituali - passioni, deformazioni, compiacenze, serenità ecc. - l’unica che sopravvive ai giorni è la calma. Tornerà.”
“Il mio cuore mi si spezzò in due. Ma ben presto, accidenti a lui, i due pezzi si riattaccarono. Hai presente certe vele con mille rattoppi? Rossi, gialli, neri, cuciti con spago rosso, che oramai resistono ai peggiori temporali? Il mio cuore è così. Ha mille buchi e mille rattoppi, è invincibile.”
“La sconfitta è un coltello conficcato nella sopravvivenza, l’adattamento esige intelligenza ma soprattutto umanità, capire che, se anche perdiamo tutto, c’è ancora tutto da guadagnare.”
[…] “Se qualcuno pretende di controllarvi e cerca di manipolarvi, facendovi sentire colpevoli, se minaccia di smettere di amarvi o adotta atteggiamenti prepotenti, non vi ama: al massimo vi tollera per soddisfare i suoi bisogni.”
[..] “Almeno le cose bisogna amarle, per creare qualcosa. Per essere solo e creare qualcosa. Chi odia, non è mai solo: è in compagnia dell’essere che gli manca. Ma per amare le cose, bisogna amare anche le persone. Non si scappa.”
Cose che Fabiana ha imparato in questi 28 anni: 𝗮𝘀𝗽𝗲𝘁𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗲 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗲 𝗰𝗮𝗺𝗯𝗶𝗻𝗼 𝗲' 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝘂𝗻𝗼 𝘀𝗽𝗿𝗲𝗰𝗼 𝗱𝗶 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼.
Reciprocità e dialogo, in qualunque tipo di rapporto, fanno la differenza: se qualcosa non mi piace, se mi sono sentit* delus* io te lo dico e ne parliamo. Stessa cosa se succede a te che sei dall'altro lato. Si parla, ci si capisce e nessuno deve cambiare, perché tutti possiamo commettere degli errori, l'importante è chiarirsi, sempre.
Niente giochetti.
No alla psicologia inversa.
Tanto meno alla pretesa che qualcuno debba cambiare che noi, ma che assurdità! Vogliamo davvero qualcuno nella nostra vita che finge di essere qualcun altro per compiacerci?
E' un fallimento preannunciato ragazzi.
Puro masochismo.
𝐑𝐄𝐂𝐈𝐏𝐑𝐎𝐂𝐈𝐓𝐀' 𝐄 𝐃𝐈𝐀𝐋𝐎𝐆𝐎.
O ci sono loro, o nessun tipo di rapporto può esistere.
Perlomeno, non nella mia vita.
Facebook oggi mi ripropone ciò che scrivevo un anno fa.
Che poi, in realtà, ho anche molti quaderni intrisi di inchiostro e note sul cellulare scritte in piena notte, note in cui vomitavo tutto ciò che pensavo davvero, quelle cose che non dici ad alta voce e a rileggerle adesso riesco a ricordare quanto le giornate fossero dolorosamente vuote.
E quel vuoto faceva male perché era pieno di tutto ciò che non volevo assolutamente vivere.
Se mi volto e vado indietro nel tempo, se torno ad un anno fa ricordo esattamente ogni emozione: la sensazione di essere persa, di camminare tra le macerie di un edificio crollato...
Ricordo bene com'era svegliarsi la mattina, con quella sensazione che l'aria non fosse abbastanza e mi ripetevo "hai disimparato come si respira".
E lo specchio, oddio, c'era quella sconosciuta che mi fissava con quello sguardo... VUOTO.
Quante volte le ho chiesto chi fosse.
"Ridammi indietro la persona che ero, porta via con te tutto questo dolore. Portalo via. Io non lo voglio."
Ma lei mi fissava e no, il dolore restava lì.
Mi sono chiesta così tante volte quando avrebbe smesso di fare così male, quando il tempo avrebbe iniziato a cancellare tutto.
Però poi ho capito......
il tempo non cancella assolutamente nulla.
E così, quel dolore ho imparato a viverlo.
Ho imparato di nuovo a respirare: piano, come i bambini quando imparano a camminare.
E quella sconosciuta che mi fissava allo specchio ogni mattina diventava sempre di più un'amica: ero io che cambiavo e mi riscoprivo.
A distanza di un anno non credo di poter affermare che sia terminato questo processo di conoscenza con me stessa.
Ma sono felice di aver conosciuto quei demoni che mi spaventavano, il mio "lato nascosto" e di aver dato loro un nome.
Ad oggi voglio abbracciare proprio quella parte buia, troppe volte lasciata in un angolo, ignorata: la abbraccio perché oggi so che ogni raggio di Luce che nasce non esisterebbe senza la propria oscurità.
E non è mica facile: ci hanno sempre insegnato a mascherarla, questa bruta.
“Allontanala la tristezza. Fingi che non esista.”
Però poi ti consuma.
Più la allontani e più lei ti consuma.
E allora lascia che sia anche lei. Tristezza.
Che essere felici (anche falsamente), non è la vera impresa come ci hanno fatto sempre credere: saper essere dignitosamente tristi, quello sì che è difficile.
Perché, non saprei. Che di base trovo sia anche molto meglio.... Sarà che ho poche interazioni. Ma se non lo vivo, come fanno le persone a conoscermi e desiderare di interagire con me? Dilemma.