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giulia-tralerighe · 4 months
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dopo ciò che è stato ora mi sento un po’ così: con la luce che si posa addosso e la voglia di brillare.
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giulia-tralerighe · 4 months
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Quest’anno è stato intenso, fatico ancora a capirci qualcosa.
Ha tolto tanto, sorrisi e occhi buoni, ha portato via il mio modello di riferimento, uno dei pilastri più importanti della vita.
Il vuoto è peggio del lutto, il dolore non se ne va e quanto puoi fare per rimanere a galla è imparare a conviverci.
Ma proprio grazie alla fortuna di essere stata cresciuta da un’anima così, guardo a cosa c’è qui: i doni di questo presente sono inestimabili.
Posso dire di essere fiera, ancora e più di prima, della famiglia che ho e di quella che mi ha scelta e continua a farlo ogni giorno. Sono orgogliosa di me stessa e del risultato più grande che ho ottenuto quest’anno: chiedere aiuto evitando di implodere e vergognarmi di quelle che non sono debolezze.
Ad un concerto ho potuto ascoltare la colonna sonora che potrebbe descrivere quanto è stato:
“Poi un colpo è esploso
E mi son portato via
Via il mio corpo, il mio cuore, il mio lamento
Si è distrutto lì con te in un pianto
Combatterò
nell’alba dell’aurora
Perché per te
Rinascerò ancora”.
Al destino, che mi ha fatto capire ancora quanto le connessioni dell’universo non siano mai un caso;
Ai sogni, ai progetti silenziosi che stanno nascendo;
E alle rondini.. Grazie di avermi avvisata e di essere rimaste lì fino alla fine.
Ci vediamo la prossima primavera: io aspetto.
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giulia-tralerighe · 8 months
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Non voglio più sentirmi con la sensazione di aver perso tempo, tempo prezioso che non torna. Solo per essere stata clemente, aver sopportato, essermi voluta un po’ bene senza dover chiedere scusa per una volta.
Non voglio che queste notizie, una più brutta dell’altra, mi portino a credere che sto vivendo un periodo della vita dove c’è solo negatività. Per quanto frustrante, non è così. Me lo ripeto.
Oggi mentre andavo al parcheggio mi sono soffermata a guardare il profilo del paesino dove ho scelto di vivere: i panni tesi vicino ai vasetti di salvia, le installazioni artistiche tra le colline toscane, quella porta celeste che apre sopra un’orizzonte che arriva fino alla costa.
È quasi un anno che siamo qui e non mi sono ancora presa il tempo di fare qualche foto ai particolari. Così come ho realizzato come mi pesano i chili ripresi dalla fame nervosa e quanto, quanto sia bello conoscere persone senza impegno, con il piacere di condividere momenti e non giudicare.
Per troppo tempo ho accontentato gli altri e non c’è stata una singola volta, non una, che mi sia stato riconosciuto. Comunque sbaglio, comunque non è mai abbastanza.
Ora la persona più importante della vita sta lasciando questo mondo e tutto quanto voglio è vivere di cose vere, essenziali, che mi facciano star bene e che mi rendano la versione migliore di me stessa. Non voglio più piacere agli altri, voglio riprendere quanto avevo iniziato e curare me stessa. Vivere con il cuore gli ultimi istanti. Voglio smetterla di avere pazienza, voglio solo avere coraggio.
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giulia-tralerighe · 8 months
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prendi un respiro, arriverà il momento in cui potrai prenderti cura di te. non è adesso.
accogli aria nei polmoni, un secondo per gonfiare il petto e ricordarti che sei viva, non più sola e hai comunque te stessa quando non puoi fare altrimenti.
lascia andare fuori e so che è difficile perché non vuoi farlo, non sei pronta, meno che mai lo sarai. è presto-forse- ma quando arriverà il momento, il pezzo più importante del puzzle, la parte più autentica, le radici forti che ti hanno cullata, quando tutto questo chiederà di andare allora dovrai sgonfiarti, buttare fuori. glielo devi.
continuare ad inalare e buttare fuori, anche se farai una fatica immensa e non sarai più la persona che ti guardava da dentro lo specchio. comporre una nuova immagine in quel vetro, una che ti renda fiera e che renda fiera anche lei, che ti guarderà da un’altra angolazione.
continuo a scrivere, cancellare, fermo lacrime che vorrebbero uscire. respira, anche per lei che fa fatica e non trova aria.
respira.
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giulia-tralerighe · 10 months
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Forse essere più leggera
con un cuore più piccolo
e la pelle più ruvida
Ma no
Sono nata meno
Come lo zero del mio gruppo sanguigno
Meno superficiale
con gli occhi a contenere meno lacrime.
Di più
ho solo l’empatia
e i castelli in aria.
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giulia-tralerighe · 10 months
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Penso di essere arrivata ad un punto importante nella mia consapevolezza come persona. Per anni mi sono detta che se ci fosse stato un peccato capitale in grado di rappresentarmi, di sicuro sarebbe stata l’invidia. Mi ha consumata per tanto tempo e non mi fa onore, ma è questo quello che ho fatto: ho continuato a paragonare il mio percorso alle vite degli altri. Gli altri però non erano persone qualsiasi, sceglievo con cura il mio pubblico. Tutti coloro che erano entrati, non richiesti, avevano preso quanto potevano arraffando a piene mani e se n’erano andati appena mi ero permessa di dire “no”. Coloro che mi avevano ferita e poi lasciata senza guardarsi indietro. Continuavano ad ossessionarmi. Vedevo i nuovi rapporti che stringevano, le vittorie, i traguardi e poi mi osservavo allo specchio, sbagliata come uno scarabocchio. Potevo solo ripetermi che un giorno tutta quella bile nella pancia si sarebbe trasformata in senso di rivalsa. Come poteva- mi dicevo- essere così facile per gli altri? Tiravano una riga su quanto ero stata, il nostro legame e andavano avanti come se avessero sorpassato con la macchina la carcassa di un animale ai bordi della strada. Questo ero, la carcassa di un cuore sciocco che aveva creduto.
Perché questi pensieri? Ieri mentre ero in negozio ho visto uscire dal portone del Palazzo Comunale quello che è stato il mio primo fidanzatino ai tempi dell’asilo. Si è sposato con una ragazza del paese. Qualche anno fa si frequentava con una ragazza di Verona e non si sa perché, hanno voluto buttarmi nel loro rapporto venendomi a pescare da un ricordo del passato. “Sai, lei è stata il mio primo grande amore! Dovete diventare amiche”. Era uno dei miei momenti più fragili, con nonna sotto i ferri e il mio ex che dopo due anni di relazione a distanza aveva chiuso con me con una telefonata di appena due minuti. A pezzi, sola, avevo voglia di uscire, volevo essere una buona amica.
È stata una delle tante che ha preso, si è sfregata le mani sul mio cuore e se n’è andata quando la sua relazione è naufragata. In qualche modo dovevo essere lasciata indietro insieme a tutto il pacchetto.
Ieri ho visto lui che si sposava con un’altra e invece di provare invidia, rabbia magari, ho pensato a quanto sono fortunata ad avere incontrato il mio ragazzo. A come sarebbe stato bello anche lui vestito di verde, con gli occhi chiari emozionati.
C’ho pensato e con sollievo mi sono resa conto che forse, dopo una vita trascorsa a concentrarmi su quello che avevo perso o non avevo adesso ho imparato/sto imparando a dare importanza a cosa invece c’è ed è fondamentale.
Avrei voluto essere più brava, impararlo prima. Ma va bene così.
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giulia-tralerighe · 11 months
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Promemoria per le giornate tristi:
Cara me, che forse stai leggendo questo messaggio con gli occhi pieni di lacrime e la sensazione di non andare mai bene.
Cara me, che passi le ore a chiederti nella testa che cosa hai sbagliato, a svilirti per la tua timidezza e recriminarti i sorrisi ingenui che spargi senza troppa parsimonia.
Cara me, che ti sei fidata tanto e hai contato più porte chiuse che portoni aperti, che hai aspettato più autobus invece dei treni in corsa senza ritorno.
cara me, davvero, con il cuore in mano: smetti di essere la peggior nemica di te stessa.
Smettila di credere di sbagliare sempre, che dopo la fregatura ce ne sia per forza un’altra, che pungere come un cactus sia la soluzione a tutto.
Piccole dosi, un poco di acqua, tanto sole.
Prenditi cura di te e sappi che va bene, vai benissimo e continuerai a fiorire.
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giulia-tralerighe · 1 year
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ci sono giorni e poi, c’è la vita dentro quei giorni.
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giulia-tralerighe · 1 year
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ci sono cose che vorrei indietro della vecchia me stessa: la pazienza , l’ingenuità piena, il modo estroverso che avevo da bambina di salutare e parlare senza vergogna. a volte mi manca non essere come avrei voluto diventare. mi dico che se avessi incontrato persone diverse, se avessi mandato giù meno bocconi amari forzando la mia natura, se avessi dato meno possibilità a chi le ha volute utilizzare per ferirmi, forse-forse- mi sarei chiusa di meno. forse non tenderei ad isolarmi per partito preso. magari avrei la voglia di riprovarci, trovare persone da amare e che siano sincere. sento il peso di tutte le parole non dette come un vestito dismesso dentro le costole. non ho la voglia, il desiderio, né lo spirito di buttare il cuore di nuovo in tutta la sua totalità. quella parte di me, appassita e attaccata dentro come una carcassa, non tornerà più e fa male perché in parte chi mi ha ferita ha vinto. neanche fosse una gara. poi ci sono però quelle cose che appartengono alla nuova me, che per fortuna non è diventata solo solitudine e sarcasmo. c’è una resistenza nuova, una fibra che pulsa vita e rispetto, c’è più egoismo e-incredibilmente- ancora tanta, tanta fiducia nella gentilezza del genere umano. da pazzi, eppure qui si continua a lottare. non si finisce mai di sperare.
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giulia-tralerighe · 1 year
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la prima cosa che mi è uscita di bocca è stata “non è giusto”. davvero, non lo é. ho visto il babbo e la mamma farsi piccoli, piegarsi sotto il peso di un dolore improvviso perché sai che la vecchiaia è inevitabile, ma la morte di chi ha ancora anni e anni davanti é intollerabile. ti aspettavo in negozio, non vedevo l’ora di sentire le battute che avresti fatto per tutto quel profumo di lavanda che ho attorno ogni giorno. con la risata forte, di gola, quel modo di fare buono come il cuore che ti contraddistingueva. perdonami se non ce l’ho fatta ad entrare nella stanza, ho preferito ricordarti come ti ho lasciato un mese fa: felice a un tavolino mentre mangiavi di gusto vicino a tua moglie. tua figlia oggi ha i capelli neri ed è il tuo ritratto. non so come faranno, ma cercheremo di non lasciarle sole. grazie per essere stato un sostegno e un grande amico per il mio babbo, là dove altri hanno scelto di non esserci. il bene genera sempre bene, anche nel ricordo.
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giulia-tralerighe · 1 year
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ho ripreso i libri in mano, mi sono seduta e ho iniziato a scrivere pensieri, poesie, parole chiuse dentro da tempo. non so se durerà, però già alla fine dello scorso anno ho deciso di puntare su me stessa dopo tanto che me lo ripetevo e mandavo avanti gli altri. non voglio avere rimpianti, ne ho collezionati anche troppi. magari è la formula giusta per imparare a volersi bene.
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giulia-tralerighe · 1 year
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mi manca la costante dello scrivere ogni giorno, il luogo confortevole tra la carta e l’inchiostro.
quel potersi liberare, vedere i pensieri che scorrono fuori e si gonfiano in lettere piene di ansia, cose belle, rabbia e sentimento.
la scusa del non avere tempo non regge più. c’è che di cose importanti ci dovrei essere io, mettermi al primo posto e non ho mai imparato a farlo. vedo passare mesi, rincorro il lavoro, le persone, tutto scivola ed ecco, un altro anno è passato.
non so perché la vivo così. sono felice dei traguardi e delle cose importanti che ho, sarei ipocrita nell’affermare il contrario. ma quei sogni- due- sono lì messi in un angolo da così tanto tempo a ricordarmi quanta poca fiducia ho sempre avuto in loro che provo vergogna. scrivere questo mi aiuta in effetti, fa bene.
spero di arrivare un giorno, osservare il mio riflesso e dirmi soddisfatta di quello che vedo. c’è un manuale d’istruzioni per credere in sé stessi senza per questo passare come egoisti se per una volta non vengono gli altri prima di te?
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giulia-tralerighe · 1 year
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volevo solo dire che per il cuore che ho tutte queste brutture non me le meritavo.
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giulia-tralerighe · 1 year
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Pochi giorni fa, mentre aspettavo nel parcheggio fuori dal ristorante, ho visto un bambino che ha iniziato a ballare.
Stava aspettando che il suo babbo uscisse dal negozio accanto e così, per ingannare l’attesa, ha preso a dondolare su stesso. Qualche piccolo passo di danza, un po’ incerto nei movimenti, poi ha allargato le braccia puntando gli occhi verso il cielo. Si è dato la spinta e con una mezza risata che mi ha raggiunta persino dietro il vetro del finestrino, l’ho visto iniziare a vorticare in circolo, sempre più veloce. Temevo che perso l’equilibrio sarebbe rovinato a terra, ma lui continuava ad accelerare, accelerare e alla fine quando ha interrotto il movimento poggiando le mani sulle ginocchia, è esploso in un vero e proprio grido di gioia con tutta la felicità possibile nello sguardo.
Non so perché a distanza di giorni ho conservato questo ricordo cullandolo tra i pensieri. Sarà che mentre lo guardavo con una punta d’invidia mi sono trovata a sorridere a mia volta. È stata un carezza che mi andava di condividere e mettere per iscritto. Oggi quando è partita “Listen to the man” nelle cuffie e come ogni anno in questa data mi sono sentita gli occhi lucidi, ho avuto al contempo voglia di sorridere pensando a quel bambino. Ho pensato ai fiori, al bacio sulla mano, al calore degli abbracci di stamattina.
You don't have to be scared, babe
Won't you listen to the man that's loving you?
Ci sono assenze che si manifestano sotto forma di altri gesti. L’ amore, alla fine, trova sempre il modo di tornare da noi.
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giulia-tralerighe · 2 years
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Si cerca di trovare un modo giusto di dire addio, ognuno al tempo del proprio cuore.
Si impara ad accettare il cambiamento quando c’è chi fugge e c’è chi resta in queste giornate dal sapore dolce amaro.
Si affidano desideri alle stelle anche se sappiamo che sono lontane per ascoltarci.
Si impara ad amare con la tenerezza di sapere di non essere soli, la certezza di vivere per conto nostro il dolore.
Si guarda al passato, si vive il presente facendosi un sacco di domande sul futuro.
Ci si butta giù perché a volte una parola, quella frase, un gesto hanno il potere di spezzarci quando già l’afa di agosto toglie il respiro.
Ma per questo ci si riscopre un po’ più audaci, coraggiosi, forse matti nel rimettersi in sella e camminare controvento.
Si impara, infine, che per quanto ci si possa preparare a tutte le cose che la vita mette davanti non sapremo mai, non avremo capito nulla, non saremo mai in grado di proteggerci da niente.
Proprio qui sta il bisogno, il desiderio di riuscire a vedere oltre, a sapere di poterlo superare.
In un orizzonte lontano che non si fa soffocare dalla pioggia.
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giulia-tralerighe · 2 years
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la stanchezza di queste settimane, il dover rimediare agli errori degli altri, essere onnipresente, non avere tempo per i miei sogni. è vita anche questa, ma si può chiamare così? vorrei riuscire ad essere abbastanza felice per godermi le cose belle che stanno succedendo, ma ambienti lavorativi tanto tossici tolgono il sorriso. per anni ho creduto di dover sempre dimostrare qualcosa, era un’idea radicata a forza nella testa. adesso non me ne importa niente del mondo e di chi sta a guardare, ma vorrei tanto dimostrare a me stessa quando sono stata brava e quanto continuo ad esserlo. ho avuto aiuti, ma il grosso l’ho fatto da sola e non mi sono complimentata abbastanza.
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giulia-tralerighe · 2 years
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Un atto di coraggio non è mai una cosa piccola.
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