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Se tu e io, decidessimo, un giorno, in maniera del tutto volontaria, di credere in quello che siamo insieme e di amarci a tal punto da vivere quel che resta dei nostri giorni insieme, io sicuramente, senza ombra minima di dubbio, chiuderei gli occhi la sera e dormirei serena.
Se noi mai decidessimo che la cosa migliore e più giusta è stringerci in un abbraccio e rimboccarci le maniche, io ti giuro che non farei più nessun tipo di sogno la notte né incubo che sia.
La mia vita sarebbe al completo e noi, insieme, fonte stessa dei miei sogni.
E tu, con me, cuore pulsante delle nostre vite che diventano vita.
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Nella lingua Quechua non esiste la parola "addio", esiste "tupananchiskama" che significa "fino a quando la vita non ci ritroverà”.
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Sono anni che non scrivo. Anni di vuoto creativo, talmente tanti anni che alla fine mi sono convinta che nemmeno ce l'ho avuta un po' di creatività. Eppure, guardando quello che ho scritto, mi rendo conto che una scintilla c'era. Solo che non ho saputo alimentarla.
Sono anni che non penso alle storie. Prima me ne inventava così tante, viaggiavo con la testa. Ero un proiettore e la carta era la tela dove le mie fantasie prendevano vita. Le penne che conservavo con cura, i fogli che sapevano sempre di buono, l'attenzione che riponevo nello scrivere. Quasi come un rituale, una celebrazione del mio credo: la sacralità delle parole e l'effetto che queste hanno sulle persone. Sono cambiata, mi sento diversa. Quasi un po' traditrice verso la me di dieci anni fa che si accinge alla scrittura, che si lascia abbracciare e che abbraccia questo mondo. Ho tradito le mie aspettative, i miei sogni. Ho ceduto alla volontà degli altri di vedermi come volevano loro. Ho abbandonato la me bambina, quella fanciulla che crede di poter diventare quella donna che ha sempre sognato, una donna che non ha paura della vita che si è creata. Una donna che ama, profondamente, le sue passioni e le vive. Anche questa andrà a finire nelle bozze perché, erroneamente, penso che non posso più recuperare, non è rispettoso nei miei stessi confronti. La verità è che non è vero che ho smesso di scrivere, di non pensare alle storie. La verità è che ho smesso di amarmi, facendo il grosso errore di trascurarmi. Sono così dispiaciuta di me stessa che quasi mi vorrei abbracciare pur di consolarmi. Ma non posso tornare indietro, non posso chiedermi di vivere diversamente la mia vita, dirmi che non è mai troppo tardi. La vita è una sola, può finire in un istante.
“Ecco come, cara me, a distanza di anni, ti pubblico. E ti abbraccio e ti stringo forte, perché crescerai e avrai sempre gli stessi rimpianti, con la differenza che cercherai di fare qualcosa affinché questi stessi rimpianti, diventino di nuovo sogni e poi, chissà, realtà.”
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