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"Quello che perseguo è un ideale di rinascenza pagana che rivendichi i diritti della carne mortificata da venti secoli di rinuncia cristiana. La bellezza, la forza, la cultura, la gioia che furono sino a ieri monopolio di casta siano domani patrimonio di tutti gli esseri umani" (Benito Mussolini).
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“[…] né senza affetto alcun giudizio sussiste; poiché ogni cosa qualunque, o vista, o sentita, dee cagionare nell’uomo, o piacere, o dolore, o maraviglia, o sdegno, od invidia, od altro; tal che sul a ricevuta impressione si venga ad appoggiare il giudizio […]. È dunque l’odio un affetto contro alla reità non men giusto, naturale, e sublime, di quel che lo siano l’amore, e la stima per la virtù. Il professarsi incapace d’odio, equivale all’essere incapace d’amore: o equivale al dire stolidamente, che le qualità da amarsi faranno impressione viva, e profonda in quello stesso animo, in cui le qualità da odiarsi non ne faranno nessuna, o leggiera.” (Vittorio Alfieri, Il misoggallo, prosa prima)
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“(Francesco G. Gandellini:) Il forte sentire, credilo a me, egli è una liquida sottile infiammabile qualità, che per ogni nostra vena e fibra trascorre, ed a tutti i sensi si affaccia. Or, che saran questi grandi, che in altro non sono, che nella potenza degli occhi? Non sono in quella neppure; s’infingono, s’ingannano, per ingannare. [...] che l’osservare e il gustare le forti e magnanime imprese era in questi nostri tempi cagione di più infelicità e dolore”
Vittorio Alfieri, La virtù sconosciuta (1789)
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“Benché ammattiscano saranno sani di mente, Benché sprofondino in mare risaliranno a galla, Benché gli amanti si perdano l'amore sarà salvo; E la morte non avrà più dominio.”
(Dylan Thomas - E la morte non avrà più dominio)
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Tempi antichi
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Eppure ci fu un tempo in cui non c’era bisogno di urlare; il confronto era superfluo; ognuno riconosceva il suo posto per discendenza e per merito (uno aggiusta l’altro); il dolore non era necessario per imparare a vivere; la libertà non la si invocava ma la si viveva; l’arte serviva per immaginare la perfezione partendo dall’uomo; la filosofia non serviva; la religione serviva per arrivare alla perfezione fin’ dove l’uomo poteva e non per minacciare l’uomo stesso; la guerra nobilitava l’uomo; lo Stato era soggetto alla legge eterna, che era il riflesso della giustizia divina; si amava l’avo deceduto tanto quanto il discendente non ancora nato; e l’amore era vero ed eterno e gli amanti erano un tutt’uno.
E quindi ci fu un tempo in cui la morte non ebbe alcun dominio.   
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“[..] que’ tuoni di verità, i quali, perché pajono forse meno eleganti, sono assai meno letti, e che essendo più maschi, più veritieri, incalzanti, e feroci, sono assai meno sentiti dall’universale, perché appunto fan troppo sentire [...]”.
(Vittorio Alfieri, “Del Principe e delle lettere”, libro I cap. III)
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Qualcuno ci ama
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Qualcuno ci tormenta.
Qualcuno può desiderare per noi una morte ignobile.
Qualcuno può desiderare per noi di scorgere l’Abisso e di uscirne consapevoli.
Ovverossia, Qualcuno ci ama.
Someone is tormenting us.
Someone may wish for us an ignoble death.
Someone may wish for us to glimpse the Abyss and emerge from it aware.
In other words, Someone loves us.
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Costruttore di mondi
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“Costruttore di mondi”, ma alla condizione che tu sia “Nessuno”. Dove c’è la “massa” non ci sono volontà elevate e virtù. (La virtù è la disposizione spirituale conforme alla volontà degli Dei, che si reifica nel vivere secondo Tradizione.) L’arbitrio della massa è fattore endemico del sistema democratico: democrazia è necessariamente demagogia.  La razza umana è degradata: non si conosce più la Patria; non si conosce più il proprio consanguineo; non si ha il coraggio più di punire con la morte il figlio per alto tradimento (oh Bruto se potessi essere ancora un esempio fra noi “homo” e non “vir”); non si è più audaci; non si ha più il desiderio di intraprendere nobili imprese e di primeggiare (non per creare disutili invidie tra gli altri popoli, ma per onorare i propri antenati e divinità); non si ripudia l’umiltà d’animo e il pietismo verso i deboli. I pochi uomini pensanti o sono spenti nella volontà di reagire, o hanno solo una conoscenza accademica da esibire ai propri colleghi e studenti o svendono la loro dignità in cambio di una estemporanea fama, necessariamente rinnovabile in base ai flussi dei libracci pubblicati, saturi di un becero (se non falso) intellettualismo compatibile con i vizi generali del momento. La virtù è diventata questione di “altri mondi”. Se vuoi cerca il “Nulla”; diventa finalmente Nessuno; sii così un Costruttore di mondi.
(01/09/2022, 3:13)
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Amare
Né pace avrò mai, né tregua, i caldi affanni del mio libero spirto, ov'io non vèggio maturi e invitti amanti.
(21/08/2022, 17:50)
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“Julia: non è con cose materiali che conquisterai il mio cuore. [...] Julia: Ma finché non ci sarai riuscito continuerai in eterno con i massacri e le depredazioni. Shin: Adesso smettila Julia! Julia: Persone che non hanno alcuna colpa, soffrono e muoiono unicamente a causa mia. E l’origine di tutto... la causa scatenante delle tue folli azioni... sono io. Shin: Julia! Aspetta! Julia: Shin... addio.” (Ken il guerriero: la leggenda di Julia)
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“Davanti a lui, la tigre si era preparata alla morte; invece di fronte a Raoul, la tigre ha avuto solamente paura di morire.” (Ken il guerriero: la leggenda di Julia)
“In front of him, the tiger had prepared for death; instead in front of Raoul, the tiger was only afraid of dying” (Fist of the North Star: the legend of Julia)
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Cos’è il “senso di comunità” senza la Tradizione?  Il liberalismo, figlio del debole compromesso tra l’illuminismo e il principio monarchico, ha dato la sua soluzione: un agglomerato di individui, portatori di bisogni ed interessi, condividono un “set base” di diritti e libertà fondamentali per poter’ a posteriori coltivare e promuovere in modo pacifico la loro concezione del bene, qualunque esso sia. Dove c’è Tradizione non c’è pluralismo; dove c’è Tradizione non c’è paura di vivere in società, pertanto non si sente l’esigenza di sacralizzare (o, in chiave giuridica, dare una tutela costituzionale a) un gruppo di diritti e libertà; dove c’è Tradizione si sacralizza solo ciò che è “avvinto alla divinità”, pertanto intoccabile; dove c’è Tradizione non c’è nessuna Costituzione (inteso come documento giuridico supremo), semmai l’atto giuridico riempie gli spazi vuoti della norma morale (non bisognerebbe neppure attutire il peso della “sanzione morale”, anche se ai posteri potrebbe apparire “esagerata”). In questo periodo di decadenza, permane ancora un flebile “senso di comunità” perché i popoli rimembrano ancora frammenti di vita spirituale passata.  Finita la decadenza, ci sarà soltanto il “deserto di uomini”.
(15/06/2022, 02:05)
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Le scale sono finite: siamo frammento dell’Abisso.
The stairs are overe: we are fragment of the Abyss.
(14/06/2022, 1:56)
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<Le persone soffrono a causa dell’amore. Per questo ho indossato una maschera di crudeltà. Ma credo che tu probabilmente supererai anche queste sofferenze. Kenshiro, sono felice che il mio ultimo avversario sia stato tu.> (Souther, Sacro Imperatore e guerriero di Nanto)
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Elogio dell’odio.
Il viso dolce e la disponibilità alla cooperazione non assicura l’essere buono. Il pregiudizio non è che la manifestazione dell’intolleranza verso ciò che è diverso. L’eguale libertà non è che l’arresa verso il volgo colmo di rabbia e avido di avere. L’etica senza il vincolo morale non è nient’altro che l’arrogante pretesa di sostituirsi alla “sapientia” divina. Nel “mos maiorum” si può scorgere la volontà divina. Non c’è alcuna Tradizione se non c’è una morale sovrana. Non c’è felicità senza la trasmissione, come un’eredità, di un insegnamento antico, quasi arcano.  Trasmettere il “diritto antitradizionale” significa nient’altro che ordinare stabilmente la società secondo il principio della “tirannia del volgo”.  E la volgarizzazione di ogni “stato esistenziale dello Spirito” porta l’individuo e tutto il resto verso l’Abisso, verso il non-luogo della dignità, del rispetto, della ragionevolezza, della felicità, in una parola dell’esistenza: il luogo dove tutto ebbe inizio e dove in origine gli Dei versarono lacrime e sangue. Chi sono gli Dei se non degli esseri felici, ovvero degli esseri che ce l’hanno fatta? E sapendo almeno ciò, se vuoi intraprendere il viaggio verso la felicità, inizia a saper’ odiare.  L’odio è la volontà sentimentale di distruggere per ricominciare. L’odio non è nient’altro che l’amore reso più complicato, perché l’amore non presuppone la distruzione, ma costruisce direttamente su basi solide. Se l’odio non presupponesse la volontà successiva di ricostruzione sarebbe una forma di “caos interiore” che sfocia in un “caos esteriore”, necessariamente non guidato da alcun’ sentimento, morale o altro. Che il tuo odio sia guidato dal “sapore” della vendetta (“sapientia” deriva dal verbo “sapere” che in origine significava “avere sapore”): vendicati per tutto il “male pubblico” che �� stato provocato alla tua stirpe, nonché alla tua possibilità di giungere serenamente alla “felicità” (che, ricorda, ha un significato spirituale, quindi divino). Trascura chi ti parla mostrandoti solo il presente: costui non ha capito che gli antichi ci hanno messo in guardia dal pericolo dell’implosione vero l’Abisso, dove pure i neonati sanno già di morte. Il compromesso non è nient’altro che lo strumento per mettersi d’accordo su come non essere felice insieme a qualcun altro altrettanto infelice. Pertanto trascuralo.  Assapora la solitudine, assapora il sangue dei tuoi avversari presenti e futuri. Tieniti pronto ad uccidere anche il tuo fratello se è necessario, come fece Romolo. Chi vuole distruggere e rifondare non può concedersi alcuna forma di pietà. La pietà non è nient’altro che il prolungamento della sofferenza spirituale di chi si trova in una condizione di debolezza (o di inferiorità) temporanea o perenne. Tutto questo, e non altro, significa essere seriamente sensibili alle sofferenze dell’individuo, inteso come “frammento dell’Infinito”. Cerca di capire come sono caduti gli antichi saggi e preparati alla distruzione integrale, con ogni mezzo. Distruggi per rifondare, partendo dall’esperienza e dalla sapienza tradizionale. Odia e ama, per te stesso e per le future generazioni.
(10/5/2022, 2:17)
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Memorie dell’Invisibile.
Memories of the Invisible.
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Casa mia. Fiori di ciliegio. Purezza e brevità.  Il migliore dei fiori è il ciliegio, il migliore tra gli uomini è il guerriero.
(My home (Italy). Cherry blossoms. Purity and brevity. The best of the flowers is the cherry, the best among men is the warrior.)
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