"Il germoglio di un seme, secondo gli scienziati, si muove con una velocità che non ha eguale nel mondo, non lo vediamo e non percepiamo; è evidente che la forma contiene in sé la corrente e non la lascia propagare sino a noi"
"Jünger oppone la disciplina eroica alla sensibilità del soggetto borghese il cui corpo non è avamposto, non è strumento per uno scopo superiore. Il suo corpo fragile è più che altro un fine in sé: perde cioè quell'orizzonte di significato che consentirebbe di cogliere il senso del dolore."
Byung-chul han, la società senza dolore, parla di Ernst Jünger (Heidelberg, 29 marzo 1895 – Riedlingen, 17 febbraio 1998)
"Perché è più che un numerista il fra cappellano era uno smorfiatore di sogni, dai sogni che gli raccontavano trasceglieva gli elementi che potevano assumere una certa coerenza di racconto, e le immagini che nel racconto prendevano risalto egli traduceva in numeri: e non era impresa facile ridurre a numeri i sogni della gente; sogni che non finivano mai, come le storie dei reali di francia; che si scomponevano in un caos di immagini, che si sperperano in mille rivoli oscuri. "
«A ogni epoca la sua arte, all'arte la sua libertà»
Questo caffè, questa via... Vienna stessa è un parco a tema, un set cinematografico fin de siecle, scintillante e secessionista. I camerieri hanno i baffi d'epoca e Strauss è onnipresente, trasuda persino dei negozi di cioccolato. Continuo ad aspettarmi che da un momento all'altro arrivi Mahler oppure che Klimt si metta a disquisire.