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GAME OF THRONES season 7 meme | 1/3 characters/storylines: sansa stark
When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives.
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arya & sansa –– winterfell au
❛ Have you forgotten your courtesies? ❜
Quando due degli uomini posti a presidio dell’ingresso di Winterfell sono giunti da Sansa per comunicarle che sua sorella Arya Stark aveva fatto ritorno a Winterfell, lei ha stentato a crederci. Credeva che sua sorella fosse morta, insomma, tutti quegli anni separate e di lei nessuna notizia, cos’altro avrebbe dovuto pensare. Lasciando da parte le scartoffie a cui si stava dedicando per alleggerire il carico di lavoro di Robb nella gestione della magione, Sansa ha congedato i due cavalieri e si è precipitata fuori dalla sua stanza. Adesso muove passi veloci lungo i corridoi in pietra di Winterfell, sente i tacchi delle scarpe cozzare col pavimento, ma lei ha bisogno di raggiungere sua sorella, di accertarsi che sia lei, di riabbracciarla.
Ha avuto tempo per pensare, per riflettere sul suo comportamento, e si è resa conto di essere stata molto ingiusta anche con sua sorella oltre che con Jon. Vuole chiederle scusa, sperare che le cose fra loro possano cambiare, ma sa che c’è un tempo per ogni cosa e che dovrà procedere gradualmente anche con quello. Raggiunge le cripte di Winterfell perché sa che ci troverà sua sorella, è il primo posto in cui ha trascorso del tempo lei dopo che suo padre è stato finalmente seppellito accanto ai suoi fratelli, insieme alla sua famiglia. Arriva e la vede, vede Arya, è più alta e più donna rispetto a quando si sono lasciate, ma è pur sempre la sua sorellina, ancora piccola di statura, con quegli occhi che sembrano animati dal fuoco della ribellione. Le sente le parole che le rivolge ma ancora non riesce a parlare. Non sa cosa dire, sente il cuore esplodere di gioia, perciò semplicemente abbozza un paio di passi e abbraccia forte sua sorella, inspirando il suo profumo.
‹ Sei davvero tu! ›
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A Game Of Thrones Ask Meme.
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The snow drifted down and down, all in ghostly silence, and lay thick and unbroken on the ground. It was a place of whites and blacks and greys. White towers and white snow and white statues, black shadows and black trees, the dark grey sky above. A pure world, Sansa thought. I do not belong here. Yet she stepped out all the same.
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The North remembers.
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gif meme | rosevtyler asked: Sansa Stark + #15 Quotes
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‹ Lo so, ma ho sempre... fatto ciò che voleva la Lady nostra madre. E ho sbagliato. So che ci ha sofferto, non avrei mai voluto! Ero così stupida e ingenua, non ci pensavo. › Si sentirà sempre in colpa per ciò che la piccola Sansa Stark ha fatto prima che la vita la mettesse davanti a quanto di più tremendo c’è nel mondo, e solo così ha capito fino a fondo le parole di suo padre. Durante l’inverno dobbiamo proteggerci a vicenda. Jon Snow è suo fratello, sangue del suo sangue, e a lei non importa altro.  ‹ Robb. › Lo ammonisce, portando un braccio a cingere il suo, e posando la mano del braccio libero sull’avambraccio di suo fratello. ‹ Non sono più una bambina, non devi nascondermi le cose, lo sai. › Robb è sempre stato un modello di comportamento per Sansa. Fiero, bellissimo, leale e coraggioso, sua sorella gli ha sempre donato tutto il suo più incondizionato amore, il suo rispetto e la sua ammirazione. Le storie di cavalieri che le piacevano tanto le sembravano perfette per qualcuno come suo fratello. Sapeva che Robb un giorno sarebbe entrato nella memoria delle ballate, avrebbero composto sonate e canzoni per elogiare la sua grandezza. Avrebbe tanto voluto sposare un principe bello e forte come lui, ci pensava spesso quando era ancora una bambina. Nei momenti di maggior difficoltà per lei, Sansa si è sempre fatta coraggio pensando a Robb: “Devo essere coraggiosa come Robb”, pensava, mentre scendeva a patti con se stessa per aver salva la vita. Ma ora è una donna, è cresciuta, guarda con il giusto disincanto il mondo e sa che può essere di vitale aiuto per Robb, come è già stato: insieme hanno abbattuto i nemici e distrutto i traditori, insieme hanno innalzato i vessilli degli Stark su Grande Inverno.
the lone wolf dies but the pack survive
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È mattino presto ma Sansa è già sveglia. Ha spazzolato i capelli, li ha intrecciati e acconciati dopo aver fatto un bagno caldo, e mentre le sue ancelle la aiutavano a rivestirsi ha udito voci e bisbigli sul ritorno del proprio fratellastro, Jon Snow. Quando lei e Arya sono partite per Approdo del Re, assieme al loro padre, Ned Stark, Jon ha dovuto affrontare un viaggio ugualmente difficile che lo ha condotto alla Barriera. I suoi occhi brillano appena, a fatica riesce a contenere l’emozione.  ❛ Robb sarà così felice! ❜ ,pensa, mentre apre la porta della sua stanza per dirigersi verso la Sala Grande, dove sa troverà suo fratello; è da lì che il Re del Nord si occupa dei suoi doveri, come suo padre ha fatto prima di loro. Sansa ha patito sofferenze che una giovane donna non dovrebbe patire, ma ciò l’ha aiutata a crescere e a rendersi conto di essere stata molto ingiusta nei confronti del proprio fratellastro. L’arrivo di Robb è stato provvidenziale, la sconfitta dei Lannister e l’avvento del regno di Stannis Baratheon hanno ridato stabilità al regno. Corre e giunge fino alla Sala Grande, in cui entra, e come ipotizzato trova suo fratello intento a scrivere qualcosa. ‹ È vero? Jon è tornato?! ›
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You need her as she needs you… and I need both of you, gods help me.
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‹ Lo è anche per me. › Sansa è sincera stavolta, è sincero il suo sorriso, lo sguardo carico d’affetto che rivolge a Jon. Riconosce a se stessa di essere stata terribile con lui, e vuole fare ammenda; lo ha trattato con una freddezza che non meritava, incurante della sofferenza che probabilmente Jon provava nella sua condizione di figlio illegittimo. ‹ Non credevo ci saremmo rivisti. ›
jon & sansa — winterfell au
È fredda l'aria che quella mattina sferza il suo volto, meno delle proibitive temperature a cui è stato abituato alla Barriera, ma abbastanza da indurlo a rifugiarsi nel caldo manto nero dei Guardiani della notte. È rimasto a parlare sino alle prime luci dell'alba con Robb, hanno discusso lungamente dell'imminente pericolo che minaccia tutti i loro sopra ogni altra cosa, ma prima di riprendere il proprio ruolo come Lord Comandante, Jon lascia spazio a quel dolore sordo che ha tuonato nel suo cuore per tutti quegli anni e tralasciando per qualche minuto in più obblighi e doveri scende nella cripta che ospita i suoi avi. È lì che rimane per un'ora, o forse anche di più, di fronte la statua di Eddard Stark: porge gli omaggi al Lord suo padre, gli parla silenziosamente delle proprie difficoltà, degli obiettivi raggiunti, di suo zio Benjen, di come vorrebbe potergli parlare anche solo un'altra volta, sentire quella voce piena di orgoglio ed onore risuonare tra le mura della Sala Grande. Ed infine gli porge anche i suoi saluti, accende una candela e riemerge dai gelidi tunnel della cripta, di nuovo nel portico, poi su per la balconata fin quando non incrocia uno sguardo che lo induce ad arrestare il suo cammino e lo lascia sorpreso, senza parole. È cresciuta Sansa, è diventata una vera donna, una Lady. Non ricorda neanche gli anni passati, erano bambini che vivevano in un altro mondo e di un'ingenuità che avrebbero perso tutti molto presto. Ma sua sorella è lì, viva, altro pezzo di una famiglia che aveva rischiato di perdere e che aveva perso. Si avvicina in silenzio, la scruta, gli mancano le parole, dato anche che il loro rapporto non è mai stato come quello tra lui e Robb.
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Non attende che pochi istanti prima di gettare le braccia al collo di Jon e stringerlo in un abbraccio sentito, affettuoso. Inspira il suo profumo tentando di ricordare se è il medesimo che ha respirato prima che tutto cambiasse, chiude gli occhi e affonda appena il viso nella pelliccia della sua cappa da Lord Comandante. Non credeva che si sarebbero mai rivisti, così come non credeva che sarebbe mai tornata al Nord. La sua vita ad Approdo del Re era stata dura e non le era mai parso che ci fosse una via d’uscita; neppure sperava nell’avvento di Robb, era convinta che sarebbe rimasta ostaggio dei Lannister a vita. E Jon, sapeva che non gli era possibile tornare a casa, sapeva che una volta fatto giuramento avrebbe dovuto dimenticare tutti loro e prestare servizio alla Guardia e sono a lei.  “Sarebbe così dolce rividerlo ancora una volta”, aveva pensato ad Approdo del Re, mentre la sua mente indugiava sul pensiero di suo fratello. Gli Dei erano stati buoni con lei, alla fine, l’avevano accontentata. ‹ Jon. › Sussurra, stringendosi a lui.
jon & sansa — winterfell au
È fredda l'aria che quella mattina sferza il suo volto, meno delle proibitive temperature a cui è stato abituato alla Barriera, ma abbastanza da indurlo a rifugiarsi nel caldo manto nero dei Guardiani della notte. È rimasto a parlare sino alle prime luci dell'alba con Robb, hanno discusso lungamente dell'imminente pericolo che minaccia tutti i loro sopra ogni altra cosa, ma prima di riprendere il proprio ruolo come Lord Comandante, Jon lascia spazio a quel dolore sordo che ha tuonato nel suo cuore per tutti quegli anni e tralasciando per qualche minuto in più obblighi e doveri scende nella cripta che ospita i suoi avi. È lì che rimane per un'ora, o forse anche di più, di fronte la statua di Eddard Stark: porge gli omaggi al Lord suo padre, gli parla silenziosamente delle proprie difficoltà, degli obiettivi raggiunti, di suo zio Benjen, di come vorrebbe potergli parlare anche solo un'altra volta, sentire quella voce piena di orgoglio ed onore risuonare tra le mura della Sala Grande. Ed infine gli porge anche i suoi saluti, accende una candela e riemerge dai gelidi tunnel della cripta, di nuovo nel portico, poi su per la balconata fin quando non incrocia uno sguardo che lo induce ad arrestare il suo cammino e lo lascia sorpreso, senza parole. È cresciuta Sansa, è diventata una vera donna, una Lady. Non ricorda neanche gli anni passati, erano bambini che vivevano in un altro mondo e di un'ingenuità che avrebbero perso tutti molto presto. Ma sua sorella è lì, viva, altro pezzo di una famiglia che aveva rischiato di perdere e che aveva perso. Si avvicina in silenzio, la scruta, gli mancano le parole, dato anche che il loro rapporto non è mai stato come quello tra lui e Robb.
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Quella mattina, come in molte altre era successo, Sansa si è svegliata presto, prima delle sue ancelle, di suo fratello, dei soldati a presidio di Grande Inverno, ha fatto un bagno caldo e ha pettinato da sola i lunghi capelli rossi, ha indossato uno dei suoi abiti – quello blu, col metalupo ricamato in argento sul petto – e si è diretta al Parco degli Dei. Non prega più Sansa, è qualcosa che ha smesso di fare ad Approdo del Re quando si è resa conto che le sue preghiere non venivano esaudite da alcun dio. Suo padre sarebbe deluso da lei, questo Sansa lo sa bene, Eddard Stark si era sforzato così tanto di trasmettere ai suoi figli il rispetto reverenziale che nutriva per i suoi dei, e lei ne aveva recepito ogni insegnamento, per anni aveva pregato per se stessa, per Robb, per suo padre defunto e per sua madre, per Arya, Jon, Bran e Rickon. Eppure le piace ancora recarsi lì, al Parco degli Dei, sedere sulla panca in pietra su cui erano soliti sedere i suoi genitori e lasciarsi andare al silenzio e alla pace di quel luogo. La neve che ricopre il suolo col suo soffice manto cozza con il colore scarlatto delle foglie del grande albero che veglia sul Parco e su di lei. Le piace quel posto, è l’unico luogo in cui può fingere che le cose non siano cambiate, che lei non sia cambiata. ( . . . ) Non sa quanto tempo ha speso seduta su quella panca contemplando la neve, riflettendo e nutrendosi del silenzio. Il vento comincia a scuotere i rami e a far ballare le foglie rossastre, un tiepido spiraglio di sole fa la sua comparsa fra le coltri di nubi e gelo, e Sansa si rende conto che forse è giunto il momento di tornare al Castello e ai suoi doveri di Lady di Winterfell. Entra nel porticato di Grande Inverno mentre sfila i guanti dalle mani, le creano un po’ di fastidio, le piace sentire il gelo sulla pelle nonostante tutto, è una sensazione che la aiuta a ricordare che è viva ed è lì a onorare chi non c’è più. Sta camminando verso la scalinata che la porterà alla balconata in legno che accede sulle stanze della magione quando i suoi occhi si soffermano sulla figura di Jon.
Jon Snow è davanti a lei, più alto di quanto non ricordasse –– lo è sempre stato, più alto persino di Robb –– ed è così simile a suo padre da farle perdere il fiato per qualche secondo. È un uomo ormai, la barba sul suo viso ne è la prova più tangibile e immediata, i suoi capelli sono legati in qualche modo dietro la testa e fiero indossa una cappa nera come tutti i suoi abiti. Il suo viso è bellissimo, lungo, ha i tratti tipici degli Stark e fin troppe cicatrici per un uomo così giovane. Sansa lo guarda e non sa cosa fare, si avvicina anche lei col cuore che batte forte nel petto e le mani che tremano. Vorrebbe abbracciarlo forte, vorrebbe sentire il suo profumo, il calore della sua pelle, ma non osa muoversi. Non lo biasimerebbe se ce l’avesse con lei, come potrebbe?
jon & sansa — winterfell au
È fredda l'aria che quella mattina sferza il suo volto, meno delle proibitive temperature a cui è stato abituato alla Barriera, ma abbastanza da indurlo a rifugiarsi nel caldo manto nero dei Guardiani della notte. È rimasto a parlare sino alle prime luci dell'alba con Robb, hanno discusso lungamente dell'imminente pericolo che minaccia tutti i loro sopra ogni altra cosa, ma prima di riprendere il proprio ruolo come Lord Comandante, Jon lascia spazio a quel dolore sordo che ha tuonato nel suo cuore per tutti quegli anni e tralasciando per qualche minuto in più obblighi e doveri scende nella cripta che ospita i suoi avi. È lì che rimane per un'ora, o forse anche di più, di fronte la statua di Eddard Stark: porge gli omaggi al Lord suo padre, gli parla silenziosamente delle proprie difficoltà, degli obiettivi raggiunti, di suo zio Benjen, di come vorrebbe potergli parlare anche solo un'altra volta, sentire quella voce piena di orgoglio ed onore risuonare tra le mura della Sala Grande. Ed infine gli porge anche i suoi saluti, accende una candela e riemerge dai gelidi tunnel della cripta, di nuovo nel portico, poi su per la balconata fin quando non incrocia uno sguardo che lo induce ad arrestare il suo cammino e lo lascia sorpreso, senza parole. È cresciuta Sansa, è diventata una vera donna, una Lady. Non ricorda neanche gli anni passati, erano bambini che vivevano in un altro mondo e di un'ingenuità che avrebbero perso tutti molto presto. Ma sua sorella è lì, viva, altro pezzo di una famiglia che aveva rischiato di perdere e che aveva perso. Si avvicina in silenzio, la scruta, gli mancano le parole, dato anche che il loro rapporto non è mai stato come quello tra lui e Robb.
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Chiaramente quella prospettiva la rattrista, ma Sansa sa che essere Lord Comandante dei Guardiani della Notte è una responsabilità pregna di doveri, a cui non ci si può sottrarre troppo a lungo. Sebbene il suo entusiasmo appaia un po’ smorzato da quella circostanza, il sorriso della Lady di Winterfell risplende ancora radioso sulle sue labbra piene, seppur ben presto i suoi occhi si tingano di un’aria colpevole. Vorrebbe avere più tempo per mettere a posto le cose, per scusarsi con Jon come converrebbe, per provare a lenire l’effetto che anni di indifferenza hanno generato. È stata terribile, ha continuato a ripeterselo ogni giorno mentre Joffrey la picchiava e provava a distruggerla, con Arya e Jon più che verso chiunque altro. Una stupida ragazzina troppo presa dai suoi sogni e dalle ballate sui cavalieri per comprendere che il mondo non è fatto per Lady e cavalieri erranti ma solo per chi ha la capacità di sopravvivere. ‹ Spero si fermi abbastanza a lungo da permettermi di scusarmi con lui. Sono stata così sciocca, così terribile nei suoi confronti. ›, ammette, mentre guarda suo fratello, mortificata. Jon era un bambino silenzioso, la loro Lady madre non ha mai fatto nulla per farlo sentire parte della famiglia, e ha sempre tenuto a sottolineare quanto lui non fosse allo stesso livello dei suoi figli. Lui ne aveva sofferto, Sansa ne era sicura, avrebbe dovuto capirlo dallo sguardo malinconico e da quell’aria pensosa che sempre l’accompagnava. Eppure era stata sciocca e infantile, aveva fatto proprie le parole rancorose di sua madre, e a Jon non aveva mai dedicato più di qualche sporadica attenzione. Il termine più familiare con cui si era rivolta a lui era stato “fratellastro”. Ma anche lei era diventata una bastarda, suo padre era stato giustiziato con l’accusa di tradimento e sua madre aveva perso la vita, e per la prima volta Sansa si era ritrovata a comprendere Jon. Sarebbe stato così bello rivederlo, aveva pensato in tante occasioni. Ora Jon è lì, fra le mura di Grande Inverno, e lei può fare le suo meglio per rimediare ai suoi sbagli.
‹ Come mai ha fatto tanta strada per venire fin qui? › Un pensiero più razionale si fa strada nella mente della bella Lady di Winterfell, ed è ovvio che l’arrivo del fratellastro la spinga a domandarsi quali circostanze lo abbiano portato a ricongiungersi coi suoi parenti. Il Lord Comandante dei Guardiani della Notte non può abbandonare Castello Nero senza un motivo stringente, lo ricorda bene Sansa, che ha visto così di rado suo zio Benjen e spesso in occasioni particolari. Zio Benjen era un Ranger, un tipo di carica e di responsabilità diversa da quella ricoperta dal Lord Comandante, per questo pian piano nella mente della Stark comincia a farsi strada il pensiero che qualcosa di serio e preoccupante sia successo, qualcosa che ha spinto Jon fino a Grande Inverno. Attende una risposta mentre posa lo sguardo azzurrino in quello del fratello: ha imparato a scovare menzogne nei posti più impensabili, saprà scovare anche un eventuale menzogna di suo fratello. 
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È mattino presto ma Sansa è già sveglia. Ha spazzolato i capelli, li ha intrecciati e acconciati dopo aver fatto un bagno caldo, e mentre le sue ancelle la aiutavano a rivestirsi ha udito voci e bisbigli sul ritorno del proprio fratellastro, Jon Snow. Quando lei e Arya sono partite per Approdo del Re, assieme al loro padre, Ned Stark, Jon ha dovuto affrontare un viaggio ugualmente difficile che lo ha condotto alla Barriera. I suoi occhi brillano appena, a fatica riesce a contenere l’emozione.  ❛ Robb sarà così felice! ❜ ,pensa, mentre apre la porta della sua stanza per dirigersi verso la Sala Grande, dove sa troverà suo fratello; è da lì che il Re del Nord si occupa dei suoi doveri, come suo padre ha fatto prima di loro. Sansa ha patito sofferenze che una giovane donna non dovrebbe patire, ma ciò l’ha aiutata a crescere e a rendersi conto di essere stata molto ingiusta nei confronti del proprio fratellastro. L’arrivo di Robb è stato provvidenziale, la sconfitta dei Lannister e l’avvento del regno di Stannis Baratheon hanno ridato stabilità al regno. Corre e giunge fino alla Sala Grande, in cui entra, e come ipotizzato trova suo fratello intento a scrivere qualcosa. ‹ È vero? Jon è tornato?! ›
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Sansa Stark non riesce a crede a ciò che ha sentito. La sua famiglia è lì, radunata fra le mura di Grande Inverno, così come era stato prima che quella terribile tempesta si abbattesse su tutti loro. Due dei suoi fratelli mancano all’appello, sua madre e suo padre mancano all’appello e questo le riempie il cuore di tristezza, ma in cuor suo l’Uccelletto di casa Stark sa che quella che Robb ha ottenuto è stata una vittoria ben più grande di quanto non potessero sperare. Per anni è stata picchiata, torturata fisicamente e psicologicamente, Joffrey Baratheon ha abusato di lei senza pietà, Ditocorto l’ha usata per i suoi giochi di potere e Cersei Lannister ha adoperato una cattiveria gratuita inaudita nei suoi confronti, ma ogni giorno Sansa ha resistito e fatto quanto necessario per sopravvivere proprio pensando ai suoi fratelli. Il volto di Robb ha popolato i suoi sogni per così tanto tempo, avrebbe voluto accarezzarlo, doveva sopravvivere per riuscirci. E quanto a lungo ha pensato a sua sorella Arya, a quanto avrebbe voluto scusarsi con lei per ciò che aveva fatto, per le discussioni inutili, per le parole che mai aveva davvero pensato. Pensava a Rickon e ai suoi ricci scuri, a quanto le mancasse quel bambino indomito che non aveva avuto il tempo per crescere. Ma si era sbagliata, Rickon era vivo e aveva fatto ritorno al Nord, assieme a lei e a suo fratello. Poi ha pensato anche a Jon Snow, sì, persino a lui, e il suo cuore si è riempito di tristezza; anni di gelo gratuito dovuti a un legame che non credeva li unisse solo perché lui era un bastardo e lei una Stark, anni che nessuno può cancellare. Ha pensato così tanto a Jon da provare il forte desiderio di rincontrarlo almeno una volta per fare ammenda per ciò che gli aveva fatto. 
Gli Stark hanno vinto, certo, ma hanno pagato un prezzo molto alto. L’inverno è alle porte ormai, e loro hanno bisogno di proteggersi a vicenda. Non nota neppure la titubanza di Robb, il modo in cui tenta di nasconderle una verità che prima o poi verrà a conoscenza anche di Sansa, perché è troppo felice per osservare con cura ciò che fa il fratello come farebbe solitamente. Lo raggiunge con un sorriso talmente ampio da poter illuminare da solo la Sala Grande più di quanto non facciano le torce incastonate ai muri di pietra. ‹ Sei felice, vero? Oh, lo sono anche io! Ho sentito che è Lord Comandante ora. È un grande onore! Aveva giurato di diventarlo per proteggerti, ci è riuscito! ›
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È mattino presto ma Sansa è già sveglia. Ha spazzolato i capelli, li ha intrecciati e acconciati dopo aver fatto un bagno caldo, e mentre le sue ancelle la aiutavano a rivestirsi ha udito voci e bisbigli sul ritorno del proprio fratellastro, Jon Snow. Quando lei e Arya sono partite per Approdo del Re, assieme al loro padre, Ned Stark, Jon ha dovuto affrontare un viaggio ugualmente difficile che lo ha condotto alla Barriera. I suoi occhi brillano appena, a fatica riesce a contenere l’emozione.  ❛ Robb sarà così felice! ❜ ,pensa, mentre apre la porta della sua stanza per dirigersi verso la Sala Grande, dove sa troverà suo fratello; è da lì che il Re del Nord si occupa dei suoi doveri, come suo padre ha fatto prima di loro. Sansa ha patito sofferenze che una giovane donna non dovrebbe patire, ma ciò l’ha aiutata a crescere e a rendersi conto di essere stata molto ingiusta nei confronti del proprio fratellastro. L’arrivo di Robb è stato provvidenziale, la sconfitta dei Lannister e l’avvento del regno di Stannis Baratheon hanno ridato stabilità al regno. Corre e giunge fino alla Sala Grande, in cui entra, e come ipotizzato trova suo fratello intento a scrivere qualcosa. ‹ È vero? Jon è tornato?! ›
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a game of thrones inspired canonverse alternative univers rpg
what happened?
• le nozze rosse non hanno mai avuto luogo; • robb stark ha sconfitto l'esercito lannister sul campo di battaglia; • robb stark & stannis baratheon hanno stretto alleanza, conquistando approdo del re e spodestando cersei lannister & joffrey baratheon; • robb stark ha giustiziato e decapitato joffrey baratheon, vendicando suo padre e liberando sua sorella sansa stark; • stannis baratheon è stato incoronato re dei sette regni,robb stark è re e protettore del Nord; • margaery tyrell è la promessa sposa di robb stark ; • jon snow è lord comandante dei guardiani della notte e ha fatto ritorno a grande inverno per portare una notizia nefasta al re del nord, suo fratello; • arya stark & bran stark sono ritenuti morti, la prima è stata addestrata dagli uomini senza volto ed è pronta a tornare a grande inverno dalla sua famiglia, il secondo è il nuovo corvo a tre occhi; • elia martell, e i suoi figli non sono mai morti, oberyn martell li ha salvati, conducendoli a dorne, dove la famiglia martell regna in prosperità; • margaery tyrell è la promessa sposa di robb stark , la famiglia tyrell appoggia il re reggente ed è alleata del re del nord; • la famiglia lannister composta da cersei, jaime, tommen & myrcella sta progettando la sua rivincita sui suoi neimici da castel granito; • daenerys targaryen è giunta a dragonstone, ed è pronta a muovere guerra contro stannis baratheon per riprendere ciò che ritiene essere suo, a guida di un esercito di dothraki e della flotta che yara greyjoy le ha donato; • la guerra con gli estranei si fa sempre più vicina, ma chi vincerà?
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È mattino presto ma Sansa è già sveglia. Ha spazzolato i capelli, li ha intrecciati e acconciati dopo aver fatto un bagno caldo, e mentre le sue ancelle la aiutavano a rivestirsi ha udito voci e bisbigli sul ritorno del proprio fratellastro, Jon Snow. Quando lei e Arya sono partite per Approdo del Re, assieme al loro padre, Ned Stark, Jon ha dovuto affrontare un viaggio ugualmente difficile che lo ha condotto alla Barriera. I suoi occhi brillano appena, a fatica riesce a contenere l’emozione.  ❛ Robb sarà così felice! ❜ ,pensa, mentre apre la porta della sua stanza per dirigersi verso la Sala Grande, dove sa troverà suo fratello; è da lì che il Re del Nord si occupa dei suoi doveri, come suo padre ha fatto prima di loro. Sansa ha patito sofferenze che una giovane donna non dovrebbe patire, ma ciò l’ha aiutata a crescere e a rendersi conto di essere stata molto ingiusta nei confronti del proprio fratellastro. L’arrivo di Robb è stato provvidenziale, la sconfitta dei Lannister e l’avvento del regno di Stannis Baratheon hanno ridato stabilità al regno. Corre e giunge fino alla Sala Grande, in cui entra, e come ipotizzato trova suo fratello intento a scrivere qualcosa. ‹ È vero? Jon è tornato?! ›
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‹ Non potevo lasciare che Ramsay vincesse. Tu non sembravi volermi dare ascolto. › Si interrompe, scuote il capo e procede spedita accanto a lui. Ramsay è morto, lei ha contribuito alla cosa in prima persona, non si scuserà per averlo fatto. Sistema meglio la pelliccia sulle spalle, l’aria umida del castello le carezza la pelle delicata facendola rabbrividire appena.  ‹ Dobbiamo convincere i Lord del Nord a collaborare con i Bruti, Jon. Non sarà facile. ›
( Jon & Sansa – Winterfell )
« Sei silenziosa stamane. » Jon esce dalla torretta che l’ha condotto sin sulle mura di Grande Inverno e poi di nuovo al suo interno, nel porticato. È lì che nota la sorella e si avvicina a lei sull’imponente balconata che veglia su tutti gli abitanti del luogo. Non ha sentito molto la sua voce, infatti, non l’ha notata a colazione e adesso che il vento del Nord sferza i loro visi -– l’inverno è davvero arrivato –, il nuovo Re del Nord la osserva attento prima di posare lo sguardo sull’indaffarato esercito. « Dovremmo far spostare le tue cose nella camera padronale. » Propone, stringendosi nella propria pelliccia.   Sansa
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