Tumgik
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Taranis, il dio degli antichi celti
Gli antichi Celti non erano politeisti, e neppure monoteisti alla maniera del "Popolo del Libro". Nella loro cosmologia non c'era un Dio con sentimenti umani che premiava e castigava, ma contemplavano un Ente trascendente o Principio Assoluto, considerato come la Causa Prima di tutte le cose, e centro promotore e reggente dell’universo. Nel loro empireo cosmico, sebbene comparissero molti déi, in realtà questi non erano propriamente degli déi. In realtà erano solo dei supporti culturali per rappresentare in forma antropomorfa le leggi e i fenomeni della natura al fine che potessero venire compresi da tutti.
Una delle formule antropomorfe adottate dall'antico celtismo era rappresentata dal dio Taranis, il dio del Tempo, sia quello del cronotopo einsteniano sia quello meteorologico. Una divinità conosciuta su un’ampia estensione geografica, dall’Inghilterra sino alla Jugoslavia, che spesso veniva associata all'immagine del dio Dagda e anche alla figura del druido e alla coppa del Graal.
La sua figura simbolica era così importante che era considerato il dio dal triplice volto, da cui i Celti affermavano discendessero le loro origini.
Taranis e la ruota d'oro di Fetonte
Taranis era il “dio con la ruota” e veniva sempre rappresentato con questa “ruota cosmica”. Il suo simbolismo risultava riportare vari significati. Ad esempio in relazione al senso astronomico dello zodiaco celeste, oppure allo scorrere ciclico del tempo manifesto nella ciclicità delle stagioni. Metafora del ciclo vitale che porta l’individuo dalla nascita alla morte, oppure del ripetersi inevitabile degli eventi umani nelle diverse epoche storiche.
Un esempio della ruota di Taranis
La ruota che lo accompagna sempre in ogni sua rappresentazione ricorda inevitabilmente quella forata di oro massiccio di Fetonte che, prima del suo congedo dall’umanità, donò ai suoi allievi prediletti per trasmettere i ventidue archetipi di conoscenza del cosmo. Una ruota il cui centro invisibile manifestava, alla percezione di chi era capace di attuarla, l'UNO che era all'origine dello stesso cerchio e manifestazione del piano trascendente della realtà dello Shan, il nome dato alla Natura dall'antico druidismo. Dal bordo del cerchio, l'universo materiale, era possibile raggiungere in un movimento a spirale il centro per conquistare la conoscenza che vi era riposta.
Stessa interpretazione che veniva data, nel ciclo medievale del Graal, alla tavola rotonda di Re Artù. Anch'essa con un grande foro al centro, attorno cui i cavalieri si riunivano e dove solo chi era puro poteva vedere comparire in quel centro la misteriosa coppa di conoscenza del Graal.
Triskel
Continuando a sfogliare le pagine virtuali del simbolismo manifestato dal dio Taranis, troviamo che la ruota viene interpreta anche come il simbolo del "Triskel". Una rappresentazione costituita da tre spirali che si dipartono da uno stesso punto posto al centro del cerchio per toccare la sua circonferenza.
Un simbolo che mostra il concetto del tempo secondo la scienza degli antichi Celti.
Contraddicendo ante litteram il concetto di tempo meccanico di Newton e la tesi unidirezionale della "Freccia del Tempo", ideata molti secoli più tardi dal fisico Arthur Eddington, gli antichi savants del druidismo europeo concepivano il tempo in maniera molto simile a quanto stanno riscoprendo oggi la fisica quantistica e le nuove teorie basate sul concetto di "universo olografico".
Il Triskel rappresentava infatti l'illusione umana della percezione del tempo mostrando le tre spirali che l'individuo interpretava erroneamente come il Passato, il Presente e il Futuro. Istanze che in realtà non esistevano poiché erano interpretazioni umane basate sull'esperienza del luogo comune circa il rapporto sensoriale con l'universo.
Il centro da cui si dipartono le tre spirali simboleggia la manifestazione del Grande ed Eterno Ciclo definito anche come Continuo Infinito Presente, in cui tutto esiste contemporaneamente e dove passato, presente e futuro si fondono in un'unica entità temporale. Per i Celti il centro del cerchio rappresentava l’immaterialità e l’invisibilità del piano reale della Causa Prima che reggeva l’universo. Un centro apparentemente inesistente, ma purtuttavia esiste per dare vita alla forma geometrica del cerchio, percepibile solamente attraverso l’intuizione oppure a mezzo dell'esperienza della meditazione.
La ruota d'oro di Fetonte. L'esoterismo druidico indicava percorsi a spirale che dal bordo giungevano al centro invisibile
Un centro che simboleggiava la natura omogenea dell'esistenza dove le tre apparenti istanze temporali coesistevano in un unico ente fenomenico.
In effetti, il principio cosmologico dell’ “universo olografico” comporta il fatto che l’universo non sia altro che una proiezione olografica prodotta da una unica matrice bidimensionale, dove Passato, Presente e Futuro si trovano a coesistere tutti e tre assieme.
Quindi se tutto coesiste, quello che percepiamo è solamente una illusione della nostra mente anch'essa impegnata a creare dentro di noi un diorama olografico dell'univero e della nostra esistenza.
Proviamo infatti a cogliere quello che chiamiamo genericamente con il termine di Presente. Non facciamo in tempo a formulare la percezione che essa è già divenuta un ricordo legato al Passato e ci siamo inoltrati contemporaneamente nel Futuro. Che non si è costruito per noi. Esiste già. Siamo noi che lo scopriamo e l'immaginiamo.
Era credenza che grazie alla proprietà globale del tempo, gli sciamani dell’antico druidismo avessero la facoltà di comunicare con ciascuno dei segmenti del Triskel muovendosi in ogni dimensione del tempo, verso il Passato o verso il Futuro che, nella loro interpretazione del cosmo, già preesisteva e tutto era interconnesso nella stessa qualità energetica, il “baktah”, da cui aveva avuto origine l’universo.
Teoria ripresa dalle ipotesi scientifiche del nostro tempo. Come quella relativa al fenomeno dell’entanglement, che comporta che ogni fenomeno o particella siano collegate tra di loro attraverso un reciproco scambio di informazioni.
Si riesce così a comprendere come, durante la festa di Samain del 1° novembre, i Celti dichiarassero di poter incontrare i loro antenati defunti, ma anche i loro discendenti non ancora nati.
Il simbolo del Triskel secondo l'esoterismo della ruota del dio Taranis
Questa teoria cosmologica apre anche alla possibilità di poter viaggiare nel grande mare della dimensione del Tempo per andare avanti e indietro tra le varie epoche. Evento che anche in questo caso fu previsto, forse su esperienze dirette, dall'antico sciamanesimo druidico di cui abbiamo notizia attraverso le leggende riferite propriamente ai viaggi dei loro eroi attraverso il tempo.
Il Triskel veniva paragonato anche all'Yggdrasil, l'Albero della Vita che si snoda attraverso i mondi dell'esistenza e da cui ebbe in seguito origine anche la raffigurazione del "Siv'nul" l'Albero dalle tre braccia di fuoco, rappresentato dal candeliere druidico.
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'IL POTERE DELL'INCONSCIO'
Bisogna considerare l’essere umano ben desto e cosciente solo nella sfera del pensare attivo (cioè quando il pensiero è diretto dalla volontà dell’io) Tutti gli altri pensieri ordinari, infatti, quelli con i quali ci trastulliamo la maggior parte del tempo, non sarebbero del tutto coscienti perché influenzati da bisogni, desideri e condizionamenti di ogni tipo. infine l'essere umano andrebbe considerato profondamente addormentato e non cosciente rispetto ai processi metabolici e del ricambio (con ciò volendo rappresentare tutta la vita segreta che si svolge nell’organismo biologico). Come se non bastasse, però, in aggiunta alle dinamiche psichiche svelate dalla psicanalisi classica, la zona inconscia è anche il luogo dove s’incrociano e si sovrappongono variabili sconosciute alla psicanalisi ordinaria, come ad esempio il karma individuale e l’attività di esseri spirituali di varia natura. È questo il motivo per cui occorrerebbe sviluppare una buona educazione del pensiero, sviluppare quell'autocoscienza che ci permetta di filtrare tutti i pensieri attraverso un io che diventi padrone su di essi e non li lasci scorrere in maniera incontrollata. L'inconscio e il Karma Il nostro inconscio è strettamente collegato alla nostra anima (l'anima per interagire con la mente deve passare per l'inconscio), ciò che vi risiede nell'inconscio crea un onda energetica ed attrae determinate situazioni. Le situazioni irrisolte di qualsiasi genere siano, un disagio fisico, una situazione economica o un incomprensione nella coppia, devono renderci consapevoli del fatto che sono arrivate nella nostra vita perchè noi le abbiamo attratte: - Per superare il problema definitivamente; - Per chiudere un cerchio e crescere; - Per diventare conduttori della propria vita. Ma fino a quando la situazione non viene risolta, tenderà a ripetersi. Per attrarre l’armonia e la gioia è necessario risolvere il problema, chiudere il cerchio, altrimenti continuerà a ripresentarsi nella propria vita quello stesso problema in quello stesso campo e magari anche dopo anni. E per risolvere il problema è necessario comprendere il messaggio che esso porta con sè. La situazione stessa ci porta dunque un messaggio. In ogni “apparente problema”, in ogni sofferenza si trova un messaggio da comprendere. È innanzitutto qualcosa che noi dobbiamo per prima cosa riconoscere in noi stessi per poi risolvere. Nella fisica quantistica si è scoperto che è la nostra energia. Sono le vibrazioni che vengono emesse dal mondo interno in noi al mondo esterno creando l'esperienza emozionale che tratteniamo nell'inconscio, e nel corpo fisco. L’apparente “problema” va risolto, va “guarito” altrimenti continuerà a ripresentarsi come un loop, un criceto che gira, gira, nella sua ruota. Nella psicologia vengono chiamati i nostri “copioni” che tendiamo a ripetere. Quindi ogni evento anche se ci appare negativo in effetti lo abbiamo attratto noi alla nostra vita, perchè in effetti c’era già nel nostro profondo ed ora riappare di nuovo per essere risolto. Dobbiamo essere abbastanza aperti per capire il messaggio. Un’ esperienza apparentemente non gradevole può essere un dono, una lezione per pulirci e migliorare. Non arriva per farci del male ma al contrario per guarirci, per ricollegarci all'Anima. Per chiudere definitivamente il cerchio, bruciare il Karma. Risolviamo il problema affrontando l’evento e ringraziamo l’energia universale che ce lo ha mandato, perchè la nostra anima o la nostra parte energetica lo ha richiamato per risolverlo e quindi per crescere. Quindi è indispensabile risolvere i conflitti e quindi ringraziarli per averci trasmesso un messaggio che ci è stato utile per diventare più forti e per essere liberi. Anche nella situazione apparentemente più dolorosa c'è un messaggio da capire, un dono! "Le pietre preziose, i diamanti vengono trovati nelle miniere, in profondità, nelle viscere della terra. In genere non si riconoscono subito perchè sono ricoperti di materie calcaree, sabbia cristallizzata, terra e metalli ossidati. Apparentemente appaiono come sassi o detriti. Occorre innanzitutto riconoscerli e solo con l’esperienza questo è possibile. Poi vanno puliti con acidi, levigati e dopo un’accurata lavorazione possono emanare tutta la loro bellezza, la loro lucentezza, riflettere meravigliosi arcobaleni. Eppure se ne stavano là, sotto terra, ma al loro interno era celata una incredibile luce e bellezza." 
Andrea
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