Giancarlo Pavanello
afonologie e graffiti domestici
Una mostra personale in una sala dello Studio Gennai, “afonologie e graffiti domestici”, via Bovio, 4 – Pisa, 16 marzo – 6 aprile 2024, inaugurazione sabato 16 marzo ore 17, cell. 3488243760 [info:
[email protected]].
Con i "graffiti domestici" a tecnica mista e nella modalità spazio-tempo cerco di esprimere una derivazione grafico-pittorica dalla temperie del periodo storico 2000-2030, con spirito critico senza riferimenti diretti o molto alla lontana alle avanguardie del Novecento [fondamentali ma da archiviare in via definitiva], anticipata dalle mie prime due mostre personali datate 1975 e 1977: “dall’art brut all’estetica socialista” e “idoglossia semantica o pseudo-asemantica”, entrambe riassumibili nella formula della singlossia, la soluzione di linguaggi differenti, verbali e visivi, in commistione
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El Juego del tigre. I libri di UH Magazine di V.S. Gaudio & Vicente Gaudio
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(...)
Clara Lukaćs, in definitiva, è apparenza pura e non fa
che credere all’altro che è lui il soggetto del desiderio
lei non ci crede, ci gioca, si pone in gioco, provoca e delude
il desiderio, che come soggetto, infine, non riuscirà neppure
a sapere che cosa gli stia succedendo,
la bellezza che seduce è esoterica e rituale,
sta nel segreto creato dalla levità dei segni dell’artificio,
la parure è tra il rito, la bardatura, la maschera, il disegno,
la cerimonia, la frattalizzazione, del viso e del corpo,
tra l’asimmetria che attiene al dispositivo di alleanza
e la simmetria artificiale del dispositivo di sessualità,
tanto che la Strolaga librata nell’esilarante sforzo della presa
sul pesce risollevandosi aerodinamica alla luna strida nella notte
non per la compatibilità con la terra ma contro quel cadere,
quel dover cadere, contro la presunzione terribile dell’acqua
che sprizza gli occhi dal capo galleggiando via i polmoni
fin sul becco che li stringe come pesci guizzanti
espellendo ogni organo ogni escremento
rivoltando il volatile come l’indiano vede eguale alla morte
l’ambiente che si offre in cambio dell’essere
nello spazio nero alcuni tragitti ferroviari
sopra le Adirondacks
Clara Lukaćs in quella gran bella residenza
cui nulla mancava con le camere da letto ognuna con veranda
sopra il Lago poteva essere benissimo Maria Sharapova
per come s’incazza con il poeta a cui dice “Ma che gioco
è mai questo se non si può colpire la palla con quanta più
forza si può!”, oh Dio, era lei, Clara allora, ecco chi era,
la ragazza del treno, nessun dubbio in proposito, due volte
ormai il vederla m’aveva ferito il cuore.
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Il refuso della Herkunft e l'apparizione di Rara avis
1. Borges e il Sefer Yetsirah
2. La erre, resh e il Tarocco XX
3. L’apparizione del rara avis a pagina 44
4. Il refuso dell’Herkunft e la libido ubiquista
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(...)Non avrei mai pensato di prendere una sera il Salvador Dalì da Porta Susa, la stazione dove entrò nei miei piaceri singolari quell’ineffabile podice canavese che da lì un’altra sera di marzo ebbe a prendere uno di quei trenini alla volta del suo territorio in Val Locana !
Ma una volta giunto alla Estacio Sants di Barcelona, me ne andai alla Fundació Joan Miró, nel Parc de Montjuic, dove mi stava aspettando Aurélia Pedróna, Lleóna Pedróna, me la prefiguravo con la stessa maglia e calzoncini blaugrana e con lo stesso nombre quatre della futbolista del Barcelona.
Mateix cos, mateix cul, mateix coll. Mateixa manera de caminar, mateixa manera de tirar, no sols el corner, el angle, però també la falta, el penal.(...)
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