Tumgik
poegrasia · 4 years
Photo
Tumblr media
I gigli bianchi Mentre un uomo e una donna fanno un giardino tra loro come un letto di stelle, qui fanno passare la sera d’estate e la sera diventa fredda del loro terrore: potrebbe finire, sarebbe capace di devastazione. Tutto, tutto può perdersi, nell’aria odorosa le strette colonne che salgono inutilmente e, di là, un ribollente mare di papaveri – Taci, mio amato. Non mi importa quante estati vivo per tornare: questa sola ci ha dato l’eternità. Ho sentito le tue mani seppellirmi per liberare il suo splendore.
Louise Glück • Image from https://darksafari.tumblr.com/
0 notes
poegrasia · 4 years
Photo
Tumblr media
The cats will know
Ancora cadrà la pioggia sui tuoi dolci selciati, una pioggia leggera come un alito o un passo. Ancora la brezza e l’alba fioriranno leggere come sotto il tuo passo, quando tu rientrerai. Tra fiori e davanzali i gatti lo sapranno.
Ci saranno altri giorni, ci saranno altre voci. Sorriderai da sola. I gatti lo sapranno. Udrai parole antiche, parole stanche e vane come i costumi smessi delle feste di ieri.
Farai gesti anche tu. Risponderai parole viso di primavera, farai gesti anche tu.
I gatti lo sapranno, viso di primavera; e la pioggia leggera, l’alba color giacinto, che dilaniano il cuore di chi piú non ti spera, sono il triste sorriso che sorridi da sola. Ci saranno altri giorni, altre voci e risvegli. Soffriremo nell’alba, viso di primavera.
• Cesare Pavese •
da “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, Einaudi, Torino, 1951
1 note · View note
poegrasia · 4 years
Photo
Tumblr media
Ho sbagliato a parlare con te dovevo parlare con la vita le nostre ragioni, scambiate bruciano nel bosco.
Marta Biuso
0 notes
poegrasia · 4 years
Photo
Tumblr media
Anche quando dormiamo vegliamo l’uno sull’altro E questo amore più greve del frutto maturo di un lago Senza riso e senza pianto dura da sempre Un giorno dopo l’altro una notte dopo di noi
Paul Eluard • Photo by Irving Penn / Flowers Serie
0 notes
poegrasia · 4 years
Photo
Tumblr media
La tua lingua, la tua saggia lingua che la mia pelle inventa, la tua lingua di fuoco che mi incendia, la tua lingua che crea l’istante della follia, il delirio del tuo corpo innamorato, la tua lingua, frusta sacra, dolce brace, invocazione d’incendi che mi strappa da me, che mi trasforma, la tua lingua di carne senza pudori, la tua lingua di dono che mi chiede tutto, la tua lingua assai mia, la tua lingua bella che elettrizza le mie labbra, che fa tuo il mio corpo da te purificato, la tua lingua che mi esplora e mi scopre, la tua splendida lingua che pure sa dire che mi ama.
Darío Jaramillo Agudelo • Photo by Marius Sperlich
10 notes · View notes
poegrasia · 4 years
Photo
Tumblr media
Portami con te
Portami con te nel mattino vivace le reni rotte l'occhio sveglio appoggiato al tuo fianco di donna che cammina come fa l'amore, sono gli ultimi giorni dell'inverno a bagnarci le mani e i camini fumano più del necessario in una stagione così tiepida,  ma lascia che vadano in malora economia e sobrietà, si consumino le scorte della città e della nazione se il cielo offuscandosi, e poi schiarendo per un sole più forte, ci saremo trovati là dove vita e morte hanno una sosta, sfavilla il mezzogiorno, lamiera che è azzurra ormai senza residui e sopra calmi uccelli camminano non volano.
• Attilio Bertolucci •
0 notes
poegrasia · 4 years
Photo
Tumblr media
La sera si fa sera, Tu non avrai compagni. Ed allora verrà La faina da te Per metterti paura. Ma non prender paura, Prendila per sorella. La faina conosce E l’ordine dei fiumi E i fondali dei guadi E ti farà passare Senza che tu t’anneghi E poi ti condurrà Fino alle fonti fredde Perché tu ti rinfreschi Dai polsi fino ai gomiti Dei brividi di morte. Anche comparirà Davanti a te il lupo Per metterti paura. Ma non prender paura Prendilo per fratello. Perché il lupo conosce E l’ordine dei boschi E il senso dei sentieri E t’accompagnerà Per la via più leggera Verso un alto giardino Dove la luce è quieta. Il tuo posto è laggiù Dove vivere è bello Dov’è il campo di dalie La collina dei giuochi. E laggiù c’è il tuo cuore.
Franco Fortini • da Foglio di Via - Photo Unknow
0 notes
poegrasia · 4 years
Photo
Tumblr media
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, né più mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio non già perché con quattr’occhi forse si vede di più. Con te le ho scese perché sapevo che di noi due le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue.
Eugenio Montale • da Xenia II, 1967 Photo by Man Ray
5 notes · View notes
poegrasia · 4 years
Photo
Tumblr media
Vieniqui Adessodormi dopo: e tu parli in punta di piedi felice di far parte del buio le labbra che si afflosciano preludio alla stanchezza. Vieniqui Adessodormi perché domattina quando un poliziotto travestito da sole striscerà furtivo nella stanza e tua madre travestita da uccelli chiamerà dagli alberi indosserai un abito di colpa scarpe dai tacchi altizzosi rotti e senza prendere il caffè scapperai a casa di corsa.
Roger McGough • Antologia Giovani poeti Inglesi, Einaudi Torino 1979 Photo by Jean-François Jonvelle
14 notes · View notes
poegrasia · 4 years
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
A dirli questi mesi sembra agevole con il margine di rischio necessario a chiamare la vita col suo nome: primavera invocata tempestiva fu tempesta, e in vista della terra il naufragio balordo; giugno vissi per rassegnarmi a perderti; è di luglio la più cupa speranza di riuscire a fare della morte un'abitudine.
Elio Pagliarani • da: Inventario privato Gli Amanti senza volto by Jarek Puczel
6 notes · View notes
poegrasia · 4 years
Photo
Tumblr media
UNA SERA COME TANTE
Una sera come tante, e nuovamente noi qui, chissà per quanto ancora, al nostro settimo piano, dopo i soliti urli i bambini si sono addormentati, e dorme anche il cucciolo i cui escrementi un’altra volta nello studio abbiamo trovati. Lo batti col giornale, i suoi guaiti commenti. Una sera come tante, e i miei proponimenti intatti, in apparenza, come anni or sono, anzi più chiari, più concreti: scrivere versi cristiani in cui si mostri che mi distrusse ragazzo l’educazione dei preti; due ore almeno ogni giorno per me; basta con la bontà, qualche volta mentire. Una sera come tante (quante ne resta a morire di sere come questa?) e non tentato da nulla, dico dal sonno, dalla voglia di bere, o dall’angoscia futile che mi prendeva alle spalle, né dalle mie impiegatizie frustrazioni: mi ridomando, vorrei sapere, se un giorno sarò meno stanco, se illusioni siano le antiche speranze della salvezza; o se nel mio corpo vile io soffra naturalmente la sorte di ogni altro, non volgare letteratura ma vita che si piega nel suo vertice, senza né più virtù né giovinezza. Potremmo avere domani una vita più semplice? Ha un fine il nostro subire il presente? Ma che si viva o si muoia è indifferente, se private persone senza storia siamo, lettori di giornali, spettatori televisivi, utenti di servizi: dovremmo essere in molti, sbagliare in molti, in compagnia di molti sommare i nostri vizi, non questa grigia innocenza che inermi ci tiene qui, dove il male è facile e inarrivabile il bene. È nostalgia di un futuro che mi estenua, ma poi d’un sorriso si appaga o di un come-se-fosse! Da quanti anni non vedo un fiume in piena? Da quanto in questa viltà ci assicura la nostra disciplina senza percosse? Da quanto ha nome bontà la paura? Una sera come tante, ed è la mia vecchia impostura che dice: domani, domani… pur sapendo che il nostro domani era già ieri da sempre. La verità chiedeva assai più semplici tempre. Ride il tranquillo despota che lo sa: mi numera fra i suoi lungo la strada che scendo. C’è più onore in tradire che in essere fedeli a metà.
Giovanni Giudici • da “La Vita in Versi” 
2 notes · View notes
poegrasia · 4 years
Photo
Tumblr media
Come potrei trattenerla in me, la mia anima, che la tua non sfiori; come levarla oltre te, all'infinito? Potessi nasconderla in un angolo sperduto nelle tenebre; un estraneo rifugio silenzioso che non seguiti a vibrare se vibra il tuo profondo. Ma tutto quello che ci tocca, te e me insieme ci tende come un arco che da due corde un suono solo rende Su quale strumento siamo tesi, e quale grande musicista ci tiene nella mano? O dolce canto.
Rainer Maria Rilke • Photo by Hugo Comte • Model Malgosia Bela
8 notes · View notes
poegrasia · 4 years
Photo
Tumblr media
Le grandi notti d'estate che nulla muove oltre il chiaro filtro dei baci, il tuo volto un sogno nelle mie mani. Lontana come i tuoi occhi tu sei venuta dal mare dal vento che pare l’anima. E baci perdutamente sino a che l'arida bocca come la notte è dischiusa portata via dal suo soffio. Tu vivi allora, tu vivi il sogno ch'esisti è vero. Da quanto t'ho cercata. Ti stringo per dirti che i sogni son belli come il tuo volto, lontani come i tuoi occhi. E il bacio che cerco è l'anima.
Alfonso Gatto • Photo by Man Ray
1 note · View note
poegrasia · 4 years
Photo
Tumblr media
Dammi mille baci e poi cento, poi altri mille e poi altri cento, e poi ininterrottamente ancora  altri mille e altri cento ancora. Infine, quando ne avremo sommate le molte migliaia, altereremo i conti o per non tirare il bilancio o perché qualche maligno  non ci possa lanciare il malocchio, quando sappia l’ammontare dei baci.
Catullo • Photo Unknow
0 notes
poegrasia · 4 years
Photo
Tumblr media
È già l’una passata. A quest’ora tu sarai a letto. Come un fiume d’argento traversa la notte la Via Lattea. Io non ho fretta e non ti voglio svegliare con speciali messaggi. Come si dice, l’incidente è chiuso. Il battello dell’amore s’è infranto contro la vita circostante. Tu ed io siamo pari. Non vale la pena di citare le offese i dolori e i torti reciproci. Guarda com’è pacifico il mondo. La notte ha imposto al cielo un tributo stellato. È in ore come questa che si sorge e si parla ai secoli, alla storia, alla creazione.
Vladimir Majakovskij • Photo by William Klein
0 notes
poegrasia · 4 years
Photo
Tumblr media
Non temo il futuro che da solo si spiana. È il presente reclamante la custodia ammalato della pena del passato ad invocare cieco il nutrimento.
Che la custodia sia la sordità dell’angelo, ala nerissima, la piuma intinta nella notte a conficcarsi nel triangolo trasparente della scapola come spina velenosa nella carne.
Vittorio Lingiardi • “La confusione è precisa in amore”
Photo by Greg Kadel • Model Anouck Lepere
107 notes · View notes
poegrasia · 4 years
Photo
Tumblr media
A ricordarci chi siamo stanno barriere pareti silenzio: per attutire l’amore
Come i complici fingono tra loro di non conoscersi noi ci passiamo accanto con spasimo e senza gioia
Ci trasciniamo come corpi mutilati, storpi: adeguati ad un mondo diviso
Lalla Romano • Photo Unknow
3 notes · View notes