Tumgik
#Antonio Armesto
peterwalladobe · 2 years
Photo
Tumblr media
Real Jardín Botánico de Madrid (Pabellón Villanueva). Colección BBVA Collection. ‘Arte y espiritualidad. Imaginar lo extraordinario’. Artista: Ouka LEELE. Crónica Visual: [email protected] 08-09-2022 > 23-10-2022. Hoy se inaugura ‘Arte y espiritualidad. Imaginar lo extraordinario’, que se exhibirá entre el 8 de septiembre y el 23 de octubre de 2022 en el Pabellón Villanueva, situado en el Real Jardín Botánico de Madrid. El proyecto, comisariado por Alfonso de la Torre, se presentó en la primavera de este año en el Palacio de San Nicolás de Bilbao, y se traslada ahora, con un repertorio ampliado, a este privilegiado entorno. La muestra, con casi 50 piezas de 43 artistas, propone un encuentro entre obras de arte antiguo y de los siglos XX y XXI de la Colección BBVA. Responsable de patrimonio histórico artístico BBVA @marialuisabarrio, Coordinacion @conhachehelena comisario @alfonsodelatorrevidal #coleccionbbva #arteyespiritualidad #loextraordinario Artistas representados: Alfonso ALBACETE Pablo ARMESTO Miquel BARCELÓ José Manuel BROTO Marta CÁRDENAS Gonzalo CHILLIDA Martín CHIRINO Nacho CRIADO Hugo FONTELA Manuel FRANQUELO Ernst Karl Eugen KÖRNER Carmen LAFFÓN Ouka LEELE Eva LOOTZ Antonio LÓPEZ GARCÍA César MANRIQUE Ángeles MARCO Lucio MUÑOZ Jorge OTEIZA Pablo PALAZUELO Jaume PLENSA Joan PONÇ David RODRÍGUEZ CABALLERO Gerardo RUEDA Teresa SALCEDO Juan Carlos SAVATER Adolfo SCHLOSSER Jan van SCOREL Mar SOLÍS Juan de SOREDA Joaquín SOROLLA Yves TANGUY Antoni TÀPIES David TENIERS II Ricardo UGARTE Modest URGELL Luis VÉLEZ Esteban VICENTE Salvador VICTORIA Fernando ZÓBEL Marina ABRAMOVIĆ Alexandra RANNER Bill VIOLA #RealJardínBotánicodeMadrid #ColecciónBBVA #BBVACollection #Arteyespiritualidad #Imaginarloextraordinario #Artista #OukaLeele #art #culture #contemporaryart https://www.instagram.com/p/Ci0doxnDuYs/?igshid=NGJjMDIxMWI=
0 notes
veredes · 3 years
Photo
Tumblr media
Imprescindibles. Recordando a Coderch
1 note · View note
Photo
Tumblr media
As a sculptural monolithic piece, this house designed in a town of Zacatecas, #Mexico named Jalpa, which means in Nahuatl “place over sand” enhances this concept through his introspective atmosphere with the off white color of the piece abducted from the natural color of the sand in the zone. Read more: Link in bio! Architecture firm: Antonio Duo @antonyduo. Visualization: CIC Arquitectos @cicarquitectos, Taller Armesto Monárrez @tam.arquitectos. #casa #zacatecas #архитектура www.amazingarchitecture.com ✔ A collection of the best contemporary architecture to inspire you. #design #architecture #amazingarchitecture #architect #arquitectura #luxury #realestate #life #cute #architettura #interiordesign #photooftheday #love #travel #construction #furniture #instagood #fashion #beautiful #archilovers #home #house ‎#amazing #picoftheday #architecturephotography ‎#معماری (Jalpa, Zacatecas) https://www.instagram.com/p/CLo8macFEYM/?igshid=eijesxfw7sfr
35 notes · View notes
aplustexto · 6 years
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
João Álvaro Rocha Architectures 1991-2001*  
*testo pubblicato in Archit (2002)
Con grande discrezione João Álvaro Rocha si presenta in questa monografia. Si possono qui osservare i progetti più significativi di un breve ma intenso percorso che ha portato l’opera di Rocha a delimitare parte dell’intricato e controverso disegno oggi definito architettura contemporanea portoghese.
Francesco Craca, curatore del testo, suddivide l’eclettico lavoro dell’architetto in differenti sezioni:
Percorrendo le differenti destinazioni funzionali, Rocha appare immediatamente come costruttore coerente e deciso, il cui manifesto critico mette insieme i termini di tradizione, precisione, pratica e tecnica.
È il risultato di un lavoro silenzioso, notturno, tra la tenue luce di una lampada Naska Lux e numerosi fogli per schizzi sparsi sopra un tecnigrafo; non è un caso, infatti, imbattersi in Rocha, solitario e a qualunque ora del giorno, intento a terminare un dettaglio o a ragionare attentamente su come risolvere nel modo più “semplice” i complessi compromessi propri della tettonica del progetto. Jose Manuel Pozo, nella sua introduzione al testo, sembra interpretare i gesti di Rocha: silenziosi, calmi, apparentemente semplici. Rispettare il territorio e riconoscere il ruolo protagonista del luogo, formano le premesse di un‘attività che sembra sempre ispirarsi all’anonimato. Il progetto cerca di dissimularsi ed entrare a far parte del paesaggio attraverso l’uso dei materiali reperiti all’intorno. I dettagli sono semplici ma efficaci e il disegno nell’insieme appare privo di strane novità e virtuosismi, in perfetta armonia con il contesto.
È questa ricerca a semplificare, a tralasciare il superfluo che contraddistingue coerenza e tecnica nel suo lavoro. Tecnica quindi, e non tecnologia, come rileva Francisco Mangado: un dialogo attraverso materiali e forme, senza l’uso di prodotti standard o da rivista specializzata; i dettagli costruttivi non sono mai casuali, ma interagiscono con il progetto differenziandosi nelle distinte necessità formali e funzionali. Infissi, porte, scale, sempre scrupolosamente disegnate, trovano risposta al massimo numero di problemi con la minima elaborazione. Minimalismo forse, ma inteso come sinonimo di decantazione, investigazione e processo finalizzato a risolvere problemi complessi con l’uso di sensibilità e cultura.
Opere e progetti si alternano dimostrando tutti i presupposti tipici di un percorso definito inizialmente dalla Scuola di Porto. Mi riferisco in particolare alle opere più antiche (Case I e II a Vermoin, Maia) in cui il “moderno portoghese” orientato dall’entusiasmante opera di Siza, professore all’epoca di "Costruzioni", influenza inevitabilmente il giovane architetto. Ma, a parte queste giustificabili inflessioni, fin dal principio è sempre chiara una specifica ricerca d’identità. È con l’edificio ICP e con il Complesso veterinario LNIV di poco successivi che Rocha acquista maggiore libertà espressiva e autonomia stilistica, mantenendo invariate tutte le prerogative tipiche della Scuola, ma stabilendo una posizione di compromesso tra luogo, tecnica e linguaggio europeo contemporaneo. Le numerose case e ville sparse per il Portogallo cercano indistintamente di raccogliere gli elementi della loro composizione dal paesaggio circostante. Colori, forma, ambiente sviluppano condizioni che insieme ad esigenze specifiche di programma e forte capacità critica determinano forme già note alle pubblicazioni internazionali come la Casa a Carreço, o Casa da Marina. La Casa a Varzea III chiude un capitolo, marcando con la stessa logica di coerenza e discrezione la piccola area abitata di Vermoim a Maia.
PER - Case Popolari Gemunde, Maia (1996). La diversità in termini di risultato partendo dagli stessi presupposti, dà alle tre case, oltre alla chiara successione temporale, un grado di maturità costantemente evidente. Il tema dell’abitazione collettiva e in particolare economica, è trattato da Rocha attualizzando scrupolosamente i principi dettati dall’antico programma SAAL a cui parteciparono le prime generazioni della Scuola di Porto.
Importanza al contesto, economia dei mezzi, attenzione agli aspetti sociali fanno dei numerosi edifici del programma PER di Maia un esempio finalizzato a comprendere principi come modularità, rigore, e precisione. La contrapposizione di ampie finestre in banda su un lato e piccole aperture puntuali nel retro, evidenziano oltre all’immediata distribuzione interna, anche la relazione tra piccola scala di dettaglio e il corrispettivo riflesso in facciata con il conseguente peso nella scala urbana.
Il Parco a Moutidos, il recupero di Quinta da Gruta con il suo giardino, oltre ad inquadrare Rocha in ambito urbano, vede il giovane architetto impegnato a trattare problemi direttamente legati al paesaggio e al trattamento del verde. Architettura, dettaglio e comprensione del luogo sono strumenti che fanno già parte del linguaggio di Rocha e, anche una sfida apparentemente difficile, è egregiamente vinta grazie a valori come discrezione e cultura artistica. Interventi puntuali, oggetti quasi caduti dall’alto, e percepibili in modo diverso a seconda dei differenti percorsi, compongono un ulteriore eccellente esempio di Land Art europea.
La numerosa quantità di opere e progetti nei diversi ambiti funzionali citati in questo libro, definiscono le basi di un lavoro recentemente cominciato, ma che per numero, impegno, e coerenza, denotano una matura capacità critica. I testi all’interno sono di Antonio Ravalli, Antonio Armesto, José Manuel Pozo, José V. Vallejo Lobete, Val K. Warke, Francisco José Mangado, e del fotografo, Luis Ferreira Alves.
Joao Alvaro Rocha  (1959-2014)
http://www.joaoalvarorocha.pt/
http://www.skira.net/en/books/joao-alvaro-rocha
http://architettura.it/books/2003/200310025/index.htm
Stefano Ferracini
Stefano Ferracini (Treviso 1974), Architetto. Dopo anni di formazione e lavoro tra Italia e Portogallo, si stabilisce in Belgio. Insegna architettura d’interni a Esa Saint Luc Bruxelles.
https://sfarchitecture.tumblr.com/
0 notes
cmatain · 6 years
Photo
Tumblr media
Otros entremesistas del Siglo de Oro (1) El número de entremesistas auriseculares es muy elevado, así que me limitaré a indicar de forma esquemática algunos otros nombres y títulos:
0 notes
iesantoniogala · 5 years
Text
CICLO DE CINE ANDALUZ 2019
Una nueva entrada ha sido publicada en nuestra web del IES Antonio Gala http://www.iesantoniogala.es/?p=15036
CICLO DE CINE ANDALUZ 2019
El Día de Andalucía también se ha celebrado en el IES Antonio Gala con cine. En las semanas previas al 28 F se ha desarrollado el V Ciclo de Cine Andaluz. Esta actividad cuenta con la colaboración del Ayuntamiento de Palma del Río, AMPA “Entre dos ríos” y es coordinada por Vicedirección, DACE y profesorado del centro.
En la edición de este año se han incorporado los cursos de la FPB y FPB específica, así como el alumnado de los ciclos formativos por lo que la actividad ha implicado prácticamente a todo el alumnado de la mañana. Como ha ocurrido en las anteriores ediciones, hemos programado seis películas de diferente temática y escogidas para los diferentes niveles de alumnado. En 2º de bachillerato se ha proyectado “Las llaves de la memoria” del realizador astigitano Jesús Armesto. Esta es la segunda película de una trilogía que este director comenzó con “El cuento de las dos orillas”. En este documental, Armesto nos invita a cuestionarnos la visión académica que de la historia de Andalucía hemos recibido, a través del personaje principal, Sofía. Una estudiante universitaria que realiza una búsqueda de las raíces culturales e identitarias andaluzas para su tesis doctoral. Hemos contado con la presencia del director de la película con quien tuvimos oportunidad de charlar tras la proyección en un animado coloquio.
En 1º de bachillerato y el ciclo formativo de SMR se ha proyectado el documental “La Gran Ola” del director onubense Fernando Arroyo en el que se explora la posibilidad de que ocurra un gigantesco tsunami en la costa suroeste de la península producido por las fallas existentes en el Golfo de Cádiz. El documental, desde un punto de vista meramente científico, trata sobre una verdad que ha estado oculta durante muchas décadas: el riesgo real que existe en las costas atlánticas andaluzas, de que se repitan tsunamis de grandes proporciones.
En 4º de ESO hemos dado este año un papel preponderante al Flamenco. Ha habido actividades previas con el alumnado introduciendo en varios talleres (1) (2), el mundo del flamenco y sus características. Por eso en el Ciclo de Cine Andaluz hemos incluído un par de proyecciones con esta temática: “Síndrome de piés y manos”, un divertido cortometraje del joven director y actor Jesús Pulpón que fue premiado en el 1er Festival Flamenco de Cortometrajes. Y la película “No, un cuento flamenco” del sevillano José Luis Tirado, que relata a modo de ópera flamenca una historia urbana y contemporánea, con un lenguaje visual moderno y abierto a diferentes formas de expresión. En la película, presentada en el Festival de Cine Europeo de Sevilla y galardonada con el premio a la mejor ópera prima en el Festival Internacional de Washington, se retratan las vicisitudes que atraviesa en su vida una joven bailaora acuciada en un tiempo de crisis económica y social, en el que los medios de comunicación nos distraen poniendo el foco en aspectos alejados de la realidad cotidiana de la gente. Su protagonista, Noemí Martínez, nos cuenta a través de la danza y la coreografía una historia de superación personal con un final esperanzador. La artista nos acompañó antes y después de la proyección y estuvo respondiendo a las cuestiones por las que se interesó el alumnado presente, desvelándonos detalles curiosos e interesantes del rodaje.
Para 3º de ESO y 1º de FPB proyectamos “Mi querida cofradía” de la directora rondeña Marta Díaz de Lope. La película es una comedia costumbrista ambientada en la Semana Santa de Ronda y a través de la cual la directora se adentra en el mundo de las hermandades religiosas dominadas por hombres para dar un toque de atención a ese anacronismo y poner un punto femenino.
“Barbacana. La huella del lobo” ha sido la película proyectada en 2º ESO y 2º FPBE. Un documental del director Arturo Menor que se estrenó en salas de cine en octubre de 2018 y es ante todo una llamada de atención a la percepción social del papel que juega el lobo en el medio natural mediterráneo. La película persigue dignificar las labores del campo, la protección de la ganadería y la convivencia con el lobo. Entre otras localizaciones, el largometraje ha sido rodado en el Parque Natural de las Sierras de Cardeña y Montoro y en el Parque Natural de la Sierra Norte de Sevilla. Un largometraje que, aparte de su finalidad educativa, es a la vez un espectáculo audiovisual. El alumnado de 2º ESO pudo trabajar previamente una unidad didáctica que el propio director nos preparó para aprovechar mejor este film como recurso educativo.
Y para el alumnado de 1º ESO y Educación Especial hemos seleccionado una película de animación cuyos principales escenarios se encuentran en Andalucía, como son la Alhambra de Granada o el puerto de Motril. Se trata de la 2ª parte de Tadeo Jones del director Enrique Gato: “Tadeo Jones 2: El secreto del Rey Midas”.
La programación de las 6 películas se muestra en el cartel elaborado por el departamento TIC y que pueden ver en el encabezado de esta noticia. Les dejamos algunas fotos de esta actividad. Solo tienen que pulsar en la imagen de abajo.
PD: Desde el IES Antonio Gala nos gustaría reconocer el valor y el prestigio que aporta esta actividad de cine a nuestro centro, así como agradecer el enorme trabajo realizado por los organizadores y coordinadores, entre los que se encuentran el Departamento de Vicedirección, José Enrique Castilla y Francisco Godoy. Enhorabuena a tod@s por el éxito de esta actividad. Son ya 5 años realizando esta actividad y muchas horas las que han dedicado a mantener la calidad de esta actividad durante estos años.
0 notes
megaobrasecu · 5 years
Photo
Tumblr media
RT EmbEspEcuador: Hoy a las 16:00 en el Teatro Nacional de la Casa de la Cultura, presentación del arquitecto español Antonio Armesto, uno de los cinco aquitectos españoles participantes la BAQ_Quito.
0 notes
35milimetross · 6 years
Text
El cine andaluz, protagonista del Festival de Sevilla 2018
En el marco de la entrega de los Premios de EFA en Sevilla, el SEFF organizará un encuentro con cortometrajistas andaluces participantes en la sección Panorama Andaluz 
Fotograma de El Secadero, de Antonio Donaire
Más películas, más cortometrajes y más ficción, que ofrecerán una estupenda mirada al talento surgido de Andalucía.
Además, y de cara a la celebración de la entrega de los Premios de la Academia del Cine Europeo en Sevilla, el festival organizará encuentros entre cortometrajistas andaluces y los cortometrajistas nominados a estos galardones.
Panorama Andaluz ofrecerá el estreno absoluto de otros tres largometrajes de ficción: Segunda oportunidad, firmada por Álvaro de Armiñán, El secadero, ópera prima de Antonio Donaire, y Try de Ángel de Haro. Otro de los largometrajes que podrá verse en el Festival es Jaulas, ópera prima de Nicolás Pacheco y con el interprete sevillano Antonio Dechent en el reparto.
A falta de algunos títulos por confirmar, la sección Panorama Andaluz mostrará también los largometrajes documentales: Tierras solares, de Laura Hojman, un film que cuenta con la colaboración del actor Pedro Casablanc y que reconstruye el viaje de Rubén Darío por Andalucía en busca de una mejora de su salud, y La España profunda (de Ortega y Gasset a Rocío Jurado), ensayo fílmico de Isaías Griñolo. 
Y entre los cortometrajes que se proyectarán destacan Bobinas ovinas (1-7), de Bruno Delgado,  Las cosas que nos quedan, de Rocío Morato, Cazatalentos, de José Herrera, El miramiento, de Fany de la Chica o El prenauta, de Elías Pérez, ganador del pasado Festival de Cine Andaluz de Burguillos. 
Además, fuera de concurso se podrán ver Campo, de Manu Soriano, ganador al Mejor Proyecto de Cortometraje Documental en la pasada edición del Festival, y Coplas mecánicas, de Víctor Hugo Espejo.
Así mismo destaca que, por primera vez en la historia del certamen, se proyectarán dos largometrajes de Jesús Ponce en una misma edición: La primera cita y La última toma, documental que reconstruye la olvidada figura del malogrado cineasta Claudio Guerín Hill, una de las grandes promesas del cine español de finales de los 60.
Otros cineastas regresarán al Festival, como la artista María Cañas, que estrenará el mediometraje La cosa vuestra, Jesús Armesto, que trae bajo el brazo su nuevo documental, Los burgueses de Calais: la última frontera, y Mariano Agudo, que en esta ocasión codirige La búsqueda junto a Daniel Lagares.
    La entrada El cine andaluz, protagonista del Festival de Sevilla 2018 aparece primero en 35 Milímetros.
from WordPress http://35milimetros.es/el-cine-andaluz-festival-de-sevilla-2018/
0 notes
schoolcalidity · 6 years
Text
Al-Andalus o los ocho siglos de historia mutilada de España
Andalucía aprueba por unanimidad la candidatura de Medina Azahara como patrimonio mundial de la Unesco 
ÁNGELES LUCASTwitterSevilla 20 NOV 2017 - 21:06 CET
“Antonio Manuel ejemplifica con innumerables casos lo que considera una “mutilación” del pasado y la necesidad de reconstruir la memoria con un rastro de huellas “apabullante”. “En Madrid (Mayrit), tienen a la Almudena (Al Mudayna), y a su patrón San Isidro (Al Issidri); en el norte de Huesca está Almudévar; o uno de los apellidos más comunes de Galicia es Mouro, Moura o Mouriño, que está diciendo moro”, asegura el también escritor, quien apunta que Felipe V se considera español siendo francés y en cambio se niega la españolidad a Abderraman III “que es hispano de los pies a la cabeza”. Se cuestionan así las certezas académicas a las que añade una represión religiosa, política, social y cultural desde un “norte de reinos sin ciudades hacia un sur de ciudades sin reinos”. “Traen a extranjeros, belgas, franceses o alemanes y se les entregan las tierras para que las ocupen condenando a los que estaban ya aquí a ser nadie”, concluye.
La fundación pública andaluza Legado Andalusí lleva más de 20 años promoviendo el ámbito cultural y turístico del periodo histórico. “Queremos que se visualice por nuestras raíces, por nuestros valores, por ser fruto del mestizaje de España y Andalucía”, señala Marina Martín, presidenta de la entidad, que considera que hay estos años más interés por rescatar la historia que hace dos décadas. “Antes no se le daba el valor que hoy tiene. Ahora está de moda y el turismo cultural lo quiere conocer y con ello se fomenta también la investigación y la divulgación, que es fundamental”, señala la presidenta de entidad, que promueve publicaciones, exposiciones y una ruta que recorre más de 280 localidades andaluzas y cuenta con la certificación de Itinerario Cultural Europeo del Consejo de Europa.
Tumblr media
Armesto comenzó a replantearse su pasado como andaluz al ver, precisamente, en Barcelona, una estatua de Averroes; un filósofo andalusí nacido en Córdoba reflejado en la obra La escuela de Atenas, de Rafael. Se preguntó cómo era posible que apenas tuviera referencias de al-Andalus. “Seguro que hubo conflictos, pero no los suficientes para que no hubiera una convivencia. Había la empatía en lo que se ve, sin idealizar, como una sociedad ejemplar, de esplendor, iluminación y contemplación. 
https://elpais.com/cultura/2017/11/20/actualidad/1511191464_689952.html
0 notes
Photo
Tumblr media
EXPLORADORES – AMERCO VESPUCIO
Américo Vespucio, nació en Florencia el 9 de marzo de 1454​ y falleció en Sevilla, el 22 de febrero de 1512, fue un comerciante y cosmógrafo florentino, naturalizado castellano en 1505, que participó en al menos dos viajes de exploración al Nuevo Mundo, continente que hoy en día se llama América en su honor.
Desempeñó cargos importantes en la Casa de Contratación de Sevilla, de la que fue nombrado piloto mayor en 1508; pero su fama universal se debe a dos obras publicadas bajo su nombre entre 1503 y 1505: el Mundus Novus y la Carta a Soderini, que le atribuyen un papel protagonista en el Descubrimiento de América y su identificación como un nuevo continente.
Por esta razón el cartógrafo Martín Waldseemülleren su mapa Universalis Cosmographia, de 1507 acuñó el nombre de «América» en su honor como designación para el Nuevo Mundo. El relato a menudo fantasioso y contradictorio de sus viajes lo han ubicado como una de las figuras más controvertidas de la era de los descubrimientos.
Fue el tercer hijo de Nastagio Vespucci, un notario florentino especializado en intercambio de divisas, ​ y de Lisa di Giovanni Mini. ​ Le pusieron el nombre de su abuelo, que murió en 1468.
El mayor de los hermanos, Antonio, estudió Derecho y el segundo, Girolamo, se hizo sacerdote. Américo tuvo también un hermano pequeño, Bernardo, y varios otros que murieron poco tiempo después de nacer. ​
Su tío paterno fue el ilustrado fraile dominico Giorgio Antonio Vespucci, amigo de Lorenzo de Médici "el Magnífico", del ocultista Giovanni Pico della Mirandola y del geógrafo Toscanelli; ​ y tuvo a su cargo la educación del joven.
Giorgio había donado a la ciudad en 1450 su importante colección de libros y por la misma época había abierto una escuela para los hijos de los aristócratas florentinos en su convento de San Marcos. ​ Allí formó a Amérigo y a otros jóvenes en las enseñanzas de Aristóteles, Ptolomeo y Estrabón sobre astronomía, cosmografía y geografía; en la lectura de los clásicos y particularmente en el dominio de la lengua docta, el latín (en la Biblioteca Riccardiana de Florencia existe un pequeño códice de su autoría, titulado Dettati da mettere in latino, escrito en ese idioma). Américo adquirió una predilección por Virgilio, Dante y Petrarca, y probablemente leyese los libros de viajes de Marco Polo. Dejó constancia escrita de su escepticismo hacia las creencias cristianas: ​
Se conservan varios textos escritos por Américo Vespucio o publicados utilizando su nombre que relatan principalmente viajes de exploración al Nuevo Mundo.
Muchos historiadores los han tomado como evidencias documentales a partir de las cuales deducir en qué expediciones participó Vespucio y cuáles fueron sus fechas e itinerarios, tratando de discernir lo auténtico de lo inventado y lo escrito realmente por el florentino de lo añadido por otras manos.
Ello ha generado gran controversia y teorías que adscriben a Vespucio desde solo dos viajes transoceánicos hasta seis. Felipe Fernández-Armestoha recomendado que se consideren estas obras no tanto como fuentes históricas sino sobre todo como literatura autobiográfica y por tanto subjetiva, propagandística y probablemente mezcla de realidad y de ficción.
Han llegado a nuestros días seis textos atribuidos a Vespucio que narran sus viajes, reales o inventados; de ellos, cuatro (o tal vez cinco) están dirigidas a su antiguo patrón, Lorenzo di Pierfrancesco de Médici. Todos tienen formato de carta, incluso los que fueron impresos para difusión pública. En orden cronológico:
Carta dirigida a Pierfrancesco desde Sevilla el 18 de julio de 1500, que relata una expedición castellana realizada "con dos carabelas" en 1499-1500. Se conservan seis copias manuscritas, ninguna de la mano de Vespucio pero coincidentes entre sí.
Carta manuscrita dirigida a Pierfrancesco desde Cabo Verde el 4 de junio de 1501 durante su viaje en naves portuguesas; fue encontrada y publicada en 1827. Esencialmente relata una expedición portuguesa anterior a la India, la capitaneada por Pedro Álvares Cabral.
Tercera carta manuscrita, enviada también a Pierfrancesco desde Lisboa al regresar de la expedición portuguesa, en el año 1502. Se la conoce como la "Carta de Lisboa" y fue descubierta y publicada en 1789.
Carta impresa en París en 1504 con el título de Mundus Novus, en latín. Relata los dos viajes mencionados en las cartas manuscritas precedentes y añade por primera vez uno anterior, una supuesta expedición castellana de 1497. Fue un gran éxito editorial y se tradujo a varias lenguas.
Fragmentos de una carta manuscrita en italiano, sin encabezamiento ni datación. Fue descubierta por Roberto Ridolfi y publicada en 1937, por lo que se le llama Fragmento Ridolfi o Carta Fragmentaria. Está escrita en forma de defensa contra quienes objetan la verosimilitud de las aseveraciones de cartas anteriores. No se conoce el destinatario. Revista Geografia - Exploradores - [email protected]
0 notes
peterwalladobe · 2 years
Photo
Tumblr media
Real Jardín Botánico de Madrid (Pabellón Villanueva). Colección BBVA Collection. ‘Arte y espiritualidad. Imaginar lo extraordinario’. Artista: Pablo Palazuelo. Crónica Visual: [email protected] 08-09-2022 > 23-10-2022. Hoy se inaugura ‘Arte y espiritualidad. Imaginar lo extraordinario’, que se exhibirá entre el 8 de septiembre y el 23 de octubre de 2022 en el Pabellón Villanueva, situado en el Real Jardín Botánico de Madrid. El proyecto, comisariado por Alfonso de la Torre, se presentó en la primavera de este año en el Palacio de San Nicolás de Bilbao, y se traslada ahora, con un repertorio ampliado, a este privilegiado entorno. La muestra, con casi 50 piezas de 43 artistas, propone un encuentro entre obras de arte antiguo y de los siglos XX y XXI de la Colección BBVA. Responsable de patrimonio histórico artístico BBVA @marialuisabarrio, Coordinacion @conhachehelena comisario @alfonsodelatorrevidal #coleccionbbva #arteyespiritualidad #loextraordinario Artistas representados: Alfonso ALBACETE Pablo ARMESTO Miquel BARCELÓ José Manuel BROTO Marta CÁRDENAS Gonzalo CHILLIDA Martín CHIRINO Nacho CRIADO Hugo FONTELA Manuel FRANQUELO Ernst Karl Eugen KÖRNER Carmen LAFFÓN Ouka LEELE Eva LOOTZ Antonio LÓPEZ GARCÍA César MANRIQUE Ángeles MARCO Lucio MUÑOZ Jorge OTEIZA Pablo PALAZUELO Jaume PLENSA Joan PONÇ David RODRÍGUEZ CABALLERO Gerardo RUEDA Teresa SALCEDO Juan Carlos SAVATER Adolfo SCHLOSSER Jan van SCOREL Mar SOLÍS Juan de SOREDA Joaquín SOROLLA Yves TANGUY Antoni TÀPIES David TENIERS II Ricardo UGARTE Modest URGELL Luis VÉLEZ Esteban VICENTE Salvador VICTORIA Fernando ZÓBEL Marina ABRAMOVIĆ Alexandra RANNER Bill VIOLA #RealJardínBotánicodeMadrid #ColecciónBBVA #BBVACollection #Arteyespiritualidad #Imaginarloextraordinario #Artista #SalvadorVICTORIA #art #culture #contemporaryart https://www.instagram.com/p/Cif6nYRjPlP/?igshid=NGJjMDIxMWI=
0 notes
veredes · 4 years
Text
Carlos Martí Arís, arquitecto esencial | Fernando Moral Andrés
Carlos Martí ha vivido y vive por y para la arquitectura. Sus ideas y proyectos son el reflejo de una actitud vital donde el investigar, el pensar y el proponer han sido los verbos conjugados para entender e impulsar una disciplina que debe ayudar a mejorar los lugares de los ciudadanos.
[...]
0 notes
iesantoniogala · 5 years
Text
V CICLO DE CINE ANDALUZ
Una nueva entrada ha sido publicada en nuestra web del IES Antonio Gala http://www.iesantoniogala.es/?p=14728
V CICLO DE CINE ANDALUZ
Llegamos a la 5ª edición de nuestro ciclo de cine andaluz. Se trata de una actividad en la que TODO el alumnado del IES Antonio Gala asiste al Centro de Formación y Ocio de Palma del Río para ver diversas películas y/o documentales producidos en Andalucía o con directores o participantes andaluces. Este año contaremos con la presencia del director de la película “Las llaves de la memoria”, Jesús Armesto, y con la actriz protagonista de la película “No, un cuento flamenco”, Noemí Martínez. Todo un lujo de actividad, que como hemos dicho, llega a su quinta edición, gracias al esfuerzo de los coordinadores de esta actividad y a la colaboración del Ayuntamiento de Palma del Río y en Centro de Formación y Ocio.
Os dejamos información sobre las películas que se van a proyectar, y enlace a los trailers en YouTube.
V Ciclo de cine andaluz
youtube
youtube
youtube
youtube
youtube
youtube
0 notes
veredes · 9 years
Text
Objet trouvé [04] : Sostres y el radiador de la casa “MMI” | Rodrigo Almonacid
A mediados de los 50 del siglo XX, el arquitecto catalán Josep Maria Sostres (1915-84) abandona el entorno pirenaico de su localidad natal de la Seo de Urgel para dar comienzo a su etapa más brillante vinculada al litoral mediterráneo. En menos de una década es capaz de proyectar una serie de obras que reflejan una gran sabiduría y un oficio disciplinado, que tienen (como conjunto) la cualidad de ser eslabones excepcionales dentro de una cadena sin principio ni fin.
[...]
Rodrigo Almonacid [r-arquitectura] · doctor arquitecto valladolid. junio 2015
0 notes