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#Diario di un dolore
princessofmistake · 5 months
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Ogni infelicità è in parte, per così dire, l’ombra o il riflesso di se stessa: non è soltanto il proprio soffrire, ma è anche il dover pensare continuamente al proprio soffrire.
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somehow---here · 1 year
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Ogni infelicità è in parte, per così dire, l'ombra o il riflesso di se stessa: non è soltanto il proprio soffrire, ma è anche il dover pensare continuamente al proprio soffrire.
C. S. Lewis, da "Diario di un dolore", 1961
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noisiamoinfinito · 1 year
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Se ci venisse proibito il sale, probabilmente non ne sentiremmo la mancanza più in una pietanza che in un’altra. Tutto il cibo sarebbe diverso, ogni giorno, ad ogni pasto. Ora è lo stesso. È l’atto di vivere che è diverso in ogni momento. La sua assenza è come il cielo: si stende sopra ogni cosa.
- Diario di un dolore, CS Lewis
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s-a-f-e-w-o-r-d--2 · 5 months
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E fu così che dopo ogni sessione cominciai a tenere un diario... Ci scrivevo tutte le emozioni che avevo provato, descrivevo con minuziosi particolari come eri vestito, che profumo portavi... Ogni minima espressione del tuo volto, ogni piccola ruga nuova che compariva sulla tua pelle... di come si aggrottava la tua fronte ad ogni mio lamento di dolore... Di tutte quelle parole che mi sussurravi all'orecchio... E di tutte le cose che sentivi, ma di cui non mi parlavi... Di tutti gli spigoli che pian piano ti smussavo... Di come i tuoi gesti diventavano man mano più lenti e docili... Di come la foga che avevi i primi tempi lasciava il posto alla più totale calma... Di come godevi dei momenti con me... Di quando era tutto finito ed io appoggiavo la mia testa sul tuo petto o sulle tue gambe... E di come tu mi scostavi i capelli per darmi un bacio in fronte... Questo diario sarà il mio regalo per te... E te lo donerò avvolto in una corda di canapa, di quelle che ami tanto... Di quelle con cui da mesi mi avvolgi e mi leghi cosi stretta... Forse perché ti sei accorto di quanto mi batte forte il cuore quando ti guardo... Per lo stesso motivo che mi bendi gli occhi... Non vuoi che ti scavino dentro... Non sopporti il mio sguardo che ti brama... Bhe... te lo darò sotto la pioggia, così non ti vergognerai se ti scapperà una lacrima... Te lo donerò quando finalmente capirai che io e te, il Padrone e la schiava, non sono più in due ma sono diventati un magnifico Noi... Sempre e per sempre Noi... Un cuore che batte al unisono per l'eternità. 🖤
~ Virginia ~
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~ Virginia ~
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moongirl-26 · 4 months
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La necesidad de llorar me golpeó , como un rayo. Simplemente no pude seguir reprimiendo en mi corazón aquellas penas guardadas en mi pecho por querer ser fuerte todo el tiempo. La necesidad de llorar me hizo querer sacar lo que por tanto tiempo tenía escondido en los rincones más profundos y oscuros de mi corazón. Aquellos a los que cada día aparto la mirada para poder tener la sonrisa que tanto me caracteriza. La necesidad de llorar me quebró , como hace tanto tiempo no me hacía trizas el dolor que muy en mis adentros llevo clavados como vidrios en mi alma, que aunque sangran a diario yo logro ignorarlos. La necesidad de llorar fue tanta que me venció y cedí a sentarme a dejar que el llanto corriera por mis mejillas y por mi sistema.
La necesidad de llorar era tan necesaria, incluso aún más que la de comer o dormir , que me di permiso de sentir el dolor que cada día reprimo e ignoro para sobrevivir.
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papesatan · 6 months
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Ieri s’è sposata mia sorella. Credo di non aver realizzato finché non l’ho vista in piedi con mio padre all’altare. Soltanto la sera prima avevo irriso bonariamente i miei scommettendo un paio di birre col buon Angelo su quante volte sarebbero crollati, col sardonico risultato che loro si son fatti roccia sorgiva, commuovendosi il giusto, mentre io son scoppiato a piangere e da lì non ho più smesso. Troppi pensieri d’amore represso, dolore ipogeo, parole non dette: mia sorella razzista omofoba antivax e complottista, il sempre più arduo discuter invano, a schivar nolente bombe e mine. E volerle bene nonostante tutto e ancora, conoscendo la sua sofferenza che è anche la mia, così uguali e diversi. Quando studiava ancora medicina, i professori la consideravano un genio, la migliore del suo corso, la più brillante, e lo era davvero. Avrebbe potuto fare ed essere qualunque cosa avesse voluto. Poi le si ruppe qualcosa, anni d’infinita crisi e non sapersi, una vita fuori corso. Infine, lo strappo, la rinuncia a tutto, cambiando lavoro e vita. Ora lavora come social media manager ed è bravissima in quel che fa (ma lo sarebbe in qualsiasi cosa decidesse di tentare). Il mese scorso, passando dalla cucina, ho notato che il bidone della carta traboccava di fogli e quaderni. Ho cominciato a leggerne il contenuto: vecchi appunti di medicina, esami pianti e sudati, storie inventate (anche lei scrittrice), pagine di diario, pensieri, sfoghi, pezzi di anima scartati e gettati via alla rinfusa. Senza farmi scoprire, ho raccolto tutto e l’ho nascosto al sicuro in camera mia. Sono un accumulatore seriale, è vero, ma non potevo permettere che tutta quella pena andasse perduta. Posso capire perché l'ha fatto, il dolore che le provoca tenersi la caduta ancora a vista. Può fare tabula rasa se vuole, allontanare da sé le pagine d'un passato in cui più non leggersi, lo accetto, vorrà dire che conserverò io i pezzi d'una vita che non è più. Chissà, magari un giorno, ormai in pace, tornerà a cercare quei sogni buttati di rabbia e spregio e allora io, beh, saprò cosa fare.
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-Diario di un dolore, C.S.Lewis
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belladecasa · 8 months
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Quando riprendo il mio diario del 2019, di quando avevo 22 anni, e rileggo quello che scrivevo - intere pagine sulla malattia e sulla morte, pagine in cui invasata leggevo il Libro della Sapienza e ne commentavo i passi per cercare risposte, pagine su Dio, pagine in cui cercavo di impormi la fede - mi dico: mi devo perdonare.
Mi ricordo che una volta andai dalla ginecologa e gli dissi che avevo 22 anni; lei commentò: come sei piccola. Io piccola non mi sentivo, mi sentivo millenaria; eppure se penso a mio fratello, a Cecilia, a Francesca, con i loro 22 anni, se li penso di fronte a quei pensieri vorrei solo proteggerli, portarli via come si portano via i bambini dai funerali, tappargli gli occhi come davanti alla scena cruenta di un film. E mi ringrazio di aver scritto ora che sono cresciuta perché finalmente mi vedo piccola, mi vedo una ragazzina di 22 anni come loro, che non meriterebbero mai tutta quell’angoscia, e nemmeno io la meritavo, non era scontato che dovessi portare tutto quel peso, non ero millenaria ero piccola piccola. Quindi mi dico che probabilmente tra 4 anni, quando mi riprenderò in mano come parola scritta, ancora mi percepirò troppo piccola di fronte a tutto questo dolore, ma non riesco a perdonarmi se non col senno di poi, a dirmi che non lo merito nemmeno adesso tutto questo peso, che sono sempre troppo piccola, per tutto questo peso
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elperegrinodedios · 6 months
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Ma poi ognuno/a con il suo fuso orario, alla fine della sua giornata torna sempre qui ed è sempre come se tornasse nel suo rifugio, il suo angolo e il suo posto sicuro, dopo aver vissuto, una realtà insoddisfacente, vuota, povera di emozioni, che più facilmente trova qui in questo luogo virtuale vissuto come reale ma che non esiste. Un luogo non luogo dove esprimere una gioia o un dolore o una sua mancanza, o un suo piacere, o amore.
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Sei triste, vieni qui. Sei stanca, sfogati qui, se sei felice, manifestalo qui. È il tuo compleanno, beh festeggialo anche qui. Sai scrivere, lascia stare il tuo diario, scrivi qui, hai un amore nascosto dillo qui. Hai bisogno di un sorriso, domandalo qui, di coccole, le puoi trovare qui. Qui trovi tutto, men che meno, la realtà. Cerchi complimenti, questo è il posto giusto, cerchi approvazione, qui ce n'è di sicuro, se poi cerchi un fidanzato, qui ne trovi a decine. Un amico, a centinaia! Ah dimenticavo però di dirti che questo è un sito in maschera. È uguale per te? Wow, ce l'hai anche tu?! Perfetto, allora, benvenuta/o! Questa è la casa dei sogni!!
Ma ci trovi anche dei tesori di grande valore e di pietre preziose di rara bellezza. Anch'io ci trovai una perla di valore. E ce l'ho ancora qui con me.
lan ✍️
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princessofmistake · 5 months
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E il dolore assomiglia sempre alla paura. Forse, più esattamente, alla tensione. O all’attesa: andare su e giù in attesa che succeda qualcosa. Dà alla vita una sensazione di perenne provvisorietà. A che scopo cominciare qualcosa? Non ne vale la pena. Mi è impossibile star fermo. Sbadiglio, cincischio, fumo troppo. Prima avevo sempre troppo poco tempo. Adesso non c’è altro che tempo. Tempo quasi allo stato puro, vuota sequenzialità. Una carne sola. O, se si preferisce, una nave. Il motore di dritta è andato. Io, il motore di sinistra, devo tirare avanti in qualche modo fino al porto. O meglio, fino alla fine del viaggio. Come posso essere sicuro che esista un porto? È molto più probabile una costa sottovento, una notte nera, una burrasca assordante, frangenti di prua – e se da terra brillano luci, saranno certo lanterne agitate da chi mi vuole fare naufragare sugli scogli.
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somehow---here · 1 year
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C. S. Lewis, da "Diario di un dolore", 1961
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angelap3 · 24 days
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Era una giornata come tante di un mese qualunque
L'areoporto era gremito di persone chi partiva e chi arrivava...mi sono seduta ad osservare senza alcun pensiero svuotata da ogni emozione
Delle porte si aprivano e uscivano persone con enormi bagagli cappelli allacciati al collo frutto di acquisti dell'ultimo momento..per portarsi un ricordo,..
Poi una giovane ragazza con occhi rivolti alla ricerca e alla speranza di trovare chi aveva tanto atteso
Un uomo con una piccola cartella ,.aria frettolosa alla ricerca forse di un taxi
La porta si apriva e si richiudeva e il via vai continuava..
Poi ecco un abbraccio d'amore ..la felicita' di ritrovarsi
E poi l'equipe di un aereo che era arrivato a destinazione
E allora li mi sono chiesta se anche questo era la vita...partenze...arrivi addii felicita' e dolore
Gli echi dell'autoparlante che dava gli annunci
E ho sognato di vivere anch'io un momento di felicita'
Mi sono alzata e mi sono diretta all'uscita
E lui so che mi attendeva...
(Angela P.)
Dal mio diario..... 2015
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giovaneanziano · 15 days
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Credo che nessuno possa mai essere davvero preparato per eventi simili. E credo che la tua reazione sia perfettamente normale, come quella dei tuoi colleghi. Ma non è mai sbagliato parlarne con qualcuno, a volte serve semplicemente una mano per non affrontare le cose da soli.
Ti mando un abbraccio e spero che oggi vada un pochino meglio
Sono abituato a certe cose e ho fatto eventi molto peggiori e impattanti, ma lei non so come mai mi ha aperto in due. Forse perché ho visto il peggioramento in tempo reale o perché ero arrivato pure a scherzarci boh. Ne parlerei eh, ma ho sto trauma che non riesco a parlarne con la gente perché sento riecheggiare la mia ex che mi dice “non siamo un tuo diario o un tuo sfogatoio. Se hai problemi o altro scrivi su un quaderno” che mi blocca.
Oggi va così così, ho una faccia di cazzo enorme devastata da una notte insonne, due eventi uno scemo (dolore al polso) e un altro interessante (ictus) e fame che giustamente si mettono tutti d’accordo e chiamano l’ambulanza quando scoli la pasta.
Grazie dell’abbraccio
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libero-de-mente · 4 months
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𝗗𝗶𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗔𝘃𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼
𝟳 𝗱𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝟮𝟬𝟮𝟯
Caro diario,
oggi è stata dura. Ho visto tanto dolore e paura negli occhi di due donne.
Una che non accetta la debolezza del suo corpo, la decadenza delle sue forze. L'orgoglio che non le fa accettare una domiciliazione più consona.
La mia paura di non reggere da solo l’urto. Di non farcela da solo.
Poi incontro lei.
La seconda donna. Fiera, forte e guerriera. Che ha dovuto affrontare la paura di non riuscire, di non avere abbastanza forza come quando erano in due. La sua metà volata via presto, in quel maledetto periodo in cui noi eravamo un focolaio. Ghettizzato per due mesi in cui quarantuno persone che conoscevo, tra cui suo marito, sono uscite dalle vite dei loro familiari con un ultimo saluto appena accennato, mentre venivano caricati in un'ambulanza.
Senza che i loro cari potessero rivederli più, se non dopo mesi riconsegnati in un'urna cineraria.
Ancora oggi leggo che quella colonna di automezzi militari nella Via Borgo Palazzo, immagini che hanno fatto il giro del mondo, vengono riprese con scherno. Come se in quelle bare fossero state vuote.
Vuoto è il cuore di chi schernisce e racconta di messe in scena.
Ma ripenso a lei, a quella madre ora vedova. Lei è forte, ha preso sulle spalle i suoi figli e li sta facendo decollare verso i loro rispettivi futuri da adulti. Lei è tremendamente forte, capace e tenace ma forse non lo sa pienamente. Anche se la sua anima è lacerata dal dolore.
Oggi l'ho ammirata da morire. Avrei voluto abbracciarla mentre mi raccontava. Forte.
Posso solo imparare da lei, sarò forte anche io.
Come ho sempre fatto da solo fino a oggi.
Non è stata una buona giornata questa, caro diario, sento il bisogno di fermarmi qui.
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scogito · 1 year
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In piena crisi esistenziale del 2004 ho un diario testimonianza di un mal di vivere di cui non vedevo vie d'uscita.
Davo esami all'università, conoscevo tanta gente, uscivo il fine settimana, fu l'anno in cui un tizio arrivò a cercarmi anche in radio, lavoravo part time e potevo togliermi molti crucci, avevo amiche con cui parlare, le spalle coperte da genitori affidabili, un fratello e una sorella preziosi, un cane che era gioia pura.
Eppure leggevo i pensieri di Pessoa come fossero romanzi della Nothomb, sentivo il vuoto assoluto e per come si stava mettendo ero pronta a lasciare tutto.
Il mondo non è migliorato...
Non è mai un fattore esterno che produce un cambiamento, forse innesca la tua storia, ma il perché provi quello che provi lo devi capire tu.
Questo raccontino breve perché, a distanza di tempo, sono quasi certa che il dolore della gente non sta nelle frustrazioni che manifesta (ormai in pieno caos), ma sta dentro ciò che di sé non sa né leggere né capire.
La maggior parte delle persone non sono furiose perché il mondo è cattivo, perché le bollette sono alte, il datore di lavoro è uno stronzo o non trovano l'amore...
Le persone si auto distruggono perché non hanno idea del motivo per cui sono nate.
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pataguja61 · 1 year
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"Les Choristes" ( riflessioni)
Quando all' inizio del film "Les Choristes" Pepinot si reca a casa del famoso direttore d'orchestra Pierre Morhange, non viene riconosciuto.
Questo è comprensibile dato che sono passati almeno 50 anni dall' ultima volta che si sono visti.
Furono compagni di classe e Pepinot,il più fragile di tutti gli ospiti del collegio per ragazzi disagiati, era un bambino fragile e minuto,indifeso, con poche attitudini e in preda a un grande dolore che tutti i sabati manifestava restando aggrappato al cancello dell'istituto in attesa dei suoi genitori, invano ...
Pepinot è stato incaricato da Clément Mathieu, il loro maestro di coro, assunto inizialmente come sorvegliante, di consegnare a Morhange il proprio Diario.
Il direttore d'orchestra ricorda a malapena il nome del compositore.
È grave che non se lo ricordi perché proprio grazie a lui, alla sensibilità, all' intuito di aver compreso le doti nascoste nel ragazzino ribelle dai capelli biondi, gli si aprira' la strada del successo.
Pepinot, orfano di entrambi i genitori, uscira' dall' inferno del collegio prelevato dal maestro Mathieu che era stato licenziato quel giorno e vivrà tutta la vita con lui. Accoglierà inoltre le volontà del compositore: far recapitare al grande artista Morhange il Diario di Mathieu che raccoglie la testimonianza del periodo trascorso nella scuola, delle aspettative, le speranze, la gioia nel veder ripagati gli sforzi di un umile, sconosciuto e ...come lui stesso afferma, fallito maestro di musica.
[ Ma perché dare importanza a una persona che non ha fatto nulla per cercarti e neppure si ricorda del tuo nome ?
Perché non donare il Diario a Pepinot che si è preso cura di te, forse anziano e malato, che ti ha amato più di sé stesso, dato che l'avevi adottato e ha rispettato la tua volontà portando a un personaggio famoso e divenuto estraneo al suo passato ciò che avevi di più caro?]
Forse anche Morhange comincerà a chiederselo, proprio nella scena finale quando dice:"l' indomani, tornando a casa, la mia infanzia mi afferrò alla gola".
"Les Choristes - Scène finale"
youtube
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