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#Dicembre 2020
sonego · 2 months
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ma vi ricordate quella volta che camila postò 6 foto in lingerie in tipo una settimana
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unpoorno · 17 days
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Liya Silver,
(Kirghizistan , 25 febbraio 1999) è un'attrice pornografica e modella erotica russa.
Liya Silver, nome d'arte di Kristina Scherbinina (in russo: Кристина Щербинина), è nata in Kirghizistan , dove viveva con la madre.
Dopo il diploma di scuola superiore, si trasferisce con il padre a San Pietroburgo ( Russia ). Prima di iniziare una carriera nell'industria del porno, ha lavorato come modella erotica.
Nel maggio 2018, all'età di 19 anni, ha debuttato come attrice pornografica. Come attrice ha lavorato per studi europei e americani come Babes, Tushy , Vixen , DDF Network, 3 ​Reality Kings , VR Bangers, 4 ​Blacked , 21Sextury , Video Marc Dorcel o Private.
Nel 2018 ha registrato la sua prima scena di sesso anale per Tushy in First Anal 7 , insieme a Emily Willis , Izzy Lush e Paige Owens.
Nel settembre 2019, Liya Silver ha vinto due statuette agli XBIZ Europe 6 Awards nelle categorie Best New Star e Best Glamcore Sex Scene, insieme a Jia Lissa e Alberto Blanco, per Club VXN Vacation .
Nel 2020 ha ottenuto il riconoscimento essendo stata nominata per gli AVN 8 Awards in quattro categorie: nella neonata Artista emergente straniero dell'anno , nonché in varie produzioni europee come Miglior scena di sesso anale in una produzione straniera di Joy Ride , ​ per la migliore scena di sesso ragazzo/ragazza in una produzione straniera per Liya 4 You e per la migliore scena di sesso di gruppo lesbico in una produzione straniera per Girl Crush .
Nel Dicembre 2022 ha conquistato la copertina di FHM nel Novembre 2022 quella di Play Boy Sweden e nel Gennaio 2023 quella di Play Boy New Zeland.
Ha girato più di 190 film come attrice
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superfuji · 2 months
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Negli anni Duemila la scoperta di ingenti giacimenti di gas naturale nel Mediterraneo orientale ha consentito all’entità sionista di ridurre la dipendenza energetica dall’estero e di diventare nel 2020 un esportatore. Il giacimento più importante, Leviathan, si trova a meno di 200 chilometri dalle coste della Palestina e Israele spera che se ne trovino altri per aumentare le riserve e incrementare l’esportazione verso l’Europa, che dall’inizio della guerra russo-ucraina è alla ricerca di nuove fonti energetiche. In quest’ottica, lo scorso 29 ottobre il ministero dell’Energia israeliano Israel Katz ha dichiarato di aver concesso 12 licenze a sei società per l’esplorazione di gas naturale al largo della costa mediterranea per creare maggiore concorrenza e diversificare i fornitori. Le licenze avranno una durata iniziale di tre anni, con la possibilità di estenderle fino a sette anni. Tra le società a cui sono state assegnate le licenze si trova l’italiana Eni che guiderà le esplorazioni a ovest del giacimento Leviathan. Un portavoce di Eni ha dichiarato che la gara d’appalto è stata lanciata a dicembre e che il gruppo italiano ha presentato la sua offerta a luglio. Già a marzo 2023 durante la visita di Netanyahu a Roma, il primo ministro israeliano aveva confermato la volontà di “accelerare le esportazioni di gas verso l’Europa attraverso l’Italia”.Lo Stato italiano, che è il principale azionista di ENI, si riconferma quindi complice del colonialismo israeliano all’ennesima potenza.
STRISCIA DI GAZA E IMPERIALISMO A SEI ZAMPE
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generalevannacci · 4 months
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Giorgia Meloni, prima alla Camera e poi al Senato, ha accusato Giuseppe Conte di aver firmato il nuovo trattato del Mes “con il favore delle tenebre”, ovvero nascondendolo al Parlamento e agli italiani. “Ricordo – ha detto Meloni – che l’unico mandato parlamentare sulla materia del Mes, nel 2019, impegnava il governo Conte a non ratificare la modifica del trattato”. Aggiungendo poi che l’Italia ha dato con il governo Conte “il suo assenso un giorno dopo essersi dimesso, senza mandato parlamentare, senza che ne avesse il potere, senza dirlo agli italiani”. 
Al Senato, sventolando un foglio con l’autorizzazione da parte del governo Conte a firmare l’accordo, con tono alterato Meloni ha detto che “dalla storia non si esce: la propaganda si può fare ma poi rimangono i fogli a dimostrare la serietà di chi parla”.
Ma la prova della menzogna di Meloni e dell’innocenza di Conte è, paradossalmente, proprio sul foglio che la premier agita in Aula.  
“Vi ho portato un bel fax – dice Meloni ai senatori mostrando il foglio – Per il rappresentante permanente d’Italia presso l'Ue, ambasciatore Maurizio Massari.
La s.v. è autorizzata a firmare l’accordo recante modifica del trattato che istutiisce il Mes. Firmato: Luigi Di Maio’”. E quindi l’affondo della premier: “Questa firma è stata fatta un giorno dopo le dimissioni del governo Conte, quando era incaricato solamente per gli affari correnti, contro il parere del Parlamento, senza dirlo agli italiani, e con il favore delle tenebre!”.
Non è affatto così. E’ vero che Conte ha dato le dimissioni il 26 gennaio e che la riforma del Mes è stata firmata dall’Italia il giorno successivo, il 27 gennaio, ma ciò che Meloni nasconde è quando il ministro degli Esteri ha inviato il messaggio all’ambasciatore presso l’Ue.
Eppure lo si vede chiaramente, ingrandendo la foto, in testa al foglio, dove compare il numero di protocollo con la data: 2021-01-20.
Il ministro Di Maio ha cioè mandato il messaggio il 20 gennaio, alle 16:25, sei giorni prima delle dimissioni di Conte, quando il governo era nel pieno delle sue funzioni.
Ma questo Meloni non lo ha detto, appositamente per far credere che l’ordine è stato inviato il giorno della firma, il 27 gennaio, “dopo le dimissioni del governo”. 
Non è l’unica affermazione falsa della premier. Non è vero, ad esempio, che non c’è stata un’approvazione parlamentare. E’ vero che il governo Conte formalmente firmò il trattato del Mes il giorno dopo le sue dimissioni avvenute il 26 gennaio 2021: ma l’ordine è stato inviato il 20 gennaio 2021, mentre il consenso politico dell’Italia era già stato dato l’11 dicembre 2020, dopo aver ricevuto il mandato dal Parlamento il 9 dicembre. Tutto alla luce del sole, senza il favore delle tenebre.
Come dice Meloni: “La propaganda si può fare, ma poi rimangono i fogli a dimostrare la serietà di chi parla”. 
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firewalker · 4 months
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Una spalla su cui piangere... per fortuna, forse, non troppo
All'età di 16 anni ebbi il mio primo infortunio grave sugli sci: finii contro un muro di roccia, sostanzialmente, sbregandomi (voce del verbo sbregare, ossia aprire malamente) un ginocchio e un avambraccio, spaccando in due il casco e rompendomi l'omero sinistro. Durante la convalescenza, mi accorsi che ogni tanto sentivo dolore alla spalla destra, una cosa passeggera, che io attribuii al cambio di tempo (tipo i dolori ai calli)
Passano gli anni e il dolore alla spalla destra è sempre lì, occasionale, ma mi impedisce, ad esempio, di sdraiarmi di fianco poggiato sul gomito destro, perché poi mi fa malissimo. La cosa nel tempo peggiora tanto che se guido un po' di più il braccio mi fa male.
Decido quindi di fare un'ecografia nel 2020, che sancisce un'infiammazione degenerativa al tendine sovraspinato. L'ecografista dice "non ci si può fare niente, ti tieni il dolore". E io mi tengo il dolore.
Finché, a dicembre 2023, la spalla non si blocca totalmente. Non riesco più ad alzare il braccio né in avanti, né di lato. Verso dietro è praticamente impossibile arrivare oltre il sedere. L'arco di movimento è di circa 20° in tutte le direzioni. Vado dal medico di base che dice
"o ti si è rotta la cuffia dei rotatori, oppure c'è un'infiammazione molto forte"
e mi spedisce a fare RX, ecografia e visita ortopedica.
La lastra la faccio immediatamente, c'è una clinica che le fa senza prenotazione, vai lì e prendi il bigliettino. Dice che ho i tendini calcificati (la famosa "bella calcificazione" che dicevo giorni fa), riesco a fare l'ecografia dopo soli tre giorni appoggiandomi al poliambulatorio dove lavoro e prenoto, subito dopo, la visita ortopedica in sanità privata.
L'ecografia dichiara che non c'è rottura dei legamenti ma c'è questa famosa calcificazione. Il medico ecografista (fisiatra e medico dello sport) si sbilancia e dice "morbo di Duplay", che non ho idea di cosa sia, ma evidentemente è così che si chiama la mia calcificazione. Suggerisce delle onde d'urto. Meglio dell'operazione e più veloci nel recupero, ma non simpatiche.
L'ortopedico visiona tutto, fa la sua visita e dice "no, mi ci vuole una risonanza". Ora, siccome io a Natale parto, la risonanza la farò come minimo a fine anno, se non nel 2024, prenotazioni permettendo, sperando di farla col pubblico perché costa parecchio. Ha prospettato anche un'altra soluzione, che non ricordo come si chiama ma è praticamente un'aspirazione di questa calcificazione (il fisiatra l'ha definita "morbida", lui dice che ha la consistenza della pasta dentifricia), soluzione forse anche più rapida delle onde d'urto, ma invasiva.
E quindi ecco, per fortuna - forse! - non devo operarmi, e probabilmente riesco a non saltare nulla riguardo al Nordic Walking, nemmeno gli impegni che ho come Maestro a inizio anno (ho in ballo la formazione di alcune persone che vogliono diventare istruttori), ma passare il Natale con la spalla fuori uso era qualcosa che mi sarei decisamente risparmiato.
PS: il 20 era il mio compleanno. Con un braccio solo. Sono stato in convalescenza per tutto il giorno, sul divano. Bellissimo.
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apropositodime · 4 months
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28 Dicembre 2020
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Mi è arrivato in ricordo.
Aveva nevicato 🥰❄️
Io e Ale abbiamo dato vita a Jack, che tutte le notti andava farsi un giro per poi ritornare tutte le mattine. ☃️
Ogni sera al mio ritorno lui era lì ad aspettarmi , proprio fuori casa nostra come un guardiano🥰
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gregor-samsung · 9 months
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“ Il primo dei “lupi solitari” a entrare in azione è stato il norvegese Anders Breivik: il 22 luglio 2011 ha compiuto la strage di sessantotto giovani radunati per un seminario nell'Isola di Utoya in Norvegia. Gesti come questi fanno scattare l’emulazione. Pochi mesi dopo, il 13 dicembre, c’è una strage a Firenze in pieno centro: due migranti senegalesi, Samb Modou e Diop Mor, vengono uccisi da un estremista di destra, sostenitore di Casa Pound, Gianluca Casseri, che si suicida per evitare l’arresto. Un altro “lupo solitario”, David Sonboly, un diciottenne tedesco di origine iraniana, il 22 luglio 2016 uccide nove persone nel centro commerciale Olympia di Monaco. Il 3 febbraio 2018, a Macerata un raid razzista: Luca Traini, ventottenne leghista e ammiratore di Hitler, spara dalla propria auto in corsa in alcune zone della città, ferendo sei persone, tutti africani, colpevoli di avere la pelle nera come l’assassino della povera Pamela Mastropietro. Al suo arresto fa il saluto romano. Il 13 maggio 2019, il suprematista Brenton Tarrant uccide a Christchurch in Nuova Zelanda quarantanove musulmani che pregavano in due moschee e ne ferisce altri quarantotto. Sul fucile, usato, c’era scritto il nome di Traini. Prima di compiere un tale orrendo gesto, aveva messo in rete il suo manifesto: “Il genocidio dei bianchi, causato dall'immigrazione di massa”. Il 28 settembre dello stesso anno l’americano Patrick Crusius uccide ventidue persone a El Paso (Texas), ferendone altre ventiquattro. “Difendo il mio Paese dalla sostituzione etnica e culturale portata avanti da un’invasione.” Gli stessi messaggi di odio che si ritrovano sul social di Tarrant. Pochi giorni dopo, il 9 ottobre, un attentato antisemita: Stephan Balliet, ventotto anni, estremista di destra, durante la festa ebraica dello Yom Kippur, prende d’assalto la sinagoga di Halle (Germania), dove si trovano cinquantadue fedeli. Non riuscendo a entrare, uccide a caso due passanti e un ragazzo di vent’anni in una tavola calda. Prima dell'azione aveva pubblicato un documento nel quale affermava che “la radice di tutti i problemi sono gli ebrei”. Per poi aggiungere: “Gli Stati hanno l’obiettivo di uccidere il maggior numero di anti-bianchi, meglio se ebrei”.
Sembra che, nella sola Germania, siano oltre dodicimila le persone appartenenti a gruppi neonazisti. E questi gruppi sono spesso armati. Sempre in Germania, un’altra strage di nove stranieri è avvenuta a Hanau il 20 febbraio 2020. Morto anche il “lupo solitario” che aveva scritto: “Alcuni popoli che non si riescono a espellere dalla Germania vanno sterminati”. Nel solo 2020 sono stati sciolti tre gruppi neofascisti pronti alla lotta armata. Ritornando nel nostro Paese, vorrei sottolineare l’arresto il 22 gennaio 2021 di Andrea Cavalleri, un ventiduenne di Savona. Voleva imitare Anders Breivik e Brenton Tarrant, mosso da un’ideologia suprematista. Contava di realizzare stragi tramite il suo gruppo il “Nuovo Ordine sociale” che propagandava sul canale Telegram “Sole Nero”. È accusato di associazione con finalità di terrorismo, di incoraggiare a compiere massacri nelle scuole. “Io una strage la faccio davvero. L’unica cosa da fare è morire combattendo. Ho le armi. Farò Traini 2.0.” Oltre agli ebrei, il giovane savonese aveva preso di mira anche le donne. “Gli ebrei sono il male primo da eliminare.” In quel giorno saranno dodici le perquisizioni nei confronti di persone legate al giovane ventiduenne, nelle città di Genova, Torino, Cagliari, Forlì, Cesena, Palermo, Perugia, Bologna e Cuneo. Questa è la chiara manifestazione di quanto sia esteso il fenomeno dell'estrema destra e del suprematismo bianco anche nel nostro Paese. “
Alex Zanotelli, Lettera alla tribù bianca, Feltrinelli (collana Serie Bianca); prima edizione marzo 2022. [Libro elettronico]
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nonlosoancorasblog · 1 month
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A Febbraio 2020 arrivai in B., poco prima dell'inizio del lockdown, mi innamorai follemente del lavoro che faccio ancora oggi e a maggio aprì p.iva, perché era l'unica maniera per continuare a farlo. Se ci avessi riflettuto davvero, non l'avrei fatto.
Passai un anno terribile con un responsabile inadatto; a dicembre diede di matto e andò via per lasciare il posto a G., che era il collega che mi aveva fatto innamorare di questo lavoro. A ottobre 2021, andai via senza un piano B, ero stufa ed in burnout.
A Novembre entrai in un'altra agenzia, mi trovai malissimo. A livello umano, meravigliosi; a livello lavorativo dei cani. A giugno maturai l'idea di andare via, a luglio lo resi ufficiale e andai a prendere un caffè con L. per chiedere il mio rientro in B. Decisero fin da subito che era un sì, disperati com'erano, ma solo il 31 agosto me lo comunicarono. Era il 2022. A ottobre G. lasciò la società, chiuse p.iva e ora guadagna di più forse facendo un lavoro che ama di meno, ma sta bene mentre prima no. Mi disse di andare via, ma testarda com'ero e come sono ancora, non lo ascoltai. A Gennaio, incazzata nera, mandai a fanculo l'allora responsabile, L. e pure Carlo, per poi ritornare sui miei passi perché non sentivo ancora concluso il mio percorso lì. Rientrai in un altro ufficio senza responsabile e dimostrai tutto quello che potevo per diventarlo. Il 31 marzo 2023 persi papà, un mese dopo diventai responsabile. Ancora una volta, non ascoltai G. che mi consigliò di rifiutare.
Lo sono stata fino a fine gennaio, portando avanti un ufficio senza personale, facendo numeri che altri uffici pieni di gente non facevano, fatturando come l'anno prima e lasciando come sempre i soliti regali.
A gennaio mi è stato detto di fare un passo indietro perché sull'ufficio la società aveva un progetto e io di questo progetto non facevo parte.
Ci hanno messo un ragazzo di 22 anni e forse in cuor loro stanno realizzando di aver fatto una stronzata, ma non lo ammetteranno mai.
Nel frattempo ho fatto dei colloqui e a fine aprile andrò via. Giusto il tempo di farmi pagare una fattura.
E il capitolo Bolina si chiuderà.
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lucaf2019 · 1 year
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Vogue Paris, dicembre 2020/gennaio 2021 (2/5)
📷 Alasdair McLellan
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seoul-italybts · 4 months
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[✎ ITA] Intervista JIN : Beyond The Stage Photobook - The Day We Meet⠸ 22.12.2023 💜⟭ 2 / 7 ⟬💜
Beyond The Stage
BTS DOCUMENTARY PHOTOBOOK
The Day We Meet
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2. JIN
Gli oggetti preferiti di JIN
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26 MARZO 2020
Perché ho scelto i fiori? Perché sono belli come me.
Dico sul serio. Avevo una mezza idea di portare il computer che uso per videogiocare, ma poi ho pensato ai fiori (ride). E sono ancora più adorabili, con questi fiori rosa che mi piacciono tanto.
4 MAGGIO 2020 __Un Giorno
C'è una grandissima differenza tra il dover fare qualcosa ed il fare qualcosa di propria volontà e scelta. Ecco perché sono così convinto avere degli hobby sia fondamentale. Sono attività che facciamo perché vogliamo farle.
Credo [dedicarsi ai propri passatempi] sia l'opportunità di riflettere sulla vita. Posso incontrare gli amici più stretti, darmi un'occhiata intorno e trascorrere più tempo con le/i fan, anche se solo online. [Questa pausa forzata a causa del Covid] Non era prevista, ma alla fine mi ha permesso di rigenerarmi.
5 OTTOBRE 2020 __BTS Map of the Soul ON:E
Ho davvero sentito molto forte la mancanza del pubblico. L'esibirsi si basa tanto sulle connessioni che vengono a crearsi tra il performer ed il pubblico. Aver solo la telecamera da guardare per tutto il tempo mi ha reso ancor più irrequieto. Se devo essere sincero, non ero poi così entusiasta, ma ho fatto comunque del mio meglio.
OTTOBRE 2020
Mi sto impegnando al massimo, sul lavoro, ma personalmente, negli ultimi mesi, credo d'essere emotivamente distaccato un po' da tutto. A meno che non ci sia qualche appuntamento pre-programmato, me ne sto a casa a poltrire e dormo per circa 15 ore al giorno. Non so se sia per questa pandemia che non finisce più o se ci sia altro. Neppure i videogiochi riescono più ad entusiasmarmi. Ma immagino sia semplicemente una fase che affrontiamo tutti, prima o poi. Poco alla volta, andrà meglio.
FEBBRAIO-MARZO 2021
È tutto un po' diverso e nuovo rispetto al solito, perché per ogni show ci dobbiamo spostare di location in location. Non è esattamente come esibirci sul palco [dal vivo], ma è bello potersi esibire in luoghi che non avrei mai immaginato possibili.
MAGGIO 2021
È davvero un sollievo poter tornare a casa, a fine lavoro, ma a volte sento la mancanza dei tour. Sapete come si dice, no? Che nonostante le difficoltà, a ben vedere, sono proprio quelli i momenti che diventano ricordi preziosi. Quando riprenderemo i tour, immagino diro "Oh, voglio tornare a casa" o anche "Quanto mi manca il cibo coreano!" Ma, per ora, è dei tour che sento la mancanza.
22 SETTEMBRE 2021
Sono molto grato di poter fare questo lavoro. Specialmente perché mi impedisce di impigrirmi.
In passato, ero solito chiedermi "Come potrò mai riuscire in qualcosa di tale portata?", ma ora è tutto molto diverso. Anche quando sono alle prese con esperienze che il resto della gente considera impossibili, tra me e me penso "Perché non dovrei farcela?" Credo il mio approccio e la mia prospettiva sulle cose siano cambiati perché ho provato con mano che non c'è nulla di irrealizzabile. Quindi ora, a primo impatto, mi dico "Perché non provarci?" Se poi non ci riesco, pace, ma se la cosa va a buon fine, fantastico!
27-28 NOVEMBRE / 1-2 DICEMBRE 2021
__BTS Permission to Dance on Stage LA
(Riguardo le sue sorprese/i suoi teneri accessori da concerto)
C'è chi videogioca per passione e divertimento, ma per alcune persone può anche essere fonte di stress. Ecco, prendendo i giochi a metafora, io vorrei essere una sorta di facilitatore di gioco, un animatore.. Vorrei semplicemente che la gente che mi vuol bene si divertisse.
30 NOVEMBRE 2021
Sono abituato a vedere il pubblico che canta insieme a noi, ai concerti, ma questa volta indossavano tuttə le mascherine. Sicuramente stavano sorridendo, ma non potevo decifrare chiaramente le loro emozioni. Inoltre, certo, sentivo che qualcuno cantava insieme a noi, ma non sapevo mai se anche le persone che avevo di fronte stessero cantando. Mi è spiaciuto un po' non poter vedere chiaramente i volti del pubblico.
3 APRILE 2022
__64a Ediz. dei Grammy Awards
Sono già soddisfatto così, quindi anche non dovessimo vincere, non credo sarei meno felice. Certo vincere non sarebbe male, ma la cosa finisce lì.
8-9 & 15-16 APRILE 2022
__BTS Permission to Dance on Stage Las Vegas
Cerco di non pensare troppo, sul palco. Mi trovo meglio così. Credo ormai sia piuttosto naturale, per me, vista l'esperienza guadagnata nel tempo. Se lascio semplicemente che il mio corpo segua i movimenti cui sono abituato, ho maggiori probabilità di non fare errori (ride).
15 OTTOBRE 2022
__BTS <Yet to Come> in Busan
Con tuttə le/i fan che ci seguono e guardano, non posso permettermi di adagiarmi. Devo fare la mia parte. Credo chiunque proverebbe lo stesso, nei miei panni.
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS⠸ Twitter
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toscanoirriverente · 26 days
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Il preside del liceo Maurice Ravel ha lasciato l'istituto per ragioni legate alla sua incolumità. Tutto è iniziato il 28 febbraio scorso, quando aveva chiesto a tre studentesse di rispettare la laicità della scuola francese
Parigi. Temeva di fare la fine di Samuel Paty, il professore di Storia e Geografia decapitato da un jihadista ceceno per aver insegnato la laicità ai suoi studenti, o di Dominique Bernard, docente di Francese assassinato da uno studente radicalizzato all’entrata dell’istituto Gambetta-Carnot di Arras per gli stessi motivi. Il preside del liceo Maurice Ravel, situato nel Ventesimo arrondissement di Parigi, ha deciso di dimettersi per “motivi di sicurezza”, dopo le minacce di morte di cui è oggetto da un mese. Tutto è iniziato il 28 febbraio, quando il preside, vedendo tre studentesse che indossavano il velo all’interno del perimetro scolastico, ha ricordato loro che è vietato per legge esibire simboli religiosi nelle scuole pubbliche.  
Due hanno subito tolto il velo, la terza, invece, ha fatto finta di non sentire. Il dirigente scolastico, stando al racconto fatto all’Afp dai servizi del ministero dell’Istruzione, si sarebbe avvicinato indispettito e avrebbe trascinato “verso l’uscita della scuola” l’allieva, che avrebbe “opposto resistenza”. Dinanzi all’aumento delle tensioni, il dirigente avrebbe lasciato perdere, fino all’intervento della polizia. Ma da quel momento, la situazione è degenerata. Sui social ha iniziato a spargersi la voce di un litigio tra un preside e una studentessa musulmana. Quest’ultima, oltre a sporgere denuncia per “violenze” (denuncia in seguito archiviata per mancanza di prove), ha riferito alla stampa di essere stata “spinta” e “colpita con forza sul braccio”, versione smentita da Valérie Baglin-Le Goff, direttrice del provveditorato di Parigi. La studentessa ha poi deciso di rincarare la dose contro il dirigente scolastico testimoniando sulla pagina Facebook del Collectif contre l’islamophobie en Europe, associazione sulfurea che nel dicembre 2020 era stata dissolta per propaganda islamista dal ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin sotto il nome di Collectif contre l’islamophobie en France. Risultato? Contro il preside del liceo parigino sono piovute le minacce di morte, secondo un meccanismo simile a quello che ha portato alla tragedia di Samuel Paty. Un ventiseienne originario del dipartimento degli Hauts-de-Seine è stato arrestato e sarà processato a Parigi il 23 aprile per minacce di morte sui social. Un altro uomo, arrestato a metà marzo a Trouville-sur-mer (Calvados), è stato posto in stato di fermo per lo stesso motivo, ma è già stato rilasciato.  
“Sono veramente triste, è una storia grave che ha portato alle dimissioni del preside quando invece doveva accadere l’esatto contrario”, ha dichiarato in forma anonima a France Info un insegnante del liceo Maurice Ravel. Tranne dalla France insoumise, il partito della sinistra radicale noto per intrattenere legami ambigui con un certo islam politico, tutta la classe politica francese ha manifestato solidarietà al professore, sottolineando la gravità di quanto accaduto. “È un fallimento collettivo”, ha commentato il capogruppo dei deputati socialisti Boris Vallaud. “Ecco dove ci portano le piccole pusillanimità e le grandi rinunce”, ha aggiunto Bruno Retailleau, patron dei senatori gollisti. Ieri pomeriggio, il preside dimissionario è stato ricevuto a Matignon dal primo ministro Gabriel Attal. Ex ministro dell’Istruzione, Attal, durante il suo primo discorso da premier il 9 gennaio, aveva affermato che la scuola “è la madre di tutte le battaglie”. Il caso del preside del liceo Ravel mostra che la lotta all’islamismo, in questa battaglia, deve essere prioritaria. 
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pettirosso1959 · 4 months
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Finalmente la resa dei conti è arrivata. Poi toccherà all'Unità ed al Fatto Quotidiano.
Patrizia Cesaretti: Se fossero giornalisti invece che lecchini, camperebbero meglio.
Maria Stella Maltoni: Questo perché i pescivendoli non hanno più comprato Repubblica per incartare il pesce.
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CAOS A LA REPUBBLICA: "LA NAVE AFFONDA I CONTI VANNO MALE. QUAL' È LA LINEA EDITORIALE’’.
Libero 05/01/24
Non c’è pace a Repubblica. Dopo il durissimo comunicato di metà dicembre coi 5 giorni di sciopero paventati, il 2024 si apre con una mail esplosiva del Comitato di redazione (Cdr) a tutti i giornalisti della testata.
La sintesi è che la direzione e la proprietà si sono allontanate dall’identità del giornale.
Nel 2020 gli Elkann, proprietari di Repubblica, hanno venduto il Tirreno, la Gazzetta di Modena, la Gazzetta di Reggio e La Nuova Ferrara.
Nel 2021 si sono liberati di MicroMega.
Nel 2022 la vendita dell’Espresso.
Poi, nel 2023, la cessione di 6 testate del Nord-Est (Corriere delle Alpi, Il Piccolo, Messaggero Veneto, La Nuova Venezia, Il Mattino di Padova e La Tribuna di Treviso).
Pochi giorni prima di quel comunicato, il fondatore, De Benedetti, aveva a sua volta picchiato duro contro gli Elkann, accusandoli di aver distrutto il quotidiano.
IL CDR: «L’ANNO CHE SI CHIUDE È STATO SOFFERTO E DIFFICILE, ASSAI DELUDENTE PER TUTTI NOI.
IL NOSTRO GIORNALE CONTINUA A PERDERE COPIE,
ABBONAMENTI E NON RIESCE A TROVARE UNA STRADA NEL DIGITALE. E QUESTO, A NOSTRO AVVISO
PER LA MANCANZA DI UNA CHIARA STRATEGIA DI INVESTIMENTI, MARKETIG, OBIETTIVI, COLLOCAZIONE NEL PANORAMA EDITORIALE.
NONOSTANTE GLI SFORZI TITANICI DI TUTTI NOI.
La difesa dell’identità di Repubblica (ciò che sembra importare solo a noi giornalisti che amiamo questo quotidiano e il lavoro che facciamo)
ci ha impegnato in un anno che ha segnato la per noi traumatica disgregazione di quello che era il più importante gruppo editoriale del nostro Paese,
smembrato e dismesso da un editore il cui progetto resta per noi incomprensibile, oltre che frutto di preoccupazione».
La redazione, si legge sempre nel comunicato, attende dal direttore Maurizio Molinari il nuovo piano editoriale:
«Come sappiamo nel futuro prossimo ci sono ancora tagli, riduzione del perimetro giornalistico, mortificazione di competenze e professionalità (...)
il 2024 si preannuncia un anno di dura battaglia a difesa del nostro posto di lavoro, del nostro nome (...) dovremo affrontarlo insieme.
perché da questa caduta rovinosa non si salva nessuno.
Vedere Repubblica che viene abbandonata come una nave che affonda è motivo di particolare amarezza».
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diceriadelluntore · 10 months
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Storia Di Musica #281 - Mingus Big Band, Live At Jazz Standard, 2010
Chi e cosa è stato Charles Mingus? Le domande non sono così tautologiche come possono apparire. Nella storia dei grandi del jazz, porta agli estremi la ribellione culturale, l’esigenza di una riabilitazione personale, i problemi psichiatrici, una vitalità che molto spesso superava ogni eccesso nel cibo, nel sesso, nell’esternazione delle emozioni. Ma sopra ogni cosa Mingus è stato un genio creativo con pochi pari. Il burbero, scontroso, violento passa in secondo piano rispetto al musicista. È quello che successe poco dopo la morte, avvenuta nel gennaio del 1979: molti dei musicisti che avevano collaborato con lui, si strinsero intorno alla figura di Sue Mingus, la sua quarta moglie, e iniziarono a pensare a come omaggiare la sua musica. Tra l’altro, nonostante la debilitante malattia che lo stava progressivamente fermando, Mingus continuò a comporre e dettare musica, tanto che alla sua morte lasciò in eredità almeno 200 idee musicali tra spartiti, linee melodiche, idee sparse qua e là. Nello stesso anno della morte, si forma il primo nucleo di questo percorso di ricordo con la Mingus Dynasty, formata dai sessionisti che collaborarono con lui nell’ultimo periodo. Iniziarono a suonare concerti in giro per gli Stati Uniti prima, e nel mondo poi, garantendo a Mingus una nuova fioritura di notorietà, persino più sincera e ragionata rispetto a quella legata al suo strabordante personaggio. Sue costituirà una Fondazione, che oltre a celebrare la musica di Mingus, diventerà attiva nella formazione musicale e culturale, garantendo borse di studio ai ragazzi emarginati, legando il tutto ad uno dei punti centrali della parabola artistica di Mingus: il rispetto interrazziale e l’importanza della conoscenza per le minoranze etniche. Mingus Dynasty prende il nome dal titolo di un album del 1959, Mingus Dynasty, che contiene due classici mingusiani, Song With Orange ma soprattutto Gunslinging Bird, che stavolta fu davvero dedicata al grande Parker, e come titolo provvisorio aveva If Charlie Parker Were a Gunslinger, There'd Be a Whole Lot of Dead Copycats. Nell’album del 1959 al trombone c’era Jimmy Knepper, all’epoca fido collaboratore di Mingus, che nonostante i due denti rotti che gli fece il Maestro e il conseguente processo, rimase sempre un suo grande amico. E Knepper fu il band leader di uno dei grandi live che la Dynasty ebbe presso il Teatro Boulogne-Billancourt di Parigi, l’8 Giugno 1988, racchiusi in due emozionanti cd (titolo Live at the Theatre Boulogne-Billancourt/Paris, Vol. 1 e 2). Ma personalmente credo che il ricordo più vero e sentito è stato quello che ha portato avanti l’evoluzione della Dynasty, la Mingus Big Band. Uno dei sogni di Mingus era di creare una Big Band sulla falsariga di quelle del suo mito Duke Ellington, e un po’ come successe allo stesso Ellington, a Glenn Miller o ai fratelli Tommy e Jimmy Dorsey, le cui musiche sono sopravvissute al loro creatori anche grazie alla continuazione delle big band, così è capitato pure indirettamente per Mingus. La Mingus Big band nasce nel 1991, formata da 14 elementi: il repertorio mingusiano viene riarrangiato, anche seguendo delle idee di Charles, in stile Big Band, che rimase il grande sogno inespresso in vita del grande contrabbassista. Il successo delle prime esibizioni è esaltante, e in pochi anni la Mingus Big band suona in tutti gli Stati Uniti d’America, e inizia anche acclamatissimi concerti in Europa, in Giappone, in Oceania. Nel 1997, viene ingaggiata per l’apertura di un nuovo locale, il Jazz Standard, situato nel quartiere Rose Hill di Manhattan, New York City. La band viene ingaggiata per due lunedì di seguito, ma il successo dei Mingus Mondays diviene così eccezionale che in pratica la band suona, quando non è in tour, tutti i lunedi fino a quando, causa Covid, il locale non chiude nel 2020. Ma la sera del 31 dicembre 2009, casualmente non un lunedì ma un giovedì, Sue Mingus decide di registrare l’esibizione della Big Band, e pochi mesi più tardi esce Live At Jazz Standard, nell’aprile del 2010. Quella sera fa parte della Big Band anche Randy Brecker alla tromba, che agli inizi degli anni ‘70 fu sessionista prediletto di Mingus. In scaletta, il meglio della produzione: Self-Portrait in Three Colors, Bird Calls, Open Letter To Duke, Cryin' Blues, la leggendaria Goodbye Porky Pie Hat, ma anche scelte minori come E's Flat Ah's Flat Too (aka "Hora Decubitus"), da Blues & Roots del 1959, New Now Know How e una finale Song With Orange da antologia. Band, pubblico, atmosfera sono così perfetti che il disco vince un Grammy Award come Best Large Jazz Ensemble Album nel 2011, e i Mingus Mondays sono ormai uno dei 5 eventi jazz migliori di tutta New York per i primi due decenni degli anni duemila. La Big Band continua a suonare in tutto il mondo, anche in Italia dove ha un folto seguito di appassionati, e quest’anno i Mingus Mondays sono tornati presso il Drom, un altro locale di New York, nell’East Village. Per celebrare il centenario della nascita di questo genio, pazzo e scalmanato, e davvero unico. Persino nella storia del jazz.
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abubakrasiddiq · 1 year
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Omar Bakri soprannominato Izz-ad Din (7 ottobre 2000) è un capo militare di resistenza palestinese di alto livello di Hamas.
È attualmente sposato con Emily Hatoum
Breve biografia
Omar Bakri nasce a Gaza nella striscia di Gaza della Palestina il giorno 7 ottobre 2000 e da piccolo perse suo padre e suo fratello maggiore a causa di una lotta armata tra i militanti di Hamas e l'esercito israeliano, l'IDF nel 2006.
Ad Omar sin da piccolo gli viene insegnato a difendersi e usare le armi.
All'età di 18 anni, Omar divenne ufficialmente membro di Hamas e militante e nel 2014 diventa un membro di alto livello di grado capo militare assumendo il nome Izz ad-Din, ed è responsabile per aver ucciso circa 110 israeliani militari.
Fino al 2020, si presumeva che Omar fu ucciso dall'IDF ma nel 2021 fece la sua riapparizione minacciando di fare la guerra contro gli israeliani.
La sua riapparizione fece allarmare molto l'IDF e il governo israeliano.
Il 2 febbraio 2021, Omar si sposò con la palestinese Emily Hatoum con la quale ebbe una bambina nata prematura di 7 mesi il giorno 2 agosto 2022 che viene chiamata Zulema Bakri.
Il 17 dicembre 2022, Omar fece una visita al presidente siriano Bashar al-Assad essendo stato inviato dalla leadership politica di Hamas per completare l'accordo di supportarlo e ritirare il supporto per Free Syrian Army  a causa dei suoi legami con al-Qaeda e  Stato Islamico che renderebbe la Siria una base terroristica se Assad dovesse essere fatto fuori.
Personalità:
Omar si fida solo dei suoi colleghi di Hamas e dei suoi alleati come Iran, Russia e Siria, lui odia molto gli israeliani perché sono responsabili della morte di suo padre e di suo fratello maggiore.
Omar disprezza molto gli israeliani e gli ebrei sionisti tuttavia non gli dispiace il supporto degli ebrei anti sionisti che supportano i palestinesi.
Omar fa distinzione tra gli ebrei sionisti e gli ebrei anti sionisti.
Informazioni:
Luogo di nascita: Gaza,Palestina
Luogo di residenza: Gaza, Palestina
Data di nascita: 7 ottobre 2000
Cittadinanza: Palestinese
Etnia: Arabo
Religione: Musulmano sunnita
Fazione palestinese: Hamas
Grado: Capo militare
Orientamento sessuale: Eterosessuale
Relazione: Sposato con Emily Hatoum
Figli: 1
Alleati:
-Abu Qasim Muhammad
-Akram Reza
-Bashar al-Assad
-Hussein Mounes
Parenti:
Mustafa Bakri (padre,deceduto)
Ishtar al-Qassam (madre)
Emily Hatoum (moglie)
Zulema Bakri (figlia avuta da Emily)
Yusuf Bakri (fratello,deceduto)
Prestavolti:
-Aram Grigoryan
-Gamid Agalarov
-Ibrahim Nabulsi (pv attuale)
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