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#Esploratore
myrobertoborzellino · 6 months
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L'uomo dei sogni. Le avventure di Jack Bauer verso mondi sconosciuti. Vol. 1 - Parte 10 - L'Imperatore e la muraglia cinese (on Wattpad) https://www.wattpad.com/1394493679-l%27uomo-dei-sogni-le-avventure-di-jack-bauer-verso?utm_source=web&utm_medium=tumblr&utm_content=share_reading&wp_uname=RobyBorz1965&wp_originator=ct%2BBQtlqJoLnWfv39iRNJfGlq19fFth2tjR5wBG3xjevcllPbo%2FCon5Vnwtp3gnABMM3g615qIhDgXD8VuoA%2BKKCeqklR5u74ONqiQ557uE1USYfqBYPiQLoaVp092Jx "Scopri un mondo di mistero, avventura e scoperte straordinarie con "L'uomo dei sogni: Le Avventure di Jack Bauer verso mondi sconosciuti. Vol. 1" Immergiti in un romanzo coinvolgente che mescola abilmente elementi di avventura, fantascienza e viaggi nel tempo. Questa storia ti condurrà attraverso le pagine di dieci avventure uniche, ciascuna ambientata in mondi paralleli e legate da un filo narrativo che ruota intorno al potere di un misterioso anello magico. Attraverso questo romanzo, vivrai emozionanti avventure, esplorerai diverse epoche storiche alternative e seguirai Jack Bauer in un viaggio di crescita personale straordinario. Gli enigmi del tempo, il potere dell'anello e le sfide che Jack affronta ti terranno incollato dalla prima all'ultima pagina. Se sei pronto per un'esperienza di lettura coinvolgente che stimolerà la tua immaginazione e ti farà riflettere, "L'uomo dei sogni" è la scelta perfetta. Non aspettare, inizia il tuo viaggio ora e immergiti nel mondo straordinario di Jack Bauer!"
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kon-igi · 17 days
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IL RAGAZZO E LA MONTAGNA
C'era una volta un giovane esploratore, la cui più grande passione era addentrarsi in tundre, scendere in ghiacciai e percorrere deserti alla ricerca della Gemma Preziosa.
Ogni luogo della terra aveva una propria Gemma Preziosa - scintillante, tenebrosa, rubescente o lattiginosa - e lui aveva viaggiato già mezzo mondo ed esplorato mille lande impervie per trovarle e collezionarle tutte.
Nella sua casa aveva una stanza intera piene di tali meraviglie, tutte racchiuse in teche di cristallo, ma il giovane esploratore non amava tornare nella propria casa, se non per riporvi i suoi tesori.
Intendiamoci, adorava la propria casa e la propria città, voleva bene ai suoi genitori e stava bene con i suoi tanti amici, ma il suo animo inquieto lo portava puntualmente a guardare le nuvole fuori dalla finestra, desiderando di poterle cavalcare e andarsene via col vento.
Un giorno sentì parlare dell'Ultima Montagna e di come al suo interno fosse la celata la pietra più preziosa di tutte: il Cuore di Gea.
L'Ultima Montagna si trovava nel paese di Finisterrae e il suo vecchio mappamondo non aveva ancora finito di girare che lui si era già messo in cammino.
Non fu un viaggio facile, né per le gambe né per il cuore, perché dovette salutare molte persone - Finisterrae era lontana - e parte del suo percorso lo dovette fare a piedi, passo dopo passo, senza mai più incontrare anima viva (tranne i ragni, che gli tennero compagnia nelle lunghe notti insonni ma che però non erano gran conversatori).
Quando arrivò all'Ultima Montagna rimase con la bocca spalancata per qualche minuto (i ragni controllarono preoccupati se ci fossero delle carie ma uscirono soddisfatti): un'enorme montagna scintillante di materiale translucido giallo paglierino svettava fino a quasi bucare la volta del cielo.
Ma il suo stupore si tramutò ben presto in preoccupazione quando, a un esame più attento, il giovane esploratore si rese conto che la montagna era in realtà un enorme conglomerato di Crisoberillo come non se n'erano mai visti in alcun libro di geologia.
Molto bene - pensò con stanca autoironia, guardando il suo piccone - sulla Scala delle Durezza di Mohs il crisoberillo ha un punteggio di 8,5 ma volendo considerare il bicchiere mezzo pieno mi è andata anche bene... la montagna poteva essere fatta di Rubino o di Zaffiro!
E cominciò a scavare una galleria per raggiungere il Cuore di Gea.
Man mano che avanzava a fatica all'interno della montagna, egli si rese conto di una cosa molto strana: per ogni colpo di piccone e di scaglia di crisoberillio che cadeva a terra lui sentiva di perdere qualcosa.
Ma cosa? - si chiese.
Non lo so - si rispose.
E allora pensò di riempire quei vuoti nel cuore immaginando il momento in cui avrebbe finalmente scalzato dalla roccia il Cuore di Gea... la gioia di sentirlo pulsare tra le proprie mani, gli occhi socchiusi per schermarsi dal bagliore di mille soli di puro cristallo, lo stupore delle persone al suo ritorno, la teca gigante già pronta al centro della sua collezione.
Quello di cui in un primo momento il Giovane Esploratore non si rese conto è che ogni picconata stava sottraendo un minuto alla sua vita e le picconate erano tante e il tempo scorreva avanti in una sola direzione, dritto come la galleria che sventrava la montagna.
Le mani che impugnavano il piccone invecchiavano, come invecchiavano le domande che lui si faceva...
Perché? Da dove? Verso cosa?
Quando le domande diventano opprimenti, i colpi del piccone rallentavano, salvo poi riprendere forza al pensiero della gemma che ogni giorno si avvicinava.
E poi, dopo mille eternità l'ultima picconata, la parete che crolla ed ecco il Cuore di Gea, sospeso nel buio luminescente di un antro nel ventre della colossale montagna.
Ma il Giovane Esploratore non poteva più definirsi tale.
Non stava più esplorando nulla e di certo non era più giovane.
Con passo incerto e polverose mani tremanti si avvicinò al Cuore di Gea e fece per prenderlo.
Ma si fermò.
Verso cosa? E perché?
E poi la domanda giusta.
Da dove?
Da dove vengo? Cosa ho lasciato? Chi ho lasciato?
E voltandosi vide che la lunga galleria che portava all'esterno era disseminata di corpi, congelati nell'atto di colpire la roccia.
Erano tutti lui, metro dopo metro sempre più vecchio, bloccati nell'attimo in cui aveva deciso di cancellare un ricordo per fare spazio al pensiero della Gemma Più Preziosa.
Sono morto? - si chiese.
Sì, ogni volta - si rispose.
Il Cuore di Gea lo guardava con occhio pulsante ma la mano, dimagrita e raggrinzita, scese sul fianco.
Non era quello che voleva... quello era ciò che aveva deciso di volere per cancellare i veri desideri, quelli che lo tenevano vivo in attesa del domani.
E il vecchio ragazzo si voltò e tornò indietro, accarezzando con una mano sempre più giovane tutti i sé che aveva lasciato morire per non aver voluto ricordare come vivere.
E li perdonò tutti, uno a uno, finché la luce del sole non gli baciò le palpebre socchiuse e lui non ritrovò la voglia di esplorare, mai perduta ma solo addormentata sotto a una pesante coperta di tristi rimpianti.
E come il mappamondo tornò a girare, il vero Cuore di Gea riprese a battergli nuovamente nel petto, perché Finisterrae è quel luogo che comincia nel punto in cui appoggi il piede per iniziare il viaggio verso il domani.
Questo post è dedicato a @seiseiseitan, per me il più grande esploratore <3
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donaruz · 9 months
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2 agosto 1980 ore 9,00
«Forza Carmelo! È ora di alzarsi, bisogna correre in stazione, c’è il treno che ci porterà da papà!»
«Uffa, va bene, mi alzo» Il piccolo Carmelo ancora frastornato per la giornata precedente dove aveva mangiato un buonissimo gelato e corso per le vie di Bologna come un giovane esploratore in una terra sconosciuta. Osservava tutto. Carmelo era alto, non dimostrava la sua giovane età e con quel bellissimo binocolo che gli aveva regalato suo zio e i pantaloncini corti era perfetto come ricognitore dell’ignoto. Aveva gli occhi azzurri, la mamma per scherzare diceva sempre che era figlio di qualche Dio dell’Olimpo greco; nessuno in famiglia aveva gli occhi azzurri. Da grande voleva studiare gli animali e girare il mondo alla scoperta di nuovi territori. Era un esploratore ancora prima di esserlo davvero.
Una semplice ma abbondante colazione e poi un bacio forte a Tobia, il cane. La strada è breve fino ai treni ma quella mattina i parenti devono portare la macchina dal meccanico, una vecchia fiat 127 ormai al termine. La decisione è presto fatta, si va in stazione a piedi, tanto il treno è alle 11, c’è tempo...
Carmelo è contento, ha visto una grande città del nord, piena di gente che corre, non ha capito il motivo ma si diverte a vederli indaffarati, al suo paese sono molto più tranquilli. Poi, finalmente, vede i treni. Che amore che ha per i treni! Ogni domenica il suo papà lo porta alla piccola stazione del paesello a vedere i treni che partono, ora anche lui potrà salire su quelle macchine meravigliose fatte di ferro e legno per ben la seconda volta nella sua vita.
10,20
«Mamma!, mamma mi piacerebbe tanto avere un amico cane, ma tanto tanto!»
«Va bene piccolo, vedremo, quanto torniamo a casa ne parliamo con papà e se lui è d’accordo andiamo al canile»
«Che bello!, che bello!, sono sicuro che il papà sarà d’accor……»
BUUUMMM!?!
«Mamma, mammaa, aiuto! Dove sei? Ho paura! è tutto buio, mamma aiuto è tutto buio..»
Suoni, strani suoni di ferro caldo. Un caldo feroce; gemiti che provengono dal treno di fronte ai binari, gemiti sempre più profondi e poi...urla disperate. Chi cerca la mamma, chi il fratello chi l’amico, la compagna, il figlio. Ma loro non sono più in stazione, sono stati sbalzati a 100 metri di distanza per l’onda d’urto. Come delle foglie strappate ai rami di un albero autunnale.
Poi il fumo si dirada e s’intravede il disastro.
«Mammaa!, dove sei? Dove sei?» Carmelo sembra un minatore appena uscito dalla galleria; la galleria più profonda del suo piccolo paese.
«Vieni piccolino, vieni in braccio, ti aiuto io!» Un ragazzo di 20 anni, una divisa da vigile del fuoco. Il ragazzo è nero come Carmelo, zoppica, ma continua a togliere pezzi di cemento dal piccolo corpo del bimbo. Solleva calcinacci pesanti e taglienti, rossi dal caldo; le sue mani ustionate, ma continua a spostarli. Alcuni giorni dopo venne ricoverato in ospedale per le ustioni. Perse tre dita di una mano.
«Chi sei? Dov’è la mia mamma?» Carmelo è sepolto da una montagna nata dalla violenza.
«Sono un amico della mamma… stai tranquillo»
«Ma cos’è successo?» La sua voce non è più quella di un giovane esploratore, ora è rauca, piena di polvere e distruzione.
«Niente, non è successo niente. Piccolo…non è successo niente»
Fine
In Italia non succede mai niente.
La Rosa dei venti, Il golpe borghese, piazza Fontana, Gioia Tauro, Reggio Emilia, Brescia, l’Italicus, Genova, Il rapido 904, Bologna, Ustica, Firenze, Milano; non sono niente. Non è successo niente. Non è STATO nessuno. In fondo qualche pezzente, qualche moglie di pezzente, qualche figlio di pezzente cosa volete che sia, incidenti di percorso; incidenti per una democrazia migliore, più libera, più ricca. In Italia non è mai STATO nessuno, una cena tra poteri, un brindisi e poi le direttive agli organi di informazione:
“Dovete dire questo, dovete dire quello, dovete dire che non è successo niente; arriva l’estate mandiamoli in vacanza tranquilli, poi, quando tornano, avranno dimenticato tutto”
Ma non avete preso in considerazione una cosa: voi! infami manovratori dietro le quinte, migliaia di occhi hanno visto, sentito, sanguinano ancora. Loro lo sanno chi è STATO. Potete manipolare tutto, cancellare tutto ma dietro il vostro secchio di vernice bianca democratica ci sono pareti rosse di sangue pulito.
Quelle non potrete mai più cancellarle.
-A Carmelo e a tutti i morti e feriti di quella mattina spensierata di un agosto solare-
(Breve parte dal racconto "Piccolo esploratore" contenuto nel libro "Stelle cannibali" ED. Il Foglio 2022)
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klimt7 · 29 days
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C'è la vita che viviamo, e poi ai lati ci sono spazi immensi, nei quali non mettiamo mai piede.
Perché?
Perché ci costringiamo a rinchiuderci nello spazio angusto e breve delle nostre abitudini mentali e della nostra pigrizia intellettiva?
Perché non preferiamo fare un passo da parte, rompere il sentiero battuto, cambiare direzione e prospettiva? Perché non vogliamo mai lasciare il gregge?
Io lo faccio fin da bambino, allenato e spronato dai nonni materni che ho avuto.
Uscire sotto la luna, nel giardino-cortile dei nonni. È così che ho sfidato fantasmi e incubi notturni. Quelli stessi che si affollavano nei miei sogni inquieti. E così ho iniziato a farlo nonostante la paura del buio, per sfidare il mio stesso panico, il disorientamento che ti da l'oscurità, il cuore in gola per i rumori sospetti al di lá della siepe.
E crescendo mi sono ritrovato sul terreno dei margini, dei bordi, con l'intenzione di sfidare i limiti, con pensieri insoliti e ribelli.
Il mio approccio alla poesia ha sempre avuto questa qualità rischiosa. Il rischio di non essere compresi.
Perchè dentro di me, abitava il desiderio di un’esperienza diretta, personale, tattile, quotidiana e travolgente.
Perché mi importava cosa arrivava e di come si sentiva la mia pelle. Di persona.
Era il desiderio di scoprire terre incolte, angoli sparsi, limiti e contorni, come se stessi accarezzando il mondo e, attraverso questo atto, ricrearlo daccapo!
Mi ha sempre attanagliato la curiosità, il bisogno di stare attento e di sperimentare in prima persona, evitando nozioni teoriche e astratte. Mi sono concesso il privilegio di scoprire l'universo come lo guardassi per la prima volta.
Occhi innocenti e mente da esploratore!
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xtoariadnesdarklightx · 2 months
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Tanti auguri al mio piccolo esploratore
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Das Schönste ist, wenn man sie aufwachsen sieht.
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Ich fühlte mich zu jeder Tageszeit schläfrig und hatte zu jeder Nachtzeit ein Verlangen nach Erdbeeren. Ich habe mich auf der Straße und in öffentlichen Toiletten übergeben. Ich fühlte, wie mein Herz mit deinem schlug, Tri. Ich weinte verzweifelt und ohne Grund. Ich sah und akzeptierte, wie sich mein Körper veränderte. Ich habe deine Welt mit meinen Farben gefüllt. Ich habe die Tage, die Stunden, die Minuten, die Sekunden gezählt. Ich hielt meinen Atem an, sogar deinen Atem. Ich habe meinen ganzen Mut eingesetzt. Und das alles, um dir das Leben zu schenken und ich werde dich immer als das wichtigste Geschenk betrachten, das mir das Leben gegeben hat, und ich werde dich weiterhin so leben..wie ein Geschenk. Deine Augen, als du sie vor sechs Jahren geöffnet hast, werden für immer das Bild darstellen, das den Sinn meines Lebens beschreibt. Der Sinn meines Lebens wird immer sein, dich zu lieben und zu beschützen, meine Hände werden immer bereit sein, dich hochzuheben und meine Arme, um dich erneut zu umarmen. Du bist mein Herz, das außerhalb von mir um die Welt wandert.
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Manchmal verstehe ich deine Entscheidungen nicht. Manchmal kann ich deine Meinung nicht ändern. Manchmal muss ich zulassen, dass du Fehler machst. Manchmal kann ich deinen Träumen nicht folgen. Manchmal sind wir anderer Meinung, aber es wird niemals eine Zeit geben, in der ich nicht auf deiner Seite sein werde, egal ob in deinen Siegen oder Niederlagen. Weil alles, was du tust, so ist, als ob ich es tun würde, weil du ein Teil von mir bist. Ich liebe dich, Tristano Anarcén Chartier, an jedem Tag deines Lebens, in jeder noch so kleinen Sekunde, auch in den Sekunden, wo du mich mit deinen Fragen in den Wahnsinn treibst.
"Mamma, warum können Fische so gut schwimmen? Weil sie im Wasser leben. Aber warum tun sie das? Weil sie Fische sind. Aber warum?"
Per sapere quanto ti amo, devi iniziare a contare le stelle di notte e di giorno devi contare ogni granello di sabbia. Tanti auguri, piccolo mio..
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diceriadelluntore · 6 months
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Uccellini
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Questi tre stupendi disegni sono tratti da un libro che è uno dei pilastri dell'ornitologia moderna: Birds Of America, pubblicato tra il 1827 e il 1838 da John James Audubon. Figlio di un ufficiale della marina francese, nacque a Saint Domingue, la colonia francese caraibica che diventerà Haiti, nel 1785. Quando ritornò in Francia, studiò presso la bottega del grande pittore David. Quando ci furono le primo costrizioni napoleoniche, nel 1803, tramite il padre ufficiale ebbe un passaporto e si trasferì negli Stati Uniti. Qui si sposò, ebbe dei figli e vivendo in una casa in campagna iniziò a ritrarre la fauna ornitologica del Massachusetts, ma piano piano ampliò le ricerche finendo per completare, in vari anni, la sua opera, che comprende 435 stampe di specie di uccelli del Nord America, 35 delle quali sono le uniche testimonianze di specie ormai estinte. Il libro è considerato uno dei capolavori del settore, nonché il primo Atlante Naturalistico in senso proprio. Tra l'altro molte specie di uccelli sono a lui dedicate in quanto fu il primo a descriverne le caratteristiche e a ritrarne i lineamenti.
Tra queste, una delle più famose è la berta di Audubon, che è questa:
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Nome scientifico Puffinus lherminieri, e deve il suo nome al fatto che René Primevère Lesson, celebre naturalista francese, ne classificò la natura di specie unica dai disegni di Audubon.
Orbene, la Società Statunitense di ornitologia (American Ornithologists' Union) ha al proprio interno un Comitato per la nomenclatura delle specie ornitologiche (American Classification Committee) che ha preso questa decisione, dopo una lunga discussione interna: eliminare nella classificazione delle specie ornitologiche tutti i riferimenti a persone o figure storiche del passato: oltre alla berta di Audobon, rischiano la ghiandaia di Steller, dal nome del botanico, zoologo, medico ed esploratore tedesco attivo in Russia, considerato un pioniere della storia naturale dell'Alaska, il colibrì di Anna, chiamato in onore di Anna Massena, Duchessa di Rivoli, vari tipi di orioli e decine e decine di altre specie. Questo, secondo le parole della presidentessa della Società Coleen Handel perchè "C'è potere in un nome, e alcuni nomi di uccelli inglesi hanno legami con il passato che continuano ad essere non inclusivi e offensivi oggi (...) Abbiamo bisogno di un processo scientifico molto più inclusivo e coinvolgente che concentri l’attenzione sulle caratteristiche uniche e sulla bellezza degli uccelli stessi. Tutti coloro che amano e che si prendono cura degli uccelli dovrebbero poter goderne e studiarli liberamente, e gli uccelli hanno bisogno del nostro aiuto ora più che mai". Aggiunge poi che le tassonomie ottocentesche erano misogine e razziste e che "Come scienziati, lavoriamo per eliminare i pregiudizi nella scienza".
Questo è l'apice di un processo ideologico, comunemente definito cancel culture, che da alcuni anni ha preso piede in maniera devastante nel mondo culturale, e anche accademico, anglosassone. Caso emblematico fu la decisione della casa editrice di Amanda Gorman, la giovane poetessa che declamò i suoi versi alla cerimonia di insediamento del presidente Biden. Il suo libro, The Hill We Climb, su precise direttive della casa editrice americana, non fu tradotto in Spagna da Victor Obiols, ritenuto inadatto dall’editore americano in quanto uomo, non nero, non attivista. Ma casi analoghi sono avvenuti in altri paesi sulle generalità dei traduttori e traduttrici.
È l'apoteosi di un assunto, che ormai impera nella nostra società contemporanea (direi per colpa dell'assuefazione al loro pensiero dominante): non importa mai cosa e come dici le cose, le sostieni o le fai, ma solo chi le dice, chi le sostiene e chi le fa. Oggi Chiara Valerio ha scritto: "Non discutiamo più, rispondiamo a sondaggi e a incitamenti di una curva, il cui principio e la fine è la riduzione a macchietta dell'altro e della sua posizione che si suppone parimenti basata su sondaggio e tifo (...) Indossare una casacca è, mi pare, la fine della cultura intesa come esercizio dell'altro che abbiamo sempre praticato" (la Repubblica, Zerocalcare, Lucca e il ruba bandiera, pag. 37 del giornale del 3/11/2023).
L'esempio di Audubon è calzante poichè la decisione di cancellare il suo nome per la berta si deve al fatto che, come molti uomini del suo tempo, aveva degli schiavi, e aveva posizioni che oggi definiremmo "contraddittorie" sullo schiavismo. Tipico del sistema della Cancel Culture è di fare il più classico degli errori: prendere solo il pezzo di Storia che ci interessa, relazionarlo al nostro modo attuale di pensare, e condannare l'altro che, nella maggior parte dei casi, non può manco difendersi essendo morto da centinaia di anni. Tra l'altro in nome di Audubon fu fondata nel 1905 la National Audubon Society che è ancora oggi negli USA una delle più grandi e battagliere associazioni per la salvaguardia della Natura.
Quello che mi chiedo è che effetto avrà sulla berta, sul suo habitat, sulle politiche in favore della sua conservazione, studio e ricerca, il fatto di non chiamarsi più di Audubon. E se qualcuno ha mai avuto difficoltà a studiarla, a proteggerla perchè il suo nome era dedicato ad un uomo unanimemente considerato come uno dei padri della ornitologia mondiale (cosa che non viene smentita nel comunicato della Società di ornitologia americana).
Victor Obiols disse dopo che gli fu impedito di tradurre la Gorman:"Se non posso tradurre una poetessa perché donna, giovane e afroamericana nel mio medesimo secolo, non posso neanche tradurre Omero giacché non sono un greco dell’ottavo secolo a.C. E nemmeno Shakespeare non essendo un inglese del 16esimo secolo".
Gli proporrei di tradurre un libro di ornitologia. Possibilmente non scritto negli Stati Uniti.
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ilblogdellestorie · 10 months
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Ogni vita conta. Ogni singola esistenza ha un valore. Se l'abisso ha inghiottito per sempre i cinque passeggeri del Titan non è possibile, per chi condivide lo stesso concetto di umanità, provare per loro altro che pietà. Lo dice con parole chiare Cecilia Strada, che conosce le storie, la paura e la morte dei disperati che prendono il mare: «I distinguo sulla vita umana, da qualunque parte vengano mi lasciano tramortita. Il punto non è "che vergogna i salvataggi per i miliardari, con tutti i migranti che muoiono!". Il punto è "salviamo i miliardari. E salviamo i poveri". Ma è questo "doppio standard" che fa esplodere il dibattito sul palco dei social. […]
Ma davanti alle vite in pericolo, tutte, esiste un unico confine, che è appunto quello dell'appartenenza comune al genere umano. «Non dobbiamo mai accettare che sia messa in discussione in nessuna occasione l'umanissima e responsabile legge del mare, regola di umanità per cui chiunque stia in pericolo sia salvato e custodito. È in pericolo. Si salva» ha ricordato ieri a tutti il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei. Non può esserci altra regola, che conosciamo o meno i volti dei naufraghi, le loro storie. Che sia un esploratore miliardario, o un artigiano in fuga dalla Siria. È un delitto pesare le anime.
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felix-dario-ruggeri · 3 months
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In occasione di Artefiera 2024, nella notte di Art City White Night promossa dal Comune di Bologna e da Bologna Fiere, negli spazi dello studio erAArte, Micro Gallery Space One e Micro Gallery Space Two, in via Nazario Sauro 7/a, inauguriamo 5EXHIBITIONS.
studio erAArte
Felix Dario Ruggeri
Unlikely Landscapes // 2
studio erAArte
Simona Ruggeri
Maiden with Black Cat & PAL 432 new entry
studio erAArte
Felix Dario Ruggeri e Simona Ruggeri
RaccontiMiniati
Micro Gallery Space One
Simona Ruggeri
Shrimpcat, Dama & Friends
Micro Gallery Space Two
Felix Dario Ruggeri e Simona Ruggeri
_ADNG_ (evolution)
Opening sabato 3 febbraio 2024 dalle 20 alle 24
Orari di apertura: venerdì 15:00 – 19:00 / sabato 15:00 – 19:00
Dal 3 febbraio al 15 luglio 2024
Felix Dario Ruggeri
Unlikely Landscapes // 2 (Paesaggi Improbabili)
Il paesaggio è una componente costante nel mio lavoro artistico. Nel mio nuovo progetto Unlikely Landscapes, le installazioni esposte sono note che accompagnano verso mete non definite ma di cui si percepisce la presenza, un percorso che vuole suggerire luoghi per stimolare la nostra curiosità estetica.
Unlikely Landscapes può essere anche assimilata come esperienza dinamica, quasi fisica, alcune opere ci predispongono al viaggio interiore alla ricerca di archetipi che alludono alla carne, in altre la meta finale è l'Incanto fisico e mentale dove tutto diventa reale.
In Unlikely Landscapes le opere si contaminano, interagiscono e non sempre la loro visione ha un punto di osservazione definito, sono presenti molteplici linguaggi e medium che in sinergia danno origine a un contesto dove etica, immaginazione e concettualità si supportano reciprocamente.
Alcuni punti chiave di questa ricerca possono essere così sintetizzati: ricerca minimalista sulle sinergie estetiche, convergenze e nuove tecnologie applicate all'arte tradizionale. Punti di osservazione e slittamento della percezione, interazioni tra medium, design, fotografia, antropologia del fantastico e nuove espressioni del surrealismo. Futuri possibili, dialogo tra spazialità, arte, sentimento poetico tradotto in segno, ritmo e musicalità delle strutture compositive. Realtà oggettiva e realtà fantastica/onirica. Estetica del tutto è concesso e ricostruzione di valori connessi e rielaborati nella tradizione dell'arte.
In questo momento Unlikely Landscapes è composto da 75 opere con caratteristiche e percorsi tematici differenti: Animals, Big Boobs, Fangs, Landscapes, Shining Lake, Structures, Tornados, Abstract caramelized.
Simona Ruggeri
Maiden with Black Cat & PAL 432 new entry
In un passato non troppo remoto, i contorni delle cose erano sfumati. Astrologia e magia erano considerate discipline scientifiche: Tycho Brahe, l’illustre esploratore del firmamento, fu nominato da Rodolfo II d’Asburgo astronomo & astrologo di corte.
Il famoso medico svizzero Paracelso ci sembra nostro contemporaneo quando sostiene che le malattie sono causate da un agente patogeno e non da uno squilibrio degli umori come pensavano i medici della sua epoca, ma è la stessa persona che scrive un trattato su ninfe, silfi, pigmei e giganti che condividono il mondo degli esseri umani.
Georg Agricola, nato a fine Quattrocento, è considerato il padre della mineralogia. Nel suo libro De re metallica, dove ha descritto l'attività mineraria, tra il metodo per la separazione dell'argento dal rame e la descrizione dell'arte del geometra, esamina le creature che vivono sottoterra come conigli, marmotte, furetti, gnomi e coboldi, avvisando il lettore che alcune sono amichevoli mentre altre sono pericolose per i minatori.
Lo zero non esisteva. A noi moderni questo sembra più incredibile degli gnomi, eppure è proprio così: prima non c’era e poi c’è. Ma com’è possibile? Lo zero non è un’invenzione che si può costruire. Forse non ne avevamo bisogno, poi ci siamo accorti che lo zero era già lì, nascosto tra il nove e l’uno, solo che prima non lo avevamo visto.
Per quasi duemila anni la Terra è rimasta ferma e tranquilla al centro di un cosmo fatto di sette perfette sfere girevoli, con pianeti e stelle incastonati come gioielli che le ruotavano intorno. Andava tutto bene finché gli astronomi, a furia di cercare di adattare l’armonia delle sfere ai capricciosi movimenti dei corpi celesti, sono stati costretti a spostare la Terra in periferia.  Non è stato semplice convincerla a traslocare.
Oggi è diverso, abitiamo lo stesso pianeta che ospitò le generazioni umane che ci precedono, ma è come se queste persone, del tutto simili a noi nell’aspetto, fossero alieni incomprensibili. Come potevano credere all’esistenza di gnomi, unicorni, sirene e antipodi? Noi possiamo anche studiare la storia ma non riusciamo a immaginare davvero un mondo senza zeri e con gli gnomi. Siamo certi di sapere ciò che esiste e ciò che non esiste, quello che non rientra nella sfera della realtà concreta è considerato immaginario, simbolo, metafora, allucinazione collettiva… ma non è più solo se stesso.
Attribuiamo le certezze dei nostri antenati alla credulità o all’ignoranza, non pensiamo che forse, se nel Cinquecento queste creature erano ritenute vere, magari erano vere davvero. Nel nostro mondo nuovo c’è sovrabbondanza di dati e scarsa compagnia, quasi nessuno crede di condividere il pianeta con altre creature non approvate dalla scienza.
Magari quando lo zero non esisteva un mago guardando nella sua sfera di cristallo ha detto tra sé e sé: “Che fantasia questi umani del futuro, non so come fanno a credere a una cosa assurda come lo zero… forse è un simbolo, una metafora, un’allucinazione collettiva…”.
Ora è così, prima era cosà, dopo chi lo sa.
Felix Dario Ruggeri e Simona Ruggeri
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Felix Dario Ruggeri e Simona Ruggeri
RaccontiMiniati
Abbiamo scritto queste storie con una impostazione classica anche se l’opera nel suo insieme è piuttosto eclettica.
Lo stile è mutevole e diverso per ogni racconto, i temi variano: gotico, surreale, umoristico, poetico, religioso, viaggiando inoltre nei territori della science-fiction. Un universo di diversità che trae origine dalla frammentazione del tempo che ci circonda. In alcuni casi il significato sembra restare nascosto, ma va bene così, sono storie, non è necessario chiarire sempre tutto. A volte si avverte un significato criptico nel messaggio che viene comunque completato e rivelato nelle illustrazioni, così che testo e illustrazioni si integrano.
Ciò che desideriamo è attrarre e sensibilizzare la partecipazione del lettore. Non vogliamo distrarvi con un modo di scrivere insolito o stravagante, ma suscitare interesse e attenzione attraverso le idee espresse (o non espresse) nella narrazione. E’ nostro auspicio che il lettore sia complice, per questo cerchiamo di favorire la sua attenzione con immagini per proporre un modo di leggere più attraente, intimo, partecipativo, che non richieda fatica, momenti di tempo sospesi dove analizzare e scoprire indizi anche nelle immagini.
Ci auguriamo che alla fine delle storie permanga nel lettore una sensazione di piacevoli ricordi, anche se con un retrogusto amaro.
Simona Ruggeri
Shrimpcat, Dama & Friends
Riuniti nella Micro Gallery Space One, Shrimpcat, Dama e PAL 432 sono lieti di accogliere i visitatori umani. Benvenuti anche cani, gatti e chimere.
Instagram Felix Dario Ruggeri https://www.instagram.com/felix_dario_ruggeri/
Instagram Simona Ruggeri https://www.instagram.com/simona_ruggeri_/
Sito web: www.studioeraarte.it
Contatto email: [email protected]
Cell. 348 4751267
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blacklotus-bloog · 6 months
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Ogni mattina, il cucchiaio che gira nel caffè è la prima manifestazione del genio esploratore e inquieto dell’uomo...
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FABRIZIO CARAMAGNA
BUONGIORNO ☕️
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ma-come-mai · 7 months
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“Quando l'ho catturato era giustamente terrorizzato, lottava offrendomi uno o due tentacoli, sperando fossi una murena (amico mio, io e i miei consimili siamo assai peggio di qualsiasi murena).
Col pensiero gli dicevo "tranquillo, non voglio farti male ma solo spostarti da qui, ci passa troppa gente", che pensiero stupido..
Si è calmato, allora ho mollato la presa.
Si è spostato dietro il mio braccio e mi guardava.
Istintivamente sapeva che il pericolo viene dai miei occhi, e se ne teneva distante, ma non riusciva a non guardare.
Poi ha aderito totalmente alla mia pelle, leggerissimo, senza presa, ma ben ancorato con le ventose centrali.
I tentacoli mi toccavano appena ed ho capito che mi stava studiando, cercava di capire.
La sua colorazione, inizialmente bianca di terrore, poi rossa di lotta adesso era moderatamente mimetica, tranquilla.
Solo i due tentacoli frontali, più scuri, fiammeggiavano di coraggio e di curiosità. Il patagio tra i tentacoli si era allargato ad avvolgermi.
Cosa voleva prendere da me?
Un pensiero mi ha attraversato la mente, come se non fosse mio, come se venisse da fuori entrato dalla mia pelle.
Il calore!
Gli piaceva?
Gli interessava?
Lo voleva "capire"?
Senza mai smetterla di guardarmi negli occhi, mi percepiva con tutto il suo corpo.
Sentivo che comunicavamo ma senza parole, senza mente. Una sensazione devastante, per me, letteralmente insopportabile.
Una forma di vita, di intelligenza, sicuramente non inferiore alla mia, anzi sicuramente superiore alla mia e a quella di moltissimi dei miei conspecifici, mi voleva conoscere.
Non per mangiarmi, non per cacciarmi dal suo territorio (o qualcun'altra umana stronzata) ma per conoscermi, per sapere di me.
Un essere affamato di sensazioni che gli lampeggiano sulla cute, pure, mai filtrate, un esploratore.
L'ho indotto ad andare via, chi si avvicina agli umani muore e muore male.
E' diventato rosso cupo, il colore della fuga, e si è diretto verso uno spacco invincibile tra le rocce.
Dove volevo io.
Un attimo prima di tuffarsi nel buio si è fermato, è diventato di mille colori, poi è sparito.
Cosa mi hai detto, cosa hai provato??
Sono tornato a terra diverso, per sempre.
Queste parole gliele devo.
Magari qualcuno, leggendo questa poca cosa, inizia a voler capire.”
Grazie davvero #GiorgioPaesani
Parole che ci restituiscono in maniera perfetta un essere di un intelligenza superiore che noi umiliamo come pietanza come fosse un insalata .
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costancen · 1 month
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Vi parlo di questo libro bellissimo.
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"Un antropologo su Marte" è un saggio di Oliver Sacks, neurologo e scrittore britannico.
L'approccio innovativo di Sacks consiste nel sentirsi un esploratore nell'interiorità e nella mente di persone (o personaggi) all'apparenza distanti da sé e dal suo modo di vivere. No, non si tratta di componenti di tribù situate oltreoceano, ma di gente che lotta quotidianamente per la propria esistenza e che, a proprio modo, incarna la tanto temuta "alterità".
Sacks, dunque, adotta uno sguardo antropologico, realizzando dei veri e propri resoconti etnografici inerenti al tenore di vita, ai gusti, alle preferenze, alle credenze, ai vissuti delle persone e unisce ogni elemento raccolto. Egli interpreta i dati attingendo dalla letteratura scientifica. Questa, per quanto "molle", è anche vasta, complessa, contraddittoria e paradossale, proprio come l'essere umano.
Grazie alla capacità di cogliere il dettaglio per giungere all'universale (ragionamento induttivo) e a quella di saper sviscerare la complessità del generale per giungere al particolare (ragionamento deduttivo), Sacks consegna nelle mani del lettore un piccolo tesoro in grado di annientare il pregiudizio, poiché ogni scelta e ogni comportamento ha dietro una spiegazione profonda.
Solo sguardi sensibili e sapienti hanno l'opportunità di sperimentare quanto stolti siano gli stereotipi persino quando si discorrere di "patologie" e "sindromi". Sacks si mette alla ricerca del soggettivo, del vissuto del singolo e fa comprendere, attraverso elementi colti nella vita reale, come ogni essere umano dia il suo contributo con il suo unico e insostituibile universo interiore.
•Costancen
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myrobertoborzellino · 6 months
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L'uomo dei sogni. Le avventure di Jack Bauer verso mondi sconosciuti. Vol. 1 - Parte 9 - Chicago, whisky e gangsters (on Wattpad) https://www.wattpad.com/1394100083-l%27uomo-dei-sogni-le-avventure-di-jack-bauer-verso?utm_source=web&utm_medium=tumblr&utm_content=share_reading&wp_uname=RobyBorz1965&wp_originator=ZKn%2BJ2HXTd9z153sp8TUbFvHgi1jJ0CwUhmUp3ot%2F1V1YSp%2Bj%2BFuUMeYwbbIIzGdKu6NYjIi5vRp73Kr2%2B3v7o6sUGXHxARGp5FEvpIBtFND3rcaOiE9NMsHoIkDoTKb "Scopri un mondo di mistero, avventura e scoperte straordinarie con "L'uomo dei sogni: Le Avventure di Jack Bauer verso mondi sconosciuti. Vol. 1" Immergiti in un romanzo coinvolgente che mescola abilmente elementi di avventura, fantascienza e viaggi nel tempo. Questa storia ti condurrà attraverso le pagine di dieci avventure uniche, ciascuna ambientata in mondi paralleli e legate da un filo narrativo che ruota intorno al potere di un misterioso anello magico. Attraverso questo romanzo, vivrai emozionanti avventure, esplorerai diverse epoche storiche alternative e seguirai Jack Bauer in un viaggio di crescita personale straordinario. Gli enigmi del tempo, il potere dell'anello e le sfide che Jack affronta ti terranno incollato dalla prima all'ultima pagina. Se sei pronto per un'esperienza di lettura coinvolgente che stimolerà la tua immaginazione e ti farà riflettere, "L'uomo dei sogni" è la scelta perfetta. Non aspettare, inizia il tuo viaggio ora e immergiti nel mondo straordinario di Jack Bauer!"
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fashionbooksmilano · 8 days
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I mondi di Marco Polo
Il viaggio di un mercante veneziano del Duecento
a cura di Giovanni Curatola, Chiara Squarcina
testi di Michela Agazzi, Alvise Andreose, Eugenio Burgio, Stefano Causa, Rossella Cester, Arabella Cifani, Cristina Crisafulli, Giovanni Curatola, Daniele D’Anza, Piero Falchetta, Marco Guglielminotti Trivel, Vasco La Salvia, Michele Nucciotti, Zara Pogossian, Sabrina Rastelli, Chiara Squarcina
Magonza Editore, Arezzo 2024, 400 pagine, 20x28cm,ISBN 978-88-31280-99-0
euro 38,00
email if you want to buy [email protected]
Il catalogo della mostra di Palazzo Ducale a Venezia (6 aprile – 29 settembre 2024) è il libro ufficiale delle celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Marco Polo, e ripercorre – attraverso studi inediti e opere preziose quanto eterogenee – la vita, i viaggi e le scoperte del più grande esploratore di tutti i tempi, con attenzione inoltre alle interpretazioni contemporanee che molti artisti hanno dedicato a questo personaggio.
Il volume, che si presenta come opera di riferimento su Marco Polo, mette in scena l’amore per la conoscenza del mondo e dell’altro, attraverso una galleria di immagini, opere e reperti provenienti dall’Armenia, dalla Cina, dal Qatar, dal Canada, dalla Francia, da molte collezioni e altre importanti istituzioni nel mondo.
Le varie sezioni del volume – con dei focus sulla cartografia, sulle aree di interesse dei viaggi di Marco Polo e delle scoperte mai pubblicate sinora sulla sua casa a Venezia – permetteranno di rileggere la geografia fisica, politica e umana degli incontri di Marco Polo in Asia.
17/04/24
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crazy-so-na-sega · 8 months
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Il primo “pilastro” riguarda la trasformazione fisica degli ambienti di apprendimento (100.000 aule) grazie a una forzata iniezione di tecnologia di ultima generazione: device informatici personalizzati, schermi multifunzione, intelligenza artificiale, realtà aumentata, stampanti 3D, ecc. È il cespite più consistente dell’iniziativa: circa i ¾ degli investimenti previsti. Entro Natale 2022 tutte le scuole sono state “caldamente invitate” dal Ministero a fare incetta di strumentazioni high tech per il massimo degli stanziamenti virtuali disponibili (cioè a contribuire sconsideratamente al Debito pubblico), indipendentemente dalle dotazioni pregresse, dalla reale capacità di fruizione delle nuove, dalla loro utilità per il tipo di scuola, ecc. Il resto dei finanziamenti servirà per “smontare” le aule tradizionali e riqualificarne l’apertura al mondo attraverso banchi a rotelle, aule-laboratorio, ambienti virtuali, ecc. L’approccio generale sarà work based learning e gli spazi scolastici dovranno essere disegnati “come un continuum fra la scuola e il mondo del lavoro”.
la Scuola sarà svilita a componente della riforma del lavoro, sollevando le aziende dall’onere di selezionare e formare il proprio personale. La riforma introduce infatti nella Scuola superiore di primo e secondo grado due nuove figure di insegnanti (la seconda grande novità): il docente Orientatore e il docente Tutor. Con compiti, l’uno, di aiutare lo studente nella scelta precoce della futura professione e, l’altro, di consigliarlo nei percorsi di apprendimento liberi ad essa più adeguati. Nella nuova Scuola, infatti, non tutti studieranno ancora le stesse materie o nello stesso modo, ma ciascuno studente seguirà un iter di apprendimento personalizzato volto a fargli conseguire le conoscenze e le abilità specifiche per la sua futura professione.
La difesa del merito – di studenti e insegnanti – è in effetti il terzo pilastro della riforma, come del resto propagandisticamente annunciato dal Governo Meloni fin dal nuovo nome del Ministero dell’Istruzione, divenuto pure “del Merito”. Si tratta della pretesa non nuova di misurare la capacità didattica dei docenti, fingendo di non sapere che ad insegnare si arriva vincendo concorsi per titoli ed esami. In realtà, è fin troppo chiaro quale siano le vere finalità di questo sbandierato progetto di valorizzazione del merito. In primo luogo, acquisire un’arma di ricatto contro quella libertà professionale dei docenti (art. 33 Cost.), che nel quadro attuale costituisce un ostacolo insormontabile alla rimodulazione indotta del loro insegnamento. Alla condizione di assoggettamento etico e professionale degli insegnanti cui mira la riforma si arriverà probabilmente correlando al merito lo stipendio, il punteggio interno alla scuola e quello esterno per i trasferimenti. In secondo luogo, spingere gli insegnanti a divenire organici alla riforma stessa: con quelli “contrastivi” relegati in fondo alla graduatoria, essere docenti “meritevoli” significherà né più né meno che assecondare in modo acritico la visione sociopedagogica che essa sottende.
Le finalità umanistiche e “liberali” dei tradizionali curricoli scolastici lasceranno il posto a quelle utilitaristiche della formazione tecnologica, funzionale alla creazione di un vasto proletariato di nuova concezione. Anche gli insegnanti dovranno adeguarsi ai tempi, adattando la loro didattica agli strumenti e alle finalità delle nuove onnipresenti tecnologie informatiche, secondo i voleri insindacabili dell’UE (vedi Quadro di riferimento europeo per le competenze digitali dei docenti, il “DigCompEdu”). Inseriti in un sistema europeo di riconoscimento delle competenze digitali, saranno valutati (e domani stipendiati) secondo una precisa scala di bravura, con tanto di titolo distintivo: A1) Novizio; A2) Esploratore; B1) Sperimentatore; B2) Esperto; C1) Leader; C2) Pioniere. In altre parole, non saranno più riconosciuti come professionisti tutti ugualmente “sapienti” nelle loro rispettive materie, ma incardinati in una gerarchia di valore (e di diritti) di natura prettamente tecnica, che confonde i fini del loro lavoro con gli strumenti utilizzati per conseguirli. Ci chiediamo: valeva la pena percorrere tutto il cerchio dell’ideale democratico per tornare al “MinCulPop”, ai Balilla e ai Lupetti da cui proveniamo?  –  E allora vogliamo pure i Colonnelli!
-Marco Bonsanto, insegnante di Storia e Filosofia
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p.s: testata che si dichiara "ostinatamente laica, dissidente e di sinistra". Lo sconquasso basilare, eppure silenzio.
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xtoariadnesdarklightx · 2 months
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Mamma verspricht dir, bis ans Ende ihrer Tage ALLES zu tun, um dich glücklich zu machen und dich in Sicherheit zu wissen, piccolo esploratore mio.
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passeracea · 1 year
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Ospedale, esterno notte
Vado al centro trasfusionale a prendere delle sacche di sangue per un'urgenza. Perché eeeeh no, nella realtà le sacche non si materializzano dal nulla come nei medical drama in tv, c'è tutta una lunga procedura di controlli e sicurezza e poi devi fisicamente andare a prenderle. Tralascio la discutibile decisione logistica del mio ospedale di spostare il centro trasfusionale nel padiglione più lontano da tutte le chirurgie, sale operatorie e pronto soccorso (tra andata e ritorno mi ci vogliono almeno 20 minuti). Inoltre il suddetto padiglione è talmente vecchio e fatiscente che sembra un residuato di qualche apocalisse atomica, e ogni volta che ci passo davanti nella mia testa parte la sigla di Ken Shiro. Ma sto divagando, dicevo che anche se fa freddo scelgo di passare dall'esterno, perché i sotterranei del mio ospedale sembrano i corridoi di Doom, e chi ha l'età per capire capirà. Quindi preferisco passare tra cespugli fruscianti, lampioni spenti, vialetti con la ghiaia che scricchiola, muretti che possono nascondere chiunque, col cellulare in una mano e un bisturi nell'altra, come al solito. Ritorno indenne al mio padiglione, penso di avercela fatta e prendo l'ascensore. Ma l'ascensore si ferma a un piano intermedio e sale un tizio. Mi guarda e mi chiede: scusi, il REPARTO NORMALE a che piano è? Io esito un attimo, lui preme lo zero e mi dice: ah è vero, è allo zero... Ok misterioso esploratore notturno sceso al piano zero, spero che tu abbia trovato il reparto normale perché a volte a me sembra che di normale non ci sia più niente.
P. S. Al piano zero non c'è nessun reparto
P. P. S. La foto non c'entra niente ma mi piaceva, l'ho fatta la mattina di Natale al lago di Como
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