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#Evoluzione
scogito · 14 days
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“Se davvero la sofferenza impartisse lezioni, il mondo sarebbe popolato da soli saggi. E invece il dolore non ha nulla da insegnare a chi non trova il coraggio e la forza di starlo ad ascoltare.” (S. Freud)
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iltuoscopo · 1 month
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La maggior parte dei problemi che credi di avere, derivano dall'ego che pensi di essere.
Anna
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en-wheelz-me · 4 days
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acontinues · 5 months
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Evoluzione prototype pants with oil stained interior
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La separazione tra noi e la felicità, è la separazione tra chi siamo davvero e chi “siamo costretti” ad essere, quella che comincia in quella lotta interiore sommessa e silenziosa, che ci porta a voler cambiare i nostri limiti, ciò che di noi non amiamo e le nostre vulnerabilità. In Occidente fatichiamo a comprendere il termine accettazione, trasformandolo in “accolgo solo per cambiare”. È una differenza sottile ma sostanziale. Un inghippo che ostacola e rallenta. Ci sono milioni di modi per fuggire, quello di fuggire da se stessi è il più doloroso.
tizianacerra.com
(Foto Zac Ong, unsplash)
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tuportamiviareturn · 7 months
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Mutiamo tutti, da un giorno all'altro, per lente e inconsapevoli evoluzioni, vinti da quella legge ineluttabile del tempo che oggi finisce di cancellare ciò che ieri aveva scritto nelle misteriose tavole del cuore umano.
Grazia Maria Cosima Damiana Deledda, nota semplicemente come Grazia Deledda o, in lingua sarda, Gràssia o Gràtzia Deledda (Nuoro, 28 settembre 1871 – Roma, 15 agosto 1936)
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noneun · 1 month
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Qualche giorno fa ho scritto un post su un blog dove ho iniziato a raccogliere tutte le cose scientifiche che scrivevo qui su Tumblr. In particolare, questa volta parlo di come abbiamo scoperto un sacco di cose interessantissime sull'evoluzione umana studiando i pidocchi. Ce li siamo tenuti addosso per milioni di anni, e alla fine dentro di loro c'è molto di noi. E non mi riferisco solo al sangue che ci hanno succhiato.
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cuoredolce67 · 2 months
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bones39 · 4 months
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La neotenia (e altre immaturità che sono determinanti sulla sopravvivenza della specie) sono presenti nelle specie fortemente addomesticate.
Il maggior portatore, senza alcuna necessità, è l uomo.
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Mentre guardavo le storie su ig, mi è capitato una domanda particolare.
Cos'è, secondo te, che cambia ed evolve?
Mi è venuta spontanea questa risposta che vorrei condividere con voi.
L'anima. A volte cambia in meglio, a volte in peggio a seconda delle persone e delle situazioni che si affronta nel corso della vita.
Ci sono persone che ci migliorano e la nostra anima risplende, ci sono persone che ci trattano male per cui ci richiediamo in noi stessi per evitare di soffrire ancora. Per cui la nostra anima si oscura e si spegne come luce le nuvole oscurano il sole durante il temporale.
Voi cosa avreste risposto?
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scogito · 7 months
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Da "Perché finisce l'amore" di D. R. Kingma.
Libro che consiglio.
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iltuoscopo · 2 months
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Il tuo Scopo è collegato a un’esigenza, che non va scambiata col bisogno. L’esigenza è connessa alla volontà, il bisogno all’assenza. L'esigenza è una spinta, il bisogno è uno scoraggiamento.
Anna
▶︎ Il tuo Scopo ▶ T.me
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en-wheelz-me · 6 days
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Perché ti nascondi dietro una falsa apparenza?
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LE 9 ILLUMINAZIONI DA LA PROFEZIA DI CELESTINO
1. Scopriamo di vivere in un mondo misterioso, ricco di improvvise coincidenze e incontri sincronistici che sembrano predestinati.
2. Quando prenderemo coscienza di questo mistero, creeremo una visione del mondo nuova e ridefiniremo l'universo sacro e pieno di energia.
3. Ci renderemo conto che ogni cosa è generata da un'energia divina che tutti cominciano a percepire e a comprendere.
4. In questa prospettiva vedremo che gli esseri umani si sono sempre sentiti disconnessi da questa fonte sacra e hanno soddisfatto il loro bisogno di energia prevaricando gli altri. Questa competizione è la causa di ogni conflitto.
5. La risoluzione è stabilire un contatto con il divino, una trasformazione mistica che ci colma di energia e di amore infiniti, affina la percezione della bellezza e ci eleva a una consapevolezza spirituale superiore.
6. Forti di questa consapevolezza, possiamo superare il dramma del controllo e scoprire la verità: tutti gli uomini devono contribuire a far evolvere l'umanità verso questa nuova dimensione.
7. Se perseguiremo questo scopo, l'intuito ci indicherà la via da percorrere e farà in modo che un flusso di coincidenze ci rivelino qual è la nostra missione.
8. Quando un numero sufficiente di persone sarà nel flusso dell'evoluzione, trasmettendo sempre energia agli altri, creeremo una nuova cultura, in cui i nostri corpi vibreranno a livelli sempre più elevati di energia e perfezione.
9. E' così che partecipiamo all'evoluzione del big bang al fine ultimo dell'esistenza. Infatti, facendo vibrare i corpi a un livello sempre maggiore di energia, varcheremo le soglie di un paradiso che potremo finalmente vedere.
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gregor-samsung · 2 years
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“ Amore! Dolce amore! Sosterrò sempre che fu una delle massime scoperte del Pleistocene medio, periodo quanto mai ricco e fertile di invenzioni e sviluppi culturali. All'epoca, ne fui colto assolutamente di sorpresa. D'un tratto fui una creatura nuova, come il serpente che ha appena cambiato pelle: libero, aperto, ebbro di delizia. Ero una libellula che dispiegava le ali dopo la lunga notte trascorsa nella crisalide! Suonano ormai logore e banali, queste metafore: la generazione moderna ha perduto quel primo dolce, spensierato rapimento. I giovani d'oggi sanno bene che cosa aspettarsi; troppo gli è stato detto; essi pregustano, con ambizione eccessiva. Ma, per me, fu una metamorfosi, proprio perché non avevo la minima idea di che cosa stesse per accadermi. Sì, è un privilegio incomparabile essere proprio il primo a provare una nuova esperienza umana, qualunque sia; e se poi è l'amore!… Pensate! L'amore, che oggi si compiace se i giovani sembrano ancora apprezzarlo quando lo incontrano nella giungla, sulla sponda di un lago o in cima a una montagna… Oggi è cosa di normale amministrazione, che ha opportunamente preso il suo posto nel processo evolutivo; ma, ah!, quando era appena nato!… Non avevo né la capacità né il desiderio di analizzare ciò che mi accadeva; a ripensarci, mi accorgo che l'amore spuntò, come un frutto non premeditato, da quella prima inibizione che papà ci aveva imposto a fini puramente sociologici. Le nostre più facili inclinazioni erano state tarpate; ne era scaturito, senza che alcuno l'avesse cercato, questo appassionante, sconvolgente, straordinario banchetto di sensazioni. Non che fossimo inibiti, Griselda e io, quando ci mostravamo al mondo insieme; al contrario, non solo ci sentivamo liberi da vincoli nei nuovi reami scoperti dentro di noi, ma trattavamo la natura intera come una propaggine o dipendenza della nostra camera nuziale. Ci sentivamo invulnerabili: come se l'unione di due fragili e delicate metà avesse formato una creatura destinata a dominare, invincibile, la terra. Ridevamo irriverenti davanti al covo del leone; tiravamo la coda al gattopardo addormentato; ci rincorrevamo negli stagni, saltando, come da un masso all'altro, sulla groppa di coccodrilli disorientati e ippopotami perplessi; risalivamo le cascate gareggiando con persici e pesci tigre; ci gettavamo giù per le rapide con le anguille. Giocavamo a prenderci con gli aironi, tra le zampe degli elefanti infastiditi, che barrivano protestando ma tentavano invano di calpestarci; ornavamo con festoni di asparagus e di convolvolo i corni di rinoceronti corrucciati; spaventavamo i cervi al pascolo lanciandogli fra le corna serti fioriti di gelsomino e di vite che poi, nel vento della fuga, si alzavano come aquiloni. Di sorpresa prendevamo per la mano le scimmie, trascinandole in un vorticoso girotondo. Da struzzi, fenicotteri, pavoni, insomma da tutti gli uccelli che mi capitavano a tiro rubavo piume multicolori per adornarne la chioma di Griselda; a me, un mezzo guscio di uovo di aepyornis serviva da casco contro il sole. Le nostre allegre risate risuonavano nel folto e tra gli alberi intrecciati di liane, increspavano la superficie dei grandi laghi che le trasmettevano alle montagne, e da qui riecheggiavano sulle pianure. Fu la gioia più piena, anche se una o due volte quasi passammo il limite. “
Roy Lewis, Il più grande uomo scimmia del Pleistocene, traduzione di Carlo Brera, Adelphi (collana Gli Adelphi n° 185), 2003⁴; pp. 113-115.
[Edizione originale: The Evolution Man, 1960]
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