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#Fær Øer
sottotraccia · 3 months
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Tórshavn, Isole Fær Øer 🇫🇴
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cinquecolonnemagazine · 7 months
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Mattanza dei delfini: scempio ambientale e sociale
La mattanza dei delfini è una di quelle pratiche marine che oltre ad avere pesanti risvolti ecologici rappresenta anche un pugno nello stomaco delle coscienze. Le immagini scioccanti di acque rosse di sangue e delfini inermi suscitano ogni volta indignazione e sconcerto in tutto il mondo. Sono figlie di lunghissime tradizioni che mal si conciliano con le consapevolezze etiche e ambientali dei nostri tempi. La mattanza dei delfini: una crudele tradizione La mattanza dei delfini, chiamata anche "grindadráp" nelle Isole Fær Øer e "taiji" in Giappone, è una tradizione controversa che coinvolge la cattura e il massacro di delfini per scopi alimentari o culturali. Questa pratica, che coinvolge spesso intere famiglie di delfini, è un processo crudele e spesso inumano, sollevando domande sull'etica e la sostenibilità di tali azioni. Questa antica tradizione ha un impatto significativo sull'ecosistema marino. I delfini giocano un ruolo chiave nell'equilibrio degli oceani, aiutando a controllare le popolazioni di pesci e contribuendo alla biodiversità marina. La cattura e l'uccisione indiscriminata di delfini possono destabilizzare questi delicati equilibri, causando impatti a catena sulla fauna e sulla flora marina. Questioni etiche e morali Uno dei punti centrali della controversia riguarda le questioni etiche e morali legate alla mattanza dei delfini. Molti attivisti e organizzazioni per la protezione degli animali stanno adottando questa pratica come una forma di crudeltà e maltrattamento verso creature intelligenti e sensibili. In un'epoca in cui la consapevolezza dell'importanza della tutela degli animali sta crescendo, la mattanza dei delfini solleva interrogativi sulla nostra responsabilità di trattare tutte le forme di vita con rispetto. In alcune comunità, la mattanza dei delfini è radicata in tradizioni culturali e storiche. Ad esempio, nelle Isole Fær Øer, questa pratica è stata eseguita da secoli e ha una connessione profonda con la cultura locale. Tuttavia, le implicazioni culturali non dovrebbero ignorare i crescenti problemi di sostenibilità e le conseguenze per l'ambiente marino. Trovare un equilibrio tra il rispetto per la tradizione e la protezione dell'ecosistema marino è una sfida complessa. La necessità di alternative sostenibili Un approccio fondamentale per affrontare la mattanza dei delfini è cercare alternative sostenibili e rispettose dell'ambiente. L'educazione e la sensibilizzazione possono svolgere un ruolo chiave nel promuovere la comprensione dell'importanza dei delfini nell'ecosistema marino. Inoltre, lo sviluppo di tecniche di pesca sostenibili e pratiche etiche può contribuire a ridurre l'impatto negativo sulla vita marina. La mattanza dei delfini solleva domande che vanno al di là dell'ambiente marino. Rappresenta una riflessione su come l'umanità si relaziona con il mondo naturale e con altre forme di vita che condividono il pianeta con noi. È un richiamo a considerare le nostre azioni e le loro conseguenze, cercando un equilibrio tra tradizioni culturali, sostenibilità e rispetto per la vita marina. In copertina foto di Ildigo da Pixabay Read the full article
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daniela--anna · 11 months
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Isole Fær Øer, Danimarca.
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voldie81 · 2 years
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Isole Fær Øer (Photo by Mads Peter Iversen)
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estiqatsi · 3 years
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der-papero · 4 years
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Realtà o finzione?
Facendo zapping su Youtube, ho visto un video di Gomorra. Mi ha portato indietro con la memoria, a cose che ormai pensavo non ricordassi piu’.
Il mio paese natale nel casertano, quando ero ragazzo, contava meno di diecimila anime. Per quanto la camorra fosse una realta’, al netto di affari classici, il mio comune non era terreno fertile per i pesci grossi, quindi non accadeva nulla di spaventoso. Ci fu solo un agguato nel bar del paese, a quanto raccontava il passaparola dell’epoca la vittima non era nemmeno del posto, veniva da una citta’ di quelle “note” alle cronache, e scelse di prendere un caffe’ (combinazione?) proprio dalle mie parti.
La mia prima esperienza “visiva” fu alla morte di mia nonna. Al Sud il defunto viene lasciato sul letto per una intera notte, la famosa “veglia funebre”, e durante tutto il pomeriggio gli amici e le persone care possono passare per l’estremo saluto. Le porte di ingresso della casa ovviamente restano aperte, e in quella occasione, dal soggiorno, notai un uomo sull’uscio, media statura, un po’ in carne, nulla di speciale, che pero’ restava li’, immobile. Chiesi a mia madre chi fosse, e lei rispose che era il tizio delle onoranze funebri. Ero rimasto in casa tutto il giorno, non mi ricordavo di alcuna telefonata, e mia nonna era deceduta ufficialmente da poche ore. Chiesi chi l’avesse chiamato, e lei rispose “nessuno”. Un po’ perplesso, domandai perche’ non potevamo rivolgerci a chi volessimo noi e scegliere l’offerta che ritenessimo giusta, lei mi liquido’ con un “non possiamo” e mi fece cenno che non era ne’ il luogo ne’ il momento per parlare di determinate cose.
Quel giorno capii che non contava quanto potessi essere onesto o meno, facevo parte di un sistema che, volente o nolente, contribuivo a tenere su. I vestiti che avevo addosso, gli oggetti che mi circondavano, le partite a flipper, la miscela del mio motorino, i parcheggi, le ambulanze che vedevo sfrecciare per strada, i funerali di tutte le nonne, ogni cosa poteva essere parte di un (dis)equilibrio talmente assurdo da perderci la testa. Una sorta di Matrix dei poveri, dove Neo era Genny Savastano, e che quindi “stavamo meglio der cazzo”, come diceva Bombolo.
Ironia della sorte, il mio primo agguato l’ho vissuto al Nord, nella produttiva Brianza. Ero in bici e, fortuna mia, arrivai a “cose fatte”, ma c’era ancora la vittima nel suo Mercedes bianco, col il volto pieno di sangue e diversi fori di proiettile. Sul posto i carabinieri, rassegnati in volto e impegnati nelle classiche misure di rito, mi invitavano a fare il giro del quartiere, per evitare di essere di intralcio ai rilievi. Il resto me lo racconto' una ex-collega che, suo malgrado, si trovo’ ad essere la prima auto in coda alla Mercedes, vide un tizio col casco integrale, la visiera oscurata e pistola alla mano farle un cenno che non le sarebbe accaduto nulla se fosse rimasta buona buona in auto, tanto ci sarebbero voluti pochi secondi. La rividi un mese dopo, l’ospedale le fece un certificato medico per stress post-traumatico o robe di questo tipo.
Quello che mi sconvolse e’ che in quel momento non provai angoscia, sgomento o orrore. Si’, ero stato fortunato a non vedere l’omicidio, ma l’ho vissuta come una cosa che “puo’ capitare”. E mi vergognai a morte di questa cosa, perche’ sentivo che la rassegnazione faceva ormai parte del mio DNA, e che la camorra aveva fatto un’altra vittima. Ero io.
Saviano e la serie TV arrivarono subito dopo. Non c’e’ un motivo reale, ma non mi sono mai interessato ad entrambi, pur cosciente che, chi meglio e chi peggio, hanno provato a raccontare un qualcosa che faccio ancora fatica a comprendere.
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mappae-mundi · 6 years
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l’abitato di Syðrugøta - Eystur Kommuna - Eysturoy - Isole Fær Øer
http://faroeislands.dk/pages/SydrugotaIndex.htm
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kon-igi · 3 years
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La migliore risposta alle polemiche sulla pratica del Grindarap (Caccia alle Balene ) praticata ogni anno dagli abitanti delle isole Fær Øer, penso che l’abbia data Ólavur Sjúrðaberg, presidente dell'associazione faroese dei cacciatori di balene...
 "Sono sicuro che nessuno uccida i propri animali senza sentirsi scosso. È una cosa che vuoi essere fatta nel modo più rapido possibile e con la minima sofferenza per l'animale. Posso ben capire le forti reazioni che la gente ha nei confronti delle immagini della caccia alla balena nelle Faroe ma ogni tipo di carne era prima una creatura vivente che qualcuno ha dovuto uccidere per poterla avere nel piatto. La gente sembra dimenticare questa semplice realtà della vita"
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corallorosso · 3 years
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Alle Isole Fær Øer sono stati uccisi quasi 1.500 delfini in un giorno solo Domenica alle Isole Fær Øer, arcipelago del Regno di Danimarca nel nord dell’oceano Atlantico, sono stati uccisi quasi 1.500 delfini. In questo territorio, che si trova poche centinaia di chilometri a nord della Scozia, la caccia di delfini e di altri cetacei come i globicefali (conosciuti anche come “balene pilota”) fa parte delle tradizioni locali, ma secondo il Guardian la mattanza di domenica avrebbe colpito molto anche le persone del posto: il gruppo di attivisti di Sea Shepherd, che è impegnato per fermare la caccia in mare aperto, l’ha definita «la più grande uccisione di delfini o globicefali della storia faroese». Secondo le ricostruzioni dei media locali e degli attivisti, centinaia di delfini leucopleuri (Leucopleurus acutus) sono stati condotti verso le acque poco profonde della spiaggia di Skálabotnur, sull’isola di Eysturoy, dove sono stati lasciati a lungo in agonia prima di essere uccisi; molti di loro erano stati investiti dalle barche a motore e trucidati dalle eliche. In totale i delfini uccisi sono stati 1.428: quasi il numero massimo di quelli che possono essere uccisi nei sei mesi della stagione di caccia annuale a Taiji, in Giappone, e comunque molti di più di quelli che vengono uccisi in realtà (è stato stimato che nell’ultima stagione siano stati uccisi 547 delfini e 140 siano stati catturati). (...) Sea Shepherd ha scritto che la caccia di domenica è stata «crudele e inutile», anche perché sarebbe stata effettuata senza le autorizzazioni necessarie e da persone che non avevano la licenza per parteciparvi, e che pertanto non conoscevano i metodi per uccidere rapidamente i cetacei. Secondo i dati di Sea Shepherd, quella di domenica potrebbe essere la più grande uccisione di cetacei in una singola giornata di sempre in tutto il mondo: il precedente massacro più grosso alle Isole Fær Øer risaliva al 1940, quando erano stati uccisi 1.200 globicefali. Heri Petersen, responsabile dell’associazione di caccia dell’area di Skálabotnur, ha detto al sito di news locale In.fo che i delfini sono stati lasciati in agonia troppo a lungo prima di essere uccisi e si è detto inorridito dalla vicenda (...) Il Post
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torsolo · 2 years
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Sumba - Fær Øer Islands
Credit by Chris Poplawski @chrisroams
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kolorzz · 2 years
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Dannebrog
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La bandiera della Danimarca è chiamata anche Dannebrog, cioè “panno danese”. È rettangolare (37:28) ed è rossa con una croce bianca che si estende fino ai bordi della bandiera. Il disegno a croce della bandiera danese è stato successivamente adottato dalle altre nazioni nordiche: Svezia, Norvegia, Finlandia, Islanda e Isole Fær Øer.
Secondo la tradizione antica, la bandiera non fu fatta dagli uomini, ma cadde dal cielo durante la battaglia di Lyndanissenei pressi dell'attuale Tallinn in Estonia, nel 1219.
#BC002D   Pantone Red 186 C
#FFFFFF   Pantone Safe
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goodbearblind · 4 years
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LA SIRENETTA IMBRATTATA DI ROSSO - Basta delfinari (2017) “Danimarca, difendi le balene dalle isole Fær Øer”. Questo il messaggio che è stato trovato sulla spiaggia a ridosso della statua simbolo del paese questa mattina, per protestare contro il Grindadrap, annuale mattanza di cetacei e globicefali che avviene ogni anno nel piccolo arcipelago, regione autonoma sotto il governo danese (https://goo.gl/6VDFsD). https://goo.gl/aNI1ag
https://www.instagram.com/p/CAzQrWiK0uE/?igshid=min9a6er1itj
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Il ritorno (non richiesto) della pausa per le nazionali
Giovedì alle ore 20:45 allo stadio Diego Armando Maradona di Napoli andrà in scena la sfida tra le finaliste dello scorso europeo ovvero Italia ed Inghilterra. La gara sarà valida per le qualificazioni al prossimo campionato europeo del 2024 che si svolgerà in Germania. Una partita che segna il ritorno della pausa per le nazionali che pone un grande quesito: dopo ben due mesi di stop forzato dei campionati, era proprio necessario un'altra interruzione? Qualificazione ad Euro 2024: il tanto nuovo quanto complicato formato Dopo un'edizione organizzata da più paesi, in cui non vi è stata nessuna squadra qualificata d'ufficio, si ritorna ad un'unica nazione ospitante, la Germania, la quale accede direttamente alla fase finale. Rimangono 23 posti per 54 squadre da conquistare tramite i dieci gironi eliminatori. A volare direttamente ad Euro 2024 saranno le prime classificate di ogni girone. Cambia invece il regolamento della seconda fase, ovvero gli spareggi per determinare le ultime squadre qualificate. Infatti, per via della riduzione dei posti disponibili tramite le qualificazioni a 23 (contro i 24 della passata edizione) e della modifica alla formula della Nations League adottata nel 2020, gli spareggi vengono disputati solo da 12 squadre e di conseguenza i posti assegnati tramite questa fase sono solo 3 (contro i 4 del torneo precedente). Accedono automaticamente agli spareggi le 4 vincitrici di ogni girone delle leghe A, B e C della Nations League 2022-2023 e le restanti migliori squadre della classifica generale di Nations League non ancora ammesse agli spareggi. Ecco i nove gironi di qualificazioni al prossimo europeo: Gruppo AGruppo BGruppo CGruppo DGruppo E- Spagna - Scozia - Norvegia - Georgia - Cipro- Paesi Bassi - Francia - Irlanda - Grecia - Gibilterra- Italia- Inghilterra- Ucraina- Macedonia del Nord- Malta- Croazia- Galles- Armenia- Turchia- Lettonia- Polonia - Rep. Ceca- Albania- Fær Øer- Moldavia Gruppo FGruppo GGruppo HGruppo IGruppo J- Belgio- Austria- Svezia- Azerbaigian- Estonia- Ungheria- Serbia- Montenegro- Bulgaria- Lituania- Danimarca- Finlandia- Slovenia- Kazakistan- Irlanda del Nord- San Marino- Svizzera- Israele- Romania- Kosovo- Bielorussia- Andorra- Portogallo- Bosnia ed Erzegovina- Islanda- Lussemburgo- Slovacchia- Liechtenstein La gara tra Italia ed Inghilterra Italia contro Inghilterra: atto III. Dopo la vittoria dell'europeo e la vittoria dell'Italia nel suo girone di Lega A in Nation League (e la retrocessione in Lega B degli inglesi), ecco che le due nazionali si ritrovano ancora una volta l'una contro l'altra. In un anno sono cambiate molte cose per le due nazionali. L'Italia sta affrontando ancora una volta l'ennesimo fallimento mondiale ed il CT Mancini è in piena fase di "valutazione" dei giocatori a sua disposizione. L'ex Sampdoria, negli scorsi mesi, ha realizzato diversi stage e convocazioni a sorpresa in modo tale da poter testare a Coverciano il maggior numero di talenti possibili. In questo momento il gruppo che formerà l'Italia del futuro non è ben definito ma deve avere un solo obiettivo: conquistare il pass per il prossimo europeo e successivamente difendere il titolo conquistato in quel di Wembley control a nazionale dei tre leoni inglesi. Pausa per le nazionali: non avevamo già dato per quest'anno? Il ritorno della pausa per le nazionali ci permette di riflettere su un quesito: dopo due mesi di stop forzato grazie ai mondiali in Qatar, era davvero necessaria una nuova pausa? La domanda assume ancora più valore andando a vedere quante partite sono ancora da svolgere per completare una stagione calcistica a dir poco caotica. Facciamo un esempio pratico con una squadra che in questo momento è ancora in gioco in tutte le competizioni (Coppa Italia, Champions League e ovviamente la Serie A in piena lotta per i piazzamenti Champions): l'Inter. Dopo la pausa delle nazionali, i neroazzurri avranno la bellezza di ben nove partite nel solo mese di Aprile: - Serie A, 1 Aprile: Inter vs Fiorentina - Coppa Italia, 4 Aprile: Juventus vs Inter (Semifinale, andata) - Serie A, 8 Aprile: Salernitana vs Inter - Champions League, 11 Aprile: Benfica vs Inter (Quarti di finale, andata) - Serie A, 16 Aprile: Inter vs Monza - Champions League, 19 Aprile: Inter vs Benfica (Quarti di finale, ritorno) - Serie A, 23 Aprile: Empoli vs Inter - Coppa Italia, 26 Aprile: Inter vs Juventus (Semifinale, ritorno) - Serie A, 30 Aprile: Inter vs Lazio Nove gare in 30 giorni, una gara ogni 3/4 giorni. Un tour de force al quale dovranno far fronte tutte le squadre italiane che sono ai quarti delle coppe europee come Napoli, Milan, Roma, Juventus e Fiorentina. Una concentrazione di partite aggravata da un ulteriore carico di partite che questa pausa per le nazionali porta. Read the full article
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alltimerick · 5 years
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Saksun, Fær Øer.
#travel #me #explore #faeroer #faroeislands #isolefaroe #saksun
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mappae-mundi · 6 years
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l’abitato di Leirvík - Eystur Kommuna - Eysturoy - Isole Fær Øer
Leirvík è una località delle Isole Fær Øer ed un porto per traghetti di rilevanza locale sulla costa orientale dell'isola di Eysturoy, la seconda dell'arcipelago per grandezza.  ha u8j migliaio di abitanti.
http://faroeislands.dk/pages/LeirvikIndex.htm
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