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#Franco raggi
garadinervi · 1 year
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I libri di Ettore Sottsass / Books by Ettore Sottsass, Edited, and with a Foreword, by Giorgio Maffei and Bruno Tonini, Preface by Barbara Radice, Andrea Branzi, Michele De Lucchi, Nathalie du Pasquier, Elio Fiorucci, Cristoph Radl, Franco Raggi, Lea Vergine, Corraini Edizioni, Mantova, 2011. Designed by Pietro Corraini w/ Corraini Studio
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fashionbooksmilano · 2 years
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Intrecci, enterlacements & weaving
Industrie Tessili Bossi, Cameri (No) s.i.d., 66 pagine, copertina con sovracopertina ( un poco rovinata), 15 x 20 cm.
euro 40,00
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Pierluigi Cerri (Gregotti Associati) ha ideato il libro e la sua forma. Federica Neeff ne ha curato l’immagine. Franco Raggi e Daniela Puppa hanno messo le parole e le figure al posto giusto, tutti insieme hanno cercato le illustrazioni. Le fotografie della collezione Bossi casa sono di Maria Vittoria Corradi. Gli oggetti delle fotografie sono di Alessi, Avant de dormir, Boni, Città del sole, Fiorucci, Il centaureo, Libreria al Castello, Oriente e Cina, Prada, Rodolfo II.
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28/07/22
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conformi · 2 years
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Piero della Francesca, Double portrait of the Dukes of Urbino, 1465-1472 VS Franco Raggi, Scarpe vincolanti: Alessandro Mendini and Davide Mosconi, 1975
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badgaymovies · 2 years
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The Assassin (1961)
The Assassin by #ElioPetri starring #MarcelloMastroianni, "something of a dry run to sit through"
ELIO PETRI Bil’s rating (out of 5): BBB Original Title: L’assassino Italy/France, 1961. Titanus, Vides Cinematografica, Société Générale de Cinématographie. Story by Tonino Guerra, Elio Petri, Screenplay by Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Tonino Guerra, Elio Petri. Cinematography by Carlo Di Palma. Produced by Franco Cristaldi. Music by Piero Piccioni. Production Design by Giovanni…
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lamilanomagazine · 2 months
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Gli appuntamenti di Triennale Milano
Gli appuntamenti di Triennale Milano 16 gennaio 11.00 – 13.00 Press Preview | Giulia Mangione. The Fall. In collaborazione con Comune di Reggio Emilia – Giovane Fotografia Italiana | Premio Luigi Ghirri Anteprima stampa della mostra di Giulia Mangione, vincitrice di Giovane Fotografia Italiana | Premio Luigi Ghirri 2023. Con il progetto The Fall presenta la sua ricerca fotografica dedicata all'esplorazione dei miti e credenze attorno al tema dell'Apocalisse e alla fine del mondo. 11.00 Conferenza stampa | Programma 2024 di Volvo Studio Milano. Presso Volvo Studio Milano. RSVP: [email protected] alla stampa della terza edizione di Esplorazioni, un programma di 4 appuntamenti, in partnership con Triennale Milano, dedicato alla scena musicale e coreografica italiana più originale. 18.00 Presentazione volume | Riccardo Dalisi. La sedia del cece. Ingresso libero previa registrazione: triennale.org Presentazione del libro Riccardo Dalisi. La sedia del cece a cura di Gabriele Neri, edito da Corraini. Architetto, designer e artista, all'inizio degli anni Settanta Riccardo Dalisi incoraggiava i ragazzi di strada del Rione Traiano a Napoli a progettare piccoli arredi ed elementi architettonici, utilizzando materiali semplici e di "design ultrapoverissimo" come legno, spago e fili di metallo. La sedia del cece è l'opera di una bambina, Rosa, sulla cui interpretazione si cimentarono con disegni diversi artisti e intellettuali, tra cui Gae Aulenti, Joseph Beuys, Giancarlo De Carlo, Umberto Eco, Gian Piero Frassinelli, Hans Hollein, Ugo La Pietra, Enzo Mari, Alessandro Mendini, Bruno Munari, Adolfo Natalini, Paolo Portoghesi, Franco Purini, Franco Raggi, Aldo Rossi, Ettore Sottsass, Andy Warhol, ecc. Insieme al curatore del volume Gabriele Neri intervengono: Stefano Boeri, Presidente Triennale Milano; Lorenza Baroncelli, direttrice del Dipartimento di Architettura del MAXXI; i designer e architetti Paolo Deganello, Ugo La Pietra e Franco Raggi; Fulvio Irace, Professore Emerito del Politecnico di Milano. Sarà presente Anna Maria Laville, Presidente Archivio Riccardo Dalisi. 17 gennaio 10.00 Triennale Radio Show. Evento online. Proseguono gli appuntamenti radiofonici in collaborazione con Radio Raheem. Host della trasmissione Damiano Gullì, curatore per Arte contemporanea e Public program di Triennale Milano. 18.00 Presentazione volume | Athena. Le presenze femminili delle Biennali/Triennali di Monza/Milano. 1923–1940. Ingresso libero previa registrazione: triennale.org. Presentazione del libro di Anty Pansera e Mariateresa Chirico. Tra il 1923 e il 1940, prima con cadenza biennale e poi triennale, si tengono presso la Villa Reale di Monza e la Triennale di Milano una serie di esposizioni che già contengono il primo nucleo di quel design destinato ad affermarsi nel dopoguerra. Scopo del libro è guidare il lettore in un viaggio attraverso le sale delle esposizioni soffermandosi sulle presenze femminili che, in veste di artiere, pittrici, scultrici e architette offrirono il loro contributo per valorizzare i saperi femminili. Introduce l'incontro Carla Morogallo, Direttrice Generale di Triennale Milano. Intervengono le autrici del libro Anty Pansera, critica e storica del design, e Mariateresa Chirico, storica dell'arte, insieme a Paola Cordera, Politecnico di Milano, scuola del Design; Marialaura Rossiello Irvine, Studio Irvine. Modera Marco Sammicheli, Direttore del Museo del Design Italiano di Triennale Milano. 18 gennaio 18.30 Visita guidata | Ron Mueck. Visita guidata a pagamento, per maggiori informazioni: triennale.org. Triennale propone una visita guidata per scoprire il lavoro dello scultore australiano Ron Mueck, le cui opere, realiste eppure misteriose, creano immediata empatia con il visitatore. Il percorso espositivo si compone di sei sculture e comprende l'installazione monumentale Mass del 2017, proveniente dalla collezione della National Gallery of Victoria, Melbourne, ed esposta in Europa per la prima volta. L'installazione si presenta al pubblico come un'esperienza fisica, oltre che visiva, composta da cento enormi sculture a forma di teschio umano, simbolo iconografico inesauribile. La mostra presenta anche nuovi lavori che illustrano l'evoluzione nella pratica scultorea di Mueck e opere simbolo della sua carriera appartenenti alla collezione di Fondation Cartier. 18.30 Incontro | Responsabilità sociale e culturale d'impresa. Ingresso libero previa registrazione: triennale.org. Una tavola rotonda, organizzata in collaborazione con Associazione Arte Continua e Doppiozero, con lo scopo di portare l'attenzione sulla necessità sia di promuovere l'arte pubblica – coinvolgendo artisti che appartengono alla comunità internazionale dell'arte – sia di interagire con la pubblica amministrazione e le organizzazioni sociali per favorire un miglioramento della vita negli spazi urbani abitati dalle classi sociali più svantaggiate. Intervengono: Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano; Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura e Beni Storici e Direttore delle Gallerie d'Italia di Intesa Sanpaolo; Michele Crisostomo, avvocato già Presidente Enel; Mario Cristiani, Presidente di Associazione Arte Continua; Giovanna Forlanelli, Presidente della Fondazione Rovati; Francesca Lavazza, Board Member Lavazza Group e Presidente Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea. 19 gennaio 18.30 Incontro | Alberto Meda e Arcangelo Sassolino: una conversazione. Ingresso libero previa registrazione: triennale.org La passione per la coazione, per il potenziamento del materiale combinato artificialmente con altri, la predilezione per il movimento che genera nuove condizioni d'equilibrio fanno di Alberto Meda un ingegnere positivista che ha portato nuove esperienze nel campo del design. Le incursioni nel mondo dell'ingegneria, la conoscenza dei materiali, un passato nel campo del design fanno della ricerca artistica di Arcangelo Sassolino un percorso sorprendente. Le loro pratiche a confronto in una conversazione tra i due autori animata dalla storica dell'ingegneria Tullia Iori e dal Direttore del Museo del Design Italiano, Marco Sammicheli. Saluti istituzionali di Damiano Gullì, curatore per Arte contemporanea e Public program, e Irene Sassetti, Consiglio Nazionale degli Ingegneri. 18.30 Incontro | This Topic: vivere in una società abilista. Ingresso libero previa registrazione: triennale.org. Triennale Milano presenta l'incontro This Topic: vivere in una società abilista con Charlotte Puiseux, attivista e ricercatrice francese che dedica il suo impegno alla lotta per i diritti di tutte e tutti in una società abilista. Nel suo saggio autobiografico De chair et de fer: Vivre et lutter dans une société validiste (Francia, 2022) ripercorre la storia di violenza e discriminazione che ha ereditato e decifra il sistema ideologico che ne è alla base: il validismo. Puiseux ci fa riflettere su come le persone con disabilità possano rivendicare la loro storia e trasformare le proprie identità in strumenti di lotta per l'emancipazione. L'autrice, in collegamento dalla Francia, è in dialogo con Tiziano Colombi, co-fondatore di DiverCity, magazine europeo di inclusione ed equità. 18.30 Visita guidata | Pittura italiana oggi Visita guidata a pagamento, per maggiori informazioni: triennale.org. Triennale Milano propone una visita guidata della mostra Pittura italiana oggi, che riunisce il lavoro di 120 tra i più interessanti artisti e artiste italiani, nati tra il 1960 e il 2000. In mostra sono stati individuati singoli exempla rappresentativi, attraverso un'opera per artista, realizzata tra il 2020 e il 2023, in grado di offrire sguardi trasversali, letture e interpretazioni originali della nostra contemporaneità. Dal 19 al 21 gennaio Fuori Asse Focus 2024 | AI CONFINI DEL CIRCO. Giunto alla sua terza edizione, Fuori Asse Focus 2024 | AI CONFINI DEL CIRCO è una selezione di quattro spettacoli di circo contemporaneo programmati da Quattrox4 all'interno del nostro teatro, accompagnati da due incontri critici e una tavola rotonda sulla critica nel circo contemporaneo. 19 gennaio - 20.00 Performance | LONTANO + INSTANTE - Marica Marinoni / Juan Ignacio Tula Performance a pagamento, per maggiori informazioni: triennale.org 20 gennaio - 17.00 Performance | ONLY BONES v1.6 - Marina Cherry Performance a pagamento, per maggiori informazioni: triennale.org - 18.00 Incontro | (PER) FORMARE PAROLE - Marica Marinoni e Juan Ignacio Tula Ingresso libero previa registrazione: triennale.org - 20.00 Spettacolo | C'EST L'HIVER, LE CIEL EST BLEU - Amanda Homa, Idriss Roca | Compagnie Diagonale du Vide Spettacolo a pagamento, per maggiori informazioni: triennale.org 21 gennaio - 11.30 Incontro | La critica che non c'è: mancanze, strumenti, possibilità per un discorso metacircense. Ingresso libero previa registrazione: triennale.org - 15.30 Spettacolo | C'EST L'HIVER, LE CIEL EST BLEU - Amanda Homa, Idriss Roca | Compagnie Diagonale du Vide Spettacolo a pagamento, per maggiori informazioni: triennale.org - 17.00 Performance | ONLY BONES v1.6 - Marina Cherry. Performance a pagamento, per maggiori informazioni: triennale.org - 18:00 Incontro | (PER) FORMARE PAROLE - Amanda Homa, Idriss Roca e Marina Cherry. Ingresso libero previa registrazione: triennale.org - 19.30 Performance | LONTANO + INSTANTE - Marica Marinoni / Juan Ignacio Tula. Performance a pagamento, per maggiori informazioni: triennale.org 20 gennaio 12.00 Visita guidata | Museo del Design Italiano. Visita guidata a pagamento, per maggiori informazioni: triennale.org. Triennale propone una serie di visite guidate alla scoperta delle sue mostre e della sua collezione permanente. Il Museo del Design Italiano presenta la sua nuova selezione di oggetti e il suo nuovo allestimento attraversando i cento anni della storia di Triennale, con oltre 300 pezzi scelti tra i 1.600 che compongono le collezioni dell'istituzione e altri in prestito da importanti collezioni private. 15.30 Laboratorio | La pittura entra in gioco Laboratorio a pagamento, per maggiori informazioni: triennale.org. Il laboratorio, a cura di studio òbelo, è organizzato nell'ambito della mostra Pittura italiana oggi. Consiste in una serie di giochi da tavolo, da terra e da parete nei quali la pittura diventa un momento di relazione, interazione e collaborazione. Bambini e accompagnatori sono invitati a provare liberamente le postazioni distribuite nello spazio, sperimentando diversi modi di osservare il mondo e di dargli forma con il colore. 18.30 Visita guidata | Ron Mueck. Visita guidata a pagamento, per maggiori informazioni: triennale.org 21 gennaio 12.00 Visita guidata | Museo del Design Italiano. Visita guidata a pagamento, per maggiori informazioni: triennale.org 15.30 Laboratorio | I Portatori di Luce: i fiori dell'Aurora. Laboratorio a pagamento, per maggiori informazioni: triennale.org A cura dell'artista Stefano Fiorina, I Portatori di Luce è un progetto che nasce nella fantasia per diffondersi nel mondo reale. Dopo una visita guidata per famiglie alla mostra sullo scultore australiano Ron Mueck i partecipanti, attraverso un workshop esperienziale, sono invitati a immergersi nell'immaginario dei "Portatori di Luce" per scoprire la flora di questo mondo fantastico. Con piante e fiori, tavole botaniche e proiezioni video viene raccontata la storia e il potere di ciascun fiore. Durante il laboratorio ogni bambino realizza il proprio fiore dell'Aurora che si attiverà con la luce e che potrà portare a casa al termine dell'esperienza. 18.30 Visita guidata | Pittura italiana oggi. Visita guidata a pagamento, per maggiori informazioni: triennale.org... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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silviascorcella · 4 months
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I gioielli di Gianfranco Ferré in mostra: una lezione di maestria e bellezza
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“Nel mio processo di elaborazione creativa, anche quando è applicato all’oggetto-gioiello, si manifesta una grande passione per la ricerca. È nella mia natura partire dalla preziosità autentica, dall’appeal senza tempo insito nel riverbero dei metalli nobili, nei riflessi incantati delle pietre dure, nei bagliori magici del cristallo più puro. È una dichiarazione d’amore, fedele e mai dimenticata, per tutto ciò che è scritto nel DNA del lusso autentico.”
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L’ouverture di questo racconto non può che essere affidata alla voce diretta di colui che della nostra moda italiana è il simbolo sempiterno dell’intelletto sopraffino, della maestria esatta mai stanca,  della divulgazione spontanea a proposito della scienza sartoriale della bellezza, della perfezione generosa dedicata alla valorizzazione della persona qualunque, purché dotata di buon gusto: Gianfranco Ferré. 
Questo, infatti, è a suo modo il racconto di un evento che a sua volta, come fosse un sistema squisito di scatole cinesi, è un meraviglioso racconto che lo vede protagonista: la mostra “Gianfranco Ferré. Sotto un'altra luce: gioielli e ornamenti” che apre le sue porte (dal 12 ottobre 2017 al 19 febbraio 2018) all’interno del monumentale Palazzo Madama di Torino.
Il titolo della mostra è già una sorta d’indizio nascosto tra i bagliori luminosi della suggestione: è l’occasione per incontrare il grande stilista “sotto un’altra luce”, per l’appunto, ovvero lasciandosi accompagnare nell’esplorazione di quel lato più sentimentale, intriso di emozioni allacciate alle intenzioni tecniche, che legava Gianfranco Ferré alla creazione dei gioielli. 
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Un vero legame di vita, professionale e intensamente personale, che fu anche un primo amore, nel senso letterale della parola: dopo la Laurea in Architettura conseguita nel 1969 al Politecnico di Milano, Gianfranco Ferré ottiene, infatti, un primissimo successo come creatore di bijoux ed accessori. L’occasione in cui scoccò quella scintilla mai sopita dell’innamoramento di Ferré per il gioiello: che tra le sue mani non fu mai relegato al mero scopo di decoro, ma divenne “un mezzo per la rappresentazione di sé. Come l’abito e forse più dell’abito”.
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È ancora la sua voce ad indicarci la via: “... spesso il gioiello è complemento del capo e suo accessorio, qualche volta persino necessario, è un dettaglio d’effetto. In alcuni casi, invece, è proprio la materia-gioiello a inventare e costruire l’abito, diventandone sostanza e anima“.
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La mostra “Gianfranco Ferré. Sotto un'altra luce: gioielli e ornamenti”, dunque, mette in scena, in anteprima mondiale, 200 oggetti-gioiello che ripercorrono per intero la vicenda creativa del celebre stilista italiano: sono gli ornamenti preziosi realizzati per sfilate dal 1980 al 2007 come completamento dell’abito, diventandone talmente parte integrante da essere esposti anche insieme ad alcuni capi, la cui sostanza è composta proprio dalla materia-gioiello.
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Come un vero “cantastorie” attraverso la sperimentazione appassionata con la materia preziosa in dialogo sorprendente con i materiali meno nobili, e per questo apportatori di fascino, Gianfranco Ferré creava opere d’arte uniche: oggetti visionari e intriganti che meritano una messa in scena altrettanto visionaria, curata dall’architetto Franco Raggi.
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L’allestimento della mostra è un’opera d’equilibrismo e contrappasso estetico con la magnifica Sala del Senato di Palazzo Madama: i gioielli sono infatti esposti all’interno di sei contenitori in struttura di ferro, come narra l’architetto Raggi “come gabbie nelle quali imprigionare e difendere queste creature fragili e strane; tutta la struttura dell’allestimento è allora arrugginita, brutalmente esposta alla sua povertà materiale, non volendo competere con la grandiosità dello spazio, tenuto però in penombra, e la ricchezza degli ornamenti. Le sei grandi gabbie sono tutte appoggiate su una pedana tecnica che solleva leggermente la scena temporanea degli oggetti. Anche la pedana è arrugginita. A Gianfranco la ruggine piaceva molto. Non so perché.”
Grazie alla Fondazione Gianfranco Ferré, e Rita Airaghi che la dirige, per questo nuovo e prezioso contributo alla sua grandezza e alla nostra conoscenza! 
Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
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reginadeinisseni · 5 months
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L'Assassino Elio Petri 1961
TONINO GUERRA
L'assassino è un film del 1961 diretto da Elio Petri, al suo esordio alla regia.
Marcello Mastroianni: Alfredo Martelli Salvo Randone: commissario Palumbo Cristina Gaioni: Nicoletta Nogaro Marco Mariani: dott. Margiotta Micheline Presle: Adalgisa De Matteis Andrea Checchi: Morello, marito di Adalgisa Paolo Panelli: Paolo Toni Ucci: Toni Francesco Grandjacquet: un vecchio signore Mac Ronay: il suicida Franco Ressel: il dott. Francesconi Giovanna Gagliardo: Rosetta Lucia Raggi: madre di Alfredo Eugenio Maggi: poliziotto col cappello Stefano Bastianelli Giuliano Montaldo: un giornalista
TONINO GUERRA
The Assassin is a 1961 Italian comedy film directed by Elio Petri.
Marcello Mastroianni as Alfredo Martelli Salvo Randone: Commissioner Palumbo Cristina Gaioni as Nicoletta Nogaro Marco Mariani as Dr. Margiotta Micheline Presle as Adalgisa De Matteis Andrea Checchi as Morello, husband of Adalgisa Paolo Panelli: Paolo Toni Ucci: Toni Francesco Grandacqu Mac Rona: the suicide Franco Ressel: Dr. Francesconi Giovanna Gagliardo as Rosetta Lucia Raggi as Alfredo's mother Eugenio Maggi: policeman in the hat Stefano Bastianelli Giuliano Montaldo: a journalist
❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️ ❤️❤️
#gustavopetro #colombia #DONALDTRUMP #TRUMP #BOLSONARO #DORIGHEZZI #STRISCIALANOTIZIA #FRANCESCO #RUTELLI #PROPAGANDALIVE #ELUANA #ENGLARO #ELUANAENGLARO #CRISTIANODEANDRE #twitter #facebook #skyrock #linkedin #instagram #okru #tiktok
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giancarlonicoli · 6 months
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15 set 2023 12:11
IL MONDO DELLA MUSICA PIANGE IL PAROLIERE FRANCO MIGLIACCI, SCOMPARSO A 92 ANNI IN UNA CLINICA ROMANA. E’ STATO L’AUTORE DI “NEL BLU DIPINTO DI BLU” (NATO DOPO UNA SBRONZA). NELLA SUA LUNGA CARRIERA HA SCRITTO PER DOMENICO MODUGNO, MINA, GIANNI MORANDI (“C’ERA UN RAGAZZO”) E LE SIGLE DEI CARTONI "HEIDI" E "LUPIN" – PER BERSELLI E’ STATO “IL PIÙ CHIRURGICO SCRITTORE DI CANZONI DEGLI ULTIMI CINQUANT’ANNI, UN PERFETTO ALLESTITORE DI SILLABE” – QUANDO VENNE CONVOCATO DAI FUNZIONARI DELL’AMBASCIATA AMERICANA PER GARANTIRE L’ESTRANEITÀ DI BATTISTI A PRESUNTE TRAME EVERSIVE… -
Da corriere.it
È morto in un clinica romana il paroliere Franco Migliacci, autore, tra gli altri successi, di un titolo iconico della canzone italiana come «Nel blu dipinto di blu». Aveva 92 anni. Nel corso della sua carriera ha scritto innumerevoli brani per tanti artisti: «Nel blu dipinto di blu», realizzata insieme a Domenico Modugno nel 1958, è stata seguita da canzoni conosciutissime come «Tintarella di luna» o «Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte», «Una rotonda sul mare» così come «C’era un ragazzo...».
BIOGRAFIA DI FRANCO MIGLIACCI
Da www.cinquantamila.it - la storia raccontata da Giorgio Dell'Arti
Franco Migliacci, nato a Mantova il 28 ottobre 1930. Autore. Compositore. Collaboratore di Gianni Rodari, in Rai come speaker e interprete di commedie, nel 1957 entrò in una compagnia di teatro comprendente Virna Lisi e Domenico Modugno, per il quale scrisse le parole della sua prima canzone, Nel blu dipinto di blu (vincitrice del Festival di Sanremo 1958, due Grammy Awards, decine di milioni di copie vendute). Ha scritto canzoni portate al successo dai più grandi cantanti italiani:
Mina (Tintarella di luna), Gianni Morandi (In ginocchio da te, Non son degno di te, C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones), Rita Pavone (Come te non c’è nessuno), Fred Bongusto (Una rotonda sul mare), Patty Pravo (La bambola). Sue anche alcune sigle dei cartoni animati, come Heidi, Le nuove avventure di Lupin III e Mazinga. Nel 1991 fondò con Modugno e Franco Micalizzi il Sindacato nazionale autori e compositori (Snac) ed iniziò una battaglia in difesa dei diritti degli autori che lo portò al vertice della Siae (di cui fu presidente dal 2003 al 2005).
• «Il più chirurgico scrittore di canzoni degli ultimi cinquant’anni, un perfetto allestitore di sillabe. Mogol sarà un genio istintivo, ma Migliacci è il più elegante disegnatore di versi, perfetto nella metrica e nelle invenzioni, creatore di trovate siderali come Tintarella di luna per Mina, “Tin tin tin, raggi di luna, tin tin tin, baciano te”» (Edmondo Berselli).
• Con Modugno si conobbero «durante un provino cinematografico. Il film era Carica eroica di De Robertis. Era una storia di militari dove c’erano tanti ufficiali che avevano gli attendenti, e sceglievano aspiranti attori di tutte le cadenze e dialetti, un siciliano, un toscano, un calabrese. Scelsero Modugno per il siciliano, perché lui bleffava bene, e me per il toscano. Io mi ammalai e non girai il film, lui invece fece un bel successo, moriva, con la fisarmonica che si afflosciava tra le braccia».
Nel blu dipinto di blu nacque un giorno che «lui mi dà appuntamento, una magica domenica del 1957, per andare al mare con due ragazze. Io aspetto fino all’una e capisco che mi ha dato buca. Ero arrabbiatissimo. Con trecento lire scesi giù, andai dal vinaio, mi sbronzai con una bottiglia di chianti e aspettai il ritorno di Mimmo per litigare, ma mi addormentai.
Quando mi svegliai, non so da dove veniva, vidi un foglio strappato da un giornale con la riproduzione di Le coq rouge di Chagall e del pittore e la modella con la faccia dipinta di blu. Scrissi di getto “Di blu mi son dipinto per volare fino al cielo... io volo nel blu dipinto di blu”. La sera andai ad aspettarlo in Piazza del Popolo, lui arrivò, io gliene dissi di tutti i colori, poi gli feci leggere il testo. Lui mi disse “Questo è un successo della madonna”. E dopo poco nacque la canzone» (ad Ernesto Assante). Era la sua prima canzone, ebbe un successo mondiale.
• Nel 2012, dopo aver visto uno spezzone della fiction di Raiuno Volare – La grande storia di Domenico Modugno (diretta da Riccardo Milani e interpretata da Beppe Fiorello), si arrabbiò per il modo in cui veniva presentato il suo personaggio (interpretato da Alessandro Tiberi): «Mi sono visto, per caso, in una scena della fiction, trasmessa nella puntata del Viaggio di Pippo Baudo dedicata a Modugno e sono rimasto basito. Mi sono sentito offeso e umiliato» (Corriere della Sera).
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jacopocioni · 1 year
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Uggioso
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Il termine deriva da “uggia” che a sua volta trae origine dal latino “uvida”, umida. Infatti, secondo gli antichi, l’ombra causata dalle fronde degli alberi che parano i raggi del sole fa intristire i germogli sottostanti. Da qui il senso di malinconia, tristezza, inquietudine e noia che questa parola genera. “Uggioso” è dunque colui o qualcosa che suscita una sensazione di fastidio, insofferenza o di irritante seccatura, un’emozione forse più leggera della semplice noia ma che provoca piuttosto svogliatezza e nervosismo. (da "“Adagi con brio" di Franco Ciarleglio, Sarnus Editore) NdR: Segui il link... LINK
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Franco Ciarleglio Read the full article
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weekendance · 2 years
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“Party like it’s a domenica pomeriggio del 1983”. Alcune istantanee da un weekend passato tra Riccione e Rimini per un evento che celebrava la grande tradizione dell’italo disco, diciamo così: 1) il corridioio (molto “Guerre stellari”) che collega la biglietteria e la sala principale del leggendario Altromondo Studios a Rimini, purtroppo oggi solo un appannato spettro della gloria che fu (non c’è più la leggendaria “mosca” che si alzava in pista sollevando la postazione dj sopra il pubblico; non c’è praticamente più il tubo in plexiglas dove si esibivano le ragazze e i ragazzi del balletto: son rimasti solo i fumi e i raggi laser, come canterebbe Franco Battiato); 2) l’insegna sul retro dell’Altromondo Studios; 3) il versatilissimo Fred Ventura che ha tenuto alta la bandiera dei Funkpolitan anche in provincia di Rimini; 4) Paolo Pelandi, ovvero P.Lion (quello di “Happy Children”), che oggi sembra un curioso incrocio tra Peter Hammill ed Ernesto Assante; 5) sì, sembra John Lydon, invece è il sempre strepitoso Johnson Righeira colto mentre canta “Vamos a la Playa”; 6) direttamente da qualche video di aerobica del 1983, l’olandese DJ Güstav e la sua fascia tergi-sudore… ITALO DISCO TAKES OVER
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jordi-gali · 3 years
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Una riedizione della galleria VGO Associates della storica Tenda Rossa di Franco Raggi rievoca la dialettica tra leggerezza e modello tipologico classico nell’architettura mobile in una versione black and white.
https://www.domusweb.it/it/design/gallery/2021/06/15/la-tenda-rossa-di-franco-raggi-46-anni-dopo.html?Idtrack=4A66148D0D759BF0FA0DB067A856D3B0&wtk=cpm.newsletter.dom.week.it.2021_05_20&M_BT=161967853542
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fashionbooksmilano · 1 year
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Aria d’Italia
Contemporary Italian Lifestyle
a cura di Micaela Sessa & Stefano Tonchi
Fotografie Guido Taroni, Testi Paola Jacobbi, Collage Roberta e Brambilla, Illustrazioni Franco Raggi, Aforismi Pietro Terzini
Rizzoli, Milano 2022, 231 pagine, 26,5 x 33,5 cm, ISBN 978-88-918-3522-2
euro 85,00
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Aria d'Italia è un progetto originale di Tod's che celebra il lifestyle italiano contemporaneo e i suoi valori: talento e passione per la qualità in ogni aspetto del vivere, dai piaceri della tavola all'arte, dal gusto per il convivio alla cura amorevole delle tradizioni. Ne nasce un'armonia del fare e del pensare che trascende la nazionalità e che può essere abbracciata a tutte le latitudini. Come dice Costanza Chia, artista coinvolta in questa ricerca, "C'è poesia nel fare le cose con calma e cura: è il warm Italian touch". Declinando otto parole chiave fra le quali Joy, Boldness, Passion e Heritage, Aria d'Italia racconta le storie personali e professionali di giovani artisti, imprenditori e artigiani che rappresentano il cuore dell'identità italiana, animata da una continua ricerca della bellezza. I protagonisti dei racconti sono fotografati da Guido Taroni nelle loro case e nei luoghi che meglio raccontano le loro origini. Il titolo Aria d'Italia prende ispirazione dall'omonima rivista pubblicata tra 1939 e il 1941 dalla collezionista Daria Guarnati, che radunò diversi collaboratori illustri, tra i quali Gio Ponti. Con gusto all'avanguardia, la rivista valorizzò il nostro patrimonio artistico in ogni sua espressione, dalla grafica alla letteratura, dall'arte al design, e lanciò il concetto di Italian style.
02/12/22
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conformi · 4 years
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Lucas van Leyden, Lot and his Daughters, 1521 VS Franco Raggi, La Tenda rossa, 1974
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teenagedirtstache · 6 years
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bizarrecolumns · 7 years
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1974 LA TENDA ROSSA DELL’ARCHITETTURA / Franco Raggi DISTORTED COLUMNS
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Raul Gardini e il Moro di Venezia
«[...] A poppa c’era lui, Raul Gardini, quello che le cronache ribattezzarono “17esimo uomo”. Una cosa impossibile fino al 1991, ma tanto era potente il ravennate che aveva fatto aggiungere una clausola ai regolamenti della Coppa per cui l’armatore poteva stare a bordo.»
Fu verso la fine degli anni ’80 che Raul Gardini si presentò a Giulio Donatelli, l’allora presidente della Compagnia della Vela di Venezia, per comunicargli l’intenzione di costruire uno scafo e partecipare alla Coppa America. Gli chiese di poter essere rappresentato dal suo Yacht Club e di issarne a dritta il suo guidone sociale. Donatelli in principio pensava fosse uno scherzo ma alla fine accettò la sfida, consapevole che da quel momento in poi la Compagnia della Vela si sarebbe affermata a livello mondiale. Fu così che il Moro di Venezia regatò con la bandiera del Leone di San Marco, un leone più agguerrito che mai.
Cinque gli scafi costruiti per il progetto Moro di Venezia, tutti usciti dai cantieri Tencara di Porto Marghera. L’ambizioso progetto di Gardini poteva godere di un budget astronomico (qualcuno parla di oltre 100 miliardi delle vecchie lire ma c’è chi sostiene siano stati molti di più) e del supporto del team di ricerca e sviluppo messo a disposizione dalla “sua” Montedison.
Il “battesimo” del Moro di Venezia I
Quella mattina faceva freddo e c’era parecchia nebbia. Gardini aveva scelto di varare il Moro di Venezia I domenica 11 marzo 1990 e, come gli si addiceva, organizzò l’evento in grande stile. Davanti a Punta della Dogana venne allestito un pontile lungo quaranta metri per i circa cinquemila ospiti. Ennio Morricone scrisse la musica mentre la regia fu affidata a Franco Zeffirelli. Quel varo lasciò tutti a bocca aperta e ancora oggi molti lo ricordano come il più spettacolare della storia della vela. Quando l’enorme gru posò sulle acque della laguna lo scafo rosso in kevlar e carbonio lungo circa 23 metri, numero velico ITA-01, ci fu un’ovazione.
 Il ruggito del Moro
Per sfidare il Defender, vale a dire il detentore dell’America’s Cup, bisognava prima vincere le regate di selezione della Louis Vuitton Cup. Nel 1992 il Moro di Venezia dà battaglia e giunge in finale con la fortissima NewZealand. Gli italiani seguivano l’evento da casa, le telecronache si aprivano con la voce di Pavarotti che incitava il nostro Leone sulle note della Turandot e della celebre aria “all’alba vincerò”. I Kiwi infilano tre vittorie ad uno e sono ad un passo dalla vittoria, si gareggia al meglio delle nove regate. Gardini vede la fine di una grande avventura e di tanti soldi spesi inutilmente. Quando la battaglia volge al peggio un vero corsaro tira fuori un colpo a sorpresa e rilancia la sfida, come ad esempio una bagarre legale per dimostrare l'illegalità del bompresso e mettere in crisi l'avversario che aveva tentato di barare. Da quel momento i neozelandesi vanno veramente in crisi, colpiti sull'orgoglio, le sicurezze dei freddi uomini di mare cadono ed è buio pesto. Non vincono più una regata!
«[...] Chi non era grande esperto di vela imparò una nuova parola, anzi LA parola: bompresso. Di questo si parlava nella primavera del 1992, del bompresso montato sulla prua di New Zealand, degli elicotteri che sorvolavano i campi di regata e delle fotografie grazie alle quali si scoprì “l’anomalia” dello scafo dei kiwi.»
Il Moro di Venezia, clamorosamente recupera la situazione 3-3. Furono match race estenuanti, guerra di carte bollate, stress, qualche strategia sbagliata, ma il Moro di Venezia allungò gli artigli, mostrò i denti e vinse 5 a 3. Il mito era nato. È il trionfo di Gardini. Il Moro di Venezia poteva sfidare il defender dell’America’s Cup.
«Anche Occhetto mi fa gli auguri? Che vi devo dire, mi fa piacere. In giro succede di tutto, è il mondo che sta cambiando. [R. Gardini]»
 America’s Cup 1992
Da una parte Gardini con il Moro di Venezia V, dall’altra il magnate Bill Koch con America 3. Nella baia di San Diego si sfidarono due uomini potenti e pronti a tutto pur di portare a casa la vittoria. Entrò in scena addirittura lo spionaggio. Si dice che durante la Luis Vuitton Cup gli americani costruirono mini sommergibili, assoldarono sommozzatori, noleggiarono elicotteri, e tutto per “passare ai raggi x” Il Moro di Venezia e trovarne i punti di debolezza e batterlo. Ma si capì subito che la lotta era impari, lo scafo bianco era più veloce. e infatti alla fine vinse con un secco 4 a 1. Era il 16 maggio del 1992. Per Venezia, il Moro aveva comunque vinto.
Le immagini delle sfide nelle acque di San Diego per molti sono ancora nitide, come pure le emozioni vissute in quelle notti magiche. Nell’avveniristico pozzetto del Moro di Venezia V, numero velico ITA – 25, spiccava un giovane riccioluto dagli inconfondibili baffi scuri. Era il timoniere Paul Cayard, il ventinovenne californiano campione mondiale della classe Star, che per poter regatare sul Moro prese la residenza italiana. Dopo selezioni durissime le 16 persone dell’equipaggio erano il meglio di cui la vela italiana potesse disporre all’epoca; un gruppo preparatissimo e molto affiatato tra cui Tommaso ed Enrico Chieffi, Cico Rapetti, Max Procopio, Andrea Mura, Dudi Coletti, Marco Schiavuta, Alberto Fantini, Lorenzo Mazza e Sergio Mauro.
Epilogo
Gardini avrà lo stesso un trionfo di pubblicità ed una grande visibilità. La sua foto mentre timona la grande barca rossa sarà sulle prime pagine di tutti i media del mondo. Ma tutta questa visibilità sarà altamente controproducente. Infatti, all'orizzonte del manager si stagliano le ombre cupe delle inchieste di "mani pulite" e Il suo impero finanziario crollerà sotto i colpi delle inchieste della magistratura. Un gesto terribile, impulsivo, ma onesto come il personaggio, porrà fine alla sua vita. Verrà trovato morto nella sua casa di Milano, il settecentesco palazzo Belgioioso, il 23 luglio 1993. [Metropolitano.it & NauticaReport.it]
«La morte di Gardini è il vero, grande rammarico che conservo della stagione di Mani pulite. Per due ragioni. La prima: quel 23 luglio Gardini avrebbe dovuto raccontarmi tutto: a chi aveva consegnato il miliardo di lire che aveva portato a Botteghe Oscure, sede del Pci; chi erano i giornalisti economici corrotti, oltre a quelli già rivelati da Sama; e chi erano i beneficiari del grosso della tangente Enimont, messo al sicuro nello Ior. La seconda ragione: io Gardini lo potevo salvare. La sera del 22, poco prima di mezzanotte, i carabinieri mi chiamarono a casa a Curno, per avvertirmi che Gardini era arrivato nella sua casa di piazza Belgioioso a Milano e mi dissero: "Dottore che facciamo, lo prendiamo?". Ma io avevo dato la mia parola agli avvocati che lui sarebbe arrivato in Procura con le sue gambe, il mattino dopo. E dissi di lasciar perdere. Se l'avessi fatto arrestare subito, sarebbe ancora qui con noi.» [A. Di Pietro]
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