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#Gli occhi di Lavinia
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Ciao, mi chiamo Lavinia e sono la persona più incoerente del mondo.
Ieri sera avevamo un compleanno, a me non andava per niente di andarci ma vabbè alla fine ci sono andata anche io, ho chiacchierato un po', ho mangiato poco e a fine cena una ragazza fa "ehi perché non andiamo alla sala giochi qua vicino?" non tutti erano entusiasti all'idea ma alla fine era una cosa diversa dal solito e l'hanno voluta accontentare. Arriviamo al parcheggio, io con la testa fra le nuvole a pensare ai cazzi miei, e Riccardo mi fa "guarda, c'è Nico!", alzo la testa difronte a me e porca troia era davvero lui. Con la ragazza e i suoi amici.
E niente, indovinate chi all'improvviso è diventata super socievole col gruppo pur di tenerlo d'occhio da lontano, andando a parlare a destra e manca con tutti? 🤦🏻‍♀️ Mi sono gasata un bel po', lo ammetto. Secondo Riccardo ogni tanto si girava verso noi, poi se cercava me o era un caso questo non mi è dato saperlo, ma comunque mi ha caricata un bel po'. Ovviamente col cazzo che ci siam salutati. Tutta questa euforia è finita un'oretta dopo circa, quando se n'è andato e mi sono resa conto che nel foglio delle emozioni che mi ha dato la psicologa, sarà la prima cosa che scriverò, sarà oggetto di discussione sia con lei che con me, perché mi chiedo cosa sia successo in me per avere una reazione del genere dopo averlo finalmente dimenticato, chi cazzo me lo ha fatto fare di dirlo anche ad un paio di loro che il mio ex era lì? Ma tutta sta confidenza a chi l'ho mai data? Mi ha smosso qualcosa, purtroppo. Mi fa riflettere molto. Ero convinta di averla superata ma la reazione di stasera mi fa mettere in dubbio me stessa. Ha ancora questo potere di attivarmi? Son passati quasi 5 anni, non mi mancava più, allora come mai ieri sera non facevo altro che chiedermi se sarebbe venuto a parlarmi o se domani mi sveglierò con un suo messaggio? Lui non torna e io non devo farmi queste domande. Sono incoerente e basta, non posso starci sotto manco per sbaglio, perché non ha senso, non è utile, non è normale. Sicuramente è solo lo sfogo del momento, domani già non ci penserò più nonostante i miei occhi e la mia mente, troppo spesso lo vanno a cercare fra la folla. A me davvero non importa più se torna o meno, anche solo come amico, ma non capisco perché mi sia rimasta questa vana speranza che come un fiammifero si accende per un po' e poi si spegne. Credo di aver ritrovato una parte della vecchia me ieri sera. Il guaio è questo.
E quella comunque era la "nostra" sala giochi, dove facevamo quel gioco dove devi ballare prestando le frecce in basso, infatti si è piazzato lì per un bel po'. Ci passavamo parecchio tempo là dentro, soprattutto gli ultimi periodi. Non pensavo che lo avrei più rivisto lì.
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fromindianslake · 6 days
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Dovresti vederla, ogni volta dico che dovresti vederla: ti piacerebbe? Sicuramente è se ci parlassi ti piacerebbe ancora di più. Fotografai le mani di Lavinia quando prese in mano la testa di quel Buddha di marmo. Toccava con così tanta delicatezza che non era più importante quel marmo di seicento anni; feci una foto. Lei voleva togliere le mani per mostrare il pezzo, le spiegai cosa facessi e cosa stesse facendo affinché ne facessi un’altra
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Questo per dirti cosa?
Dovresti vederla quando si muove, lei, non Lavinia. Lei balla, balla sempre quando cammina, quando si sposta nello spazio: crea uno spazio tempo nel quale anche fare il caffè ha la sua bellezza. Quando si piega per raccogliere due bottiglie di birra? Un gesto comune, del cazzo , eppure è bellissima.
Quando ti racconta qualcosa di avvincente, una battuta o qualcosa che sa possa far ridere, quando immagina, spalanca gli occhi grandi e fa un sorriso che non fa sennò e sai cosa? È BELLO
Ho fatto il porter per la prima volta, anzi, il Pòrtèr, dice che è carino come lo dico.
E ho fatto anche un qualcosa con un nome che potrebbe essere tranquillamente il nome di un vino o di una provincia di un paese in Francia. Quelli zone Lyon, verso Blacè, Villfranche. Qualsiasi cosa sia l’ho fatta e per la prima volta.
Due prime volte in una notte.
Sono dieci anni che la vedo camminare e ballare mentre lo fa. È una persona bella, di quelle che non importa se, ma, però perché anche lì non guarderesti nulla se non come renda melodia anche litigare, se accadesse.
Sono contento esista, che esista ed esista ancora.
Ti piacerebbe tanto, te ne sarebbe parecchio
se avessi avuto il tempo di conoscerla
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lamilanomagazine · 5 months
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Verona ricorda tutti gli invalidi di guerra
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Verona ricorda tutti gli invalidi di guerra Alla cerimonia, promossa dall'Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra in collaborazione con il Comune, hanno partecipato l’assessore alla Memoria Storica Jacopo Buffolo, il presidente nazionale dell’ANMIG Claudio Betti, la presidente della sezione di Verona Giovanna Adami, l’oratore ufficiale Giovanni Crocioni ricercatore dell’Università degli Studi di Torino e membro del direttivo dell’ Istituto Veronese per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea. “Il senso di questa giornata è proseguire l’impegno che l’ANMIG ha portato avanti in questi anni – ha detto l’assessore Buffolo-. Le guerre non causano solo vittime innocenti ma anche persone invalide, mutilate e segnate da traumi psicologici. Su questo dobbiamo riflettere, si combatte pensando che sia sempre l’ultima guerra invece ogni conflitto apre la strada a nuove catastrofi. Alle nuove generazioni dobbiamo trasmettere i valori e la forza per unirci tutti e tutte per la pace, uniti nel rifiutare ogni forma di guerra”. «Sui mutilati è calato un lungo oblio, forte era il pregiudizio popolare verso il "deforme". I mutilati rappresentavano l'orrore visibile a tutti, anche a chi non aveva combattuto, del primo conflitto mondiale» - ha ricordato nell’orazione ufficiale il dott. Giovanni Corcioni - «Sui caduti si è sempre potuta fare retorica, sui mutilati meno. Agli occhi della gente il mutilato non riscosse lo stesso appeal eroico di coloro che al fronte persero la vita, anziché un braccio, una gamba o metà viso. Si dice "è morto da eroe", perché non si dice "è stato mutilato da eroe"?» Durante la cerimonia sono stati premiati gli alunni e le alunne del Liceo Scienza Umane dell’Istituto ‘Lavinia Mondin’ e dell’Istituto superiore ‘Luciano Dal Cero’ di San Bonifacio, vincitori del concorso regionale Anmig ‘Pietre della Memoria 2023’.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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iannozzigiuseppe · 3 years
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Intervista al Poeta Gianclaudio de Angelini: “Gli occhi di Lavinia” (Oltre Edizioni) - di Iannozzi Giuseppe
Intervista al Poeta Gianclaudio de Angelini: “Gli occhi di Lavinia” (Oltre Edizioni) – di Iannozzi Giuseppe
Gianclaudio de Angelini “Gli occhi di Lavinia” Intervista al Poeta di Iannozzi Giuseppe 1. Gianclaudio de Angelini, prima di parlare de “Gli occhi di Lavinia” (Oltre Edizioni), sarebbe forse giusto che dicessi qualche cosa di te, a favore di chi non ti conosce. Io stesso so ben poco di te. È forse una richiesta un po’ banale, forse non troppo: il poeta, quasi sempre, riversa nelle proprie poesie…
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october24th · 3 years
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Resoconto Giorno 108
Questa notte ho dormito bene. Il lettone di papà mi immerge in un sonno profondo ogni volta. Non so come faccia lui a dormire male, dice che non gli piace il materasso. Ovviamente quando dormo non può mandare il secondo cuscino di lato sul quale appoggio le braccia o a volte la schiena. Zero incubi.
Anche stamattina mi sono svegliata perché ho sentito papà entrare in camera. Si è fermato sulla soglia e mi guardava pensando chissà cosa. Ho aperto gli occhi, l’ho guardato e lui ha detto “Bllé”. Dopo un po’ mi sono alzata dal letto, ho aperto la finestra, mi sono stiracchiata un paio di volte e poi sono andata in cucina per la colazione. Papà ha preso il cornetto ad albicocca, adddddoro. Successivamente ho messo le canzoni alla tv, Pinguini Tattici Nucleari e ho pulito casa. Camera da letto, bagno grande, bagno piccolo, salotto e cucina. Nel frattempo papà ha rivisto cose sue, ha chiamato la zia di Modena e ha preparato il pranzo. Quando ho finito ho realizzato una piccola relazione su Dante, la moglie Gemma e Beatrice per mio cugino Antonio. Non sapevo dell’esistenza della moglie di Dante, non capisco perché non ne abbiano mai parlato a scuola, l’ho trovato molto interessante. Papà mi ha chiesto quali fossero le intenzioni di mamma per Natale e gli ho detto che passeremo la vigilia con mamma e nonna, mentre il Natale con lui però lei non ci sarà. Mi ha chiesto il motivo e non sono riuscita a rispondergli perché sinceramente non lo capisco nemmeno io. Non ho mai capito questi due.
Dopo pranzo papà ha lavato i piatti mentre io ho sparecchiato e puliti la tovaglia, poi ho asciugato i piatti e ci siamo messi a guardare la formula uno sul divano seguita dalla partita di calcio del Napoli. Sono crollata sul divano con papà accanto e mi sono svegliata a fine partita. Ho guardato alcuni vlogmas di Guglielmo su YouTube e ho riso un sacco, ne ho visti cinque. Li avevo arretrati, in questi giorni recupero assolutamente anche tutti gli altri. Gu ha affittato una casa a Roma per tutto il mese di dicembre con Enrico, Gabriele, Gianmarco, Lavinia, Valentina, Guldo il cane e i gattini. Mi fanno un sacco ridere.
Alle sei e mezza papà mi ha riaccompagnata a casa, per strada i balconi illuminati sono aumentati notevolmente... così come le persone. Lola appena mi ha vista mi ha dato un sacco di bacetti, di solito saluta prima papà, ma stavolta no! Gli è passato accanto e si è precipitata verso di me. L’ho presa in braccio e l’ho coccolata senza lasciarla. Abbiamo giocato per un po’ e poi ho chiesto a mia sorella Rebb che sta al primo anno di liceo di insegnarmi qualche parolina in cinese. So dire Ciao, Arrivederci e Non c’è male. Ora è arrivato il momento di fare il bagno e lavare i capelli. Ho asciugato i capelli lasciandoli al naturale e c’è qualche riccio carino qua e là.
Robb mi ha spiegato per l’ennesima volta una cosa del gioco A3, diciamo che sono capace di farlo incazzare come lui ha il potere di farmi innervosire a differenza di chiunque altro. Gli voglio un sacco di bene. Ultimamente bisticciamo per scherzo, la nostra amicizia ha raggiunto quello stadio. Mi chiama scema, gli dico di stare zitto e da lì cominciamo. È una di quelle persone che ti fermi a pensare e dici “ma come facevo prima?”. Mi fa ridere un sacco, dico cose insensate e a lui va bene così, anzi a volte le dice con me. Credo ci sia una certa affinità, non riesco a spiegarlo, ma verso di lui sento un senso di protezione immenso. Guai a chi me lo tocca. Ieri sera abbiamo giocato a fare dei versi con la bocca... o meglio lui li faceva e io dovevo replicarli. Ovviamente ho fatto pena, non so nemmeno fischiare e lui sa fare la voce di Topolino e anche beatbox.
Mi sono messa a letto, ho dovuto mettere il pigiama pesante perché sentivo veramente troppo freddo. Scoobydoo bianchi. Lola non voleva darmi il pigiama, lo tirava con la bocca e quando l’ho preso e infilato si è messa ad abbaiare e non voleva saperne di smetterla. Sono riuscita a calmarla corrompendola con i grattini sulla pancia, poi è andata via. Ad un certo punto è entrata in cameretta, si è fermata a guardarmi, ho detto “amore mio” ed è uscita. Vorrei proprio sapere cosa le passa per la testa. Comunqueee lezione di dialetto abruzzese con Vitto. Gli ho chiesto di tradurmi delle cose e non ha saputo farlo. Fine. No, scherzo, alcune cose me le ha tradotte. Fineeee. Quindi per concludere, Lezione di dialetto abruzzese con Vitto! Spiegherà il significato di la sanda case.
La sanda case: è come quando mangi tantissimo e chiedi altro cibo, e gli altri ti rispondono "ma se ti si magnat la sanda case, vuoi ancora mangiare?". Ecco, è quello che hanno detto a Oliver quando chiese un altro pezzetto di pane e quello che dovrebbero dire a me tutti i giorni praticamente.
13 Dicembre
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Premessa e doverosa avvertenza: si tratta di un sogno che sta facendo Kimberly. Per cui io player farò un personaggio ma David non saprà nulla di questo, a meno che non decida Kim di dirglielo. |
New York Tel'aran'rhiod 06.03.21 Con il passare del tempo Lavinia Carter-Wood aveva compreso quanto avesse perduto nella sua esistenza. Era stata accanto alla sua fiamma gemella senza rendersene conto, era stata madre senza poter viversi appieno la gioia della maternità. Per questo era convinta che a David servisse una spinta nella direzione giusta. Non era sicura di riuscire a convincerlo di ciò che stava perdendo ma poteva saggiare il terreno a partire dalla persona che forse lo conosceva di più: la sua compagna Kimberly. Aveva ancora dentro di se qualche trucchetto da Camminatrice del sogno e le fu facile attirarla dove voleva che fosse. Non le avrebbe fatto del male, né avrebbe cercato di spaventarla. Voleva solo parlarle, comprendere quanto fossero uniti. Se c'era qualcosa che lei poteva fare per cambiare lo stato d'animo della sua discendenza, forse... "𝐴𝑙𝑖𝑐𝑒..." cominciò a chiamarla con voce molto dolce. La portò in una sorta di giardino incantato. "𝑉𝑖𝑒𝑛𝑖 𝑑𝑎 𝑚𝑒, 𝐴𝑙𝑖𝑐𝑒. 𝐼𝑙 𝐶𝑎𝑝𝑝𝑒𝑙𝑙𝑎𝑖𝑜 𝑡𝑖 𝑎𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑎." K: * Quella sera è di una stanchezza inverosimile, il venerdì è la giornata in cui crolla come una pera cotta Si infila a letto e dopo aver abbracciato Jack cade in un sonno profondo. Stranamente comincia a vedere un giardino pieno di fiori e di profumi. Un sogno? Sono secoli che non sogna, sono secoli che non vede così nitidamente le cose e i profumi. Sta passeggiando lentamente e sfiora le rose rosse e blu che trova lungo il suo cammino. D'improvviso sente una voce, una voce sconosciuta chiamarla* Chi sei? Cosa vuoi da me? * Chiede voltandosi in più direzioni cercando di capire da dove provenisse quel suono* Jack? Mi vuole? Dove? * Chiede ancora corrucciando la fronte* E: Eleri stava cercando di guidare la ragazza nella sua direzione. White Eagle aveva parlato di lei? Aveva conosciuto il marito tramite lo sciamano? Non poteva saperlo. Aveva tante cose da chiedere e doveva farlo prima della luce del sole, prima che la donna che imprigionava la sua anima si svegliasse. "𝐷𝑎 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒, 𝐴𝑙𝑖𝑐𝑒. 𝑇𝑖 𝑠𝑡𝑎 𝑎𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑎𝑛𝑑𝑜." Usò le sue doti di Camminatrice per costruire un edificio non molto distante da dove lei si trovava. "𝐸𝑛𝑡𝑟𝑎 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑣𝑖𝑙𝑙𝑎, 𝑙𝑢𝑖 𝑡𝑖 𝑠𝑡𝑎 𝑎𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑙𝑖̀ 𝑑𝑒𝑛𝑡𝑟𝑜, 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑎𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑖𝑛𝑐𝑖𝑝𝑎𝑙𝑒. 𝐹𝑎𝑖 𝑖𝑛 𝑓𝑟𝑒𝑡𝑡𝑎, 𝑝𝑖𝑐𝑐𝑜𝑙𝑎 𝑐𝑟𝑒𝑎𝑡𝑢𝑟𝑎 𝑠𝑝𝑒𝑟𝑑𝑢𝑡𝑎." Forse si era tradita ma ogni secondo per lei era prezioso. Nonostante il fatto che lo sciamano non era il suo amato, teneva a lui come fosse stata sua madre. Se poi fosse riuscito nel suo intento... forse... non volare troppo con la mente, Eleri. Non puoi permettertelo. K: * Sente ancora quella voce e si aggira sperduta in quel giardino strano ma bellissimo* Dove sei? Chi sei? Ti prego fatti vedere!! * Urla mentre si solleva il vestito di tulle rosso. Ma quando cavolo l ha messo quel vestito? Da dove spuntava? Beh era un sogno, forse... Forse semplicemente è la sua fantasia. Sente ancora quella voce e comincia ad accelerare il passo* Arrivo!! Non te ne andare... Dammi la via * Corre, veloce, corre verso una costruzione che prima non ha visto e spinge il portone* Sono qui...ti prego fatti vedere, portami da lui!! * Riflette sulle parole che ha appena sentito. Le aveva già sentite? Non ricordava* E: Eleri decise che non poteva indugiare ancora e si fece avanti. "𝑆𝑜𝑛𝑜 𝑞𝑢𝑖, 𝑑𝑎𝑣𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑎 𝑡𝑒. 𝑃𝑒𝑟𝑑𝑜𝑛𝑎𝑚𝑖 𝑠𝑒 𝑡𝑖 ℎ𝑜 𝑎𝑡𝑡𝑖𝑟𝑎𝑡𝑜 𝑞𝑢𝑖 𝑐𝑜𝑛 𝑢𝑛𝑜 𝑠𝑡𝑟𝑎𝑡𝑎𝑔𝑒𝑚𝑚𝑎, 𝑏𝑎𝑚𝑏𝑖𝑛𝑎, 𝑚𝑎 ℎ𝑜 𝑏𝑖𝑠𝑜𝑔𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑠𝑎𝑝𝑒𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑐𝑢𝑛𝑒 𝑖𝑛𝑓𝑜𝑟𝑚𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑜𝑠𝑖𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑡𝑢𝑜 𝑎𝑚𝑎𝑡𝑜. 𝐶ℎ𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜? 𝐺𝑢𝑎𝑟𝑑𝑎𝑚𝑖 𝑖𝑛 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑜, 𝑐𝑟𝑒𝑑𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑡𝑢 𝑠𝑎𝑝𝑝𝑖𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑓𝑒𝑡𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑐ℎ𝑖 𝑡𝑖 𝑠𝑡𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑙𝑎𝑛𝑑𝑜." Sperava che la riconoscesse e che non fosse intimorita dalla sua presenza. "𝑃𝑒𝑟𝑑𝑜𝑛𝑎𝑚𝑖, 𝐾𝑖𝑚𝑏𝑒𝑟𝑙𝑦, 𝑚𝑎 𝑛𝑜𝑛 ℎ𝑜 𝑚𝑜𝑙𝑡𝑒 𝑜𝑐𝑐𝑎𝑠𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑑𝑖 𝑣𝑖𝑎𝑔𝑔𝑖𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑖𝑏𝑒𝑟𝑎 𝑛𝑒𝑙 𝑇𝑒𝑙'𝑎𝑟𝑎𝑛'𝑟ℎ𝑖𝑜𝑑. 𝐻𝑜 𝑑𝑒𝑖 𝑙𝑖𝑚𝑖𝑡𝑖 𝑝𝑟𝑒𝑐𝑖𝑠𝑖 𝑒 𝑖𝑙 𝑚𝑖𝑜 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜 𝑒̀ 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 𝑚𝑜𝑙𝑡𝑜 𝑙𝑖𝑚𝑖𝑡𝑎𝑡𝑜. 𝐸' 𝑑𝑢𝑟𝑎 𝑣𝑖𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑛𝑡𝑟𝑜 𝑢𝑛 𝑐𝑜𝑟𝑝𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑎 𝑐ℎ𝑖 𝑠𝑖𝑎 𝑒 𝑠𝑡𝑎 𝑣𝑖𝑣𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑙𝑎 𝑠𝑢𝑎 𝑒𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑛𝑜𝑟𝑚𝑎𝑙𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒. 𝐹𝑜𝑟𝑠𝑒 𝑒̀ 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑙𝑎 𝑝𝑢𝑛𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑎𝑣𝑒𝑟 𝑑𝑒𝑠𝑖𝑑𝑒𝑟𝑎𝑡𝑜 𝑡𝑟𝑜𝑝𝑝𝑜. 𝐻𝑎𝑖 𝑑𝑒𝑖 𝑠𝑜𝑔𝑛𝑖, 𝑏𝑎𝑚𝑏𝑖𝑛𝑎? 𝑆𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑊ℎ𝑖𝑡𝑒 𝐸𝑎𝑔𝑙𝑒 𝑠𝑖 𝑠𝑡𝑎 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑟𝑜𝑔𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑝𝑎𝑟𝑒𝑐𝑐ℎ𝑖𝑜 𝑠𝑢 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜." concluse sperando di non essere stata troppo indiscreta. Forse la compagna di David era riservata e non avrebbe voluto discutere di certe questioni con un estranea.
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K: * Sta correndo quando una donna le si piazza davanti e Kim si blocca di colpo rimanendo colpita. La guarda , è una donna elegante, raffinata, di altri tempi....troppo passati* Chi...sei... * Sussurra scrutandola. Non è nuova, la conosce... Ma dove? * Tu sei..noi siamo nel tel... Coso? * Piano ricostruisce tutti i pezzi e realizza* Sei...sei la moglie di Heller! Sei la donna che ha amato! Quella che cerca per dirle che ancora la ama e di raggiungerla nella luce! Che ci fai qui? * Rimane colpita dalla sua domanda e abbassa lo sguardo* Si..ne ho.. vari in realtà ma non tutti possono realizzarsi * Ammette fissandola* Come i tuoi E: Eleri sorride divertita. "𝑆𝑖̀, 𝐾𝑖𝑚, 𝑠𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑛𝑒𝑙 𝑇𝑒𝑙'𝑎𝑟𝑎𝑛'𝑟ℎ𝑖𝑜𝑑. 𝑆𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑟𝑖𝑒𝑠𝑐𝑖 𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑛𝑢𝑛𝑐𝑖𝑎𝑟𝑙𝑜, 𝑝𝑢𝑜𝑖 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑙𝑖𝑐𝑒𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑑𝑖𝑟𝑒 '𝑖𝑙 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜 𝑑𝑒𝑖 𝑠𝑜𝑔𝑛𝑖'. 𝐼𝑛 𝑓𝑜𝑛𝑑𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑒̀ 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜." poi sentendola continuare il suo sorriso scema e lo sguardo diventa malinconico: "𝐷𝑎𝑣𝑖𝑑 𝑚𝑖 ℎ𝑎 𝑑𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑚𝑖𝑜 𝑚𝑎𝑟𝑖𝑡𝑜 𝑚𝑖 𝑎𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑎 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝐿𝑢𝑐𝑒. 𝐸 𝑛𝑜𝑛 𝑣𝑒𝑑𝑜 𝑙'𝑜𝑟𝑎 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑛𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑎𝑟𝑙𝑜. 𝐼𝑜 𝑛𝑜𝑛 ℎ𝑜 𝑠𝑚𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑠𝑝𝑒𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝑟𝑒𝑎𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑠𝑜𝑔𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑢𝑛𝑖𝑟𝑚𝑖 𝑐𝑜𝑛 𝐶ℎ𝑎𝑟𝑙𝑒𝑠. 𝐶𝑜𝑚𝑒 𝑡𝑢 𝑛𝑜𝑛 𝑑𝑜𝑣𝑟𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑟𝑖𝑛𝑢𝑛𝑐𝑖𝑎𝑟𝑒 𝑎𝑖 𝑡𝑢𝑜𝑖 𝑠𝑜𝑔𝑛𝑖, 𝑏𝑎𝑚𝑏𝑖𝑛𝑎." Avanzò e le prese le mani tra le sue. In quel mondo le barriere non esistevano. "𝐻𝑜 𝑡𝑒𝑛𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑓𝑎𝑟 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑎𝑙 𝑡𝑢𝑜 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑎𝑔𝑛𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑠𝑒 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑐𝑎𝑚𝑏𝑖𝑎𝑡𝑒. 𝐿𝑎 𝑚𝑎𝑙𝑒𝑑𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒̀ 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑎 𝑠𝑝𝑒𝑧𝑧𝑎𝑡𝑎, 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑒 𝑖𝑜 𝑝𝑎𝑔𝑜 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑐ℎ𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑒𝑔𝑢𝑒𝑛𝑧𝑎, 𝑛𝑜𝑛𝑜𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜. 𝐷𝑎𝑣𝑖𝑑 ℎ𝑎 𝑎𝑔𝑖𝑡𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑖𝑏𝑒𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑜 𝑠𝑎𝑛𝑔𝑢𝑒 𝑑𝑎 𝑐𝑖𝑜̀ 𝑐ℎ𝑒 𝑙𝑜 𝑎𝑝𝑝𝑒𝑠𝑎𝑛𝑡𝑖𝑣𝑎. 𝑆𝑜 𝑐ℎ𝑒 ℎ𝑎 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑙𝑎𝑣𝑜𝑟𝑜 𝑑𝑎 𝑓𝑎𝑟𝑒 𝑒 𝑚𝑜𝑙𝑡𝑜 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒." K: Si ecco... Il mondo dei sogni..meglio * Sorride e la fissa tenendosi il vestito* Perché sono qui? E perché vestita così? * Chiede confusa e si rabbuia vedendola cambiare espressione* Scusa, non volevo renderti triste. So che Jack..ehm scusa David.. cercherà in tutti i modi di farvi ricongiungere e mi ha detto vuole cercare vostro figlio... So che non ci credi, ma io ho visto tuo marito e il suo sguardo... Vi ritroverete, in fondo siete destinati * Sorride dolce e sentendo quelle mani rimane stupita, un po' sconcertata ma quasi ne sente calore. Si può sentire calore nel mondo dei sogni?* Io.. io vorrei ma, non credo che Jack sia pronto... Non voglio spingerlo oltre...Cioè... Fosse per me anche domani, ma so che lui è spaventato da...da tutto ciò * Indica un po' ovunque per farle capire* Anche se so che sarebbe un padre stupendo E: Lavinia sgranò gli occhi per la sorpresa: "𝐼𝑚𝑚𝑎𝑔𝑖𝑛𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑖𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑚𝑒𝑟𝑖𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑅𝑢́𝑛𝑒𝑛𝑦𝑎... 𝑒̀ 𝑖𝑙 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑜 𝑛𝑜𝑚𝑒 𝑑𝑖 𝑝𝑜𝑡𝑒𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝐷𝑎𝑣𝑖𝑑, 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑜 𝑠𝑒 𝑡𝑒 𝑙𝑜 ℎ𝑎 𝑔𝑖𝑎̀ 𝑑𝑒𝑡𝑡𝑜.... 𝑑𝑖𝑐𝑒𝑣𝑜 𝑖𝑚𝑚𝑎𝑔𝑖𝑛𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑖𝑎 𝑚𝑒𝑟𝑖𝑡𝑜 𝑠𝑢𝑜 𝑠𝑒 ℎ𝑎𝑖 𝑝𝑜𝑡𝑢𝑡𝑜 𝑝𝑎𝑟𝑙𝑎𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑚𝑖𝑜 𝑚𝑎𝑟𝑖𝑡𝑜. 𝐶𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑙𝑒𝑔𝑎𝑚𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑖 𝑠𝑐𝑖𝑜𝑔𝑙𝑖𝑒𝑟𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑚𝑎𝑖 𝑏𝑎𝑚𝑏𝑖𝑛𝑎. 𝑆𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑊ℎ𝑖𝑡𝑒 𝐸𝑎𝑔𝑙𝑒 𝑒̀ 𝑡𝑢𝑟𝑏𝑎𝑡𝑜. 𝑉𝑜𝑟𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒𝑟𝑡𝑖 𝑓𝑒𝑙𝑖𝑐𝑒 𝑚𝑎 𝑎𝑙𝑙𝑜 𝑠𝑡𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜 𝑒̀ 𝑠𝑝𝑎𝑣𝑒𝑛𝑡𝑎𝑡𝑜. 𝐻𝑎 𝑝𝑎𝑢𝑟𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑙 𝑓𝑖𝑔𝑙𝑖𝑜, 𝑖𝑛 𝑢𝑛 𝑓𝑢𝑡𝑢𝑟𝑜 𝑙𝑜𝑛𝑡𝑎𝑛𝑜, 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑎 𝑟𝑖𝑛𝑓𝑎𝑐𝑐𝑖𝑎𝑟𝑔𝑙𝑖 𝑖𝑙 𝑓𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑛𝑜𝑛 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑎 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑒. 𝐻𝑜 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 𝑎𝑚𝑎𝑡𝑜 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑠𝑝𝑒𝑐𝑖𝑎𝑙𝑒 𝑚𝑎 𝑠𝑜 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑠𝑖 𝑠𝑒𝑛𝑡𝑒, 𝑚𝑎𝑙𝑒𝑑𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑜 𝑚𝑒𝑛𝑜. 𝐿𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑒 𝑡𝑒𝑛𝑑𝑜𝑛𝑜 𝑎 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑐𝑟𝑢𝑑𝑒𝑙𝑖 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑠𝑖 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎 𝑑𝑖 𝑓𝑟𝑜𝑛𝑡𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖𝑡𝑎̀. 𝐼𝑜 𝑠𝑡𝑒𝑠𝑠𝑎 ℎ𝑜 𝑑𝑜𝑣𝑢𝑡𝑜 𝑓𝑖𝑛𝑔𝑒𝑟𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑚𝑜𝑙𝑡𝑜 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜. 𝑃𝑒𝑟𝑜̀ 𝑠𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑐𝑖 𝑠𝑡𝑎 𝑝𝑒𝑛𝑠𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑒 𝑚𝑜𝑙𝑡𝑜 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒." Può toccare con mano quanto questa donna sia innamorata del suo uomo, esattamente come lo è lei di suo marito. "𝑁𝑜𝑛 𝑝𝑒𝑟𝑑𝑜 𝑙𝑎 𝑠𝑝𝑒𝑟𝑎𝑛𝑧𝑎. 𝑆𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑜 𝑝𝑜𝑖 𝑅𝑦𝑙𝑎𝑛 𝑒 𝑖𝑜 𝑐𝑖 𝑟𝑖𝑛𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑒𝑟𝑒𝑚𝑜. 𝐸' 𝑐𝑖𝑜̀ 𝑐ℎ𝑒 𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒 𝑙𝑎 𝑚𝑖𝑎 𝑝𝑟𝑖𝑔𝑖𝑜𝑛𝑖𝑎 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑠𝑜𝑝𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒. 𝐿𝑎 𝑠𝑝𝑒𝑟𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑒̀ 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑐𝑖𝑜̀ 𝑐ℎ𝑒 𝑚𝑖 𝑒̀ 𝑟𝑖𝑚𝑎𝑠𝑡𝑜 𝑒 𝑚𝑒 𝑙𝑜 𝑟𝑒𝑔𝑎𝑙𝑎 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑣𝑒𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑙𝑎 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑎 𝑑𝑖𝑠𝑐𝑒𝑛𝑑𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑠𝑖𝑎 𝑠𝑜𝑝𝑟𝑎𝑣𝑣𝑖𝑠𝑠𝑢𝑡𝑎 𝑏𝑒𝑛𝑒, 𝑛𝑜𝑛𝑜𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜. 𝐴𝑣𝑟𝑎̀ 𝑏𝑖𝑠𝑜𝑔𝑛𝑜 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑐ℎ𝑒 𝑚𝑎𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝑡𝑢𝑜 𝑎𝑚𝑜𝑟𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑢𝑝𝑒𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑒 𝑠𝑢𝑒 𝑝𝑎𝑢𝑟𝑒." Avrebbe voluto rassicurare entrambi e mostrare il futuro ma non poteva, non in quel momento, non nel mondo dei sogni. K:  Chi? * Rimane turbata da quel nome ma poi le spiega che è il suo Jack* Ah...no non lo sapevo ma si, è merito suo. Lo ricordo ancora intrappolato in tanta rabbia e voglia di vendetta ma... Pieno d'amore, una furia ma passionale. Me li ricordo i suoi occhi e dietro la sua barriera c'era un cuore che soffriva * Sospira quando parla del figlio, delle paure di essere disagiato, emarginato. Come non comprendere ciò? Se lei stessa, nonostante fosse normale, è stata per anni emarginata e derisa.* Lo so, e anche io ho paura, perché so cosa significa soffrire e...E mai vorrei che un..un figlio * Sussurra quasi spaventata quel nome* Possa soffrire per causa anche mia e del mio egoismo. Però... Io ci sarei e anche Jack, anche se non lo ammetterà mai! Sarebbe anche migliore di me * Vedere quella donna così indifesa, fragile, vulnerabile, le viene istintivo di abbracciarla. Non sa se lì sia possibile, ma se lei riesce a tenerle le mani forse... Ci prova e la stringe, forte, o almeno così le sembra e sussurra* So che serve a poco ma...vorrei donarti un po' la mia forza per poterti fare star meglio. Resisti...ce la farai K:  L’ho conosciuto poco, ma i suoi occhi parlavano, erano meno duri che quando parlava con Jack..Ehm... David *Ammette e annuisce contenta di poterla conoscere* Si, se potessimo rivederci, ho come l impressione che tu potresti darmi delle risposte che non ho *Le stringe la mano sentendola svanire lenta* Il suo sangue?? *Non riesce a capire la frase e rimane di colpo nel buio per poi svegliarsi di colpo. Si volta e Jack è lì, tranquillo. Si appoggia al suo petto sorridendo e addormentandosi serena* [ fine role ]
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antiquitatesromanae · 4 years
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🗓 ACCADDE OGGI 🗓
Nel calendario romano il 5 dicembre ricorreva la festa delle Faunalia, che si svolgeva non in città, ma nelle campagne. Le Faunalia venivano celebrate in onore di Fauno, una divinità italica oggetto di un culto antico, dio della fertilità, protettore degli animali, dei campi e delle selve.
In questa giornata i contadini sospendevano ogni attività lavorativa nei campi, sacrificavano a Fauno un capretto o una pecora e gli offrivano del vino, affinché proteggesse i boschi, il bestiame e le colture e bruciavano incenso sulle are. Queste informazioni ce le ha tramandate il poeta Orazio (Odi, III, 18), senza nascondere l'ironia degli occhi del cittadino nei confronti degli usi di campagna:
"Fauno, che corteggi le ninfe fuggenti,
cammina leggero sui campi
assolati della mia terra e vattene
senza fare del male ai piccoli del mio gregge, se a fine anno
ti viene offerto un capretto tenero
e non manca vino abbondante
alla coppa, compagna di Venere, e il vecchio altare
fuma di molto aroma.
Alla tua festa di dicembre il bestiame
gioca tutto sull’erba,
e assieme ai buoi oziosi il villaggio
fa festa sui prati; passeggia
il lupo in mezzo agli agnelli
audaci, ed il bosco riversa in tuo onore
le foglie sparse; il colono gode di battere
col piede tre volte la terra odiosa".
Le caratteristiche principali di Fauno sono evidenziate dai suoi appellativi. Fauno è “Agrestis” (Ovidio, Fasti, II, 193), si aggira nelle foreste e nelle campagne, per apparire spesso ai contadini, che si diverte a spaventare, di giorno e anche di notte; è “Incubus” perché grava sul corpo di chi dorme e lo affligge con inquietanti visioni notturne; è “Inuus” (fecondatore), ovvero è perennemente intento ad accoppiarsi con donne e ninfe, ma anche con le femmine di tutti gli animali; è anche “Fatuus” o “Fatuclus” (Servio, Commento al'Eneide, VI, 775; VIII, 314) quindi dotato di parola, che utilizza per dar voce alla foresta e per pronunciare i suoi oracoli. Fauno si trova spesso associato a divinità a lui simili, come Silvano, dio delle selve e Luperco, una sua manifestazione sotto forma di lupo ed è anche identificato con un antico re del Lazio, nipote di Saturno, figlio di Pico e della ninfa Canente e padre di Latino, la cui figlia Lavinia sposò Enea (Virgilio, Eneide, VII; X).
Dalle sembianze umane, quando l'interpretazione ellenistica identificò Fauno con Pan, iniziò ad essere rappresentato con corna e zoccoli di capra, come il suo equivalente greco.
(Nell'immagine: Fauno in marmo rosso (II secolo d.C.), proveniente da Villa Adriana, ora conservato presso i Musei Capitolini a Roma).
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gioiaguidoni · 2 years
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…e sono già passati 4 anni, e tu avresti amato questa vita in cui c’è Lavinia, avresti riso, l’avresti riempita di baci, coccole e carezze. Ma so che ovunque tu sia la guardi e la proteggi…lo so perché lo sento, ti sento, sei il nostro angelo con gli occhi di smeraldo. Mi manchi sempre, e ti penso, e racconto di te a mia figlia, e ti amo, anche da lontano. Ciao nonna…non è lo stesso il Natale senza di te❤️ • • #ciaononna❤️ #sempreconme❤️ #senzafine❤️ #endlesslove❤️ (presso Venice, Italy) https://www.instagram.com/p/CXvrYbKq6bW/?utm_medium=tumblr
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unmondeamoi · 2 years
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Con il tempo inziasti a trovare la forza in te stessa e ti rimisi in piedi con faticosi sforzi, fino a quando due mesi fa lui non risbucò ingiustificatamente dal nulla. Qualsiasi persona si sarebbe aspettata un ritorno con le annesse scuse per gli atteggiamenti tossici e irrispettosi assunti in passati, ma guarda un po', lui tornò scaricando a te la colpa davanti a tutti, facendoti passare platealmente per inattendibile e allucinata, e tu nemmeno replicasti ma finisti quasi per credere a quelle definizioni così crude che rispecchiano tante persone, tipo lui, ma non di sicuro te. Fortunatamente i tuoi amici erano testimoni del fatto che lui ti avesse fissato, osservato, squadrato senza salurtari almeno cinquemila volte, per cui con un po' di sforzo la visione ti tornò limpida, ma fu un tentativo palese quanto mal riuscito di manipolazione. Dopo quell'apparazione lui tornò diverse volte fino a quando un sabato non fu protagonista di una scena davanti che fece sbiancare ogni tuo amico e conoscente: accettò senza il minimo problema les avances di una ragazza che era seduta al tuo stesso tavolino a solo due centimetri di distanza. Incurante della tua presenza decise di andarsene in compagnia della tipa per appartarsi in qualche luogo più nascosto agli occhi della gente. Tu non solo ti limitasti a vedere tutto il teatrino accadere sotto il tuo sguardo, ma avesti anche l'audacia di non dare peso a quell'evento e ricontattarlo come nulla fosse. Attenta, non finisce nemmeno qui. Avete continuato a incontrarvi per alcuni weekend di fila e l'ultima sera di qualche settimana fa tu hai deciso di mettere alcune limitazioni per proseguire la vostra avventura: lui non ti avrebbe più dovuta ignorare. A questa tua richiesta lui si è subito mostrato disponibile e rassicurante promettendo che sarebbe stato sempre lì e non ti avrebbe ma ignorata, ma poco dopo avevamo capito che lui lì non c'era mai e che ha fatto anche presto a smettere di darti la considerazione che avevi implorato. Ora dimmi, ne vale la pena? Nessuno si merita questo tipo di trattamento, nessuno deve essere cercato una sera a caso nel fine settimana, un weekend sì e cinque no, da mezzanotte in poi per appartarsi in uno squallido posto isolato. Ricorda che ai tuoi amici lui non è mai piaciuto e continuano a prenderti in giro per questa scelta così sbagliata, rammenta che dovevi dire loro che lui era più carino dal vivo sia perché è un normalissimo ragazzo mediocre sia perchè ha un profilo social imbarazzante. Lascialo andare. Lascia che vada da un'altra ragazza, la quale povera sfortunata penserà di aver trovato qualcuno di valido e prezioso ma che ben presto si renderà conto che l'unica cosa che guadagnerà stando con lui saranno innumerevoli insicurezze e paranoie, infiniti problemi di autostima e fiducia e molteplici giochetti manipolatori. Lascialo andare. Let him fuck up, let him lose you forever, let him live with the fact that he lost someone like you, let him live without you for the rest of his life bestie. Da sempre la tua Lavinia. #f
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lavisheree-blog · 6 years
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أنا أحبك يا حبيبتي
“Ali”, scrivevo in un messaggio che avrei invito di lì a poco “mi sono innamorata”. Woah, Lavinia, che parolone. Ebbene sì, mi ero innamorata. 
E lo conoscevo da poco, ero ingenua, lo riuscivo a guardare solo con gli occhi dell’amore.
Lo conoscevo da poco e quando ci salutavamo la sera, prima di tornare ognuno a casa sua, non vedevo l’ora di vederlo il giorno seguente. 
Ero innamorata, e lo sapevo, perchè quando stavamo insieme non riuscivamo a starci lontani. Avevamo questo bisogno fisico, questa legge chimica, che ci portava a dover stare vicini. Io posavo la testa sul suo petto, dapprima in preda alla stanchezza, poi solo per ascoltare il battito del suo cuore, regolare e calmo. Lui posava il braccio sulle mie spalle, carezzandomi con dolcezza le braccia e poi il viso. Quando ci stendevamo su quel letto, con nonchalance e fingendoci interessati al film sulla tv, le sue mani si posavano sui miei capelli, sulle mie guance, talvolta sfioravano il mio seno, con tocco leggero come il volo di una farfalla. Ma il contatto che preferivo, e ve lo dirò in tutta onestà, era quello che avveniva nelle nostre mani. Capitava che intrecciasse le sue dita con le mie, lentamente, e poi prendesse ad accarezzare il dorso della mia mano con il pollice: ve lo assicuro, quello per me era il massimo dell’erotismo. Perchè è facile toccare un corpo, passare le mani sulle forme più apprezzate: quello lo sanno fare tutti. Ma quando una persona sa accarezzarti la mano, quando una persona ti fa sentire amata con un gesto così semplice, è lì che riconosci l’amore.
E quando sono tornata, dopo una settimana di silenzio di tomba, l’ho trovato lì ad aspettarmi. Sono tornata dopo un mese, il 29 di luglio, e nella sera stessa in cui l’ho rivisto, non ho avuto dubbi: gli ho detto “sì”.
Sì, voglio iniziare questa avventura folle con te. Sì, voglio essere la persona al tuo fianco per tutto il tempo che ci verrà dato. Sì, voglio essere la persona con cui potrai confidarti, che ti farà sentire amato, libero, al sicuro. Sì, voglio esserci per te, voglio ascoltarti se avrai bisogno di parlare alle tre di notte, voglio fantasticare con te su tutte le cose folli che potremmo fare assieme. Sì, piccolo grande amore, voglio essere il tuo “ti amo”.
E di cose folli, amore mio, ne abbiamo fatte. Con te è sempre un’avventura, e non posso che ringraziarti per questo. Hai conosciuto la mia famiglia, che ti ha preso con gioia da subito (ed è un traguardo che non mi aspettavo, specie da parte di mio padre). Hai preso in mano lamia vita e l’hai svoltata, hai visto il mio meglio e il mio peggio e non mi hai mai voltato le spalle.Mi hai trascinata sulle giostre più spericolate di Gardaland tenendomi la mano, mi hai fatta incazzare e hai cercato di rimediare come solo tu sai fare. 
Ieri eravamo a ballare assieme. Ti giuro, è stata la prima volta in cui i sono sentita al sicuro in un contesto del genere, C’eri tu che mi stringevi, che mi osservavi mentre ballavo e forse t’imbarazzavi pure un po’. Mi hai abbracciata forte, le mie spalle sul appoggiate sul tuo petto, mentre mi muovevo in mezzo a tutte quelle persone che, di noi, probabilmente nemmeno si ricordano.
E sei una persona meravigliosa. Sei veramente adorabile, un adorabile cretino di un metro e novanta, che sorride e manda a puttane tutti gli obiettivi che mi ero prefissata.
Sei diventato, in così poco tempo, tutto: il mio migliore amico, la persona che amo. Mi ascolti ogni volta che qualcosa non va, ogni volta che mi esalto per qualcosa sei il primo ad incitarmi. Vorrei solo essere, per te, almeno un po’ di quello che tu sei per me.
Perchè ti amo, Teo. Ti amo veramente tanto, più di quanto mai riuscirò a dire. 
Amore Mio.
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lunaincapricorno · 4 years
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Domenica, 4 ottobre 2020
Sento la necessità di isolarmi. Ho bisogno di uno spazio privato, un posto dove rifugiarmi, lontano da occhi che possano vedere, da bocche che possano parlare, giudicarmi, consigliarmi, criticarmi o semplicemente commentare chi sono e cosa decido di essere.
Sento il bisogno di scrivere, di scaricare la mia rabbia premendo le lettere su una tastiera, di impugnare una penna come fosse la spada con la quale mi difendo e da cui mai mi separo, di tornare a far scorrere l’inchiostro sul vuoto di un foglio e tracciare i battiti del mio cuore con le parole, per rendermi conto in qualche modo che ci sono, che provo qualcosa, che sono ancora viva.
Ho comprato un quaderno due settimane fa, non sono riuscita a scriverci più di due pagine che le ho strappate in mille pezzi facendone coriandoli.
Nemmeno se vestissi i panni di qualcun altro raccontando una storia che ho in mente da mesi riuscirei a tenere un ritmo. Non scrivo più. Non parlo più. Vivo perché devo e devo fare di questi giorni qualcosa di utile e di produttivo. Ma vivo come un elettrodomestico funzionante che svolge i compiti che deve svolgere e poi non gli interessa più nient’altro.
L’unica cosa che mi ricorda che siamo umani che non vivono come elettrodomestici è la musica. Ma quella, si sa, ogni tanto fa male. In un testo di quattro minuti – poco più, poco meno – ci ritrovi sentimenti e spesso quei sentimenti non li hai mai provati.
Nella prossima vita, sarò più utile se rinascessi nelle vesti di una lavatrice. O di una lavastoviglie (di recente mi è venuta voglia di volerne una nella mia casa del futuro).
Quindi, accompagnata dalle note di una cover di “En & Xanax” inizierò questo diario che spero di non abbandonare.
 Mi chiamo Lavinia, ma non è il mio vero nome. Mio padre voleva chiamarmi Lavinia, ma ho deciso che sarà il nome di mia figlia, nel caso in cui dovessi averne una. Io vorrei un maschio però, e vorrei chiamarlo Giulio.
Il nome definisce una persona, si sa, quindi mi chiedo: se mi fossi chiamata Lavinia, chi sarei oggi? Sarei la stessa persona che sono adesso o sarei stata qualcun altro? Cosa avrebbe scelto Lavinia? Avrei fatto le stesse scelte, frequentato gli stessi posti, conosciuto le stesse persone, frequentato la stessa scuola, presa una laurea diversa? Non so. Mi piace immaginare che in un universo parallelo il mio nome è Lavinia. E quindi lo sarò anche in queste pagine.
 Ho 24 anni, il ventitré dicembre saranno 25.
Sono laureata in Scienze Politiche e tra qualche mese inizierò la specialistica in Storia che avrei dovuto finire quest’anno e invece devo ancora iniziare. Sono sempre in ritardo. Non a caso da piccola amavo il Bianconiglio di Alice nel Paese delle Meraviglie.
Dieci anni fa credevo che a questa età avrei avuto già un mutuo sulle spalle, una mia macchina, dei pomeriggi liberi da passare a comprare cose per arredare la mia piccola casa, magari avrei avuto anche un compagno che tra due anni sarebbe potuto diventare mio marito. La gente si sposa a quest’età, mi dicono tutti.
Si passa in fretta dall’età in cui immagini di essere qualcuno all’età in cui ti eri immaginato e scopri di non essere chi avevi pianificato di essere.
Ho 24 anni, ma continuo ad averne 14 e a sognare ancora di poter cambiare quello che ho fatto perché non mi piace, nemmeno un po’ e fingere di essere soddisfatti per non soffrire è la cosa più difficile che io abbia mai fatto.
Una cosa però l’ho fatta: ho un cane. Ed è l’unica cosa che mi dà felicità.
 Il mio colore preferito è il verde. Io lo associo all’Irlanda, tutti lo associano alla Speranza.
Forse non è male associarlo alla speranza. Spero sempre che nonostante tutte le avversità alla fine della corsa il mio epilogo sarà bello, malgrado arrivarci sia stato difficile come riemergere dalle sabbie mobili. Però spero comunque di scriverlo dalla mia casa a Dublino.
 Attualmente vivo in Sicilia. Ho ristabilito un contatto con la mia terra.
Da bambini ci insegnano che dobbiamo andare via da questa terra, che tanto non ci offre niente. Impari a crescere distaccato dal luogo in cui nasci e cresci, forse per preparati all’abbandono che un giorno dovrai affrontare. Ho sempre odiato la mia città.
Finché non ho imparato a conoscerla. Questo è il traguardo dell’anno bisestile più catastrofico della mia vita di cui vado più fiera. Ricostruendo le mie radici, ho ritrovato il mio percorso.
Andare in città mi salvava. Sono una persona che vive di metodo e routine.
Ho bisogno di dare un senso alle mie giornate ed in città, rispetto al paese, di cose da fare ne trovavo. Ho trovato degli amici. Avevo un rimo e una disciplina nelle mie giornate.
Mi sentivo utile.
Finché non è scoppiata una pandemia mondiale. Ero finalmente felice e soddisfatta ed avevo pianificato di andare ad un concerto in estate con una delle mie più care amiche.
Qualcosa doveva pur andare storto, in un anno bisestile.
 A rimetterci è stata anche la mia relazione. Forse, il lockdown di positivo ha avuto l’isolamento forzato. Il fatto di potermi fermare e rimettere in discussione cose che fingevo mi andassero bene perché mi mancava il coraggio di fermarmi ad esaminarle.
Non sono innamorata, ma so cos’è l’amore. L’ho dato e chi non è stato capace di custodirlo e adesso mi sento derubata di qualcosa. Dentro ho un buco profondo come un pozzo. In realtà c’è sempre stato ma in questo pozzo c’era dell’acqua che serviva per coltivare attorno quei sentimenti che avevo curato per tanti anni in attesa di darli a colui che li meritava.
Ma lui ha bevuto dal mio pozzo tutta l’acqua fino all’ultima goccia, il mio giardino è stato distrutto dal vento della mia rabbia e nessun fiore del sentimento cresce più.
Ci sono solo io con i piedi ciondolanti dentro al pozzo profondo dove vorrei buttarmi e, inghiottita dal buio, scomparire. Ho permesso io a lui di prendersi tutto. Non lo meritava.
Potessi tornare indietro lo farei. Non mi manca. Forse ho provato affetto per lui, un affetto forte, quanto bastava per prendere un aereo al mese, per regalargli cose che amava con su scritta la mia firma, per renderlo felice. E lui in cambio mi ha lasciata sola.
Avrei dovuto decidere io l’ultimo atto della partita. Ho temporeggiato per non ferire i suoi sentimenti. Non lo amavo più perché mi aveva svuotata già mentre stavamo insieme e in quel momento desideravo qualcuno che mi salvasse e mi facesse capire che quello non era amore.
 Mi sono sempre salvata da sola e ho immaginato un qualcuno attraverso la musica ed i libri. Gli ho dato un nome, gli ho costruito una storia. Volevo arrivare a fine giornata per scrivere di lui.
 Io sono invisibile. Nessuno mi noterebbe mai in mezzo ad una folla. Sono quella che non guarderesti, quella a cui non scriveresti canzoni, quella per la quale non piangeresti e che se se ne andasse, poco importa, ce ne saranno altre perché per loro io non sono mai stata l’unica, ma solo una delle tante e quella che non era poi così indispensabile.
Mi hanno detto di abbassare i miei standard. Ero troppo esigente, l’amore richiede compromessi.
Allora l’ho fatto e ho trovato qualcuno che mi ha fatto pentire di essermi accontentata.
Ed è stato tutto quello che sapevo non avrei mai voluto e speravo di evitare.
 Ho cambiato casa e ho impacchettato tutte le mie cose e i ricordi accumulati in quindici anni passati fra le mura che mi hanno visto crescere ed è stata la cosa che mi ha più destabilizzata.
Almeno in casa nuova ho la camera verde acqua ed il mio colore preferito alle pareti mi rilassa.
Lo stesso giorno in cui ho terminato il trasloco, anche la mia relazione ha avuto fine.
Sembrava una strana coincidenza, ma in realtà la vita manda segnali molto chiari che a volte facciamo solo finta di non vedere. Il cambiamento radicale e più difficile lo avevo già affrontato.
Chiudere due anni di relazione in confronto ad impacchettarne e spostarne quindici era un gioco da ragazzi. In realtà ha deciso lui di chiudere tutto. Richiedevo troppo impegno a suo dire. Strano, credevo che l’amore fosse molto naturale. E invece no. Succede quando una persona prende tutta l’acqua del tuo pozzo e poi si accorge di averla finita. Ha sete, ma tu non puoi dargliela più. Perché lui l’ha presa tutta e tutta in una volta. E non ne meritava altra.
Adesso il mio pozzo si sta ricaricando lentamente. Ma non è lui che il mio amore deve dissetare.
Gli avevo chiesto di scegliere. Coltivare quel giardino insieme a me o mollare. Lui ha fatto la sua scelta e un macigno nel mio cuore si è infranto. Speravo se ne andasse via da solo. Andavo a dormire sperando mi lasciasse ed il giorno dopo ricevevo i suoi messaggi che mi infastidivano. Ormai di lui mi infastidiva tutto. Anche farmi toccare.
Sono l’unica persona felice per la fine di una relazione.
Ma di botte ne ho prese molte. Il cuore me l’hanno già spaccato una volta, le altre volte bruciava un po’. Stavolta ho semplicemente raccolto l’ennesimo pezzo senza sentire niente.
 In questo spazio non parlerò più di lui. Non voglio più parlarne. Voglio lasciarlo morire nel mio passato come se non fosse mai esistito, ma per renderlo tale – invisibile, intendo – devo farlo sparire con l’inchiostro, come ho sempre fatto con le cose che voglio dimenticare.
L’amore non lo capirò mai ed inizio ad accettare il fatto che non mi appartiene.
Credo di non trovare la mia “parte tollerante” in questo mondo fatto di cose che non tollero.
Vorrei vedere il mondo bruciare ma a volte incontri qualcuno che invece ti dà l’ispirazione per vederlo migliorare. Ma non credo che io sia tagliata per questo.
Non so a cosa sono destinata. Ma voglio tenere un diario per tornare indietro un giorno e ricordarmi da dove sono partita.
Un posto che mi aiuterà a ricaricare quel pozzo senz’acqua.
Un posto che mi aiuterà a ricostruire quel giardino bruciato dalla rabbia e far crescere nel terreno, che ora è arido, mille splendidi fiori.
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bolgiaonza · 5 years
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Tu hai già vinto... ma de che ?
Si ho vinto soltanto una zappa sui piedi. Su quale principio tangibile mi dovrei fidare? .... Mi stai dicendo che ho vinto perché scegli sempre me ma su quale base tangibile, quale ?
Te lo dico io....
Scegli me per “comodo”.... Lavinia paradossalmente è la ragazza perfetta, non fa storie, ti fa fare quello che vuoi, estemporanea, una persona che sa stare con la gente, alla fine le piace anche a lei avere rapporti sessuali, cosa da non mettere in secondo piano rispetto alla scaletta dei desideri di una coppia... superlativo .... Match perfetto...
Peccato che di Lavinia si ami questo, non la persona in se, non si ha paura di perderla e se anche dovesse proporsi una situazione di questo tipo, andrebbe bene uguale, la lasceresti andare. Tanto lei non è importante, non si lotta per lei, non le si dimostra che si sbaglia che effettivamente c’è qualcosa di più.
Mi viene detto che ho già vinto perché sta con me.. Ma non perché si vuole stare con me per la mia persona, si sta con me perché Lavinia è porto sicuro, un bottino troppo prezioso da perdere a livello di comodità. Ma Lavinia lasciamola li.
Mi si riempie di cazzate basando la relazione su un grande tabù. La vera domanda è ..... ma davvero proverà qualcosa per me ? In quella testa semi-quadrata cosa elaborerà la materia grigia?
Ma Lavinia lasciamola li.
Dici che ci stai male perché non vuoi che io stia male ma penso che sia solo per una tua non accettazione del fatto che stia facendo il doppio gioco, che tu stia sbagliando, dalla tuo non voler aprire gli occhi e ammettere a te stesso della tua incapacità di tagliare questo cordone ombelicale che provoca un ossessione, una malattia, una perversione quasi. Siete due perversi, giocate a fare gli amanti di nascosto, avete creato una nuova dimensione, un nuovo universo per riuscire a stare insieme ma senza impegni, senza il coinvolgimento emotivo, famigliare che precedentemente vi ha distrutto, questo penso... Avete trovato per stare si insieme ma non intaccare nel loop di prima.
Vorrei tanto dirti il vero motivo per il quale fai questo ragionamento, non ci vuoi tornare non perché non volessi farlo ma perché non puoi, quello che avete fatto, le vostre scelte, le vostre abitudini, il vostro modus operandi rimarrà fermo, immutabile continuerebbe a condizionarvi in negativo. Sei arrivato in una situazione di non ritorno che potrebbe solo che peggiorare. Ma sono sicura che se avessi una palla di vetro o una macchina del tempo.... ohhh tesoro mio ...... la useresti eccome, e faresti tornare tutto come prima, con la tua amata nel tuo piccolo microcosmo, cambiando solo un po’ di tessere del gioco per far sì che si realizzi il tuo sogno d’amore.
Lavinia è esente dai tuoi pensieri, serve si a dare una parvenza di coppia, a dare forma ad un figura, ad un ruolo, ovv. fidanzata, alla quale per te è difficile staccartici dopo tanti anni di relazione, è difficile da accettare il fatto che non si abbia più una fidanzata, ti è difficile pensare dopo tanti anni di non avere una persona accanto, di stare da solo, quindi ti serve una sostituta, una fantoccia che sia adatta a prendere questo ruolo, una bambola di pezza che puoi contorcere a tuo piacimento, come più ti aggrada. Ti piace avere la sicurezza di avere un qualcuno accanto, ma io servo solo per questo, è il mio ruolo circonstanziale, di apparenza morale che ti piace, il mio essere servizievole e permissiva. Quello che ti hanno fatto, e so che hai sofferto tanto, lo stai trasferendo su una persona anche più debole di te ma che non c’entra niente in questo gioco perverso, anzi non dovrebbe c’entrare niente ..... Provi un senso di goduria in tutto ciò, ora ti senti potente, l’uomo desiderato, guarda un po’ piangono più persone per te, quando prima venivo trattato come un tappetino da piedi.... mhhh interessante ..... Ma la cosa più brutta per mio avviso è, per quanto concerne la mia persona, di essere arrivata al punto dell’altra estate, nuovo bivio, persona diversa ma stessa voglia e stesso desiderio di farla finita, di smettere di soffrire e di prendere almeno una volta nella mia vita una decisione seria, decisa..... ma sono una senza palle, questo lo devo ammettere a me stessa.
Spero solo che questo momento si avvicini al più presto perché non ce la faccio più.
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wendymotorcycle21 · 7 years
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Paura
La paura è… un sentimento strano. È frutto di tante cose. Insicurezza, dubbi, ansia, angoscia, creano paura. E io ne ho tanta, di paura. Ho paura perché quando pensi che tutto stia andando nel verso giusto, quando hai allineato tutte le carte per bene, arriva la vita a buttarle tutte per aria e devi ricominciare da capo. Vita, destino, karma, chiamatelo come vi pare… Tanto solo dispetti fa. Per qualche motivo - sono nata sotto una cattiva stella evidentemente - molta gente mi ritiene una persona brillante, matura, riflessiva e un sacco di altre belle cose, ma altrettanto non si può dire del mio corpo. No, non intendo solo per il fattore estetico. Intendo proprio un mucchio di problemi fisici, disparati, uno di qua e uno di là, che mi hanno sempre impedito qualcosa, non invalidanti ma decisamente fastidiosi. Ma va bene, li ho accettati, sono così e tanto mi basta. Fino all'ultima visita. Ho fatto una valanga di esami, ho speso tempo e soldi per capire come mai il mio corpo si stesse comportando in questa maniera. Il responso arriva, ma non è positivo. Mi liquida la dottoressa dopo mezz'ora di visita con una parola che mi rimane impressa. Una biopsia. Che diavolo sarebbe?, penso tra me e me, ma sono troppo orgogliosa per chiedere, così appena salgo in auto vado un po’ su Google a vedere la definizione di biopsia. E la risposta non mi piace per nulla. Wikipedia recita: “La biopsia è un esame medico diagnosticoche consiste nel prelievo da un organismo vivente di una porzione o di un frammento di tessuto per essere analizzato al microscopioo anche con tecniche di microbiologia o biologia molecolare. La biopsia viene eseguita al fine di escludere o confermare un sospetto di malattia (ad es. infiammazione o tumore), cioè di arrivare a una diagnosi istopatologica, sulle basi di osservazioni cliniche, radiologiche o strumentali, e quindi di definirne con precisione le caratteristiche (gravità, estensione, possibili terapie).”
Mi viene un nodo alla gola. Guardo mia figlia seduta sul suo seggiolino grigio, forse un po’ troppo grande per lei, che mi sorride con gli occhi pieni di gioia. Io la guardo, da dietro i miei occhiali da sole, e inizio la manovra per uscire dal parcheggio. Sto piangendo, piano per non far accorgere Lavinia. Ho paura, perché non so cosa succederà, devo attendere ancora dei mesi prima di sapere con certezza se ho qualcosa di serio o se è stata una angoscia inutile. Ho paura, perché sono fragile. Ho paura.
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iannozzigiuseppe · 3 years
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Gianclaudio de Angelini - Gli occhi di Lavinia - Prefazione: Diego Zandel - Oltre Edizioni
Gianclaudio de Angelini – Gli occhi di Lavinia – Prefazione: Diego Zandel – Oltre Edizioni
Gianclaudio de Angelini Gli occhi di Lavinia Oltre Edizioni Gianclaudio de Angelini ha cominciato a pubblicare su Facebook come “post” le sue poesie, in italiano e in istrioto (il dialetto istroveneto parlato soprattutto a Rovigno e Dignano) e i suoi haiku. Ed ogni volta li leggevo ammirato. E questo, nel corso degli anni, versi dopo versi, mi ha fatto prendere sempre più coscienza del valore…
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New York Saint Paul Chapel Cemetery 18.01.21 One year. David si era avvalso della tecnologia per avvisare tutta la famiglia. Non era sicuro del fatto che qualcuno sarebbe comparso, nonostante Gabriel avesse detto di volerci essere per lui. Era una sensazione che non aveva provato tanto facilmente, nonostante il fatto che lui aveva dalla sua l'insegnamento nativo nel considerare l'intero creato come famiglia. Si era recato al cimitero assieme alla sua Alice e aveva osservato la situazione. La tomba di Eleri non era in condizioni ottimali, ma niente che non si potesse risolvere con un po' di forza e qualche detergente naturale che aveva portato con se. La prima persona che lo accolse fu il sacerdote della chiesa che riconobbe immediatamente il suo volto. "Buongiorno, figliolo. Dalla tua espressione potrei quasi dedurre che oggi è una giornata importante." "Lo è per me, per la mia compagna e per la mia famiglia." L'anziano annuì serio. "In genere direi che sono pronto ad ascoltare ma sapendo che non siamo di tradizioni simili mi limito a offrire il mio aiuto." "Mi basterebbe poter aver accesso a un po' di acqua. Vorrei poter ripristinare la tomba di Lavinia Carter-Wood e, ovviamente, ripulire quella di Charles Haller anche se non credo dovrò farci molto." "Venga... lei ha un nome?" Lo sciamano fece un sorriso strano. "Ne ho più di uno se è per questo. Mi chiami David." "D'accordo David, ora le  mostro dove si trova il rubinetto dell'acqua e il resto lo lascio a lei. Se dovesse anche aver bisogno di un confidente o, qualsiasi cosa possa fare, me lo faccia sapere." Si sentiva addosso lo sguardo stupito di Alice e le fece un cenno di intesa. Seguì l'uomo nella direzione indicata. Era nervoso? Sì lo era. Per sua fortuna era una giornata limpida. Forse il Grande Spirito aveva diradato le nuvole per agevolarlo nel suo compito. Vicino al rubinetto notò un secchio d'acqua, lo prese e lo riempì. Gli sarebbe stato utile. Si tolse la giacca per non bagnarsi e compensò la temperatura corporea per non sentire il freddo. In realtà sarebbe potuto essere in mezzo alla neve e non avrebbe sentito nulla ugualmente. Qualche minuto più tardi vide arrivare sua madre. "Sono in ritardo?" "In realtà sei la prima persona della mia famiglia ad essere qui." "Cosa diavolo ci fai senza giacca con questo gelo?" Fece un sorriso sornione e scosse la testa. Poi fece un cenno verso Alice e disse: "Lei è la mia compagna." La madre lo osservò e disse: "In realtà credo che sia qualcosa di più ma non ne parliamo ora, non è il momento giusto. Dimmi come posso darti una mano." Le indicò una tomba. "Lo vedo. Questa povera donna ha il diritto di avere una sepoltura decente, nonostante si sia innamorata dell'uomo sbagliato." "Non credo, mamma. Sì, ok, Charles Haller ha fatto diversi errori ma lui la amava, di questo sono sicuro. Me lo ha detto più volte." replicò cominciando a legare le erbacce che infestavano il terreno vicino alla tomba. Kim fino a quel momento era rimasta in disparte a fissare la tomba di Rylan. Sapeva che era agitata, era come un faro nella notte per uno come lui. E, all'improvviso, sentì altre due presenze e fece un sospiro. "Alla fine il clan Haller è interamente presente." si girò per fissare negli occhi la sua gemella e suo fratello. Avanzò verso di loro senza dire nulla, si pulì le mani dalla terra e posò una mano sulla spalla di ognuno di loro. L'energia dei quattro elementi dentro di loro cominciò a farsi sentire, anche se loro non l'avevano nemmeno evocata. Un anno prima Rylan, Eleri, la sua gemella e lui avevano spezzato la maledizione. Un anno dopo, il loro sangue faceva sentire la propria forza e il proprio equilibrio, anche se qualcuno razionalmente non sarebbe stato di quel parere. Grace sussurrò: "Non c'è bisogno che vi sporchiate le mani. Penserò io a riportare equilibrio là dove manca, parlando con Madre Terra." "Fuoco e acqua sono a mio servizio. Se avrete freddo, fatemelo sapere e trovo il modo di scaldarvi. Gabriel, grazie. So quanto ti costa essere qui e mettere a tacere la tentazione di distruggere tutto." David dovette chiudere gli occhi. Le immagini di ciò che è successo un anno fa si stava mischiando con il presente. Si chiese se anche Grace stava provando quello che provava lui. "Direi che è il caso di rimetterci all'opera." La madre li stava osservando orgogliosa. Kim invece sorrideva dolce verso di lui.
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l-haaveilla · 7 years
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Mi manchi. Mi mancano i tuoi grandi occhioni neri, che mi guardavano persi ogni volta che provavamo a tenerci lo sguardo per più di dieci minuti. Mi manca il nostro primo bacio, con tanto di "ma se ti baciassi ora Lavinia?". Mi mancano le tue splendide mani. Mi manca sentirti parlare di fisica ed elettricità, in speranza di farmi arrivare al sei nell'interrogazione del giorno dopo. Mi manca vedere che mangi con una lentezza assurda la tua pizza stra colma di condimenti e che recuperi tutto quello che ti cade con la forchetta, imprecando e ridendo. Mi mancano le rughette vicino agli occhi che ti si formavano ogni volta che sorridevi. Mi manca il tuo "Lavi fumiamo da seduti che odio camminare e fumare" e poi vedere che socchiudi gli occhi perché pur che io non prenda il sole e il vento, ti metti contro luce e contro vento quindi hai tutto il fumo negli occhi. Mi manca vederti guidare e alzare la musica (RadioMaria) a tremila e fare la finta discoteca. Mi manca camminare per ore con te la sera. Mi manca fare l'amore con te, perché per me è sempre stato fare l'amore il nostro, mentre guardavo la tua parete preferita con le maglie dei tuoi campioni di calcio. Mi manca quello che eravamo. Mi manchi tu
#L
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