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#Islanda
visitheworld · 1 year
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On the roads of Iceland (by Cuma Cevik).
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coffeenuts · 5 months
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ilblogdellestorie · 1 year
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An Iceland street
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estiqatsi · 2 months
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gregor-samsung · 13 days
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“ La ragazzina con i capelli chiari sale sulla collina quasi tutti i giorni e il bisnonno racconta fiero che la figlia maggiore gioca con gli elfi. Dio aiuti quella povera bambina, dicono alcuni, allora lui si arrabbia oppure scoppia a ridere. Una volta la ragazzina torna a casa con un sasso dalla forma strana, sembra proprio un esserino, tutti intorno al tavolo lo studiano, se lo rigirano tra le dita, lei regala il sasso alla sorella più piccola, arriva la primavera e il cielo dissemina uccelli acquatici sulla penisola di Snæfellsnes. Vanno ad Arnarstapi, il bisnonno lo definisce «un giro di compere in città» anche se città è un termine esagerato per questo gruppetto di case sparse. Eppure qualche volta il significato delle parole può cambiare a seconda di come le guardi, il che è un bene, vuol dire che esiste ancora qualche differenza tra le persone, tra i luoghi, vuol dire che c’è ancora un po’ di vita e di movimento nel linguaggio.
Per mio nonno e per la sua sorellina Arnarstapi è una città, una quantità impressionante di edifici. Lui ha quasi sette anni, lei quasi cinque e quell’anno trascorso sulla Snæfellsnes ha avvolto Reykjavík nella nebbia dell’oblio. Quando sei così piccolo i ricordi dell’anno precedente possono confondersi con i sogni. La figlia più grande fa una smorfia quando vede le sparute case di Arnarstapi. Il bisnonno parla con la gente, si informa, si presenta, la bisnonna fa compere poi va a passeggio con i bambini. C’è una casa un po’ distante dalle altre, come se cercasse di sottrarsi da qualcosa; una piccola casa di legno dove abita il capitano dai capelli rossi. Volevo dirti che non c’è bisogno che veniate da noi nelle prossime sei settimane, ci siamo riforniti di tutto il necessario con questo giro. Il capitano dice: ah sì, siete venuti a fare acquisti. È piccola e carina la tua casa, dice la bisnonna, è un po’ in disparte dalle altre. Mi piace stare al margine. Ah, ecco, bene, dice lei; in effetti non c’è altro da aggiungere, e lo saluta. Ma lui guarda i bambini e dice: in casa da me c’è un uccello con un’ala rotta, voglio farlo andare un po’ fuori, dopo. Rimangono da lui per un’ora. A un certo punto la bisnonna e il capitano si ritrovano l’uno accanto all’altra, tanto vicini che le leggi perdono valore, tanto vicini che lei sente l’odore del pesce e del suo corpo caldo. “
Jón Kalman Stefánsson, Crepitio di stelle, traduzione dall'islandese di Silvia Cosimini, Iperborea (collana Gli Iperborei n° 330), Milano, 2021³, pp. 190-191.
 [1ª Edizione originale: Snarkið í stjörnunum, Bjartur, Reykjavík, 2003]
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petiteredthinker · 7 months
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Islanda 🇮🇸
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Photo by saviourmifsud
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lamiaprigione · 2 years
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Last and First Men (2020)
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khrenek · 6 months
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Il faro di Thridarangar, uno dei luoghi più isolati al mondo.
Sorge su uno scoglio roccioso in pieno oceano Atlantico, a pochi chilometri dalla costa delle Isole Vestmann (Westmannaeyjear in lingua islandese), a sud dell'Islanda.
In passato il faro aveva una funzione militare, mentre oggi rappresenta un monumento di valore storico e architettonico.
Il faro oggi è automatizzato e non necessita di alcun guardiano, ma la manutenzione viene fatta con cadenza periodica da operai esperti che arrivano a bordo di un elicottero. Il faro non è visitabile.
Thridarangar (in islandese Þrídrangaviti), che tradotto in lingua islandese significa “tre rocce”, fu costruito tra il 1938 e il 1942 sul più alto dei tre speroni rocciosi che costituiscono questo piccolo gruppo di faraglioni.
Per aprire una via nello sperone, fonti locali raccontano che furono scelti tre scalatori esperti. Gli operai raggiungevano poi la sommità tramite arrampicata e montavano carrucole che gli consentivano di trasportare i materiali a mano.
L’incessante impatto delle gelide onde oceaniche che violentemente si infrangono sulla scogliera, rende difficilissimo il raggiungimento del faro attraverso qualsiasi tipo d’imbarcazione.
Una vera roccaforte, posta a un’altezza di circa 36 metri di altezza, in vetta a uno scoglio ripido e pericoloso, che oggi e raggiungibile esclusivamente in elicottero.
Curiosità. La foto del faro di Thridarangar, scattata dal fotografo Árni Sæberg nel 2009, è diventata virale grazie a Justin Bieber, che l’ha postata sul suo profilo social.
Il faro è stato utilizzato anche come location per il video “Break my baby” della band rock islandese Kaleo. Il loro album è uscito nel 2016.
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lucidelnord · 10 months
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youtube
"The ongoing eruption of the Icelandic Volcano Fagradalsfjall in the Geldingadalir valley was one of the most magnificent sights I have ever witnessed in my life. It is hard to put in words but this once in a lifetime drone footage may give you an idea what it feels like to be there." - Joey Helms
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mostro-rotto · 1 year
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druzya · 1 year
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Passi anni a dire che tu lo squalo fermentato Islandese lo mangeresti senza problemi.
Poi i tuoi amici vanno in Islanda e te ne portano una scatola.
Ora mi tocca mangiarlo.
Mannaggia alla mia linguaccia.
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emanuele-marcuccio · 11 months
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Spazio Emanuele Marcuccio
Ringrazio per lo spazio che mi dedica sul suo WordPress il caro amico Carmelo Insana, inserendo in una pagina una carrellata in immagini e non solo della mia attività letteraria. https://carmeloinsana76org.wordpress.com/spazio-emanuele-marcuccio/
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ilblogdellestorie · 1 year
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Kirkjufell, Iceland
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estiqatsi · 9 months
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Il sentiero segreto per vedere al meglio l’eruzione del nuovo vulcano in Islanda
DAJE
https://youtube.com/shorts/nk9UHEViUTo?feature=share3
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gregor-samsung · 1 year
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Tienilo a mente
 È una sera di gennaio del 2002. Attraverso la finestra sento scorrere l’unico fiume che oggi conosco, il fiume di automobili sulla Vesturlandsvegur. È tardi, e il cielo si distende sopra la mia testa con una moltitudine di stelle. Lo so che vogliono dirmi qualcosa di importante, e non mi riferisco alla bellezza, alla distanza o al tempo, perché le stelle devono indicarmi la strada, mostrarmi il cammino da seguire, devono salvarmi se mi smarrisco. Ecco là l’Orsa Maggiore, e se da lì tiro una riga raggiungo la Stella Polare, è la stella che i miei antenati navigatori hanno seguito per raggiungere l’isola sulla quale mi trovo. E guarda, le Sette Sorelle. Così sai dov’è il nord, dov’è il sud-est. Tienilo a mente, se ti perdi. Ma a cosa serve se dei puntini luminosi in un cielo d’inchiostro ti sanno indicare la strada, loro mostrano il cammino solo alle tue gambe. È un bene avere una bussola in tasca, meglio ancora se la sai usare, ma che cosa te ne fai di una bussola se non ci sono più i punti cardinali?
Jón Kalman Stefánsson, Crepitio di stelle, traduzione dall'islandese di Silvia Cosimini, Iperborea (collana Gli Iperborei n° 330), Milano, 2021³; pp. 58-59.
[1ª Edizione originale: Snarkið í stjörnunum, Bjartur, Reykjavík, 2003]
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photos-on-the-road · 1 year
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Until next summer
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