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#La Regina della Luce della Luna
pristina-nomine · 8 months
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L'aveva vista danzare alla luce della luna in un abito pallido, mentre fingeva che un intero gruppo di danzatori ballasse nel cerchio del raccolto con lei, con le braccia aperte per abbracciare sorelle e amici che esistevano soltanto nella sua immaginazione, e non aveva mai visto qualcosa di così bello o di così triste.
- Megan Whalen Turner, La regina di Attolia (trad. Francesco Vitellini)
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santoschristos · 3 months
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‘Life is born in the midst of death, and light in the midst of darkness’ --Jakob Böhme La Regina della Luce della Luna (The Queen of Moonlight)
Model: Ingrid Nilsenson by Dark Lens
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raoscaos · 6 months
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"La Regina della Luce della Luna"
Paul Orlando
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mucillo · 25 days
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Charles Baudelaire "I benefici della luna"
Mentre dormivi nella tua culla, la Luna, che è il capriccio in persona, guardò dalla finestra e disse: «Questa bambina mi piace».
Discese languidamente la sua scala di nuvole, e passò senza far rumore attraverso i vetri. Poi si stese su di te con la morbida tenerezza di una madre, e depose i suoi colori sulla tua faccia. Così le tue pupille sono rimaste verdi, e le tue guance straordinariamente pallide. Contemplando quella visitatrice i tuoi occhi si sono così bizzarramente ingranditi; e lei ti ha così teneramente serrato la gola che ti è rimasta per sempre la voglia di piangere.
Nell'espansione della sua gioia, la Luna continuava a riempire tutta la stanza di un'atmosfera fosforescente, di un veleno luminoso; e tutta quella viva luce pensava e diceva: «Subirai eternamente l'influsso del mio bacio. Sarai bella a modo mio. Amerai ciò che io amo e ciò che mi ama: l'acqua, le nuvole, il silenzio e la notte; il mare immenso e verde; l'acqua informe e multiforme; il luogo in cui non sei; l'amante che non conosci; i fiori mostruosi; i profumi che fanno delirare; i gatti che si beano sui pianoforti e che gemono come donne, con voce roca e dolce.«E sarai amata dai miei amanti, corteggiata da chi mi fa la corte. Sarai la regina di chi ha gli occhi verdi, di coloro a cui ho stretto la gola con le mie carezze notturne; di coloro che amano il mare, il mare immenso, tumultuoso e verde, l'acqua informe e multiforme, il luogo in cui non sono, la donna che non conoscono, i fiori sinistri che somigliano ai turiboli di una religione ignota, i profumi che turbano la volontà, e gli animali selvaggi e voluttuosi che sono gli emblemi della loro follia».
Ed è per questo, maledetta e cara bambina viziata, che io ora sono ai tuoi piedi, e cerco in tutta la tua persona il riflesso della temibile Divinità, della fatidica madrina, dell'intossicante madrina di tutti i lunatici!
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aki1975 · 4 months
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John Everett Millais - Londra - Tate Gallery - Ophelia - 1852
Le opere di Shakespeare, in un tempo di consolidamento della dinastia Tudor iniziato dopo la guerra delle Due Rose fra i due rami, Lancaster e York, della casa dei Plantageneti con Enrico VII e proseguito con Enrico VIII ed Elisabetta, interprete dello spirito riformista rinascimentale, e di nuove incertezze per l’umanità con la rivoluzione copernicana, sono celebri per i personaggi che affrontano i drammi dell’uomo. E’ con una messinscena teatrale che Amleto disvela l’assassinio del padre: il teatro è ricerca della verità come nel teatro classico e al contempo “Tutto il mondo è un palcoscenico” (Come vi piace). Fra i personaggi principali vi sono:
- il tiranno Riccardo III di York che conquista il potere (“Ormai l'inverno del nostro scontento s'è fatto estate radiosa ai raggi di questo sole di York e tutte le nuvole che incombevano minacciose sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo dell’Oceano”) per essere poi sconfitto a Bosworth Field da Enrico VII Tudor (“Il mio regno per un cavallo”);
- l’intrigante Cassio, l’incerto Bruto che antepone la libertà alle necessità della storia, l’opportunista Antonio (“E tuttavia Bruto è un uomo d’onore”), il fantasma di Cesare (“Mi rivedrai a Filippi”) in una tragedia, il Giulio Cesare, che affrontò il problema del potere in un momento in cui la regina Elisabetta poteva morire senza eredi;
- l’ebreo Shylock;
- sobillata dalla tre streghe, l’ambiziosa coppia, nella conquista del trono di Scozia, rappresentata da Lady Macbeth (“Vieni, densa notte, e ammantati del più perso fumo d’inferno, perché il mio affilato pugnale non veda la ferita che fa, e il cielo non possa affacciarsi di sotto la coltre delle tenebre per gridare “Ferma!”) e dal marito (“La vita non è che un'ombra che cammina; un povero commediante che si pavoneggia e si agita sulla scena del mondo, per la sua ora, e poi non se ne parla più; una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e furore, che non significa nulla");
- il dubbioso Amleto, principe di Danimarca, che non sa se credere al fantasma del padre (“Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante tu ne possa sognare nella tua filosofia”) per vendicarsi dello zio che ha sposato la madre (“Fragilità, il tuo nome è donna) in un dramma poetico (“il mattino dalla sciarpa scarlatta si bagna alla rugiada dell’alta collina ad oriente”) ed esistenziale che prelude al Barocco (“Essere, o non essere, questo è il dilemma: se sia più nobile nella mente soffrire colpi di fionda e dardi d'oltraggiosa fortuna
o prender armi contro un mare d'affanni e, opponendosi, por loro fine?);
- la sfortunata Ofelia, innamorata di Amleto, figlia di Polonio e sorella di Laerte;
- il dispettoso folletto Puck che instilla l’amore (“Se l’ombre nostre offeso v’hanno pensate, per rimediare al danno, che qui vi abbia colto il sonno
durante la visione del racconto e questa vana e sciocca trama non sia nulla più di un sogno Signori, non ci rimproverate, rimedieremo, se ci perdonate. E, come è vero che son sincero, se solo avremo la fortuna di sfuggire ai vostri insulti, a fare ammenda riusciremo. O chiamatemi bugiardo se vi va! Quindi buonanotte a tutti voi regalatemi un applauso, amici miei E Puck a tutti i danni rimedierà”);
- gli innamorati Romeo (“Silenzio! Quale luce irrompe da quella finestra lassù? È l'oriente, e Giulietta è il sole. Sorgi, vivido sole, e uccidi l'invidiosa luna”) e Giulietta (“O Romeo, Romeo! Perché sei tu Romeo? Rinnega tuo padre e rifiuta il tuo nome o, se non vuoi, legati solo in giuramento all'amor mio, ed io non sarò più una Capuleti” e “ Che cos’è un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo”).
- il condottiero moresco, veneziano e geloso Otello che si fa convincere dalle insinuazioni del suo alfiere Iago in merito all’adulterio di Desdemona con Cassio;
- Re Lear che diede il proprio regno a delle figlie ingrate;
- Prospero ne La Tempesta (“Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita”).
Le opere di Shakespeare furono rappresentate al Globe Theatre di Londra e vanno inquadrati nella ripresa del teatro dopo le rappresentazioni sacre e i buffoni di corti medioevali: fino alla chiusura dei teatri da parte dei Puritani nel 1642, si trattò in Inghilterra di un fenomeno di massa.
L’italiano Giovanni Florio, la commedia dell’arte, i drammi dell’Ariosto e del Boiardo, la conoscenza inglese di Venezia sono fra le fonti italiane che entrano nel teatro elisabettiano e, soprattutto negli Anni Perduti (1585 - 1592), in Shakespeare.
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La primavera comincia ufficialmente oggi, lunedì 20 marzo alle 22 e 24 di sera. È il momento dell’equinozio, la primavera astronomica. Equinozio, in latino, significa, letteralmente, notte uguale e indica quel momento (un istante, non un’intera giornata) in cui notte e giorno, cioè periodo di luce e periodo di buio, hanno la stessa durata. Effettivamente il periodo di luce è sempre un po’ più lungo di quello di buio perché il sole è un disco e fra alba e tramonto ruba qualche secondo aggiungendo luce. Per gli antichi Greci l’inizio della primavera era il momento in cui la regina degli inferi Persefone tornava per visitare sua madre Demetra che per la felicità riempiva la terra di frutti e fiori fino all’autunno, quando poi sua figlia andava via. Analogamente per il neopaganesimo era il momento di Ostara: la dea sassone della fertilità, dei nuovi inizi e portatrice di entusiasmo verso gli altri e il mondo. Era simboleggiata da lepri, uova, farfalle, che tuttora rappresentano la Pasqua. In effetti da Ostara (o Eostre o Oestara) sono derivati i termini Easter e Oster che, rispettivamente, significano «Pasqua» in inglese e in tedesco e che ricordano come ancora una volta il Cristianesimo abbia fatto sue usanze pagane: la «rinascita» di Cristo cade infatti la prima domenica dopo l’equinozio, o quella seguente se è di luna piena. Ma la primavera è anche il momento delle nozze tra il Dio Sole e la Dea Terra, il momento dell’unione, della nuova vita. La festa del Nuovo Anno, in Mesopotamia, era l’equinozio primaverile. La data coincide con il segno zodiacale dell’Ariete, simbolo del Dio Marduk. La festività di Sham El Nessim in Egitto ha la stessa data. L’equinozio di marzo segna il primo giorno dell’anno per molti calendari fra cui quello iraniano. Secondo la mitologia Jamshid, il re mitico della Persia, salì al trono in questo giorno e ogni anno quest’evento veniva commemorato con feste per due settimane. È un giorno di festa anche per l’Azarbaijan, l’Afghanistan, l’India, la Turchia, Zanzibar, l’Albania e diversi paesi dell’Asia Centrale. In Giappone è una festa nazionale ufficiale che si trascorre visitando le tombe di famiglia.
Il 20 marzo è anche per inciso la giornata Internazionale della Felicità. Le statistiche dicono che il paese più felice è la Finlandia. E noi? mal che vada possiamo sempre partire...
cit.
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alonewolfr · 2 months
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La Luna, che è il capriccio stesso, guardò dalla finestra mentre tu dormivi nella tua culla e pensò: “Questa bambina mi piace”. E scese morbidamente la sua scala di nuvole, e passò senza rumore attraverso i vetri. Poi si stese su di te con la tenerezza flessuosa di una madre e depose i suoi colori sulla tua faccia. Le tue pupille ne rimasero verdi, e le tue guance straordinariamente pallide. Appunto contemplando quella visitatrice i tuoi occhi s’amplificarono in modo tanto bizzarro; ed ella ti serrò tanto affettuosamente alla gole, che te ne restò per sempre la voglia di piangere. Frattanto, nell’espansione della sua gioia, la Luna empiva tutta la camera come un’atmosfera fosforica, come un veleno luminoso; e tutta quella luce viva pensava e diceva: “Subirai eternamente l’influsso del mio bacio. Sarai bella a modo mio. Amerai ciò che amo io e ciò che mi ama: l’acqua, le nubi, il silenzio e la notte; il mare immenso e verde; l’acqua informe e multiforme; il luogo ove non sarai; l’amante che non conoscerai; i fiori mostruosi; i profumi che fanno delirare; i gatti che rabbrividiscono di voluttà sui pianoforti e che gemono come le donne con una voce roca e dolce”. “E sarai amata dai miei amanti,corteggiata dai miei cortigiani. Sarai la regina degli uomini dagli occhi verdi, ai quali pure serrai la gola nelle mie carezze notturne; di quelli che amano il mare, il mare immenso, tumultuoso e verde, l’acqua informe e mutliforme, il luogo ove non sono, la donna che non conoscono, i fiori sinistri che sembrano gl’incensieri di una religione ignota, i profumi che turbano la volontà, e gli animali selvatici e voluttuosi che sono emblemi della loro follia”. Ed è per questo, o maledetta ma cara bimba viziata, che io sono ora ai tuoi piedi, e cerco in tutta la tua persona il riflesso della formidabile Divinità, della fatidica madrina, della nutrice avvelenatrice di tutti i lunatici.
|| Charles Baudelaire
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salva7orearato · 4 months
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E allora andammo dalla figlia del Minotauro. Eravamo soli, io e la mia sorellina, in marcia da tutto il giorno. Oh che fatica arrivare fin lì ma quale grande meraviglia e quale arcano terrore averla innanzi. Immenso era il suo palazzo ed immensa Lei con la sua mole taurina colma di mitologia. Entrati nella sua ombra gigantesca vi affondammo come due piccoli sassi in un cielo d’acqua gelida. Che paura fratellino, che paura sorellina! Con voce flebile e mugghiante ci disse che da quando viveva sola, a volte poteva accadere che la sua mente partorisse dei mostri con cui si abbandonava a lunghe conversazioni per trascorrere le serate in compagnia e non annoiarsi. Quel palazzo, per quanto magnificente, non era altro che la sua prigione, costruito da uomini malvagi come un labirinto di stanze e corridoi dove un tempo, il padre, in un giorno d'estate sotto un cielo terso e limpido, a tradimento, fu pugnalato. Si alzò e con un cenno ci invitò a seguirla. Al suo passaggio alcune pareti si scioglievano nella nebbia, altre ancora in sospiri. In una delle varie immense sale a cui si accedeva da un lungo viale di cipressi, arrivammo ad un'incantevole fontana di marmo che spillava acqua fino a lambire gli alti soffitti barocchi del palazzo. Ci accorgemmo che alcune porte delle camere erano coperte o quasi nascoste dal fogliame. Trascinando a terra la sua regale veste di seta rossa e le sue malinconie animali si avvicinò ad una delle infinite facciate che guardavano al mare. Meravigliatevi disse, la luna ha sbranato tutti i colori eppure è solo una goccia di luce sulle labbra della notte. Il bambino e la bambina pensarono che la regina dovesse sentirsi molto triste in sere limpide come questa perché, per un periodo di tempo incalcolabile, tacque e rimase immobile a guardare l'orizzonte. Poi si voltò verso di noi e riprese a dire: per una regina come me l'eternità è una solitudine infinitamente grande. Eternamente buia, eternamente vuota. Mi capita a volte di sognare il volto di colui che un giorno verrà ad ubriacarsi d'amore nel mio sangue. Pronunciate queste parole, con uno scatto improvviso e bestiale balzò sui due bambini e li divorò entrambi. In fondo era pur sempre la figlia del Minotauro.
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heavenly-garden · 3 years
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La Regina della Luce della Luna by Lente Scura
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sinligh · 2 years
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Scarred by the light of the stars.
I shed layer after layer On my way to bed.
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Fell down a mere supplicant
Suffocating with words,
“Anguish to the point of nausea, yet it's beyond me to say what I want. Perhaps I shouldn't think.”
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Couldn't breathe, Like a person suffering Of pleural effusion
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My Lungs were wrapped In a tight embrace Of liquid emotions.
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compressed by the Cultivation of my heart. To grow branches
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up and away To the endless stars Until it feels like
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And so the branches Get to sway to the one lullaby that is healing my scars.
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•••
• Pleural effusion: is the build-up of excess fluid in the layers of the pleura around the lungs.
•Quotes: Haruki Murakami/Fyodor Dostoevsky/Euripides
original context: Sinligh
•Paintings:
1. Agony, by Miles Johnston. 2. Painting by Serge Marshennikov. 3. Bleaq by Monster. 4. Painting by Nicola Samori. 5. Painting by Nicola Samori. 6. Botanica No.23, by Gail Potocki. 7. La Regina della Luce della Luna by Lente Scura. 8. The Drowned, 1867, by Josef Manés.
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sakrogoat · 4 years
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Lente Scura - La Regina della Luce della Luna
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donaruz · 2 years
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SOLSTIZIO D'INVERNO - YULE
🌞🌎🌠🕯🔥♑️🌄🌈🎄🌟
♑️ L'anno volge al termine, le notti si allungano e cresce l'oscurità... fino al giorno del Solstizio invernale, che quest'anno ha luogo il 21 dicembre alle 16:59, quando il Sole fa il suo ingresso nel segno Cardinale del Capricorno, mentre la Luna ha appena superato la sua fase di pienezza.
✨ Mentre il Sole tramonta nella notte più lunga di tutto l'anno, il respiro della natura è sospeso, e il tempo stesso sembra arrestarsi, nell'attesa di una trasformazione...
☯️ Ma nell'apice della fase oscura avviene un'inversione: il mattino del giorno seguente sorge un nuovo Sole bambino, che giorno dopo giorno crescerà insieme alla sua luce e al suo calore, fino a raggiungere il massimo del suo splendore nel giorno del Solstizio d'Estate, sei mesi dopo.
♨️ Come tutti i momenti di passaggio, YULE è un importante portale energetico di trasformazione, ed un periodo carico di valenze simboliche e magiche, dominato da miti e simboli provenienti da un passato lontanissimo.
🧙‍♂️ Sin dai tempi antichi, dalla Siberia alle Isole Britanniche, passando per l'Europa Centrale e il Mediterraneo, era tutto un fiorire di riti e cosmogonie che celebravano le nozze fatali della notte più lunga col giorno più breve.
Il Natale stesso, che celebra la nascita di Gesù, fu fissato da papa Giulio I (337-352) secondo la tradizione nel giorno del 25 dicembre, in alternativa all'antica festa pagana con cui si celebrava la rinascita del dio Sole.
🔥 Le genti di un tempo, che si consideravano parte del grande cerchio della vita, ritenevano che ogni loro azione, anche la più piccola, potesse influenzare i grandi cicli del cosmo.
Così in questi giorni essi usavano celebrare riti per assicurare la rigenerazione del Sole, ed accendere falò per sostenerne la forza e per incoraggiarne la rinascita, e la ripresa della sua marcia trionfale.
Presso i Celti ad esempio era in uso un rito in cui le donne attendevano, immerse nell’oscurità, l’arrivo degli uomini che portavano in mano una candela, simbolo di luce. Con queste candele veniva acceso il fuoco di ogni focolare e poi si festeggiava tutti insieme la rinascita del dio Sole, con canti e danze.
🌱 La pianta sacra del Solstizio d'Inverno è il VISCHIO, simbolo di vita in quanto le sue bacche bianche e traslucide somigliano allo sperma maschile.
Il vischio, sacro ai druidi, era considerata una pianta discesa dal cielo, figlia del fulmine, e quindi emanazione divina.
Ancora oggi baciarsi sotto il vischio è un gesto propiziatorio di fortuna e la prima persona ad entrare in casa dopo Yule o Farlas, deve portare con se' un ramo di vischio.
Queste antiche usanze solstiziali sono state trasferite all' 1° gennaio, il Capodanno dell'attuale calendario civile.
L'ALBERO SOLSTIZIALE O ALBERO DI NATALE
🎄🎄🎄🎄🎄🎄🎄🎄🎄
Sono origini molto antiche, quelle che collocano il famoso abete nelle feste del Solstizio d’inverno, ovvero il Natale.
I popoli germanici lo usavano nei loro riti pagani, per festeggiare il passaggio dall’autunno all’inverno. Fu scelto l’abete perché è un albero sempre verde, che porta speranza nell’animo degli uomini, visto che non muore mai, neppure nel periodo più freddo e difficile dell’anno.
Era un simbolo di fertilità ed abbondanza, associato alle divinità maschili di forza e vitalità.
Ecco che addobbarlo prendeva quindi i connotati di un piccolo rito casalingo, che portava fortuna ed abbondanza alla famiglia.
Addobbare l’albero di Natale con le luci, accendendolo di mille riflessi, ricorda il rituale del grande falò dell’abete, che spesso si prolungava fino all’attuale festa della Befana.
La tradizione dell’albero prese piede in Italia nel 1800, quando la regina Margherita, moglie di Umberto I, ne fece allestire uno in un salone del Quirinale, dove la famiglia reale abitava. La novità piacque moltissimo e l’usanza si diffuse tra le famiglie italiane in breve tempo.
Molte leggende cristiane sono poi nate nel tempo attorno all’albero di Natale, come quella americana che racconta di un bambino che si era perso in un bosco alla vigilia di Natale e si addormentò sotto un abete. Per proteggerlo dal freddo, l’abete si piegò fino a racchiudere il bambino tra i suoi rami. La mattina i compaesani trovarono il bambino che dormiva tranquillo sotto l’abete, tutto ricoperto da cristalli che luccicavano alla luce del sole.
In ricordo di quell’episodio, tutti cominciarono a decorare l’albero di Natale.
BUON SOLSTIZIO a tutt* dal Cerchio della Luna!!!
✨🎄🕯️🙏☀️🙏🕯️🎄✨
www.ilcerchiodellaluna.it
#ilcerchiodellalunaofficial
👉🏻 approfondimenti alla pagina https://www.ilcerchiodellaluna.it/central_Ruo_Yule02.htm
#solstizioinvernale #portaleditrasformazione #yule #farlas #ruotadellanno #wheeloftheyear #cambiodistagione #rinascitadelsole #trasformazione #festadelfuoco #antichiriti #vischio #alberosolstiziale #alberodinatale
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schizografia · 3 years
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Fra le stanze che oscuravano la mia viltà ve n'era una che rimbombava: era la notte. Io mi fingevo pazza e correvo a solleveare i pazzi dal suolo, come fiori spetalati. Non era luce che si dibatteva tra i cristalli, era la mia volontà di sopravvivere! e tu gagliardo incoraggiavi con una lesta manciata di monete incastrate nel mio desiderio di te che ombreggiavi nell'infinito. Io ero la tua stupidella che rimava a quattr'occhi nella sua cella di granito solidale agli affreschi ed affetti degli solitari. Ma tu perdonavi e rincorrevi l'anniversario della Luna che fra di molti biascicamenti sollevava il sole dal suo candelabro. Tu non eri la mia chiesa eri il mio demonio e la notte regina durava da eterno e mi rimaneva in gola il sapore della tua forzata risata che s'oscurava al levarsi del levante in una polveriera. Tramite il riso in gola s'oscurava la mia gioventù. Tu la risollevavi, silenziosa – nella sua castella delle abitudini. Dormire forzare il demonio ad accaparrarsi i brandelli della mia pietà, – dormire in una stanza ricoperta di tela e di arabeschi potenti come lo zigomo della tua faccia.
Amelia Rosselli
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vefa321 · 3 years
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Un suono che sembra lontano.
Lontano nel silenzio della notte che mormora,
"Ancora un po', qualche attimo ancora..."
Il sogno che svanisce in un ricordo smemorato, il corpo che rinsavisce in un senso smisurato, lo sguardo censurato dal buio che sparisce, la luce chiusa sotto le palpebre cerca ancora Morfeo come un faro la marea, una nave la spiaggia, il mare aperto l'orizzonte.
L'alba che rapisce come una ladra o una regina, qual dire sì voglia definirla, detta legge, regna sovrana, dittatrice di tempi nuovi, tempi migliori da sperare.
Eppure il rumore diverso, antico e modernità di un recente passato strappa al silenzio un sussulto...
Un vecchio telefono che suona, si perde nella memoria di un sogno mai fatto, di un tempo mai speso, di un'ora ancora troppo piccola per contare i raggi di sole, solo così giovane come uno spicchio di luna crescente.
Il mondo si ricorda, onirico momento di un tempo atteso come uno scatto alla risposta, come l'alba che spodesta la notte e zittisce le stelle mentre risuonano le prime gesta, gli ultimi sbadigli.
Eccoci. La domenica ci chiama.
Pronto... Caffè e via verso il giorno.
@vefa321
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