Oggi il mio giorno libero l'ho impiegato andando a vedere un pò di bellezza in questa terra che mi accoglie da qualche mese, ma quella bellezza che ti tocca l'anima. Abbiamo visitato Nuoro e gran parte delle tradizioni Sarde, e sotto mia richiesta siamo andati a visitare la casa di Grazia Deledda, una delle più grandi scrittrici Italiane alla quale è stato conferito il Premio Nobel per la Letteratura. Inutile dire che mi sono completamente immersa nella sua vita, e fortunatamente in passato avevo anche letto un suo libro che alla fine vi consiglierò. Nei suoi scritti narrava della passione della gente sarda e della loro caparbietàa ma anche delle fragilità dovute al loro forte disattamento per le epoche che cambiavano. Il popolo sardo è ancorato fortemente al passato. Mi ha molto colpita la sua dimora, odora ancora oggi di cuore, cuore in ogni più minuscolo dettaglio.
(Il suo discorso in occasione della consegna del Premio Nobel)
"Ho avuto tutte le cose che una donna può chiedere al suo destino, ma grande sopra ogni fortuna la fede nella vita e in Dio. Ho vissuto coi venti, coi boschi, colle montagne. Ho guardato per giorni, mesi ed anni il lento svolgersi delle nuvole sul cielo sardo. Ho mille e mille volte poggiato la testa ai tronchi degli alberi, alle pietre, alle rocce per ascoltare la voce delle foglie, ciò che dicevano gli uccelli, ciò che raccontava l’acqua corrente. Ho visto l’alba e il tramonto, il sorgere della luna nell’immensa solitudine delle montagne, ho ascoltato i canti, le musiche tradizionali e le fiabe e i discorsi del popolo. E così si è formata la mia arte, come una canzone, o un motivo che sgorga spontaneo dalle labbra di un poeta primitivo."
Il libro che vi consiglio 👇e su google trovate anche la stesura completa.
Niki de Saint Phalle, Il Giardino dei Tarocchi (Tarot Garden), Pescia Fiorentina | Capalbio, Itlay, 1979-1988
VS
Patrick Tuttofuoco, Pininfarina Architecture and Maddalena d’Alfonso, MAN, Nuoro, Italy, 2023
“ C’era un brutto clima. Da mesi i complottisti e gli ambientalisti, che spesso sono la stessa cosa, insistevano a dire che la causa di tutti quei tumori erano le armi che si sparavano al Poligono ed eravamo nervosi, militari e cittadinanza. Qualcuno in paese aveva dato retta alle voci sull’utilizzo dell’uranio impoverito e un magistrato aveva aperto un’inchiesta, facendo tirar su dalla terra salme vecchie addirittura di dieci anni. Colpa delle denunce dei veterinari della ASL, che erano venuti per fare le analisi agli animali e invece che sulla salute delle pecore avevano raccolto informazioni su quella dei pastori. Sono venuti anche a casa nostra a parlare con mio marito devastato dalla chemio, chiedendogli di tutto senza rispetto, dove pascolava, e quanto vicino era al Poligono, e dove macellava e un sacco di altre domande che con le pecore non c’entravano niente. Quando lo dissi al Colonnello lui stette al telefono per più di un’ora con qualcuno a Roma e quello è stato l’unico caso in cui gli ho sentito alzare la voce. Quando ha chiuso la telefonata mi ha detto: «Vede signora cosa succede quando uno vuole fare il dottore e non passa l’esame di ammissione a medicina? Finisce a fare il veterinario, visitando le persone come se fossero animali e gli animali come se fossero persone. Ciascuno dovrebbe fare solo il servizio di cui è incaricato». Lo capivo benissimo. In un posto dove si lavora già con fatica, dove i militari dicono che non c’è niente, il ministro della Difesa dice che è tutto regolare e la gente che ci vive non ha nulla di cui lamentarsi, perché la parola di un veterinario deve valere di più? Parlavano di uranio impoverito, ma eravamo noi a essere stati impoveriti per anni, prima che aprissero la base militare e dessero lavoro a mezza comunità. Lo capisce anche un bambino che se ti metti ad aprire le tombe dicendo che si muore per colpa del Poligono metti a rischio l’economia di una provincia. “
Michela Murgia, Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi, Mondadori, maggio 2023¹; pp. 76-77.
La seminagione era terminata, ma Anania andava spesso in campagna per osservare se il grano spuntava, e per estirpare le male erbe dal seminato: nelle ore di riposo, invece di coricarsi, egli diroccava il nuraghe, con la scusa di costruire un muro con le pietre divelte dal monumento, ma in realtà per cercare il tesoro.
"Se non qui altrove, ma lo troverò!", diceva ad Olì. "Ebbene, a Maras un servo come me trovò un fascio di verghe d'oro. Egli non si avvide che erano d'oro e le consegnò ad un fabbro. Stupido! Ma io mi accorgerò bene... Nei nuraghes", raccontava poi, "abitavano i giganti che usavano le masserizie d'oro. Persino i chiodi delle loro scarpe erano d'oro. Oh, si trovano sempre dei tesori, cercandoli bene! A Roma, quando io ero soldato, vidi un luogo dove si conservano ancora le monete d'oro e gli oggetti nascosti dagli antichi giganti. Anche ora, del resto, nelle altre parti del mondo, vivono ancora i giganti, e sono così ricchi che usano gli aratri e le falci d'argento."
Egli parlava sul serio, con gli occhi splendenti di sogni aurei; se però gli avessero chiesto che avrebbe fatto dei tesori che sperava ritrovare, forse non avrebbe saputo dirlo. Per allora progettava soltanto la fuga con Olì: all'avvenire non pensava che in modo fantastico.
Verso Pasqua la fanciulla ebbe occasione di recarsi a Nuoro, e domandate notizie della moglie di Anania seppe che costei era una donna anziana, ma niente affatto benestante.
"Ebbene", egli disse, appena Olì gli rinfacciò la sua menzogna, "sì, ella adesso è povera, ma quando la sposai era ricca. Dopo le nozze io andai al servizio militare, mi ammalai, spesi molto; anche mia moglie si ammalò. Oh, tu non sai cosa vuol dire una lunga malattia! Poi prestammo dei denari e non ce li restituirono. Poi credo un'altra cosa; che mia moglie tenga i denari nascosti. Ecco, ti giuro che è così."
Egli parlava seriamente, ed Olì credeva. Credeva perché aveva bisogno di credere e perché Anania l'aveva abituata a ritener vere le cose più inverosimili, suggestionato egli stesso dalle sue fantasie. Così, verso i primi di giugno, zappando in un orto del padrone, egli trovò un grosso anello di metallo rossiccio e lo credette d'oro.
"Qui ci deve essere certamente un tesoro", pensò, e subito andò a raccontare le sue nuove speranze ad Olì.
La primavera regnava nella campagna selvaggia; il fiume azzurrognolo rifletteva i fiori del sambuco, i narcisi esalavano voluttuose fragranze; nelle notti rischiarate dalla luna o dalla via lattea, tiepide e silenti, pareva che nell'aria ondeggiasse un filtro inebbriante.
Olì vagava qua e là, con gli occhi velati di passione; nei lunghi crepuscoli luminosi e nei meriggi abbaglianti, quando le montagne lontane si confondevano col cielo, ella seguiva con uno sguardo triste i fratellini seminudi, neri come idoletti di bronzo, e mentre essi animavano il paesaggio con le loro grida di uccelli selvatici, ella pensava al giorno in cui avrebbe dovuto abbandonarli per partire con Anania.
Ella aveva veduto l'anello ritrovato dal giovine, e sperava e aspettava, col sangue arso dai veleni della primavera.
Grazia Deledda, Cenere.
[ Prima edizione a puntate nell’anno 1903 sulla rivista culturale Nuova Antologia; l’anno seguente in volume per lo stesso periodico ]
Il boss foggiano Marco Raduano è evaso dal carcere Badu ‘e Carros di Nuoro calandosi con le lenzuola dal muro di cinta. #bossevasodalcarcere #nuoro #baduecarros #marcoraduano #calarsiconlenzuoladamurodicinta #massimasicurezza #fabriziosbardella
Nuoro (Sardinia). Grazia Deledda. Birth house and Church of solitude. Among the symbols of Nuoro there is certainly the figure of Grazia Deledda, writer, Nobel laureate, translated all over the world, as much as undervalued in Italy, but not by the Sardinians. Her style, perhaps also due to certain sociological and moral similarities, is very reminiscent of Dostoevsky's writing, which she read and loved. At Nuoro we visited her birthplace, in the street that bears her name, which houses the museum and the Deleddiano archive. Also linked to the writer is the church of the Madonna della solitudine - XVII century (sa Solidae) -, where she rests, at the foot of Mount Ortobene, station of the Deleddiano path that leads to the Redentore and which I had the experience of walk along as a child. Images: a) Grazia Deledda's birthplace; b) church of solitude; c) d) portal of Sa Solidae. #style #experience #lead #images #path #walk #portal #dostoevsky #nuoro #sardinia #graziadeledda #birthplace #solitude #symbol #figure #writer #nobel #sociology #travel #traveling #visiting #instatravel #travelling #tourism #instatraveling #travelgram #travelingram #massimopistis #sovVERSIvi #estremisti @monumentiaperti @gruppointerventogiuridico @sarduspater Information for the purchase of my new book "Estremisti!": The book at a cost of 12.00 euros (120 pages), can be ordered in the bookstore (ISBN 978-88-591-5719-9 - Editore Aletti) or requested to the e-mail [email protected] with additional postage (currently 1.28 euros - fold of books). https://www.instagram.com/p/CkveCrbNynX/?igshid=NGJjMDIxMWI=
Stamattina saluto al sole svegli da prestissimo e Il programma di una vita in vacanza Continua nuovo giro nuova corsa oggi ci troviamo a nuoro più tardi i nuovi aggiornamenti importanti è il programma salvezza Italia prosegue il suo corso. Una vita in vacanza è quello che voglio per la mia famiglia #famiglia #amore #moglie #passione #viaggio #vita #conquista #coraggio #libertà #nuoro #festa #arte #amare #amo #speranza #salvezza #semplicità #spettacolo #nuorocity (presso Pinnettu sardo) https://www.instagram.com/p/Cj4pL1MNcBH/?igshid=NGJjMDIxMWI=