Tumgik
#Odd stuff
weirdlynostalgic · 1 year
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A howling screech echoed...
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Compelled to follow it... You did.
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The light was lost...
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They found you...
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You didn't find them...
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atsumuseum · 2 years
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—liminal spaces—
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g0blin-interrupted · 9 months
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I mades an art.
Materials: this foot I found amongst the insulation in my attic a few months ago, wire.
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beingharsh · 11 months
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i kid you not i literally dreamt of a succession high school au, what the hell, [well kinda]
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tonyburgessblog · 1 year
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Message and data rates may apply.
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Meet Schoomkie (a sock monkey maybe?) a new addition to me my weird doll/stuffed animal collection. I am absolutely in love with it. Lmk if you all want to see more of my weird knick knacks, I've been acquiring them for some time now.
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wolfshadowhill · 2 years
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Where’s everyone Gone
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return-to-chaos · 2 years
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" untitled 3 "
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bonsaikingkong · 2 months
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treetreader · 10 months
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anyone else get the sudden urge to go take a shower even though you dont need one at that moment
bc i dislike the feeling and it feels wasteful to shower without need but my head is just
NO NEED SHOWER NOW NEED BE CLEAN!!
....even though its like 3pm
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weirdlynostalgic · 2 years
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Is This Familiar?
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Photos were taken by {weirdlynostalgic}
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atsumuseum · 2 years
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father's birth is in 2 minutes
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sm0y · 3 months
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malowisp · 20 days
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Do you ever just ?
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Medianita`/2
"Sono proprio io, Giacomo," si presenta agli astanti. Un'anima di alta evoluzione lo ha condotto fino a loro. Si dichiara contento di questo contatto con la Terra e disponibile a condividere la sua esperienza.
Si trova da molto tempo terreno lì (non sa esattamente da quanto) dove non sono spazio né tempo. È consapevole di aver fatto la storia della letteratura tramite i suoi scritti; è felice che ancora vengano studiati, anche dai giovani, come uno dei presenti, uno studente di lettere. Ricorda vividamente la sua ultima incarnazione proprio perché spesso viene ricordata sulla Terra. Ringrazia lo studente e si congratula con lui perché ricerca, studia e apprezza la sua opera. Questo indica un'estrema, direi quasi eccessiva, gentilezza e modestia di Leopardi (gli dirò di evitarle).
Leopardi dice molte cose in questa seduta; mi limiterò a riferire quelle che, irriflessivamente, mi colpiscono di più, e non quelle che, immagino, potrebbero avere importanza per gli altri.
Proprio come disse anche a me, dice che la nostra mente produce universi tramite l'immaginazione, e tali universi non sono sogni, ma sono reali. Ricordo quando, per placare un mio dissidio interiore circa il dato reale e l'immaginazione, disse che esiste una collaborazione tra essi nella creazione della realtà. Ora, io non so esprimerlo bene a parole, perché lui con me comunicava sempre con le immagini (talvolta anche con pacchetti di stringhe informative), molto più incisive e persuadenti delle parole.
Egli viveva tante realtà, di cui quella fisica, all'interno della materia, era la più triste e rifiutata da quell'altra parte di sé stesso memore di appartenere, per così dire, al Cielo (perdonatemi la faciloneria di questo termine). Lui mi mostrò che sentiva attorno a sé delle leggere brezze di voci, di ricordi, che lo chiamavano alla realtà cui apparteneva. E queste brezze erano tanto più distintamente percepite durante l'infanzia e la prima adolescenza, nei prati di erbe alte, profumate dal sole, e in una piccola radura all'ombra tra esse, in cui seduto con le ginocchia al petto, osservava tipi di vegetazione e insetti fino a quando era come se non li vedesse più a causa della percezione di ciò che era dentro e al di là di essi (così vidi). Poi cercò di non ascoltare più questi richiami, perché voleva fieramente costruirsi una propria identità attraverso lo svolgimento logico-razionale del pensiero.
Si percepisce che lo spirito di Leopardi vorrebbe parlare di altro, ma vede, nell'animo dello studente di lettere, un insistito interesse per la sua esperienza terrena, e se ne sente come calamitato, quasi costretto a parlarne; si rassegna mitemente a farlo, consapevole che "deve essere così". Badate bene: diffido qualunque medium dal mettere ancora a disagio lo spirito del mio amico.
Dice che non riuscì neanche a vivere un amore, dando così credito alla versione del Ranieri che afferma: "Egli portò intatto il fiore della verginità nella tomba". Ed anche se avesse avuto rapporti mercenari, come qualcuno sostiene, si potrebbero forse chiamare "amori"? Non vi dico quel che mi disse lui stesso su questo punto, perché fa parte dei suoi messaggi strettamente privati. D'altronde, allo stato attuale della mia conoscenza di lui, questo non è un argomento che particolarmente mi appassiona.
La seduta medianica prosegue con Leopardi che parla della propria autopercezione e della propria realtà interiore. Quel che trovo disarmante è come ad un certo punto parli con vero distacco di ciò che ricorda di avere più amato: la poesia. Sembra davvero che stia parlando non il personaggio che noi abbiamo associato a lui in base alla sua ultima incarnazione, ma la persona che è la summa di tutte le proprie incarnazioni e che le trascende. Da ciò il suo tono particolarmente pacato, rasserenante e, direi, anche seducente.
La seduta prosegue con un'imbarazzante, ideologicamente confusa domanda dello studente circa la felicità, le illusioni, l'amore, la verità, la speranza. Leopardi risponde che esistono verità che permeano l'Universo e che sono quelle in cui vive l'anima; il suo corpo in cui si sentiva costretto gli è servito per fare più spazio all'anima. Quindi, sebbene non sia riuscito a vivere una vita di quelle comunemente considerate felici e normali, adesso ciò gli appare come un bene perché l'ha indirizzato verso l'espressione della propria anima, con cui ha toccato profondamente molte persone. Parla di sé come dì un essere sdoppiato, e persino moltiplicato, in più realtà.
Lo studente gli chiede ora se la felicità può esistere nella vita fisica. Leopardi dice che la passeggiata terrena può essere particolarmente dura per chi ha un'elevata spiritualità. Se però se ne è consapevoli, si può cercare di vivere bene anche nella materialità. La compenetrazione nella materia è importante nel percorso conoscitivo individuale, e l'essere saggio può viverla bene, non rifiutandola, ma vivendola come una tappa del percorso evolutivo dell'anima. Dice che l'esperienza nella parte densa dell'energia è indispensabile per comprendere la Creazione. Adesso si rivolge più confidenzialmente allo studente, dicendo di vedere nel profondo della sua anima. Qui riportero` tutte le manifestazioni di empatia e gentilezza di Leopardi nei suoi confronti. Dice che vede la sua esperienza terrena, caratterizzata da un andamento bipolare fondato su un temperamento meditativo. Lo ringrazia nuovamente per averlo chiamato, si dice contento e fiero di lui, gli preannuncia che affronterà senza fatica un componimento e che ne riporterà una buona valutazione; questo sarà il suo ringraziamento per averlo chiamato ed avergli consentito di parlare ancora, dopo tanti anni, agli esseri sulla Terra.
Tralascio informazioni che altri potrebbero giudicare importanti, ma che mi lasciano quasi indifferente, per passare direttamente ad un altro punto che suscita in me una reazione emotiva.
Leopardi ammette di non aver capito in che modo doveva vivere, ma che ciò faceva parte del progetto di vita che si era scelto prima d'incarnarsi, e quindi accetta questo suo modo "sbagliato" di aver vissuto, questa sua parziale mancanza di comprensione. È come se dicesse: l'importante è che io abbia vissuto la vita scelta, sebbene non appare come una vita vissuta al meglio. Egli accetta il suo limite, intrinseco alla vita che si è scelto, la sua mancanza di saggezza.
Poi smentisce di essere stato un essere infelice e pessimista. Dice di esserlo stato per i parametri terreni, ma non in senso assoluto. Dice che le regole umane spesso portano fuori strada i percorsi scelti a monte dagli individui. Nell'ambito del percorso di vita che si era scelto, quando non considerava le regole e i parametri umani e si estraneava da essi, quando viveva solo nella sua anima, egli era felice. Dice che tutti gli spiriti sono individuali ed eterni. Dice di non riuscire a penetrare la realtà di Dio, ma solo ad intuirla, e di non conoscere tutto (una cosa che disse anche a me).
A seguito di una domanda, dice che si può vivere il proprio segmento temporale serenamente, componendo il dissidio anima/corpo, ma che solo i molto saggi riescono a farlo (lui non lo è stato).
Segue, su richiesta dello studente, un'esplicitazione del suo rapporto con la natura, che trovo di nessuna significanza. Probabilmente la produce solo per compiacere lo studente, per aiutarlo scolasticamente (ciò mi suscita molto fastidio).
Prima di concludere, riporto un'altra affermazione di Leopardi, ovvero che l'essere umano sulla Terra, per quanto si appelli alle filosofie e alle scienze occulte (non menziona la religione), non può possedere la verità, che anche lui sulla Terra ha sempre cercato; ma quella che aveva scelto di considerare tale, era una falsa verità, apportata dalla materia, e questo dubbio su quale fosse la verità falsa e quella autentica non lo lasciò finché non si trovò di là, senza il corpo fisico.
Nel congedarsi, non di sua volontà ma perché lo studente dice di aver finito le domande, egli è, ancora e sempre, fin troppo gentile. Grato per essere stato chiamato, sembra quasi non voglia andarsene. Dice che sarà contento di rispondere ad altre chiamate. Si congratula con lo studente, gli fa gli auguri, lo abbraccia. Io mi sento di dirgli: se vuoi parlare con qualcuno sulla Terra, scegli bene con chi farlo, ovvero scegli me. Non sarò una medium, ma parlare con me ti apporterà grossi meriti spirituali, per la gioia che mi darai. Se in questo scritto ho detto che lui mi ha parlato, vorrei specificare che lo ha fatto solo nella mia immaginazione. Non avrebbe potuto farlo altrimenti, giacché io non credo nella comunicazione con gli spiriti e ritengo sia di cattivo gusto e di nessun valore umanistico e culturale cercare Leopardi altrove se non negli scritti che ci ha lasciato.
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