Tumgik
#Solidi platonici
i-am-a-polpetta · 1 year
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se i lettori-parallelepipedi continuano ad apparire, può darsi che sei nella lista di utenti suggeriti alla gente che si iscrive per la prima volta a [tumblr] ! sennò boh, apocalisse dei robottini platonici
ora sono comparsi anche delle piramidi.
prima i boot porno adesso la Revenge dei solidi, è un' apocalisse
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lamilanomagazine · 10 months
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Siracusa, Ortigia: “Feste Archimedee”, verso la decima edizione
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Siracusa, Ortigia: “Feste Archimedee”, verso la decima edizione. Ha inizio la decima edizione di Feste Archimedee, da Giovedì 29 Giugno presso Ponte Umbertino, Largo XXV Luglio, Corso Matteotti, Piazza Archimede alle ore 18.30 - Aria di Festa. Esibizioni itineranti del 29 giugno: Area Ribellino (Statua di Archimede) - Ponte Umbertino - Largo XXV Luglio - Corso Matteotti - Piazza Archimede. Esibizioni: ASD Libertas Athena Siracusa, ASD Majorettes e Twirling Floridia. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare. Palazzo Montalto, ore 19.30 presso Laboratorio Miti di Sicilia, a cura di Inokis Esi e Giacomo Lo Verso Via dei Mergulensi.  Ore 19.00 - Laboratori didattici per bambini, Laboratorio d’arte per bambini, a cura di Matteo Todeschini ed Eric Silverio. Piazza Archimede, ore 19.00 - ArchiLab Liceo O.M. Corbino di Siracusa - Laboratorio STEAM “ Strumenti storici ed esperienze laboratoriali”, a cura della Prof.ssa Donatella Colamasi con le classi 1B e 2B. - Solidi platonici e archimedei, realizza il tuo! a cura della Prof.ssa Stefania Montalto con classe 1D e 2D. - Laboratorio di filosofia “Tra Mytos e Logos”, a cura della Prof.ssa Chiara Morana con alunni di diverse classi. - Laboratorio di poesia creativa, a cura della Prof.ssa Maria Lucia Riccioli con la classe 4 B. - Hackathon #DiCultHer2023 di #HackCultura2023 premio speciale, a cura della prof.ssa Sara Brunno con la classe 3B. Liceo Einaudi Laboratorio “Einaudi e la Scienza 4.0", a cura dei docenti Salvo La Delfa, Concita Pitruzzello, Antonella Figliomeni, Gisella Buccheri, Marilena Sinatra e Francesca Cappuccio e dei tecnici Pamela Costanzo e Ottavio Pipitone. "Tecnoparco Archimede. “Dal III secolo a.c. al III millennio - Sperimentando Archimede”, Palazzo della Provincia - Via Roma. Ore 20.30 - Feste Archimedee - Sezione Europa, Musical "REVOLTING CHILDREN”, a cura del laboratorio Culturale MANDRAGORA di Puerto De La Cruz - Tenerife (Canarie), diretto da Ariadna Simò e Melodie Pèrez. Ore 19.00 - Mostra fotografica: ONDE, a cura di Angelo Bongiovanni. Ore 19.00 - Mostra d’Arte: ACQUARIO, a cura di Matteo Tedeschini Ore 19.00 - Mostra-racconto: Dieci anni di Feste Archimedee Piazza Minerva. Dalle ore 19.00 - Un mondo di scacchi, a cura di Alessandra Servito - Istituto Comprensivo “G. Lombardo Radice” di Siracusa con la partecipazione dei Circoli Scacchistici “Paolo Boi” di Siracusa, “Centro Etna Scacchi” di Catania e degli Istituti Comprensivi “G. Verga” di Canicattini Bagni e XIII I.C. “Archimede” di Siracusa. Venerdì 30 Giugno: Palazzo Montalto Ore 19.00 - ImmaginArt. Cinema per la Scuola, a cura dell’I. C. “Lombardo Radice” di Siracusa Via dei Mergulensi. Dalle ore 19.00 - Laboratori didattici per bambini, Laboratorio d’arte per bambini, a cura di Matteo Todeschini ed Eric Silverio, “Fingerprint: Usiamo le dita per colorare. Laboratorio di digito-pittura con un pizzico di Inglese”. Piazza Archimede Ore 19.00 - ArchiLab, Liceo O.M. Corbino di Siracusa - Laboratorio STEAM “ Strumenti storici ed esperienze laboratoriali”, a cura della Prof.ssa Donatella Colamasi con le classi 1B e 2B. - Solidi platonici e archimedei, realizza il tuo! a cura della Prof.ssa Stefania Montalto con classe 1D e 2D. - Laboratorio di filosofia “Tra Mytos e Logos”, a cura della Prof.ssa Chiara Morana con alunni di diverse classi. - Laboratorio di poesia creativa, a cura della Prof.ssa Maria Lucia Riccioli con la classe 4 B. - Hackathon #DiCultHer2023 di #HackCultura2023 premio speciale, a cura della prof.ssa Sara Brunno con la classe 3B. Liceo Einaudi, Laboratorio “Einaudi e la Scienza 4.0", a cura dei docenti Salvo La Delfa, Concita Pitruzzello, Antonella Figliomeni, Gisella Buccheri, Marilena Sinatra e Francesca Cappuccio e dei tecnici Pamela Costanzo e Ottavio Pipitone. Tecnoparco Archimede. “Dal III secolo a.c. al III millennio - Sperimentando Archimede”, Palazzo della Provincia - Via Roma. Ore 19.00 - “Costruiamo un mondo di gioco. Le officine per il potenziamento delle intelligenze”, Heart4Children Aps con il contributo di LEGO Foundation, a cura di Antonella Quattropani per Cantherius. Ore 19.00 - Mostra fotografica: ONDE, a cura di Angelo Bongiovanni Ore 19.00 - Mostra d’Arte: ACQUARIO, a cura di Matteo Tedeschini Ore 19.00 - Mostra-racconto: Dieci anni di Feste Archimedee. Piazza Minerva: Ore 21.00 - Il mondo è la mia casa Ospiti: Tony Canto; Morgana Santini; JoM; Luigi Troina, Cristiana Mallia e Annalisa Mangano; Salvo Greco; Galatea Ranzi; Antonio Canino; Ernesto Marciante; Gruppo Mandragora (Premio Europa alle registe Ariadna Simò e Melodie Pèrez); Saluto delle delegazioni ERASMUS, l’associazione giovanile “Comu veni si cunta”, organizzatrice del festival “Questa è la mia terra” di Campobello di Licata. Ipogeo - Ingresso dalla Marina: Ore 19.00 - "Il rifugio del Minotauro", a cura di Michele Dell’Utri. In collaborazione con la sezione Fernando Balestra dell'Accademia d'Arte del Dramma Antico dell'INDA. Sabato 1 Luglio: Palazzo Montalto, Ore 19.00 - L’auto solare. Cinema per la Scuola, a cura dell’I. C. “Lombardo Radice” di Siracusa. Ore 19.15 - “L’economia circolare per il futuro del Pianeta”, a cura del Gruppo Tecnico Economia Circolare di Confindustria Siracusa. Interviene ing, Luigi Capizzi Versalis -Eni. Ore 19.30 - Laboratorio Miti di Sicilia, a cura di Inokis Esi e Giacomo Lo Verso. Via dei Mergulensi, Ore 19.00 - Laboratori didattici per bambini - Laboratorio d’arte per bambini, a cura di Matteo Todeschini ed Eric Silverio - “Fingerprint: Usiamo le dita per colorare. Laboratorio di digito-pittura con un pizzico di Inglese”. Piazza Archimede, Ore 19.00 - ArchiLab Liceo O.M. Corbino di Siracusa - Laboratorio STEAM “ Strumenti storici ed esperienze laboratoriali”, a cura della Prof.ssa Donatella Colamasi con le classi 1B e 2B. - Solidi platonici e archimedei, realizza il tuo! a cura della Prof.ssa Stefania Montalto con classe 1D e 2D. - Laboratorio di filosofia “Tra Mytos e Logos”, a cura della Prof.ssa Chiara Morana con alunni di diverse classi. - Laboratorio di poesia creativa, a cura della Prof.ssa Maria Lucia Riccioli con la classe 4 B. - Hackathon #DiCultHer2023 di #HackCultura2023 premio speciale, a cura della prof.ssa Sara Brunno con la classe 3B, Liceo Einaudi, Laboratorio “Einaudi e la Scienza 4.0", a cura dei docenti Salvo La Delfa, Concita Pitruzzello, Antonella Figliomeni, Gisella Buccheri, Marilena Sinatra e Francesca Cappuccio e dei tecnici Pamela Costanzo e Ottavio Pipitone. Tecnoparco Archimede. “Dal III secolo a.c. al III millennio - Sperimentando Archimede”, Palazzo della Provincia-Via Roma. Sporchiamoci le mani, a cura dello chef Giovanni Fichera in collaborazione con il prof. Giuseppe Calascibetta e prof. Sandro Intagliata: Ore 19.00 - Mostra fotografica: ONDE, a cura di Angelo Bongiovanni Ore 19.00 - Mostra d’Arte: ACQUARIO, a cura di Matteo Tedeschini Ore 19.00 - Mostra-racconto: Dieci anni di Feste Archimedee Piazza Minerva, Ore 21.00 - Premio Feste Archimedee. Consegna del premio Feste Archimedee a Virginia Bocelli. Ospiti: Cecille; Luca Madonia con Denis Marino alla chitarra e Ambra Scamarda al basso; Carmen Ferreri accompagnata al pianoforte da Pierpaolo Latina; Lina Gervasi; Ilya Messina e Tania Cardillo; Daniela Lucangeli. Domenica 2 Luglio, Piazza Minerva Ore 21.00: La Danza delle Feste Archimedee, a cura di Vincenzo Macario... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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dominousworld · 1 year
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L'OTTAVA: I SOLIDI PLATONICI E LA NASCITA DI METATRON
L'OTTAVA: I SOLIDI PLATONICI E LA NASCITA DI METATRON
Videoconferenza del canale YouTube FACCIAMOFINTACHE, trasmessa in live streaming il giorno 17 marzo 2023. Michele Proclamato, scrittore, divulgatore e studioso di simbolismo ci guida attraverso un percorso di comprensione della “Geometria Sacra” o “Legge dell’Ottava”. Questa volta parlando del METATRON e dei SOLIDI PLATONICI. L’OTTAVA: I SOLIDI PLATONICI E LA NASCITA DI METATRON L’OTTAVA: I…
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il-gufetto · 4 years
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L'icosaedro è una figura composta da 20 facce, tutte uguali tra loro. L'icosaedro a cui Platone lega l'elemento dell'acqua è, però, composto da venti facce triangolari:
"[...] e poi all'acqua la forma meno mobile delle altre (icosaedro)"
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derearchiviatoria · 3 years
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Giovane con palla rossa 1923–1924 Mario Sironi (1885–1961) Sul tavolo al quale è seduto il giovane si trova un vassoio. Non contiene una colazione bensì un assortimento di forme geometriche elementari – una sfera, un cubo, una semisfera – che il giovane osserva con interesse, come l’artista guarda i principî immutabili della sua arte. Sironi sostituisce oggetti di uso quotidiano con solidi platonici che esistono fuori dal tempo, nel regno delle idee. Valerio Poltrini
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aroundtable · 3 years
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Ecco come ci piace studiare la geometria, pensando al nostro amore platonico per i solidi platonici che ci servono per giocare a #dungeonsanddragons
#Attornoaltavolo c’è
https://www.facebook.com/AroundThe7able
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garudaerboristeria · 3 years
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Guardate che bella foto suggestiva del mio diffusore MAGIC CUBE dell’Erboristeria Magentina Ma sapete cosa rappresenta il cubo? Il CUBO (e il quadrato) rappresentano la terra o il creato e la sua perfezione in contrapposizione alla sfera (e al cerchio) che vogliono illustrare la perfezione celeste. Il CUBO rappresenta una forma rigida di perfezione: le sue facce sono tutte uguali tra loro, così come ogni quadrato è composto da lati identici e sovrapponibili. Anche Platone riflette sulle figure geometriche perfette, inserendo nelle forme perfette, i Solidi Platonici, anche il cubo. In oriente il femminile viene rappresentato proprio con un quadrato nero , lo Yin, anche questa volta legato alla terra. Buonanotte ❤️❤️❤️ #ilovemyjob #amoilmiolavoro #erboristeria #naturopatia #amoreperlanatura #benesserenaturale #benessere #salute #laviadellanatura #sanlorenzoalmare #imperia #valledelsanlorenzo #rivieraligurediponente #rivieradeifiori #garudaerboristeria #rimedinaturali #liguria #instagram #facebook #erboristafelice #integratorialimentari #tisane #consiglierboristici #simbologia #inverno2020 #olioessenziale #solidiplatonici #ideeregalo #natale2020 (presso San Lorenzo al Mare) https://www.instagram.com/p/CIWZD2HBvuU/?igshid=ohsl11p7ok41
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lucafalace · 4 years
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PARTE TERZA Colui che osserva cambia le cose. Il potere magnetico e alchemico della consapevolezza di Luca Falace, dal libro L’Opera Celeste Immaginiamo che ad ogni grado di complessità dell’essere, si formi una o più figure geometriche. Le persone, dunque, oltre ad essere alte, basse, magre e grasse, possono essere anche composte da una geometria eterea di svariate forme complesse o semplici, in rapporto al grado di complessità dell’energia celeste dell’essere. Il pensiero è in continuo movimento non si ferma mai anche quando dormiamo. Sta a noi indirizzarlo verso una via evolutiva, per una formazione etereo-geometrica pura e perfetta e non contorta e caotica. Una forma che rispecchi le proprietà atomiche non “radioattive”. Le quali creano vortici di forze negative. Questi si mutano in degli elementi acidi yin. Per fortuna ci sono persone alcaline yang, che riequilibrano il sistema e lo evolvono verso il costruttivismo intellettivo. Questo non vuol dire però che dobbiamo prestare attenzione a tutto ciò che pensiamo in ogni momento, ma bisogna invece, lasciare evolvere e far fluire i pensieri. Per poi condurli verso la positività. Si formeranno così intorno e dentro di noi, dei solidi platonici perfetti. La nostra struttura nel tempo e nello spazio, sarà perfetta, in armonia con l’anima e lo spirito. Questa è la trasmutazione del metallo grezzo in quello più prezioso; l’Oro. Questo è il mutamento della pietra grezza in quella più preziosa; il Diamante. Estratto dal libro “L’Opera Celeste” di Luca Falace Autore Libro: Luca Falace Titolo: L'Opera Celeste, romanzo alchemico filosofico Editore: Oro Edizioni, 2005 PRIMA EDIZIONE settembre 2005 _________________ #DIO #GOD #libro #libri #book #books #leggere #instalibri #nocovid #music #arts #fitness #poetry #libreria #art #bookworm #read #manoscritti #editoria #scrivere #biblioteca #bookstragram #yoga #scrittori #autore #coronavirus #booklover #nocovid19  #editore #sincronicità https://www.instagram.com/p/CABs-wCBsqk/?igshid=1bralefr8lpsb
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giampieroabate · 4 years
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Icosaedro - acrilico su tela - 100x150cm - 2019 Questo dipinto fa parte della serie "Ultrareale" una ricerca dei solidi platonici, facente parte della mia mostra personale nel maggio 2019 a Roma. La perfezione della regolarità dei solidi, nei suoi vertici e nelle sue linee, contro le curve e la leggerezza del corpo umano, descritta in un volo lieve e fluttuante in uno spazio indefinito. Il dipinto qui è posizionato in un ambiente informale ed ecologico. Quadro disponibile. Contattami in privato . . #icosahedron #icosaedro #solidiplatonici #platonicsolids #platonic #giampieroabate #figurativeart #figurativeartist #artsy #collect #platone #ultrareale #ultrareal #instaartist #artcollective #worldofartists #artgallery #artcurator #art_exhibitions (presso Giampiero Abate Pittore) https://www.instagram.com/p/B88UJPfKzCM/?igshid=1rldvhr4l78sb
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tizianacurti · 4 years
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GENESA E PIRAMIDI ORGINITE
GENESA E PIRAMIDI ORGINITE
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dal Gatto Scarlatto ci sono delle novità , potete trovare delle piccole GENESA da portare al collo come un gioiello e piccole piramidi orgonite la GENESA è un apparato energetico ideato dal Dott. Langham negli anni ’50. E’ una struttura che rispecchia i criteri della geometrica sacra, ed è tecnicamente chiamato , un solido di Archimede che contiene al suo interno tutti i cinque solidi platonici…
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gdsradio7 · 5 years
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Le figure plastiche che trascendono il reale nella rielaborazione in 3D delle opere di Giampiero Abate in mostra a Roma Dal 21 maggio al 7 giugno gli spazi di Margutta Home ospitano Ultrareale, la personale di Giampiero Abate, l’artista romano che presenta cinque lavori inediti, realizzati con la tecnica dell’acrilico ad aerografo su tela, partendo da cinque solidi platonici – gli unici poligoni regolari con spigoli e vertici equivalenti che inscritti in una sfera hanno tutti i propri vertici sulla sua superficie – per un’indagine che affonda le proprie radici nella storia dell’arte e della scienza.
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Submit
Ciao! Domanda… anche se platonicamente, mi sto affezionado davvero molto ad un mio insegnante. Solo che ovviamente, lui è ‘grande’. Io sono maggiorenne, sia chiaro…e non penso a lui con fare passionale (al massimo sogno un abbraccio, seriamente). Solo che gli voglio bene e fa quasi male XD anche in passato, dalle medie in poi ho avuto persone così importanti per me, uno in particolare che era a questi livelli e con cui mi sento ancora. Solo che lui è davvero fantastico e vorrei diventare sua amica, l'anno prossimo cambierà scuola… è tanto brutto che ho questa simpatia-struggimento per lui? Poi… io in generale apprezzo molto i 'vecchi’ e non per via di carenze paterne (mio padre è giovane e gli voglio bene, ergo non ho mancanze né voglia così forte di emulazione ), secondo te da cosa puo’ dipendere? E quindi… cosa ci fa preferire una cosa rispetto all'altra? Oltre le esperienze a cui le associamo, parlo proprio delle cose basiche, come le fissazioni (per dire… i fetish di alcune persone per i piedi, che per me sono incomprensibili ma non le giudico, dico solo perché?) o il fatto di preferire il blu al verde. Tante domande. scusa XD -iry
p.s. ti mando qui, per l'ask è troppo corto
Ciao iry, dato che i submit hanno l'email in bella vista, ti rispondo in questo modo, così da non rendere pubblico il tuo indirizzo.
"Apprezzo molto i vecchi", mi ha fatto davvero ridere. Vediamo se riesco a tornare seria.
Per una ragazza giovane, potrebbero essere svariati i motivi che la portano ad "apprezzare i vecchi" e a trovare maggiore soddisfazione in una conversazione con loro, piuttosto che con i coetanei. Ovviamente, non conoscendoti, non posso che rispondere in un tono piuttosto generale, perciò prendi le mie parole come un punto di vista soggettivo sul mondo e non come una certezza. Di norma, i miei amori platonici sono più vecchi di me, perché io mi sento incompleta, dalla personalità lacunosa, e in determinati uomini, personaggi o meno che siano, vedo il polso fermo, quella durezza che io non possiedo, quella certezza di agire che li fa apparire ai miei occhi sicuri, e a me la sicurezza piace, vorrei tanto che fosse un tratto del mio essere, però, dato che non ho sicurezza, non posso far altro che fare un tentativo e rispecchiarmi in quella degli altri. Anche qui c'è da dire che, soprattutto da giovani, è normale sentirsi incompleti, dato che si è solo all'inizio del proprio divenire e quindi ci si attacca a dei modelli, qualcuno che "ci è già passato" e che può capirci di più, rispetto ai nostri coetanei in balia di ormoni e belle speranze...ecco! Un uomo più grande sembrerebbe capirti meglio, sembrerebbe in grado di fornirti ideali più solidi, passioni più audaci e già collaudate. Con un uomo più grande hai il sentore di poter dialogare diversamente, di avere altre tipi di ambizioni e altre novità da esplorare, quando, e qui spezzo una lancia a favore dei giovanotti, sarebbe più divertente crescere con un coetaneo ed esplorare insieme a lui quelle difficoltà che avete entrambi, per maturare sulla stessa lunghezza d'onda, senza il bisogno di accelerare il passo, per non restare troppo indietro. Le donne, poi, hanno una maturazione diversa dagli uomini, quindi sentono i coetanei ancora come dei "ragazzini" e tentano di esplorar se stesse in occhi più grandi, per sentirsi davvero donne e non, magari, soltanto amiche o mamme o compagne o balie. Però spesso l'idealizzazione ci mette lo zampino e tu tendi ad esaltare le qualità dell'altro in maniera esagerata, privandolo della sua umanità ed il cervello lavora a pieno ritmo su un unico concetto che tu desideri ardentemente; prima o poi, però, l'idealizzazione cade e resta la maschera di un uomo nella media, con la tua delusione che tocca l'apice della tua esistenza. Oppure potrebbero esserci conflitti interiori più o meno consapevoli, che ci spingono verso determinate figure. Ecco, una serie di motivazioni più o meno generalizzate.
Il feticismo è un altro discorso e merita un'analisi approfondita da parte di psicoterapeuti e sessuologi, cosa che io non sono e va indagato considerato il tipo di feticismo e la persona che si ha davanti, perché la creazione di un feticcio, qualunque esso sia (nel caso della tua domanda, poniamo i piedi), potrebbe corrispondere al bisogno di padroneggiare l'angoscia davanti a fenomeni naturali incontrollabili per il soggetto, dunque occorre capire che tipo di angoscia si tratta e quali sono questi fenomeni incontrollabili. Ossia, se nel corso del suo sviluppo il bambino può aver trovato difficoltà a cui non ha saputo dare una spiegazione e si è trovato ancorato alla costruzione di questo tipo di feticcio. Poi, ovviamente, occorre fare una distinzione tra "feticismo che si integra nell'attività sessuale" e "feticismo come devianza". Perché nel DSM, si parla del feticismo descrivendolo così "le fantasie, gli impulsi sessuali o i comportamenti che causano disagio clinicamente significativo o compromissione dell'area sociale, lavorativa o di altre importanti aree del proprio funzionamento".
Più che di "scelte in sé per sé", potrei credere che la vita sia frutto di un'interazione del nostro patrimonio genetico con le esperienze ambientali che ci plasmano e ci modellano; basti pensare, ad esempio, alle moltitudini di connessioni sinaptiche che vengono sfoltite nell'infanzia e nell'adolescenza da un processo di pruning, che tende a salvaguardare quelle utili ed indispensabili in base al nostro agire nel contesto! Nel senso che il nostro essere "predeterminati" si scontra con il contesto familiare, sociale, relazionale e ci porta a maturare, a formarci idee, a testarle, a modificarle, a ricostruirle e a testarle nuovamente, in un percorso evolutivo che ci porterà all'età adulta in un perenne tentativo di approvazione personale delle nostre scelte.
Comunque, dato anche che mi hai chiesto il perché si preferisca, ad esempio, il blu al verde, posso dirti che le diverse tonalità di colore influenzano il cervello.
Ti parlo di uno studio del professor Barbanti, il quale ha sostenuto che quando ci si sofferma su una specifica tonalità cromatica, il cervello reagirebbe con una specifica produzione di ormoni, ponendo specifici effetti sullumore e sui parametri vitali come pressione arteriosa e battito cardiaco. Per il professore, verde e blu, richiamando immagini di vasti cieli e prati, comunicherebbero tranquillità, innescando l'attività del sistema nervoso parasimpatico e stimolerebbero le attività creative. Il rosso è il colore primordiale, che unisce la vita (passione, desiderio) alla morte (sangue e dolore). Il nero è il colore preferito da soggetti depressi, i quali, attraverso l'influenza esercitata dal sistema emotivo sull'ipotalamo, fa negare al soggetto "stimoli visivi importanti" preferendo "toni poco luminosi".
Per l'uso dei colori nel trattamento terapeutico ci sarebbe un mondo da dire, ma meglio non addentrarsi in cose complicate.
Spero di non averti creato più confusione del dovuto. :)
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ilbuetattoo · 7 years
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#solidi #platonici #black #linework #lineworktattoo #dotwork #dotworktattoo #btattooing #blacktattooart #onlyblacktattoos #noirtattoos #tattoosnoir #blxckink #blxckwork #darkartists #blackworkartists #woodcuttattoos #blackndark #radtattoos #italian_blackworkers #occultarcana #onlyblackart #darktattooing #etching #engraving #geometrictattoos #stabmegod #onlythedarkest (presso Lacrimanera Tattoo Saloon)
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il-gufetto · 4 years
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Il tetraedro è un altro solido, enunciato da Platone nel Timeo, composto da quattro facce triangolari perfettamente identiche. Le piramidi, composte da 4 vertici, 6 spigoli e 4 facce triangolari, rientrano nella definizione di tetraedro. A questa figura il filosofo associa l'elemento fuoco:
"[...] al fuoco la più mobile delle figure (tetraedro)"
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Quello degli Umiliati fu un movimento religioso che fiorì e si sviluppò proprio in Lombardia, allargandosi poi al resto del Nord Italia tra il XII ed il XIII sec. Le sue origini si perdono nel mito
l Sesto giorno della Genesi rappresentato sulle rive del fiume Po, accanto a misteriose sepolture che ricordano l’antico e potente ordine degli Umiliati, ormai da secoli soppresso. Storia e mistero, ancora una volta, si fondono, nel piccolo borgo di Solarolo Monasterolo, frazione di Motta Baluffi. Qui, accanto all’antica e bella chiesa dedicata ai Santi Pietro e Paolo, sorge un imponente e suggestivo cascinale che, proprio per la sua forma, ricorda molto la struttura di un convento. Quello che in secoli ormai remoti, apparteneva alla congregazione degli Umiliati.
E già la denominazione del paese, nel termine Monasterolo, indica chiaramente la presenza di un complesso monastico. Quello degli Umiliati fu un movimento religioso che fiorì e si sviluppò proprio in Lombardia, allargandosi poi al resto del Nord Italia tra il XII ed il XIII sec. Le sue origini si perdono nel mito, esistendo ben due diverse tradizioni: una, che fa risalire la sua fondazione agli inizi dell’XI sec., l’altra, alla seconda metà del XII sec., quando era imperatore Federico I di Svevia.
Quello che è pressoché certo è che tutto fu fondato da un gruppo di nobili milanesi e comaschi che, esiliati in Germania, maturarono una conversione religiosa e, tornati in patria, decisero con altri aderenti di dare vita appunto ad una comunità religiosa. Come numerosi altri ordini esistenti all’epoca, gli Umiliati predicavano un ritorno alla vita frugale ed austera, improntata sulla spiritualità, in opposizione alle ricchezze ed alla vita dissoluta che sempre più spesso erano diffuse anche all’interno della Chiesa stessa. Impegnati nella difesa della fede cattolica, si diedero il nome di Umiliati sulla base del fatto che, disdegnando indumenti tinti e quindi costosi, si accontentavano in grande umiltà di una semplice veste.
Si suddividevano in tre gruppi: il primo era costituito dai chierici, che praticavano il celibato e vivevano in una casa comune, come in una tipica comunità monastica. Il secondo era quello dei laici, uomini e donne organizzati in gruppi di vita comunitaria, che non prendevano formalmente i voti, potevano sposarsi e vivevano in comune alcuni momenti della giornata, come, ad esempio, i pasti. Il terzo gruppo erano i laici che praticavano una forma limitata di povertà volontaria. Tutti e tre i gruppi si impegnavano a dare ai poveri quello che eccedeva il normale fabbisogno. Il primo gruppo degli Umiliati divenne un ordine religioso (Ordo Humiliatorum, sigla O. Hum.) con regola approvata dal papa Innocenzo III nel 1201: tra gli esponenti più illustri di questo ordine sono da ricordare Luca Manzoli di Firenze, che fu vescovo di Fiesole e venne creato cardinale sotto papa Gregorio XII, e il beato Giacomo Pasquali di Siena, che arrivò fino ai più alti gradi dell’ordine e venne nominato cardinale da papa Giovanni XXII, morendo poco prima che la notizia giungesse da Avignone. Questi si occupavano principalmente della lavorazione della lana, fondarono fiorenti manifatture tessili, accumulando importanti guadagni, con i quali finanziavano attività bancarie. Tentarono di stabilire un nuovo stile di vita per tutti proponendo modelli di vita quotidiana molto più restrittivi nelle città del nord Italia dove si diffusero; promossero e diedero il via, infatti, ad una serie di leggi che avevano lo scopo di proibire diverse spese di lusso e voluttuarie, in particolare per l’abbigliamento, le ‘leggi suntuarie’, che vennero adottate in tutte le città-stato italiane a partire dal 1300.
La loro principale sede fu l’Abazia di Viboldone, situata nella periferia di Milano, ma come evidenziato, la loro presenza si estendeva a tutto il nord Italia. Nel Cinquecento, con la Controriforma, i movimenti di questo tipo, che potevano facilmente scivolare su posizioni eretiche o di opposizione di principio alla Chiesa, vennero scoraggiati. In particolare gli Umiliati erano sospettati di calvinismo: entrarono quindi in contrasto sempre più acceso con l’arcivescovo di Milano, san Carlo Borromeo, fino a che un membro dell’ordine, Gerolamo Donato detto il Farina, tentò addirittura di assassinarlo con un colpo di archibugio alle spalle. Il colpo mancò il bersaglio, ma l’attentato provocò una dura repressione e l’ordine fu soppresso il 7 febbraio 1571 con una bolla di papa Pio V. Le comunità femminili, invece, per lo più sottoposte alla regola benedettina, furono spesso il nucleo da cui si svilupparono, soprattutto nel XV secolo, autentici monasteri di clausura ed esse furono soppresse solo nel XVIII e nel XIX secolo.
A Solarolo Monasterolo, l’antico complesso monastico è tuttora ben visibile. Ma a colpire, in modo particolar, è ciò che si conserva proprio a ridosso dell’argine maestro del Po, all’inizio della stradina che conduce alla chiesa parrocchiale e, quindi, al vecchio convento. In una modesta ed ormai fatiscente piccola cappella, si conserva, ben evidente, ciò che resta di un’antica urna sepolcrale. Al suo interno, dopo che la pietra che la ricopriva è stata rimossa da ignoti, si possono ancora osservare ossa umane. A questa cappella sepolcrale, la popolazione non ha mai dato un particolare rilievo.
Addirittura, come confermato anche da uno storico locale, negli anni immediatamente successivi la seconda guerra mondiale, i ragazzini del paese la violarono più volte, mettendosi addirittura a giocare a calcio con i teschi che qui si conservavano. Teschi di cui oggi non rimane alcuna traccia: restano solo poche, povere ossa appartenute, certamente, ai frati Umiliati che qui vissero nei secoli passati.
Anche nei tempi attuali questa piccola cappella sepolcrale è stata più volte manomessa e violata, con azioni chiaramente sacrileghe andate così a colpire una pagina comunque significativa di storia. Ma non è finita perché, all’interno della stessa cappellina, proprio sull’urna che conteneva i resti dei religiosi, compare in bella evidenza un simbolo che, a prima vista, richiama anche l’occhio più inesperto a qualificarlo come un fiore. E si tratta, infatti, come confermano anche gli esperti di simbolismo, del Fiore della Vita che, nella sua forma più semplice è chiamato anche Sesto giorno della Genesi poiché ottenuto dalla ‘rotazione’ di sei cerchi o sfere, corrispondenti ognuna ad un giorno della Creazione. Esso rappresenta la struttura interna del Creato, ed il suo completamento. È un simbolo antichissimo, che è stato trovato in tutto il mondo ed in ogni cultura. Era conosciuto, ad esempio, dai primi cristiani copti, che lo incisero sulle pareti del tempio di Ibis, a El Kharga o nelle mura dell’Osireion di Abydo; dagli Etruschi, raffigurato sullo scudo di un guerriero in un bassorilievo nelle rovine di Vetulonia; dai Cinesi, nell’ex dimora dell’Imperatore, inciso sotto le zampe di un leone solare; dagli Ebrei, che lo raffigurarono all’interno del Tempio di Gerusalemme. Presso gli antichi Celti veniva interpretato come simbolo in movimento; pertanto rappresentava la potenza vivificatrice e generatrice del Sole: l’astro trasmetterebbe al segno il suo potere guaritore e protettivo. Propizierebbe una nascita e una vita fortunate: ecco quindi che non sembra affatto un caso, quindi, che questo simbolo emerga, molto spesso, in luoghi bisognosi di protezione e di difesa, quali le serrature e le culle dei neonati. Il fatto di essere riferito al numero 6, che simboleggia la Creazione, lo accomuna inoltre alla Ruota della Vita a sei raggi, che simboleggia l’alternarsi delle stagioni e delle vicende umane, ed all’Esagramma che, come il Fiore della Vita, è inscrivibile all’interno di una struttura perfettamente esagonale. La Sapienza Ebraica lo ha associato all’Albero Sephirotico o Albero della Vita, la cui struttura può essere costruita a partire da questo simbolo. Nella sua forma estesa, il Fiore della Vita riveste un’importanza notevole perché viene riconosciuta nella sua struttura una matematica perfetta, con la presenza del numero aureo che è esotericamente considerato sacro, poiché in natura esso è presente in moltissime forme, nella materia visibile. Gli antichi architetti lo hanno inserito in ogni struttura da loro costruita, i pittori rinascimentali ne facevano invece un modello di perfezione nelle scene rappresentate con proporzioni, appunto, auree. Il fiore della vita veniva inoltre considerato, dai simbolisti, dai primi iniziati e dalle scuole misteriche quale punto di partenza per la costruzione dei solidi platonici, secondo un meccanismo che consente di passare dalla bidimensionalità alla tridimensionalità.
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pangeanews · 4 years
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Leonardo da Vinci, il mago, lo scienziato, il genio, lo spirito libero che amava i gatti e s’inoltrò tra i meandri del “Grande Forse”
Leonardo da Vinci è, con buona probabilità l’artista più noto al mondo, seguito a breve distanza da Vincent Van Gogh e, forse, da Caravaggio.
Sono da poco trascorsi i cinquecento anni dalla sua scomparsa e il suo mito, artefatto e del tutto contemporaneo, sì è ancora una volta dimostrato inossidabile agli occhi della gente con un profluvio anche eccessivo di libri, mostre, conferenze e spettacoli in Italia e nel resto dell’Orbe. Potremmo quindi dire che Leonardo è vivo e dipinge, o meglio, “inventa” insieme a noi, ma in realtà tutto questo discorrere dimostra quanto di lui poco si sappia, non soltanto tra il grande pubblico, ma anche tra i cosiddetti “esperti”, siano essi Storici dell’Arte, Museologi o Filosofi della Scienza. Per queste ragioni, l’Editore Iduna di Milano, appartenente al gruppo editoriale Mimesis, ha voluto attendere che si esaurisse il gran circo mediatico dei cinque secoli dalla morte di Leonardo per uscire con questo saggio, insolito per l’approccio al tema, sul Genio di Vinci, dal titolo L’Angelo inquieto. Scienza e magia in Leonardo da Vinci, scritto e pensato da Dalmazio Frau con una prefazione di Mariano Bizzarri che da sempre si occupa di argomenti inerenti a una visione ermetica, iniziatica e misterica del cosmo.
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Così il saggio, suddiviso in capitoli che trattano di vari aspetti dell’opera leonardiana, volutamente ignora l’alter ego pittorico, quella Monna Lisa di Ser Giocondo, che tutti fotografano al Louvre, dimenticando invece che a pochi passi di distanza da quella tavola racchiusa in una teca di cristallo infrangibile, esiste – libero – il vero capolavoro assoluto di Leonardo che è il Giovanni Battista. Non vengono poi presi in alcuna considerazione i deliri privi di senso e le vere e proprie follie piene di madornali errori di romanzieri e pseudo studiosi dell’occulto, che hanno detto di tutto e di più sull’eclettico artista toscano. Leonardo infatti, non fu eretico più di quanto lo fossero Pico della Mirandola o Marsilio Ficino; non fu mai a capo di oscure confraternite depositarie di arcani segreti, ma certamente venne in contatto – anche profondo – proprio con quel pensiero neoplatonico dell’Accademia di Careggi, nonché con la sapienza nordica e con quella mediorientale.
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Leonardo fu “uomo universale” e pittore del Mistero, con un linguaggio artistico totalmente simbolico ancora in gran parte da decifrarsi, in una sorta di weltanschaung neoplatonica, “pagana”, come scrive Gianfranco de Turris nella prefazione a Il pensiero esoterico di Leonardo di Paul Vulliaud edito in illo tempore da Mediterranee.
Spirito libero, ma non senza Dio, il figlio del Notaio Piero non si lasciò ingabbiare dalla lotta tra il Papato e la riforma Luterana e di lui si crede di sapere molto, invece è troppo scarno e scarso ciò che ci resta, essendo andata perduta la maggior parte dei suoi scritti e delle sue opere, mentre molte di quelle rimaste sono spesso incompiute. Leonardo fu senz’altro uno spirito geniale, un intelletto sublime, ma sovente fallì nei suoi arditi esperimenti; eclettico e poliedrico come molti altri del suo tempo, quali Leon Battista Alberti, Piero della Francesca, Albrecht Dürer e infine ultimo, colui che prese il suo posto alla corte di Francia, il suo concittadino Benvenuto Cellini.
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Dunque su Leonardo da Vinci sono stati scritti innumerevoli libri, d’argomento artistico, storico, e financo psicologico, con la consueta morbosità nel voler indagare oggi qualcosa che già allora era stato appurato, ovvero la sessualità dell’artista. Ebbene possiamo dire che il sesso in Leonardo sia quanto di più alto e nobile abbia potuto concepire il pensiero neoplatonico; dunque il maschile e il femminile, il Sole e la Luna, l’oro e l’argento uniti insieme nelle loro nozze alchemiche per creare l’Androgino Universale, l’essere umano originario e perfetto, prima della sua caduta nella materialità terrena e mortale. Le morbosità meschine vogliamo lasciarle agli animi minuscoli e procediamo oltre scegliendo di trattare differenti aspetti – tra i tanti possibili dell’opera leonardiana, quindi tralasciando le lettere, il teatro e la danza e la scultura, l’anatomia e molto altro – per trovarvi un filo conduttore comune che sarebbe proprio quel pensiero ermetico che informa in maniera quasi invisibile tutti i suoi interessi. Si è volutamente deliberato di cercare di indagare ciò che si cela nel disegno che sta alla base dei dipinti, il rapporto straordinario di affetto e di ammirazione che unisce l’Artista a una creatura a noi tanto familiare oggi come è il gatto, per poi studiare nel dettaglio una delle sue opere più analizzate anche dal punto di vista “esoterico”, cercando però di portare nuove visuali oltre a quelle già note; quindi si è voluto osservare il Leonardo ingegnere del volo, non come mero progettista meccanico, quanto come ideatore di un sogno eterno dell’umanità e infine il Leonardo più inafferrabile, quello della sapienza geometrica, dell’Alchimia e dell’Ermetismo di matrice pitagorica legato ai Solidi Platonici, vere e proprie chiavi dell’Universo. Ancora si è voluto scrutare nella Musica e nel mito delle origini dell’Uomo e nella troppa superbia dello stesso. Il saggio lascia dunque sia il lettore, nella sua liberalità, a dare le risposte che egli crederà più opportune oppure, meglio, a sollevare nuove e più profonde domande, sapendo che Leonardo sarà ancora lì a indicarci qualcosa che sta in alto, oltre il dipinto, come fa il suo Giovanni Battista che sorride e tace.
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Leonardo da Vinci resta tuttavia indecifrabile, non diversamente da altri suoi simili e contemporanei che hanno scelto di percorrere un cammino verso la Conoscenza in piena libertà cercando sia fuori di sé, sia nel proprio intimo, ciò che realmente regna al centro dell’Universo.
È evidente che quanti hanno voluto presentare Leonardo come uno scientista, un positivista ante litteram, non hanno mai voluto – in buona fede o meno – leggere con attenzione i suoi scritti, nei quali il Vinciano dimostra di avere ottima conoscenza del linguaggio proprio dell’Alchimia, mondo con il quale già dalla prima giovinezza Leonardo era entrato in contatto. Infatti, il suo maestro, il Verrocchio è, secondo Giorgio Vasari, un alchimista egli stesso.
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Leonardo vede la pittura come una forma di filosofia che media fra i moti visibili e le dinamiche sottili e invisibili del Cosmo e il nostro mondo terreno, nulla per lui è svincolato dal resto del Creato, in una visione ipercristica che trascende ogni limite imposto da qualsiasi religione. Leonardo si erge dunque nell’ambiente ermetico del Rinascimento, in maniera sempre inafferrabile, rarefatto e sfumato come i suoi dipinti soltanto per coloro che non osano andare oltre quel velo azzurrino che cela magnifiche visioni di un sapere oltremondano, soglie e strade d’argento che conducono al Grande Palazzo della Conoscenza, ammirato da un uomo mite che amava i gatti e andava, come il suo contemporaneo François Rabelais, soltanto in cerca di un “Grande Forse”.
*In copertina: Leonardo da Vinci, particolare dalla “Dama con l’ermellino”, 1488-90
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