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#Spirito
scogito · 5 months
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Ormai i fulminati spirituali hanno compiuto il loro personale reset e hanno azzerato ogni forma di contegno.
Siamo arrivati al "quello che è successo è perché doveva succedere" per ogni fatto, cosa e persona.
Così dietro una malata forma di destino cosmico si nascondono inetti, irresponsabilità e paraculi.
Gente che parla pure di evoluzione e di Spirito Santo.
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ragazzoarcano · 1 month
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“Rendi il tuo spirito simile al vento,che passa su tutte le cose senza attaccarsi a nessuna di esse.”
— Detto zen
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teenagedirtstache · 1 year
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ninoelesirene · 8 months
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Vai, spirito.
Raggiungilo dov’è, tu che puoi.
Accarezzane i dolori,
Fatti amiche le sue gioie.
Accettalo, senza capire;
Comprendilo, senza sapere.
Fingi, se non vuole essere visto,
Proteggi, senza farti tu vedere.
Ama, spirito.
Conta fino a dieci, cento, mille;
Uccidi le parole,
se il silenzio lo rinfranca.
Dona, cedi, innalza, veglia.
Dove cerca, che tu sia,
Se non cerca, vola in alto,
Ché l’insieme vi sia complice.
Chiedi, spirito.
Ma torna, anche se non hai risposta.
Torna, anche se sarai da solo.
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lospalatoredinuvole · 11 months
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Giorno dopo giorno, mi sento consumato dall'opprimente solitudine che mi circonda, senza uno sbocco per sfuggirne.
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f-i-ngi · 1 year
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"Non smetto di cullare l'idea che la morte sia un riposo momentaneo dello spirito. Ma l'enigma è tutto lì: quanto tempo servirà all'anima per riposarsi da una vita?"
~ María Lejárraga
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gregor-samsung · 5 months
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“ Eravamo nell'atrio, tutto rivestito di capelvenere. Dinnanzi m'era lo scenario che godevo da un mese e che mi sembrava di vedere ogni giorno per la prima volta. Il declivio verde di aranci, costellato di frutti d'oro, poi l'azzurro del mare, l'azzurro del cielo; e su quell'orizzonte a tre smalti diversi, i piú divini modelli che l'arte dorica abbia, col Partenone, tramandato sino a noi. Il Tempio della Concordia, e vicino il Tempio d'Era con la sua fuga di venti colonne erette e di venti colonne abbattute, e, piú oltre, il Tempio d'Ercole, ossario spaventoso della barbarie cartaginese, meraviglia ciclopica tale che la nostra fantasia si domanda non come sia stato costrutto, ma come sia stato abbattuto; e oltre ancora il Tempio di Giove Olimpico, il Tempio di Castore e Polluce: tutte le sacre rúine che Agrigento spiega a sfida tra l'azzurro del cielo e del mare, ecatombe di graniti e di marmi che sembra dover ricoprire tutta la terra di colonne mozze o giacenti, di capitelli, di cubi, di lastre, di frantumi divini. Ma dinnanzi a noi era quello che Miss Eleanor chiamava «il mio tempio», il tempio di Demetra, eretto ancora sulle sue cinquantaquattro colonne, l'unico intatto fra dieci altri abbattuti, l'unico sopravvissuto, per uno strano privilegio, al furore fenicio e cartaginese, al fanatismo cristiano e saraceno. — No, amico mio. Dobbiamo ai cristiani e ai saraceni se il tempio è giunto intatto fino a noi.
Fu San Rinaldo, nel IV secolo, che lo scelse fra «i monumenti infernali dell'idolatria» per convertirlo in una chiesa dedicata a San Giovanni Evangelista, chiesa che fu trasformata in moschea al tempo dell'invasione saracena. E l'edificio divino fu salvo, mascherato e protetto come un fossile nella sua custodia di pietra e di cemento. Quale grazia del caso! Pensate allo scempio che fu fatto degli altri! Pubblicherò un manoscritto di mio padre dedicato tutto allo studio di queste distruzioni nefande. Pensate a quel colossale Tempio d'Ercole che forni materiale per tutti i porti nel Medio Evo! Tutto fu abbattuto e spezzato. Abbattute le colonne ciclopiche, ogni scannellatura delle quali poteva contenere un uomo, come in una nicchia, abbattuti i giganti e le sibille alte dodici metri che reggevano l'architrave, meraviglia di mole titanica e di scultura perfetta. Pensate le teste, le braccia, le spalle divine, i capitelli intorno ai quali si gettavano gomene colossali, tese, tirate da schiere di buoi fustigati, mentre le seghe tagliavano, le vanghe scalzavano i capolari alle basi. E le moli precipitavano in frantumi spaventosi, con un rombo che faceva tremare le terra. Ora sulle nudità divine, tra le pieghe dei pepli, nidificano le attinie e i polipi di Porto d'Empedocle. — Cose da invocare un secondo toro di Falaride per i cristianissimi demolitori. — Il gregge! Il gregge dell'Abazia! — Miss Eleanor si interruppe ad un tratto, ebbe uno di quei suoi moti fanciulleschi di bimba sopravvissuta, — il gregge dell'Abazia! Guardate che incanto! Dall'interno del Tempio, sul grigio delle colonne immani, biancheggiarono d'improvviso due, trecento agnelle color di neve. Uscivano dal riposo meridiano, dalla fresca penombra, correvano lungo il pronao, balzavano sui plinti, scendevano con grandi belati e tinnir di campani. Tre pastori s'affaccendavano con i cani per adunare le disperse e le ritardatarie. Alcune, le piccoline, non s'attentavano a balzare dagli alti cubi di granito, correvano disperate lungo il pronao, protendevano il collo invocando soccorso, con un belato lamentevole. I pastori le prendevano tra le braccia, passandole dall'uno all'altro, tra l'abbaiare dei cani. “
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Brano tratto dal racconto di Guido Gozzano Alcina, pubblicato per la prima volta sulla rivista culturale milanese L’illustrazione italiana il 26 dicembre 1913.
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serenamatroia · 6 months
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robertoperodi · 3 months
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Provocare l'abitudine - Provoke the habit
Lo dico a chi dice sempre: “Si è sempre fatto così!”.L’abitudine ammazza la vita!Tiri avanti, impuro, senza più fare scelte davanti alle novità. Tiri avanti, muto, per non essere colpito da ciò che non vuoi sentire. Continue reading Provocare l’abitudine – Provoke the habit
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lunamarish · 17 days
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Alla nascita, saliamo sul treno e incontriamo i nostri genitori. E crediamo che viaggeranno sempre con noi.
Eppure, in stazione, i nostri genitori scenderanno dal treno, lasciandoci soli a continuare il viaggio...
Con il passare del tempo, altre persone salgono sul treno.
E saranno importanti: la nostra fratellanza, i nostri amici, i nostri figli, anche l'amore della nostra vita.
Molti si dimetteranno (anche eventualmente l'amore della nostra vita), e lasceranno un vuoto in più o in meno.
Gli altri saranno così ovattati che non si accorgono di aver lasciato le poltrone.
Questo viaggio in treno sarà pieno di gioie, dolori, aspettative, arrivederci, arrivederci e arrivederci.
Il successo è avere un buon rapporto con tutti i passeggeri a condizione che diamo il meglio di noi stessi.
Non sappiamo a quale stazione scenderemo, quindi viviamo felici, amiamo e perdoniamo.
È importante farlo perché quando scendiamo dal treno, non dovremo lasciare altro che cari ricordi a chi continuerà il suo viaggio.
Accontentiamoci di quello che abbiamo e ringraziamo il cielo per questo fantastico viaggio. Inoltre, grazie per essere uno dei miei passeggeri del treno.
E se devo scendere alla prossima stazione, sono felice di aver fatto tanta strada con te.
Il treno della vita, Jean di Ormesson
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scogito · 3 months
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Ecco perché lavorare sulla propria interiorità deve essere la priorità di ognuno.
Ecco perché lavorare su di sé rende anche il mondo un posto migliore.
Ed ecco perché nessuna "lotta" funziona, se non quella che compi per demolire i tuoi indottrinamenti.
(citazione di Richard Rudd)
T.me
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ragazzoarcano · 5 months
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“Mantieni la tua anima forte e pulita e tutto andrà bene. Non credere di essere solo, né debole, perché dietro di te ci sono eserciti potenti, che nemmeno ti puoi immaginare. Se elevi il tuo spirito, non c'è male che possa toccarti. L'unico nemico che devi temere è te stesso.”
— Paracelso
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teenagedirtstache · 9 months
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iltuoscopo · 2 months
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Nessuno integra l'ombra se non ne comprende il senso. Il male non è una zona erronea accidentale. Tira fuori intrepidi di Spirito, oppure fortifica codardi. La casualità non c'entra. C'entra soltanto a quale invito rispondi.
Anna
> T.me > Il tuo Scopo
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sn80 · 2 months
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Sono un'anima itinerante.
Ho certamente bisogno della mia comfort zone dopo difficili giornate, ma necessito di quella libertà che solo viaggiare mi da.
Il mio spirito rinasce, I miei occhi si riempiono di quella bellezza che il mondo dona.
C'è così tanto da scoprire, da conoscere.
Nuove mani da stringere, volti sconosciuti che strappano un sorriso.
Per cui non chiedetemi "ma quanti soldi hai?" "ma non lavori?" e ancora "ma sei sempre in giro?"
Lavoro quando gli altri riposano e posso così godere del mondo quando c'è pace e silenzio.
Ebbene non vivo per il guadagno, non mi interessa il lusso, ho fatto mia l'arte del sapersi accontentare per poter fare ciò che desidero davvero.
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annalisalanci · 9 months
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La filosofia dell'esoterismo
La filosofia dell'esoterismo
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La filosofia dell'esoterismo
La psicologia esoterica, condivide gran parte del terreno della filosofia. Essa è un diverso progetto di verità che ritrova la sua peculiarità all'interno delle filosofie che hanno animato l'esoterismo, ma anche soprattutto vuole ricostruire un rapporto oltre che con il passato della filosofia, in cui il <<discorso>> sulla psiche era appunto di pertinenza filosofica e non scientifica, anche con il presente della filosofia. 
Tra le filosofie contemporanee in cui la psicologia esoterica può trovare il suo innesto, abbiamo quella particolare forma di esistenzialismo formulata da Heidegger e dai filosofi che hanno portato avanti il suo pensiero. Fu lo stesso Heidegger ad offrire un nuovo terreno di sviluppo alla metafisica e un senso nuovo alla filosofia come discorso sull'essere e sull'esistere relativo in particolare alla posizione dell'uomo rispetto all'uno e all'altro ambito. 
L'uomo come <<esserci>>, presenza nel mondo, diventa, infatti, la cosa unica, dove questa distinzione è annullata per realizzare il mistero umano in cui l'essere non può essere distinto dal suo <<ci>>. Nei vangeli della rivoluzione scientifica abbiamo inseguito il paradosso si un soggetto puro separato dal suo mondo che poteva diventare un oggetto di studio, un soggetto sopra e un mondo sotto. 
L'uomo esiste perchè partecipe dell'essere, ma esiste anche in quanto presente nel mondo e non possiamo immaginarci altrimenti. Essere e mondo diventano quindi nell'uomo cosa unica, l'esserci (il dasein). 
E' sotto questa luce che la psicologia esoterica trova il suo riferimento filosofico, poiché ogni scienza si propone di conoscere l'ente e niente altro, essa non si chiede che cosa sia questo niente altro, il niente. L'esperienza del niente non è però un'esperienza <<comprensibile>>, ma piuttosto emotiva dell'uomo percorso dall'angoscia: essa è un'emozione, un'esperienza psichica e per certi versi un'esperienza mistica di enso contrario quando si fa pura, quando cioè l'angoscia come esperienza del nulla si fa così profonda da non consentire all'ente di apparire e di significare, l'abisso contro l'assoluto, non coglibile razionalmente, ma solo attraverso il sentimento: l'anima ha però la capacità di illuminare l'ente, essa ha in sé la luce che rende possibile la rivelazione dell'ente dal niente in quanto ente per l'essere esistenziale dell'uomo. Il niente quindi è la condizione per cui l'ente si svela ad un essere aperto alle cose. Per vedere le cose occorre che siano illuminate, l'apertura dell'uomo alle cose è questa luce. 
La verità, in greco a-l'éteia (non-nascondimento), è manifestazione , svelatezza, tutta la Cabala è un'interpretazione simbolica di questo svelarsi del non manifesto (ain soph aur). Appare appunto lampante che se c'è un non-nascondimento esiste anche un <<nascondimento>> (léte) che sta dietro alla manifestazione. 
Alla verità come manifestazione si contrappone la non verità del nascondimento, cioè l'immanifesto, e la non verità come errore. 
Se la verità è non-nascondimento, il nascondimento appare essenziale alla verità, proprio come l'immanifesto alla manifestazione, nell'albero cabalistico. Esso è in realtà quell'orizzonte cui volgono lo sguardo il misticismo, la Cabala e la stessa magia che si riferiscono a questa fonte sotterranea, che come nascondimento precede ogni svelamento, il mistero che precede il disvelarsi del manifesto. 
Una psicologia esoterica che voglia dirsi tale deve riportare l'attenzione dell'anima sul mistero, senza tuttavia distoglierla completamente dall'ente manifesto, ma trovando invece un equilibrio ideale, come abbiamo visto per esempio parlando dell'ecospiritualità. Per fare questo l'anima come presenza nel mondo, ha bisogno innanzitutto di comprendersi e di conoscersi, prima di andare ad esplorare i rapporti con il circostante, e quindi necessita di un modello della psiche che sarà naturalmente esotericamente orientato. 
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