“ […] è strano e buffo, scalpitiamo sempre per la voglia di andare, allontanarci e trovare chissà cosa, ma quello che più cerchiamo è ciò che era nostro, e che abbiamo lasciato all’inizio del viaggio. Forse la vita è questo, una corsa senza respiro, sperando di arrivare un giorno dove siamo partiti.”
E quando dopo aver rimuginato più e più volte mi decido a cacciare la voce mi ascolto in maniera strana
Se vedo che l'interlocutore mi sta ascoltando mi prende un po' di panico e penso "oddio vuole davvero sapere che cosa voglio dire e mo cosa faccio" per un attimo le parole tanto chiare in testa fino ad un attimo prima si ingarbugliano, sbaglio a coniugare verbi, mi scappa qualche frase in dialetto e mi affretto a finire il discorso prima di fare qualche gaffe. Mi sento così impacciata e goffa da pentirmi di aver cacciato la voce e ci ripenso spesso nell'arco della giornata o anche dopo.
È sempre stato così ad un'interrogazione ho sempre preferito una verifica scritta
Ad una chiamata ho sempre preferito scrivere in chat, ho più possibilità di correggermi così, di riflettere sul come articolare la frase nel miglior modo, ma a voce si complica sempre tutto. Cerco sempre di parlare il meno possibile, e ricordo come un evento memorabile quella telefonata di 6 ore con quella che era la mia migliore amica alle superiori era tutto così sciolto mi sentivo libera di dire ogni cosa mentre ora anche quando faccio un vocale con le mie amiche mi sento come dei fari puntati addosso su un palco e spesso mi pento di non aver detto quella cosa per iscritto. Cosa sto diventando?! Arriverò al punto in cui veramente non parlerò più e l'unico modo che utilizzerò per comunicare sarà scrivere? Spero di no ma mi rendo conto che sta diventando sempre più così.
Dò un peso infinito alle parole e se ho detto qualcosa di sbagliato e poi resto in silenzio per il resto del giorno vuol dire che ci sto ripensando tutto il tempo, che quella frase o la risposta di rabbia da parte dell'interlocutore di turno mi sta torturando il cervello.
Sarà per questo che a voce cerco di esprimere i pensieri più mediante le canzoni, comunico di più con testi scritti da altri che imparo a memoria.
E mi hanno pure definita logorroica ma solo quando scrivo.
My interpretation of the original 'Inertia' by Strano (@5tr4n0) portrays the straight line & unchanging motion towards our dehumanisation via technology.
Ho bisogno di qualcuno che ami il me depresso, il me felice, il me in crescita, il peggio di me e il me indeciso. Senza chiamarmi matto o tossico per non essere riuscito a capirmi.