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#Violenza
amamiofacciouncasinoo · 5 months
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sei contento adesso che non si è laureata?
sei contento che adesso le hai tolto la parola? sei contento che l'hai strappata dalla sua famiglia?
che tu possa marcire nel tuo egoismo per sempre Filippo, solo come un cane, solo come un assassino di merda.
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"Gli uomini hanno paura che le donne ridano di loro. Le donne che gli uomini le uccidano.”
Margaret Atwood
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angela-miccioli · 2 months
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8 MARZO..
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libero-de-mente · 5 months
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- Giulia!
- Ciao mamma...
- Ma non dovevi essere qui.
- Invece ti ho raggiunta come vedi
- Ci sono papà, Elena e Davide che saranno soli ora, dovevi anche laurearti.
- Mamma non preoccuparti, il mondo avrà due uomini consapevoli in più, una donna che sarà più forte. Che difenderanno i nostri diritti e non saranno soli. La Laurea? Sei tu la mia Laurea, mancavi.
- Hai sofferto Giulia?
- Si mamma
- Ora sei qui, la sofferenza non esiste più e il tuo cuore sarà più leggero. Fatti abbracciare.
- Si mamma, ne ho bisogno.
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ilblogdellestorie · 5 months
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25 novembre - Giornata mondiale contro la violenza sulle donne
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little-sunshine-7 · 2 months
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Quanto cazzo fa schifo la gente che se la prende con i più deboli/animali.
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un-uraganodiemozioni · 5 months
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Siamo stanche.
Se sarò la prossima, voglio essere l’ultima.
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nochkoroleva · 5 months
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Quei bravi ragazzi.
Ragazzi d'oro e d'argento,
di buona famiglia o no,
che non farebbero mai del male.
Un pò gelosi, ma le mani mai!
È solo un'altra tragedia, narrata come un romanzo. E che come ogni romanzo che ha a che fare con noi, sa risparmiarci la sorpresa finale. Ma non sa risparmiare un'altra di noi.
Ella Marciello
Non è normale che sia ormai normale pensare che il finale di questa storia fosse già scritto ancor prima di saperlo.
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aitan · 6 months
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René Georges Hermann-Paul, Le Cri de Paris, 1899
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Scompare una donna bellissima, porta in grembo il suo bambino di sette mesi. Gli ultimi giorni per lei sono stati difficili, ha scoperto la vita parallela del padre di suo figlio, dell’uomo accanto al quale dorme. Pare avere portato via da casa 500 euro in contanti, il bancomat e il passaporto. Le donne non hanno dubbi su come sia andata davvero ma sperano. Noi donne viviamo così, mute, rassegnate e spaventate, in attesa di sapere chi sarà la prossima di noi. Anche quando si parla di allontanamento volontario e qualcuno ipotizza abbia lasciato l’Italia, noi donne continuiamo a non avere dubbi. “Magari voleva sparire per riflettere”… qualcuno dice…Magari fosse andata così ma così non è andata, le donne sapevano, anche se speravano. Di femminicidio non si parla mai abbastanza. Alla famiglia Tramontano il nostro abbraccio e speriamo un po’ di silenzio, a Giulia e al suo bambino le nostre lacrime, le nostre preghiere e una carezza. Non doveva andare così, non doveva andare di nuovo così.
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libero-de-mente · 8 months
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Quando il branco di bestie non arriva all’uva se la prende con la forza, dicono che era consenziente e pensano, in fondo, che l’uva acerba è tr0ia. La madre di uno del branco aggiunge che l’uva acerba è una poco di buono. Donne (madri) che odiano altre donne (figlie) pur di salvare il membro del branco che hanno partorito e diseducato.
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ideeperscrittori · 11 months
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Sono stufo di chi giustifica i pestaggi della polizia dicendo: "Eh, è stata violata la legge, non c'era altro modo".
Quanto è inconsistente questa argomentazione, in una scala da uno a "perché Sanremo è Sanremo?".
Del resto dicono anche "la legge è legge" e passano la vita ad affermare altre cose di analogo tenore, come "perché sì", "perché te lo dico io", "è così e basta".
Sono stanco di tutto ciò.
Non hai rispettato la legge? Ti meriti tutto.
È così che la pensano.
Spesso la lamentata violazione è impalpabile o addirittura inesistente, ma il punto è un altro.
Troppa gente pensa che si possa fare qualsiasi cosa a chi non ha rispettato la legge, come se l'atto di disubbidienza comportasse l'automatica perdita dello status di creatura vivente che percepisce il dolore, come se la tua infrazione ti trasformasse in un portaombrelli da gettare in discarica.
Ma idolatrare la legge come se fosse una sorta di divinità ancestrale conduce all'accettazione acritica di qualsiasi ingiustizia codificata dall'autorità. Conduce all'abominio dei CPR per gli immigrati clandestini. Ci porta nel baratro di giustificazioni sempre più simili a "obbedivamo solo a degli ordini".
Io non riesco più ad ascoltare i discorsi infarciti di spietato legalismo. Proprio non ce la faccio e questo mi fa pensare di essere lontano dall'imperturbabile serenità del saggio. Forse dipende anche delle mie idee anarchiche. So solo che non ho voglia di iscrivermi a un corso di yoga per imparare a sopportare tutto ciò. Per me le persone sono più importanti di qualsiasi legge. Molti progressi sociali li dobbiamo a chi ha deciso di non rigare dritto di fronte a regole ingiuste o disumane. [L'Ideota]
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attimi-sfuggenti · 27 days
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Le persone sono delle merde. E no che non ti puoi aspettare nulla. Non l'hai ancora capito? Per ogni carezza concessa uno schiaffo ti aspetta.
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ilblogdellestorie · 5 months
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Il 25 novembre tre bambine di dodici, dieci e otto anni hanno preso il telefono, chiamato la polizia, scritto “help” sopra un foglio bianco e con il cartello in mano si sono messe sul balcone a urlare: «Venite qui, venite qui». Il 25 novembre, a Reggio Calabria, lontane dalle manifestazioni, tre bambine di dodici, dieci e otto anni hanno salvato la vita della loro mamma, ma, soprattutto, si sono salvate da sole. Il marito della donna e padre delle bambine, in stato di alterazione psicofisica, stava massacrando la moglie a pugni in testa perché pare che lei non avesse pulito la cenere che lui aveva volutamente buttato a terra. […] Mentre la madre raccontava le violenze agli agenti le bambine facevano ai poliziotti il “signal for help”: mano aperta, poi pollice chiuso, poi mano chiusa.
A cosa servono i giornali, i social, la televisione, la scuola? A questo. I giornali, i social, la televisione, la scuola esistono affinché delle bambine imparino a fare il signal for help e possano salvarsi la vita. Il corso della propria storia si può cambiare, si può non essere condannate a sopravvivere alla propria infelicità pregando di essere ancora vive domani.
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gregor-samsung · 1 year
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“ Ogni tanto accade di dover spiegare a qualcuno o a noi stessi che cosa sia il fascismo. E ci si accorge che è categoria molto sfuggente: non è solo violenza, perché ci sono state violenze di vari colori; non è solo uno stato corporativo, perché ci sono corporativismi non fascisti: non è solo dittatura, nazionalismo, bellicismo, vizi comuni ad altre ideologie. Talché si rischia in fin dei conti sovente di definire come "fascismo" l'ideologia degli altri. Ma c'è una componente dalla quale è riconoscibile il fascismo allo stato puro, dovunque si manifesti, sapendo con assoluta sicurezza che da quelle premesse non potrà venire che "il" fascismo: ed è il culto della morte. Nessun movimento politico e ideologico si è mai così decisamente identificato con la necrofilia eletta a rituale e a ragion di vita. Molta gente muore per le proprie idee, molta altra gente fa morire gli altri, per ideali o per interesse, ma quando la morte non viene considerata un mezzo per ottenere qualcos'altro bensì un valore in sé, allora abbiamo il germe del fascismo e dovremo chiamare fascismo ciò che si fa agente di questa promozione. Dico la morte come valore da affermare per se stesso. Non dico la morte per cui vive il filosofo, il quale sa che sullo sfondo di questa necessità, e tramite la sua accettazione, prendono senso gli altri valori; non dico la morte dell'uomo di fede, il quale non rinnega la propria mortalità e la giudica provvidenziale e benefica perché attraverso di essa arriverà a un'altra vita. Dico la morte sentita come "urgente" perché è gioia, verità, giustizia, purificazione, orgoglio, sia che venga data ad altri sia che venga realizzata su di sé. Ortega y Gasset ricordava che i Celtiberi erano l'unico popolo dell'antichità che adorasse la morte. Non dirò che i Celtiberi fossero archeologicamente fascisti, dico che fu in Spagna che apparve durante la guerra civile il grido "Viva la muerte!". Il fascismo primitivo ed eroico portò la morte sulla camicia e sul fez e nel colore stesso delle sue divise. Volle andare incontro alla morte con un fiore in bocca, parlò di sorella morte con accenti non francescani, se ne fregò della brutta morte (non credo che Matteotti, Rosselli o Salvo D'Acquisto se ne fregassero della morte bruttissima che fecero). E se mi dite che molte tradizioni religiose hanno elaborato rituali funebri in cui il senso della penitenza veniva fortemente inquinato dal gusto della necrofilia, diremo allora, in piena tranquillità, che anche là si annidavano i germi di un fascismo possibile, come nelle celebrazioni dell'olocausto e del karakiri della tradizione militaristica giapponese. Amare necrofilicamente la morte significa dire che è bello riceverla e rischiarla, e che ancor più bello e santo è distribuirla. Che solo la morte paga, meglio se quella altrui, ma al limite anche la propria, purché vissuta con sprezzo. “
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Brano tratto dall’articolo pubblicato su La Repubblica il 14 febbraio 1981 col titolo La voglia di morte, raccolto in:
Umberto Eco, Sette anni di desiderio. Cronache 1977-1983, Bompiani, 1983. [Libro elettronico]
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scogito · 4 months
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