A quel cazzo che hai passato. A come non ti contenevi la testa da quanto stava esplodendo. Da quanto fossi arrabbiatissima elevato al milione dei milioni, incontenibile, con un corpo troppo piccolo per tutta la negatività che avevi addosso. A tutti i capelli che ti sei strappata, a tutte le lacrime che hai pianto, alle urla che hai gridato, alle botte che ti sei data, alle testate al muro, alle cicatrici che ti sono rimaste. Allo schifo che ti sei fatta. Al panico che ti svegliava la mattina. Al nodo in gola che ti svegliava con il batticuore senza motivo. Ai sospiri lunghi che dovevi fare solo per riuscire a bere un po’ d’acqua, perché non riuscivi a deglutire. Tutto il giorno. Tutto il giorno. Tutto il giorno. Ai chili che hai perso, e anche a quelli che hai preso. Alle persone che ti hanno fatto stare malissimo, a tutti i tradimenti, all’insapettato nell’insaspettabile. Che probabilmente succederà ancora, perché non è vero che conosciamo tutto. C’è sempre qualcosa che ci sorprende alla fine, ma basta saperlo lasciar scorrere. Non attaccarsi, lasciarlo semplicemente ESSERE, e ESSERE TU PER PRIMA. Senza che tu sia ciò che vedi, o che senti. Restare in te, uscirci qualche volta ma tornarci sempre. Ricordati di cosa non vuoi essere, e sii ciò che decidi tu.
Io non voglio cambiarti, non sono nessuno per chiedertelo o importelo. Io voglio accettarti per come sei, a patto che anche tu faccia lo stesso con me. Non ti sto dicendo che sarà facile, ti sto dicendo che lo si fa insieme o non lo fa nessuno. Non sono disposta a percorrerla da sola questa strada.