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#alessandro benedetti
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alessandro x olivia
oh, I'm in trouble now come kiss me black and blue might last another round but I'm bound to fall for you.
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inmyvelvetdream · 5 months
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alessandro de benedetti fall 06
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garadinervi · 7 months
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Maria Lai, Il volo del gioco dell'oca (Edizioni AD Arte Duchamp, Cagliari, 2002), Museo dell'olio della Sabina, Castelnuovo di Farfa (RI), 2015 [Spazi Consonanti, Roma. © Archivio Maria Lai, Lanusei (NU)]
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Photographs: Alessandro Nanni, Spazi Consonanti (Giuseppe Benedetti, Jacopo Benedetti, Sveva Di Martino)
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clairemercie · 3 months
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Miss Salem 1692 (clockwise from top left): Alessandro de Benedetti SS 2003, Borbonese SS 2005, Alexander McQueen FW 2002, Thierry Mugler Haute Couture SS 1998, Valentino Haute Couture SS 2003, Paco Rabanne SS 2001, Anna Molinari FW 2004, Versace Menswear SS 2003
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judith-orshalimian · 5 months
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Alessandro de Benedetti Fall/Winter 2006-07 Details!
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uncannyarchive · 2 years
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Alessandro de Benedetti 
Fall 2006 Details
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modadivas · 1 year
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Alessandro De Benedetti “syn” Fall Winter 2023/24 collection
Leave a Commenton Alessandro De Benedetti presents “syn” the Fall Winter 2023/24 collection
Alessandro  De Benedetti ‘syn’ a performative sartorial collection with obscure-retro veins created in collaboration with Lineapelle READ MORE ARTICLE https://www.modadivasmagazine.com/en/2023/02/28/alessandro-de-benedetti-syn-autunno-inverno-2023-24-lineapelle/
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silviascorcella · 5 months
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Romeo Gigli a/i 20: i colori nascono dal sogno, i materiali dall’innovazione
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Il segreto per evitare il tranello e godere appieno il piacere del risultato è racchiuso nell’approccio. Mettersi all’affannosa e speranzosa ricerca di Romeo Gigli, l’autore ineguagliabile della propria maison ed elegante rivoluzionario della moda dell’ultima tranche del secolo scorso, dentro le attuali collezioni della label Romeo Gigli plasmate dalla cura creativa di Alessandro De Benedetti, sarebbe un’impresa per certi versi vuota e di certo fuorviante: perché il bello della bravura non è saper citare a modino, ma è saper bilanciare in un lucido gioco d’equilibri la coerenza con la propria personalità, che è unica per natura, e il rispetto per il valore grande dei codici di stile che hanno reso altrettanto unico il mondo Romeo Gigli.
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Dunque, il segreto è accostarsi alle creazioni Romeo Gigli silenziando il pregiudizio, cioè l’istinto a sovrapporre la storia passata con il racconto di stile che prosegue nei nuovi capitoli scanditi dalle ultime due stagioni, e affidarsi alla bravura di Alessandro De Benedetti. Alla sua abilità a bilanciare l’eredità importante della storia con la propria personalità: che nella passione per l’indipendenza delle espressioni creative come il cinema d’essai, la musica gotica, la femminilità vestita di un’apparenza sartoriale sofisticata mentre svela un’allure quasi surreale -come le donne firmate dal Thierry Mugler con cui ha mosso i primi passi professionali nella couture e quelle di Mila Schön con cui l’ha proseguita- fa risuonare la forza gentile eppur potentemente scardinante della visione indipendente e alternativa che ha sorretto e guidato l’unicità di Romeo Gigli.
E se tra le suggestioni allacciate a Romeo Gigli c’era il sogno, oggi è proprio nel sogno che Alessandro de Benedetti trova l’appiglio istintivo da cui ha tratto il fil-rouge creativo col quale ha costruito la collezione a/i 2020-21: “The Lysergic Side of Dreams”. Niente di forzatamente poetico, anzi: la suggestione si arricchisce di concretezza, perché è davvero nella libertà surreale della dimensione onirica che l’inconscio ha tracciato i bozzetti della visione della collezione, come risposta alla missione di rendere giusto omaggio alla memoria del Romeo Gigli e una giusta interpretazione contemporanea attraverso gli abiti.
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Accade così: tutto inizia dai colori, che nel Romeo Gigli di allora erano intensi, sempre inaspettati e diversi lungo le stagioni, ed ora attraverso il sogno si fanno ancora più intensi, più inaspettati e vividi, perché l’energia onirica intensifica tutto quel che incontra, e i colori li rende irreali, pressoché lisergici.
Nuance acide, come il giallo lime, il verde roulette, l’azzurro evidenziatore sottolineano rigori e morbidezze delle forme, giocano sulle fasce che intrecciano gli abiti al corpo, si fondono alla profonda esattezza sartoriale che costruisce capi che aspirano a stupire, certo, ma anche ad essere senza tempo. Accadono dunque sinergie stupefacenti tra immaginario in technicolor e maestria modellistica: come nel completo tinto di un giocoso rosa caramella, e assemblato con un serissimo sistema di 5 metri di crêpe tagliati a spicchi per creare micro ruote incastonate nella giacca e nel pantalone. Come nella breve serie dei gessati: frutto di combinazioni ingegneristiche dal punto di vista modellistico che consentono alle righe di combaciare perfettamente.
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Tra le suggestioni allacciate a Romeo Gigli c’era anche l’innovazione: che oggi si rinnova attraverso i materiali in un’opera di sperimentazione importante che si aggiunge alla sinergia di colori e sartorialità di cui sopra, e dà vita alla coppia trench e maxi-chiodo, entrambi tinti di verde giava, entrambi realizzati in un tessuto speciale, da una parte gommato anti-pioggia e dall’altra in misto cachemire, un materiale dalla doppia faccia molto tecnica e molto morbida realizzata in esclusiva con aziende tessili italiane.
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L’innovazione materica da vita anche al contenuto della micro-capsule “Oh Romeo”: qui i colori fluo ricolmano i maxi-piumini gonfi per ricordare la celebre forma a uovo, reversibil, doppiati in moiré e nylon stampato, e colorati con uno speciale enzima fluo che ravviva le vibrazioni cromatiche. Sempre qui sono raccolte le maglie rigorosamente fatte a mano in Abruzzo da artigiane abili al punto da realizzare la versione contemporanea, pixellata e fluorescente, di quegli antichi mosaici bizantini preziosi che Romeo ricreava nei suoi indimenticabili jaquard. 
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La dichiarazione d’intenti è lodevole: un prêt-à-porter scandito da 66 pezzi, costruito con capi che invitano ad essere amati, indossati, sfoggiati e custoditi senza alcun timore del tempo che passa, delle mode che rotolano veloci tra i capricci del gusto, di scadenze imposte dall’esterno. Perché il cuore che batte per la bellezza ha sempre ragione, e non ha scadenze di stagione.
Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
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driflloon · 1 year
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alessandro de benedetti ss04
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l-incantatrice · 6 months
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Aveva degli occhi davvero affascinanti.
Quei benedetti occhi che mi hanno tolto
il sonno in molte notti, che sono stati
il motivo di tante poesia; quei benedetti occhi che ancora oggi meritano di essere ricordati.
Alessandro Ammendola
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uispeccoll · 1 year
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Guest Post from John Martin Rare Book Room
Hardin Library for the Health Sciences
When classes visit, I usually set out several books on a particular subject or time period. Students often ask why some of the books are so much larger than others, especially if one of our "elephant" books is out - folios ranging roughly from 55 to 100 cm (22 to 39 in).
This got me thinking about just what our largest and smallest books might be. As of January 2023, the largest and smallest bound books in the JMRBR collection are the 1747 Tabulae sceleti et musculorum corporis human (76 cm/30 in) by Bernhard Siegfried Albinus (1697-1770) and the 1527 Anatomice, sive Historia corporis humani (11 cm/4 in) by Alessandro Benedetti (ca. 1450-1512), respectively.
ALBINUS, BERNHARD SIEGFRIED (1697-1770). Tabulae sceleti et musculorum corporis humani [Diagrams of the skeleton and muscles of the human body]. Printed in Leiden by Johannes & Herman Verbeek, 1747. 98 pages [40 illustrations]. 76 cm tall.
Let's start with our big book of anatomy. Bernhard Siegfried Albinus was a Dutch physician, anatomist, and professor of medicine who lived during the last half of the 17th century and the first part of the 18th. He was part of a physician anatomist family, along with his father, Bernhard Albinus, and brothers, Frederick Bernhard Albinus and Christiaan Bernhard Albinus.
Albinus started his studies at the University of Leiden at the age of 12. He studied under some of the most famous medical minds of the day, including Bidloo and Boerhaave, and eventually in Paris with Frederik Ruysch and Jacques-Bénigne Winslow. Albinus then succeeded his father as the professor of the practice of medicine at the University of Leiden, while his brother Frederick, succeeded Albinus as the chair of anatomy.
Albinus wrote many works, but none were as famous or controversial as the monumental Tabulae. It took twenty-two years to make and a great deal of Albinus's own money. He worked closely with the artist Jan Wandelaar to create the detailed and occasionally whimsical images in the book.
Albinus was driven to execute his vision for the book and was exacting in his work with Wondelaar. The work became so intense that Wondelaar eventually moved in with Albinus to expedite the process. Unlike many anatomists who published before Albinus, he was interested in creating an idealized form of human anatomy, "homo perfectus." This ideal, as Albinus saw it, meant assembling body parts from different cadavers into a single illustration instead of illustrating a single body.
To help maintain proportion and accuracy, Albinus and Wondelaar developed a hanging grid that was placed in front of the skeletons. To allow for close-up observation to capture finer details, a proportionally smaller grid was placed closer to the skeleton. With Albinus intensely controlling the details of the bodies, some have suggested that Wondelaar must have felt creatively stifled. With Albinus focused on the bodies alone, Wondelaar was then free to express his creativity through the backgrounds.
As can be seen in the illustrations above, he included elements of nature and classical architecture, the most famous of which is his scene including Clara the rhinoceros. Petrus Camper, a contemporary of Albinus and fellow famed Dutch anatomist, was Tabulae's greatest critic. He criticized the book for its method of assembling the "homo perfectus," but mostly for Wondelaar's backgrounds. I suspect Camper was no fun at parties.
BENEDETTI, ALESSANDRO (ca. 1450-1512) Alexandri Benedicti, physici, Anatomice, siue, Historia corporis humani ; ejusdem Collectiones medicinales, seu Aforismi [Anatomice, sive Historia Corporis Humani - Anatomy, or the History of the Human Body]. Printed in Paris by Simon Du Bois, 1527. 167 pages. 11 cm tall.
Now on to our tiny tome, Alessandro Benedetti's Anatomice, sive Historia Corporis Humani from 1527. Benedetti was born around 1450 near Verona, Italy. Unlike Albinus, Benedetti was not born into a medical family but rather a farming family. Regardless, he eventually made his way to Padua and earned his doctorate in medicine.
After practicing for many years in Greece, in 1490 he returned to Padua as the Chair of Anatomy and Surgery. Benedetti's lectures were popular attractions for students, other physicians, and the famous. The Holy Roman Emperor, Maximilian I (to whom Anatomice was dedicated) attended a lecture in which Benedetti dissected an abdomen. Along with many medical works, he authored a report on the First Italian War (1494-1495) recounting his observations as surgeon general for the League of Italian Princes (the Italian army taking on the invading French army of Charles VIII).
First printed in Venice in 1502, Anatomice, sive Historia Corporis Humani was a hit in the medical community. It deals with many medical and surgical subjects, including gallstones, the opening of the female urethral glands, the passage of the bile into the duodenum, the treatment of syphilis and blennorrhagia (it sounds bad - and it is: excessive discharge of mucus associated with gonorrhea), and a method for safely cutting out bladder stones.
Most notably, Benedetti includes a description of nasal reconstruction by means of a skin flap taken from the arm. The procedure is the same as the one the Branca family practiced in Sicily in the middle of the fifteenth century. The Brancas kept the operation secret and never published it. If this sounds familiar, that's because Tagliacozzi published this so-called "Italian" method in 1597 in his famous De curtorum chirurgia per insitionem which I profiled in the December 2021 newsletter. This method is most often referenced with Taglicozzi, but Benedetti profiled it almost 100 years before him!
Whereas Albinus's book is all about the illustrations, Benedetti's book focuses on the text. But that does not mean it is without fun imagery. The banner image at the top shows a few examples of the many delightful illustrated initials found throughout, except for the initial A which was left unadorned. Seems like an interesting creative choice. Or did something go wrong and the printer needed a quick replacement?
--Damien Ihrig, curator of John Martin Rare Book Room
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colonna-durruti · 1 year
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Alessandro Gilioli
Oggi Repubblica è in sciopero, o meglio era in sciopero ieri quindi non esce oggi.
In sostanza, nell'incontro con i giornalisti l'azienda ha ammesso che sta smantellando se stessa: per adesso sono in vendita i quotidiani locali (quelli che restano, molti sono già stati ceduti) poi si vedrà.
Fondamentalmente i giornalisti temono che alla fine anche Repubblica sarà venduta o svenduta, come un anno fa è successo con l'Espresso.
Da tre anni, circa, il proprietario del gruppo è John Elkann, che l'ha pagato meno di Cristiano Ronaldo.
L'ha comprato dai figli di De Benedetti, a cui il padre l'aveva incautamente regalato. Ai figli però non fregava nulla di fare giornali. Allora hanno preso i soldi di Elkann per liberarsene, facendo infuriare il padre che quindi ha fondato il Domani.
Perché Elkann tre anni fa si sia preso il gruppo è ancora incerto. Lui diceva di voler portare avanti il sogno dello zio, Carlo Caracciolo, che con Scalfari fu il cofondatore del tutto. Insomma una questione di affetti familiari. Più probabile che pensasse di ottenerne qualche utilità per il resto del suo impero, insomma "influenzare" - del resto i padroni dei giornali oggi sono tali solo per questo motivo, non è che ci fanno direttamente profitti.
Quello che è certo invece è che in tre anni Elkann non ne ha azzeccata una, a iniziare dalla scelta di un direttore di centrodestra, che ovviamente ha fatto scappare firme e lettori di sinistra (Scalfari, per capirci, parlava a lettori che andavano dal partito repubblicano alla sinistra extraparlamentare, passando per sinistra Dc, Psi, Pci, Partito Radicale. Ezio Mauro portò avanti questa grande apertura con il gigantesco ombrello collettivo dell'antiberlusconismo).
Oltre al direttore di Rep., Elkann ha cambiato anche il capoazienda, insomma l'ad, mettendoci un suo amico ed ex compagno di studi, peraltro fin lì ignaro di editoria. Adesso questo ad è anche a capo della Juventus. Non è chiaro come si sdoppi, peraltro in due campi che non conosceva. Caracciolo i giornali li conosceva e li amava. De Benedetti senior anche. Forse per fare bene un prodotto devi conoscerne e amarne la fabbricazione: in generale e non solo per l'editoria.
In questi anni tutti i quotidiani o quasi hanno perso moltissime copie, si sa che i giornali sono un mercato in declino. Repubblica però è riuscita a perderne quasi il doppio degli altri.
Sul crollo reputazionale e di autorevolezza, invece, non ci sono numeri: ognuno la pensi come vuole.
In compenso a Repubblica si fa un grandissimo parlare di digitalizzazione. Un piano digitale dopo l'altro. L'idea è di vendere contenuti on line, anche staccati dalla vecchia cornice dell'acquisto di un giornale come tale (cartaceo o su tablet che sia). Probabilmente è una buona idea, almeno così ci dicono alcune "case histories" all'estero. Resta da vedere cosa c'è in questi contenuti, perché poi alla fine conta quello: se sono vendibili o meno, se gli utenti li apprezzano, se se li comprano.
Vedremo. Nell'attesa si vendono al primo che passa giornali e giornalisti, cioè si mandano via produttori di contenuti.
Appena arrivato, Elkann si è liberato di MicroMega, considerato troppo di sinistra. Poi ha venduto l'Espresso al proprietario della Salernitana, che ha già fatto fuori il suo primo direttore, Lirio Abbate, che aveva preso il posto di Damilano. Adesso l'Espresso è diventato un'emulazione meno moderna e meno smart del settimanale Oggi. Il suo editorialista di punta è diventato Maurizio Costanzo, dove prima c'era Umberto Eco. Però è impacchettato bene perché gli sono rimasti un bravo art director e una brava photo editor, oltre ad alcuni bravi giornalisti che fanno il possibile
Negli ultimi mesi si sono diffuse voci che il proprietario della Salernitana si stia per comprare anche Repubblica.
Per ora l'azienda conferma solo di non avere più "un perimetro" di testate da mantenere, restando sul vago.
Di qui lo sciopero di oggi, anzi di ieri.
Per favore non scrivete qui sotto che Repubblica è brutta, vi fa schifo etc. Intanto perché non si bastona un cane che affoga. Ma soprattutto perché è stato un grande giornale, uno dei pezzi migliori della nostra società per quarant'anni - e l'Espresso per oltre sessanta.
Per me poi sono stati giornali formativi, da lettore, fin dalla prima adolescenza. Formativi anche della coscienza civile e politica.
E' stato un onore lavorare 18 anni all'Espresso. Quando ho firmato, nel 2002, volevo rimanerci per tutta la vita.
Poi le cose cambiano. E se vuoi far ridere Dio raccontagli i tuoi progetti, come dice un proverbio yiddish.
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ktsfnick · 4 months
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BAND INTRODUCTION #2
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TRICK OR TREAT
BASIC INFO
⛧origin
Italy
⛧year active
2002-present
⛧members
Alessandro Conti – vocals (2002–present)
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Guido Benedetti – guitar (2002–present)
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Luca Venturelli – guitar (2014–present)
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Leone Villani Conti – bass (2002–present)
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Luca Setti – drums (2011–present)
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⛧past members
Nicola Tomei – drums (2002–2006) Mirko Virdis – drums (2006–2011, died 2020) 🕯🕊 Luca Cabri – guitar (2002–2014)
⛧genre
power metal with mostly halloween themed songs
MY OPINION
⛧my top 5 songs:
Creepy symphony - Creepy symphonies (2022) Crazy - Creepy symphonies (2022) Have a nice judgemental day - A creepy night (2023) Aquarius: Diamond dust - Aquarius: Diamond dust (2023) Girl who just want to have fun - Evil needs candy too (2012)
⛧favourite album:
Creepy symphonies (2022)
⛧my opinion & how I found about them
In november I attended an Alestorm concert where they performed before the main act. They caught my attention with their two ghosts on stage and matching outfits, which I found really cool. Plus, the singer has a beautiful voice. Their songs are incredibly catchy. People say you can't dance to metal, but every time I hear them, I just want to dance, seriously. Even though they have some Halloween songs, I listen to them regardless of the season. I've heard they even have Christmas-themed songs and they have some regular-themed songs too!
PHOTO FROM 2008 VS FROM 2023
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(sadly i didnt find any older photos)
MORE PHOTOS 🕸
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(fcking photo limit)
LINKS
instagram facebook instagram Alessandro Conti instagram Guido Benedetti instagram Luca Venturelli instagram Leone Villani Conti spotify apple music official website
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garadinervi · 7 months
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Maria Lai, Il volo del gioco dell'oca (Edizioni AD Arte Duchamp, Cagliari, 2002), Museo dell'olio della Sabina, Castelnuovo di Farfa (RI), 2015 [Spazi Consonanti, Roma. © Archivio Maria Lai, Lanusei (NU)]
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Photographs: Alessandro Nanni, Spazi Consonanti (Giuseppe Benedetti, Jacopo Benedetti, Sveva Di Martino)
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lf-celine · 2 years
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a cura di Andrea Lombardi e Miriam Pastorino
PROFETI INASCOLTATI DEL ‘900
Disegni di Dionisio di Francescantonio
Progetto editoriale di Andrea Lombardi
Prefazione di Vittorio Sgarbi
La rassegna “Profeti inascoltati del Novecento” collega pensatori liberi ed eretici, conservatori di valori e non di costumi, e di integrità morale che costituisce l’unica forma possibile di pensiero, a un disegnatore che ne ha eseguito il volto, le ansie e le riflessioni, e ad altri scrittori che ne hanno interpretato lo spirito.  
Da Jünger a Conrad, da Pound a Borges, da Ennio Flaiano a Cristina Campo, da Bernanos ad Albert Camus. Un Olimpo siffatto, e spesso con gli stessi protagonisti, aveva illustrato, impavido, Tullio Pericoli. Oggi tocca a Dionisio di Francescantonio con il disegno e ad altri, come Stenio Solinas, con le parole. L’arte pretende quella libertà di espressione che personaggi scomodi come Louis-Ferdinand Céline, Hannah Arendt, Filippo Tommaso Marinetti, il cardinale Giuseppe Siri, hanno coraggiosamente e diversamente testimoniato, anche divisi dalle violentissime vicende storiche del Novecento. Non posso che guardare con favore, quindi, i ritratti – accompagnati dagli approfondimenti di apprezzati pensatori e amici come Pietrangelo Buttafuoco, Gianfranco de Turris, Luigi Iannone e altri – di Dionisio di Francescantonio, così vivi ed espressivi, lucenti nel buio di un’epoca senza maestri.  
Dalla prefazione di Vittorio Sgarbi
Sessantasei personalità fuori dagli schemi della cultura e dell’arte illustrate dai disegni di Dionisio di Francescantonio e dagli scritti di Eraldo Affinati, Roberto Alfatti Appetiti, Gianfranco Andorno, Giorgio Ballario, Simonetta Bartolini, Davide Brullo, Piero Buscaroli, Pietrangelo Buttafuoco, Antonio Caronia, Alfredo Cattabiani, Riccardo De Benedetti, Alain de Benoist, Gianfranco de Turris, Dionisio di Francescantonio, Rachele Ferrario, Fabrizio Fratus, Luca Gallesi, Alessandro Gnocchi, Luigi Iannone, Andrea Lombardi, Gennaro Malgieri, Gian Ruggero Manzoni, Valerio Alberto Menga, Adriano Monti Buzzetti Colella, Miriam Pastorino, Guido Pautasso, Roberto Pecchioli, Alex Pietrogiacomi, Elena Pontiggia, Marco Respinti, Emanuele Ricucci, Gianni Rondolino, Alberto Rosselli, Andrea Scarabelli, Adriano Scianca, Gian Paolo Serino, Giovanni Sessa, Vittorio Sgarbi, Luca Siniscalco, Stenio Solinas, Armando Torno, Manlio Triggiani, Gianluca Veneziani e Rodolfo Vivaldi.  
Brossura, 19x26, stampato su carta avoriata, 230 pagg. ill. in b/n fotografico e colori, Euro 29,00.
Un libro della collana OFF TOPIC di ITALIA Storica, Genova 2022.
ISBN 978-88-31430-22-7
https://www.amazon.it/inascoltati-Sessantasei-Francescantonio-approfondimenti-intellettuali/dp/883143022X/
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Alessandro de Benedetti, 2006,
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