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#alessandro de benedetti
inmyvelvetdream · 5 months
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alessandro de benedetti fall 06
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clairemercie · 3 months
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Miss Salem 1692 (clockwise from top left): Alessandro de Benedetti SS 2003, Borbonese SS 2005, Alexander McQueen FW 2002, Thierry Mugler Haute Couture SS 1998, Valentino Haute Couture SS 2003, Paco Rabanne SS 2001, Anna Molinari FW 2004, Versace Menswear SS 2003
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judith-orshalimian · 5 months
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Alessandro de Benedetti Fall/Winter 2006-07 Details!
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uncannyarchive · 2 years
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Alessandro de Benedetti 
Fall 2006 Details
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modadivas · 1 year
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Alessandro De Benedetti “syn” Fall Winter 2023/24 collection
Leave a Commenton Alessandro De Benedetti presents “syn” the Fall Winter 2023/24 collection
Alessandro  De Benedetti ‘syn’ a performative sartorial collection with obscure-retro veins created in collaboration with Lineapelle READ MORE ARTICLE https://www.modadivasmagazine.com/en/2023/02/28/alessandro-de-benedetti-syn-autunno-inverno-2023-24-lineapelle/
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silviascorcella · 5 months
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Romeo Gigli a/i 20: i colori nascono dal sogno, i materiali dall’innovazione
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Il segreto per evitare il tranello e godere appieno il piacere del risultato è racchiuso nell’approccio. Mettersi all’affannosa e speranzosa ricerca di Romeo Gigli, l’autore ineguagliabile della propria maison ed elegante rivoluzionario della moda dell’ultima tranche del secolo scorso, dentro le attuali collezioni della label Romeo Gigli plasmate dalla cura creativa di Alessandro De Benedetti, sarebbe un’impresa per certi versi vuota e di certo fuorviante: perché il bello della bravura non è saper citare a modino, ma è saper bilanciare in un lucido gioco d’equilibri la coerenza con la propria personalità, che è unica per natura, e il rispetto per il valore grande dei codici di stile che hanno reso altrettanto unico il mondo Romeo Gigli.
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Dunque, il segreto è accostarsi alle creazioni Romeo Gigli silenziando il pregiudizio, cioè l’istinto a sovrapporre la storia passata con il racconto di stile che prosegue nei nuovi capitoli scanditi dalle ultime due stagioni, e affidarsi alla bravura di Alessandro De Benedetti. Alla sua abilità a bilanciare l’eredità importante della storia con la propria personalità: che nella passione per l’indipendenza delle espressioni creative come il cinema d’essai, la musica gotica, la femminilità vestita di un’apparenza sartoriale sofisticata mentre svela un’allure quasi surreale -come le donne firmate dal Thierry Mugler con cui ha mosso i primi passi professionali nella couture e quelle di Mila Schön con cui l’ha proseguita- fa risuonare la forza gentile eppur potentemente scardinante della visione indipendente e alternativa che ha sorretto e guidato l’unicità di Romeo Gigli.
E se tra le suggestioni allacciate a Romeo Gigli c’era il sogno, oggi è proprio nel sogno che Alessandro de Benedetti trova l’appiglio istintivo da cui ha tratto il fil-rouge creativo col quale ha costruito la collezione a/i 2020-21: “The Lysergic Side of Dreams”. Niente di forzatamente poetico, anzi: la suggestione si arricchisce di concretezza, perché è davvero nella libertà surreale della dimensione onirica che l’inconscio ha tracciato i bozzetti della visione della collezione, come risposta alla missione di rendere giusto omaggio alla memoria del Romeo Gigli e una giusta interpretazione contemporanea attraverso gli abiti.
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Accade così: tutto inizia dai colori, che nel Romeo Gigli di allora erano intensi, sempre inaspettati e diversi lungo le stagioni, ed ora attraverso il sogno si fanno ancora più intensi, più inaspettati e vividi, perché l’energia onirica intensifica tutto quel che incontra, e i colori li rende irreali, pressoché lisergici.
Nuance acide, come il giallo lime, il verde roulette, l’azzurro evidenziatore sottolineano rigori e morbidezze delle forme, giocano sulle fasce che intrecciano gli abiti al corpo, si fondono alla profonda esattezza sartoriale che costruisce capi che aspirano a stupire, certo, ma anche ad essere senza tempo. Accadono dunque sinergie stupefacenti tra immaginario in technicolor e maestria modellistica: come nel completo tinto di un giocoso rosa caramella, e assemblato con un serissimo sistema di 5 metri di crêpe tagliati a spicchi per creare micro ruote incastonate nella giacca e nel pantalone. Come nella breve serie dei gessati: frutto di combinazioni ingegneristiche dal punto di vista modellistico che consentono alle righe di combaciare perfettamente.
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Tra le suggestioni allacciate a Romeo Gigli c’era anche l’innovazione: che oggi si rinnova attraverso i materiali in un’opera di sperimentazione importante che si aggiunge alla sinergia di colori e sartorialità di cui sopra, e dà vita alla coppia trench e maxi-chiodo, entrambi tinti di verde giava, entrambi realizzati in un tessuto speciale, da una parte gommato anti-pioggia e dall’altra in misto cachemire, un materiale dalla doppia faccia molto tecnica e molto morbida realizzata in esclusiva con aziende tessili italiane.
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L’innovazione materica da vita anche al contenuto della micro-capsule “Oh Romeo”: qui i colori fluo ricolmano i maxi-piumini gonfi per ricordare la celebre forma a uovo, reversibil, doppiati in moiré e nylon stampato, e colorati con uno speciale enzima fluo che ravviva le vibrazioni cromatiche. Sempre qui sono raccolte le maglie rigorosamente fatte a mano in Abruzzo da artigiane abili al punto da realizzare la versione contemporanea, pixellata e fluorescente, di quegli antichi mosaici bizantini preziosi che Romeo ricreava nei suoi indimenticabili jaquard. 
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La dichiarazione d’intenti è lodevole: un prêt-à-porter scandito da 66 pezzi, costruito con capi che invitano ad essere amati, indossati, sfoggiati e custoditi senza alcun timore del tempo che passa, delle mode che rotolano veloci tra i capricci del gusto, di scadenze imposte dall’esterno. Perché il cuore che batte per la bellezza ha sempre ragione, e non ha scadenze di stagione.
Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
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driflloon · 1 year
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alessandro de benedetti ss04
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colonna-durruti · 1 year
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Alessandro Gilioli
Oggi Repubblica è in sciopero, o meglio era in sciopero ieri quindi non esce oggi.
In sostanza, nell'incontro con i giornalisti l'azienda ha ammesso che sta smantellando se stessa: per adesso sono in vendita i quotidiani locali (quelli che restano, molti sono già stati ceduti) poi si vedrà.
Fondamentalmente i giornalisti temono che alla fine anche Repubblica sarà venduta o svenduta, come un anno fa è successo con l'Espresso.
Da tre anni, circa, il proprietario del gruppo è John Elkann, che l'ha pagato meno di Cristiano Ronaldo.
L'ha comprato dai figli di De Benedetti, a cui il padre l'aveva incautamente regalato. Ai figli però non fregava nulla di fare giornali. Allora hanno preso i soldi di Elkann per liberarsene, facendo infuriare il padre che quindi ha fondato il Domani.
Perché Elkann tre anni fa si sia preso il gruppo è ancora incerto. Lui diceva di voler portare avanti il sogno dello zio, Carlo Caracciolo, che con Scalfari fu il cofondatore del tutto. Insomma una questione di affetti familiari. Più probabile che pensasse di ottenerne qualche utilità per il resto del suo impero, insomma "influenzare" - del resto i padroni dei giornali oggi sono tali solo per questo motivo, non è che ci fanno direttamente profitti.
Quello che è certo invece è che in tre anni Elkann non ne ha azzeccata una, a iniziare dalla scelta di un direttore di centrodestra, che ovviamente ha fatto scappare firme e lettori di sinistra (Scalfari, per capirci, parlava a lettori che andavano dal partito repubblicano alla sinistra extraparlamentare, passando per sinistra Dc, Psi, Pci, Partito Radicale. Ezio Mauro portò avanti questa grande apertura con il gigantesco ombrello collettivo dell'antiberlusconismo).
Oltre al direttore di Rep., Elkann ha cambiato anche il capoazienda, insomma l'ad, mettendoci un suo amico ed ex compagno di studi, peraltro fin lì ignaro di editoria. Adesso questo ad è anche a capo della Juventus. Non è chiaro come si sdoppi, peraltro in due campi che non conosceva. Caracciolo i giornali li conosceva e li amava. De Benedetti senior anche. Forse per fare bene un prodotto devi conoscerne e amarne la fabbricazione: in generale e non solo per l'editoria.
In questi anni tutti i quotidiani o quasi hanno perso moltissime copie, si sa che i giornali sono un mercato in declino. Repubblica però è riuscita a perderne quasi il doppio degli altri.
Sul crollo reputazionale e di autorevolezza, invece, non ci sono numeri: ognuno la pensi come vuole.
In compenso a Repubblica si fa un grandissimo parlare di digitalizzazione. Un piano digitale dopo l'altro. L'idea è di vendere contenuti on line, anche staccati dalla vecchia cornice dell'acquisto di un giornale come tale (cartaceo o su tablet che sia). Probabilmente è una buona idea, almeno così ci dicono alcune "case histories" all'estero. Resta da vedere cosa c'è in questi contenuti, perché poi alla fine conta quello: se sono vendibili o meno, se gli utenti li apprezzano, se se li comprano.
Vedremo. Nell'attesa si vendono al primo che passa giornali e giornalisti, cioè si mandano via produttori di contenuti.
Appena arrivato, Elkann si è liberato di MicroMega, considerato troppo di sinistra. Poi ha venduto l'Espresso al proprietario della Salernitana, che ha già fatto fuori il suo primo direttore, Lirio Abbate, che aveva preso il posto di Damilano. Adesso l'Espresso è diventato un'emulazione meno moderna e meno smart del settimanale Oggi. Il suo editorialista di punta è diventato Maurizio Costanzo, dove prima c'era Umberto Eco. Però è impacchettato bene perché gli sono rimasti un bravo art director e una brava photo editor, oltre ad alcuni bravi giornalisti che fanno il possibile
Negli ultimi mesi si sono diffuse voci che il proprietario della Salernitana si stia per comprare anche Repubblica.
Per ora l'azienda conferma solo di non avere più "un perimetro" di testate da mantenere, restando sul vago.
Di qui lo sciopero di oggi, anzi di ieri.
Per favore non scrivete qui sotto che Repubblica è brutta, vi fa schifo etc. Intanto perché non si bastona un cane che affoga. Ma soprattutto perché è stato un grande giornale, uno dei pezzi migliori della nostra società per quarant'anni - e l'Espresso per oltre sessanta.
Per me poi sono stati giornali formativi, da lettore, fin dalla prima adolescenza. Formativi anche della coscienza civile e politica.
E' stato un onore lavorare 18 anni all'Espresso. Quando ho firmato, nel 2002, volevo rimanerci per tutta la vita.
Poi le cose cambiano. E se vuoi far ridere Dio raccontagli i tuoi progetti, come dice un proverbio yiddish.
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lf-celine · 2 years
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a cura di Andrea Lombardi e Miriam Pastorino
PROFETI INASCOLTATI DEL ‘900
Disegni di Dionisio di Francescantonio
Progetto editoriale di Andrea Lombardi
Prefazione di Vittorio Sgarbi
La rassegna “Profeti inascoltati del Novecento” collega pensatori liberi ed eretici, conservatori di valori e non di costumi, e di integrità morale che costituisce l’unica forma possibile di pensiero, a un disegnatore che ne ha eseguito il volto, le ansie e le riflessioni, e ad altri scrittori che ne hanno interpretato lo spirito.  
Da Jünger a Conrad, da Pound a Borges, da Ennio Flaiano a Cristina Campo, da Bernanos ad Albert Camus. Un Olimpo siffatto, e spesso con gli stessi protagonisti, aveva illustrato, impavido, Tullio Pericoli. Oggi tocca a Dionisio di Francescantonio con il disegno e ad altri, come Stenio Solinas, con le parole. L’arte pretende quella libertà di espressione che personaggi scomodi come Louis-Ferdinand Céline, Hannah Arendt, Filippo Tommaso Marinetti, il cardinale Giuseppe Siri, hanno coraggiosamente e diversamente testimoniato, anche divisi dalle violentissime vicende storiche del Novecento. Non posso che guardare con favore, quindi, i ritratti – accompagnati dagli approfondimenti di apprezzati pensatori e amici come Pietrangelo Buttafuoco, Gianfranco de Turris, Luigi Iannone e altri – di Dionisio di Francescantonio, così vivi ed espressivi, lucenti nel buio di un’epoca senza maestri.  
Dalla prefazione di Vittorio Sgarbi
Sessantasei personalità fuori dagli schemi della cultura e dell’arte illustrate dai disegni di Dionisio di Francescantonio e dagli scritti di Eraldo Affinati, Roberto Alfatti Appetiti, Gianfranco Andorno, Giorgio Ballario, Simonetta Bartolini, Davide Brullo, Piero Buscaroli, Pietrangelo Buttafuoco, Antonio Caronia, Alfredo Cattabiani, Riccardo De Benedetti, Alain de Benoist, Gianfranco de Turris, Dionisio di Francescantonio, Rachele Ferrario, Fabrizio Fratus, Luca Gallesi, Alessandro Gnocchi, Luigi Iannone, Andrea Lombardi, Gennaro Malgieri, Gian Ruggero Manzoni, Valerio Alberto Menga, Adriano Monti Buzzetti Colella, Miriam Pastorino, Guido Pautasso, Roberto Pecchioli, Alex Pietrogiacomi, Elena Pontiggia, Marco Respinti, Emanuele Ricucci, Gianni Rondolino, Alberto Rosselli, Andrea Scarabelli, Adriano Scianca, Gian Paolo Serino, Giovanni Sessa, Vittorio Sgarbi, Luca Siniscalco, Stenio Solinas, Armando Torno, Manlio Triggiani, Gianluca Veneziani e Rodolfo Vivaldi.  
Brossura, 19x26, stampato su carta avoriata, 230 pagg. ill. in b/n fotografico e colori, Euro 29,00.
Un libro della collana OFF TOPIC di ITALIA Storica, Genova 2022.
ISBN 978-88-31430-22-7
https://www.amazon.it/inascoltati-Sessantasei-Francescantonio-approfondimenti-intellettuali/dp/883143022X/
#louisferdinandcéline #hannaharendt #georgeorwell #orwell #orwell1984 #albertcamus #borges #ballard #conrad #bergman #dannunzio #orianafallaci #pound #ezra #ezrapound #ppp #pierpaolopasolini #pasolini #tolkien #ilsignoredeglianelli #lotr #lordofhterings
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Alessandro de Benedetti, 2006,
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reginadeinisseni · 6 months
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Il Caso Mattei - L'Intervista
TONINO GUERRA
Il caso Mattei è un film del 1972, diretto da Francesco Rosi e dedicato alla figura di Enrico Mattei, presidente dell'ENI, morto in un incidente aereo il 27 ottobre 1962.
Ha vinto il Grand Prix per il miglior film al 25º Festival di Cannes ex aequo con La classe operaia va in paradiso di Elio Petri.[1] Nello stesso festival Gian Maria Volonté, protagonista di entrambi i film, ebbe una menzione speciale.
Francesco Rosi
Soggetto
Tonino Guerra
, dal libro
L'assassinio di Enrico Mattei
di
Fulvio Bellini
e
Alessandro Previdi
Sceneggiatura
Tito Di Stefano
,
Tonino Guerra
,
Nerio Minuzzo
,
Francesco Rosi
,
Fulvio Bellini
(non accreditato),
Alessandro Previdi
(non accreditato)
Produttore
Franco Cristaldi
Fernando Ghia
Casa di produzione
Vides
Distribuzione
in italiano
CIC
Fotografia
Pasqualino De Santis
Montaggio
Ruggero Mastroianni
Musiche
Piero Piccioni
Scenografia
Andrea Crisanti
Interpreti
e
personaggi
Gian Maria Volonté: Enrico Mattei
Luigi Squarzina: il giornalista liberale
Gianfranco Ombuen: ingegner Ferrari
Edda Ferronao: signora Mattei
Accursio Di Leo: personalità siciliana
Furio Colombo: assistente di Mattei
Peter Baldwin: Mc Hale
Aldo Barberito: Mauro De Mauro
Alessio Baume: giornalista del "Time"
Arrigo Benedetti: sé stesso
Sennuccio Benelli: giornalista
Luciano Colitti: Irnerio Bertuzzi
Terenzio Cordova: funzionario di polizia
Umberto D'Arrò: giornalista
Thyraud De Vosjoli: sé stesso
Vittorio Fanfoni: giornalista
Gianni Farneti: giornalista
Felice Fulchignoni: personalità siciliana
Franco Graziosi: Ministro delle partecipazioni statali
Elio Jotta: gen. commissione d'inchiesta
Salvo Licata: giornalista
Giuseppe Lo Presti: personalità siciliana
Andrea Artoni: controllore di volo (sé stesso)
Dario Michaelis: ufficiale dei carabinieri
Camillo Milli: giornalista in televisione
Blaise Morrissey: petroliere americano
Michele Pantaleone: sé stesso
Ferruccio Parri: sé stesso (immagini di repertorio)
Renato Romano: giornalista
Francesco Rosi: sé stesso
Giuseppe Rosselli: giornalista
Jean Rougeul: funzionario americano
Ugo Zatterin: sé stesso
Edy Biagetti: guardia del corpo di Mattei
Doppiatori originali
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lamilanomagazine · 7 months
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Pesaro e Urbino: a Pergola il gran finale della Fiera Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato a ritmo di musica.
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Pesaro e Urbino: a Pergola il gran finale della Fiera Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato a ritmo di musica. "Sono state due domeniche straordinarie di fiera e di festa per la nostra città e il nostro territorio. E avere sullo stesso palco, insieme, le tre band di origini pergolesi che da anni portano la loro musica in giro per l'Italia è un grande orgoglio e sarà la ciliegina sulla torta di un'edizione veramente da ricordare" sono le parole di una raggiante Sabrina Santelli, assessora al Turismo e allo Sviluppo economico, e ideatrice dell'evento. "Siamo onorati e felici di suonare insieme ai nostri fratelli di musica, sul palco di casa e per un evento così importante tra la nostra gente, il nostro primo pubblico. In un certo senso è un cerchio che si chiude, visto che le nostre storie personali e artistiche si sono incrociate tante volte e hanno generato le tre band che vedete sul palco". Queste le parole di Mattia Priori, bassista e fondatore dei The Fottutissimi, la storica rock band che è stata portabandiera della musica live e inedita nella nostra regione, fino a vincere Rock Targato Italia e girare i club di tutto il Paese. Mattia è stato anche il primo bassista e fondatore degli Shampisti, la band capitanata dal pergolese Stefano Cuccaroni che da quasi 10 anni fa ballare e cantare le piazze di tutta la regione con i grandi successi della musica italiana e con i loro brani inediti, che li ha portati fino al palco dell'Ariston per le finali di Sanremo Rock. "E già, sembra ieri. E sembra l'altro ieri – ha continuato Stefano Cuccaroni – se penso a quando con Thomas Reggiani, durante un aperitivo in Piazza Fulvi fondammo un duo acustico dal nome "Il Diavolo e l'Acquasanta", quella che poi è diventata una band di riferimento nazionale per il rock'n'roll, lo swing e l'intrattenimento di tutta Italia, basti pensare ai grandi eventi del Caterraduno, del Summer Jamboree e dei festival del nord Italia"."Per non pensare poi a tutte le volte che abbiamo suonato insieme – interviene Thomas Reggiani – tra sostituzioni, esperimenti in parte riusciti, serate in amicizia. Basti considerare l'altro pergolese Andrea Balzary Marinelli, bassista e colonna portante degli Shampisti, con il quale per anni abbiamo suonato insieme. Pezzi di vita e di musica condivisi, che abbiamo il grande piacere di portare sul palco di Pergola insieme ai nostri compagni ormai pergolesi di adozione (Diego Brancaccio, Alessandro Mazzoli e Manuel Benedetti de Il Diavolo e l'Acqua Santa, Lello Landi, Antonio Andreoli e Michele Bellagamba dei The Fottutissimi, Stefano Tomassetti e Edoardo Gamurrini degli Shampisti)". L'appuntamento è fissato per domenica 15 ottobre in piazza Fulvi, dalle 16 fino alle 20, insieme anche al DjSet di Volumetrica. Sarà una bellissima domenica dal sapore di tartufo e di meravigliosa musica pergolese.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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fashionluxuryinfo · 7 months
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Eclipse on the Nile: Romeo Gigli Spring-Summer 2024
In a dimension beyond time, where the fabric of existence intertwines with the sublime, Alessandro De Benedetti creates a narrative enveloped in an aura of eternal elegance with Romeo Gigli’s Spring-Summer 2024 collection, “Eclipse on the Nile.” The 43 pieces of high sartorial craftsmanship unveiled for the new season create a perpetual contrast, boldly blending intense colors and pure fabrics. It is an ode to primordial antiquity and the poetry of the ’20s and ’30s, as if these elements were stolen from Agatha Christie’s tales.  https://www.fashionluxury.info/en/
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nicodsn · 1 year
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Sensualità e mistero incontrano l'eccentricità in SYN, la nuova collezione di Alessandro de Benedetti. Una rivisitazione moderna dello stile iconico di Thierry Mugler. 📸 @nicodsn x @globestyles_mag #SYN #AlessandroDeBenedetti #ThierryMugler #Fashionista #MilanoFashionWeek (presso Milan, Italy) https://www.instagram.com/p/Cqc2s25KZmQ/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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consetetur · 1 year
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when ur lover is not around, wear alessandro de benedetti fall 06
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driflloon · 1 year
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alessandro de benedetti ss04
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