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#altro
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"C'è un prima e c'è un dopo il dolore. Io ero un'altra persona, prima. E mi rimarrà per sempre il dubbio se il vero me stesso fosse il ragazzo incosciente di allora o l'adulto contorto che ne è seguito".
— Matteo B.Bianchi, "La vita di chi resta".
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foreverblondie23 · 7 months
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La curiosità nei confronti dell’altro è una profondissima forma d’amore.
Fabrizio De André
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perpassareiltempo · 1 year
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Questa tendenza a creare intorno a me un altro mondo, uguale a questo ma con altra gente, non ha mai lasciato la mia immaginazione.
Fernando Pessoa
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ragazzoarcano · 2 years
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“La curiosità nei confronti dell’altro è una profondissima forma d’amore.”
— Fabrizio De André
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serenamatroia · 6 months
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miss-laputa · 7 months
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Parole sante! 💕
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matteobeltrami · 1 year
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CARNY TALK Installazione di 20 maschere Noaddress Gallery Reggio Emilia 2022
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Ti va?
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liberecitazioni · 1 year
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Chi vuole mangiare il gheriglio deve rompere la noce
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Porta attenzione alla ricerca dell'essenziale e superamento del superfluo. È un lavoro interiore impegnativo, che implica pazienza, responsabilità, onestá e coraggio, per rompere il guscio di schemi e pregiudizi.
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spritzapeiron · 2 years
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Dov’è tuo fratello?
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Caino e Abele, il narcisista e l’altro
Il mito di Caino e Abele ci mostra nella sua attualità più sconcertante quel lato scabroso che investe ognuno di noi nel suo rapportarsi con l’altro. Infatti, dice bene Massimo Recalcati, psicanalista e saggista milanese, quando riportando l’interpretazione di Sant’Ambrogio, sostiene che c’è una parte di Caino e di Abele in tutti noi, simbolo di questa lotta mai sopita tra il nostro Io e l’altro. L’uomo è da sempre, infatti, caratterizzato da una duplice natura: da una parte quella spinta all’apertura nei confronti del mondo che ci circonda e ci orienta alla sua scoperta, dall’altra quella pulsione securitaria che ci fa temere l’ignoto e quindi l’altro perché potenziale minaccia per la nostra vita. Quest’ultima pulsione la possiamo chiaramente intravedere tra le maglie della società contemporanea; una società sempre più chiusa su se stessa, costruita sui divieti e sui confini che tanto politicamente vengono sfruttati proprio per soddisfare questa necessità che sentiamo in noi. È questa nostra naturale tendenza ad allontanare e rifuggire l’altro di cui Recalcati scrive nel suo saggio “Il gesto di Caino”, dove si trova a reinterpretare in chiave psicanalitica il mito biblico. In particolar modo si concentra su quel tentativo fallito di Caino di annientare quell’alterità, suo fratello Abele, causa prima della sua feroce invidia, non riconoscendo nell’altro però la sua natura insostituibile e fondante del nostro stesso essere. 
Secondo l’interpretazione Lacaniana, infatti, il desiderio umano è sempre contraddistinto da una mancanza mai colmabile né saziabile. A differenza dei bisogni che hanno una natura oggettuale in cui una volta ottenuto ciò che lo possa soddisfare si estingue (ho fame, mangio e mi sazio), il desiderio si muove sempre verso l’orizzonte dell’insoddisfazione. Esso non può trovare una banale soddisfazione di sé tramite un qualsiasi oggetto, ma è “abitato da una mancanza” costitutiva che fa si che si muova sempre verso nuove direzioni senza mai però colmare quel vuoto. Il desiderio si genera e rigenera indipendentemente dalla nostra volontà (non si può decidere cosa desiderare) e rende l’uomo inqueto, incapace di completare se stesso. Caino è dunque, come tutti noi, un uomo incompleto, mancante, il quale vede in Abele suo fratello l’essere che si frappone fra sé e il suo io ideale e completo. Lui vuole essere l’unico, mentre Dio lo costringe a constatare il contrario, non cogliendo che perdere l’unicità al mondo non vuol dire perdere valore, ma che invece il rapporto di fratellanza con l’altro può essere un’opportunità di comprensione di sé. L’altro quindi con la sua presenza lo riporta alla constatazione della sua incompletezza e dunque l’unica strada narcisisticamente percorribile è l’annientamento di Abele.
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David Scott, "Cain Degraded (Remorse)", 1831. Particolare
L’illusione di Caino sta proprio nella sua incapacità di ammettere questa sua “mancanza ad essere” e di conseguenza di ammettere di non poter essere senza l’Altro, simboleggiato dal fratello Abele. Ciò che sancisce questa nostra mancanza è proprio la Legge della Parola “che vincola il soggetto all’Altro” e che sancisce l’impossibilità di evitarlo in quanto il linguaggio, introducendo comunicazione, ha sempre a che vedere con un altro da me. Da qui origina la violenza perversa e narcisistica di Caino, che nel suo efferato gesto omicida infrange questa Legge nell’illusione di potersi realizzare come essere senza passare per “la faticosa e ineludibile mediazione dell’Altro”. Il tentativo di valicare questo limite imposto dalla Legge, coincide con l’aspirazione a divinizzare se stesso di Caino, a raggiungere Dio (unico essere completo), non rendendosi conto della fragilità della natura umana, mancante per definizione. 
“Si tratta di una promessa perversa […] raggiungere un godimento che escluda la separazione, un godimento assoluto, privo di mancanza, capace di cancellare la differenza, di abolire la distanza che separa l’uomo da Dio […]. L’Altro non serve, è solamente un ingombro.”
Il rifiuto incondizionato dell’altro, del diverso da noi conduce dunque alla violenza più efferata che rifiuta l’opportunità della parola, per annientare ciò che si oppone alla più cocente e dolorosa delle verità da accettare, cioè quella di non essere gli unici. Oggigiorno l’altro moderno può assumere diversi profili: il nostro rivale in amore, un collega di lavoro, lo straniero che invade i nostri confini… tutti elementi come ci insegna il racconto di Caino e Abele costitutivi della nostra vita e mai evitabili. Recalcati pone infatti l’accento proprio sull’Uno, l’unico, il solo, come la vera matrice della violenza e del razzismo e non sull’altro, il diverso, il nemico. La vera eredità del disperato e narcisistico gesto di Caino è proprio quel fondamentalismo più becero che mira a “cancellare la differenza, a unificare le lingue, fare esistere razzisticamente un solo popolo” in parole povere ad annientare il diverso ponendo la Verità nell’Uno, nell’unico. Caino è però in grado di superare questo impasse; dal suo gesto omicida riconosce il suo rifiuto dell’alterità e infine si rende responsabile del suo gesto facendosi uomo. Ciò che possiamo in ultima analisi cogliere è dunque che il diverso non risponde per forza al nemico, ma costituisce una parte invalicabile e insostituibile sempre presente nelle nostre vite. L’altro non è eliminabile e sarebbe folle pensare il contrario proprio perché è tramite lui che formiamo la nostra identità; per tutta la durata della nostra vita ci misuriamo infatti con le persone che ci circondano, a partire dalla famiglia e gli amici, e con un grande Altro che è la cultura e la società che abitiamo. Il riconoscimento del proprio Io, ci viene proprio dato da queste interazioni sociali, da quell’immagine riflessa di noi stessi che l’altro ci dona. Solo il narcisista Caino può pensare di poter essere indipendentemente dagli altri, coltivando un io illusorio che non può giocoforza rinunciare all’alterità; ammettere quel debito simbolico, invece, è fondamentale da riconoscere proprio per non cedere a quella pulsione securitaria che abita tutti noi e ci allontana da chi ci circonda. Se può esistere dunque un’alleanza con il prossimo, quella può esserci solo tramite la parola; parola che può costituire un’opportunità di dialogo, che ci salva dalla furia fratricida in-evitabile del rifiuto dell’altro perché “dove c’è violenza, manca sempre la parola”.
“Fratellanza è infatti l’indice del carattere insuperabile e vincolante della relazione con l’Altro, non tanto con il fratello di sangue, con il più prossimo, ma innanzitutto con lo sconosciuto, con il fratello che ancora non ha nome”
Leonardo Mosole
Fonti:
Massimo Reclacati - Il gesto di Caino
Leonardo Rigoni - «L’insondabile decisione dell’essere». Spunti per un’antropologia pedagogica - FrancoAngeli Editore - ISBN 9788835124740 - 2019
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afrotumble · 20 days
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Jay-Z Has Invested In Altro, a Finance App Helping Users Build Credit
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osappleobeneduci · 4 months
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COMUNICATO STAMPA/OSAPP- APPELLO URGENTE al PRESIDENTE del CONSIGLIO GIORGIA MELONI. SITUAZIONE INSOSTENIBILE
Nei giorni 13 e 14 dicembre 2023, un detenuto marocchino trentaduenne, trasferito dal Carcere di Biella a quello di Ivrea per ragioni di ordine e sicurezza, è stato al centro di un grave evento critico, già recidivo a tali eventi nei diversi Istituti Penitenziari del Piemonte. Il detenuto, precedentemente segnalato per comportamenti problematici, si è reso protagonista di un altro grave che ha…
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aitan · 9 months
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L’altro che abbiamo dentro di noi e si palesa attraverso i sogni per dirci cose di sé e di noi che non sappiamo o non vogliamo sentire.
L’altro che neghiamo e anneghiamo sotto la coltre del nostro quotidiano.
L’altro che qualche volta fa capolino in gesti inconsulti, parole involontarie, eruzioni cutanee ed erezioni incontrollate.
L’altro che qualche volta ci appare pacioso e serafico e qualche volta insinuante e demoniaco.
L’altro con cui da bambini parlavamo come ad un amico immaginario.
L’altro che combattiamo come un nemico silenzioso.
L’altro, l’altro che silenziamo per dichiarare inesistente.
L’altro, l’altro che c’è soprattutto quando non si vede e oggi si è manifestato di giorno per chiedermi di parlarvi di lui e ricordarvi che gli altri siamo noi e le cose sono più complicate di come sembrano e che lui c’è ed è ancora più forte dentro di voi, se voi non lo vedete o vi ostinate a fingere che non c’è e che tutto è alla luce di questi occhi che vedono sempre meno di quello che possono vedere.
[...]
Il resto l'ho detto qua, giusto un anno fa.
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ragazzoarcano · 1 year
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“La felicità non è altro che il profumo del nostro animo.”
— Coco Chanel
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flavia-portfolio · 10 months
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Grafica per Facebook/Instagram.
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