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#anni novanta
fashionbooksmilano · 4 months
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Tessuti Sondrio Spring Summer 1997
Research & Development
Tessuti di Sondrio, Sondrio 1997, 6 cartelle con 6 tavole ognuna, 25,5x35cm.
euro 80,00
email if you want to buy : [email protected]
Tendenze primavera estate 1997  : sei temi  Fascino esotico, Homo Ludens,  Il tennis, Il gran mondo, Gli oggetti, Il viaggio
orders to : [email protected]
03/01/24
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marcogiovenale · 9 months
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pod al popolo, #15_ poesia riconoscibile, poesia ri-conosciuta, e postpoesia
Su Snaporaz il 20 luglio è comparso questo articolo di Gilda Policastro: “Siamo in troppi a farmi schifo”: i poeti e il loro pubblico https://www.snaporaz.online/siamo-in-troppi-a-farmi-schifo-i-poeti-e-il-loro-pubblico/ Il 3 agosto Fahrenheit (RadioTre) invita lei a parlarne, insieme a Elisa Donzelli e Maurizio Cucchi (il link che segue è già predisposto per far iniziare la trasmissione nel…
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veroves · 1 year
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c'è willy wonka in tv. ed è subito
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deathshallbenomore · 2 years
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no no fermi tutti devo esternare questa cosa per vivere un momento di catarsi molto necessaria. una tizia che al primo anno di liceo fu forse la mia prima crush semi-consapevole [del tipo: quella ragazza di quinta è così cool wow incredible voglio un sacco essere come lei però la trovo anche molto bella, che cosa strana a cui non penserò assolutamente - ecco quel genere di crush semi-consapevole] non solo è diventata una trentenne rimasta alla passione per sole cose da adolescenti (primo colpo al cuore) ma si è pure sposata facendo un matrimonio a tema, e il tema era [redacted](ulteriore colpo al cuore, definitivo). mi sento male
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booksandcatslover · 1 year
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they gave me a pc to work from home instead of the small smartkey I've used for the last 2 yrs and a half and now I have to use this small tiny laptop that has half the monitor that I'm used to and a keyboard that's the smallest I've ever used, and I hate my effing job even more than usual
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givemeanorigami · 2 years
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Questa cosa che, a distanza di venticinque anni, ci siano ancora in giro i calendari con la mia foto a tre anni con, già allora, la resting face bitch anche nella foto con la nonna.
Era nella prima casa dove abitavamo, era a casa dei nonni, era da zia A, tenuto appeso ben oltre il 1997, e ora non c'è più niente e nessuno, ma quei calendari continuano a saltare fuori dai cassetti.
E non mi è neanche consentito bruciarli perché "guarda come eri carina!"... sembravo un bambino riccioluto incazzato.
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viendiletto · 4 months
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L’ultimo Tricolore nel cielo di Zara
Macerie. Macerie. Macerie. E dalle campagne le truppe partigiane di Tito che avanzavano verso la città deserta, abbandonata da quasi tutti gli abitanti dopo mesi di bombardamenti a tappeto.
Questo era ciò che vedeva dalla cima del campanile del Duomo di Zara il Tenente dei Carabinieri Ignazio Terranova il 31 ottobre 1944. Zara diventata la “Dresda dell’Adriatico” sotto i bombardamenti anglo-americani, la città italiana con più vittime civili in percentuale: il  10% dei suoi 20.000 abitanti morì sotto le bombe. Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi conferì la Medaglia d’Oro al Valor Militare al gonfalone della Città di Zara per ricordare il suo martirio, ma non è ancora stato possibile consegnare ufficialmente questa onorificenza.
Ancor prima che la motonave Toscana attirasse l’attenzione dell’opinione pubblica sull’esodo che si stava consumando da Pola nel dopoguerra, fu la nave Sansego a portare in esilio migliaia di zaratini a guerra in corso, con il rischio di attacchi aerei o di cannoneggiamenti partigiani dalla costa. Approdavano ad Ancona e Trieste i primi profughi di quello che sarebbe diventato l’Esodo di 350.000 istriani, fiumani e dalmati, mentre Zara, città simbolo della presenza italiana autoctona in Dalmazia, continuava a subire bombardamenti affinchè qualcuno potesse dire: “Zara è morta, d’ora in poi ci sarà solamente Zadar”.
Il nazionalismo croato dietro la bandiera rossa dell’esercito partigiano jugoslavo avrebbe così completato la snazionalizzazione della Dalmazia avviatasi con l’editto del Consiglio della Corona emanato dall’Imperatore asburgico Francesco Giuseppe il 12 novembre 1866.
In mezzo a questa desolazione e nel momento in cui Zara per prima tra le città italiane del confine orientale avrebbe sperimentato cosa significava “Liberazione” per i “titini”, il Tenente Terranova issò sul campanile del Duomo il Tricolore. Quel Tricolore, che nel novembre 1918 aveva salutato le navi della Marina da Guerra italiana che approdavano in città alla fine della Prima guerra mondiale, veniva esposto per l’ultima volta sul cielo di Zara. Nei giorni seguenti si avviò l’epurazione politica da parte dell’OZNA, la polizia segreta titoista, la quale fece rapidamente circa 200 vittime nel capoluogo dalmata tra deportati verso l’ignoto, annegati in mare con una pietra al collo (“il mare Adriatico è stata la nostra foiba” commentava Ottavio Missoni, esule dalmata e a lungo Sindaco del Libero Comune di Zara in Esilio) e fucilati, tra i quali Ignazio Terranova, il quale aveva in precedenza fatto parte del comitato clandestino antitedesco sorto in città.
Una storia che la nipote Maria Carmela Terranova ha voluto ricordare con un libro che è stato anche presentato alla Bancarella. Salone del libro dell’Adriatico orientale, una storia che ha portato al conferimento di un riconoscimento alla memoria nel corso delle cerimonie istituzionali del Giorno del Ricordo, una storia che vogliamo ricordare oggi, 7 gennaio, Giornata nazionale della bandiera.
Lorenzo Salimbeni
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mchiti · 5 months
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ho scoperto con ritardo che il fisioterapista personale di benji che aveva mostrato qualche storia fa è marocchino, è così che si sente quando vedi gli uomini bianchi a cui vuoi bene avere un minimo legame con la tua cultura. mi canti 5 secondi di khaled? ottimo. canti l'aziza che parla di marrakech. ottimo. hai il fisioterapista marocchino? sei khouya adesso semplicemente.
welcome to the clan
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adrianomaini · 1 year
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Il panorama politico italiano continua a presentare elementi di continuità
A partire dagli anni ‘60, diversi studiosi hanno sviluppato sistemi di classificazione del territorio nazionale in funzione dei rapporti di forze che esistevano allora tra i due principali partiti in competizione, Dc e Pci. Nella ricerca politologica, sulla scia delle ricerche dell’Istituto Cattaneo alla metà degli anni Sessanta si è ormai consolidata una ripartizione dell’Italia in zone…
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fashionbooksmilano · 4 months
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Les Copains
Foto Patrick Demarchelier
Progetto Grafico Cento per Cento Milano
B.M.V. Italia, Bologna s.i.d.., 40 pagine, 29,8x23,1cm,
euro 40,00
email if you want to buy [email protected]
Catalogo collezione Les Copains anni novanta con foto di Patrick Demarchelier
24/12723
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marcogiovenale · 2 years
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"ricerca letteraria", "spazio di ricerca": antonio porta, 1983
“ricerca letteraria”, “spazio di ricerca”: antonio porta, 1983
Il saggio sulle espressioni “ricerca letteraria” e “scritture di ricerca”, postato ieri, e uscito lo scorso anno nella sua prima parte, si interrompe con il 1980, circa. Devo assai energicamente ringraziare Chiara Portesine per avermi segnalato, in questi giorni in cui sto proprio rivedendo la seconda parte del saggio, uno straordinario – e limpidamente esplicito – articolo di Antonio Porta che,…
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bagnabraghe · 1 year
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Il panorama politico italiano continua a presentare elementi di continuità
A partire dagli anni ‘60, diversi studiosi hanno sviluppato sistemi di classificazione del territorio nazionale in funzione dei rapporti di forze che esistevano allora tra i due principali partiti in competizione, Dc e Pci. Nella ricerca politologica, sulla scia delle ricerche dell’Istituto Cattaneo alla metà degli anni Sessanta si è ormai consolidata una ripartizione dell’Italia in zone…
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sauolasa · 1 year
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Novanta anni fa la "grande carestia" in Urss
Secondo alcuni storici avrebbe causato più di 5 milioni di morti e sarebbe stata causata da Stalin, ma il dibattito storiografico è ancora aperto
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caoticoflusso · 12 days
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c’è un distacco fra giacca elegante ed outfit anni novanta molto nel chill ma non facciamoci caso
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blogitalianissimo · 2 months
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i pittura freska andarono a sanremo a fine anni novanta (?) con una canzone in veneto, quindi non sono rappresentate solo canzoni dal sud (com'è giusto che sia)
Ma spero pure che aumenti questo trend, considero le canzoni in dialetto/lingue minoritarie come le canzoni in lingua originale all'eur*vision, secondo me andrebbero solo ad arricchire la competizione
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