Trovo sempre bello immergermi in storie e canzoni che magari non sono propriamente mie ma comunque mi fanno sentire lo stesso parte di qualcosa. Prima dell’inizio della pandemia non sapevo niente di rap e così ho voluto dedicare quell’immenso tempo libero per cominciare a conoscere qualcosa - seppur in minima parte, ovviamente. Ho guardato documentari, ho letto storie, ho ascoltato l’origine di questo genere e ogni giorno sempre di più ha cominciato a fare parte della mia vita, forse accentuato dal fatto che vivo a Milano. Ho assistito a diversi concerti ma questo di stasera ha sancito sia un ritorno storico, i Club Dogo, sia la mia (seppure sempre minima) “appartenenza” a questo genere. Il rap ho imparato ad apprezzarlo, capirlo e giudicarlo lentamente, moooolto lentamente e alla fine ho capito che è il modo più diretto per vomitare tutto quello che hai in pancia, perché molto spesso abbiamo bisogno solo di questo.
“Mi avevan detto questo ghiaccio non lo scioglierai
Le tue strade saran sempre più fredde
è un compromesso come il cash che non basta mai
Le tue tasche saran sempre più strette.
Ma io mi sento come il sole che tra poco esploderà
"Sono convinto che senti scattare qualcosa non nella testa, ma direttamente nell'anima, quando scopri il posto al quale appartieni davvero. Puoi ignorarlo, però, sul serio, perché dovresti? "
Stephen King, Il telefono del signor Harrigan
"Un giorno ti sarà tutto più chiaro,
il canto si dispiegherà nel cuore e nella casa,
nel rifugio e nel tornado,
nel naufragio dell'esistenza
oserai attraversare le rive del mio canto,
e amerai quel luogo di dolce memoria
che soltanto
noi due conosciamo.
Frammentazione scandita di minuti rappresi
tra l'iride e la cornea.
Ho voluto affrontare la curva della tua schiena
con un leggero singhiozzo d'agenzia tenera.
Ho perso ogni fiducia possibile;
ma un giorno, tutto sarà limpido,
e così,
io mi sentirò d'appartenere
di nuovo a qualcosa".
“Se qualcuno vi si avvicina con un dono e voi non lo accettate a chi appartiene il dono?" , domandò il samurai. "A chi ha tentato di regalarlo" rispose uno dei discepoli "lo stesso vale per l'invidia, la rabbia e gli insulti" disse il maestro: quando non sono accettati continuano ad appartenere a chi li portava con sé.”