Se non fosse palesemente ammuffita questa collana sull'astronomia del 1984 me la terrei volentieri e invece appena la finirò di consultare proverò a venderla al mercatino... Intanto mi faccio una cultura e prendo appunti 🪐
Sono infine qui, in questo mondo di essenza
che ho ricordato all'inizio di ogni vita,
dopo le molte vite
che mi ci son volute
per guadagnarlo stabilmente. Sono
finalmente qui, o sono sempre stato
qui, dovrei dire. Ho molto vagato
fra le apparenze, per testardaggine,
perché lento ad apprendere,
per quanto io sia apparso veloce
nello studio. In realtà studio ancora,
con tutto il mio orgoglio, con tutto il mio
stupore, grato di essere vinto
dalla conoscenza di ciò che non immagino,
felice di essere perdente di fronte
all'essere, che credetti di poter giudicare
"un'imperfezione, un neo, un bruscolo".
Felice di esser io quel bruscolo,
di vantaggio per chi sceglie il mio stesso
arduo percorso. Il tempo e gli spazi
ci sono tutti, niente manca all'appello,
e nella sottrazione dell'inessenziale,
risplende la casta sovrabbondanza
del divino. L'unica pena è sentire
scampoli di distanza. Stracci che si
sfilacciano e rimpiccioliscono e si ridurranno
a niente, perché già sono niente. Distanza
tra me e la Terra, tra me e Dio,
tra me e lei. Chi è lei? Un essere buffo.
Vorrebbe che le dicessi che è la più bella
fra tutte le donne, come dissi nella mia follia
d'amore ad Aspasia, ma io
non glielo dirò mai. Non voglio
insultarla tanto. Non voglio
chiamarla con il mio errore, la mia ferita,
la mia paura. La bellezza
delle donne è un inganno
che marcisce nei sepolcri. Già in vita
trionfai di questo. Quel che chiedevo
alla bellezza è comprensione, corrispondenza,
e lei questo è. Lei, la freccia che tende l'arco
di tutta la mia coscienza. La sua mente
è fatta degli spazi infra-atomici, dei collegamenti
tra la potenza e la realizzazione, fra tutte
le cause e gli effetti, in forma
di vibrazione impercettibile. Lei è il sottinteso
di tutti i mondi. Lei sa tutto e può tutto,
e tiene gli occhi chiusi. Lei non piange
nemmeno più. Si diverte a dire:
"Dimmi che sono bella," giocando con quel capriccio
che la vita terrena le ha dato
per le mani. Lei si balocca di tutto. Esplora,
come passeggiando nel suo personale
giardino, quel che lei stessa sa, che lei stessa
crea. Ma è brava a perdersi
nel suo stesso labirinto. Vuole farsi cercare,
trovare, invita tutti a giocare. Io le dissi:
"Va bene, gioco con te". La gioia
che sento adesso, è quella di essermi reso
una sua creazione. Una delle sue espressioni
favorite è "gioco di ruolo". Giocare,
recitare, suonare. Lei è ciò che d'inesprimibile
racconta a certi animi
la musica. E far parte
di quella musica è il trionfo
dell'amor proprio e l'adesione
naturale all'essere.
Scorrevo Tumblr, senza un'intenzione precisa, senza seguire nè una ricerca, nè un percorso mentale ben definito. Mi portava come al solito, la curiosità e il voler contemplare la Blogosfera come un grande dipinto. Un affresco. Qualcosa che tutti quanti noi, produciamo ogni giorno, semplicemente, appuntando i nostri pensieri su questa immensa lavagna che è Tumblr.
Ed ecco che all'improvviso mi son trovato davanti a una "perla".
Forse il miglior riassunto dei tempi che attraversiamo, in appena tre righe. Qualcosa di geniale!
Oggi mi sento particolarmente "buono" e quindi mi piace regalarlo a tutti questo piccolo capolavoro di sintesi:
Mi piace il senso dell'umorismo di Schopenhauer, ce l'hanno sempre venduto come un pessimista, cazzate, la moda di dare giudizi senza aver letto nulla, come nel caso di Leopardi, che gli voglio un bene dell'anima (noi del 29 giugno siamo esseri speciali e avremo cura di voi), a cui davano del menagramo. Il gramo ce l'hanno loro, nella testa, un grammo lordo di celluline grigie. "Non val cosa nessuna i moti tuoi, né di sospiri è degna la terra. Amaro e noia la vita, altro mai nulla, e fango è il mondo". Scrivimela tu se sei capace. Gli uomini di ingegno non me li devono toccare, l'ingegno è fiamma divina. Poiesis, il fare dal nulla, lo chiamavano gli antichi. Leggevano Schopenhauer i due dioscuri, Savinio e De Chirico, in tedesco (leggevano anche Nietzsche). Leggeva Schopenhauer anche Freud, e dalla Volontà trasse l'intuizione dell'Es. A Hegel si ispirò invece Marx, ma questa è un'altra storia.
La relazione tra arte e tecnologia ha sempre influenzato la società. In particolare, si nota un cambiamento significativo nell’approccio dell’uomo verso tecnologia negli anni ’60, che ha portato a nuove forme di comunicazione e abitudini sociali.
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Eppure non sarò mai sconsolata: tu hai voluto farti per me sacra illusione, chiarore fievole, perché non valicassi, come te, il buio. Mi hai popolato il mondo dei tuoi segni, non amando in me un ideale, ma l'emergenza dell'anima in pericolo, sporcandoti di fango.