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#arte del Settecento
michelangelob · 4 months
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La Scultura del giorno: il monumento funebre di Galileo Galilei e la sua travagliata esecuzione
Era l’8 gennaio del 1642 quando Galileo Galilei, padre della scienza moderna, morì ad Arcetri. Era nato a Pisa tre giorni prima che io passassi a miglior vita a Roma. Fummo contemporanei per soli tre giorni: dal 15 al 18 febbraio del 1564 ma le nostre sepolture si trovano l’una dinnanzi all’altra, nella Basilica di Santa Croce a Firenze. Vincenzo Viviani, il discepolo più giovane di Galileo…
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manuelbazar369world · 7 months
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fashionbooksmilano · 11 months
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L’arte della moda
L’età dei sogni e delle rivoluzioni 1789-1968
A cura di Cristina Acidini, Fabiana Giacomotti, Fernando Mazzocca
Dario Cimorelli Editore, Milano 2023, 384 pagine, 400 ill. col., 23 x 28 cm, ISBN  9791255610014
euro 34,00
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Mostra Forlì, Musei San Domenico, 18 marzo - 2 luglio 2023. A cura di G. Brunelli e F. Mazzocca
La moda dipinta, ritratta, scolpita, realizzata dai grandi artisti. L'abito che modella, nasconde, dissimula o promette il corpo. L'abito come segno di potere, di ricchezza, di riconoscimento, di protesta. Cifra distintiva di uno stato sociale o identificativa di una generazione. La moda come opera e comportamento. L'arte come racconto e come sentimento del tempo. Dal Settecento a oggi, la mostra ricostruisce e racconta un inedito e affascinante viaggio tra due arti sorelle. Nel Settecento la moda diventa moderna e diffusa tra classi sociali diverse. L'abito come oggetto di consumo modifica lentamente l'organizzazione della distribuzione, sempre più caratterizzata, soprattutto nelle città, da luoghi fissi. Nascono i negozi. La ricerca dei materiali rivoluziona il mondo produttivo e quello commerciale fino alle attuali soluzioni tecnologiche. Dalla fine dell'Ottocento il rapporto tra arte e moda va incrementandosi in un gioco delle parti che porterà la moda stessa a diventare un'arte, a essere uno sguardo sulle cose del mondo come la filosofia, la letteratura, il cinema. Nel Novecento le vicende della moda si sono confuse con i temi della politica, del cambiamento sociale.
Opere di Reynolds, Batoni, Hayez, Canova, Molteni, Sala, Boldini, Lega, Signorini, Borrani, Caillebotte, Tissot, Sargent, De Nittis, Zandomeneghi, Corcos, Bonzagni, Boccioni, Balla, Severini, Bucci, Casorati, Martini, de Chirico, Melotti, Fontana, Campigli, Mondrian, Picasso, Matisse, Delaunay. Abiti e accessori di Maison Collot, Lanza, Sartoria Ventura, #Poiret, #Fortuny, #Balla, #Depero, #Chanel,# Lanvin, #Worth, Monaci Gallenga, #Dior, #Ferré, #Valentino, #Ferragamo, #Capucci, #Schon, Marucelli,#SaintLaurent #Yamamoto, Balestra.
19/05/23
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Benvenuto nell'incantevole mondo di Villa Pisani: oltre 100 stanze si aprono dinanzi a te, pronte a svelare segreti e splendori di un'epoca passata.
Ma il vero cuore pulsante di Villa Pisani risiede nelle sue affascinanti opere d'arte, autentiche gemme del Settecento e Ottocento. E fra tutte, c'è un capolavoro da non perdere: è un affresco di Gianbattista Tiepolo ed è dedicato alla Gloria della famiglia Pisani. Quest'opera straordinaria, affrescata con maestria sulla volta della sontuosa Sala da Ballo, rapisce lo sguardo e commuove l'anima con la sua bellezza senza tempo. ✨🎨
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Welcome to the enchanting world of Villa Pisani: more than 100 rooms open before you, ready to reveal secrets and splendors of a bygone era.
But the real beating heart of Villa Pisani lies in its fascinating works of art, authentic gems of the 18th and 19th centuries. And among them all, there is a masterpiece not to be missed: it is a fresco by Gianbattista Tiepolo and it is dedicated to the Glory of the Pisani family. This extraordinary work, masterfully frescoed on the vault of the sumptuous Ballroom, catches the eye and moves the soul with its timeless beauty. ✨🎨
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📍 Stra - Riviera del Brenta | Venezia
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biancheriaecotone · 2 months
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Esplorando la Storia Tessile del Piemonte: Un Viaggio Attraverso il Tempo e lo Spazio
Il tessile nel Piemonte ha una storia ricca e affascinante che si estende per secoli, caratterizzata da un'importante produzione tessile che ha contribuito al patrimonio culturale e industriale della regione. In questo articolo, esploreremo le tappe salienti della storia tessile piemontese, dai fasti del Settecento fino ai giorni nostri.
Nel Settecento, Torino emerge come un centro di produzione tessile di rilievo, accanto a Napoli, producendo arazzi di grande valore artistico destinati a decorare il Palazzo Reale. Oggi, il percorso museale di Torino offre un'opportunità unica per ammirare questi arazzi, che raffigurano paesaggi rurali e scene tratte da opere letterarie celebri come il Don Chisciotte.
Appena fuori da Torino, a Chieri, si trova l'Ecomuseo del Tessile, che racconta la storia tessile locale dal Medioevo alla fine dell'Ottocento. Questo complesso offre una panoramica completa della storia tessile chierese, con collezioni e strutture che permettono ai visitatori di immergersi nell'arte e nella tecnica del tessile.
Le Biennali d'Arte di Chieri promuovono la Fiber Art, un'espressione artistica che si distacca dai canoni convenzionali, dando vita a opere originali e suggestive. Il Museo del Tessile, con il ciclo di conferenze "Ars et Industria", approfondisce gli aspetti tradizionali e contemporanei del settore, offrendo una prospettiva ampia e approfondita sulla storia tessile piemontese.
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Biella, conosciuta come la "capitale del tessile", ha una storia tessile antica e gloriosa. Grazie alla sua posizione geografica ai piedi delle Alpi, Biella è stata un centro di produzione tessile fin dall'epoca pre-romana. Oggi, la provincia di Biella produce circa il 40% della stoffa pregiata nel mondo, confermandosi come un polo industriale di prim'ordine nel settore tessile.
Il DocBi e il Politecnico di Torino hanno creato l'itinerario "Strada della Lana", che porta i visitatori alla scoperta della nascita dell'industrializzazione tessile. Lungo questo percorso, è possibile visitare luoghi significativi come il lanificio fondato a Trivero nel 1910 da Ermenegildo Zegna. La Fondazione Zegna, erede di questo patrimonio tessile, promuove progetti artistici e ambientali che valorizzano il territorio e la sua storia.
Fino alla fine del 2021, Casa Zegna ospita l'installazione artistica di Laura Pugno "Fading Loss – Cronache dal Bosco", che esplora il rapporto tra uomo e natura. Tornati a Torino, consigliamo di esplorare Laborabilia, un atelier dedicato alla moda sostenibile, che rappresenta un ulteriore esempio di come la tradizione tessile si coniughi con l'innovazione e la sostenibilità.
In conclusione, la storia tessile del Piemonte è un viaggio affascinante attraverso il tempo e lo spazio, che testimonia la ricchezza e la diversità di questa regione e il suo contributo al patrimonio tessile mondiale.
ragncampagnin
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dettaglihomedecor · 2 months
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Palazzo Presta, un Boutique hotel di charme dall’animo nomade
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A Palazzo Presta, nel Salento, lo studio di progettazione milanese Atelier P richiama il fascino del viaggio con elementi eclettici e senza tempo. Si può viaggiare restando fermi. Accade a Palazzo Presta, Boutique hotel di charme a Gallipoli, in Salento, trasformato da Atelier P in una stazione obbligata per i globetrotter, invitati ad attraversare una piccola porta per trovare un grande percorso su più livelli: temporale, architettonico, emozionale.
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Storia e ristrutturazione di Palazzo Presta
Appartenuto nel Settecento al medico e agronomo Giovanni Presta, nel 2017 l’edificio conosce una nuova destinazione d’uso senza dimenticare lo spirito che animava questo luogo. Un tempo l’antico proprietario apriva le porte ai suoi concittadini per dispensare cure e consigli. Nel progetto di ristrutturazione dello studio milanese, quel senso di protezione e relax torna ad albergare tra le antiche pareti richiamando turisti da ogni parte del mondo. Gli Architetti Mattia Pareschi e Luca Piccinno, e l’interior decorator Alessandro Mario Cesario, intervengono a consolidare le strutture, i solai, fanno riaffiorare il tufo pugliese, valorizzano le volte, creano volumi che dialoghino con quelli originali.
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Il risultato è un esempio di hospitality dal sapore internazionale che sedimenta l’idea di un percorso a ritroso, nella storia del territorio e in quella personale di ciascun ospite, grazie a tessuti, colori, in un’architettura lineare e ricca di dettagli che si mescola a oggetti di design nomade che offrono una sintesi geografica del globo. Palazzo Presta si presenta come un hub creativo dove Atelier P riesce a far abitare “il viaggio” solo guardandosi attorno.
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Dieci camere, ciascuna con la propria personalità e tonalità
Le dieci camere, distribuite su due piani, sono mappe eccentriche, ciascuna con un proprio nome e una propria personalità, offrono ricordi e suggestioni in ordine sparso, solo apparentemente casuale. Perché ogni dettaglio è studiato, composto, perfino disegnato per una personalizzazione massima dell’ambiente. Un concept realizzato da mani artigiane del luogo, cui Atelier P guarda come plusvalore e necessaria cultura d’impresa.
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Così, testate e letti escono dalle “officine” di TAULA INTERIORS, mentre le lampade in tessuto – lampadari, applique e abat jour in stile art déco - sono di MAURIZIO BELLACCI. Quelle in vetro portano la firma di New Fashion Glass. I rivestimenti degli imbottiti e le tappezzerie arrivano da archivi di importanti tessiture a garanzia di unicità.
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Mix di materiali antichi e contemporanei
La scala principale in pietra leccese è stretta tra muri trattati con la velatura per far emergere tono e valore delle preesistenze. Sempre al piano terra, il vano ascensore è costruito ex novo e guarda una volta in cemento armato, innesto che sottolinea la relazione tra storico e contemporaneo nel progetto di restyling.
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La matericità è un nervo da scoprire in ogni angolo, si rivela nei pavimenti di cementine, originali all’entrata o nuove, di MARRA pavimenti, con decorazioni diverse per ciascuna camera La scelta delle velature garantisce quel sapore di vissuto che permette ad ATELIER P di azzardare con colori e texture dall’effetto tattile.
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I bagni sono cubi immessi nello spazio, forme basiche che esaltano l’espressività delle volte e creano un’originale sequenza di forme. I sanitari, classici, li porta SIMAS. FIAS cura serramenti e lavori in ferro.
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Terrazza e rooftop di Palazzo Presta
Il racconto di questa fascinazione per un interior che sia insieme nostalgia e modernità, prosegue anche all’esterno di Palazzo Presta. Per la terrazza comune, al primo piano, Atelier P utilizza vasi di manifattura locale riempendoli con palme di grandi dimensioni come sostenibile separé. Al livello superiore, oltre alle camere, si apre il rooftop vista mare, la terrazza LAURUS, un’esperienza per gli occhi e il palato. Nella stagione estiva è qui che si trasferiscono le colazioni, che si apprezza quell’atmosfera da vecchio club per viaggiatori.
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L’anima in acciaio Corten del Bar rimanda al volto ricercatamente délabré del palazzo e il bancone in marmo Emperador all’eleganza senza tempo. Uno spazio en plein air con divanetti in okume’ e panchine in tufo salentino dotate di cuscini a strisce bianche e marroni che ricordano le sdraio degli anni Settanta. Completa l’intramontabile Peacock, qui nella versione in nero, ispirata alla seduta inglese Windsor. E se proprio non si vuole scendere in spiaggia, il viaggio prosegue sull’altana, comodamente adagiati sui lettini del solarium, stesso motivo a righe, stesso comfort. www.palazzopresta.it   Read the full article
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lamilanomagazine · 4 months
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Verona, conferenza dei musei civici, quarto appuntamento con la mostra dell'accademia Carrara di Bergamo
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Verona, conferenza dei musei civici, quarto appuntamento con la mostra dell'accademia Carrara di Bergamo Martedì 9 gennaio, alle 17.30, nella Sala Convegni della Gran Guardia, si terrà il quarto appuntamento con le conferenze dei Musei Civici 2023-2024. I relatori Elena Lissoni, storica dell'arte, e Paolo Plebani, Conservatore dell'Accademia Carrara di Bergamo, interverranno sulla mostra allestita all'Accademia Carrara di Bergamo fino al 25 febbraio 2024 dal titolo "Tutta in voi la luce mia. Pittura di storia e melodramma". A partire dalla fine del Settecento e con un grande slancio nell'Ottocento romantico, le vicende e i protagonisti della storia moderna si impadroniscono dell'immaginario collettivo occidentale. Il romanzo storico, la pittura storica e il melodramma alimentano la passione per la storia e decretano la popolarità di nuovi eroi pronti a soppiantare quelli della mitologia e dell'antichità.La mostra "Tutta in voi la luce mia. Pittura di storia e melodramma", visitabile fino al 25 febbraio, rappresenta questa singolare temperie. I capolavori di Francesco Hayez, Michelangelo Grigoletti, Francesco Coghetti, Domenico Induno documentano la fortuna trasversale di certi temi e personaggi rievocati tanto nelle tele quanto sulle scene. La città di Bergamo e l'Accademia Carrara sono la sua sede ideale perché patria di Gaetano Donizetti, uno dei maggiori protagonisti, con Gioachino Rossini, Vincenzo Bellini e Giuseppe Verdi, di una stagione unica che ha visto l'affermazione dell'opera italiana nel mondo. Elena Lissoni - É specializzata nella storia del gusto e del collezionismo dell'Ottocento, collabora con Fernando Mazzocca presso le Gallerie d'Italia a Milano, l'Accademia Carrara di Bergamo, i Musei di San Domenico a Forlì. Dal 2011 al 2020 è stata consulente scientifico di Fondazione Cariplo. Paolo Plebani - É storico dell'arte, specializzato in pittura veneta tra XVI e XVIII secolo, conservatore all'Accademia Carrara di Bergamo. Tra i suoi lavori, molte collaborazioni con saggi e schede di catalogo a mostre. Le conferenze si svolgono in presenza nella Sala Convegni al Palazzo della Gran Guardia, piazza Bra, Verona (la sala è accessibile anche tramite ascensore). L'accesso è consentito fino ad esaurimento dei posti disponibili e ai partecipanti verrà rilasciato un attestato di frequenza (la partecipazione alla conferenze dovrà essere comprovata dalla firma all'inizio e al termine di ogni incontro). I prossimi appuntamenti: - Martedì 13 febbraio 2024 - Rosso, bianco e altro ancora: la storia dell'abito da sposa, con Alessandra Zamperini, Università di Verona, Storia dell'Arte Moderna; - Martedì 12 marzo 2024 - Scoperte nella pittura veronese dell'Ottocento, con Sergio Marinelli, Storico dell'arte; - Martedì 30 aprile 2024 - I tesori archeologici del Museo di Storia Naturale, con Nicoletta Martinelli, Museo di Storia Naturale di Verona; - Martedì 7 maggio 2024 - Ritrovare uno spazio. Riflessioni intorno ai musei di arte contemporanea, con Luca Bochicchio, Università di Verona, Storia dell'arte contemporanea e Monica Molteni, Università di Verona, Storia delle tecniche artistiche e del restauro.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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personal-reporter · 5 months
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Mostra di presepi 2023 al Molinetto della Croda
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Dall’8 dicembre al 4 febbraio 2024, la tradizione del presepe rivive al Molinetto Della Croda di Refrontolo, in provincia di Treviso con una nuova raccolta di opere del territorio veneto, ricco di arte e cultura, che giunge alla 26° edizione. Molte sono le famiglie che si sono succedute nella gestione del mulino, oltre alla presenza tedesca e austro-ungarica durante il primo Conflitto mondiale. Infatti  i soldati avevano scelto il luogo come sede dei propri accampamenti, sia per la presenza dell’acqua, utile per l’igiene personale, che per la possibilità di produrre farina di mais, necessaria alle esigenze alimentari. Tra gli eventi importanti avvenuti nel luogo ci fu l’arrivo degli attori Laura Antonelli e Marcello Mastroianni, che nel 1976 furono impegnati nelle riprese del film Mogliamante, dove il Molinetto fu trasformato in una locanda per esigenze cinematografiche, senza dimenticare le  visite del poeta Andrea Zanzotto e del critico d’arte Philippe Daverio. Si crede la zona del mulino fosse frequentati  fin dall’antichità, per sfruttare la potenza del flusso d’acqua presente, mentre i più antichi proprietari del Molinetto di cui è appresa l’esistenza furono i nobili Battaglia nel Seicento. Tra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento ci lavorò il mugnaio Pietro Antonio Zannoni, seguito da Simone Corbanese “Nascinben” e Anna Colomberotto alla fine dell’Ottocento, poi ai primi del Novecento vi si stabilì la famiglia di Pietro Morgan e Luigia Dal Vecchio, cui seguirono Sante Dal Toè e Carolina Corbanese “Nascinben” e poi a Giacomo Favero ed Emma Zanchetta. La famiglia di mugnai del secondo Novecento fu quella dei Morgan, mentre l’ultima dei molinari a lasciare il luogo fu Enrica Zanardo nel 1973. Dal 1973 il mulino rimase disabitato, per poi cadere in uno stato di abbandono, fino al restauro delle strutture portanti, avvenuto dal 1984 al 1986, grazie al proprietario di allora, l’imprenditore Lorenzo Giomo. Il restauro definitivo iniziò nel 1991 grazie al Comune di Refrontolo, nuovo proprietario del mulino, con l’inaugurazione dell’intervento fatto nel 1995 durante l’amministrazione di Pietro Lorenzon. Orari: Venerdì e sabato dalle 14:30 alle 17:30 e domenica e festivi dalle 10:30 alle 18. Read the full article
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pikasus-artenews · 5 months
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PITTORI DEL SETTECENTO TRA VENEZIA E IMPERO. Arte attraverso i territori del Friuli Venezia Giulia (Unica mostra distribuita su due sedi)
Una mostra che mette in luce i tanti e importanti rapporti artistici tra Venezia, la patria del Friuli e l’impero asburgico
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parmenida · 6 months
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#IdentitàPartenopea
NAPOLI 💙⚜
Città bistrattata, sottovalutata e abbandonata al giogo della criminalità organizzata. Ma Napoli non è così e non fu così. Lo è diventata. Metropoli brillante, aristocratica e colta, luogo d’incontro di svago e del bel mondo, viva e felice sotto la dinastia dei Borbone che inizia nel 1734 quando Carlo di Spagna conquista i regni di Napoli e Sicilia sottraendoli alla dominazione austriaca. Incoronato nel 1735 re delle Due Sicilie a Palermo, sceglie Napoli, come capitale del regno. Considerata dalla corte di Vienna un regno lontano e poco degno di prestigio…quasi fossero “le Indie”, Napoli in realtà era una magnifica metropoli di arte e cultura del Sud, per il Sud, per l’Europa, per il mondo, intorno alla quale si raccoglieranno ben presto letterati, filosofi e architetti provenienti da tutta Italia.
Il “buon re”, così come veniva chiamato Carlo di Borbone, farà venire a Napoli il toscano e saggio Bernardino Tanucci a cui affiderà le sorti finanziarie del regno. Pittori e architetti come Fuga e Vanvitelli per dare vita a teatri, porti, fortificazioni e ospedali. E’ l’inizio del gran settecento dei Borbone a Napoli e dintorni. La prima fabbrica di locomotive a Portici, e la vicina reggia dove insieme a Maria Amalia, sua sposa e figlia del re di Sassonia, si darà vita ad un maestoso progetto residenziale con due grandi parchi, l’orto botanico e il real museo delle antichità con i reperti e le sculture provenienti dagli scavi archeologici di Ercolano. E ancora, il palazzo reale a Napoli, il tunnel borbonico come via di fuga, il real albergo dei poveri, il Teatro San Carlo, il golfo di Napoli con la più grande acciaieria e i più grandi arsenali d’Italia.
Costretto a lasciare Napoli per tornare in Spagna, dopo 25 anni di regno, a Carlo succederà il figlio di otto anni, Ferdinando, che passata la reggenza, vedrà una Napoli all’apice del suo splendore con la regina Maria Carolina, severa e austera per amore della sua città. Centro di cultura e svago, la città partenopea attrarrà le più grandi corti d’europa e dei lumi, fino a quando con l’annessione al Piemonte e la successiva unità d’Italia nel 1861 si passerà dall’epoca d’oro settecentesca ad un periodo di brigantaggio nato dalla reazioni sanguinose suscitate dalla politica repressiva dei piemontesi e parallelamente l’avanzare della criminalità organizzata che approfitterà “… per accamparsi sul deserto delle istituzioni.”
“La storia dei vinti è scritta dai vincitori… ci saranno verità che i conquistatori vorranno nascondere“. E così, prima dell’arrivo dei Savoia, Napoli godeva di un’ ottima consistenza finanziaria. Il banco di Napoli contava 443 milioni di lire rispetto ai 148 dei piemontesi; il 51 %degli operai italiani erano occupati nelle industrie del Sud, la pressione fiscale sui cittadini meridionali era la metà rispetto a quella esercitata sui piemontesi dai Savoia, le produzioni agricole detenevano il primato grazie alla fertilità delle terra, alla salubrità dell’acqua e al clima mite. Finirà lo splendore, famiglie costrette all’elemosina, il commercio quasi del tutto annullato; opifici privati costretti a chiudere a causa di insostenubli concorrenze: tutto proveniva dal Piemonte, dalla carta finanche alle cassette della posta, non vi era faccenda con non era disbrigata da uomini e donne piemontesi che si prenderanno cura dei trovatelli…”quasi neppur il sangue di questo popolo più fosse bello e salutevole.”
Lina Weertmuller
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michelangelob · 4 months
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Le Opere del Natale: la Natività di John Singleton Copley
L’Opera del Natale che vi propongo oggi è il dipinto a olio su tela della Natività, realizzato da John Singleton Copley nel 1776. Singleton Copley fu un pittore molto attivo nel periodo coloniale e passò alla storia per aver ritratto personaggi in vista dell’epoca del New England. Nato a Boston nel luglio del 1738, Copley era era solito dipingere scene molto accurate e ricche di dettagli,…
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Il gioiello tra Roma e Valenza al Museo Napoleonico
“Ri-Trovamenti. Il gioiello tra Roma e Valenza è il titolo della mostra in programma dal 7 al 15 ottobre nelle sale del Museo Napoleonico a Roma, realizzata in occasione della Roma Jewelry week 2023, dove si potrà ammirare una preziosa parure di fine Settecento. La mostra, a cura di Monica Cecchini e Claudio Franchi, co-organizzata da InCinque Open Art Monti con Municipio I di Roma Capitale, Vive…
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mariotolvo62 · 10 months
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Francesco De Mura, rappresentante del barocco napoletano e maggior erede...
Dopo aver frequentato per circa un anno la bottega di Domenico Viola, a partire dal 1708 entrò a far parte dello studio di Francesco Solimena, dove rimase fino al 1730. L'influenza del Solimena e della sua tecnica pittorica si vede in maniera evidente nei dipinti risalenti al periodo 1720-30, tra le quali è da annoverare il Cristo morto in croce con san Giovanni del 1713 dipinto nella Chiesa di San Girolamo alle Monache. Nell'Immacolata e angeli (1715-1718), dipinta per la Chiesa di Santa Maria Porta Coeli a Napoli (ora nella Sacrestia del Divino Amore), già si vede il suo distacco dallo stile di Mattia Preti (impartitogli da Domenico Viola) verso un graduale schiarimento della sua tavolozza. Nel S. Antonio da Padova della pinacoteca del Pio Monte della Misericordia e nella Madonna col Bambino e s. Domenico del Museo Duca di Martina (Villa Floridiana) si procede verso il Rococò e il metodo di Luca Giordano. Verso il 1723 gli furono commissionate le tre tele per la cappella di S. Paride nella cattedrale di Teano, prima delle sue più grandi commissioni. Nel 1727 sposò Anna d'Ebreù. A partire dal 1728, con i dipinti per la Chiesa di Santa Maria Donnaromita il De Mura iniziò a mostrare un percorso pittorico più personale, forse anche influenzato dalle tematiche arcadiche in voga a Napoli in questo periodo. Dal 1741 al 1743 soggiornò a Torino dove ebbe modo di conoscere il pittore Corrado Giaquinto e l'architetto Benedetto Alfieri. Tornato a Napoli fu accolto da un vasto consenso al punto da essere ricevuto alla corte spagnola e mantenne contatti con diversi artisti attivi soprattutto a Roma, in particolare con il pittore francese Pierre Subleyras. Con la sua tecnica cromatica influenzò i contenuti realistici tipici del classicismo-rococò il Settecento artistico napoletano. La scuola barocca, in particolare dei maestri Francesco Solimena e Luca Giordano, è evidente nelle sue opere laiche - quali gli affreschi dei palazzi reali di Torino e Napoli - ed ecclesiastiche, come l'Epifania nella Nunziatella a Napoli, la decorazione della Chiesa di Santa Chiara a Napoli e la Moltiplicazione dei pani nella cattedrale di Foggia. Alla sua morte lasciò tutte le opere e i bozzetti in suo possesso alla storica istituzione di carità del Pio Monte della Misericordia di Napoli. Nella sua fiorente bottega si formarono quattro protagonisti dell'ultima fase della stagione rococò a Napoli (in quanto molto attivi nella decorazione degli edifici borbonici e degli appartamenti della migliore aristocrazia napoletana): Pietro Bardellino, Fedele Fischetti, Giacinto Diano e Girolamo Starace-Franchis. Altri allievi comunque validi, ma impegnati a soddisfare principalmente "committenze periferiche" furono: Oronzo Tiso, Nicola Peccheneda, Nicola Menzele (1725-1789), Romualdo Formosa, Vincenzo Cannizzaro, Vincenzo De Mita (1751-1828), Francesco Palumbo e Luigi Velpi.
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Benvenuto nell'incantevole mondo di Villa Pisani: oltre 100 stanze si aprono dinanzi a te, pronte a svelare segreti e splendori di un'epoca passata.
Ma il vero cuore pulsante di Villa Pisani risiede nelle sue affascinanti opere d'arte, autentiche gemme del Settecento e Ottocento. E fra tutte, c'è un capolavoro da non perdere: è un affresco di Gianbattista Tiepolo ed è dedicato alla Gloria della famiglia Pisani. Quest'opera straordinaria, affrescata con maestria sulla volta della sontuosa Sala da Ballo, rapisce lo sguardo e commuove l'anima con la sua bellezza senza tempo. ✨🎨
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Welcome to the enchanting world of Villa Pisani: more than 100 rooms open before you, ready to reveal secrets and splendors of a bygone era.
But the real beating heart of Villa Pisani lies in its fascinating works of art, authentic gems of the 18th and 19th centuries. And among them all, there is a masterpiece not to be missed: it is a fresco by Gianbattista Tiepolo and it is dedicated to the Glory of the Pisani family. This extraordinary work, masterfully frescoed on the vault of the sumptuous Ballroom, catches the eye and moves the soul with its timeless beauty. ✨🎨
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tarditardi · 11 months
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ABMF: Baroque meets Brunello
Il viaggio tra le meraviglie del repertorio musicale barocco
dell’Argiano Baroque Music Festival
torna, per la terza edizione,
nell’incantevole Villa cinquecentesca di Argiano.
Torna, tra gli splendidi panorami naturalistici delle terre di Montalcino e del Senese, celebri terre del Brunello, l’Argiano Baroque Music Festival. L’attesa kermesse musicale internazionale dedicata alla grande musica del repertorio barocco prevede per questa terza edizione cinque date. Si parte con una preview il 21 luglio per poi entrare nel vivo il 18 - 20 - 25 - 27 agosto. Ad ospitare alcuni dei più noti protagonisti del mondo della early music l’incantevole Villa cinquecentesca di Argiano. «Sono particolarmente lieto di presentare questa terza edizione dell’Argiano Baroque Music Festival.  Quest’anno abbiamo prestato particolare attenzione, non solo al profilo artistico internazionale degli interpreti, ma ad un programma che presenti un excursus con un focus sugli strumenti: dalla voce femminile, al flauto traversiere, dal clavicembalo, all’ensemble di archi e continuo. Tutti i progetti presentati evidenziano la passione degli artisti nella ricerca di vere e proprie gemme dello sconfinato repertorio del Barocco.  Offriamo così al nostro pubblico una "degustazione" - sempre per rimanere nel tema multisensoriale - di una vastissima produzione musicale che è un tesoro ancora tutto da scoprire.  Tutto ciò unito alla bellezza del paesaggio toscano e in particolare delle terre del Brunello. L’intimità dell'ascolto che offre il cortile della villa cinquecentesca "Bell'Aria", offrirà ai nostri ospiti l'opportunità di vivere un'esperienza musicale ed estetica che riconcilia con la natura e con i capolavori della musica». Queste le parole con cui il direttore artistico Antonio Artese illustra un festival che, ancora una volta, coniuga un programma fatto di interpreti di prim’ordine della scena internazionale, un ambiente dall’acustica perfetta e un’ospitalità a cinque stelle. Un’occasione di incontro e fusione di arte dei suoni e arte del vino, una sorta di alchimia, di contaminazione reciproca tra udito e gusto.
La programmazione 2023 dell’ABMF punta sulla qualità proponendo nelle sue cinque date protagonisti di assoluta rilevanza del panorama musicale barocco internazionale. Si parte con una preview il 21 luglio, in cui protagonista sarà il duo composto dal celebre clavicembalista francese Jean Rondeau accompagnato da Thomas Dunford alla tiorba e al liuto, in un programma improntato a celebri pagine del repertorio inglese del XVI secolo. Il ricco cartellone prosegue il 18 agosto con l’Ensemble L’Archicembalo descritto come “…un ensemble italiano barocco dallo stile agile e vitale e dalle brillanti performance” nella lettura di celebri pagine di Antonio Vivaldi. Il viaggio tra i tesori dell’early music continua il 20 agosto con “Un’alma innamorata”, selezione di arie di George Frederic Handel di cui saranno interpreti il soprano Francesca Aspromonte, reduce dal debutto al Teatro alla Scala di Milano e al Teatro Real di Madrid, insieme al violinista Boris Begelman e all’ensemble L’arsenale sonoro. E, ancora, il 25 agosto nei suggestivi spazi del cortile della Villa a diffondersi sarà la musica del clavicembalo di Marco Mencoboni. Cembalista, direttore e organista tra i più apprezzati della sua generazione dedito alla riscoperta del repertorio antico di Barocco e Rinascimento. La terza edizione dell’ABMF termina il 27 agosto con una serata dedicata prevalentemente all’opera di Carl Friedrich Abel, virtuoso della viola da gamba ispirazione di generazioni di compositori nell’Europa del tardo Settecento. Ad eseguirne celebri pagine La Tabatière, ensemble tedesco pluripremiato e composto da docenti della Hochschule di Francoforte. I concerti si tengono “al calar della sera” nel cortile della Villa con posti limitati a 100 ospiti così da permettere agli ascoltatori un’ottimale condizione di visione e di ascolto. Precede ogni performance musicale un raffinato aperitivo, momento in cui poter degustare i vini della Tenuta, visitare la Cantina e approfondire la conoscenza della sua pregiata produzione.
Breve storia di Argiano…là dove il Barocco incontra il Brunello
Realtà di grande prestigio e tradizione, la tenuta di Argiano, da più di 400 anni, intreccia la propria storia con quella del territorio di Montalcino. A testimoniarne la rilevanza, Villa Bell’Aria, edificio cinquecentesco che domina la tenuta. Varie sono state, nei secoli, le famiglie nobiliari di origine senese succedutesi come proprietarie della tenuta. Fino ad arrivare, nell’Ottocento, alla conduzione di Ersilia Caetani Lovatelli. Nel 1967, Argiano entra ufficialmente nella storia del vino italiano come azienda fondatrice del Consorzio del Brunello di Montalcino. Dal 2013 la proprietà fa capo alla famiglia del finanziere brasiliano André Esteves che ha affidato la guida dell’azienda a Bernardino Sani. Quest’ultimo, dal 2015, ne firma anche i vini. Alla sua gestione si deve la valorizzazione dei vigneti, la produzione di vini di eccellenza e la creazione di un Wine Relais di lusso dall’ospitalità a cinque stelle.
Argiano Baroque Music Festival 2023 - Partner
Piccola Accademia di Montisi: www.piccolaaccademia.org
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fashionluxuryinfo · 1 year
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Le stanze del Cardinale. Neri Maria Corsini protagonista della Roma del Settecento mostra a cura di Alessandro Cosma Gallerie Nazionali di Arte Antica – Galleria Corsini Roma, via della Lungara 10 Apertura al pubblico: 15 dicembre 2022 – 10 aprile 2023 Le Gallerie Nazionali di Arte Antica presentano nella sede di Galleria Corsini, dal 15 dicembre 2022 al 10 aprile 2023, la mostra Le stanze del Cardinale. Neri Maria Corsini protagonista della Roma del Settecento, a cura di Alessandro Cosma, dedicata a una delle figure principali della vita culturale romana settecentesca, a poco più di 250 anni dalla sua morte. https://www.fashionluxury.info/it/
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