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#bengalese
vshwee6v3gd · 1 year
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Naked guy Pierce bangs Hot Tbabes asshole Vide couilles Marie Busty Stepmom Danielle Derek Gets Fucked By Stepson's Black Friends Comendo a Rabuda Branquinha Com Uma Buceta Gostosa Chubby blonde amateur milf gets dicked down in bed Sexy BBW sends her Bathroom nude Cute periscope girl playing Milf India Summer lesbian sex with teen Gianna Dior Gay twinks and emos with big cocks xxx Alex hops on to take a rail Hot Brunette Becky Bandini Pounding Session BTS
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crispsandkerosene · 1 year
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Hi, I'm making everyone look at my finch Choco because she is adorable
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fabriziosbardella · 1 year
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Ne ha fatta di strada il neo medico bengalese che quando, a 11 anni, si è presentato a scuola aveva fatto scena muta. #ilmedicobengalese #raselmiah #bimbomutodellemedie #studentemodello #genitorimodello #venditoridirose #fabriziosbardella
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diceriadelluntore · 10 months
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Paljaimmitanu
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Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni? Brillano tra le foglie cupe le arance d’oro, Una brezza lieve dal cielo azzurro spira, Il mirto è immobile, alto è l’alloro! Lo conosci tu? Laggiù! Laggiù! O amato mio, con te vorrei andare!
Questo breve canto contenuto nel romanzo di formazione Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister viene fatto pronunciare da Goethe a Mignon, la ragazzina che Wilhelm incontra in un gruppo di danzatori di strada e decide di prendere sotto la sua protezione. Mignon, di origini italiane, ricorda con nostalgia il suo Paese e diventa personificazione del desiderio del Sud.
Io voglio partire per raccontare la mia breve visita palermitana dalla foto sopra: il treno che da Cefalù mi ha riportato a Palermo era pienissimo di turisti, pulitissimo, dove un bengalese ha richiamato un maghrebino che guardava i video di Tik Tok troppo alti (te le vendo io le cuffiette) ma la cosa sorprendente è che è arrivato alla Stazione Centrale con 10 minuti di anticipo, alle 13.22. 
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In 100 metri o poco più c’è tutto questo, mi permetto di dire uno degli angoli più suggestivi del mondo. E chiedo ai palermitani che mi leggeranno perchè la chiesa dei Teatini, che ha l’entrata principale dal Corso e quella laterale da Via Maqueda è chiusa.
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la Chiesta di Santa Caterina di Alessandria, con annesso convento, ospitava le figlie non primigenie delle famiglie nobili, anche per questo il suo barocco fiorito siciliano è qualcosa di abbagliante. 
Una cooperativa di ragazzi ha ripristinato la leggendaria dolceria
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Che riprende le ricette originali delle Monache, riproponendo anche dolci che quasi nessuno faceva più, come il leggendario Trionfo di Gola, descritto anche ne Il Gattopardo, che è così bello che quasi commuove
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Ne avevo parlato in un Vero O Falso, ecco la Chiesa del Santissimo Salvatore, altro gioiello barocco
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Questa foto l’ho fatta dalle Torri del Duomo di Cefalù, in un lunedi piovosissimo
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Ma è sempre una meraviglia
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«Tra dieci giorni, se non hai niente in contrario, potremmo andare a Palermo» le disse. «Preferisco Ginevra» rispose lei. Stava in piedi davanti al cavalletto ed esaminava una tela iniziata. «Come puoi vivere senza conoscere Palermo?»
Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere.
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Per € 2.50 non credo esistano tante cose più buone
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Andateci, ne vale la pena
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Parliamo di SESSO ORALE.
Il sesso orale è senza dubbio la cosa più amata dagli esseri umani.
Se la batte solo con la Nutella e lo Scudetto, due cose contro cui il sesso genitale perderebbe miseramente.
Invece il sesso orale vince.
Io mi sono chiesto spesso:
Perché ci piace così tanto?
La risposta è stata sempre la stessa:
PERCHÉ GODI SENZA FA NIENTE.
Punto. Fine della questione.
È solo pigrizia edonista allo stato puro, nient’altro.
È come un divano de cachemire, ‘na Jacuzzi piena d’acqua calda frizzante, Tina Cipollari sordomuta e legata, la stessa cosa:
È IL PIACERE SENZA IL DOVERE.
Tutte quelle cose sul fatto che è un dono che l’altro fa a noi, perché come lo fa lei, come lo fa lui... tutte fesserie.
A ‘na lingua non j’ha mai chiesto i documenti nessuno, perché in quel momento de chi c’è attaccato dietro non ce ne frega niente.
Basta che sia costante, partecipe e stacanovista.
Per l’UOMO il sesso orale è imprescindibile.
Non c’è possibilità de trattativa (anche per la donna ma poi ci arriviamo).
Il sesso orale sta all’uomo come i sensi de colpa stanno alla religione: senza uno non esiste l’altro.
Noi se semo inventati veramente qualsiasi cosa pe fallo andà de moda:
- lo sperma fa dimagrì
- lo sperma toglie le rughe
- lo sperma facilita la depilazione laser
- lo sperma fa crescere le tette
- studi universitari che dimostrano che le donne che fanno più pompini so le più intelligenti
- sperma is the new “Acqua de Lourdes”
Tutte, se le semo inventate tutte.
Sul web ce stanno più articoli de blog sui benefici del pompino che foto hackerate de Diletta Leotta.
Detto questo però, ci piace in qualsiasi modo e con qualsiasi stile, fatta eccezione per un particolare, categorico ed imperativo per tutti, che trasvola dalle Alpi all’Oceano Indiano:
I DENTI.
I denti in un pompino so proprio come il fascismo: rovinano tutto e fanno soffrì le persone.
I denti non li dovete usà, li dovete fa sparì.
Sì forse ‘na volta ogni 5 anni, così pe’ scherzo, ma non de più, per il resto dovete esse ‘na vecchietta che j’è finito er Kukident, lisce e umide come na pelle de daino all’autolavaggio der bengalese.
Io capisco che magari da ragazze, per scherzare con le amiche una fa pratica co banane, würstel, calippi e quant’altro, ma quelle so tutte cose che se ce passi i denti sopra se modellano… invece i piselli se sgarano, tutto qua.
Capito questo, capito tutto.
Pure perché è l’UNICA parte veramente sensibile di un uomo.
Per il resto siamo solo bugie, cazzeggio e “non mi sento pronto”.
Stabilito ciò il resto è tutto bello: classico, de lato, de sotto, a singhiozzo, a stoppino, a soffietto, a biberon, a girello, a stura lavandino, a lingua de cocker, a bevuta de struzzo, a sbadiglio de bradipo, insomma fatelo come ve pare, basta che lo fate.
Passiamo alla DONNA.
Sul fatto che il sesso orale per la donna sia fondamentale, non posso metterci la mano sul fuoco essendo un uomo, ma credo proprio che sia così.
La differenza è che mentre all’uomo 9 volte su 10 je dice bene, alla donna non dico 9, ma almeno 7 volte su 10 je capita ‘na disavventura.
È tipo andà a magnà da Cracco e accorgete che te sei scordata er portafoglio a casa.
Ormai stai là, e non ce poi fa niente.
Te devi arrende all’imbarazzo.
Si lo so, voi siete tutti bravissimi perché ve l’ha detto la vostra ragazza e prima di lei l’altra. Lo so.
In generale invece la situazione è così così.
Intanto c’è una grande schiera di uomini che non lo fanno, o pe’ principio o perché non ce pensano o perché so quelli che se non glielo chiedi chiaramente, non se cambiano manco i calzini bucati, non lo so.
Sta di fatto che non lo fanno.
Ecco a voi, proprio a voi, io ve volevo di ‘na cosa:
CE STATE A ROVINÀ LA VITA A TUTTI.
Già nell’opinione generale semo quello che semo, in più ve ce mettete pure voi!
Siete come er meteorite pe i dinosauri, ce state a fa estingue la reputazione.
Io so convinto che più del 50% delle cattive dicerie sugli uomini sia pe’ colpa vostra.
Se esistesse un girone dell’inferno pe’ voi, c’avrebbe i muri fatti de cachi acerbi e voi sareste costretti a leccalli, pe’ avecce in eterno la bocca allappata.
Certe donne non sanno più come farvelo capire:
- ne parlano a tavola
- ve raccontano delle amiche
- ve portano a letto
- COMINCIANO LORO
- se sdraiano a pancia in su come er cane mio quando vole i grattini
- ve la indicano co l’occhi
... e voi niente. Niente.
Pe’ voi er cunnilingus è come la dignità pe’ Vittorio Feltri: non esiste.
Ogni volta bisogna arrivà pe’ forza all’ultima spiaggia, e cioè: “LECCA STRONZO”.
Su questo però un po’ di colpa ce l’avete anche voi donne.
Ma secondo voi, perché noi so secoli che se inventano tutte quelle bugie sullo sperma? Perché sprechiamo tempo a scrivere tutti quei blog? Perché facciamo fare almeno una ricerca l’anno sui pompini all’Università del Wisconsin?
Io ve la butto là, pensatece.
Comunque anche quando trovano uno che lo fa, non è detto che la situazione migliori.
Problema numero uno: LA MIRA.
Noi, arrivati lì, non sapemo dove andà, c’è poco da fa.
C’è chi se perde dentro, chi se perde fori, chi sta talmente lontano dall’obbiettivo che se ce fosse un Tom Tom, starebbe sempre sul grigio a 15 km dalla strada e direbbe in continuo “Appena possibile, fare inversione a U”
Negli anni infatti ho capito la sostanziale differenza tra i sessi nell’uso della mano sulla testa.
Noi uomini quando mettiamo la mano sulla testa della donna, è perché ce prende la sindrome del palombaro e volemo batte tutti i record de profondità.
La donna invece la usa tipo joystick, non dico pe’ vince er gioco, ma almeno pe’ riuscì a superà er primo livello.
Risolto in qualche modo il problema della mira, passiamo al problema numero due: LA VELOCITÀ.
Appena arriviamo giù, noi partimo tipo Valentino Rossi ai tempi d’oro del moto mondiale.
Spesso quello che pe’ un uomo è piano, pe’ na donna c’ha la delicatezza de na lucidatrice cor motore de na Lamborghini.
Di base il problema è questo.
In generale è preferibile ‘na cosa graduale: diciamo che più che un Lamborghini dovete esse un Pandino 850 che da 0 a 100 ce mette quei 5 minuti che fanno sta tranquilli tutti.
Sistemate velocità e mira, il resto è a gusto personale: sopra sotto, destra sinistra, a cerchio, pe sbieco, de punta, de piatto, a battimuro, a grattino, asciutto, a colla de lumaca, a bacio de farfalla, a vibratore de Samsung, a Z de Zorro, pure qui come ve pare.
Basta che lo fate.
L’unica cosa delicata è LA PARTE FINALE.
Una volta raggiunto l’accordo tra le parti su dove, come e quando, nel momento in cui va in scena l’ultimo atto, non ve dovete inventà niente: CONTINUATE A FA ESATTAMENTE QUELLO CHE STATE A FA.
Immobili lì dove state.
Finché non trilla tutto er meccanismo, non ve dovete staccà de ‘na virgola.
Non fate che proprio in quel momento ve viene da prende fiato, da respirà o da fà pazzie creative non richieste.
Piuttosto morite, ma state là.
Fermi e dediti alla causa come un bolscevico russo sotto la neve nell’anni ’40.
Er finale non se rovina a nessuno, nemmeno al peggior nemico.
Mi piacerebbe chiudere dicendo che la base fondamentale di tutto questo sia l’igiene personale, ma che ci piaccia o meno, per alcuni di noi, oppure in determinate situazioni, la passione e la voglia vincono pure sur misto mare.
Invece chiuderò urlando la mia invidia per il mondo LGBT, che in questo ambito non ha bisogno di chiarire nessun punto e può vivere della libertà del non detto:
ognuno sa ESATTAMENTE dove deve andà e quello che deve fà.
Beati voi.
#luccisanodicecose
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Ps: Se ti ho strappato un sorriso, condividi.
Come sempre, grazie :)
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toscanoirriverente · 7 months
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La richiesta del pm di Brescia in cui si chiede l’assoluzione di un uomo che maltrattava la moglie del Bangladesh. La vittima: “La cultura non può essere una scusa”
Va assolto dal reato di maltrattamento nei confronti della moglie perché è un fatto culturale. E’ il senso delle parole utilizzate dal pubblico ministero di Brescia nel caso di una donna 27enne originaria del Bangladesh e cittadina italiana, madre di due figlie, vittima di presunti maltrattamenti fisici e psicologici da parte del marito, poi diventato ex.
La vicenda, raccontata dal Giornale di Brescia, ha avuto inizio nel 2019, quando la donna ha trovato “il coraggio di denunciare dopo anni di urla, insulti e botte, sotto la costante minaccia di essere riportata in Bangladesh definitivamente”.
Il comportamento dell’uomo – un cugino al quale lei sarebbe stata “venduta per cinquemila euro” per un matrimonio combinato (celebrato in patria) alla morte del padre, come ha spiegato al quotidiano bresciano – sarebbe però dovuto secondo il pm al contesto culturale bengalese.
“I contegni di compressione delle libertà morali e materiali della parte offesa da parte dell'odierno imputato sono il frutto dell'impianto culturale e non della sua coscienza e volontà di annichilire e svilire la coniuge per conseguire la supremazia sulla medesima, atteso che la disparità tra l'uomo e la donna è un portato della sua cultura che la medesima parte offesa aveva persino accettato in origine” si legge nelle conclusioni depositate dalle parti in vista della conclusione del processo, che arriverà a sentenza tra qualche settimana, a ottobre.
Fin da subito la Procura aveva chiesto l’archiviazione del procedimento, ma il gip ha detto no, ordinando l’imputazione coatta per lo straniero nato e cresciuto in Bangladesh alla luce del fatto che “sussistono senz’altro elementi idonei a sostenere efficacemente l’accusa in giudizio nei confronti dell’ex marito”.
I presunti maltrattamenti denunciati dalla donna rientrerebbero però secondo il pubblico ministero nei reati culturalmente orientati, cioè quei comportamenti sanzionati dalle leggi italiane, ma tollerati secondo le tradizioni (o addirittura le norme) di altri Paesi.
Quindi “le condotte dell’uomo sono maturate in un contesto culturale che, sebbene inizialmente accettato dalla parte offesa, si è rivelato per costei intollerabile proprio perché cresciuta in Italia e con la consapevolezza dei diritti che le appartengono e che l’ha condotta ad interrompere il matrimonio – ha scritto ancora il pm nella richiesta di assoluzione per l’imputato – Per conformare la sua esistenza a canoni marcatamente occidentali, rifiutando il modo di vivere imposto dalle tradizioni del popolo bengalese e delle quali invece, l’imputato si è fatto fieramente latore”.
La donna, che vive a Brescia da quando aveva quattro anni, non ha però sopportato di essere costretta a lasciare gli studi alle superiori e segregata in casa per anni, come riporta sempre il Giornale di Brescia: “La cultura di origine non può essere una scusa. Sono stata trattata da schiava” ha commentato.
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ilpianistasultetto · 1 year
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VITA CON BRAND #2
-Dormito bene, sir?
- Ho sognato EDEN, bevuto ELISIR e ballato BLUE TANGOS SOTTO UNA LUNA BRUNA, Brand
- i suoi soliti COUP DE THEATRE, Sir. Alla sua eta' non va bene fare DANZE con LA VANITA' come farebbe un DIAVOLO ROSSO.
- pensi che il mio sia un GIOCO D'AZZARDO, Brand?
- Lei e' un MAESTRO, sir, ma e' passata la sua EPOCA. Dimentichi quella SCHIAVA DEL POLITEAMA.
- Mi fai sentire un RAZZAMATAZZ, uno da BRILLANTINA BENGALESE, brand.
- UNA DI QUESTE NOTTI metto in moto la TOPOLINO AMARANTO , sir, e la porto dove tutto e' un NON SENSE.
- Buona idea, Brand, e non dimenticare GLI IMPERMEABILI perche' il cuore minaccia pioggia..
@ilpianistasultetto
(Quando si creano pensieri con titoli di canzoni- guest Paolo Conte)
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scorcidipoesia · 2 years
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Più vado avanti più mi torna in mente l'immagine che usava mia madre, bengalese trapiantata negli Stati Uniti: stare con un piede in una barca e l'altro piede nell'altra. Sotto, però c'è l'acqua e devi tenerti in equilibrio. Più vado avanti, più mi accorgo di replicare quella metafora. Che forse è anche una postura di vita
Jhumpa Lahiri
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"Ci si deve rendere conto che durante tutto un Ciclo temporale [...] il numero di esseri umani cresce in tutto il mondo, mentre ne decresce la qualità in maniera non meno allarmante.
Qualunque Ciclo temporale potrebbe essere descritto brevemente e pittorescamente come il passaggio dell'uomo dal Giardino dell'Eden a una gigantesca baraccopoli internazionale. Tale passaggio è impercettibile; necessita di una miriade di anni.
E tuttavia ci si può fare un'idea di ciò se si guarda sufficientemente lontano all'indietro nel passato. Avviene a scapito delle forme più nobili di vita non-umana, mentre tutte le forme inferiori tengono il passo con l'uomo decaduto.
E ciò va di pari passo con una [...] volontà sempre più malvagia dell'uomo di sfidare la divina finalità della Creazione -ovvero, la giusta e progettata sopravvivenza degli esemplari più sani di ogni specie: umana e non-umana al fine di ricoprire la terra con la propria nidiata di qualità sempre più infima.
Questa volontà peccaminosa [...] ha trovato la sua più recente espressione principale [(1)] nel sistema di falsi valori che si staglia, a un intervallo di duemila anni, sia dietro alla rivoluzione cristiana sia dietro quella comunista -il sistema secondo il quale l' 𝓾𝓸𝓶𝓸 è tutto, e la 𝓯𝓮𝓵𝓲𝓬𝓲𝓽𝓪' dell'uomo è il fine di ogni azione desiderabile-, e [(2)] in uno sforzo crescente di interrompere l'insensata applicazione della 𝓼𝓬𝓲𝓮𝓷𝔃𝓪 al prolungamento o alla conservazione delle vite superflue, [...] per incoraggiarla, e organizzare quindi giorno in giorno il più immenso 𝕞𝕖𝕟𝕤𝕔𝕙𝕖𝕟𝕞𝕒𝕥𝕖𝕣𝕚𝕒𝕝 a beneficio delle Forze della disintegrazione.
I suoi agenti tendono dichiaratamente a eliminare la vasta baraccopoli internazionale in cui il mondo si è tramutato ma soltanto al fine -in ultima analisi- di trasformare i baraccati in robot di fabbrica con un unico ideale: lavoro, lavoro, lavoro; produzione, sempre più produzione, e divertimento a buon mercato -sempre più divertimento-, 𝓺𝓾𝓪𝓷𝓽𝓲𝓽𝓪', e sempre più quantità... fino a quando sempre più milioni di imbastarditi cittadini del mondo avranno ucciso completamente la Natura nell'interesse dell'𝓾𝓸𝓶𝓸; fino a quando non ci saranno più deserti, né boschi, né montagne inviolate, né estesi paesaggi liberi dalle abitazioni dell'uomo e dal suono della musica da ballo delle radio; né più giungle -poiché il più stupido degli esseri umani è, agli occhi dei comunisti, così come a quello dei cristiani e a quelli dei credenti nelle ideologie incentrate sull'uomo, più prezioso della più nobile tigre bengalese o dell'albero di banano più magnifico."
(S. DEVI, Il Fulmine e il Sole, Thule Italia, Roma, 2015 [ed. The Lightning and the Sun, Calcutta 1958], pp. 267-8)
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elmas-66 · 21 minutes
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Angela Kosta presenta Biswananda Sinha- India
ANGELA KOSTA TRADUCE I VERSI DEL POETA INDIANO BISWANANDADA ANGELA KOSTA BISWANANDA SINHA è nato in India, nella città di Silchar nel 1966. Appassionato di letteratura, riuscì a diventare poeta e scrittore; ha pubblicato due romanzi scritti in bengalese. Ha anche scritto altri due libri di poesie e pubblicato in inglese: “Quando la mia anima parla” e “La luce sorride” Sono stati molto apprezzati…
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Petroliera salva migranti, tre dispersi in acque internazionali
Tre migranti – un siriano, un bengalese e un etiope – sono caduti in mare, in acque internazionali, durante il trasbordo dalla barca di circa 12 metri alla nave cargo petroliera Vault, e sono dispersi.     L’equipaggio della nave cargo ha soccorso una carretta con a bordo 139 migranti, fra cui una donna, partiti a loro dire da Sabratha in Libia. Durante le operazioni di salvataggio, avvenute…
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lamilanomagazine · 14 days
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Modena, lavoratori irregolari in negozi, al bar ed in palestra.
Modena, lavoratori irregolari in negozi, al bar ed in palestra. Per un paio d'anni ha lavorato regolarmente assunta, poi è stata licenziata per "giusta causa", ma in quello stesso bar di Modena, in zona via Giardini, la signora, una 36enne di nazionalità marocchina, ha continuato a essere occupata senza un regolare contratto di lavoro, per altro come unica addetta, come hanno accertato gli operatori della Polizia locale di Modena. È solo uno dei 26 casi di lavoro irregolare scoperti dal Nat, Nucleo antievasione e Tributi locali nel corso del 2023 (contro i 14 dell'anno precedente) quando fecero particolarmente scalpore le irregolarità riscontrate in un centro diurno per anziani che svolgeva abusivamente anche servizio notturno e la cui attività era stata quindi prontamente sospesa. Ma accanto a quella circostanza eclatante, tante altre sono le situazioni di "lavoro nero" accertate. Negli ultimi mesi dello scorso anno sono stati oltre una decina i casi scoperti dalla Polizia locale in seguito all'attività di controllo effettuata d'iniziativa o su segnalazioni da altri agenti del Comando di via Galilei. Un'attività che, dopo gli accertamenti, ha consentito di inoltrare segnalazioni precise all'Ispettorato del Lavoro di Modena per l'attività di competenza. Senza contratto, per esempio, anche due giovani egiziani di 19 e 21 anni, addetti alla vendita in un negozio di ortofrutta del centro storico. Così come privi di qualsiasi tipo di contratto di lavoro erano anche una 35enne di nazionalità cinese impiegata in un bar di zona Gramsci e un 34enne bengalese commesso in una rivendita di alimentari del centro. Lavorava "in nero" come addetto alla vendita in un esercizio di vicinato del centro pure un altro 42enne originario del Bangladesh. Segnalato all'Ispettorato del lavoro, inoltre, il caso di una signora 40enne di nazionalità nigeriana assunta come acconciatrice in un negozio di parrucchiere in zona via Emilia Ovest che avrebbe dovuto lavorare da contratto 24 ore settimanali invece delle 45 effettive svolte. Inoltre, in un'attività di vicinato della zona di via Emilia Est, erano impiegati come addetti alle vendite due marocchini di 46 e 43 anni dipendenti sì ma di due società diverse da quella intestataria della licenza; in particolare uno dei due risultava dipendente della società con sede nel parmense di cui l'altro era titolare. In tutti i casi citati, i titolari delle attività che impiegavano lavoratori non in regola, tutti stranieri regolari sul territorio, sono a loro volta piccoli imprenditori di nazionalità non italiana. Ma nella lista delle irregolarità accertate dagli operatori della Polizia locale è entrata anche una palestra gestita da un italiano, in zona Emilia est, che quasi si reggeva esclusivamente sul lavoro nero. Vi erano impiegate ben quattro persone senza contratto: una giovane marocchina addetta al ricevimento dei clienti, un cinquantenne italiano che oltre che dell'accoglienza si occupava anche delle pulizie insieme a un altro 59enne sempre italiano e infine un 35enne albanese addetto all'assistenza clienti nell'uso degli strumenti della palestra. In merito alle condotte evasive accertate, gli operatori del Nucleo antievasione della Polizia locale hanno inoltre proceduto all'elaborazione delle segnalazioni qualificate all'Agenzia delle Entrate.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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umbriajournal · 16 days
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Polizia ternana arresta bengalese per atti persecutori nei confronti di due ex datori di lavoro from Umbria Journal TV on Vimeo.
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scenariopubblico · 1 month
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Terrena, agile, spirituale: la danza di Akram Khan
Durante il Catania Contemporanea/Fic Fest organizzato da Scenario Pubblico si innesterà il Fic Dance Workshop, dieci giorni di training e trasmissioni coreografiche focalizzati su creazioni di repertorio.
Durante i primi cinque giorni, dal 3 al 7 maggio, il lavoro sarà condotto da Joy Alpuerto Ritter danzatrice e coreografa, ripetiteur del repertorio di Akram Khan, uno dei coreografi più celebrati di oggi.
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Con un breve attraversamento andremo a scoprire la figura di questo coreografo che, oltre ad arricchire il patrimonio immateriale del Regno Unito, ha segnato la storia della coreografia mondiale.
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Akram Khan nasce a Londra nel 1974 da una famiglia bengalese. Inizia a studiare danza da bambino e all’età di tredici anni viene scelto da Peter Brook per la sua produzione MAHABHARATA (ovvero La grande storia dei discendenti di Bharat ispirata a un importante poema indiano). Continua i suoi studi nell'ambito della danza, collaborando per diversi anni con Anne Teresa De Keersmaeker che lascerà un segno profondo nel suo linguaggio. A partire dagli anni Novanta poi, inizia presentare le proprie coreografie.
Nel 2000 fonda la sua compagina di danza, l’Akram Khan Company, che ha debuttato all’Edinburgh Fringe Festival (annoverato tra i festival più famosi al mondo), con Koosh, in collaborazione con il celebre scultore Anish Kapoor e il musicista Niton Sowhney, entrambi di origine indiana.
Nel corso della sua carriera ha collaborato in qualità di coreografo con tantissimi teatri e compagnie in tutto il mondo. Ricordiamo la sua reinterpretazione del balletto Giselle per l’English National Ballet, in un allestimento in collaborazione con il Sadler’s Wells Theatre e il Manchester International Festival.
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Nel 2019 ha vinto il Laurence Oliver Award per l’eccellenza della danza con il suo balletto Xenos.
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Oggi Khan continua a portare avanti il suo lavoro circuitando nei più importanti teatri e festival tra Occidente e Oriente. Il suo ultimo lavoro, Jungle Book reimagined, è stato presentato in prima nazionale lo scorso settembre al Romaeuropa Festival.
Scrivono di Khan...
Un fluido e inclassificabile genio che accosta la cultura religiosa dell'Oriente del suo imprinting alle dinamiche della fisicità del suo Occidente d'approdo. (Rodolfo Di Giammarco - La Repubblica)
Lui, icona della danza contemporanea, distrugge i confini, disegna ambiguità, lascia che il palcoscenico divenga un flusso di energia che si muove al ritmo della tradizione per incontrare il presente, l’attimo in cui il gesto accade, il violento hic et nunc. (Redazione - Teatro e critica)
Nel gotha dei coreografi più riusciti e prolifici di oggi, Akram Khan abbraccia l’Oriente o l’Occidente in una danza scolpita che emana bellezza e trascendenza. (Giuseppe Distefano - Danza & Danza)
Come sempre, nelle danze di Akram Khan si ritrovano le geometrie alla De Keersmaeker sapientemente miscelate con elementi pop, come la break dance, o i riferimenti alla tradizione indiana, soprattutto nelle disposizioni lineari, come nei bassorilievi nei templi indù che raffigurano le danze delle Apsaras. (Enrico Pastore - Paneacquaculture)
[...] (i danzatori di) Akram Khan sono veri e propri ambasciatori della libertà di movimento attraverso le frontiere perché, come ha notato già diversi anni fa Elisa Vaccarino (E. G. Vaccarino, Danze plurali/L’altrove qui, Macerata, Ephemeria Editrice, 2009), non sintetizzano più soltanto nel loro operato una “fusione multietnica”, bensì incarnano in loro stessi una vera e propria identità “plurima”. (Francesca Magnini – Artribune)
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[Consigli di visione]
Negli ultimi anni, Khan è si è impegnato anche nella divulgazione della danza realizzando documentari come
Can we live with Robots? Prodotto da Swan Films  per Channel 4;
Why do we dance (in cinque episodi intitolati: Storie, Provocazione, Anima e Corpo, Identità, Eros) per Sky, qui il link https://www.nowtv.it/streaming/dance-perche-balliamo/skyarte_b1ee405897c040489d5ab14ba37ea817/skyarte_5ed571baef0a4e7d9ed062cb0ba11026/seasons/1;
Un episodio (il quinto) della serie MOVE che puoi trovare su Netflix.
Nel prossimo attraversamento parleremo di Marco Goecke, altro protagonista del Fic Dance Workshop 2024.
a cura di: Sofia Bordieri
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oubliettederien · 2 months
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Di seguito la poesia “Nella pura luce della prim’alba” del poeta e filosofo bengalese Rabindranath Tagore sita in correlazione con la poesia “Testamento” del poeta greco Kriton Athanasulis.
"Nella pura luce della prim’alba M’apparve l’Universo consacrato dalla corona della Pace. A capo chino gli alberi recitarono la loro lode. La Pace che stabilmente alberga nel cuore dell’Universo, Si salva nella lotta dolorosa delle ere. [...]"
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oubliettemagazine · 2 months
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Nella pura luce della prim’alba poesia di Rabindranath Tagore: m’apparve l’Universo
Di seguito la poesia “Nella pura luce della prim’alba” del poeta e filosofo bengalese Rabindranath Tagore sita in correlazione con la poesia “Testamento” del poeta greco Kriton Athanasulis. Rabindranath Tagore in 1909 – Nella pure luce della prim’alba “Nella pura luce della prim’alba” “Nella pura luce della prim’alba M’apparve l’Universo consacrato dalla corona della Pace. A capo chino gli alberi…
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