Sono tre giorni che Alessandro non risponde al cellulare.
Inizialmente non se n’è resto conto, monosillabi, qualche sticker, una nota vocale in cui dice “okay, ci sentiamo” e non si sono sentiti più per davvero. E ha staccato WhatsApp, non aggiorna Instagram, non risponde alle telefonate, non visualizza nemmeno quel disperato dove sei che gli ha inviato all’alba del quarto giorno. Sparito.
Alessandro è metà ghiaccio e metà specchio, un’immagine resa opaca dal fumo della sua medesima sigaretta il giorno in cui fa fuori mezzo pacchetto in tre ore e inizia a dire che è anche ora di smettere, che ha smesso tantissime cose o convinzioni nella sua vita quindi abbandonare qualche altra cose cosa toglie, a lui, cosa toglie a loro?
Toglie quel loro di cui Riccardo non fa parte: la dolcezza stucchevolmente bruciacchiata della bugia raccontata a mamma quando dorme fuori, il sorriso sereno di Martina quando le spiega che si tratterrà da Alessandro un’altra sera (e un’altra, un’altra, un’altra ancora) per lavorare sulla loro musica, il sopracciglio alzato di Michele quando gli spiega che la vita va così. Che corre continuamente e, se per caso dovesse fermarsi, non sarebbe ritrovarsi nella mappa asimmetrica delle proprie impronte lavate via dal mare.
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