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#bugie di stato
scogito · 2 months
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Quegli strani filamenti fibrosi trovati nei cadaveri. A metà strada tra un film di Alien e un filo di Big Babol. "Resistenti" e allungabili senza alcun cedimento.
Non è nulla, ma intanto il sangue non lo puoi donare.
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arcobalengo · 1 month
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🇷🇺 VYACHESLAV VOLODIN, CAPO DELLA DUMA DI STATO RUSSA: COSA STA SUCCEDENDO AD ASSANGE?
🔴"La situazione intorno a quest'uomo è un esempio della meschinità, delle bugie e dei doppi standard di Washington, Londra e Bruxelles.
⚫️Assange ha pubblicato documenti sulle uccisioni di civili in Iraq da parte di soldati USA e documenti che provano il coinvolgimento degli Stati Uniti in colpi di stato e nell'istigazione alle guerre. Ha raccontato al mondo delle torture nella prigione americana di Guantanamo Bay e del fatto che la National Security Agency degli Stati Uniti ascoltava le conversazioni telefoniche di capi di Stato, tra cui Merkel e Sarkozy.
⚡️Se le rivelazioni di Assange avessero riguardato la Russia o la Cina, piuttosto che gli Stati Uniti, sarebbe stato etichettato come un "combattente per la verità e la libertà". Ma ha denunciato i crimini di Washington. E l'egemone mondiale non tollera queste cose al suo indirizzo, distruggendo tutti i dissidenti.
⚫️Per più di 12 anni Assange è stato tenuto in condizioni di assenza di libertà e di tortura: prima nell'edificio dell'Ambasciata Ecuadoriana in Gran Bretagna, poi tra le mura di un carcere di massima sicurezza.
🔴Pensateci: 12 anni di detenzione senza prove di colpevolezza. È a dir poco scandaloso.
⚫️In questo periodo, la sua salute è peggiorata drasticamente: dopo aver subito un micro-ictus, Assange non è in grado di difendersi nemmeno in videoconferenza.
⚫️Nonostante ciò, Biden sta facendo di tutto per far estradare il fondatore di WikiLeaks negli Stati Uniti, dove rischia fino a 175 anni di carcere. Vuole ucciderlo davanti al mondo intero.
⚫️Nel 2016, le Nazioni Unite hanno riconosciuto la detenzione di Assange come illegale. La sua estradizione sarebbe una grave violazione della Convenzione Europea dei Diritti Umani, compreso il diritto alla libertà di parola.
🔴Se la deportazione di Assange negli Stati Uniti avverrà, i Paesi che la sostengono cesseranno di esistere come Stati legali."
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angelap3 · 23 days
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Ci innamoriamo di 3 persone nel corso della nostra vita. Ognuno ha un motivo specifico. Lascia che ti spieghi...
Il nostro primo amore di solito accade in tenera età e alla fine ci allontaniamo o chiudiamo le cose più stupide.
Quando diventi più grande e più maturo ti guardi indietro e pensi che non fosse amore. Ma in realtà è stato... Era amore per quello che sapevi essere amore in quel momento.
Bisogna sempre ricordare che ci sono diverse profondità d'amore.
Ora il nostro secondo amore e questo è quello difficile....
Ti ferisci quando ti innamori di questa persona. Questo ci insegna lezioni da cui impariamo e ci rende più forti come individui.
Questo amore include una notevole quantità di dolore, tradimenti, abusi, bugie e danni emotivi.
Ma che tu ci creda o no, questo è quello dove cresciamo di più. Ci rendiamo conto di ciò che sappiamo veramente dell'amore e di ciò che non sappiamo dell'amore.
Quindi ora alziamo i nostri muri perché siamo estremamente protettivi di ciò che il futuro potrebbe riservarci quando si tratta di relazioni.
E naturalmente diventiamo chiusi, sospettosi, molto attenti e leggermente spaventati. Ma ora sappiamo esattamente cosa vogliamo da un partner e cosa sicuramente non vogliamo.
Il nostro terzo e ultimo amore.
Questo viene fuori dal nulla. Nessun preavviso. Nessuna traccia di nessun tipo. Questo amore non si va a cercare. Ti trova davvero. Puoi alzare tutti i muri del mondo, e cadranno giù tanto velocemente quanto li hai costruiti tu.
Ti ritroverai a prenderti cura di quella persona senza nemmeno provarci.
Non assomigliano per niente al solito tipo, ma quando li guardi negli occhi ti perdi. Non vedi difetti. Vedi imperfezioni perfette. Ti ritrovi a raccontargli tutto di te e di ciò che ti ha trasformato nella persona che sei oggi.
Vuoi una vita con loro. Vuoi balli lenti in cucina, vuoi passeggiate in spiaggia sotto un cielo notturno stellato, vuoi sposarli e avere dei bellissimi figli che vi assomigliano perfettamente.
E ogni sera quando chiudi gli occhi prima di dormire, ti becchi a pregare Dio e ringraziarlo per i motivi per cui non ha mai funzionato con nessun altro prima d'ora.
- Cody Bret
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falcemartello · 10 months
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Così scrivevano alcuni giornalisti sul caso Tortora:
«Mi pare che ci siano gli elementi per trovarlo colpevole: non si va ad ammanettare uno nel cuore della notte se non ci sono delle buone ragioni. Il personaggio non mi è mai piaciuto. E non mi piaceva il suo Portobello mi innervosiva il pappagallo che non parlava mai e lui che parlava troppo senza mai dare tempo agli altri di esprimere le loro opinioni. Non mi piaceva neppure il modo con cui trattava gli umili: questo portare alla ribalta per un minuto la gente e servirsene per il suo successo» Camilla Cederna, sulla Domenica del Corriere.
Ne abbiamo altri, come Marino Collacciani, che su Il Tempo scriveva:
«Enzo Tortora rivela una calma addirittura sospetta al momento dell’arresto. Le labbra mosse con flemma, i muscoli del collo e della faccia tirati e la voce compassata sembrano voler ricordare e riprodurre a tutti i costi il personaggio del piccolo schermo, amato dalle massaie.»
«Dosando con grande mestiere indignazione e sbigottimento ha retto bene la parte della vittima innocente.» Wladimiro Greco, il Giorno
E ancora: «Il suo arresto conferma quello che chiare indicazioni davano già per sicuro, e cioè che Tortora è un personaggio dalle mille contraddizioni. Ligure spendaccione, se non proprio generoso, giornalista e quindi osservatore ma al tempo stesso attore e portato all’esibizione, umorale e tuttavia al servizio del più rigoroso raziocinio, colto (come ama anche ostentare in tv) eppure votato alle opere di popolarità, incline a un’affettazione non lontana dall’effeminatezza ma notoriamente amato dalle donne e propenso ad amare le più belle (due mogli e falangi di amiche). Moralista infine – proprio questo il sigillo che l’arresto imprime alla sua sfaccettata personalità – e ora colpito da un’accusa che fa di colpo traballare ogni sua credibilità morale» Luciano Visintin, dal Corriere della Sera, una persona davvero splendida, da come si può vedere...
Curioso Costanzo Costantini: «Desta qualche sospetto quando fa di tutto per nascondere la sua vita privata, quando conduce sotto l’insegna dell’ordine una vita personale tutt’altro che ordinata assumendo nello stesso tempo atteggiamenti da moralista o da Catone il Censore. I moralisti o i moralizzatori sono sempre da salutare con favore, specialmente in tempi come quelli i che viviamo, ma a condizione che non bistrattino con l’azione i loro princìpi, che conducano una vita irreprensibile.»
Già ai tempi si confondeva la vita pubblica con un'ipotizzata vita privata, costruita da questi rapsodi che invece di cucire i canti, cantavano bugie Alessia Donati, su Novella 2000: «Qualcuno a Milano dice che quando era stato licenziato dalla Rai lo si poteva vedere, di notte, in un giro di balordi. Qualcun altro si meravigliava di averlo incontrato spesso, anche in questi ultimi tempi, sugli aerei Roma-Palermo Palermo-Roma. Che interessi poteva avere Tortora in Sicilia? E poi, per chi lo conosce bene, c’è un altro elemento inquietante: Tortora, di solito violento a parole nel difendersi e così conscio del potere dei giornali e della tv, quando è uscito dalla questura di Roma aveva a sua disposizione televisione e giornalisti: poteva dire quello che voleva; invece, a parte generiche dichiarazioni di innocenza, non ha avuto le reazioni che gli erano solite.»
Pur di scrivere, pur di non "prendere un buco", come si dice in gergo... veleno «Anche perché lo spaccio operato da Tortora non consisteva certo in stecchette o bustine, ma in partite di 80 milioni a botta. Un’attività durata anni e stroncata solo ultimamente, secondo indiscrezioni, per uno sgarro commesso dal noto presentatore. E ancora, pranzi e cene con noti e meno noti camorristi, incontri segreti, rapporti, inchieste, raccomandazioni, suggerimenti, appalti» Daniele Mastrogiacomo da Repubblica, presente qui su twitter, che sicuramente penserà diversamente oggi, vero? Saviane intuì il valore del suo cognome, per il livello di errore di cui è intriso: «Era un po’ malinconico, non tanto perché costretto a camminare con le mani ammanettate e la scorta dei carabinieri, ma perché è arrivato sul teleschermo senza il suo concubino pappagallo».
Il 15 gennaio del 1986 ecco l'organo del partito comunista italiano, e anche Fausta Pizzuto sul Resto del Carlino, il 18 giugno del 1983 sbatte in prima pagina
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Il bello di internet è che se un po' cerchi non si perde nulla. Qui , archiviolastampa.it/component/opti… ,possiamo leggere i giudizi dell'epoca. Anche qui, sempre dall'archivio: http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,1029_01_1983_0172_0003_14677209/
Qui i giudici spiegano in 267 pp perché lo condannarono:
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Poi, con il candore ipocrita di chi ha sempre mentito senza mai dubitare, ecco che nel 1995 arriva l'articolo: in cui si scrive:
Quando decise di pentirsi, nell'inverno dell'84, Gianni Melluso era rinchiuso nel penitenziario di Paliano: «Mi portarono a Napoli, nella caserma dei carabinieri «Pastrengo», dove dove fui accolto da numerosi collaboratori di giustizia. Mi dissero: non fare il fesso, quello l'abbiamo già accusato noi, tu dacci una mano e otterrai ciò che vuoi». «Melluso - sostiene Visto «costruì un teorema accusatorio da lui stesso giudicato davvero incredibile». Un castello di menzogne, insomma, che sarebbe stato costruito a beneficio dei giudici napoletani. Almeno così sostiene l'ex pentito, che fino a qualche tempo fa ha continuato a lanciare dichiarazioni velenose contro
Tortora: «Mi si volle credere - avrebbe giurato davanti ai magistrati Scolastico e Bonadies -, avevo capito che agli inquirenti facevano comodo le mie parole: evidentemente temevano che, se le accuse ad un personaggio tanto famoso fossero cadute, sarebbe crollata anche operazione di polizia condotta contro la camorra di Raffaele Cutolo». Chiaro? Sempre che sia vero o no, il punto è quanto l'azione dei giornalisti, incompetenti peracottari che vogliono farsi du spicci porti alla distruzione di persone perbene.
Chiudo (per ora) riportando questa frase:
"E quando ci saremo ripresi il nostro Paese, ricordiamoci che la democrazia non è stata uccisa dai politici, ma dai giornalisti".
Alberto Bagnai, 21 ottobre 2014
@MattSDpell
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princessofmistake · 2 months
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Ti ho amato al punto di non poter sopportare l’idea di ferirti pur essendo ferita, e amandoti ho amato i tuoi difetti, i tuoi errori, le tue bugie, le tue bruttezze, le tue contraddizioni, il tuo corpo. E forse il tuo carattere non mi piaceva, né il tuo modo di comportarti, però ti ho amato di un amore più forte del desiderio, più cieco della gelosia: a tal punto implacabile, a tal punto inguaribile, che ormai non potevo più concepire la vita senza te. Ne hai fatto parte quanto il mio respiro, le mie mani, il mio cervello e rinunciare a te è stato come rinunciare a me stessa, ai miei sogni, alle mie illusioni, alle mie speranze, alla vita.
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soggetto-smarrito · 8 months
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Quando troverai un momento per me..
Non star lì a ricordare tutto quello che ho sbagliato...ricorda anche tutto quello che ho inventato per stare assieme a te.
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Quando ogni tanto rileggerai i backup...
e ti scoprirai ad occhi chiusi..
a volare su di me,
stendi un velo d' indulgenza sulle parole che reputi bugie.....e dai una carezza a quelle che giudichi illusioni, perché sono state quelle a portarci in alto.
Il tempo non cambierà quello che abbiamo sentito dentro.
Sono stato bene... insieme a te.
soggetto smarrito
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Parliamo di SESSO ORALE.
Il sesso orale è senza dubbio la cosa più amata dagli esseri umani.
Se la batte solo con la Nutella e lo Scudetto, due cose contro cui il sesso genitale perderebbe miseramente.
Invece il sesso orale vince.
Io mi sono chiesto spesso:
Perché ci piace così tanto?
La risposta è stata sempre la stessa:
PERCHÉ GODI SENZA FA NIENTE.
Punto. Fine della questione.
È solo pigrizia edonista allo stato puro, nient’altro.
È come un divano de cachemire, ‘na Jacuzzi piena d’acqua calda frizzante, Tina Cipollari sordomuta e legata, la stessa cosa:
È IL PIACERE SENZA IL DOVERE.
Tutte quelle cose sul fatto che è un dono che l’altro fa a noi, perché come lo fa lei, come lo fa lui... tutte fesserie.
A ‘na lingua non j’ha mai chiesto i documenti nessuno, perché in quel momento de chi c’è attaccato dietro non ce ne frega niente.
Basta che sia costante, partecipe e stacanovista.
Per l’UOMO il sesso orale è imprescindibile.
Non c’è possibilità de trattativa (anche per la donna ma poi ci arriviamo).
Il sesso orale sta all’uomo come i sensi de colpa stanno alla religione: senza uno non esiste l’altro.
Noi se semo inventati veramente qualsiasi cosa pe fallo andà de moda:
- lo sperma fa dimagrì
- lo sperma toglie le rughe
- lo sperma facilita la depilazione laser
- lo sperma fa crescere le tette
- studi universitari che dimostrano che le donne che fanno più pompini so le più intelligenti
- sperma is the new “Acqua de Lourdes”
Tutte, se le semo inventate tutte.
Sul web ce stanno più articoli de blog sui benefici del pompino che foto hackerate de Diletta Leotta.
Detto questo però, ci piace in qualsiasi modo e con qualsiasi stile, fatta eccezione per un particolare, categorico ed imperativo per tutti, che trasvola dalle Alpi all’Oceano Indiano:
I DENTI.
I denti in un pompino so proprio come il fascismo: rovinano tutto e fanno soffrì le persone.
I denti non li dovete usà, li dovete fa sparì.
Sì forse ‘na volta ogni 5 anni, così pe’ scherzo, ma non de più, per il resto dovete esse ‘na vecchietta che j’è finito er Kukident, lisce e umide come na pelle de daino all’autolavaggio der bengalese.
Io capisco che magari da ragazze, per scherzare con le amiche una fa pratica co banane, würstel, calippi e quant’altro, ma quelle so tutte cose che se ce passi i denti sopra se modellano… invece i piselli se sgarano, tutto qua.
Capito questo, capito tutto.
Pure perché è l’UNICA parte veramente sensibile di un uomo.
Per il resto siamo solo bugie, cazzeggio e “non mi sento pronto”.
Stabilito ciò il resto è tutto bello: classico, de lato, de sotto, a singhiozzo, a stoppino, a soffietto, a biberon, a girello, a stura lavandino, a lingua de cocker, a bevuta de struzzo, a sbadiglio de bradipo, insomma fatelo come ve pare, basta che lo fate.
Passiamo alla DONNA.
Sul fatto che il sesso orale per la donna sia fondamentale, non posso metterci la mano sul fuoco essendo un uomo, ma credo proprio che sia così.
La differenza è che mentre all’uomo 9 volte su 10 je dice bene, alla donna non dico 9, ma almeno 7 volte su 10 je capita ‘na disavventura.
È tipo andà a magnà da Cracco e accorgete che te sei scordata er portafoglio a casa.
Ormai stai là, e non ce poi fa niente.
Te devi arrende all’imbarazzo.
Si lo so, voi siete tutti bravissimi perché ve l’ha detto la vostra ragazza e prima di lei l’altra. Lo so.
In generale invece la situazione è così così.
Intanto c’è una grande schiera di uomini che non lo fanno, o pe’ principio o perché non ce pensano o perché so quelli che se non glielo chiedi chiaramente, non se cambiano manco i calzini bucati, non lo so.
Sta di fatto che non lo fanno.
Ecco a voi, proprio a voi, io ve volevo di ‘na cosa:
CE STATE A ROVINÀ LA VITA A TUTTI.
Già nell’opinione generale semo quello che semo, in più ve ce mettete pure voi!
Siete come er meteorite pe i dinosauri, ce state a fa estingue la reputazione.
Io so convinto che più del 50% delle cattive dicerie sugli uomini sia pe’ colpa vostra.
Se esistesse un girone dell’inferno pe’ voi, c’avrebbe i muri fatti de cachi acerbi e voi sareste costretti a leccalli, pe’ avecce in eterno la bocca allappata.
Certe donne non sanno più come farvelo capire:
- ne parlano a tavola
- ve raccontano delle amiche
- ve portano a letto
- COMINCIANO LORO
- se sdraiano a pancia in su come er cane mio quando vole i grattini
- ve la indicano co l’occhi
... e voi niente. Niente.
Pe’ voi er cunnilingus è come la dignità pe’ Vittorio Feltri: non esiste.
Ogni volta bisogna arrivà pe’ forza all’ultima spiaggia, e cioè: “LECCA STRONZO”.
Su questo però un po’ di colpa ce l’avete anche voi donne.
Ma secondo voi, perché noi so secoli che se inventano tutte quelle bugie sullo sperma? Perché sprechiamo tempo a scrivere tutti quei blog? Perché facciamo fare almeno una ricerca l’anno sui pompini all’Università del Wisconsin?
Io ve la butto là, pensatece.
Comunque anche quando trovano uno che lo fa, non è detto che la situazione migliori.
Problema numero uno: LA MIRA.
Noi, arrivati lì, non sapemo dove andà, c’è poco da fa.
C’è chi se perde dentro, chi se perde fori, chi sta talmente lontano dall’obbiettivo che se ce fosse un Tom Tom, starebbe sempre sul grigio a 15 km dalla strada e direbbe in continuo “Appena possibile, fare inversione a U”
Negli anni infatti ho capito la sostanziale differenza tra i sessi nell’uso della mano sulla testa.
Noi uomini quando mettiamo la mano sulla testa della donna, è perché ce prende la sindrome del palombaro e volemo batte tutti i record de profondità.
La donna invece la usa tipo joystick, non dico pe’ vince er gioco, ma almeno pe’ riuscì a superà er primo livello.
Risolto in qualche modo il problema della mira, passiamo al problema numero due: LA VELOCITÀ.
Appena arriviamo giù, noi partimo tipo Valentino Rossi ai tempi d’oro del moto mondiale.
Spesso quello che pe’ un uomo è piano, pe’ na donna c’ha la delicatezza de na lucidatrice cor motore de na Lamborghini.
Di base il problema è questo.
In generale è preferibile ‘na cosa graduale: diciamo che più che un Lamborghini dovete esse un Pandino 850 che da 0 a 100 ce mette quei 5 minuti che fanno sta tranquilli tutti.
Sistemate velocità e mira, il resto è a gusto personale: sopra sotto, destra sinistra, a cerchio, pe sbieco, de punta, de piatto, a battimuro, a grattino, asciutto, a colla de lumaca, a bacio de farfalla, a vibratore de Samsung, a Z de Zorro, pure qui come ve pare.
Basta che lo fate.
L’unica cosa delicata è LA PARTE FINALE.
Una volta raggiunto l’accordo tra le parti su dove, come e quando, nel momento in cui va in scena l’ultimo atto, non ve dovete inventà niente: CONTINUATE A FA ESATTAMENTE QUELLO CHE STATE A FA.
Immobili lì dove state.
Finché non trilla tutto er meccanismo, non ve dovete staccà de ‘na virgola.
Non fate che proprio in quel momento ve viene da prende fiato, da respirà o da fà pazzie creative non richieste.
Piuttosto morite, ma state là.
Fermi e dediti alla causa come un bolscevico russo sotto la neve nell’anni ’40.
Er finale non se rovina a nessuno, nemmeno al peggior nemico.
Mi piacerebbe chiudere dicendo che la base fondamentale di tutto questo sia l’igiene personale, ma che ci piaccia o meno, per alcuni di noi, oppure in determinate situazioni, la passione e la voglia vincono pure sur misto mare.
Invece chiuderò urlando la mia invidia per il mondo LGBT, che in questo ambito non ha bisogno di chiarire nessun punto e può vivere della libertà del non detto:
ognuno sa ESATTAMENTE dove deve andà e quello che deve fà.
Beati voi.
#luccisanodicecose
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Come sempre, grazie :)
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tiaspettoaltrove · 1 month
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Ti aspetto altrove.
“Ti aspetto altrove”, perché solo lì potrei farlo: in un’altra vita, in un’altra epoca, in un altro mondo. Siamo incatenati, e mi è impossibile essere totalmente me stesso al 100%. Viviamo una vita viziata dal condizionamento altrui, da direzioni stabilite in modo predeterminato, da decisioni che calano dall’alto di un potere materiale. Siamo schiavi e vittime di una realtà artificiale che ci ha irrimediabilmente ingabbiato per sempre, qui. Siamo parvenza di verità, bugie celate male, paure preponderanti. Siamo pedine di un sistema arzigogolato che però svolge egregiamente il suo lavoro. Siamo sempre meno umani, e sempre più involucri. Tu troverai sempre un ragazzo normale nella tua vita, non me. Perché io non posso essere trovato, io m’impedisco di farmi trovare. Mi celo dietro un’aura da bravo ragazzo che mi compete, mi caratterizza, ma al contempo mi limita anche. Ti aspetto altrove perché qui non potrei trattarti come vorrei. Non potrei dettarti la linea, non potrei tenere il polso della situazione, non potrei amarti follemente come vorrei. Finirei invece col far sbiadire la lucidità che serve per sopravvivere, col non rispettare i limiti del buon senso, col tenermi a bada ancor più di quanto faccio, naturalmente, di già. Sfocerei nel totale estremismo che qui e ora mi delinea e basta, sullo sfondo, marginalmente. Ma la carne che brucia può farlo davvero solo altrove, col dolore lancinante che diviene il piacere più ricercato ma (qui) negato. Con la propensione all’esplorazione totale, e non parziale. Con l’annullamento della negazione, del rifiuto, del rinvio. “Quando e come voglio”, e qui non è possibile. Non è una sconfitta, non mi sento vinto. È un cielo cupo, che non sfocia mai in un temporale. Un perenne stato di inquietudine, nel quale il sole non s’affaccia quasi mai. Il mondo è una grande distesa, ma dove può esserci realmente spazio per due spiriti che voglion sfuggire a tutto? Donne che odiano gli uomini, uomini che riescono a farsi odiare molto bene, discriminazioni, princìpi violati. E ancora ruoli confusi, tabelle di marcia non rispettate, libertà fittizie che si sostituiscono a quella unica e vera. Ci nascondiamo dietro ai silenzi, e alle parole che usiamo per cercare di non farci cogliere in flagranza, mentre andiamo a caccia di silenzi. Un fiume di frasi sprecate, inutili, sciocche, ripetute, retoriche, inconsistenti. Suoni che nulla aggiungono alla melodia della vita. Ma mai è la verità, quella che si tocca davvero. E quindi io ti aspetto altrove perché è solo altrove, che potrei farti quello che voglio. Solo lì, potresti vedermi davvero senza compromessi, senza taciti accordi, senza che debba sempre precisare e puntualizzare tutto. Solo lì potrei sciogliermi, e donarti tutto me stesso. Solo lì, potrei dare vita all’amore più grande di sempre. Questo blog è un modo per riflettere su ciò che non va, e che di fatto non può essere cambiato. Il muro non sarà abbattuto, è troppo resistente. Come la mia corazza. E voltiamo pagina.
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mucillo · 4 months
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Lettera di Natale di Franco Arminio
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Natale e i giorni che lo circondano sono una spina feroce per i dolenti. Il Natale dei vecchi nelle case di cure, il Natale dei carcerati, il Natale negli ospedali. Ma questi giorni sono feroci anche per chi sta a casa e ha la stanza del figlio vuota, il figlio morto a Natale diventa un ferro rovente che ti rovista il cuore. Il Natale di chi sta a casa e sente che è passato troppo tempo e non hai più venti anni e nemmeno quaranta. Il Natale dei bambini circondati da merci più che da da persone, il Natale degli scapoli, quelli che quando tornano a casa la sera sentono il vento che fischia dietro la porta e non ti viene voglia di spostare un bicchiere, di lavare un piatto. Il Natale degli amori sgretolati, delle diffidenze, delle bugie che diciamo agli altri e a noi stessi. Il miserabile Natale di chi ha successo e ne vuole avere ancora di più, il Natale dei delinquenti che prima o poi saranno scoperti, il Natale di chi è stato lasciato e di chi non è stato mai trovato, il Natale del fegato malato, del dente guasto, il Natale degli occhi gonfi, il Natale delle rughe, dei capelli caduti, il Natale di chi non si ama più e di chi non ha amato mai.
Una festa così dovrebbe essere una grande occasione di federare le nostre ferite, dovrebbe essere la festa della verità su chi siamo e su chi vorremmo diventare, da soli e assieme agli altri. E invece abbiamo delegato il nostro dolore ai dolciumi, come se un torrone potesse essere l’avvocato della nostra ansia, un panettone il muro contro l’angoscia.Natale dovrebbe essere il tempo della poesia. La poesia al posto della tombola, la terna di Leopardi, la quintina di Dante. La poesia serve a spiegare la disperazione e a far fiorire la gioia, tutte e due le cose assieme. La poesia serve a lasciare un poco di vuoto dentro di noi, serve a tenere spazio per il ritorno dei miracoli.Nella giostra orrenda delle merci ci siamo dimenticati che in fondo Natale è la festa dei miracoli.
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susieporta · 5 months
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Sto imparando a me stesso come occupare spazio. Come non scusarsi costantemente per come vivo e respiro. Come le scuse non sono una cosa che dovrei dire prima di parlare in una conversazione. Quanto mi dispiace, non è una cosa che devo dire prima di concedermi il diritto fondamentale di parlare di qualsiasi cosa.
Sto insegnando a me stesso che mi è permesso di esistere su questo pianeta senza pensare a me stesso come a un peso. Come non scusarsi per le cose che sono fuori dal mio controllo. Come capire quando le persone cercano di manipolarmi per farmi pensare il peggio di me stesso e soprattutto come smettere di pensare il peggio di me stesso come merito di meglio da me stesso.
Sto insegnando a me stesso che gli esseri umani possono esistere senza pensare il peggio di se stessi e come le persone che li circondano li percepiscono. Come non chiedere scusa quando qualcuno mi viene addosso e subito presumo che sia colpa mia. Come non chiedere scusa quando faccio una domanda perché penso che gli altri penseranno che sono stupido. Come amarmi per queste parti difettose di me che nessuno ha mai voluto amare prima.
Sto imparando a me stesso che tutte le bugie che i miei abusivi mi hanno detto su di me erano così sbagliate. Come mi è permesso commettere errori. Quanto basta che mi scuso e rettifico le cose, tutto si risolve se ho ancora amore nel cuore per l'altra persona. Come non tutto quello che è mai andato storto in ogni relazione sia colpa mia.
Sto finalmente imparando come occupare spazio come essere umano. C'è voluto un lungo percorso per arrivare fin qui. E ho ancora molta strada da fare prima di aver finito di capire che è mio compito occupare spazio, che non sono solo un ripensamento o un personaggio secondario in questo dono della vita che mi è stato dato. Che chi sono non è una scusa, che chi sono non sbaglia. ~Nikita Gill
(Libro: braci selvatici [annuncio] https://amzn.to/3Re3nmP )
(Arte: 'Lo Swinger', 1969 di Andrew Wyeth)
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scogito · 3 months
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Burioni: "Boom casi di cancro nei giovani e non sappiamo perché"
Non commento perché quest'anno voglio dire meno parolacce.
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canesenzafissadimora · 2 months
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Quando ci siamo conosciuti io non cercavo niente, avevo già perso troppo.
Quando mi sei arrivato davanti con quei tuoi modi semplici, con quei tuoi occhi grandi, con quelle gambe troppo magre, io non cercavo amore, avevo già perso troppo.
Quando mi hai chiesto come mi chiamavo, quando mi hai fatto ridere, quando mi hai fatto arrabbiare dopo soli cinque minuti di conversazione, io non cercavo carezze, sesso, attenzioni.
Tu mi avevi già scelta, mentre io avevo scelto la solitudine.
Io non volevo baci, non volevo cene fuori, non volevo regali a Natale, non volevo anniversari, non volevo promesse, non volevo storie, non volevo bugie, non volevo giochi, non volevo le lenzuola sopra le nostre teste, non volevo che tu mi togliessi la Nutella ai lati della bocca, non volevo che tu mi prendessi in giro per la mia voce al telefono.
Non volevo affezionarmi, e ti rifuggivo come se fossi stato il Diavolo, o la Morte, o la mia paura più grande.
Non volevo passare del tempo con te, non volevo vederti mangiare, vederti correre, vederti dormire, vederti arrabbiato, triste, confuso, o peggio, felice, o peggio, eccitato, o peggio, dolce.
Non ero pronta. Non di nuovo. Non ancora.
Ma tu insistevi.
Io scappavo e tu mi rincorrevi.
Io ti dicevo cento no, e tu facevi di tutto per strapparmi un solo sì.
“Io sono diverso” dicevi, e lo dicevi con quell'aria sincera, così sincera che a volte ti credevo quasi.
Facevi tutto quello che nessuno aveva mai fatto per me: c'eri.
Stavi con me.
Stavi con me a tempo perso, e io ti dicevo che dovevo andare e tu mi volevi accompagnare.
Non ricordo nemmeno il giorno in cui non sono più riuscita a mandarti via.
All'inizio era semplice.
“Ma guarda questo, ma chi si crede di essere?”
Poi, lentamente, come i mali peggiori, sei andato ad adagiarti sui miei pensieri, tra i miei desideri, e dirti di no era più doloroso di farti restare.
Come ogni sciocca che si rispetti, ci sono ricascata.
Io.
Io che non ti avevo chiesto niente.
Tu che mi davi così tanto.
Avevi ragione, avevi ragione ad insistere.
Insieme eravamo perfetti, davvero. Un amore di quelli che spezza il fiato, che toglie la fame, che trasforma i volti di chi lo vive, uno di quegli amori che forse si incontra una volta, se si è fortunati.
Non volevo affezionarmi e mi sono innamorata.
E tu?
Tu che mi volevi così tanto, ma così tanto, un giorno, dopo aver avuto più di tanto, dopo aver avuto tutto, mi hai detto che non lo sapevi se era ancora il caso, che forse era meglio stare un po’ da soli, che ti sentivi strano, diverso, distante.
Io ancora oggi non so che dire.
Ancora oggi ho solo una domanda, solo una.
Ma perché?
Perché non mi hai lasciato stare?
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Susanna Casciani
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fatticurare · 11 months
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a-dreamer95 · 5 months
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I miei amici mi chiedono come ho fatto a dimenticarti così velocemente, come ho smesso di amarti se eri tutta la mia vita, come è stato possibile che non avessi mai più nominato il tuo nome.
L'amore muore quando ti tradiscono, quando ti pugnalano alle spalle e l'ammirazione per quella persona va a quel paese, i bei ricordi marciscono quando scopri il vero volto della falsità. L'amore si trasforma in disgusto nello scoprire ogni bugia, resti così deluso che passi dall'amare a disprezzare. L'amore può sopravvivere all'assenza, alla distanza, alla morte, ma non sopravvive ai tradimenti, alle bugie, ai dubbi, alla sfiducia, alla profonda delusione. Quando tradisci la persona più leale che avevi al tuo fianco, non chiedere perdono né giustificare il tuo errore: è stata una scelta che ti costerà conseguenze devastanti e prolungate verso la persona che più si fidava di te.
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ambrenoir · 5 months
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"Ti ho amato al punto di non poter sopportare l’idea di ferirti pur essendo ferita, e amandoti ho amato i tuoi difetti, i tuoi errori, le tue bugie, le tue bruttezze, le tue contraddizioni, il tuo corpo.
E forse il tuo carattere non mi piaceva, né il tuo modo di comportarti, però ti ho amato di un amore più forte del desiderio, più cieco della gelosia: a tal punto implacabile, a tal punto inguaribile, che ormai non potevo più concepire la vita senza te.
Ne hai fatto parte quanto il mio respiro, le mie mani, il mio cervello e rinunciare a te è stato come rinunciare a me stessa, ai miei sogni, alle mie illusioni, alle mie speranze, alla vita."
Oriana Fallaci
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fridagentileschi · 9 months
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TOTALITARISMO E BUGIE
“Totalitarismo. Il totalitarismo comincia con il disprezzo per quello che abbiamo. Il secondo passo è: ‘Le cose devono cambiare, non importa come, qualsiasi cosa è meglio di quello che abbiamo’. I governi totalitari organizzano questo sentimento di massa e organizzandolo lo articolano e articolandolo fanno sì che in qualche modo le persone lo apprezzino. Prima le persone si sentivano dire: non uccidere, e loro non uccidevano. Adesso si sentono dire: uccidi, e sebbene pensino che uccidere sia molto difficile, lo fanno perché ormai rientra nel normale codice di comportamento. Imparano chi uccidere, come uccidere e come farlo insieme. È la famosa Gleichschaltung, il processo di allineamento. Sei allineato non con le autorità superiori, ma con il tuo vicino, con la maggioranza. Solo che invece di comunicare con l’altro, adesso sei incollato a lui. E naturalmente ti senti bene. Il totalitarismo fa leva sui pericolosi bisogni emotivi di persone che vivono nel totale isolamento e nel timore dell’altro.
Bugie. Nel momento in cui non abbiamo più una stampa libera, può succedere di tutto. Quello che consente a uno stato totalitario di governare è che le persone non sono informate. Come fai ad avere un’opinione se non sei informato? Se tutti ti mentono sempre, la conseguenza non è che tu credi alle bugie, ma che nessuno crede più a nulla. Questo succede perché le bugie, per loro natura, devono essere cambiate, e un governo che mente deve riscrivere continuamente la sua storia. Quello che arriva alla gente non è solo una bugia, ma un gran numero di bugie, a seconda di come tira il vento della politica. E un popolo che non può più credere a nulla, non può neanche decidere. È privato non solo della capacità di agire ma anche della capacità di pensare e giudicare. E con un popolo così ci puoi fare quello che vuoi”.
Hannah Arendt
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