“Penso a tutte le cose
che, ogni giorno, si intrecciano.
Le ciocche dei capelli,
i vestiti stesi al sole e sotto il vento.
Le dita che trovano spazio
tra altre dita, le edere
che si abbracciano sui muri.
Le emozioni, i sorrisi, i pensieri.
Le vite con tante altre vite.”
— Anonimo
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Febbraio 2021, quando potevo fingere di essere bionda.
Se non fosse che la colorazione rovina i capelli mi sarei fatta tutta bionda 🥲
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Sogni
Abbracciati, ti accarezzo, ti sfioro la fronte, ti sposto i capelli e tu chiudi gli occhi.
Ti guardo abbandonata sul mio petto, non hai resistito più di qualche minuto.
Accarezzo le tue forme, seguo la linea delle tue labbra. Sorridi e inizi a muoverti leggermente. Stai sognando.
Chissà se ricorderai questo sogno. Chissà se è come quello che mi hai raccontato.
Chissà cosa sogni.
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Certe relazioni sono un po' come quando sei dal parrucchiere che, dopo la piega, continua a sistemare i capelli, acconciandoli, spettinandoli, spostandoli di continuo, fino a farli cadere esattamente come stavano prima.
Sono già definite, ma si cerca dell'altro che non c'è.
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Ho sempre avuto un rapporto particolare con i miei capelli.
Quando ero giovane mi obbligavano a tagli in stile gioventù hitleriana con tanto di riga.
Una forzatura per chi ha i capelli mossi e ricci come me.
Nell'età post adolescenza volevo i capelli lisci.
Assolutamente lisci. Così a forza di phon, spazzola e lacche con cui potevi verniciare le carrozzerie delle auto, andavo in discoteca.
Arrivò il servizio di leva, destinazione i paracadutisti della Folgore.
In pratica ero una palla da biliardo.
Per circa un anno non rividi più manco l'ombra dei miei capelli.
Quando ripresero a crescere li lascia andare, crebbero. Fino a metà della mia schiena in lunghezza.
Nell'anno 2000 iniziò un nuovo millennio, così decisi di dare un taglio non solo al passato. Da quel momento non me ne curo più.
Vado dal parrucchiere e quando sono troppo lunghi vado a farmeli ritagliare. Come si posizionano io me li porto sulla testa, non impartisco più direzioni o pieghe.
Facciano come caspita vogliono.
Così come la barba da qualche anno a questa parte.
Ma si, libera di crescere anche lei.
Credo che in questi giorni barba e capelli siano diventati lunghi.
Me ne sono accorto da alcune "osservazioni" evangeliche dei miei figli.
Ieri stavo preparando la cena, avevo il pane sul tagliere e il coltello in mano. Passa figlio 2 e recita:
"Prese il pane, lo affettò lo diede a suoi figli e disse: prendete e mangiatene tutti, questo è pane cafone per fare la scarpetta".
A tavola, durante la cena, ho proposto un brindisi a Rebecca, ospite da noi, appena alzato il bicchiere, sempre figlio 2 per fare il brillante davanti a lei, recita: "Prese il calice e disse prendete e brindate tutti".
Questa mattina con figlio 1 sono andato presto a fare la spesa, oggi ho voglia anche di un buon vino. Mentre osservavo le etichette lui comincia a predicare: "Egli tramutò i soldi in vino. Questo, a Cana di Galilea, fu l'inizio dei segni compiuti da Gesùrino".
Ora. Sono davanti al lavandino in bagno. Mi guardo allo specchio, guardo i capelli e la barba. Sono indeciso se tagliarli o no.
Ripenso alla storia di Sansone, che magari perdo la mia forza.
Ho un dubbio. Vorrei aprire il rubinetto e vedere se riesco a separare le acque.
Ma non vorrei illudermi, forse e meglio aspettare che piova, per vedere come me la cavo a camminare sulle pozzanghere.
Chissà.
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