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#classicismo
gregor-samsung · 3 months
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" Dopo un’assenza quasi totale di cinquanta anni il senatore conservava un ricordo singolarmente preciso di alcuni fatti minimi. «Il mare: il mare di Sicilia è il più colorito, il più aromatico di quanti ne abbia visti; sarà la sola cosa che non riuscirete a guastare, fuori delle città, s’intende. Nelle trattorie a mare si servono ancora i ‘rizzi’ spinosi spaccati a metà?» Lo rassicurai aggiungendo però che pochi li mangiano adesso, per timore del tifo. «Eppure sono la più bella cosa che avete laggiù, quelle cartilagini sanguigne, quei simulacri di organi femminili, profumati di sale e di alghe. Che tifo e tifo! Saranno pericolosi come tutti i doni del mare che dà la morte insieme all'immortalità. A Siracusa li ho perentoriamente richiesti a Orsi. Che sapore, che aspetto divino! Il più bel ricordo dei miei ultimi cinquanta anni!» Ero confuso ed affascinato; un uomo simile che si abbandonasse a metafore quasi oscene, che esibiva una golosità infantile per le, dopo tutto mediocri, delizie dei ricci di mare! Parlammo ancora a lungo e lui, quando se ne andò, tenne a pagarmi l’espresso, non senza manifestare la sua singolare rozzezza («Si sa, questi ragazzi di buona famiglia non hanno mai un soldo in tasca»), e ci separammo amici se non si vogliono considerare i cinquanta anni che dividevano le nostre età e le migliaia di anni luce che separavano le nostre culture. "
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, La sirena. Prima pubblicazione nel volume Racconti, Prefazione di Giorgio Bassani, Collana Biblioteca di Letteratura: I Contemporanei n.26, Milano, Feltrinelli, 1961.
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lapolani · 10 months
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“L’Infinito” di Giacomo Leopardi Idillio introdotto, letto e commentato da Lapo Lani
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Museo Casa Rurale di Carcente
Comune di San Siro (CO)
Sabato 1 luglio, ore 21:00
(In caso di maltempo la lettura verrà rinviata a sabato 8 luglio, ore 21:00)
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«Dicono i poeti che la disperazione ha sempre nella bocca un sorriso» [1]. Il linguaggio della poesia si muove attraverso l’immaginazione [2], esprimendosi con un linguaggio vago, incerto, indeterminato, servendosi di metafore, metonimie, paragoni, catacresi, figure di dizione. Il poeta fa fatica a esprimere la bellezza e la forza della natura, e non può farlo se non con parole quasi accidentali. Il 18 luglio del 1821, Leopardi scrive nei “Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura” [3]: «Il principio delle cose, e Dio stesso, è il nulla. Giacché nessuna cosa è assolutamente necessaria, cioè non v’è ragione assoluta perch’ella non possa non essere, o non essere in quel tal modo» [4]. Solo l’immaginazione, portando il pensiero dell’uomo verso l’indeterminato e l’infinito, dà conforto e sollievo. «Hanno questo di proprio le opere di genio, che quando anche rappresentino al vivo la nullità delle cose, quando anche dimostrino evidentemente e facciano sentire l’inevitabile infelicità della vita, quando anche esprimano le più terribili disperazioni, tuttavia ad un’anima grande che si trovi anche in uno stato di estremo abbattimento, disinganno, nullità, noia e scoraggiamento della vita, o nelle più acerbe e mortifere disgrazie (sia che appartengano alle alte e forti passioni, sia a qualunque altra cosa); servono sempre di consolazione, raccendono l’entusiasmo, e non trattando né rappresentando altro che la morte, le rendono, almeno momentaneamente, quella vita che aveva perduta. E così quello che veduto nella realtà delle cose, accora e uccide l’anima, veduto nell’imitazione o in qualunque altro modo nelle opere di genio, apre il cuore e ravviva» [5]. Credere che le cose siano nulla, significa credere che il divenire, ovvero ciò che appare esistente, sia niente. Questo pensiero – fondamento del nichilismo, l’essenza della modernità – segna il confine più estremo mai raggiunto dalla filosofia dell’Occidente. Leopardi apre la strada che verrà percorsa dalla cultura contemporanea nell’ultimo suo atto. La scienza e la tecnica sono i due maggiori interpreti di questo orizzonte, in cui il divenire è un processo che esclude la relazione tra le cause e gli effetti degli accadimenti: ogni cosa nasce dal nulla e ritorna nel nulla. La tecnica ha come scopo l’incremento indefinito degli scopi, senza poterli prevedere né conoscere; la scienza procede con metodi statistici, probabilistici, considerando presunto e ipotetico l’evento che accadrà. In ambedue i casi si opera all’interno del concetto di soggettività, profondamente radicato nel pensiero moderno: il “sistema” [6] delle cose che noi conosciamo è la loro relazione, il loro co-esistere. Questa convinzione ha sostituito quella per cui il sistema delle cose che noi conosciamo è epistème [7], ovvero lo scenario in cui è possibile giudicare e conoscere le cose al di là del puro fatto reale. L’epistème è la conoscenza “vera” di ciò che sta sopra l’accadimento dei fatti. Per un lungo periodo l’oggetto dell’epistème si è chiamato Dio: quell’Essere immutabile ed eterno che comprende e giustifica il divenire, ed è “sempre salvo” dal nulla. Come scrive Leopardi, la modernità è l’era del disincanto, in cui la ragione, nella sua forma più radicale, mostra l’impossibilità di sperare: «Il tempo delle grandi illusioni è finito» [8]; «Questa vita è una carneficina senza immaginazione» [9]. Se l’indeterminatezza e l’incertezza sono, per natura, le maggiori fonti della felicità, la scienza, avendo definito i confini delle cose, avendo quindi oltrepassato l’indefinito, limita la speranza, le illusioni, la vita. La scienza distrugge l’indeterminatezza, quindi porta all’infelicità e alla noia. Questa è la vita nell’èra moderna, nell’èra della matematica: «Che piacere o felicità o conforto ci può somministrare il vero, cioè il nulla?». Poi Leopardi prosegue, con un tono tanto inquietante quanto profetico: «Le quali cose [la ragione e il pensiero matematico, che rendono evidente la nullità di tutte le cose] se ridurranno finalmente gli uomini a perder tutte le illusioni, e le dimenticanze, a perderle per sempre, ed avere davanti agli occhi continuamente e senza intervallo la pura e nuda verità, di questa razza umana non resteranno altro che le ossa, come di altri animali di cui si parlò nel secolo addietro. Tanto è possibile che l’uomo viva staccato affatto dalla natura, dalla quale sempre più ci andiamo allontanando, quanto che un albero tagliato dalla radice fiorisca e fruttifichi. Sogni e visioni. A riparlarci di qui a cent’anni. Non abbiamo ancora esempio nelle passate età, dei progressi di un incivilimento smisurato, e di uno snaturamento senza limiti. Ma se non torneremo indietro, i nostri discendenti lasceranno questo esempio ai loro posteri, se avranno posteri» [10]. E ancora: «Si dice con ragione che al mondo si rappresenta una Commedia dove tutti gli uomini fanno la loro parte. Ma non era così nell’uomo in natura, perché le sue operazioni non avevano in vista gli spettatori e i circostanti, ma erano reali e vere» [11]. «Così tra questa / immensità s’annega il pensier mio: / e il naufragar m’è dolce in questo mare» [12]; ovvero: «Sunt lacrimae rerum: et mentem mortalia tangunt» [13]. («Sono le lacrime delle cose, e le cose mortali toccano i cuori».) Lapo Lani Milano, febbraio 2023
Note: [1] Giacomo Leopardi, “Dialogo di Timandro e di Eleandro", scritto nel 1824. Il dialogo fu pubblicato come epilogo della 1ª edizione di "Operette morali"; editore Antonio Fortunato Stella, 1827. [2] Dal latino imaginatio -onis, forma di pensiero che, senza seguire regole predeterminate o nessi logici, si esprime attraverso l’elaborazione di immagini in grado di rappresentare una realtà affettiva. [3] “Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura”, altrimenti conosciuto come “Zibaldone” o “Zibaldone di pensieri”, scritto da Giacomo Leopardi tra il 1817 e il 1832. La numerazione relativa ai pensieri citati, riportata tra parentesi a termine delle note di seguito elencate, fa riferimento all’edizione Feltrinelli del 2019: “Zibaldone di pensieri. Nuova edizione tematica condotta sugli indici leopardiani”. [4] Giacomo Leopardi, “Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura”, pensiero scritto il 18 luglio 1821 (1341,1). [5] Giacomo Leopardi, “Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura”, pensiero scritto il 4 ottobre 1820 (259,1). [6] La parola deriva dal greco ed è composta dalla preposizione sýn- (“con”, “insieme”) e dal verbo histemi (“stare”); quindi “stare insieme”. [7] La parola epistème deriva dal greco (ἐπιστήμη) ed è composta dalla preposizione epì- (“su”) e dal verbo histemi (“stare”); quindi “stare sopra”. L'epistème designa la conoscenza certa e incontrovertibile delle cause e degli effetti del divenire, ovvero quel sapere che intende porsi “al di sopra” di ogni possibilità di dubbio attorno alle ragioni degli accadimenti. [8] Giacomo Leopardi, “Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura”, (83,3). [9] Giacomo Leopardi, “Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura”, pensiero scritto il 26 giugno 2020 (137,1). [10] Giacomo Leopardi, “Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura”, pensiero scritto tra il 18 e il 20 agosto del 1820. [11] Giacomo Leopardi, “Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura”, pensiero scritto il 21 agosto del 1820. [12] Giacomo Leopardi, epilogo dell’idillio “L’Infinito”, 1818-1819. [13] Virgilio, “Eneide”, Libro I, verso 465.
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Copertina: "L’infinito”.
Disegno di Lapo Lani, realizzato con colori acrilici su carta bianca, e successivamente elaborato con processi digitali. Dimensioni: cm 26x34. Anno: febbraio 2023. Collezione privata.
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alliwanttoseeismgg · 7 months
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Discorso intorno alla poesia
"Una notte serena e chiara e silenziosa, illuminata dalla luna, non è uno spettacolo sentimentale? Senza fallo. Ora leggete questa similitudine di Omero:
Sì come quando graziosi in cielo rifulgon gli astri intorno della luna, e l’aere è senza vento, e si discopre ogni cima de’ monti ed ogni selva ed ogni torre; allor che su nell’alto tutto quanto l’immenso etra si schiude, e vedesi ogni stella, e ne gioisce il pastor dentro all’alma.
Un veleggiamento notturno e tranquillo non lontano dalle rive, non è oltremodo sentimentale? Chi ne dubita? Ora considerate o Lettori, questi versi di Virgilio:
Adspirant aurae in noctem, nec candida cursus luna negat, splendet tremulo sub lumine pontus. Proxima Circaeae raduntur litora terrae, dives inaccessos ubi Solis filia lucos adsiduo resonat cantu, tectisque superbis urit odoratam nocturna in lumina cedrum, arguto tenues percurrens pectine telas. Hinc exaudiri gemitus iraeque leonum vincla recusantum et sera sub nocte rudentum.
[Spirano le brezze sulla notte né la candida luna nega il percorso, il mare splende sotto tremula luce. Si sfiorano i vicini lidi della terra di Circe, dove la ricca figlia del Sole fa risuonare i boschi inaccessibili di continuo canto, nella casa superba brucia l'odoroso cedro per le luci notturne scorrendo le sottili tele col pettine vivace. Di qui si sentono i gemiti e le ire di leoni che rifiutano le catene e ruggiscono nella tarda notte.]
Che ve ne pare? Quelle cose che sono sentimentali in natura, non sono parimente e forse da vantaggio in queste imitazioni?"
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antimidia · 2 years
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Literatura e Ciência - Por Matthew Arnold (1882) [tradução livre]
Literatura e Ciência – Por Matthew Arnold (1882) [tradução livre]
Tradução Livre | Eder Capobianco Publicado originalmente no periódico Popular Science Monthly, Volume 21, de outubro de 1882. “Nenhuma sabedoria, nem conselho, nem inteligência, contra o Eterno!” diz o Sábio. Contra o curso natural e designado das coisas, não há contenda. Dez anos atrás, comentei sobre a perspectiva sombria das letras neste país, visto que enquanto a classe aristocrática,…
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"𝗔𝗻𝗱𝘆 𝗪𝗮𝗿𝗵𝗼𝗹 𝗲 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗦𝗰𝗵𝗶𝗳𝗮𝗻𝗼, 𝘁𝗿𝗮 𝗣𝗼𝗽 𝗮𝗿𝘁 𝗲 𝗖𝗹𝗮𝘀𝘀𝗶𝗰𝗶𝘀𝗺𝗼" L'archetipo femminile della Grande Madre, venerata in molte popolazioni fin dai primordi viene ripreso anche da Mario Schifano egli si ispira alla Grande Madre e crea un ciclo pittorico intitolato "Mater Matutae" in seguito allo studio che fece dei reperti di origine Campana (Capua). Se siete curiosi avete tempo fino al 31 ottobre 2021, basta fare una passeggiata all' 𝕀𝕞𝕒𝕘𝕠 𝕄𝕦𝕤𝕖𝕦𝕞 a Pescara x vedere la mostra temporanea: 📌 https://imagomuseum.it/https://imagomuseum.it/ 🚩 https://maps.app.goo.gl/ubXe43cZHydsvWuM6 📞 085 205 9056 #deaangizia #deamadre #chieti #pescara #imagomuseum #andywarhol #marioschifano #archeologia #popart #classicismo #italici #grottadelcolle #campania #Abruzzo (presso Imago Museum) https://www.instagram.com/p/CU5nbJPo17A/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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tremaghi · 2 months
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Il connubio tra medicina ed arte, la bellezza che salverà il mondo
Quante volte ho sentito apostrofare un ospedale come un brutto posto, lo so, è un luogo comune, tutti preferirebbero starne alla larga il più possibile. La mia filosofia di vita mi ha insegnato che non esistono luoghi brutti, tutti, anche quelli più tristi, hanno un perché e bisognerebbe imparare a guardarli con altri occhi e tanto meno un ospedale può essere considerato brutto, dove sempre molte…
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Da: SGUARDI SULL'ARTE LIBRO QUARTO - di Gianpiero Menniti
IL COLORE OLTRE L'OMBRA
Ancora oggi, Giovanni Francesco Barbieri detto il "Guercino", è considerato un pittore raffinato, iscritto nel catalogo ideale del classicismo seicentesco capace di attenuare la resa reale delle rappresentazioni con la nitidezza vivida dei colori ora sfumati, ora esaltati.
A veder bene, ci si trova innanzi un "maestro" del colore, trattato alla stregua di materia.
Le figure, anche se così ben disposte sulla scena, "carraccesche" o "caravaggesche" che dir si voglia, non hanno corpo ma colore.
Colore cangiante, dotato di mille tonalità, ora acceso ora ridotto a ombra.
Ma sempre lì, in primo piano o sullo sfondo, il colore domina.
Solo un particolare gusto estetico?
Forse.
In tarda età questa passione per il colore gli venne contestata come esilio della rappresentazione veridica che caratterizzò la sua epoca.
Tuttavia, per il pittore di Cento, il rilievo dell'immagine appare concentrato in uno strumento innegabile: l'impatto dei contrasti di luce dati dalla ricerca coloristica.
Come se già fosse presente, in lui, il salto espressionista, il significato dell'intensità cromatica che afferma l'essenza della pittura e reagisce al verismo ottundente dell'immagine sacra.
Questa è fuori dal tempo, oltre ogni ricerca del reale: vive di luce, pregna o tenue, carica o sottile, pesante o lieve.
Se è rappresentabile, solo così può essere mostrata.
È un modo di dipingere che fa omaggio all'ultraterreno.
Distingue.
Anche il mito.
Senza compromessi.
Ricorda all'osservatore la dimenticata differenza.
Anche della pittura rispetto a ogni altra forma d'arte.
- Guercino (1591 - 1666): "Sepoltura e gloria di santa Petronilla", 1623, Pinacoteca Capitolina, Roma
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donaruz · 1 year
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Da Simone Terreni a tutti gli americani!
Questo è il DAVID di MICHELANGELO!
Cari genitori americani,
che avete licenziato la preside che aveva mostrato ai suoi allievi questa statua e avete definito il David di Michelangelo “Pornografia”, certo il David mostra al mondo da 500 anni le sue grazie. Quindi avete pensato che fosse osceno e non adatto ai vostri figli minorenni.
Invece secondo me non avete ben chiaro né il significato del David, nè perché il David è nudo. Ascoltate la sua storia.�
Un pezzo di marmo enorme se ne stava chiuso da anni dietro il Duomo di Firenze. Nessuno voleva scolpirlo perché era fragile e poroso. Finché un giovane di 25 anni, con il naso rotto e le mani callose, di nome Michelangelo Buonarroti, accettò la sfida.
Scolpì il David!�Divenne il simbolo della piccola Repubblica Fiorentina che sfida i grandi nemici come il Papato e l’Impero (il Gigante Golia). Lo sguardo fiero e concentrato, guarda il nemico senza paura, prima di colpirlo.
Il David è FIRENZE!
E come Firenze non ha paura!
Per questo la statua DOVEVA essere nuda! Ma non non lo capite? David è nudo perché è vestito solamente della Grazia di Dio! Non ha bisogno di nulla per sconfiggere i suoi nemici perché Dio lo protegge.
Non solo doveva essere nudo ma doveva anche essere BELLO! A Firenze nel 500 c’era in atto il RINASCIMENTO. Artisti, pittori, scultori, eruditi riscoprirono la bellezza e l’armonia classica della cultura greca, liberarono l’uomo dalle superstizioni del Medio Evo, lo rimisero al centro (nudo!) e lo portarono nella modernità. Il David era figlio di Policleto, di Fidia, del Canone Greco, del Classicismo, del Verrochio e di Donatello.
Altro che Pornografia!
Michelangelo lo finì nel 1504, dopo tre anni di lavoro. Quando i fiorentini lo videro, capirono subito che era la statua più bella del mondo. Sapevano che sarebbe stato il simbolo eterno della bellezza maschile, come la Venere di Botticelli (nuda!) di quella femminile. Nacque subito una disputa su dove collocarlo. Fu creata addirittura una commissione di esperti di cui facevano parte Botticelli e Leonardo da Vinci. Il problema per i fiorentini di allora NON era nascondere le nudità ma trovare il luogo migliore per mostrare il David al mondo!! Mica come voi bigotti americani di oggi.
Alla fine fu scelto Palazzo Vecchio.�Per portarlo dal Duomo a Piazza della Signoria ci misero 4 giorni. Il David per quattro giorni “camminò” per Firenze.�E per i Fiorentini fu una festa! Se potessi scegliere un giorno, un solo giorno, per tornare indietro nel tempo, sceglierei proprio quel momento là. Quando il David, nudo, camminò per le strade di Firenze.
Anche oggi il David cammina.
E ci ricorda che il mondo va riempito di Bellezza e Armonia. Siete voi, voi americani, voi Golia, che avete inventato l’industria pornografica, che avete inondato di immagini oscene tv, cinema, pubblicità e web. Noi invece abbiamo inventato il Rinascimento! E sfideremo sempre, senza paura, chi come voi, vuole tenere l’uomo nell’ignoranza e nelle tenebre.
#rinascimento
Paola Giordano fb
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ballata · 6 months
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I protagonisti dei canti Epici vivono ancora in noi.
Il loro coraggio ci affascina. Le loro passioni ci sono familiari.
Le loro avventure hanno coniato espressioni che ancora utilizziamo.
Atena, Achille, Marte,Ettore, Minerva, Chirone, sono nostri fratelli e sorelle che si sono guadagnati l'eternità. Le loro Epiche Epopee hanno generato in noi Europei, il nostro comune pensare e sentire.
La Mitologia ci aiutò a vivere.
Possiamo formulare 2 ipotesi per spiegare il mistero del suo seguito nell'antichità prima dell arrivo delle religioni. O gli dei sono veramente esistiti e hanno insufflato nei poeti epici Virgilio ed Omero una sorta di prescienza, ispirando le loro agiografie e i loro versi premonitori sarebbero stati destinati ad arrivare fino a noi. Oppure i temi che attraversano i poemi Epici - la guerra e la gloria, la grandezza e la dolcezza, la paura e la bellezza, la memoria e la morte - sono il combustibile del braciere dell'eterno ritorno.
Ecco! Io credo in questo: nell'immutabilità dell'uomo.
I sociologi moderni sono persuasi che l'uomo sia "perfettibile", che il progresso lo faccia avanzare, che la scienza lo migliori. Sciocchezze: i poemi omerici sono immarcescibili perché l'uomo, pur cambiando nell'aspetto e nelle vesti, resta sempre lo stesso: è ugualmente miserabile o grandioso, mediocre o sublime, sia che indossi l'elmo alle Termopili o che aspetti l'autobus sul marciapiede di una città del ventunesimo secolo.....
#romanzo #robertonicolettiballatibonaffini #classicismo #narrativa #epica #epopea #mitologia #lettureconsigliate #autore #estetica #mondoclassico
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arte-e-homoerotismo · 4 months
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Aniello Falcone (1607-1656)- Atletas romanos, c.1640.
Após uma breve formação na oficina napolitana de José de Ribera onde foi apresentado à arte de Caravaggio, Falcone desenvolveu um estilo pessoal cujo naturalismo se baseia numa importante prática do desenho. Embora a sua estadia em Roma não seja atestada, esteve certamente ligada por um lado às obras do período romano (1629-30) de Velàsquez, e por outro lado aos pintores romanos de bambochades (os Bamboccianti), e ocupou em Nápoles uma posição semelhante à de Pieter van Laer, desenvolvendo os seus dons excepcionais de naturalista e observador atento da realidade no clima de um caravagismo "menor". Participou também, com Viviano Falcone e Domenico Gargiulo, na criação de uma série de quatro grandes telas representando cenas da Roma Antiga para o Palácio do Bom Retiro, em Madrid. Um deles retrata lutas de gladiadores no Coliseu. Embora também tenha produzido composições religiosas, Aniello Falcone é mais conhecido pelas suas cenas de batalha, pintadas para grandes colecionadores napolitanos como Gaspar Roomer (bons exemplares no Louvre, no museu Capodimonte em Nápoles e no Nationalmuseum em Estocolmo) e das quais fez o seu especialidade, tornando-o o precursor, em Nápoles, neste gênero, dos pintores Micco Spadaro e Salvator Rosa. Os seus contemporâneos consideravam-no o “oráculo” deste género artístico, para o qual criou o diagrama da “batalha sem heróis”), onde a violência das lutas é traduzida por um toque ao mesmo tempo expressivo e preciso. A partir de 1640, as suas composições religiosas, nomeadamente para as igrejas de San Paolo Maggiore e Gesù Nuovo em Nápoles, demonstram cada vez mais claramente uma consciência das tendências luminosas e ordenadas do classicismo romano-bolonês. Carlo Coppola e Salvator Rosa foram seus alunos como Micco Spadaro, em sua oficina napolitana, entre as tendências grega, latina e espanhola, e fizeram parte da "Compagnia della Morte", criada pelo próprio Aniello para vingar a morte de um amigo, com o objetivo utópico de matar todos os espanhóis. Masaniello também fez parte desta empresa. Quando o Reino de Nápoles, após apenas dois anos de revolução, regressou ao domínio espanhol, a Compagnia della Morte foi dissolvida e Aniello Falcone desapareceu, a sua oficina substituída em favor da de Luca Giordano. Falcone, com Salvator Rosa, foi para Roma. Um francês encorajou-o a ir para França, onde Luís XIV se tornou um dos seus patronos. Por fim, Jean-Baptiste Colbert aceitou o pedido do pintor para regressar a Nápoles, onde morreu durante a peste de 1656.
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lesolitecose · 1 year
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Non vedo l'ora di andare a vedere il film di Super Mario Bross quando uscirà, cioè sarà come vedere un grandissimo e classicismo gameplay. Non so perché mi aspetto così tanto da sta roba ma cazzo se sono in hype!!
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fashionbooksmilano · 2 years
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Aino e Alvar Aalto
Tutto il design
Luciano Rubino
Edizioni Kappa, Roma 1980, Collana Il Bovindo, 191 pagine, 24 x 22 cm.,
euro 22,00
email if you want to buy [email protected]
Il libro è una monografia dei due architetti Aino Aalto e Alvar Aalto e consiste nell’analisi delle opere dei due artisti. Alvar Aalto è un architetto finlandese (Kuortane 1898 - Helsinki 1976), uno dei più importanti dell'Europa moderna: tra le realizzazioni più riuscite il riassetto urbanistico di Rovaniemi (1945-48) e la chiesa di Riola a Bologna (1966-76). Notevole è stato anche il suo contributo nell'ambito del design di arredamento. Aino Maria Aalto è stata un architetto e designer finlandese. Nata ad Helsinki, completò la sua istruzione nel 1913 presso la Helsingin Suomalainen Tyttökoulu (scuola per ragazze finlandesi di Helsinki). Iniziò a studiare architettura lo stesso anno presso la Helsinki University of Technology e si laureò nel 1920. Quello stesso anno andò a lavorare per l'architetto Oiva Kallio di Helsinki. Nel 1923 si spostò nella città di Jyväskylä per lavorare nello studio dell'architetto Gunnar A. Wahlroos, ma l'anno seguente cambiò e iniziò a lavorare con Alvar Aalto che era da poco diventato suo marito. I coniugi Aalto trascorsero la loro luna di miele nel nord Italia. Era piuttosto comune all'epoca per i giovani architetti scandinavi andare in Italia a studiare l'architettura vernacolare e questo ebbe una profonda influenza sull'architettura scandinava durante gli anni venti, inclusi quindi i coniugi Aalto, sviluppando lo stile definito come classicismo nordico. Gli Aalto spostarono il loro ufficio a Turku nel 1927 e cominciarono a collaborare con l'architetto Erik Bryggman. Nel 1933 traslocarono ancora, questa volta per tornare a Helsinki. Gli Aalto progettarono e costruirono una casa-ufficio (1935-36) per loro stessi a Munkkiniemi, un suburbio di Helsinki, ma dopo la sua morte, soprattutto per motivi di spazio, Alvar Aalto progettò un ufficio distaccato dall'abitazione, costruito nei dintorni (1954-55). Il ruolo di Aino Aalto nella progettazione delle opere architettoniche attribuite ad Alvar Aalto non è mai stato completamente chiarito. I loro primi lavori furono piccoli edifici, come le ville estive in stile nordico classico. Tra queste spicca la villa estiva che gli Aalto progettarono per se stessi, Villa Flora, sita in Alajärvi e costruita a partire dal 1926 (poi ampliata nel 1938). Si sa che nella fase di progettazione Aino si concentrasse soprattutto nel design degli interni (come per la famosa Villa Mairea a Noormarkku del 1937-39), ma anche dell'arredamento (come per il Paimio Sanatorium del 1927-29). Nel 1935 gli Aalto, insieme a Maire Gullichsen (loro cliente per Villa Mairea) e Nils-Gustav Hahlin, fondarono la Artek, una società che vendeva impianti di illuminazione e arredamento disegnati dagli Aalto. A metà degli anni Venti gli Aalto furono i primi architetti in Finlandia ad adottare uno stile razionalista, proveniente dall'Europa Centrale. Nel lavoro di Aino Aalto questo coincise con il suo ingresso nel padiglione finlandese della Esposizione universale di New York del 1939, il cui primo premio, tuttavia, venne vinto da Alvar Aalto. Aino Aalto inoltre disegnò molti oggetti in vetro per l'azienda finlandese Iittala. Il suo più famoso bicchiere è tuttora in vendita e alcune varianti più grossolane sono state create da altre aziende (come ad esempio IKEA). Ha anche collaborato col marito nella creazione del celebre Savoy Vase nel 1936.
19/05/22
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lapolani · 9 months
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Carcente, frazione del Comune di San Siro (CO), 1 luglio 2023
"L’Infinito" di Giacomo Leopardi Idillio introdotto, letto e commentato da Lapo Lani
Ringrazio ciascuna persona del pubblico per la calorosa partecipazione e l'affetto dimostrato; l'intero gruppo del Museo Casa Rurale di Carcente per l'eccellente organizzazione e la generosa ospitalità; Daniela Bruni per la sensibile introduzione; Ciro Paolo Belvedere per l’elegante locandina; Ernesto Blotto per le intense fotografie.
Lapo Lani
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Proprietà della fotografia di copertina: Ernesto Blotto.
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aultimaflordolacio · 2 years
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Classicismo, Quinhetismo, Barroco e Arcadismo.
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Obra "amor sagrado e amor porfano"
O Classicismo é a escola literária logo após o humanismo e sendo a estética literária do renascimento resgata ideais de beleza a Antiguidade Classica e a razão.
Como toda a produção artistica que não está desassociada do pensamento do seu tempo a literatura procurava seguir moldes resgatavam pradrões greco-latinos com desejo de objetividade e foco e valorização nos seres humanos.
O principal nome desse periodo em Portugual foi Luiz Vaz de Camões e o seu maior trabalho é a obra nomeada como "os Lusíadas" onde ele conta a história de Vasco da Gama e suas viagens as Indias exaltando assim o povo português e as suas conquistas.
Segundo a revista Guia do Estudante - português 2018 "Ao mesmo tempo que exalta os descobrimentos marítimos, Camões faz uma crítica pessimista à ambição descontrolada dos conquistadores por tugueses. O autor funde elementos épicos e líricos e sintetiza as principais marcas do Renascimento português: o humanismo, o ra- cionalismo e as expedições ultramarinas".
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O Quinhetismo aconteceu no mesmo período que a chegada dos portuguese ao Brasil. A literatura produzida por aqui começou com a carta de chegada de Pedro Vaz de Caminha, ganhou amplitude com cronistas que divagavam sobre as belezas dos territórios brasileiros e catequeze voltada para os índios produzidas por jesuítas e tem o seu maior nome vinda ser sermões dados pelo Padre José de Anchieta.
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O Barroco acontece em mais um periodo conturbado. Com a reforma protestante a perca do poder a igreja cria a Contrarefroma. A literatura é marcada por dualidades claras: o sagrado e porfano. Os elementos opostos são parte fundamentais desse período. O principal nome da literatura brasileira tem o acunho de "Boca do inferno" mas é conhecido como Gregório de Matos.
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Por último, mas não menos importante, o Arcadismo.
Como as escolas literárias muitas vezes fazem um pingue e pongue entre si, o Arcadismo nega o Barroco e procura no Classicismo uma força: no caso a força clássica. Retomando, mais uma vez, valores clássicos a escola literária supracitada também pode ser chamada de "neoclassicismo" passando-se no período iluminista valorizava a razão e os prazeres terrenos e muitas vezes bucolicos e a vida no campo. Um dos seus lemas famosos é o Carpie Diem também usado no filme "sociedade dos poetas mortos" como forma de lembrança de viva o hoje ou aproveite a sua vida intensamente.
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elenaagnetti · 1 year
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I Carracci erano una famiglia di pittori bolognesi creatori nel 1590 dell'Accademia degli Incamminati, che ripropone la conoscenza dei maestri del Rinascimento, ponendo l'accento sul disegno per arrivare a un nuovo modo di dipingere, diverso dal manierismo e indirizzato verso un nuovo classicismo. Ludovico (1555-1619) fu uno dei più rappresentativi portavoce della cultura controriformista e aderì alla funzione devozionale della pittura intesa a coinvolgere l'osservatore di fronte alla scena sacra. Agostino (1557-1602) fu il teorico del gruppo. Annibale (1560-1609) fu il più importante pittore bolognese del tempo e con Agostino realizzò la decorazione della Galleria Farnese a Roma, con la particolare tecnica della quadratura e delle architetture dipinte per creare l'illusione di uno spazio tangibile. Annibale si interessò anche a soggetti quotidiani e alla definizione del "paesaggio ideale".
Qui sopra, come esempio per Annibale Carracci, è riportata “Casta Susanna con li due vecchi”, dipinta nel 1604 a Roma, 56,8 x 86,1 cm, olio su tavola.
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𝘿𝙤𝙣𝙣𝙖 𝘿𝙚𝙖 𝙚 𝙈𝙖𝙙𝙧𝙚 L'archetipo femminile della Grande Madre, venerata in molte popolazioni fin dai primordi viene ripreso anche da Mario Schifano egli si ispira alla Grande Madre e crea un ciclo pittorico intitolato "Mater Matutae" in seguito allo studio che fece dei reperti di origine Campana (Capua). Se siete curiosi avete tempo fino al 31 ottobre 2021, basta fare una passeggiata all' 𝕀𝕞𝕒𝕘𝕠 𝕄𝕦𝕤𝕖𝕦𝕞 a Pescara x vedere la mostra temporanea: "Andy Warhol e Mario Schifano, tra Pop art e Classicismo" 📌 https://imagomuseum.it/ 🚩 https://maps.app.goo.gl/ubXe43cZHydsvWuM6 📞 085 205 9056 #deaangizia #deamadre #chieti #pescara #imagomuseum #andywarhol #marioschifano #archeologia #popart #classicismo #italici #grottadelcolle #campania #Abruzzo (presso Imago Museum) https://www.instagram.com/p/CU5jD3Fodpq/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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