Tumgik
#come una tredicenne
abr · 5 months
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Dopo settimane che la gente blatera di crimini di guerra, mi rendo conto che il 99% non ha la più pallida idea di cosa sia un crimine di guerra e quale sia il concetto di proporzionalità secondo il diritto internazionale. #gaza
Probabilmente molti confondono i crimini di guerra con le crudeltà della guerra, inevitabili purtroppo; la guerra in sé è merda, chi la provoca è un criminale ed è per questo che hamas è doppiamente colpevole.
C’è anche un altro aspetto: molte nazioni occidentali non accettano più che esista la guerra, per cui ogni morto è un crimine. Però stranamente rimuovono i 1400 civili massacrati deliberatamente più oltre 200 rapiti il 7 ottobre.
Mettiamoci pure per un istante dalla parte degli ignoranti della storia che Israele ha "rubato" le terre ai palestinesi: bruciare viva deliberatamente una donna incinta o sgozzare deliberatamente neonati nelle nursery, sta alla protesta contro un "furto" come un essere umano sta a quella troia sadomaso sottomessa in chador che da una piazza europea ululava al microfono, confessando il suo nazismo: "nessuna donna o bambino ebrei sono davvero innocenti".
Inoltre, se non basta: un bambino palestinese scudo umano di uno zombie di hamas che muoia sotto il fuoco israeliano, è vittima dello zombie e in ogni caso, uccidere senza volerlo è omicidio colposo, non è omicidio volontario con aggravante del motivo abietto e della crudeltà, tipo fare a pezzi una tredicenne sanguinante dopo violenza di gruppo e aver filmato la scena per rendere partecipe il bestiame a casa.
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dilebe06 · 7 months
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Io voglio dire solo una cosa:
il fumetto di W - della serie W - è uno dei fumetti peggio scritti che io abbia mai letto.
Mentre guardo la serie, certe volte, mi chiedo come sia possibile che quest'opera abbia così tanto seguito tra il finto pubblico della serie.
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Prima di tutto il protagonista è stato creato da una tredicenne. Con tutte le caratteristiche che una adolescente troverebbe affascinanti che si riassumono quindi in un essere perfetto. Il protagonista di W infatti è un super uomo. Bello, ricco, intelligente, simpatico, gentile, amorevole, fedele. Non ha un caz...o di difetto manco se lo cerchi! Lo stereotipo perfetto!
E io qui mi domando: ma nella letteratura che crea protagonisti sfaccettati, umani, sbagliati, fallaci, complessi, pieni di dubbi ed errori, a tratti grigi...come può questo tizio senza macchia e senza paura piacermi? Ma soprattutto perché l'autore del fumetto non ha sfaccettato il protagonista ma a preso pari pari dall'idea della figlia adolescente?
In secondo luogo gli altri personaggi, oltre ad essere pochi per 33 volumi, sono piatti come tavole. Nessuno di loro ha una storia a sé stante ma vivono unicamente per il lead. Non sono interessanti e se al posto della guardia del corpo/migliore amico del protagonista ci mettevi un cartonato, non sarebbe cambiato nulla.
Bocciati tutti i personaggi del fumetto, veniamo alla trama.
La storia parla di questo adolescente figo come non mai che vince le Olimpiadi di tiro con la pistola risultando un vero e proprio fenomeno, l' orgoglio della nazione. Giustamente. L'impianto da tredicenne si sente potente. Tuttavia la gioia a vita breve quando poco dopo la vittoria, un tizio a volto coperto entra in casa del giovane atleta e ammazza TUTTA LA SUA FAMIGLIA. Fratellini compresi. Compiuta la mattanza, l'assassino butta la pistola in un vicolo. Pistola che si rivelerà essere quella dello stesso lead e che lo porterà ad essere accusato dello sterminio della sua famiglia. Mandato in carcere - senza prove sufficienti - viene scaglionato per mancanza di prove - ma dai!. Tuttavia la sua vita è ormai allo sbando: la sua famiglia è morta e viene visto come un reietto dalla comunità. Decide quindi di farla finita e ammazzarsi ... ma mentre sta per compiere l'insano gesto, ci ripensa e decide di dedicare la sua vita a cercare l'assassino della sua famiglia ed ottenere giustizia. Non si sa bene come, diventa ricco, compra un emittente televisiva che collabora con la polizia nel ricercare i criminali e si trasforma in un eroe cittadino. Un personaggio così in vista che viene invitato a cene di Stato, per dire.
Fine.
Dico fine perché a partire da questo momento la trama prende una piega più "umana", diciamo. XD
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Ora, questa trama ha una caterva di problemi per me:
Prima di tutto la storia copre 33 volumi. Trentatré volumi sono - più o meno - la saga dell'Est Blue, Arabasta e la Saga dell'Isola del Cielo di One Piece. Se confronti questi numeri con altri fumetti ti rendi conto che ad esempio con One Piece, copre tre saghe e più.
Mi riesce quindi difficile capire come l'autore abbia spalmato questa storia, fondalmentalmente basic, in 33 volumi rendendola così avvincente da essere un successo strepitoso. Soprattutto se consideri che il villain, dopo la mattanza, sparisce nel nulla.
Il secondo problema inizia a venire fuori quando la storia continua e si ci avvicina al finale ed i nodi vengono tutti al pettine:
Nei 10 anni che passano nel fumetto da quando la famiglia del lead è morta, al suo divenire l'eroe della città, l'assassino non si è mai fatto vedere. Mai. Sparito dalla circolazione. Non ha lasciato un indizio, una pista, una mollica di pane...nulla.
Ed è parlando con l'autore del fumetto che viene fuori il vero motivo del perché quest'opera è terribile per me:
Il cattivo non lascia tracce semplicemente perché non esiste. Lo scrittore infatti ha ammazzato la famiglia del lead per dare un trauma al protagonista.
E basta.
E per farlo ha scritto il delitto perfetto. Un uomo senza volto che appare quando deve apparire e scompare senza lasciare traccia rendendolo impossibile da catturare.
E se posso essere d'accordo con il trauma mi chiedo se è una scelta giusta trasformare il trauma nell'evento, nel punto centrale della storia, impossibile da superare.
Prendiamo le Nozze Rosse di GOT. Quelle sono state un trauma che è servito a tutti i ragazzi Stark ma non è stato mai il punto focale tramite cui si risolve tutta la storia.
Ma se dai al cambiamento emotivo il valore di risoluzione finale rischi in credibilità. Ed infatti, quando nel 9° episodio l'autore spiega come intende finire il fumetto, tira fuori un finale che - cito testuale dall'autore del fumetto: è pieno di buchi - e non ha senso.
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Il tizio che ammazza la famiglia del lead perché geloso del padre del protagonista ha un movente che cozza con il voler incastrare il lead a tutti i costi, usando la sua pistola appositamente. Da come è andata la vicenda si vede subito che il colpevole voleva che il protagonista fosse accusato. L' assassino che ha in casa tutte le prove del suo crimine - venisse mai la polizia a bussare non hanno manco bisogno di frugare tra la roba - dopo che ha compiuto il delitto perfetto, è una presa per il culo. Così come il politico cattivo che complotta per mettere nei casini il lead ma che viene convenientemente tradito dai suoi uomini ed incarcerato. Concludendo con la storia d'amore tra il lead e la segretaria che per 33 volumi non hanno mai dato segno di essere innamorati ma nel finale lui le fa intendere- cosi a caso - che gli piacerebbe tanto uscire con lei.
Ora, mi si potrebbe contestare che questo finale è stato scritto in fretta e furia dall'autore per via delle circostanza poco piacevoli che sta passando nella serie.
Ma dopo averci pensato bene, questo è l'unico finale possibile. Perché per come è stata scritta la morte della famiglia del lead -dando valore emotivo e non narrativo - non c'è modo che il protagonista risolva il crimine se non in questa maniera. D'altronde come catturi un tizio che è stato scritto per non esistere?!
E sapete qual è la cosa che lo rende ancora peggiore? Avere la certezza che lo scrittore non avesse idea di come finire il fumetto. Non ha mai avuto idea di come finirlo, scrivendo in base alla giornata o in base all'umore. Se è felice, il protagonista ha successo. Se è triste e depresso, il lead tenta il suicidio. Semplice.
Che ce frega della logica narrativa, della coerenza, del realismo e credibilità.
Tutto questo si evince ancora di più nella storia d'amore prevista per il fumetto: quella tra il lead e la sua segretaria.
MAI, per tutta la storia si è notato un qualche interesse da parte del lead per questa donna. Sono amici d'infanzia e lei è palesemente innamorata del protagonista. Amore chiaramente non ricambiato visto che non ci sono state parole, sguardi, momenti che facessero pensare a qualche interesse....
Però l'autore pensa di finire il fumetto con una scenetta di 5 secondi dove, una volta che il lead ha catturato il colpevole, s'incontra con la segretaria, si sorridono e si mettono insieme. Così. A membro de cane!
Mi rendo conto che sono cazzate... ma io ci penso di continuo ogni volta che vedo la puntata: come può piacere e avere tutto sto successo un fumetto così?!
Ma oh, il problema sono chiaramente io che mi faccio pippe mentali sulla cosa meno importante di tutta la serie. XD
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awadalmawlirp · 1 year
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Califfato (in svedese: Kalifat) è una serie televisiva svedese di genere thriller e drammatico. Ha debuttato il 12 gennaio 2020 su Sveriges Television. È diventata la serie più vista di sempre su SVT Play.
Trama:
La storia inizia con Pervin, una giovane donna musulmana svedese che vive sotto il dominio dell'ISIS a Raqqa, in Siria, con il marito Husam, membro dello Stato Islamico, e la loro figlia neonata Latifa. Delusa dalla vita a Raqqa controllata dall'ISIS, Pervin vuole tornare in Svezia. Dopo aver ottenuto un cellulare dalla sua vicina e amica Tine (che viene trascinata via dalla casa di Pervin, dove si era nascosta per sfuggire all'obbligo di risposarsi dopo la morte del marito), contatta Dolores, una sostenitrice anti-radicalizzazione in Svezia. Dolores mette Pervin in contatto con Fatima, un'agente del servizio di sicurezza svedese. Fatima è in contrasto con la leadership a causa di un precedente incidente con "Lorentz". Fatima inizia a parlare con Pervin al telefono e cerca di ottenere informazioni su un attacco terroristico che si sta pianificando in Svezia, in cambio di un ritorno sicuro in Svezia per Pervin e sua figlia.
Pervin racconta a Fatima di "Al Musafir" o il Viaggiatore, che si trova in Svezia e sta pianificando l'attacco. Al Musafir è Ibrahim "Ibbe" Haddad, che lavora come assistente di un insegnante in una scuola superiore, mentre recluta altre persone per l'attacco terroristico. Ha già reclutato con successo due fratelli: Jacob, ex detenuto e alcolizzato, ed Emil, il fratello minore, sensibile e mentalmente disabile. I due hanno un rapporto teso con la madre, che favorisce chiaramente Emil e guarda male a Jacob non solo per il suo passato ma anche per la sua conversione all'Islam. Sotto un'altra identità, Ibbe recluta anche Miryam, cresciuta a Baghdad, promettendole il matrimonio in cambio del suo contributo ai suoi piani.
Allo stesso tempo, Ibbe cerca di radicalizzare le ragazze del liceo condividendo video di reclutamento e propaganda dell'ISIS. Riesce a reclutare Sulle, un'attivista palestinese, e la sua amica Kerima, entrambe quindicenni che iniziano a indossare l'hijab e a seguire le lezioni sulla Sharia. Alle ragazze vengono mostrate immagini di palazzi e viene detto loro che se si fossero trasferite nel Califfato islamico, avrebbero potuto vivere nel lusso e far parte di qualcosa di speciale sposando combattenti jihadisti. I genitori di Sulle si rendono conto della radicalizzazione della figlia e cercano di fermarla minacciando di darla in sposa a un parente in Giordania. Sulle trascina inavvertitamente la sorella tredicenne Lisha nell'ideologia dell'estremismo islamico, le cui implicazioni saranno pienamente comprese solo più avanti nella serie. A casa, Kerima subisce abusi fisici da parte del padre alcolizzato, che soffre di un disturbo da stress post-traumatico dopo aver combattuto nella seconda guerra cecena; perseguitandola, Ibbe porta Kerima nella sua casa per indottrinarla ulteriormente.
Fatima non rivela la sua fonte (Pervin) ai suoi superiori, ma rivela vaghi dettagli su un complotto terroristico. I suoi superiori le dicono di abbandonare l'indagine e la fanno sospendere per aver consumato cannabis. Rimane in contatto con il suo fidanzato, Calle, anche lui nel Servizio di Sicurezza, e continua a condividere informazioni con lui. Continua a raccogliere informazioni da Pervin e cerca di ricostruire i dettagli del complotto. Si mette sulle tracce di Jacob ed Emil quando indaga sulle informazioni fornite da Pervin su un poligono di tiro abbandonato. Jacob prende la sua targa e la rintraccia.
Quando Dolores vi si reca, viene pugnalata da un aggressore e muore. Quando Fatima arriva, è stato emesso un avviso di cattura e lei pensa di fuggire. Va a casa di Dolores per prendere soldi e provviste, ma entrano anche due poliziotti. Li chiude in una camera da letto sotto la minaccia di una pistola, prima di fuggire e diventare oggetto di una caccia all'uomo. Trova rifugio nella casa di un collega del padre.
Pervin diventa oggetto delle attenzioni di Ahmed, uno dei colleghi di Husam. Una sera arriva a casa sua e la sorprende a parlare con Fatima. La violenta e sta per ucciderla quando lei lo pugnala a morte. Getta il suo corpo nel pozzo dei suoi vicini. Husam, sotto l'effetto di farmaci per dormire, entra in cucina e vede il sangue sul pavimento, ma Pervin lo convince che sta sognando. Non lo dimentica mai e si convince di aver ucciso Ahmed, finché Pervin non gli dice la verità.
Fatima cerca aiuto per liberare Pervin e viene messo a punto un piano per portarla via da Raqqa. Nel frattempo, Sulle e Kerima hanno i biglietti aerei per andare in Turchia e vengono prelevate da Ibbe e dalla donna che ha insegnato loro l'Islam. All'ultimo momento, Lisha, la sorella minore di Sulle, si unisce a loro in macchina e partono per l'aeroporto. Sulle ha mentito ai suoi genitori dicendo che sarebbe andata a una partita di basket. Suo padre Suleiman, che non ama la religione, finisce di lavorare presto e decide di andare a vedere la partita, ma vede che lo stadio è vuoto. Chiama Calle, che lancia un allarme alle autorità tedesche e turche. Credono di aver rintracciato le ragazze in viaggio verso Istanbul, ma si accorgono che i loro passaporti sono stati scambiati e che le ragazze si trovano in realtà ad Ankara. Decidono di intercettare il veicolo di trasporto al confine tra Turchia e Siria. Riescono a salvare tutti tranne Lisha, che è in viaggio verso la Siria.
Calle convince Fatima a chiedere aiuto a Pervin per salvare Lisha. Pervin e sua figlia hanno raggiunto il loro veicolo di trasporto quando Fatima la convince a tornare a casa e a salvare Lisha. In cambio, Fatima sarebbe venuta personalmente in Siria per salvare tutti. Pervin convince Husam a prendere Lisha come seconda moglie.
Prima di partire per l'attacco, Jacob pugnala a morte la madre nella loro cucina. Fatima segue Jacob ed Emil, ma perde le loro tracce dopo aver scambiato l'auto a casa della madre. Fatima viene a conoscenza dei tre obiettivi terroristici pochi minuti prima che la polizia si avvicini alla sua posizione e viene presa in custodia prima di poter condividere qualsiasi informazione. In cambio delle informazioni, promette di liberare Husam insieme a Pervin e Lisha. Tutti e tre gli attacchi terroristici vengono comunque fermati dal Servizio di Sicurezza che, si scopre, ne è sempre stato a conoscenza. Hanno tenuto Fatima all'oscuro perché non si fidavano di lei. In cambio del suo silenzio, viene rilasciata dal carcere. Ibbe fa esplodere una bomba in un garage e riesce a fuggire per un pelo travestendosi da donna.
Fatima si reca in Siria per salvare Pervin, Lisha e Husam. Pochi minuti prima del suo arrivo, Omar, il collega di Husam, arriva per portare Husam a compiere un attentato suicida. Husam cerca di guadagnare tempo, ma Lisha, completamente radicalizzata (ancor più di quanto lo fosse sua sorella) e non disposta a tornare in Svezia, rivela a Omar il loro piano di fuga. Omar spara a Pervin alle spalle e sta per sparare a Husam, quando Fatima arriva e lo uccide. Si spostano rapidamente verso l'auto, mentre Lisha, impazzita, si rifiuta di unirsi a loro e la lasciano indietro. Riescono a uscire da Raqqa, ma Pervin muore subito dopo il posto di frontiera. Una Fatima sconvolta aiuta l'altrettanto sconvolto Husam a trasportare la figlia e riescono a tornare in Svezia.
Dolores e Ibbe sono a un incontro anti-radicalizzazione quando Ibbe esce per parlare con Jacob. L'ospite mostra un video dell'ISIS e indica un tatuaggio sull'avambraccio di uno dei terroristi. Più tardi, in un caffè, Dolores vede il tatuaggio sul braccio di Ibbe. Dopo che Ibbe l'ha accompagnata, chiama Fatima per dirle che ha un'informazione importante e le chiede di incontrarla a casa di Fatima.
Sulle e Kerima vengono interrogate dal Servizio di Sicurezza. Una pentita Sulle rivela l'identità di Ibbe nel tentativo di salvare sua sorella Lisha. Kerima tenta di suicidarsi e viene portata in una struttura di salute mentale dove mette le mani su un telefono cellulare e avverte Ibbe che la sua copertura potrebbe saltare. Calle si reca a scuola per prendere in custodia Ibbe, ma quest'ultimo scappa. Kerima si incontra con Ibbe e decide di partecipare a un nuovo attacco a un concerto di ragazze. Kerima deve indossare un giubbotto suicida bloccato in modo da non poterlo rimuovere una volta indossato. Ibbe convince Kerima che anche lui e Sulle faranno parte dell'attentato e indosseranno giubbotti suicidi simili. Una volta al concerto, dopo aver indossato il giubbotto suicida, Kerima manda un messaggio a Sulle; solo per scoprire che Ibbe aveva mentito e Sulle non è affatto coinvolto nel piano. Nei bagni della struttura del concerto, Kerima tenta brevemente di rimuovere il giubbotto, ma non ci riesce; avverte invece alcuni dei presenti, che fuggono, e aspetta che la bomba esploda mentre ha un ultimo scambio di battute con Sulle, in lacrime, al telefono. Ibbe innesca la bomba.
Descrizione di Omar Soudani:
Said William Legue nel ruolo del generale Omar Soudani
Trama libera:
Il 18 dicembre, Omar sostituisce Musa Abdullah Ghani come emiro dell'ISKP afghano essendo stato ucciso di recente dalle forze speciali talebane afghane di Jalal Haqqani e si rifugia a Stockholm in Svezia facendo attenzione a non farsi catturare dalla polizia o estratto al governo talebano afghano dove inizia a lavorare segretamente come pizza chef presso la pizzeria svedese Giro per prendere denaro e facendo attenzione a non farsi scoprire dalla polizia svedese sulla sua vera identità.
Il 7 gennaio 2023, Omar arriva a Genoa city in Wisconsin dove ha ricevuto una nuova missione dai fratelli Ibrahim al-Badri e Juma al-Badri uccidendo il fratellastro di Charles Foster, Carl Foster sparandolo a colpi di pistola e fece ritorno poi a Stoccolma in Svezia.
Il 24 gennaio, Omar accetta gli ordini del suo collega Ibrahim al-Badri e pianifica il rapimento e come torturare Felix Foster che assomiglia fisicamente al dittatore e criminale fascista Benito Mussolini sebbene non si tratta della stessa persona ma simile.
Il 26 gennaio, Omar rinuncia a continuare il piano pianificato con Ibrahim sia perché Felix Foster è molto protetto e sostenuto dal leader tunisino Marwan Ibn Youssef, sia perché soffre di demotivazione sia perché Felix sta avendo molto successo nella popolazione tunisina di origini italiane.
Il 7 febbraio, Omar dopo aver ricevuto ordini dal suo collega e amico Ibrahim al-Badri invia uomini per fare rapire e uccidere i mafiosi Nathan Vince Johnson,Renesmed Moore e i loro figli Grace,Luddy e Chad.
Il 6 marzo, Omar riceve ordini dal califfo dello Stato Islamico,Juma al-Badri di rubare i dati della polizia di Miami e di inviare un attentatore contro Felix Foster come tentativo di istigare il governo libico di Muhammad al-Husseini di cadere in una società fondata soltanto sulla paura.
Il 9 marzo, Omar si trasferisce a Waymart in Libia insieme al suo collega Amir al-Mawli e inizia a lavorare come pizza chef presso una pizzeria di Waymart per guadagnare i soldi.
Il 13 marzo, Omar si trasferisce a Berlino in Germania raggiungendo i suoi colleghi Amir al-Mawli e Adel Sayyid.
Crimini commessi:
-Tentato di convincere il suo collega Husam El-Khaddouri di compiere un attentato
-Sparato e ucciso Pervin El-Khaddouri
-Tentato di uccidere Husam perché non si fidava più di lui
-Sparato e ucciso Carl Foster
-Tentato di pianificare di rapire e ferire fisicamente gravemente Felix Foster
-Rapito Nathan Vince Johnson,Renesmed Moore e i bambini Grace,Luddy e Chad tramite gli uomini che aveva inviato
-Secondo tentativo fallito di uccidere Felix Foster sempre a causa del fatto che lo Stato Islamico ha perso le città libiche Sirte e Benghazi
Descrizione fisica:
-Rasato in testa
-Occhi marroni scuri
-Barba corta nera
-Armato e pericoloso
Grado nello Stato Islamico:
-Generale militare
Data di nascita:
4 maggio 1982
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vaerjs · 2 years
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fratello tredicenne ieri ha fatto lo scritto di italiano e la situazione è stata questa: non scrivono (a mano) da tre anni e il COVID non ha aiutato chiaramente, la scuola accoglie ragazze e ragazzi da tutti i paesi vicini che quindi arrivano da insegnamenti diversi tra loro e in molti non hanno mai appreso a scrivere in corsivo. la consegna per il tema prevedeva l'obbligo di scrivere in corsivo. per sopperire alla mancanza, è stato concesso di preparare la butta del testo in stampatello minuscolo ma è stato categorica la necessità dell'uso del corsivo per la copia da consegnare e quindi le insegnanti hanno scritto le lettere dell'alfabeto corsivo alla lavagna perché si potessero copiare.
ora io vorrei capire, è il primo esame che queste persone devono subire nel sistema scolastico, vogliamo davvero traumatizzarli subito chiedendogli di scrivere in un alfabeto che non hanno mai visto? la prossima volta gli chiederemo di scrivere in cirillico?
secondo punto, è possibile che una cosa che sempre più insegnanti scelgono di non insegnare alle loro classi come il corsivo sia poi obbligatorio in sede di esame di stato?
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La Maledizione
Ogni volta che sono felice
ritorna la maledizione di Nana.
Gli uccelli si trasformano in attrezzi da idraulico, il sonetto in una barzelletta sconcia
il venticello in una tracheotomia
la barca in un cadavere
il nastro in un cappio,
tutto per la nenia di Nana,
note acide che nella sua pazzia ripetono:
sei stata tu. Tu sei il male.
Avevo tredici anni,
la sua omonima imbranata,
i nostri occhi lo stesso identico verde.
Niente di notevole, tranne che
ogni volta che dico:
"mi sento benissimo" oppure
"la vita è meravigliosa" oppure
"ho appena scritto una poesia"
palpitazioni
mano intorpidita
gli occhi diventano neri
a partire dai bordi esterni
lo xilofono nelle orecchie
e la voce, la voce,
la maledizione di Nana.
Gli occhi balbettano. Divento cieca.
Seduta sui gradini a tredici anni
mi premevo le orecchie con le mani,
lo psichiatra con la bocca di Hitler
mi scavalca come un becchino,
e il grido di paura della vecchia:
sei stata tu. Tu sei il male.
Era il giorno predestinato.
Tredicenne a vita,
soltanto le maschere continuano a cambiare.
Col sangue in bocca,
un pesce che sbatte nel petto
e il destino che pesta i piedi.
Sei stata tu. Tu sei il male.
Lei se n'è andata da tempo.
Se n'è andata col treno della morte.
Ma qualcuna resta al poligono di tiro
e aspetta il momento opportuno.
La morte prende la mira.
"Mi sento benissimo"!
"La vita è meravigliosa"!
E al centro del mirino
la maledizione.
È tutto consegnato alla storia.
Il brandy non consola.
Il Librium mi stende
come una regina delle nevi morta.
Sì! Sono una criminale.
Sì! Portami in questura.
Ma prenotami una doppia.
Anne Sexton, Il libro della follia
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Califfato (in svedese: Kalifat) è una serie televisiva svedese di genere thriller e drammatico. Ha debuttato il 12 gennaio 2020 su Sveriges Television. È diventata la serie più vista di sempre su SVT Play.
Trama:
La storia inizia con Pervin, una giovane donna musulmana svedese che vive sotto il dominio dell'ISIS a Raqqa, in Siria, con il marito Husam, membro dello Stato Islamico, e la loro figlia neonata Latifa. Delusa dalla vita a Raqqa controllata dall'ISIS, Pervin vuole tornare in Svezia. Dopo aver ottenuto un cellulare dalla sua vicina e amica Tine (che viene trascinata via dalla casa di Pervin, dove si era nascosta per sfuggire all'obbligo di risposarsi dopo la morte del marito), contatta Dolores, una sostenitrice anti-radicalizzazione in Svezia. Dolores mette Pervin in contatto con Fatima, un'agente del servizio di sicurezza svedese. Fatima è in contrasto con la leadership a causa di un precedente incidente con "Lorentz". Fatima inizia a parlare con Pervin al telefono e cerca di ottenere informazioni su un attacco terroristico che si sta pianificando in Svezia, in cambio di un ritorno sicuro in Svezia per Pervin e sua figlia.
Pervin racconta a Fatima di "Al Musafir" o il Viaggiatore, che si trova in Svezia e sta pianificando l'attacco. Al Musafir è Ibrahim "Ibbe" Haddad, che lavora come assistente di un insegnante in una scuola superiore, mentre recluta altre persone per l'attacco terroristico. Ha già reclutato con successo due fratelli: Jacob, ex detenuto e alcolizzato, ed Emil, il fratello minore, sensibile e mentalmente disabile. I due hanno un rapporto teso con la madre, che favorisce chiaramente Emil e guarda male a Jacob non solo per il suo passato ma anche per la sua conversione all'Islam. Sotto un'altra identità, Ibbe recluta anche Miryam, cresciuta a Baghdad, promettendole il matrimonio in cambio del suo contributo ai suoi piani.
Allo stesso tempo, Ibbe cerca di radicalizzare le ragazze del liceo condividendo video di reclutamento e propaganda dell'ISIS. Riesce a reclutare Sulle, un'attivista palestinese, e la sua amica Kerima, entrambe quindicenni che iniziano a indossare l'hijab e a seguire le lezioni sulla Sharia. Alle ragazze vengono mostrate immagini di palazzi e viene detto loro che se si fossero trasferite nel Califfato islamico, avrebbero potuto vivere nel lusso e far parte di qualcosa di speciale sposando combattenti jihadisti. I genitori di Sulle si rendono conto della radicalizzazione della figlia e cercano di fermarla minacciando di darla in sposa a un parente in Giordania. Sulle trascina inavvertitamente la sorella tredicenne Lisha nell'ideologia dell'estremismo islamico, le cui implicazioni saranno pienamente comprese solo più avanti nella serie. A casa, Kerima subisce abusi fisici da parte del padre alcolizzato, che soffre di un disturbo da stress post-traumatico dopo aver combattuto nella seconda guerra cecena; perseguitandola, Ibbe porta Kerima nella sua casa per indottrinarla ulteriormente.
Fatima non rivela la sua fonte (Pervin) ai suoi superiori, ma rivela vaghi dettagli su un complotto terroristico. I suoi superiori le dicono di abbandonare l'indagine e la fanno sospendere per aver consumato cannabis. Rimane in contatto con il suo fidanzato, Calle, anche lui nel Servizio di Sicurezza, e continua a condividere informazioni con lui. Continua a raccogliere informazioni da Pervin e cerca di ricostruire i dettagli del complotto. Si mette sulle tracce di Jacob ed Emil quando indaga sulle informazioni fornite da Pervin su un poligono di tiro abbandonato. Jacob prende la sua targa e la rintraccia.
Quando Dolores vi si reca, viene pugnalata da un aggressore e muore. Quando Fatima arriva, è stato emesso un avviso di cattura e lei pensa di fuggire. Va a casa di Dolores per prendere soldi e provviste, ma entrano anche due poliziotti. Li chiude in una camera da letto sotto la minaccia di una pistola, prima di fuggire e diventare oggetto di una caccia all'uomo. Trova rifugio nella casa di un collega del padre.
Pervin diventa oggetto delle attenzioni di Ahmed, uno dei colleghi di Husam. Una sera arriva a casa sua e la sorprende a parlare con Fatima. La violenta e sta per ucciderla quando lei lo pugnala a morte. Getta il suo corpo nel pozzo dei suoi vicini. Husam, sotto l'effetto di farmaci per dormire, entra in cucina e vede il sangue sul pavimento, ma Pervin lo convince che sta sognando. Non lo dimentica mai e si convince di aver ucciso Ahmed, finché Pervin non gli dice la verità.
Fatima cerca aiuto per liberare Pervin e viene messo a punto un piano per portarla via da Raqqa. Nel frattempo, Sulle e Kerima hanno i biglietti aerei per andare in Turchia e vengono prelevate da Ibbe e dalla donna che ha insegnato loro l'Islam. All'ultimo momento, Lisha, la sorella minore di Sulle, si unisce a loro in macchina e partono per l'aeroporto. Sulle ha mentito ai suoi genitori dicendo che sarebbe andata a una partita di basket. Suo padre Suleiman, che non ama la religione, finisce di lavorare presto e decide di andare a vedere la partita, ma vede che lo stadio è vuoto. Chiama Calle, che lancia un allarme alle autorità tedesche e turche. Credono di aver rintracciato le ragazze in viaggio verso Istanbul, ma si accorgono che i loro passaporti sono stati scambiati e che le ragazze si trovano in realtà ad Ankara. Decidono di intercettare il veicolo di trasporto al confine tra Turchia e Siria. Riescono a salvare tutti tranne Lisha, che è in viaggio verso la Siria.
Calle convince Fatima a chiedere aiuto a Pervin per salvare Lisha. Pervin e sua figlia hanno raggiunto il loro veicolo di trasporto quando Fatima la convince a tornare a casa e a salvare Lisha. In cambio, Fatima sarebbe venuta personalmente in Siria per salvare tutti. Pervin convince Husam a prendere Lisha come seconda moglie.
Prima di partire per l'attacco, Jacob pugnala a morte la madre nella loro cucina. Fatima segue Jacob ed Emil, ma perde le loro tracce dopo aver scambiato l'auto a casa della madre. Fatima viene a conoscenza dei tre obiettivi terroristici pochi minuti prima che la polizia si avvicini alla sua posizione e viene presa in custodia prima di poter condividere qualsiasi informazione. In cambio delle informazioni, promette di liberare Husam insieme a Pervin e Lisha. Tutti e tre gli attacchi terroristici vengono comunque fermati dal Servizio di Sicurezza che, si scopre, ne è sempre stato a conoscenza. Hanno tenuto Fatima all'oscuro perché non si fidavano di lei. In cambio del suo silenzio, viene rilasciata dal carcere. Ibbe fa esplodere una bomba in un garage e riesce a fuggire per un pelo travestendosi da donna.
Fatima si reca in Siria per salvare Pervin, Lisha e Husam. Pochi minuti prima del suo arrivo, Omar, il collega di Husam, arriva per portare Husam a compiere un attentato suicida. Husam cerca di guadagnare tempo, ma Lisha, completamente radicalizzata (ancor più di quanto lo fosse sua sorella) e non disposta a tornare in Svezia, rivela a Omar il loro piano di fuga. Omar spara a Pervin alle spalle e sta per sparare a Husam, quando Fatima arriva e lo uccide. Si spostano rapidamente verso l'auto, mentre Lisha, impazzita, si rifiuta di unirsi a loro e la lasciano indietro. Riescono a uscire da Raqqa, ma Pervin muore subito dopo il posto di frontiera. Una Fatima sconvolta aiuta l'altrettanto sconvolto Husam a trasportare la figlia e riescono a tornare in Svezia.
Dolores e Ibbe sono a un incontro anti-radicalizzazione quando Ibbe esce per parlare con Jacob. L'ospite mostra un video dell'ISIS e indica un tatuaggio sull'avambraccio di uno dei terroristi. Più tardi, in un caffè, Dolores vede il tatuaggio sul braccio di Ibbe. Dopo che Ibbe l'ha accompagnata, chiama Fatima per dirle che ha un'informazione importante e le chiede di incontrarla a casa di Fatima.
Sulle e Kerima vengono interrogate dal Servizio di Sicurezza. Una pentita Sulle rivela l'identità di Ibbe nel tentativo di salvare sua sorella Lisha. Kerima tenta di suicidarsi e viene portata in una struttura di salute mentale dove mette le mani su un telefono cellulare e avverte Ibbe che la sua copertura potrebbe saltare. Calle si reca a scuola per prendere in custodia Ibbe, ma quest'ultimo scappa. Kerima si incontra con Ibbe e decide di partecipare a un nuovo attacco a un concerto di ragazze. Kerima deve indossare un giubbotto suicida bloccato in modo da non poterlo rimuovere una volta indossato. Ibbe convince Kerima che anche lui e Sulle faranno parte dell'attentato e indosseranno giubbotti suicidi simili. Una volta al concerto, dopo aver indossato il giubbotto suicida, Kerima manda un messaggio a Sulle; solo per scoprire che Ibbe aveva mentito e Sulle non è affatto coinvolto nel piano. Nei bagni della struttura del concerto, Kerima tenta brevemente di rimuovere il giubbotto, ma non ci riesce; avverte invece alcuni dei presenti, che fuggono, e aspetta che la bomba esploda mentre ha un ultimo scambio di battute con Sulle, in lacrime, al telefono. Ibbe innesca la bomba.
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frailgal · 5 months
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il mio primo giorno di liceo è cominciato con una disposizione casuale dei banchi che mi ha portata accanto a lui: aveva la febbre e appoggiava la testa sul banco per riposare. a me veniva voglia di accarezzargli i capelli e mi ero già innamorata come solo una tredicenne sa fare, un sentimento che non ammettevo a nessuno, tanto meno a me stessa. non sapevo ancora che di lì a poco sarebbe diventato il mio tormento per i restanti anni. sono anche gli anni che mi hanno legato alla persona più tossica della mia vita, che mi ha fatto allontanare da chi avevo di più caro e che tutt’oggi, a distanza di quasi dieci anni, non riesco a staccare da me. il terzo anno ho avuto uno dei miei periodi più difficili, come conseguenza lo studio era diventato l’ultimo dei miei problemi, sentivo la scuola e la routine come delle celle soffocanti; ogni sera puntavo sveglie nel cuore della notte per cercare di studiare con la pace intorno e ogni mattina vomitavo il mio rifiuto. la maturità è stata una parentesi brevissima, come lo strappo di un cerotto, ricordo solo di essermi complicata il lavoro portando questo libro di 825 pagine letto tutto d’un fiato pochi giorni prima; però un po’ ci sono affezionata e ogni tanto lo torno a sfogliare.
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wolferetic · 10 months
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Secret Wish (2012 RaphLeo-Tcest)
Decidere di indulgere in certi piaceri proibiti era qualcosa che, almeno inizialmente, Leonardo aborriva totalmente, non tanto perché provava vergogna nel normale desiderio carnale che il suo corpo agognava, ma perché l’oggetto della sua ossessione era niente meno che uno dei suoi fratelli. E, come se non bastasse, proprio quello che meno avrebbe dovuto suscitar certe emozioni contrastanti in lui.
Ferini occhi verde acido lo fissavano intensamente, il respiro caldo di Raffaello ad un centimetro dal suo muso gli faceva sentire le gambe molli. La testa calda sorrise beffardo, come se gli avesse letto nella mente e visto quelle immagini, i pensieri proibiti che si dibattevano furiosamente facendolo impazzire. Deglutì lentamente Leonardo, trovando il coraggio di sostenere quello sguardo che lo spogliava con gli occhi « Cosa vuoi, Raph? L’addestramento di oggi è terminato, puoi ritirarti. »
A nulla servì sfruttare il suo tono da sensei, Raffaello non si era mai fatto intimidire nemmeno da Splinter, il che era tutto dire considerando quanto terrificante poteva essere loro padre a volte.
« Ho l’impressione che sei tu quello che ha disperatamente bisogno di qualcosa, leader impavido. »
Il cuore di Leonardo sobbalzò, bastò quella voce roca e calda a fargli stringere le viscere inviando scosse di piacere dritte ai propri genitali, che già si agitavano scomodamente all’interno della cloaca.
« Non dire sciocchezze! E ora, fammi passare. » Tentò, invano, di farsi strada dando una spallata al fratello, ma era come scontrarsi con un ammasso di muscoli duri come il marmo. Quanto adorava il suo corpo, aveva sempre ammirato e invidiato la sua forma fisica, perfettamente scolpita come quella di un Dio greco. E la sua risata argentina? Ancora peggio, lo accendeva di desiderio.
« Credi che non lo senta che sei in calore, ehe Leo? »
In quell’istante Leonardo capì e arrossì furiosamente per la vergogna, dopo tanti anni trascorsi assieme avrebbe dovuto saperlo. Quando il tredicenne Donatello li prese tutti da parte e gli fece questo “discorso” era stato senza dubbio il momento più imbarazzante di sempre.
A causa della loro particolare mutazione possedevano un DNA misto umano-tartaruga, questo significava che erano costretti a subire dei periodi in cui andavano in calore proprio come i loro cugini animali. La loro unica fortuna in questa situazione spiacevole, era che il desiderio sessuale durava pochi giorni e poi svaniva.
Ovviamente questo non poteva annullare il grande disagio che creava loro, essendo ancora giovani poi il calore li colpiva con maggiore frequenza purtroppo. Con il tempo e l’esperienza, i quattro fratelli si erano resi conto di poter odorare, letteralmente, gli ormoni in calore gli uni degli altri, aumentano se possibile il senso di vergogna che già provavano.
Per il quieto vivere della loro convivenza, quando qualcuno entrava in calore si evitava di gridarlo ai quattro venti. Era sufficiente che Splinter, anche egli dal fine olfatto, conoscesse il momento esatto in cui uno o tutti e quattro i suoi figli necessitavano di privacy totale. Perché ovviamente non potevano andare in calore a distanza di tempo gli uni dagli altri, no, l’universo li detestava abbastanza da far coincidere contemporaneamente il loro calore.
Agli inizi era stata dura, costretti nella solitudine delle fogne potevano solo ricorrere alla masturbazione, poi con l’avvento delle loro uscite in superficie e le nuove amicizie, tutto era cambiato in meglio.
Finalmente ognuno di loro poteva contare su uno o più partner per superare serenamente quei momenti, e anche di trarre piacere da tali esperienze.
Bè, tutti tranne Leonardo, ovviamente. Pur avendo un enorme cotta per Karai, sarebbe morto mordendosi la lingua piuttosto che chiederle di fargli un pompino perché era in calore e non riusciva a soddisfarsi “da solo”.
I suoi fratelli al contrario non provavano alcun imbarazzo a quanto pare a trovarsi un partner per quei giorni. Donatello con April, Michelangelo con Renet, e Raffaello con Mona Lisa.
Dovevano essere tutti impegnati al momento, quindi perché mai il fratello dalla bandana rossa invece era ancora qui nel Dojo a provocarlo?
« Credevo che avessi un appuntamento con Mona Lisa. » Replicò piccato Leonardo, sì era geloso dell’affascinante aliena. Almeno adesso era abbastanza onesto da ammetterlo, gli bruciava il petto ogni volta che vedeva suo fratello con la guerriera salamandriana, ed ora sinceramente temeva che tali sentimenti trapelassero dal suo tono freddo.
Raffaello sogghignò, e allungò le braccia muscolose intrappolando Leonardo, il cui guscio ormai raschiava contro il muro.
« Non questa volta. Preferisco soddisfare il mio leader oggi. »
Gli occhi zaffiro di Leonardo si sgranarono, mentre dovette mordersi le labbra per non gemere. Raffaello non lo aveva ancora sfiorato, ma le sue parole a quanto pare erano sufficienti per fargli perdere il controllo. Un momento, voleva davvero essere toccato da Raph?
Non appena realizzò questo fu come avere un epifania, e nemmeno a dirlo, Raffaello ne approfittò per togliere ogni dubbio. Si chinò verso lui e catturò il muso del fratello in blu con un bacio ruvido, da lasciare senza fiato.
« Leo, cosa altro devo fare per farti capire che ho voglia di scoparti? »
« Aha…io…oh, sei serio?! Perché se è uno scherzo… » Biascicò Leonardo, era divertente per Raph aver ridotto in tale stato confusionario il fratello maggiore. Baciò di nuovo Leo, questa volta concedendo all’altro più tempo per gustarsi il momento. Le loro lingue si intrecciarono, scontrandosi ferocemente per il predominio, oh, Raph lo sapeva, sarebbe stato bellissimo fottere Leonardo. D’altro onde, lui amava i partner passionali che erano capaci di sottometterlo se necessario, non vi era nulla di più eccitante per Raffaello.
« Aspetta…aspetta Raph! E…e Mona Lisa?!
« Io e Mona, cosa? »
« Non è la tua ragazza? »
Ecco, questo era un altro lato che amava di Leo, la sua imperterrita onestà. Seriamente, il fratello era incapace di mentire, il suo gran cuore era anche la ragione per cui troppe volte si era fatto abbindolare dal suo prossimo, Karai in primis, di cui Raph era follemente geloso.
« Leo, io e Mona abbiamo una relazione aperta. Ha capito prima ancora di me che le tartarughe sono poliamorose. »
La testa di Leonardo stava per scoppiare come un petardo, come aveva fatto a non notarlo? Con tali premesse doveva intuire che probabilmente anche Donnie e Mikey intrattenessero più di una relazione, ma non volle addentrarsi eccessivamente nella questione. Aveva ben altre incombenze su cui concentrarsi, come il suo pene che pulsava dolorosamente per essere liberato.
« Camera mia, ora. » Ordinò Leonardo con quel briciolo di autocontrollo che gli era rimasto, anche se la tana era deserta al momento, farlo nel Dojo non lo attirava, quanto meno per rispetto per il loro defunto sensei.
Si incamminarono insieme, Leonardo in testa e Raffaello subito dietro, unico scopo del leader attirare l’attenzione del fratello sulla sua coda, debitamente liberata dal nascondiglio dentro il guscio.
Raph quasi ringhiò di desiderio, osservare quel pezzo di carne che ondeggiava da un alto all’altro aveva il potere di destabilizzare il suo buonsenso.
« Cazzo Leo, smettila se non vuoi che ti fotta in mezzo alla tana! » Gridò snudando i denti, pupille dilatate e fisse su Leo che, intanto, gli sorrideva mefistofelico.
« Di fare cosa? » Osava pure sbeffeggiarlo, non aveva idea di cosa avesse appena scatenato.
La mano tozza di Raph lo spinse dentro la camera, la porta sbatté contro il muro con forza dirompente, ma nessuno dei due se ne preoccupò. Il letto perfetto di Leo tremò sotto il peso delle due tartarughe che si arruffavano l’una sull’altra in un groviglio disordinato di arti. Nella confusa eccitazione, Raffaello strappò di dosso l’attrezzatura del maggiore, prima la cinghia di cuoio, poi la cintura, infine le ginocchiere, tutto gettato a caso sul pavimento senza badarci troppo.
Le labbra di Raffaello furono immediatamente su quelle di Leonardo, baciando e mordendo con aggressività.
Aha, dunque era questo il proverbiale atteggiamento violento che ostentavano le tartarughe durante i rapporti sessuali? Leonardo non ebbe più tempo per altri pensieri se non i tocchi rudi di Raph, o la sua bocca che assaggiava ogni centimetro del suo corpo come fosse posseduto da un demone dell’eros.
Collo, spalla, piastrone e poi, quando credeva di non poter piagnucolare più di così raggiunse l’interno coscia. Leo gemette forte, la testa si inclinò indietro lasciando scivolare le code della sua bandana sul guscio.
« Sei sensibile, ehe impavido? » La voce scherzosa di Raph colse impreparato il maggiore, che ebbe il pudore di annuire timidamente. Rabbrividì quando Raffaello proseguì la sua piacevole tortura fatti di baci e succhiotti dolorosi, con un sorrisetto compiaciuto leccò la delicata fessura posta sulla coda.
« Oh Dio…Raph… » Ansimò il leader tremando, il calore e l’umidità della lingua del fratello che si insinuava nella sua cloaca sollecitò la fuoriuscita del pene, gonfio e duro che già perdeva.
« Dovresti vederti Leo, tutto rosso e scomposto, con il cazzo di fuori… » La voce di Raph era qualcosa che gli faceva perdere la testa, ora più che mai. Lo aveva sempre ammonito per il linguaggio colorito, eppure adesso era tentato di spronarlo a urlargli contro volgarità, ma si vergognava troppo per dar voce a tali pensieri.
La bocca della testa calda si chiuse attorno al pene con un suono osceno, le palpebre di Leo sfarfallarono lentamente, contemplando quanto fosse meraviglioso suo fratello mentre gli faceva un pompino.
Istintivamente allungò una mano e afferrò una delle code della maschera rossa e tirò appena, imponendo un ritmo preciso che Raph non esitò a seguire.
La danza proseguì con frenetica rapidità, Leonardo era talmente eccitato e la bocca del fratello così incredibilmente abile che durò poco.
« R…Raph…sto per… » Strattonò la bandana di Raph per spostarlo una, due volte, ma il fratello non si scostò, decise di ingoiare quando inevitabilmente Leo venne.
Questa reazione non se lo aspettava, non da lui che da sempre era così orgoglioso e ben poco propenso ad esaudire i suoi desideri. Pareva quasi un'altra tartaruga adesso Raffaello, attento e ricettivo, perché non poteva esser così malleabile anche durante le missioni?
« Mettiti a pancia in giù, Leo. » La richiesta prometteva altro sconfinato piacere, e il leader in blu era assolutamente determinato a soddisfare Raph come si deve.
« Agli ordini… »
Obbediente come non lo era mai stato in vita sua, Leo si posizionò sul piastrone, guscio rivolto verso l’alto, gambe spalancate e coda sollevata. Dire che Raph stava sbavando a quella vista era un eufemismo, rimase imbambolato per una manciata di secondi ad ammirare tale visione.
La maliziosa coda di Leo che gli scodinzolava dinanzi era un invito a cui non poteva resistere, il muso affondò senza tante cerimonie sull’arto fremente d’attesa.
Leccò e pizzicò con le dita la bella codina del fratello, di tutti loro la sua era la più corta, da piccoli lo prendeva perfino in giro per questo dettaglio che invece adesso trovava assolutamente adorabile.
Un dito tozzo si spinse dentro la fessura di Leo, allungandosi lentamente per preparare il maggiore. Leonardo si contorceva, gemeva e invocava il nome di Raph con una voce così sensuale che la testa calda sentì le viscere restringersi.
Il suo cazzo duro non resisteva più, la coda di Raph tremò appena mentre lo liberava dalla sua cloaca.
Il maggiore se ne rese conto e ridacchiò, soddisfatto di non essere l’unico a subir questo piacevole flagello del corpo.
Nessuno dei due aveva molta pazienza ormai, Raffaello in primis, che lanciò un occhiata all’altro « Lubrificante? »
« Secondo cassetto a destra… » Balbettò Leo ansimando leggermente, non vi era bisogno di spiegazioni, era implicito che ognuno di loro nascondesse del lubrificante da qualche parte nella propria camera. Anche se Leo era rimasto un po’ sconvolto di scoprire che Mikey, oltre a quello, aveva anche svariati sex toys nascosti sotto il letto. Doveva davvero smetterla di considerarlo “il bambino” della famiglia.
« Non distrarti impavido, il bello viene ora. » La voce di Raph richiamò al presente Leo, la cui mente tendeva a divagare quando era euforico.
Si spalmò una generosa dose di lubrificante sulle tre dita e ne sparse altro sulla coda di Leo, rendendola tutta scivolosa e luccicante.
« R…Raph, ti prego… » Mai supplica fu più deliziosa e appagante alle orecchie del fratello minore, la frenesia del calore gli annebbiava la mente e sapeva che da quel momento in poi, non sarebbe stato più capace di frenarsi.
Aveva sognato così tanto quel momento che quasi non ci credeva stesse accadendo sul serio, Leonardo e il suo piccolo sporco segreto seppellito talmente in profondità nel suo animo dall’aver soppresso i propri desideri incestuosi per anni.
Ma adesso, suo fratello Raffaello lo stava penetrando rudemente, anche in questo contesto non poteva fare a meno di essere aggressivo ma, tutto sommato, a Leo non dispiaceva questo trattamento.
Gemette forte, se gli fosse stato concesso il dono di una schiena flessibile come quella di un umano ora si inarcherebbe pericolosamente, invece era intrappolato sotto il proprio carapace con Raph che incombeva sopra di lui. Grandi mani callose gli afferravano i fianchi e lo mantenevano in posizione mentre si muoveva avanti e indietro ansimando profondamente.
« Leo… » Il nome abbandonò le sue labbra spontaneamente, era un richiamo pieno di passione, che fece battere forte il cuore del leader.
Si ritrovarono in questo meraviglioso limbo nebuloso fatto solo spinte, dolore e odore di sesso che riempiva lentamente l’aria della stanza.
Quando sembrava che Leo stesse per venire, il fratello gli fece cambiare posizione con suo sommo disappunto. Voleva prolungare quanto più possibile la stupenda agonia, negando l’orgasmo tanto necessario alla tartaruga in blu.
Con il più divertito dei sorrisi fece segno a Leonardo di saltargli in braccio, voleva che fosse lui a cavalcarlo adesso, così poteva anche guardarlo in faccia.
Oh, quale scelta meravigliosa fu quella per Raffaello, che si ritrovò a poter ammirare tutte le smorfie eccitate che trasudavano dal muso di Leonardo.
Le labbra mordicchiate per trattenere urla troppo forti, occhi socchiusi e membra tremanti che si scioglievano sotto il suo tocco.
« R…Raph… » Le mani di Leo arpionate alle spalle larghe del minore si strinsero ulteriormente, dopo sarebbero fioriti dei bei lividi ma poco importava a Raph.
Il bacino della tartaruga dalla bandana blu si mosse più rapidamente, affondando ulteriormente dentro il fratello, riuscì a prevedere il momento esatto in cui stava per venire, perché la codina si arricciò prima che il rilascio avvenne, macchiando tutto il piastrone di Raph.
Per la testa calda ci volle più tempo, anche dopo che Leo si accasciò su di lui senza forze per reagire, lui continuò a pompare ancora e ancora. Rendendosi conto che non aveva soddisfatto pienamente il compagno, Leonardo sfruttò le sue ultime energie per sollevare entrambe le mani e raccogliere il viso teso di Raph.
« Con calma, Raph… non abbiamo fretta... » La vibrante eccitazione del calore colma di tensione che sovra stimolava ogni fibra del corpo di Raffaello si appianò, il tono autoritario tuttavia pacato del maggiore lo aiutò a rilassarsi.
Allora rallentò la propria furia, e si godette i piccoli baci gentili che Leo depositò sul suo muso, il collo e la spalla destra. Quei tocchi leggeri come un piacevole vento autunnale furono la spinta finale per far arrivare al limite anche Raph.
Era ancora dentro Leonardo e non fece in tempo ad estrarsi, venne copiosamente accompagnato da un ringhio gutturale, più simile ad un animale che un umano. Vantaggi dell’essere tartarughe mutanti, pensò poco dopo mentre tentava di tornare con i piedi per terra dopo l’orgasmo che lo aveva scosso.
« Scusa Leo…! Non volevo davvero…cioè si, avrei voluto ma… » La risatina di Leonardo gli trafisse le orecchie, non aveva nemmeno levato il suo cazzo flaccido dal corpo del fratello che già voleva prenderlo a schiaffi, e magari montarlo nuovamente ma questa volta per ore, senza dargli tregua.
« Non ti preoccupare Raph, se lo avessi voluto potevo spostarmi ma non l’ho fatto. »
Il cervello di Raph smise di funzionare per qualche secondo, enormi occhi verde acido rimasero attoniti dinanzi l’espressione furba del suo leader, almeno tanto quanto quella bocca saccente che osò rubargli altri baci e poi, quel morso proprio nell’incavo della spalla.
« Sei mio, Raph…solo mio. »
« Cazzo Leo, sto diventando di nuovo duro! »
Aveva sempre ignorato quanto Leo fosse possessivo con le persone amate, ma quel succhiotto così vistoso con cui lo aveva marchiato - il bastardo adorava mordere – raccontava un interessante storia.
« Passo, sono troppo esausto… » Con quel borbottio infantile Leonardo si afflosciò come una pezza bagnata su Raffaello, impedendogli ogni movimento. Be, questo poteva essere un problema visto che la testa calda voleva darsi una ripulita e magari farsi un bel sonno post coitale.
« Alzati Leo, non farmi trascinare il tuo pigro guscio fino in bagno! »
« Sì, lo farai. »
« Non credo proprio! »
Per ripicca Leo iniziò a mordicchiare di nuovo Raph, ma stavolta non vi era nulla si eccitante, solo dolore.
« Ehi…OH!! Piantala…AHI, Leo smettila!! »
L’infida tartaruga sogghignò, le sue iridi  di quel blu innaturale scintillarono nella semi oscurità prima di gettarsi di nuovo sul collo del povero fratello e dare un altro bel morsetto. Raph era seriamente tentato di scrollarselo di dosso con violenza, ma non era dell’umore per iniziare una lite, non dopo il sesso fantastico che avevano appena condiviso.
« Se ti porto io, la pianti?!! »
« Finalmente hai capito! Su, fai felice il tuo leader per una volta. »
In quell’istante Raph giurò che gliela avrebbe fatta pagare, al prossimo calore avrebbe legato quel piccolo arrogante spocchioso al suo letto e gli avrebbe negato l’orgasmo torturandolo di piacere per giorni.
Sollevò fra le sue braccia Leonardo non con poca fatica, fra carne e carapace tutti loro avevano un bel peso da sostenere. Aveva pure le gambe di gelatina, l’orgasmo era stato davvero intenso e si sentiva ancora frastornato.
Però era forte e in qualche modo raggiunse uno dei loro due bagni, dalla morte del sensei Splinter avevano iniziato a sfruttare anche quello che era in origine adibito a suo uso esclusivo.
Sebbene fosse più modesto e di dimensioni ridotte rispetto al loro, possedeva una comoda vasca da bagno che Donatello aveva installato, oltre a lavabo e gabinetto. Quello era stato un modo gentile da parte dei figli di concedere al padre totale privacy, almeno in bagno, senza irruzioni improvvise da parte di uno di loro come capitava da bambini.
Depositò il fratello maggiore nella grande vasca di porcellana e aprì l’acqua regolando sapientemente fra fredda e calda. Poi gli sciolse la maschera blu, depositandola sopra la cesta della biancheria sporca.
A distanza di anni le vasche mettevano ancora a disagio Leonardo, vecchie memorie terrificanti del suo periodo in coma alla fattoria O’Neil, tuttavia non sembrava curarsene adesso che ci si abbandonò come disossato.
L’acqua pian piano riempì ogni anfratto e sommerse il corpo di Leo, la tartaruga emise un lungo sospiro rilassato e poi guardò Raffaello che era impegnato a frugare nell’armadietto sotto il lavabo alla ricerca dei prodotti di igiene.
« Raph, dai entra. » Sussurrò e allungò una mano per invitarlo a raggiungerlo, Leonardo emanava questi squisiti feromoni del calore a cui Raffaello non poté resistere.
Si levò la maschera e il resto dell’attrezzatura che ancora indossava e si immerse anche lui. Leo si fece da parte per fargli spazio, la vasca da bagno era grande sì ma non così tanto da poter ospitare entrambi comodamente, ma alle due tartarughe non importava.
Raph si posizion�� alle spalle di Leo, cosicché il maggiore potesse riposare il capo sul suo piastrone e allungare le gambe fin dove poteva.
Il tepore dell’acqua bollente e del corpo premuto contro di lui fecero sonnecchiare Leo per qualche minuto, si sentiva così sicuro fra le braccia di suo fratello che sarebbe rimasto volentieri lì per sempre.
Anche la testa calda si abbandonò totalmente socchiudendo le palpebre, la stanchezza iniziava a raggiungerlo e anche lui per poco non crollò addormentato.
Ma prima di questo aveva un ultimo compito da svolgere, ovvero pulire il suo leader che era troppo pigro per farlo da solo. Afferrò la spugna gialla e la sommerse con il bagnoschiuma di Mikey, non lo avrebbe mai ammesso a voce alta, ma adorava l’aroma delicato di latte e olio d’argan. Il fratellino sarà anche stato pazzo e sciocco per la maggior parte del tempo, ma aveva buon gusto sui prodotti da bagno.
Ripulì delicatamente il corpo di Leonardo, lentamente, prendendosi tutto il tempo necessario. Intanto il leader si faceva coccolare, subendo passivamente ogni gesto dell’altro, non protestò nemmeno quando Raph gli passò la spugna sulla coda con fare malizioso.
« Ho finito… » Sussurrò Raph depositando un tenero bacio sulla nuca del maggiore, per tutta risposta Leonardo mugugnò allungandosi, ricercando ancora quel contatto con la bocca dell’altro. Raffaello roteò gli occhi verso l’alto, non aveva davvero parole per descrivere l’atteggiamento di Leonardo, sempre così indipendente e ligio al dovere. Adesso pareva più un bambino bisognoso di cure.
« Te ne stai approfittando un po’ troppo, leader impavido! »
Leonardo ridacchiò, stanco ma felice, bastò quel sorriso sincero a spazzare via il malumore di Raph. Poteva ancora concedere un po’ di attenzioni al capriccioso fratello maggiore.
Uscì per primo dall’acqua e prese un grande asciugamano, con cui avvolse Leo e dopo lo raccolse fra le sue braccia come una sposa conducendolo nella sua camera da letto.
Finì di asciugare per bene il guscio del fratello che, intanto, si stava addormentando sotto i suoi tocchi gentili. Quando fu soddisfatto guidò gentilmente il corpo esausto di Leonardo sotto le coperte, ove si unì anche lui poco dopo.
Immediatamente il leader si rannicchiò nel piastrone di Raffaello, strofinando il muso per impregnarlo del suo odore. Il gesto fece sogghignare la testa calda, il fratello poteva essere così adorabilmente possessivo che riusciva a farlo sentire davvero importante in quel momento.
« Buona notte Leo… » Furono le ultime parole che rivolse Raffaello al fratello, prima di concedersi di crollare in un sonno ristoratore tanto desiderato.
« Notte Raph… »
Leonardo non smise di sorridere nemmeno quando si fu assopito, e forse fu proprio quel muso dall’aria buffa che indusse Raph al suo risveglio a fargli desiderare di ripetere l’esperienza in futuro più spesso, non solo durante il loro calore. Ma per ora, voleva semplicemente godersi la presenza dell’altro in quel perfetto e raro momento di pace.
END
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mewscarrafone · 8 months
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TOKYO MEW MEW REWATCH - EP 31
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Sakura è la manma figa e tutto, ma seriamente, dire alla figlia di nascondere le cose al padre? Piuttosto acchiappa tuo marito e digli che è normale che alle medie si inizi ad avere cotte e a 'mettersi insieme' con i coetanei. Qualcuno faccia comportare da adulto quest'uomo, su.
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Perché sennò le fa letteralmente una trappola fingendo di essere felice per lei per indurla a confessare. Macheccazz...
Di nuovo, ricordiamoci la logica shojo perché sennò questo è deleterio.
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-Tra genitori e figli non mettere il dito!
Purin tesoro tu sei l'ultima a poter dire come vadano gestite le relazioni tra genitori-figli e dovresti essere seguita dai servizi sociali.
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-Per me dovete sedervi e parlare chiaramente.
Grazie Zakuro per non essere l'unica completamente inutile in questa scena. Seriamente, a volte le ragazze si vede che sono amiche, in altri episodi - come questo - sembra che non gliene freghi nulla anche solo di fornirsi sostegno emotivo reciproco.
Queste trame di gelosia genitoriale hanno sempre un retrogusto vagamente freudiano ... consoliamoci con la scena in cui Masaya e Ichigo si comportano come una coppia sana e si confrontano sui propri problemi.
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Comunque queste cose vanno davvero viste sotto le lenti dello shojo - realisticamente, in questa scena avremmo un uomo adulto che si mette a urlare contro un ragazzino delle medie che non ha fatto nulla di male. Comunque bravo Masaya che ha tirato fuori gli attributi ed è passato con la colata di cemento sopra gli strilli di Shintaro, rifiutando categoricamente di lasciare Ichigo.
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Qual'è il meme di 'menare le mani con un tredicenne'?
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No, in effetti Shintaro non mena le mani con un tredicenne - il tredicenne gli fa il culo senza nemmeno provarci. Che poi tutti a lamentarsi di quanto Masaya sia il ragazzo noiosamente perfetto, e invece eccolo qui, che mena i vecchietti sfiatati.
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Adoro questo dettaglio che Ichigo sia nata prematura? Un tocco di realtà in un anime molto sopra le righe. Anche se sto pensando alle opportunità sprecate: le nascite premature possono portare a complicazioni che si trascinano per tutta la vita, quanto sarebbe stata interessante una 'ragazza magica' disabile?
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La logica shojo colpisce ancora: dov'era il giudice di gara? Qualcuno che si accertasse che Shintaro non facesse questo teatrino imbarazzante di dichiarare nulli tutti i punti segnati da Masaya e riconoscere come valido solo il proprio!
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Ichigo che giustamente si incazza per essere lasciata fuori da una faccenda che la riguarda direttamente, sovrapponendosi alla madre che a suo tempo aveva fatto la stessa identica cosa. Una scena ... zuccherosa ma carina, dai.
Restano due cose da notare:
1) la preoccupante tendenza di Shintaro a voler aggredire un avversario a terra - un ragazzino per giunta.
2) Mediaset che NON ha tagliato l'offerta finale di Sakura a Shintaro di 'fare un altro bambino' (anche se quel 'COSA?!' finale mi fa sospettare che la signora non si concedesse dal concepimento dell'unica figlia, il che spiegherebbe molte cose del comportamento di Shintaro)
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parolerandagie · 1 year
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Quarant'anni fa esatti, sull'onda dell’improvviso interesse che il basket NBA ed il football NFL suscitano in Italia, dovuto alle partite trasmesse dalle reti Mediaset e commentate da un indimenticabile Dan Peterson, un perfetto Rino Tommasi ed un giovanissimo Guido Bagatta, proprio quest’ultimo pubblica due libretti, distribuiti in edicola, uno intitolato ‘’American Football Superstars’’ e l’altro ‘’American Basketball Superstars’’.
Io giovanissimo pre-adolescente che non si perdeva nemmanco una sola di quelle trasmissioni, risparmio la esorbitante cifra necessaria all’acquisto (i libretti costavano lire 5.000 cadauno, per un totale di lire 10.000: praticamente il budget di un mese) e me li accaparro, passando i pomeriggi a studiarli a memoria, a leggere e rileggere le piccole biografie dei giocatori, suddivisi per squadra, a fantasticare di ipotetiche partite fra le stelle, confrontare cifre statistiche, memorizzare nomi; molti dei miti che tutt’ora ho, legati a quel mondo, derivano dall’averli visti su quei libretti, prima ancora di averli visti giocare in TV: Joe Montana, Ken Anderson, Walter Payton, Julius Erving, Larry Bird, Magic Johnson, Kareem Abdul Jabbar, Moses Malone sono solidamente parte del mio immaginario sportivo, ancora oggi, e da quelle pagine sono usciti: alcuni di loro non sono nemmeno più in vita.
Poi si cresce, si cambia (anche se ci si promette, con amici di cui non ci ricordiamo nemmeno più il nome, di non farlo mai) si studia, lavora, si cambiano case e città, e certe cose che per un periodo consideravamo alla stregua di patrimoni e tesori, vanno irrimediabilmente perdute.
Per me, vanno perduti anche i due libretti, e con loro se ne vanno anche la spensieratezza di quegli anni, la serietà con cui attendevo l’uscita in edicola delle riviste Superbowl e Superbasket, i milioni di sogni ad occhi aperti che avevo fatto.
Ma qualche giorno fa mi tornano alla memoria, e mi travolge, insieme ad una infinita nostalgia, anche una smania di riaverli, di ritrovare quelle pagine, di scoprire che ancora mi ricordo quei nomi, che ancora bene so quali giocatori, quali frasi usate per descriverli, avevano colpito la mia immaginazione e la mia suggestione.
Ebbene, li trovo, usati, in vendita on-line su di un sito che vabbè la sicurezza dei dati, e li ricompro per una cifra di cui mi vergogno.
Sono arrivati oggi, via posta, e quella che vedete è la loro fotografia.
Ed io sono un tredicenne nuovamente, perso dietro un vecchio sogno americano, inebriato dal sapore, dall’odore di quei giorni; e se chiudo gli occhi, Magic porta palla, la passa a Kareem, laggiù appostato in post basso, che, nonostante la strenua difesa di Robert Parish, manda la palla a carezzare il cotone della retina con uno dei suoi memorabili sky hook, una gancio cielo, come avrebbe commentato Dan Peterson.
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astra-zioni · 1 year
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Ci sono state delle cose negli ultimi giorni che m’hanno fatta riflettere sul rapporto che si ha con i social in questi ultimi anni e come li si tratti al pari di un diario personale. Fermo restando che ognuno dispone dei social come meglio crede e che io stessa uso Tumblr per scrivere cose profondamente private - motivo per cui tengo che la mia identità “vera” la conoscano in pochi -, mi sento di fare un paio di osservazioni. Io mi ritengo sempre responsabile di quel che condivido e scrivo, soprattutto su Tumblr, perché è una piattaforma frequentata da persone molto giovani, e credo in generale che ciò che si scrive, così come ciò che si dice, abbia un impatto sugli altri. Sei detentore involontario di una responsabilità. Il fatto che si parli di esperienze assolutamente personali ed intime non influenza il discorso per il semplice fatto che nei social non esiste una divisione netta tra pubblico e privato; intendo dire che certe cose che, normalmente, diresti a un amico, le scrivi in un posto in cui non sai chi legge quelle parole, e soprattutto non dispone del contesto generale, della tua situazione particolare, per elaborarle. Esempi banali, spesso letto qui sopra: “voglio ammazzarmi perché sono grassa, non voglio esistere, alla fine tutte le donne hanno bisogno della validazione dell’uomo, ho mischiato alcol e psicofarmaci” etc, oppure dire cose “politicamente scorrette” perché su Tumblr “attira” ma che non si direbbero davanti un gruppo di persone perché ti riderebbero in faccia. Sono dell’idea che i social non siano così diversi dalla vita reale e che, se tu non diresti mai una cosa dal vivo, allora c’è un ragione per non dirla neanche su un social. Applico questo esempio a me. Quando leggo post di ragazze che vogliono letteralmente suicidarsi perché sono grasse - e successivamente postano la propria foto di un corpo perfetto, canonico -, io da persona ex dca mi sento triggerata, non capisco la loro percezione e di conseguenza neanche la mia, e son grandicella, ho fatto un percorso, son passati anni. Una tredicenne a cui arriva il messaggio che la pancetta rovini qualcosa, che il sesso è bello se violento con tanto di gif e via discorrendo, comincia ad avere una visione distorta delle cose. Anche io talvolta son caduta nell’errore di essere troppo esplicita qui sopra circa i miei problemi, solo dopo ho pensato a chi poteva leggere. E mi son sentita responsabile. Parlare della malattia mentale è fondamentale, ma non romanticizzandola, non senza contesto, senza capacità critica, perché una frase buttata lì a mo’ di sfogo arriva dall’altro capo del mondo e spesso fa male. Le parole cambiano letteralmente il mondo, e lo possono anche migliorare.
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elia-de-silentio · 1 year
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MEW MEW REWATCH - EPISODIO 7
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Alias l'episodio in cui Ichigo è sul punto di mettersi a volare come gli alieni, con la propulsione di quanto Purin gliele faccia girare.
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Mi piace come Ichigo abbia, in un primo momento, liquidato Purin come una bambina strana. Mi sembra realistico, per una tredicenne stressata e con un sacco di altre cose per la testa, biasimare una qualunque persona 'strana' senza pensare troppo alle motivazioni dietro il suo comportamento. Minto, che è già leggermente più riflessiva e al momento molto più rilassata, invece arriva tranquillamente al 'qualquadra non cosa'.
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Molto apprezzato anche il suo confronto con Aoyama. Una bella scena di confidenza da parte di lei e supporto emotivo da parte di lui, un'interazione molto più matura del solito; specie da parte di Ichigo, che passa dai rossori e balbettamenti shojo all'aprirsi su qualcosa che ha fatto di cui non va fiera. Si fida abbastanza che Aoyama saprà darle consigli senza giudicarla, almeno su questo argomento. Questo rewatch me li farà shippare sul serio?
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Ah, questo è anche l'episodio di alcune tra le più iconiche espressioni di Kisshu. Personalmente serbo la prima nel cuore da anni.
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(A parte la magnifica espressione di Ichigo in questo frame) Non ho beccato il momento preciso, ma Purin ha evocato quella roccia prima di trasformarsi. Finora solo Retasu aveva usato i suoi poteri in forma umana normale.
Comunque, la morale di questo episodio è: ricordate di dare sempre soldi agli artisti di strada.
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awadalmawlirp · 1 year
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Califfato (in svedese: Kalifat) è una serie televisiva svedese di genere thriller e drammatico. Ha debuttato il 12 gennaio 2020 su Sveriges Television. È diventata la serie più vista di sempre su SVT Play.
Trama:
La storia inizia con Pervin, una giovane donna musulmana svedese che vive sotto il dominio dell'ISIS a Raqqa, in Siria, con il marito Husam, membro dello Stato Islamico, e la loro figlia neonata Latifa. Delusa dalla vita a Raqqa controllata dall'ISIS, Pervin vuole tornare in Svezia. Dopo aver ottenuto un cellulare dalla sua vicina e amica Tine (che viene trascinata via dalla casa di Pervin, dove si era nascosta per sfuggire all'obbligo di risposarsi dopo la morte del marito), contatta Dolores, una sostenitrice anti-radicalizzazione in Svezia. Dolores mette Pervin in contatto con Fatima, un'agente del servizio di sicurezza svedese. Fatima è in contrasto con la leadership a causa di un precedente incidente con "Lorentz". Fatima inizia a parlare con Pervin al telefono e cerca di ottenere informazioni su un attacco terroristico che si sta pianificando in Svezia, in cambio di un ritorno sicuro in Svezia per Pervin e sua figlia.
Pervin racconta a Fatima di "Al Musafir" o il Viaggiatore, che si trova in Svezia e sta pianificando l'attacco. Al Musafir è Ibrahim "Ibbe" Haddad, che lavora come assistente di un insegnante in una scuola superiore, mentre recluta altre persone per l'attacco terroristico. Ha già reclutato con successo due fratelli: Jacob, ex detenuto e alcolizzato, ed Emil, il fratello minore, sensibile e mentalmente disabile. I due hanno un rapporto teso con la madre, che favorisce chiaramente Emil e guarda male a Jacob non solo per il suo passato ma anche per la sua conversione all'Islam. Sotto un'altra identità, Ibbe recluta anche Miryam, cresciuta a Baghdad, promettendole il matrimonio in cambio del suo contributo ai suoi piani.
Allo stesso tempo, Ibbe cerca di radicalizzare le ragazze del liceo condividendo video di reclutamento e propaganda dell'ISIS. Riesce a reclutare Sulle, un'attivista palestinese, e la sua amica Kerima, entrambe quindicenni che iniziano a indossare l'hijab e a seguire le lezioni sulla Sharia. Alle ragazze vengono mostrate immagini di palazzi e viene detto loro che se si fossero trasferite nel Califfato islamico, avrebbero potuto vivere nel lusso e far parte di qualcosa di speciale sposando combattenti jihadisti. I genitori di Sulle si rendono conto della radicalizzazione della figlia e cercano di fermarla minacciando di darla in sposa a un parente in Giordania. Sulle trascina inavvertitamente la sorella tredicenne Lisha nell'ideologia dell'estremismo islamico, le cui implicazioni saranno pienamente comprese solo più avanti nella serie. A casa, Kerima subisce abusi fisici da parte del padre alcolizzato, che soffre di un disturbo da stress post-traumatico dopo aver combattuto nella seconda guerra cecena; perseguitandola, Ibbe porta Kerima nella sua casa per indottrinarla ulteriormente.
Fatima non rivela la sua fonte (Pervin) ai suoi superiori, ma rivela vaghi dettagli su un complotto terroristico. I suoi superiori le dicono di abbandonare l'indagine e la fanno sospendere per aver consumato cannabis. Rimane in contatto con il suo fidanzato, Calle, anche lui nel Servizio di Sicurezza, e continua a condividere informazioni con lui. Continua a raccogliere informazioni da Pervin e cerca di ricostruire i dettagli del complotto. Si mette sulle tracce di Jacob ed Emil quando indaga sulle informazioni fornite da Pervin su un poligono di tiro abbandonato. Jacob prende la sua targa e la rintraccia.
Quando Dolores vi si reca, viene pugnalata da un aggressore e muore. Quando Fatima arriva, è stato emesso un avviso di cattura e lei pensa di fuggire. Va a casa di Dolores per prendere soldi e provviste, ma entrano anche due poliziotti. Li chiude in una camera da letto sotto la minaccia di una pistola, prima di fuggire e diventare oggetto di una caccia all'uomo. Trova rifugio nella casa di un collega del padre.
Pervin diventa oggetto delle attenzioni di Ahmed, uno dei colleghi di Husam. Una sera arriva a casa sua e la sorprende a parlare con Fatima. La violenta e sta per ucciderla quando lei lo pugnala a morte. Getta il suo corpo nel pozzo dei suoi vicini. Husam, sotto l'effetto di farmaci per dormire, entra in cucina e vede il sangue sul pavimento, ma Pervin lo convince che sta sognando. Non lo dimentica mai e si convince di aver ucciso Ahmed, finché Pervin non gli dice la verità.
Fatima cerca aiuto per liberare Pervin e viene messo a punto un piano per portarla via da Raqqa. Nel frattempo, Sulle e Kerima hanno i biglietti aerei per andare in Turchia e vengono prelevate da Ibbe e dalla donna che ha insegnato loro l'Islam. All'ultimo momento, Lisha, la sorella minore di Sulle, si unisce a loro in macchina e partono per l'aeroporto. Sulle ha mentito ai suoi genitori dicendo che sarebbe andata a una partita di basket. Suo padre Suleiman, che non ama la religione, finisce di lavorare presto e decide di andare a vedere la partita, ma vede che lo stadio è vuoto. Chiama Calle, che lancia un allarme alle autorità tedesche e turche. Credono di aver rintracciato le ragazze in viaggio verso Istanbul, ma si accorgono che i loro passaporti sono stati scambiati e che le ragazze si trovano in realtà ad Ankara. Decidono di intercettare il veicolo di trasporto al confine tra Turchia e Siria. Riescono a salvare tutti tranne Lisha, che è in viaggio verso la Siria.
Calle convince Fatima a chiedere aiuto a Pervin per salvare Lisha. Pervin e sua figlia hanno raggiunto il loro veicolo di trasporto quando Fatima la convince a tornare a casa e a salvare Lisha. In cambio, Fatima sarebbe venuta personalmente in Siria per salvare tutti. Pervin convince Husam a prendere Lisha come seconda moglie.
Prima di partire per l'attacco, Jacob pugnala a morte la madre nella loro cucina. Fatima segue Jacob ed Emil, ma perde le loro tracce dopo aver scambiato l'auto a casa della madre. Fatima viene a conoscenza dei tre obiettivi terroristici pochi minuti prima che la polizia si avvicini alla sua posizione e viene presa in custodia prima di poter condividere qualsiasi informazione. In cambio delle informazioni, promette di liberare Husam insieme a Pervin e Lisha. Tutti e tre gli attacchi terroristici vengono comunque fermati dal Servizio di Sicurezza che, si scopre, ne è sempre stato a conoscenza. Hanno tenuto Fatima all'oscuro perché non si fidavano di lei. In cambio del suo silenzio, viene rilasciata dal carcere. Ibbe fa esplodere una bomba in un garage e riesce a fuggire per un pelo travestendosi da donna.
Fatima si reca in Siria per salvare Pervin, Lisha e Husam. Pochi minuti prima del suo arrivo, Omar, il collega di Husam, arriva per portare Husam a compiere un attentato suicida. Husam cerca di guadagnare tempo, ma Lisha, completamente radicalizzata (ancor più di quanto lo fosse sua sorella) e non disposta a tornare in Svezia, rivela a Omar il loro piano di fuga. Omar spara a Pervin alle spalle e sta per sparare a Husam, quando Fatima arriva e lo uccide. Si spostano rapidamente verso l'auto, mentre Lisha, impazzita, si rifiuta di unirsi a loro e la lasciano indietro. Riescono a uscire da Raqqa, ma Pervin muore subito dopo il posto di frontiera. Una Fatima sconvolta aiuta l'altrettanto sconvolto Husam a trasportare la figlia e riescono a tornare in Svezia.
Dolores e Ibbe sono a un incontro anti-radicalizzazione quando Ibbe esce per parlare con Jacob. L'ospite mostra un video dell'ISIS e indica un tatuaggio sull'avambraccio di uno dei terroristi. Più tardi, in un caffè, Dolores vede il tatuaggio sul braccio di Ibbe. Dopo che Ibbe l'ha accompagnata, chiama Fatima per dirle che ha un'informazione importante e le chiede di incontrarla a casa di Fatima.
Sulle e Kerima vengono interrogate dal Servizio di Sicurezza. Una pentita Sulle rivela l'identità di Ibbe nel tentativo di salvare sua sorella Lisha. Kerima tenta di suicidarsi e viene portata in una struttura di salute mentale dove mette le mani su un telefono cellulare e avverte Ibbe che la sua copertura potrebbe saltare. Calle si reca a scuola per prendere in custodia Ibbe, ma quest'ultimo scappa. Kerima si incontra con Ibbe e decide di partecipare a un nuovo attacco a un concerto di ragazze. Kerima deve indossare un giubbotto suicida bloccato in modo da non poterlo rimuovere una volta indossato. Ibbe convince Kerima che anche lui e Sulle faranno parte dell'attentato e indosseranno giubbotti suicidi simili. Una volta al concerto, dopo aver indossato il giubbotto suicida, Kerima manda un messaggio a Sulle; solo per scoprire che Ibbe aveva mentito e Sulle non è affatto coinvolto nel piano. Nei bagni della struttura del concerto, Kerima tenta brevemente di rimuovere il giubbotto, ma non ci riesce; avverte invece alcuni dei presenti, che fuggono, e aspetta che la bomba esploda mentre ha un ultimo scambio di battute con Sulle, in lacrime, al telefono. Ibbe innesca la bomba.
Descrizione di Omar Soudani:
Said William Legue nel ruolo del generale Omar Soudani
Trama libera:
Il 18 dicembre, Omar sostituisce Musa Abdullah Ghani come emiro dell'ISKP afghano essendo stato ucciso di recente dalle forze speciali talebane afghane di Jalal Haqqani e si rifugia a Stockholm in Svezia facendo attenzione a non farsi catturare dalla polizia o estratto al governo talebano afghano dove inizia a lavorare segretamente come pizza chef presso la pizzeria svedese Giro per prendere denaro e facendo attenzione a non farsi scoprire dalla polizia svedese sulla sua vera identità.
Il 7 gennaio 2023, Omar arriva a Genoa city in Wisconsin dove ha ricevuto una nuova missione dai fratelli Ibrahim al-Badri e Juma al-Badri uccidendo il fratellastro di Charles Foster, Carl Foster sparandolo a colpi di pistola e fece ritorno poi a Stoccolma in Svezia.
Il 24 gennaio, Omar accetta gli ordini del suo collega Ibrahim al-Badri e pianifica il rapimento e come torturare Felix Foster che assomiglia fisicamente al dittatore e criminale fascista Benito Mussolini sebbene non si tratta della stessa persona ma simile.
Il 26 gennaio, Omar rinuncia a continuare il piano pianificato con Ibrahim sia perché Felix Foster è molto protetto e sostenuto dal leader tunisino Marwan Ibn Youssef, sia perché soffre di demotivazione sia perché Felix sta avendo molto successo nella popolazione tunisina di origini italiane.
Il 7 febbraio, Omar dopo aver ricevuto ordini dal suo collega e amico Ibrahim al-Badri invia uomini per fare rapire e uccidere i mafiosi Nathan Vince Johnson,Renesmed Moore e i loro figli Grace,Luddy e Chad.
Crimini commessi:
-Tentato di convincere il suo collega Husam El-Khaddouri di compiere un attentato
-Sparato e ucciso Pervin El-Khaddouri
-Tentato di uccidere Husam perché non si fidava più di lui
-Sparato e ucciso Carl Foster
-Tentato di pianificare di rapire e ferire fisicamente gravemente Felix Foster
-Rapito Nathan Vince Johnson,Renesmed Moore e i bambini Grace,Luddy e Chad tramite gli uomini che aveva inviato
Descrizione fisica:
-Rasato in testa
-Occhi marroni scuri
-Barba corta nera
-Armato e pericoloso
Grado nello Stato Islamico:
-Generale militare
Data di nascita:
4 maggio 1982
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vaerjs · 2 years
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nei giorni scorsi ho scritto due parole sull'esame di stato di fratello tredicenne. il post è diventato oggetto di critiche delle più disparate alla scuola allɜ insegnanti, chi deve fare questo chi deve fare quello.
la percezione che ne ho avuto è stata del calibro del "si è sempre fatto così". anche una collega maestra ha provato a commentare l'accaduto riportando la discussione su un piano più professionale, è stata ignorata. chiaramente fa più scalpore dire che "se non fai il corsivo che fai? cornicette?"
mi lascia sempre l'amaro in bocca vedere come la scuola e l'insegnamento soprattutto nella fascia 3-13 sia considerato appannaggio di letteralmente chiunque, basta un sentito dire, una propria esperienza di 10-20 anni fa, l'amico dello zio del cugino che ha detto che.
per insegnare in una scuola dell'infanzia o in una scuola primaria serve una laurea magistrale a ciclo unico che abilità all'insegnamento. è un percorso lungo, faticoso fatto di psicologia pedagogia didattica per firmare insegnanti competenti che siano in grado di valutare di fronte al gruppo classe quali siano le strategie e metodologie migliori per portare ciascuno al maggior progresso possibile. affrontare o meno un argomento è buona scelta ben pesata e giustificata non solo nelle convinzioni del professionista dell'educazione che la opera ma supportata da teorie psico-pedagogiche da entrambi i lati e solitamente l'elenco dei prove dei contro non aiuta perché in perfetto equilibrio.
la scuola italiana ha grossi problemi e grosse lacune, ma vi prego lasciatelo dire a chi ha scelto di investire anni denaro e fatica per specializzarsi nell'insegnamento.
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lamilanomagazine · 1 month
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Tredicenne palermitana operata alla schiena al Rizzoli di Bagheria: asportato un tumore primitivo dell'osso
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Tredicenne palermitana operata alla schiena al Rizzoli di Bagheria: asportato un tumore primitivo dell'osso. L'intervento, delicato e complesso, è stato eseguito in collaborazione con il Civico di Palermo ed è perfettamente riuscito È stato eseguito al Dipartimento Rizzoli-Sicilia di Bagheria un intervento di asportazione di un tumore primitivo, un sarcoma di Ewing, in una paziente in età pediatrica. "Anna domani, 8 marzo, compirà 14 anni, oggi c'è stata la prima visita di controllo post operatorio e aver potuto dare a lei e alla sua famiglia la notizia dell'intervento andato bene è per noi la più grande gratificazione professionale e umana" dice Toscano. Anna (nome di fantasia) è stata visitata la prima volta all'età di 11 anni dal dottor Angelo Toscano, dirigente medico dell'Ortopedia generale del Rizzoli-Sicilia di Bagheria diretto dal dottor Giovanni Pignatti: "Accusava dolore al nervo sciatico, ma un tipo di dolore particolare che mi ha subito insospettito – ricorda Toscano. - Dopo esami di approfondimento presso la Radiologia di Villa Santa Teresa le abbiamo infatti diagnosticato un raro e aggressivo tumore primitivo dell'osso che al Rizzoli conosciamo bene, il sarcoma di Ewing, in una vertebra lombare. Da lì è iniziato il percorso di cura". Anna si è sottoposta subito a cicli di chemioterapia presso l'ARNAS Ospedale Civico di Palermo con il dottor Paolo D'Angelo, direttore dell'Oncoematologia pediatrica, ai quali ha risposto bene. Gli esami post trattamento chemioterapico mostravano un netto miglioramento; dopo qualche tempo però durante una visita di controllo è emersa una recidiva. Dopo gli opportuni trattamenti pre-intervento, venerdì 9 febbraio l'équipe del Dipartimento Rizzoli-Sicilia composta per la circostanza dal direttore della Chirurgia Vertebrale del Rizzoli di Bologna Alessandro Gasbarrini, dal dottor Angelo Toscano e dal dottor Fabrizio Perna dell'Ortopedia generale della sede di Bagheria, dal direttore dell'Anestesia e terapia intensiva Jacopo Frugiuele e da tutto il personale di sala operatoria ha eseguito l'asportazione del tumore. "Per prima cosa abbiamo stabilizzato con viti e successivamente barre la colonna vertebrale e isolati e protetti midollo e radici, poi abbiamo proceduto all'asportazione dei dischi tra i corpi vertebrali, sopra e sotto la vertebra colpita dal sarcoma. Successivamente, attraverso un secondo accesso chirurgico, in questo caso laterale, abbiamo asportato anche una parte di muscolo psoas per avere un margine pulito più ampio – spiega il dottor Toscano. – In sala operatoria era presente insieme a noi l'équipe di chirurgia vascolare del professor Francesco Talarico del Civico di Palermo che si è occupata di isolare i vasi arteriosi e venosi davanti alla vertebra malata. Prima dell'intervento Anna si è sottoposta anche a un'embolizzazione delle arterie lombari, questa volta direttamente al Civico, ospedale col quale il Dipartimento Rizzoli-Sicilia ha da tempo una consolidata collaborazione, presso la Radiologia interventistica diretta dal dottor Mario Vallone. È stato un passaggio fondamentale per controllare e prevenire sanguinamenti di sala operatoria". I dischi tra le vertebre, rimossi insieme alla vertebra malata, sono stati sostituiti dai chirurghi del Rizzoli con una protesi in carbonio modulare affinché fosse possibile eseguire poi un ciclo di radioterapia. "La protesi modulare è come una serie di mattoncini, si assembla fino ad ottenere la misura adeguata a ripristinare in questo caso la corretta lordosi, cioè riproducendo la curva ideale che assomigli il più possibile alla curva nativa della colonna vertebrale" aggiunge Toscano. "È la prima volta che eseguiamo al Rizzoli-Sicilia l'asportazione di un tumore primitivo dell'osso in una paziente in età pediatrica – sottolinea il dottor Gasbarrini. – L'intervento si è svolto alla perfezione, al Rizzoli le vertebrectomie che eseguiamo per tumori aggressivi come il sarcoma di Ewing, cordomi, condrosarcomi, osteosarcomi, tumori a cellule giganti, osteoblastomi sono tutte personalizzate. In rapporto all'estensione del tumore infatti noi chirurghi dobbiamo capire quanta parte di osso ed eventualmente tessuti resecare, pianificando inoltre la protesi con la quale poi andremo a sostituire quanto asportato. In questo caso la protesi in carbonio era la scelta più adeguata per permettere ad Anna di completare il suo percorso di cura". "Il Rizzoli da sempre è punto di riferimento per bambini e giovani con problemi ortopedici complessi e oncologici. Il primo intervento su tumore delle ossa in Istituto fu fatto esattamente cento anni fa, nel 1924, quando questa malattia estremamente aggressiva era pressoché sconosciuta – spiega il direttore generale dell'Istituto Ortopedico Rizzoli Anselmo Campagna. - Sono oltre 50mila i pazienti che abbiamo seguito in ambito oncologico e avere la possibilità di farlo anche a Bagheria è per noi un grande risultato. Poter curare le persone con le metodiche cliniche e chirurgiche più all'avanguardia sviluppate grazie alla ricerca, è tra le nostre principali missioni come IRCCS, il nostro profilo di ospedale scientifico di riferimento per l'ortopedia. Per i pazienti siciliani, grazie all'accordo tra le Regioni Emilia-Romagna e Siciliana, si aggiunge la possibilità di farlo vicino al luogo di residenza, e questo significa molto anche per la vita delle famiglie soprattutto quando si tratta di patologie che necessitano lunghi periodi di cura o numerosi controlli". "La fattiva e proficua collaborazione dell'ARNAS Civico con il Dipartimento Rizzoli-Sicilia è attiva da oltre dodici anni – sottolinea il Commissario straordinario Walter Messina. – Aver potuto collaborare e partecipare a questo importante intervento è la conferma di quanto lo scambio di competenze porti a grandi risultati. Continueremo a lavorare insieme ogni qualvolta i casi clinici da trattare necessiteranno di competenze multidisciplinari a beneficio di tutti i pazienti che decideranno di rivolgersi alle nostre strutture". "Ancora una volta la competenza dei nostri professionisti sanitari, insieme ai colleghi siciliani, ha permesso di intervenire in un caso molto complesso, restituendo il sorriso ad Anna, a cui mandiamo un grande abbraccio per il suo compleanno, con un augurio di una vita in cui possa realizzare tutti i suoi sogni – dice l'assessore alle Politiche per la Salute della Regione Emilia-Romagna Raffaele Donini. - La sanità pubblica è questa, una sanità in grado di collaborare tra territori, mettere in campo le competenze più alte del Paese e farsi carico delle situazioni più complesse. Ai sanitari che hanno collaborato all'intervento il mio ringraziamento, anche a nome della giunta regionale dell'Emilia-Romagna". "Auguro buon compleanno e un radioso futuro ricco di soddisfazioni e felicità alla piccola Anna – dichiara l'assessore alla Salute della Regione Siciliana Giovanna Volo. – Voglio esprimere grande compiacimento per come la sinergia collaborativa instaurata ormai da anni con la Regione Emilia-Romagna, l'Istituto Rizzoli e l'ARNAS Civico di Palermo abbia potuto garantire nella nostra Isola un'operazione così importante nella massima sicurezza e dai risultati eccezionali. Auspichiamo che sempre più interventi di grande complessità e standard elevati possano essere garantiti ai cittadini siciliani, anche grazie alla collaborazione tra Regioni e alla dedizione quotidiana dei professionisti coinvolti. L'obiettivo della nostra regione è quello di assicurare ai cittadini siciliani il diritto alla salute e all'assistenza, in piena sicurezza e sul proprio territorio".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Califfato (in svedese: Kalifat) è una serie televisiva svedese di genere thriller e drammatico. Ha debuttato il 12 gennaio 2020 su Sveriges Television. È diventata la serie più vista di sempre su SVT Play.
Trama:
La storia inizia con Pervin, una giovane donna musulmana svedese che vive sotto il dominio dell'ISIS a Raqqa, in Siria, con il marito Husam, membro dello Stato Islamico, e la loro figlia neonata Latifa. Delusa dalla vita a Raqqa controllata dall'ISIS, Pervin vuole tornare in Svezia. Dopo aver ottenuto un cellulare dalla sua vicina e amica Tine (che viene trascinata via dalla casa di Pervin, dove si era nascosta per sfuggire all'obbligo di risposarsi dopo la morte del marito), contatta Dolores, una sostenitrice anti-radicalizzazione in Svezia. Dolores mette Pervin in contatto con Fatima, un'agente del servizio di sicurezza svedese. Fatima è in contrasto con la leadership a causa di un precedente incidente con "Lorentz". Fatima inizia a parlare con Pervin al telefono e cerca di ottenere informazioni su un attacco terroristico che si sta pianificando in Svezia, in cambio di un ritorno sicuro in Svezia per Pervin e sua figlia.
Pervin racconta a Fatima di "Al Musafir" o il Viaggiatore, che si trova in Svezia e sta pianificando l'attacco. Al Musafir è Ibrahim "Ibbe" Haddad, che lavora come assistente di un insegnante in una scuola superiore, mentre recluta altre persone per l'attacco terroristico. Ha già reclutato con successo due fratelli: Jacob, ex detenuto e alcolizzato, ed Emil, il fratello minore, sensibile e mentalmente disabile. I due hanno un rapporto teso con la madre, che favorisce chiaramente Emil e guarda male a Jacob non solo per il suo passato ma anche per la sua conversione all'Islam. Sotto un'altra identità, Ibbe recluta anche Miryam, cresciuta a Baghdad, promettendole il matrimonio in cambio del suo contributo ai suoi piani.
Allo stesso tempo, Ibbe cerca di radicalizzare le ragazze del liceo condividendo video di reclutamento e propaganda dell'ISIS. Riesce a reclutare Sulle, un'attivista palestinese, e la sua amica Kerima, entrambe quindicenni che iniziano a indossare l'hijab e a seguire le lezioni sulla Sharia. Alle ragazze vengono mostrate immagini di palazzi e viene detto loro che se si fossero trasferite nel Califfato islamico, avrebbero potuto vivere nel lusso e far parte di qualcosa di speciale sposando combattenti jihadisti. I genitori di Sulle si rendono conto della radicalizzazione della figlia e cercano di fermarla minacciando di darla in sposa a un parente in Giordania. Sulle trascina inavvertitamente la sorella tredicenne Lisha nell'ideologia dell'estremismo islamico, le cui implicazioni saranno pienamente comprese solo più avanti nella serie. A casa, Kerima subisce abusi fisici da parte del padre alcolizzato, che soffre di un disturbo da stress post-traumatico dopo aver combattuto nella seconda guerra cecena; perseguitandola, Ibbe porta Kerima nella sua casa per indottrinarla ulteriormente.
Fatima non rivela la sua fonte (Pervin) ai suoi superiori, ma rivela vaghi dettagli su un complotto terroristico. I suoi superiori le dicono di abbandonare l'indagine e la fanno sospendere per aver consumato cannabis. Rimane in contatto con il suo fidanzato, Calle, anche lui nel Servizio di Sicurezza, e continua a condividere informazioni con lui. Continua a raccogliere informazioni da Pervin e cerca di ricostruire i dettagli del complotto. Si mette sulle tracce di Jacob ed Emil quando indaga sulle informazioni fornite da Pervin su un poligono di tiro abbandonato. Jacob prende la sua targa e la rintraccia.
Quando Dolores vi si reca, viene pugnalata da un aggressore e muore. Quando Fatima arriva, è stato emesso un avviso di cattura e lei pensa di fuggire. Va a casa di Dolores per prendere soldi e provviste, ma entrano anche due poliziotti. Li chiude in una camera da letto sotto la minaccia di una pistola, prima di fuggire e diventare oggetto di una caccia all'uomo. Trova rifugio nella casa di un collega del padre.
Pervin diventa oggetto delle attenzioni di Ahmed, uno dei colleghi di Husam. Una sera arriva a casa sua e la sorprende a parlare con Fatima. La violenta e sta per ucciderla quando lei lo pugnala a morte. Getta il suo corpo nel pozzo dei suoi vicini. Husam, sotto l'effetto di farmaci per dormire, entra in cucina e vede il sangue sul pavimento, ma Pervin lo convince che sta sognando. Non lo dimentica mai e si convince di aver ucciso Ahmed, finché Pervin non gli dice la verità.
Fatima cerca aiuto per liberare Pervin e viene messo a punto un piano per portarla via da Raqqa. Nel frattempo, Sulle e Kerima hanno i biglietti aerei per andare in Turchia e vengono prelevate da Ibbe e dalla donna che ha insegnato loro l'Islam. All'ultimo momento, Lisha, la sorella minore di Sulle, si unisce a loro in macchina e partono per l'aeroporto. Sulle ha mentito ai suoi genitori dicendo che sarebbe andata a una partita di basket. Suo padre Suleiman, che non ama la religione, finisce di lavorare presto e decide di andare a vedere la partita, ma vede che lo stadio è vuoto. Chiama Calle, che lancia un allarme alle autorità tedesche e turche. Credono di aver rintracciato le ragazze in viaggio verso Istanbul, ma si accorgono che i loro passaporti sono stati scambiati e che le ragazze si trovano in realtà ad Ankara. Decidono di intercettare il veicolo di trasporto al confine tra Turchia e Siria. Riescono a salvare tutti tranne Lisha, che è in viaggio verso la Siria.
Calle convince Fatima a chiedere aiuto a Pervin per salvare Lisha. Pervin e sua figlia hanno raggiunto il loro veicolo di trasporto quando Fatima la convince a tornare a casa e a salvare Lisha. In cambio, Fatima sarebbe venuta personalmente in Siria per salvare tutti. Pervin convince Husam a prendere Lisha come seconda moglie.
Prima di partire per l'attacco, Jacob pugnala a morte la madre nella loro cucina. Fatima segue Jacob ed Emil, ma perde le loro tracce dopo aver scambiato l'auto a casa della madre. Fatima viene a conoscenza dei tre obiettivi terroristici pochi minuti prima che la polizia si avvicini alla sua posizione e viene presa in custodia prima di poter condividere qualsiasi informazione. In cambio delle informazioni, promette di liberare Husam insieme a Pervin e Lisha. Tutti e tre gli attacchi terroristici vengono comunque fermati dal Servizio di Sicurezza che, si scopre, ne è sempre stato a conoscenza. Hanno tenuto Fatima all'oscuro perché non si fidavano di lei. In cambio del suo silenzio, viene rilasciata dal carcere. Ibbe fa esplodere una bomba in un garage e riesce a fuggire per un pelo travestendosi da donna.
Fatima si reca in Siria per salvare Pervin, Lisha e Husam. Pochi minuti prima del suo arrivo, Omar, il collega di Husam, arriva per portare Husam a compiere un attentato suicida. Husam cerca di guadagnare tempo, ma Lisha, completamente radicalizzata (ancor più di quanto lo fosse sua sorella) e non disposta a tornare in Svezia, rivela a Omar il loro piano di fuga. Omar spara a Pervin alle spalle e sta per sparare a Husam, quando Fatima arriva e lo uccide. Si spostano rapidamente verso l'auto, mentre Lisha, impazzita, si rifiuta di unirsi a loro e la lasciano indietro. Riescono a uscire da Raqqa, ma Pervin muore subito dopo il posto di frontiera. Una Fatima sconvolta aiuta l'altrettanto sconvolto Husam a trasportare la figlia e riescono a tornare in Svezia.
Dolores e Ibbe sono a un incontro anti-radicalizzazione quando Ibbe esce per parlare con Jacob. L'ospite mostra un video dell'ISIS e indica un tatuaggio sull'avambraccio di uno dei terroristi. Più tardi, in un caffè, Dolores vede il tatuaggio sul braccio di Ibbe. Dopo che Ibbe l'ha accompagnata, chiama Fatima per dirle che ha un'informazione importante e le chiede di incontrarla a casa di Fatima.
Sulle e Kerima vengono interrogate dal Servizio di Sicurezza. Una pentita Sulle rivela l'identità di Ibbe nel tentativo di salvare sua sorella Lisha. Kerima tenta di suicidarsi e viene portata in una struttura di salute mentale dove mette le mani su un telefono cellulare e avverte Ibbe che la sua copertura potrebbe saltare. Calle si reca a scuola per prendere in custodia Ibbe, ma quest'ultimo scappa. Kerima si incontra con Ibbe e decide di partecipare a un nuovo attacco a un concerto di ragazze. Kerima deve indossare un giubbotto suicida bloccato in modo da non poterlo rimuovere una volta indossato. Ibbe convince Kerima che anche lui e Sulle faranno parte dell'attentato e indosseranno giubbotti suicidi simili. Una volta al concerto, dopo aver indossato il giubbotto suicida, Kerima manda un messaggio a Sulle; solo per scoprire che Ibbe aveva mentito e Sulle non è affatto coinvolto nel piano. Nei bagni della struttura del concerto, Kerima tenta brevemente di rimuovere il giubbotto, ma non ci riesce; avverte invece alcuni dei presenti, che fuggono, e aspetta che la bomba esploda mentre ha un ultimo scambio di battute con Sulle, in lacrime, al telefono. Ibbe innesca la bomba.
Descrizione di Ibrahim "Ibbe" Haddad:
Lancelot Ncube nel ruolo di Ibrahim "Ibbe" Haddad
Trama libera:
Il 16 dicembre, Ibbe sotto gli ordini del califfo dello Stato Islamico, Juma al-Badri si trasferisce a New York temporeneamente e pugnalò con un pugnale avvelenato Charles Foster che è un agente di polizia sposato con Musa al-Badri,figlio di Juma facendolo finire in ospedale e nello stesso giorno, Ibbe fece ritorno e si rifugiò a Stockholm in Svezia.
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