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#concezionedeltempo
lost-in-time13-blog · 6 years
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Taranis, il dio degli antichi celti
Gli antichi Celti non erano politeisti, e neppure monoteisti alla maniera del "Popolo del Libro". Nella loro cosmologia non c'era un Dio con sentimenti umani che premiava e castigava, ma contemplavano un Ente trascendente o Principio Assoluto, considerato come la Causa Prima di tutte le cose, e centro promotore e reggente dell’universo. Nel loro empireo cosmico, sebbene comparissero molti déi, in realtà questi non erano propriamente degli déi. In realtà erano solo dei supporti culturali per rappresentare in forma antropomorfa le leggi e i fenomeni della natura al fine che potessero venire compresi da tutti.
Una delle formule antropomorfe adottate dall'antico celtismo era rappresentata dal dio Taranis, il dio del Tempo, sia quello del cronotopo einsteniano sia quello meteorologico. Una divinità conosciuta su un’ampia estensione geografica, dall’Inghilterra sino alla Jugoslavia, che spesso veniva associata all'immagine del dio Dagda e anche alla figura del druido e alla coppa del Graal.
La sua figura simbolica era così importante che era considerato il dio dal triplice volto, da cui i Celti affermavano discendessero le loro origini.
Taranis e la ruota d'oro di Fetonte
Taranis era il “dio con la ruota” e veniva sempre rappresentato con questa “ruota cosmica”. Il suo simbolismo risultava riportare vari significati. Ad esempio in relazione al senso astronomico dello zodiaco celeste, oppure allo scorrere ciclico del tempo manifesto nella ciclicità delle stagioni. Metafora del ciclo vitale che porta l’individuo dalla nascita alla morte, oppure del ripetersi inevitabile degli eventi umani nelle diverse epoche storiche.
Un esempio della ruota di Taranis
La ruota che lo accompagna sempre in ogni sua rappresentazione ricorda inevitabilmente quella forata di oro massiccio di Fetonte che, prima del suo congedo dall’umanità, donò ai suoi allievi prediletti per trasmettere i ventidue archetipi di conoscenza del cosmo. Una ruota il cui centro invisibile manifestava, alla percezione di chi era capace di attuarla, l'UNO che era all'origine dello stesso cerchio e manifestazione del piano trascendente della realtà dello Shan, il nome dato alla Natura dall'antico druidismo. Dal bordo del cerchio, l'universo materiale, era possibile raggiungere in un movimento a spirale il centro per conquistare la conoscenza che vi era riposta.
Stessa interpretazione che veniva data, nel ciclo medievale del Graal, alla tavola rotonda di Re Artù. Anch'essa con un grande foro al centro, attorno cui i cavalieri si riunivano e dove solo chi era puro poteva vedere comparire in quel centro la misteriosa coppa di conoscenza del Graal.
Triskel
Continuando a sfogliare le pagine virtuali del simbolismo manifestato dal dio Taranis, troviamo che la ruota viene interpreta anche come il simbolo del "Triskel". Una rappresentazione costituita da tre spirali che si dipartono da uno stesso punto posto al centro del cerchio per toccare la sua circonferenza.
Un simbolo che mostra il concetto del tempo secondo la scienza degli antichi Celti.
Contraddicendo ante litteram il concetto di tempo meccanico di Newton e la tesi unidirezionale della "Freccia del Tempo", ideata molti secoli più tardi dal fisico Arthur Eddington, gli antichi savants del druidismo europeo concepivano il tempo in maniera molto simile a quanto stanno riscoprendo oggi la fisica quantistica e le nuove teorie basate sul concetto di "universo olografico".
Il Triskel rappresentava infatti l'illusione umana della percezione del tempo mostrando le tre spirali che l'individuo interpretava erroneamente come il Passato, il Presente e il Futuro. Istanze che in realtà non esistevano poiché erano interpretazioni umane basate sull'esperienza del luogo comune circa il rapporto sensoriale con l'universo.
Il centro da cui si dipartono le tre spirali simboleggia la manifestazione del Grande ed Eterno Ciclo definito anche come Continuo Infinito Presente, in cui tutto esiste contemporaneamente e dove passato, presente e futuro si fondono in un'unica entità temporale. Per i Celti il centro del cerchio rappresentava l’immaterialità e l’invisibilità del piano reale della Causa Prima che reggeva l’universo. Un centro apparentemente inesistente, ma purtuttavia esiste per dare vita alla forma geometrica del cerchio, percepibile solamente attraverso l’intuizione oppure a mezzo dell'esperienza della meditazione.
La ruota d'oro di Fetonte. L'esoterismo druidico indicava percorsi a spirale che dal bordo giungevano al centro invisibile
Un centro che simboleggiava la natura omogenea dell'esistenza dove le tre apparenti istanze temporali coesistevano in un unico ente fenomenico.
In effetti, il principio cosmologico dell’ “universo olografico” comporta il fatto che l’universo non sia altro che una proiezione olografica prodotta da una unica matrice bidimensionale, dove Passato, Presente e Futuro si trovano a coesistere tutti e tre assieme.
Quindi se tutto coesiste, quello che percepiamo è solamente una illusione della nostra mente anch'essa impegnata a creare dentro di noi un diorama olografico dell'univero e della nostra esistenza.
Proviamo infatti a cogliere quello che chiamiamo genericamente con il termine di Presente. Non facciamo in tempo a formulare la percezione che essa è già divenuta un ricordo legato al Passato e ci siamo inoltrati contemporaneamente nel Futuro. Che non si è costruito per noi. Esiste già. Siamo noi che lo scopriamo e l'immaginiamo.
Era credenza che grazie alla proprietà globale del tempo, gli sciamani dell’antico druidismo avessero la facoltà di comunicare con ciascuno dei segmenti del Triskel muovendosi in ogni dimensione del tempo, verso il Passato o verso il Futuro che, nella loro interpretazione del cosmo, già preesisteva e tutto era interconnesso nella stessa qualità energetica, il “baktah”, da cui aveva avuto origine l’universo.
Teoria ripresa dalle ipotesi scientifiche del nostro tempo. Come quella relativa al fenomeno dell’entanglement, che comporta che ogni fenomeno o particella siano collegate tra di loro attraverso un reciproco scambio di informazioni.
Si riesce così a comprendere come, durante la festa di Samain del 1° novembre, i Celti dichiarassero di poter incontrare i loro antenati defunti, ma anche i loro discendenti non ancora nati.
Il simbolo del Triskel secondo l'esoterismo della ruota del dio Taranis
Questa teoria cosmologica apre anche alla possibilità di poter viaggiare nel grande mare della dimensione del Tempo per andare avanti e indietro tra le varie epoche. Evento che anche in questo caso fu previsto, forse su esperienze dirette, dall'antico sciamanesimo druidico di cui abbiamo notizia attraverso le leggende riferite propriamente ai viaggi dei loro eroi attraverso il tempo.
Il Triskel veniva paragonato anche all'Yggdrasil, l'Albero della Vita che si snoda attraverso i mondi dell'esistenza e da cui ebbe in seguito origine anche la raffigurazione del "Siv'nul" l'Albero dalle tre braccia di fuoco, rappresentato dal candeliere druidico.
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scienza-magia · 4 years
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Effetti della pandemia sulla percezione temporale degli eventi
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La percezione del tempo durante il lockdown. Restare chiusi in casa durante la pandemia ha reso le giornate tutte uguali e molte persone hanno riferito di un rallentamento dello scorrere del tempo, un fenomeno già associato alla depressione o al disturbo da stress post-traumatico. Per altre invece l'effetto è stato quello di un'accelerazione. Ora alcuni ricercatori stanno raccogliendo dati per capire quali possano essere le conseguenze psicologiche del lockdown. In aprile Jenny Rappaport si è seduta per controllare il suo calendario perché non sapeva quanti giorni fossero passati da quando era entrato in vigore l'ordine di restare a casa nel New Jersey. Prima di COVID-19, la sua vita aveva una struttura e un ritmo, e conosceva il giorno della settimana senza pensarci due volte. La pandemia ha cambiato tutto. "Non c'è niente di diverso tra giovedì e domenica o lunedì", dice. La monotonia intorpidisce". Credo che abbia completamente stravolto la mia percezione del tempo". Non mi era mai successo prima, tranne quando ero profondamente depressa".
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Diversi gruppi di ricerca hanno approfittato di questo esperimento naturale non pianificato per valutare l'impatto psicologico delle distorsioni temporali e gli effetti sulla salute mentale di queste distorsioni. Gli psicologi sanno che il senso del tempo è legato al benessere. Il suo passaggio più lento percepito può rappresentare segni di depressione o di disturbo da stress post-traumatico. Le sensazioni di Rappaport sono coerenti con i risultati di alcuni studi preliminari. Nel complesso, le persone sembrano percepire il tempo più lentamente, secondo i dati che si stanno cominciando a compilare. In un articolo di preprint non ancora sottoposto a revisione, Sylvie Droit-Volet, ricercatrice esperta di percezione del tempo all'Università di Clermont Auvergne, in Francia, e i suoi colleghi mostrano che le persone lì riferiscono che l'orologio si muove più lentamente durante il lockdown. I ricercatori documentano anche sentimenti di tristezza e noia e li collegano alla sensazione generale di decelerazione. "I loro risultati sostengono in modo diretto la connessione emotiva con la percezione del tempo", dice Philip Gable, dell'Università dell'Alabama. Anche lui sta usando i dati di un sondaggio per esaminare in che modo le persone in tutti gli Stati Uniti percepiscono il tempo durante la pandemia. "È un evento sociale che avrà una profonda influenza psicologica su di noi", dice Gable, aggiungendo che lo sfasamento temporale è parte integrante delle nostre percezioni su quello che sta accadendo intorno a noi. Il ricercatore ha in programma di raccogliere dati per i prossimi nove mesi, ma ha già trovato prove del fatto che il tempo quotidiano si stia sfasando. Quasi il 50 per cento delle persone ha sperimentato un trascinamento temporale durante marzo, mentre circa il 24 per cento ha percepito un'accelerazione del tempo. Per alcuni individui in quarantena il tempo si dilata, ma si può anche comprimere. Jennifer Peirson, una consulente scolastica del New Jersey che ora lavora da casa, percepisce di essere intrappolata in una distorsione temporale. "Le giornate sembrano molto più lunghe", dice. "Ma quando si arriva a una vacanza, non sembra che sia passato così tanto tempo".
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Queste percezioni possono essere attribuite a un tiro alla fune tra due concetti: il tempo retrospettivo e quello prospettico. Dan Zakay, professore della Scuola di psicologia Baruch Ivcher al Centro Interdisciplinare di Herzliya, in Israele, spiega che la percezione del tempo retrospettivo evoca il ricordo degli eventi passati e la loro durata. Il tempo prospettico consiste nel giudicare la durata di un evento nel momento presente. Una persona può sperimentare entrambe le modalità in diverse occasioni. Se si passa la giornata a controllare l'orologio, le ore potrebbero sembrare trascinarsi in una noiosa successione. Questo effetto si verifica perché nella modalità tempo prospettico, "quanta più attenzione dedico a pensare allo scorrere del tempo, tanto più mi sembrerà lungo", dice Zakay. Con il tempo retrospettivo, quanti più eventi si ricordano essere accaduti in un certo periodo, tanto più lungo sembra quell'intervallo. Durante una chiusura come quella attuale, l'assenza di eventi memorabili che differenziano un giorno da quello successivo potrebbe far sembrare che il tempo voli. Le distorsioni del tempo, soprattutto quelle più profonde, interessano i ricercatori perché sono associate a problemi di salute mentale anche a distanza di anni da un evento. "Sappiamo da altri studi che le situazioni di disagio emotivo sono peculiari quando si tratta di percezione del tempo", dice Sven Thönes, ricercatore dell'Università Johannes Gutenberg di Magonza, in Germania. La prospettiva di un aumento dei disturbi mentali ha spinto E. Alison Holman, psicologa della salute dell'Università della California a Irvine, a studiare gli effetti psicologici di COVID-19. In passato, Holman e colleghi hanno scoperto che le persone che hanno subito un trauma riferiscono che il tempo sembra fermarsi o passare al rallentatore. Alcuni individui si concentrano anche su un'esperienza traumatica passata, una caratteristica del disturbo da stress post-traumatico. Holman teme che la pandemia possa causare effetti psicologici simili nelle persone più minacciate dal virus. "Sono preoccupata che ci possa essere un significativo problema di salute mentale da qui a breve, e che questa pandemia sarà un trauma decisivo", dice.  (L'originale di questo articolo è stato pubblicato su "Scientific American" il 27 maggio 2020. Traduzione ed editing a cura di Le Scienze. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.) Read the full article
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