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#corbezzoli
wilted-rafflesia · 1 year
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Marmellata di corbezzoli
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spellshite · 1 month
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Me: why I feel like I drank a lot when I tried only a couple of things that have very little alcohol?
The couple of things: peach makgeolli (3%), apple soju (12%), plain soju (16%), FATHER'S HOMEMADE GRAPPA DI CORBEZZOLO (40%?)
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gmdb · 5 months
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#MiniG nel parco del castello di #Miramare ha trovato che il boschetto di #corbezzoli è pieno di frutti... Ed a voi piacciono i corbezzoli?
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posta un po di foto di te, anche in costume da bagno, non siamo timidi, , corbezzoli !
Non sono timida, ma non mi piaccio e quindi non posterò mai miei foto ahahah
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vorticimagazine · 1 year
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La prima azienda agricola del FAI
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“Quando abbiamo visto per la prima volta il lago di Bolsena provenendo da Orvieto, abbiamo sentito l'irresistibile attrazione di questo magnifico paesaggio. L'amore a prima vista si è trasformato in una maestosa tenuta con vigneti”.  (Friedrich Wilhelm e Monika Metzeler) Vortici.it decide di  a raccontarvi una splendida storia sostenibile che riguarda il nostro Paese e una delle sue meraviglie! Villa Caviciana è oggi un’azienda agricola di prodotti biologici di alta qualità, nata dal sogno di Friedrich Wilhelm e Monika Metzeler rispettivamente, un avvocato di Dusseldorf e una collezionista d’arte, partiti per una vacanza e tornati in Germania innamorati della zona attorno al lago di Bolsena. E così dal 1989, a poco a poco acquisirono 144 ettari di colline, campi e boschi, nella provincia di Viterbo, tra i comuni di Grotte di Castro e Gradoli, sulla sponda settentrionale del lago, davanti all’Isola Bisentina. Il luogo era ideale, con dolci declivi, terreno fertile di origine vulcanica e il clima mite del lago, ma i terreni erano una macchia informe di vegetazione spontanea, abbandonati e incolti. Piantarono 7000 ulivi, 35 ettari di oliveto verde argenteo, cui se ne aggiunsero 20 di vigneto verde intenso, e tutte le sfumature dei boschi - pini, castagni, noccioli, querce e corbezzoli -, e di campi, pascoli e prati. Realizzarono una tenuta moderna ed efficiente, precocemente biologica, con un frantoio e una cantina propri, costruiti dalle fondamenta, e dotata dei migliori macchinari, di personale e spazi per la produzione di olio e vino, ma anche di miele, formaggi e carni, dall’allevamento, in origine, di pecore e maiali. All’efficienza teutonica di Friedrich, Monika aggiunse lo stile: chiamò due grandi architetti tedeschi, Bernard Korte e Wolfgang Doring, a disegnare rispettivamente il verde e gli edifici. La cantina ha un’architettura minimalista, linee pulite e rigorose, ma con felici guizzi, come la lunghissima scala che sale dal seminterrato e un sofisticato recupero delle materie locali, come il tufo morbido e poroso che scalda con il giallo senape le facciate geometriche. Nelle forme si legge la ricerca di funzionalità, ma anche il desiderio di inserirsi discretamente nel paesaggio, che è il protagonista assoluto di questa storia… Per la prima volta, un’azienda agricola produttiva entra a far parte dei Beni del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano: si tratta appunto di Villa Caviciana, presentata ufficialmente lo scorso 24 febbraio al XXVII Convegno Nazionale dei Volontari e dei Delegati del FAI, intitolato “Curiamo il paesaggio, coltivandolo”, che si è tenuto per l’occasione a Viterbo.“Una sfida”. Così il presidente del Fai, Mario Magnifico sul progetto “Villa Caviciana”, che vede il Fondo ambiente italiano impegnato a gestire un’azienda agricola per la prima volta nella sua storia. La Tuscia come laboratorio. Siamo tra Gradoli e Gotte di Castro.“Sono 50 anni che il Fai recupera, gestisce, apre al pubblico monumenti di ogni tipo: castelli, ville, palazzi, piccoli e grandi monasteri in tutta Italia. Adesso cominciamo un lavoro mai fatto, siamo dei totali parvenu in questo senso”, ha dichiarato Magnifico. Proprio per questo la fondazione ha deciso di non fare tutto da sola, ma di affidarsi a una società d’imprenditori agricoltori e del supporto di un comitato di garanti (docenti universitari e altri esperti). L’occasione si è presentata grazie alla donazione di questo spicchio di terra: “un angolo di paradiso”. Un patrimonio che oggi la Fondazione intitolata Fritz e Mocca Metzeler ha deciso di cedere al Fai. Al passaggio di consegne era presente il figlio della coppia, Henning Metzeler: “Quando ci siamo trovati di fronte alla questione di come preservare l’opera dei miei genitori e di come portare avanti Villa Caviciana secondo il loro desiderio, abbiamo scoperto l’esistenza del Fai e dei suoi obiettivi e abbiamo capito che la soluzione c’era. In Germania non c’è niente di simile”. Lo scopo non è celebrativo, ma “quello di offrire il massimo beneficio possibile per la collettività”. “E’ anche la prima volta che una famiglia straniera dona un proprio bene al Fai”, ha sottolineato Magnifico. L’ambizione è fare dell’azienda “un esempio di gestione del paesaggio agricolo e storico italiano. Non coltiveremo per produrre, ma coltiveremo e produrremo per conservare il paesaggio”. Villa Caviciana è il primo Bene agricolo produttivo del FAI che, con l’intento di attuare e promuovere principi e pratiche di coltivazione tradizionali ma anche innovative, preserva questo lembo di terra coltivandolo in modo sostenibile sotto il profilo ambientale, sociale ed economico. La volontà della Fondazione è, infatti, quella di dimostrare che un’agricoltura rispettosa dell’ambiente, del territorio e delle persone che ci lavorano, non solo è possibile ma può rappresentare un modello virtuoso e replicabile di sostenibilità.     Immagine di copertina: FAI Read the full article
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bergamorisvegliata · 1 year
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I LUOGHI DELL'ANIMA
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Questa volta non ci rechiamo in un luogo specifico (paese o città), o all'interno di una struttura adatta a "purificare l'anima"...No! Il luogo per l'occasione è geograficamente molto esteso: andiamo in Toscana, terra di mare, colline e monti dai paesaggi ameni e di mille sfumature, e più precisamente all'interno del Parco dell'Uccellina.
Oltre alle descrizioni che troverete in questo pezzo, altri dettagli li potrete leggere all'interno del link:
Il Parco naturale dell’Uccellina, ufficialmente Parco naturale della Maremma, è vasto oltre 10.000 ettari e si estende in provincia di Grosseto nel cuore della Maremma, sul tratto costiero tirrenico che va da Principina a Mare a Talamone, mentre a est arriva fino alla statale Aurelia: è stato istituito nel 1975 dalla Regione Toscana con legge regionale n.65 del 5 giugno 1975. La parte centrale e meridionale del parco è occupata dai Monti dell’Uccellina che hanno il punto più alto nel Poggio dei Lecci (451 m.slm): da queste colline si domina con lo sguardo tutta la costa e il mar Tirreno con le isole del Giglio, Elba e Corsica per un panorama veramente insuperabile; molto bella e caratteristica è la veduta del fiume Ombrone quando sfocia nel mare e le cui acque, di colore scuro, si spingono al largo mischiandosi gradatamente con quelle verdi del mare.
La sede e il centro visite del parco dell’Uccellina si trovano ad Alberese (telefono +39 0564 407098 fax +39 0675 407292). A nord della foce dell’Ombrone il territorio si presenta pianeggiante ed è occupato dalle paludi della Trappola, un sistema di specchi d’acqua temporanei e permanenti; a sinistra dell’Ombrone si estende un territorio caratterizzato da dune e pinete e attraversato da canali artificiali risalenti alle prime bonifiche effettuate dai Lorena. La parte centrale e meridionale del Parco è dominata dai Monti dell’Uccellina, completamente ricoperti da una fitta vegetazione prevalentemente formata da macchia mediterranea. Sui monti insistono antiche torri, tra cui quelle di Castelmartino, di Collelungo, di Cala di Forno
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e della Bella Marsilia, oltre alla notevole Abbazia di San Rabano. Per accedere al Parco il solo modo è quello di recarsi al centro visite di Alberese per usufruire del servizio autobus: qui ogni ora, a partire dalle ore 9 fino alle 14 comprese, si viene portati all’interno del parco in località Pratini dove hanno inizio i diversi itinerari. La fauna del parco è composta da varie specie: prevalgono i cinghiali e i daini, ma non mancano caprioli, istrici, tassi, volpi, gatti selvatici, faine e donnole, così come è ricca di avifauna; per la flora questo è, senza dubbio, il regno della macchia mediterranea con lecci, querce, corbezzoli, ginestre, timo, cisto marino e rosmarino. Un’altra pianta presente è la quercia da sughero, e può capitare di incontrarne qualcuna a cui è stata tolta la corteccia proprio per prendere il sughero.
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aradxan · 1 year
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Corbezzoli by angelo.urracci https://flic.kr/p/2o6wwNr
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stilouniverse · 1 year
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In Valdambra: il castello di Cennina
In Valdambra: il castello di Cennina
La Valdambra è per il visitatore un concentrato di bellezze antiche e recenti che lo accompagnano in un paesaggio che porta con sé i segni del tempo e quindi della storia che lo ha costruito insieme all’ ameno paesaggio naturale e a quello rimaneggiato dall’uomo. Se il primo si contraddistingue per la presenza di eriche, lecci, ginepri, corbezzoli e ginestre che ammantano le verdeggianti colline,…
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italiadavivere · 2 years
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Frutti d’autunno
L’autunno è una stagione ricca di bellezza. La vegetazione assume colori caldi disegnando mosaici che incantano. La bellezza va oltre lo sguardo con le delizie che maturano in questo periodo. Zucche, nocciole, funghi e uva. Noci, corbezzoli e uva spina. Basta elencare queste delizie per sentirne il sapore. Il centrotavola è un insieme di oggetti divertenti e colorati uniti alle zucchette…
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ortopriamo · 2 years
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Torta con i colori del Natale...
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intotheclash · 3 years
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La merenda del campione
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avvocuoca · 4 years
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Solo due settimane fa raccoglievo corbezzoli a piene mani sull’Atlantico, dopo avere scalato la Dune du Pyla .ma anche questi simpatici corbezzoli urbani di Chinatown vanno bene, devono solo maturare ancora un po’. Sono un tipo paziente 😊. #corbezzoli • • • #vacation #visiting #instatravel #instag #holiday #fun #travelling #tourism #tourist #igersgironde##igerfrancia#visitbordeaux#igeraquitaine#avvotourist#avvogram#avvopic#avvotravel#avvoaroundtheworld#avvotrip🔝👍👊🎒🕶🧳👟🥑✈️#burdigala#bordeaux#garonne#igerbordeaux#girondetourisme#bordeauxmaville#bassindarcachon#saliteabordò #chinatown (presso Chinatown, Milan) https://www.instagram.com/p/B4FcvG0Fyi2/?igshid=16dobqx6th36k
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muffina1 · 2 years
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Camminando tra i corbezzoli 😍
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teredo-navalis · 2 years
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Ho risparmiato i soldi del pranzo. Sono entrata nel Politecnico come una ziazina, coi pantaloni sporchi e carica di borse, per riempire l'acqua dalla fontana e pisciare e cambiarmi la maglia nei bagni di matematica. Nel cortile, mi sono fatta una scorpacciata di corbezzoli maturi.
Anche oggi abbiamo fottuto il sistema
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corallorosso · 3 years
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La macchia di Fregene Un’orchestra polifonica di cinguettii e il profumo salmastro di bosco marittimo accolgono chi si ritrova, a piedi o in bici, nel cuore della macchia mediterranea. Questo è senza dubbio uno degli ecosistemi più ricchi della penisola. È accompagnato spesso da dune e ricoperto da una fitta vegetazione, alta e bassa. Ripara l’interno dai venti carichi di salsedine, tiene ferma la sabbia limitando l’erosione della spiaggia. Ma è anche selvaggia, ispida e disordinata, almeno dal punto di vista dell’ordine umano. Va da sé che l’animale più autoreferenziale e predatore del pianeta, l’uomo, cerchi di riorganizzare quest’ordine, metterlo a sistema e addomesticarlo. O almeno così si illude. È così che un giorno di qualche settimana fa ci siamo svegliati tutti più poveri. È in questo modo che nel comune di Fiumicino, sul litorale di Fregene, mentre gli uccelli nidificavano, i rettili deponevano le loro uova nella sabbia, gli insetti proliferavano indisturbati, 20 mila metri quadrati circa (2 ettari) di macchia mediterranea sono stati rasi al suolo, e sull’unica duna rimasta nella zona sono passate le ruspe. Da anni il comitato di cittadini Difendi Fregene urla ciò che ora è accaduto, completamente, o quasi, inascoltato. Cercando di difendere il bosco da un progetto di almeno dieci anni fa. «Macchia mediterranea ne è rimasta pochissima, le dune sparite», commentano dal comitato, «invece di preservare ciò che abbiamo si fanno colate di asfalto e cemento. Tutta Fregene è stata cementificata». UN ECOSISTEMA SENZA ETÀ, quello della macchia mediterranea, che si è formato nei secoli, sempre più ridotto; ricco di varietà come lecci, corbezzoli, ginestre e ginepri, oltre ad una quantità di uccelli, rettili e insetti. (...) Secondo il “dossier coste”,di WWF, inoltre, su quasi 8000 chilometri di litorale rimangono solo 300 dune selvagge. Ora, su quella che era chiamata la “Lente” di Fregene, per la sua forma appunto di lente, c’è un cantiere: container, camion, una grande recinzione metallica. Sono previsti parcheggi, zone commerciali e residenziali, campi sportivi. E tutto a norma di legge. «C’erano dei sentieri, attraverso la duna, che portavano alla spiaggia», ricordano i cittadini del comitato Difendi Fregene, «li abbiamo percorsi da sempre. Oggi al loro posto ci sono grandi strade asfaltate, che oltretutto non portano neanche al mare perché questo è chiuso dagli stabilimenti. Da anni il mare dalla strada non si vede più». Ormai è tardi per quel tratto di macchia mediterranea, per i cinguettii degli uccelli e il brulichio degli insetti, per i rettili e per l’equilibrio spezzato di quell’ecosistema. Ora è rimasto il cemento muto, e il rombo delle ruspe. Tutto a norma di legge. (..) INSOMMA TUTTI CONTRARI, ma la duna è sparita e la macchia abbattuta, tranne alcune centinaia di piante ritrapiantate nella zona di rimboschimento compensativo, denominata Cecina di Falce. Inoltre la zona già da molti anni è finita nel mirino di costruttori e impresari del pubblico divertimento: la spiaggia è ormai del tutto custodita da una cintura di stabilimenti, che ne impediscono la vista. (...) «proprio la lente costituiva un momento di respiro, un bel tratto di paesaggio profumato, per sentirsi almeno un po’ in natura. È stata violentata anche questa preziosa macchia mediterranea, nonostante le normative di tutela, a livello italiano e comunitario. Sono scelte che poggiano su una visione anacronistica, la stessa che permette di progettare ben due porti per navi da crociera a Fiumicino. (...) Fabio Tornatore
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