Tumgik
#costa dei magnoli
hsundholm · 4 years
Video
Down Magnoli Street
flickr
Down Magnoli Street by Henrik Sundholm Via Flickr: Caught this on my second day meandering through Florence, Italy. If you continue in the opposite direction you'll soon reach a house that used to be owned by Galileo Galilei.
1 note · View note
maiabbastanza · 7 years
Photo
Tumblr media
lontano lontano. (presso Costa dei Magnoli)
1 note · View note
federicodeleonardis · 7 years
Text
Daniel Buren a La Spezia
Da pochi giorni è stato inaugurato il lavoro di Daniel Buren nella piazza Verdi a La Spezia, realizzato in collaborazione con l'architetto Giannantonio Vannetti. Inaugurato non vuol dire finito: ci sono da completare alcuni particolari (riempire le vasche d'acqua e rifinire pochi cordoli stradali, poca roba). Per correttezza, di un'opera architettonica bisognerebbe sempre, orma di emettere un giudizio, per lo meno aspettare la parola fine dei lavori, se non addirittura che il nuovo complesso entri a far parte della vita urbana a pieno titolo. Ma nel caso presente, la piazza ne è già entrata, e non ha mai smesso neanche durante i lavori di vivere al centro della vita di Spezia (che parola grossa per una città che la notte chiude alle 20 e non si trova più un autobus nemmeno per Lerici (7 chilometri, il paese più famoso e turistico della zona) e di taxi solo due alla stazione (e, per quei 7, 25 Euro): l'edificio storico delle poste e quello delle scuole più prestigiose (in una delle quali, concedetemi questa digressione personale, il liceo classico Lorenzo Costa, in cui ho passato i cinque anni peggiori della mia vita, l'adolescenza), non hanno mai smesso di funzionare a pieno ritmo e gli stessi autobus urbani, non hanno mai smesso di attraversarla in lungo e in largo. Quindi anche se gli alberelli striminziti e giovani, che hanno sostituito quella ventina di pini domestici molto più che centenari (il cui abbattimento ha suscitato molte polemiche, a mio avviso giustificate), non sono ancora cresciuti e le acque nei bacini ancora non riflettono come dovrebbero, le nuove installazioni e il nuovo verde, mi permetto di avanzare alcune considerazioni:
Stimo il lavoro di DB, un artista coraggioso che non si è mai sottratto alle sfide che comporta un intervento nel caos delle città, non solo quello particolarmente difficile delle nostre, ma anche di quelle più ordinate, come per es. le francesi, in cui comunque la pubblicità e il traffico automobilistico la fanno da padroni, e le ha sapute affrontare con un minimalismo preciso, in certi casi spiazzante, ma comunque sempre unificante. Quella di avvolgere l'avvolgibile con strisce verticali o orizzontali colorate, per sintetizzare  un po' superficialmente il lavoro, è un'idea, ed oggi non ce ne sono molte in giro adatte ad affrontare la situazione nei casi di anarchia urbanistica totale come quella di paesi come il nostro. Certo si tratta di interventi che incidono solo sulla superficie della coscienza visiva, ma che altro potrebbe e dovrebbe fare un artista se non agire a livello radicale della sensibilità? In fondo l'opera di un collega molto più radicale di lui e molto più profondo, come Christo, famoso  per i suoi impacchettamenti, è nella stessa direzione. Chiusa la parentesi.
Ciò premesso l'intervento di DB a La Spezia è qualcosa di riuscito solo a metà e si sa che la responsabilità, in casi di questo genere è più dell'amministrazione cittadina e del coautore architetto che dell'artista. Se mai quella di quest'ultimo è di essersi piegato troppo al fini e obiettivi estranei al suo messaggio. Comunque stiano le cose, e io non ho nessuna intenzione di fare cronaca pettegola di come sono andate le cose (per es della responsabilità per la non inclusione nel progetto dei pini secolari), non mi sottraggo a un giudizio preciso sul risultato della collaborazione sulla base di ciò che ho vissuto visitandola:
La realizzazione delle “forche caudine”, come mi permetto di chiamare gli archi quadrati sparsi per la piazza sia longitudinalmente che trasversalmente, quelli che la gente ha battezzato malignamente piloni di stazione di servizio per la benzina, non è affatto minimale come mi aspettavo da quell'artista, ma confusa e soprattutto esecutivamente  imperfetta. L'architetto, ma in questo caso anche l'artista, , come l'asino, cadono nei particolari. E' presto detto: se la specularità di una facciata dell'arco è una cosa riuscita in pieno e poteva essere estesa a tutte le facciate della struttura, almeno le quattro visibili da terra,. più la quinta sotto l'arco, c'è certamente la responsabilità e la volontà dell'artista nell'averla voluta applicare e nel aver scelto colori diversi e piuttosto arbitrari (ma questo è un giudizio personale) per tutte le altre: superfici colorate lucide o opache. Soprattutto come i cavoli a merenda i fianchi opachi, trattati a liste verticali bianche (ordinario di Carrara?) e nere (marquigna?) .Ma ciò che più disturba sono le finiture, gli angoli tra una facciata e l'altra, che hanno costretto a una riquadratura, un incorniciamento gratuito anche delle facciate speculari. Per essere chiari, niente di minimale, niente di pulito in ciò.
La pavimentazione: di mille colori e mille materiali: travertino scuro (pedonale, per fortuna), porfido rosso e porfido grigio, graniglie di diversi composti, ma il tutto senza nessun disegno macroscopico, intendo a livello di piazza (e poteva essere unificante) e un po' caoticamente cartellonistico. Questa è senza dubbio una responsabilità che l'artista ha dovuto condividere con l'architetto.
Le vasche anche se ancora non le ho potute vedere funzionanti, sono piuttosto estese: il fondo delle stesse però non è scuro e pertanto la specularità delle acque, senza dubbio uno degli scopi dell'artista non sarà perfetta come dovrebbe. Responsabilità di chi?
Il verde. Non occorre essere botanici per giudicare le scelte degli alberi d'alto fusto e degli arbusti: i primi sono pochi e mal scelti: che c'entrano le magnolie (quattro!) in un paese di mare, quando oltretutto si sa che per diventare alberi come Dio comanda occorrono addirittura secoli (e un'essenza a crescita lentissima) e i secondi decidui, quindi d'inverno spogli e per di più in vaso.  Insomma l'intervento sul verde è il più scadente di tutto il progetto (forse nemesi di non averlo saputo realizzare senza l'abbattimento dei Pini, nella memoria storica di tutta la città?).
In conclusione sono senz'altro molto forti le responsabilità dell'amministrazione cittadina, soprattutto del non aver dirottato gli autobus altrove, dimenticando che una piazza non è uno spartitraffico, ma un luogo di incontro e di sosta, senza il pericolo di venir arrotati. Quelle dell'artista, lo ribadisco, sono di essersi piegato ad altre volontà che la propria e questo è grave indice di debolezza, checché se ne possa pensare dell'idea  forte a cui ho accennato all'inizio.
FDL
P.S. Non è necessario che io aggiunga immagini a questo scritto: le potrete trovare tutte su internet, anche se, come sempre avverto, lo spazio non può essere sostituito da uno schermo. Molte sono le immagini di progetto, che nulla hanno a che vedere con la realizzazione e nulla con le polemiche: come al solito, in queste Vittorio Sgarbi ci va a nozze.
0 notes
hsundholm · 4 years
Video
Along Magnoli Street
flickr
Along Magnoli Street by Henrik Sundholm Via Flickr: Caught this on my second day meandering through Florence, Italy. If you continue in the opposite direction you'll soon reach a house that used to be owned by Galileo Galilei.
0 notes